"La Repubblica"

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e
“Giulio
Cesare” di
Shakespeare, “Liolà e “Il giuoco
delle parti” di Pirandello, “Un
tram che si chiama desiderio”
di Tennessee Williams, “Miseria e nobiltà” di Scarpetta, “Natale in casa Cupiello” di Eduardo, “Ferdinando” di Ruccello,
“Scandalo” di Schnitzler, “Minetti” di Thomas Bernhard, “Il
genio dell’abbandono” di Wanda Marasco, “Le Troiane” di Euripide, “Madame Pink” di Arias
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e Rene De Ceccaty, “Circus Don
Chisciotte” di Cappuccio, “Morte di Danton” di Büchner, la
danza di Emidio Novi e quella
di Noa Wertheim.
Ventuno spettacoli tra Mercadante e San Ferdinando, ed il
Ridotto ancora da programmare. Tre compagnie “fisse” con attori ormai familiari come Gaia
Aprea, Angela Pagano, Luca Lazareschi, Giacinto Palmarini,
Paolo Serra, Mascia Musy, Massimiliano Gallo, Giovanna Di
Rauso, Claudio Di Palma, Federica Sandrini, Autilia Ranieri,
che si danno il cambio di spettacolo in spettacolo. Drammaturgia napoletana dei nostri giorni
che s’intreccia con classici riproposti, a rafforzare il rapporto
della città con la sua gran tradizione. Spettacoli in tournée
all’estero e la “Scuola di recitazione” che conclude il primo anno di attività e continuerà con il
nuovo direttore che prenderà il
posto di Luca De Filippo. La
prossima stagione del Teatro
Stabile nel primo cartellone da
“teatro nazionale” si presenta
con le carte in regola. «Lo Stabile di Napoli sta veramente sviluppando il modello del Teatro
Nazionale che il Ministero ci
chiede di onorare, producendo
spettacoli a ritmo serrato», dice con soddisfazione De Fusco.
Sua la regia del “Macbeth” che
il 26 ottobre aprirà la stagione
del Mercadante. Soddisfazione
legittima a scorrere titoli e nomi, degni davvero di un teatro
nazionale che affronta senza timore il confronto con gli altri
che in Italia, con un portafoglio
anche più cospicuo, mettono in
campo la loro attività. Alle spalle una gran tradizione teatrale
da celebrare. Senza enfasi, ma
con convinzione. E solo Napoli
può permettersi tanto. C’è da
essere soddisfatti dello sforzo
compiuto. E nomi di attori di garanzia come Eros Pagni, Gea
Martire, Mauro Gioia, Mariano
Rigillo, Elisabetta Pozzi, Giu-
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O Stabile ha superato il giro di boa del suo primo anno
da Teatro Nazionale. E tiene a battesimo la nuova gestione: oggi entra nel pieno delle sue funzioni il neo presidente Valter Ferrara. Che da settimane attendeva di
poter convocare il cda ma era fermo perchè non c’era posto per i
nuovi componenti. Verranno pure formalizzate le dimissioni di
Giulio Di Donato e l’assemblea dei soci potrà nominare al suo posto Pina Amarelli Mengano. E con le dimissioni di uno dei rappresentanti dei Comuni minori si farà posto anche a Patrizio Rispo. Ieri il teatro ha presentato il nuovo cartellone riunendo attorno al tavolo le istituzioni che hanno trovato la quadra nella
gestione del Mercadante, dopo un anno di polemiche e rinvii. Il
consigliere per la Cultura del governatore De Luca, Sebastiano
Maffettone, l’assessore comunale Nino Daniele, il neo presidente Ferrara. Insieme, accanto al direttore Luca De Fusco, per dirgli che, con le parole di Maffettone, «merita il nostro entusiastico consenso». Un consenso che viene dai numeri: per la prima
volta il Mercadante ha sfondato il muro dei 5000 abbonamenti
(5387). E ha segnato il record di spettatori: 68 mila biglietti, più
26% rispetto allo scorso anno. «La qualifica di Teatro Nazionale
è il punto di partenza - afferma Ferrara - dal quale costruire il futuro. Vedremo cosa sapremo fare». E Daniele: «Le istituzioni
continueranno a sostenere lo Stabile faranno ogni sforzo per rafforzarlo e consolidarlo». C’è una voce cui le istituzioni si dimostrano particolarmente sensibili: i ricavi. Il rapporto tra i ricavi
dei biglietti e le spese di produzione è oggi al 34 per cento. Come
dire che il Mercadante si autofinanzia per oltre un terzo.È un
buon punto di partenza.
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seppe Battiston, Roberto De
Francesco, Lino Musella, Milvia Marigliano, Giovanna di
Rauso, Tonino Taiuti, Giovanni
Ludeno, Giovanni Esposito sono testimonianza di un ampio
territorio di poetiche teatrali.
Poi saranno gli spettatori a dire
l’ultima parola, perché, si sa bene, il teatro si misura in palcoscenico con gli applausi del pubblico. Non mancano le curiosità
e le proposte speciali, come
quel “Mal’essere”, che Davide
Iodice, abituato a scorribande
eretiche dense di suggestioni e
poesia, porterà in scena affidando ”Amleto” ad un gruppo di
rapper napoletani, l’invenzio-
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ne di Giuseppe Depasquale per
la scrittura di Andrea Camilleri, l’impertinenza annunciata
di “Madame Pink”, la “commedia con canzoni” di Alfredo
Arias o l’incontro con prestigiosi registi come Valery Fokin, Nikolay Roshin, Cristián Palna, Àlex Rigola, venuti da lontano a
misurarsi con il nostro teatro. E
la bella sorpresa del ritorno di
Mario Martone con il suo “Danton”. A testimoniare «un’armonia che non si era mai interrotta e la volontà di collaborare tra
i nostri due Stabili», come ha
precisato De Fusco lasciandoci
immaginare futuri interessanti rapporti tra gli Stabili Nazionali di Napoli e Torino. Così i cartelloni di Mercadante e San Ferdinando sembrano lievitare
con le regie di Valerio, Però,
Sciaccaluga, e con quelli della
“squadra napoletana”: Cirillo,
Latella, Baldi, Di Palma, Iodice,
Cappuccio e, naturalmente, Luca De Fusco che si assume il
compito di salutare con un augurio il lavoro dei prossimi mesi.
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