RM0907_11-Attualita02

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SECOLO D’ITALIA
VENERDÌ 9 LUGLIO 2010
GOVERNO FRANCESE
IN CRISI, POPOLARITÀ
DI SARKOZY AL 26%
◆ Guido Orsini
S
toria di questi giorni: Claire Thibout, anziana ex contabile della
donna più ricca di Francia, la Liliane Bettencourt figlia di monsieur
L’Oreal, aveva inizialmente dichiarato
al quotidiano on line Mediapart che il
ministro del lavoro Eric Woerth aveva
ricevuto, come tesoriere del partito
Ump, 150mila euro in contanti per finanziare la campagna elettorale di Sarkozy, nel 2007. Ieri la Thibout ha smentito di avere anche affermato che il presidente aveva ricevuto, tra 1983 e 2002,
buste con soldi in contanti, ritrattando
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parzialmente le sue prime rivelazioni.
Tuttavia l’avvocato Antoine Gillot, legale della Thibout, ha detto di non poter confermare la smentita e ha denunciato «pressioni» nell’azione giudiziaria. Sta di fatto che il racconto della contabile, pubblicato su Mediapart, webzine fondata da giornalisti provenienti sia
da Le Monde che da Figaro, sembrava
molto dettagliato. E così la popolarità
del presidente francese Nicolas Sarkozy è precipitata ai minimi storici: secondo un recente sondaggio di Tns Sofres, è solo il 26% dei cittadini francesi a
mantenere piena fiducia. Risultanto,
questo, che va tuttavia ampiamente
contestualizzato: complici le dimissioni
di due dirigenti dalle spese ministeriali
non proprio trasparenti, complici le
equivoche intercettazioni dello scandalo-Bettencourt e le successive confidenze dell’ex contabile della Bettencourt,
che vanno trascinando nelle polemiche
il ministro Woerth, stratega della riforma delle pensioni prevista per il settembre prossimo. Il prossimo 13 luglio,
in coincidenza con la presentazione in
Consiglio dei Ministri della riforma delle pensioni, si attendono dichiarazioni
precise e inequivocabili da parte del leader francese: la sua promessa d’uno
Stato esemplare, al di sopra di ogni sospetto, stride con i recenti fatti di cronaca, e complica la comprensione popolare dei robusti tagli della spesa pubblica, nati – tutta Europa è paese – per
ridurre drasticamente il debito pubblico. L’opposizione, naturalmente, sta approfittando della delicata contingenza
per alzare i toni: la fascinosa antagonista Segolene Royal ripete che servirebbero parecchi compressori per ripulire
il sistema Sarzoky, il segretario socialista Martine Aubry si limita a invitare il
presidente, con freddezza, a dire tutta la
verità. Il ministro Woerth, sin qua, rifiuta di prendere in considerazione
l’ipotesi delle dimissioni: «Il mio partito
non ha intascato illegalmente nemmeno un euro» – ha ribadito ieri. Aggiungendo: «Le dimissioni darebbero ragione a coloro che mi attaccano».
Le intercettazioni
alla base dello scandalo
Bettencourt erano illecite
Woerth è l’uomo
chiave della riforma
delle pensioni: una
riforma che doveva
essere approvata
entro l’autunno...
INTERCETTAZIONI, CHE DÉBÂCLE
MARINA VALENSISE: ANCHE IN FRANCIA GLI EFFETTI DELLA DERIVA GOSSIPARA
◆ Gianfranco Franchi
M
arina Valensise, giornalista del Foglio, è un punto
di riferimento indiscutibile per potersi orientare in questioni di politica e di cultura francese. Un dottorato alle spalle all’Ecole des Hautes Etudes en
Sciences Sociales di Parigi, diretta
da François Furet, la Valensise ha
seguito la campagna per le presidenziali francesi come corrispondente del Tg5 e del Foglio, quindi
ha pubblicato l’illuminante saggio
Sarkozy, la lezione francese (Mondadori, 2007), recentemente giunto
alla terza ristampa.
■ Tre anni di presidenza Sarkozy: caratterizzati in principio da una coraggiosa e originale apertura all’area socialista, quindi da una dura presa
di posizione contro le amnistie, quindi da un’inattesa,
spettacolare apertura nei confronti degli USA. Man mano,
tuttavia, sembra che Sarko
perda consensi. Che succede?
Succede che il Presidente è al punto più basso del gradimento dei
francesi: si trova al 26 percento. Le
intercettazioni illecite carpite nel
salotto della Bettencourt, dalle
quali risulta l’implicazione di Wo-
erth, ex ministro del Bilancio e ora
ministro del Lavoro, della Solidarietà e della Funzione Pubblica,
hanno inferto un duro colpo all’immagine di Sarkozy: un uomo
politico che si era sempre battuto
per una repubblica irreprensibile
si è ritrovato coinvolto in una vicenda torbida.
■ Intercettazioni illecite?
Cos’è accaduto?
Le intercettazioni non sono state
autorizzate dall’autorità giudiziaria; sono state pubblicate sulla
webzine Mediapart e riportate sulla stampa, provocando un terremoto politico. Raccontano, in sintesi, che la Bettencourt avrebbe a
disposizione dei capitali all’estero,
e avrebbe elargito del denaro a diversi uomini politici, nel tempo.
Le ultime notizie, legate alle prime
battute rilasciate dalla sua ex contabile Thibout, raccontano di donazioni in nero fatte a Sarkozy da
quando era sindaco di Neuilly sino al principio dell’ultima campagna elettorale. Dovrebbe trattarsi
di 150mila euro consegnati in busta. Oggi, tuttavia, la Thibout ha
parzialmente ritrattato...
■ Cosa significa il coinvolgimento di Woerth?
La procura ha aperto un’inchiesta:
il governo apparentemente resiste, però è sotto tiro. Woerth è l’uomo chiave della riforma delle pensioni: una riforma che doveva essere approvata entro l’autunno. Si
trova in una situazione di grave
difficoltà, perché la moglie ha lavorato alle dipendenze della Bettencourt, e quindi di fatto la situa-
un rimpasto post riforma delle
pensioni: bisogna vedere se saprà
resistere a questa crisi e salvare il
governo oppure se dovrà dare in
pasto all’opinione pubblica Woerth, per via delle beghe legate al
finanziamento illecito dei partiti.
La trattativa sulla riforma delle
pensioni entrerebbe in questo caso in alto mare...
«La stampa deve
tutelare e difendere
la riservatezza:
è il principio cardine
di qualsiasi
democrazia liberale»
■ Chi e cosa anima Mediapart,
la webzine che ha innescato lo
scandalo?
Mediapart è un sito di militanti radicali, fondato dall’ex caporedattore (1980-2005) di Le Monde, Edwy
Plenel, a suo tempo coinvolto nello scandalo delle intercettazioni richieste da Mitterand. Una volta
era il difensore della privacy, e
della deontologia dei giornalisti,
minacciato dal potere politico;
adesso preferisce violare codice
penale e codice civile, violando la
riservatezza e lo spazio privato del
domicilio dei cittadini. Va detto
che il codice francese prevede una
condanna a pene molto severe per
chi pubblica queste intercettazioni. La cosa strana è che Plenel sostiene che quando le intercettazioni hanno come oggetto temi di interesse pubblico, come la lotta
all’evasione e l’amministrazione
della giustizia, i giornalisti posso-
zione è molto delicata. La moglie
del ministro del Bilancio gestiva il
patrimonio della più grande contribuente di Francia...
■ Come reagirà Sarkozy?
L’opinione pubblica francese sa
benissimo che Sarkozy è un uomo
abile, capace di fronteggiare e rovesciare le crisi con determinazione. Non è la prima volta che si trova sotto tiro, non è la prima volta
che dall’orlo del baratro prende e
riesce a risorgere. Molti lo danno
in gravi difficoltà. Ha annunciato
no e devono pubblicarle, violando
la legge e la deontologia professionale. La novità vera è che questo
atteggiamento cancella i confini
tra pubblico e privato.
■ Oppure, dà vita a una società trasparente...
Una società in più non c’è più
niente da nascondere è una società mortifera. La Francia è un Paese supergarantista in cui i personaggi politici hanno istintivamente difeso il muro della privacy. Il
difensore della Bettencourt, Georges Kiejman, ha sostenuto che si
corre un rischio fortissimo a cancellare i confini tra pubblico e privato in nome del contenuto delle
intercettazioni. Per intenderci, un
datore di lavoro potrebbe spiare i
suoi dipendenti e quindi presentare in pubblico il risultato delle sue
indagini. Terribile. Una cosa è chi
vive nella “casa di vetro”: questa
persona è il rappresentante democraticamente eletto di una nazione, e dev’essere al di sopra di ogni
sospetto. Altro è il discorso da riservare a un privato cittadino, come la signora Bettencourt...
■ La stampa come dovrebbe
comportarsi, allora?
La stampa deve imparare a tutelare e difendere tutta una serie di libertà: e deve imparare a farlo, pena la fine stessa di una democrazia
liberale, e la sua trasformazione in
una democrazia totalitaria, in cui
nessuno è più libero di dire cosa
pensa della sua famiglia, del suo
capoufficio, dei suoi colleghi, in
cui ognuno può essere spiato.