Materiali e Metodi - Parco Scientifico e Tecnologico del Molise

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Materiali e Metodi - Parco Scientifico e Tecnologico del Molise
3. Materiali e metodi
3.1 Metodi di campionamento, ricerche effettuate sul territorio, tempi e aree indagate.
Il lavoro di campionamento delle specie di interesse profumiero presenti nel territorio di
Sant'Elena Sannita è stato condotto attraverso una campagna di sopralluoghi e rilievi floristici
effettuati nell'area in esame nel periodo Aprile-Settembre 2008. Contemporaneamente sono
state effettuate ricerche bibliografiche sulla letteratura grigia specializzata e consultazioni di
banche dati specialistiche relative alla flora italiana e del Molise (Pignatti, 1982; Lucchese,
1995; Conti, 2005).
Le attività di campionamento della componente floristica e vegetazionale sono state effettuate
con l'ausilio e la disamina della cartografia tematica (immagini aeree, carte tecniche e
topografiche) relativa a tale territorio, finalizzata all'individuazione dei diversi tipi di uso del
suolo ed in particolare degli habitat naturali e seminaturali quali contesti elettivi per la
presenza di specie di potenziale uso profumiero.
Complessivamente, tra sopralluoghi e indagini di campo, sono stati effettuati 15
campionamenti e compilati altrettanti rilievi floristici in tutto il territorio del comune di
Sant'Elena Sannita. Si è preferito analizzare, in particolare, quei contesti di praterie mesofile e
xerofile naturali e seminaturali e la vegetazione arbustiva o di margine, ritenuti gli ambienti
più adatti ad ospitare specie aromatiche. Non sono stati trascurati inoltre, gli ambienti ruderali
con vegetazione sinantropica e i campi coltivati per il rilievo del componente segetale. Sono
state inoltre rilevate le diverse formazioni forestali presenti, costituite da boschi a prevalenza
di cerro (Quercus cerris), roverella (Quercus pubescens) e farnetto (Quercus frainetto),
esaminando la componente arborea dominante, quella dominata, l'arbustiva e l'erbacea.
3.2 Materiale raccolto, tecniche di conservazione. Campioni d'erbario.
Parallelamente alla fase di compilazione dei rilievi floristici, sono state realizzate immagini in
formato digitale sia delle specie che degli ambienti di appartenenza.
Di buona parte delle specie di interesse profumiero rinvenute, è stato raccolto un campione
che, per le entità di più difficile attribuzione tassonomica su campo, è anche servito per una
successiva e certa determinazione attraverso le chiavi analitiche di una flora, cioè un manuale
scientifico che contiene la descrizione delle specie di piante vascolari di una data area
geografica. Le flore utilizzate per la determinazione dei campioni raccolti nell'area in analisi
sono:
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- “Flora d’Italia” di S. Pignatti, Edagricole, 1982 (3 voll.);
- “Flora Europaea” di T.G. Tutin et al., 1964-1993 (5 voll.).
Il materiale vegetale raccolto è servito per l'allestimento di un erbario, cioè una raccolta
scientifica di campioni di piante secche e pressate da utilizzare come riferimento per
l'identificazione.
Per l'allestimento dell'erbario i campioni devono essere raccolti in campo - nei casi di specie
erbacee prelevando anche l'apparato radicale - e conservati fino al momento della
preparazione in buste di plastica per evitare l'eccessivo appassimento. Ogni pianta da seccare
viene poi posta in un foglio di giornale piegato (“camicia”, su cui si riportano data e località
di raccolta); ogni camicia si pone tra due “cuscini”, ciascuno formato da un intero giornale
ripiegato. Si forma così una pila che alterna cuscini e camicie su cui viene posto un peso per
favorire la pressatura. Nei giorni successivi vanno sostituiti i cuscini impregnati di umidità
con altri asciutti, senza cambiare le camicie. Le piante sono secche quando sono rigide e non
danno sensazione di bagnato (ciò richiede almeno una settimana, a seconda della specie e del
clima). Generalmente presso gli istituti universitari e i centri di ricerca di botanica sono
disponibili appositi essiccatori che velocizzano il processo di essiccazione e rendono non
necessaria la sostituzione dei cuscini.
La pianta secca viene successivamente trasferita su un foglio A3 di carta rigida, dove va
fissata tramite striscette di carta a loro volta fissate al foglio con spilli; ed indicati su
cartellino località di raccolta, data e nome del raccoglitore - da fissare anch’esso al foglio
tramite spilli - che riporta anche il nome della specie, l'eventuale sottospecie, l'autore e la
famiglia botanica di appartenenza.
Dai rilievi effettuati in campo e dalla determinazione dei campioni vegetali è stato
successivamente compilato un elenco floristico - riportato in allegato - delle specie botaniche
delle aree indagate del comprensorio comunale di Sant'Elena; il numero delle specie
ammonta a 230. L'elenco riporta anche - per la maggior parte delle specie - la
georeferenziazione espressa in WGS84 Fuso 33 Est, la quota, il tipo di formazione vegetale
nel quale la specie è stata rinvenuta e l'eventuale interesse profumiero. Alcune specie sono
state rintracciate in più siti: in tali casi i dati stazionali e gli eventuali diversi contesti
ecologici di ritrovamento vengono aggiunti per ciascuna stazione.
Dall’ elenco totale sono state successivamente estrapolate le entità ritenute di interesse
profumiero, il cui numero ammonta a 32.
Nei periodi fenologicamente adatti e nei siti di presenza individuati, sono stati
successivamente effettuati sopralluoghi al fine di raccogliere i semi delle specie selezionate.
Per alcune di queste non è stato possibile il prelevamento sia per cause fenologiche oppure
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perchè determinate entità si riproducono più facilmente - in certi casi esclusivamente - per via
vegetativa. Per esse si consiglia una apposita raccolta di propaguli (talee, cespi, bulbi,
bulbilli) in fasi successive, quando i siti di impianto per la raccolta del materiale da avviare
alla sperimentazione saranno già stati allestiti, ciò perchè i propaguli citati vanno messa a
dimora subito dopo la raccolta.
Per ciascuna delle 32 specie è stata compilata una scheda riportante un'immagine
identificativa, informazioni relative alla parte della pianta contenente sostanze aromatiche,
eventuali principi attivi presenti e usi etnobotanici, oltre che dati di tipo tassonomico,
distributivo, ecologico e fenologico, ed anche informazioni relative alle tecniche di
riproduzione-moltiplicazione più utilizzate per la specie in questione. Le schede sono
riportate in allegato.
3.3 Semi, frutti, carpoteca.
3.3.1 Raccolta dei semi
Le specie “profumiere” sono state selezionate dall’elenco floristico complessivo della flora
del territorio di S. Elena Sannita. L’ elenco è il risultato di un campionamento floristicovegetazionale realizzato nel periodo Aprile-Settembre 2008.
La selezione delle specie da profumo è avvenuta sulla base di informazioni bibliografiche,
consultazione di banche dati specialistiche e di letteratura, ma anche da un esame sul campo
delle probabili potenzialità profumiere, strofinando le foglie e individuando le parti delle
piante che potevano contenere essenze.
Le specie selezionate sono 32. Per ciascuna di queste piante, oltre a raccogliere il campione
per l'allestimento di un erbario, sono stati raccolti i semi, per l’allestimento di una carpoteca.
Non per tutte, però, è stato possibile prelevare semi; ciò essenzialmente per cause fenologiche
oppure perchè entità che si riproducono più facilmente - in certi casi esclusivamente - per via
vegetativa. Per esse si consiglia una apposita raccolta di propaguli (talee, cespi, bulbi,
bulbilli) in fasi successive, quando i siti di impianto per la raccolta del materiale da avviare
alla sperimentazione saranno già stati allestiti, ciò perchè i propaguli citati vanno messa a
dimora subito dopo la raccolta.
La quantità di semi raccolta è stata decisa in base alla disponibilità di germoplasma delle
popolazioni di ciascuna specie. Come regola generale, secondo i Royal Botanic Gardens
Kewd non si dobvrebbe raccogliere mai più del 20% dei semi disponibili il giorno in cui si è
in campo. Questo assicura che il popolamento non venga danneggiato da una raccolta
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eccessiva. La raccolta inoltre, è stata randomizzata in modo da assicurare la massima
variabilità genetica delle specie campionate.
I semi e i frutti sono stati messi in sacchetti di carta; i frutti carnosi (es. Rosa ssp. Ligustrum,
Crataegus ecc.) sono stati trasportati in buste di plastica e ne è stata favorita una leggera
aerazione; essi, infatti, possono decomporsi rapidamente ed una cattiva conservazione può
pregiudicare la vitalità dei loro semi.
Tutte le informazioni, riguardanti le caratteristiche stazionali del sito, la raccolta e il
popolamento campionato, sono state registrate su apposite schede di campo e inserite nel
database della Banca del Germoplasma del Molise.
3.3.2 Pulizia dei semi
In seguito i semi raccolti sono stati puliti e sono state effettuate delle prime misure. Queste
fasi sono state eseguite presso la Banca del Germoplasma del Molise con sede a Pesche
(Isernia).
La lavorazione delle sementi, successiva alla raccolta, prevede l’estrazione del seme dal
frutto, la pulizia dalle impurità, la separazione dai semi vani e in seguito la conservazione
del lotto campionato.
La modalità di estrazione del seme dal frutto dipende dal tipo di frutto, se carnoso o secco.
Nel caso dei frutti carnosi (drupe, bacche..), abbiamo raccolto campioni ben maturi e gli
abbiamo spolpati subito dopo la raccolta per evitare fermentazioni dannose alla
germinazione. In alcuni casi, quando i frutti erano troppo secchi, prima di spolparli sono stati
immersi in acqua; ciò ha facilitato la pulizia e la separazione del seme. In seguito il seme
“grezzo” per la presenza di impurità, è stato fatto “sgocciolare” e poi deposto su carta
assorbente e lasciato riposare per alcuni giorni.
Successivamente, si è proceduto alla
selezione, che consiste nell’eliminazione della maggior parte dei residui inerti e dei semi
vani.
Per quanto riguarda i semi secchi (legumi, silique, capsule, acheni, nucule…) una prima
pulitura è stata effettuata con la setacciatura, che elimina le piccole impurità (polveri,
sassolini, aghi, rametti, ecc.). Poi, i semi sono stati disarticolati dal frutto o dalle
infruttescenze con un’operazione manuale e sono stati eliminati i semi vani o abortivi, semi
compromessi da insetti e/o intaccati e quindi non conservabili. Successivamente sempre
mediante setacci sono stati ripuliti e divisi dalle poveri e da altri residui.
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3.3.3 I dati quantitativi e bibliografici
Una volta aver pulito i semi, per ciascuna specie profumiera,
abbiamo proceduto alla
misurazione del:
1- Peso medio di 1000 semi
2- Umidità relativa dei semi
La prima misurazione è stata effettua utilizzando una bilancia di precisione e pesando lotti di
100 semi.
Bilancia di precisione per il peso dei semi.
L’umidità relativa dei semi, è stata misurata utilizzando uno strumento elettronico costituito
da un morsetto e un contenitore in acciaio, dove viene posta la piastra contenente i semi.
Mediante un sensore (rotronic AW-DIO) collegato al palmare (Hygropalm) si leggono i
valori. I rilievi sono stati effettuati in camera di essiccazione (ambiente a temperatura e
umidità controllata) per evitare errori di misurazione. I valori che sono riportati nella scheda
delle specie si riferiscono alla prima lettura, altre letture saranno eseguite a intervalli regolari
su semi conservati in camera di essiccazione in condizione di temperatura e umidità
controllate. Le misure saranno concluse quando i valori di umidità non mostreranno più
variazioni. L’umidità relativa è un importante fattore per valutare la qualità del seme poiché
condiziona in modo determinante la conservazione dei semi. Infatti, il tenore di umidità,
determina, in larga misura, l’intensità della respirazione, influendo sulla velocità dei processi
metabolici e, di conseguenza, sulla longevità dei semi. Inoltre, molti attacchi parassitari o
processi infettivi (fungini, batterici) sono condizionati dal livello di umidità.
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Strumento elettronico per la misura
dell’umidità interna dei semi
Infine i semi di ciascuna specie sono stati deposti su un foglio di carta millimetrata e
scansionati. Queste immagini possono essere utilizzate in futuro per un’analisi morfologica
dei semi.
Accanto alle informazioni quantizzate, nella scheda delle specie profumiere abbiamo
riportato, anche altre utili informazioni ottenute da fonti bibliografiche e riguardanti le
dimensioni dei frutti e dei semi, la loro forma, il contenuto medio di oli, il contenuto medio di
proteine, e anche dati sulla loro conservabilità. Infatti, i semi sono classificati in relazione
alla conservabilità in ortodossi, recalcitranti e intermedi. Il primo gruppo comprende quei
semi la cui conservazione è sostanzialmente funzione del contenuto di umidità e della
temperatura. Tale tipologia di semi può essere portata senza danni a bassi valori di umidità
(anche a livelli molto inferiori rispetto a quelli raggiunti in condizioni naturali); la loro
longevità aumenta con il diminuire della temperatura e del contenuto in umidità. Oggi i semi
ortodossi sono anche chiamati “tolleranti alla deidratazione”. Appartengono a questo gruppo
la maggior parte dei semi delle specie che vegetano alle nostre latitudini (Hong et al., 1998) .
Il secondo gruppo, dei “semi recalcitranti”, chiamati anche “sensibili alla deidratazione”,
comprende quei semi che non tollerano una deidratazione significativa rispetto al contenuto
di umidità presente al momento della disseminazione (in genere variabile tra il 20 ed il 70%,
ma più frequentemente tra 30 e 50%). Tali semi non possono essere conservati con alti livelli
di umidità perché tendono a germinare in tempi brevi e nemmeno possono essere mantenuti a
temperature inferiori allo zero, in quanto i tessuti subirebbero danni determinati dal
congelamento dell’acqua disponibile al loro interno. Appartengono a questo gruppo i semi di
numerose piante tropicali (cocco, mango, avocado, cacao, etc.) ma anche importanti specie
arboree delle nostre latitudini (es.: Quercus, Aesculus, Castanea).
Una terza categoria è quella dei “semi intermedi” (Dickie et Pritchard, 2002) che comprende
quei semi che sopportano meglio la deidratazione rispetto ai recalcitranti, ma peggio in
rapporto agli ortodossi. Una volta parzialmente deidratati non tollerano lo stress procurato
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dalle basse temperature (inferiori allo 0°C), ma si comportano meglio se esposti a
temperature più miti (intorno a 15°C). In generale questa tipologia di semi tollera una
deidratazione fino a valori di umidità compresi tra 10 e 20% (Hong et al., op. cit.).
Tutte le specie profumiere di cui abbiamo dati di bibliografica hanno semi ortodossi.
3.3.4 Preparazioni campioni per carpoteca
Dopo aver pulito i semi e aver effettuate le misure quantitative, di cui sopra, sono stati
preparati i campioni a scopo museale.
Questi riguardano le 21 specie profumiere, di cui sono stati raccolti in campo i semi. Si tratta
di barattolini contenenti sia i frutti (o infruttescenze essiccate) che i semi; questi ultimi sono
stati deposti all’interno di un piccola provetta. Trattandosi spesso di semi molto piccoli, nella
provetta è stato inserito uno strato di ovata, che permette una migliore visualizzazione del
seme.
Nel caso i frutti si presentassero di grandi o medie dimensioni (es. Crataegus monogyna),
sono stati inclusi nel barattolino solo i semi.
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