In manette i «manovali» di Cosa Nostra

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In manette i «manovali» di Cosa Nostra
LA SICILIA
40.
MERCOLEDÌ 1 AGOSTO 2007
Gela
[ OPERAZIONE «IRON MAN» ]
In manette i «manovali» di Cosa Nostra
Sgominata dai carabinieri la banda di «Peppe u Ierru»: 7 arrestati, due donne ai domiciliari, un irreperibile
IL SEGUITO
la curiosità
L’operazione condotta
dai militari dell’Arma
rappresenta il seguito
del blitz
dell’operazione «Tagli
pregiati» del
dicembre 2006
IL NOME DEL BLITZ
DAL PAPÀ
DELL’UOMO RAGNO
«Iron man», l’uomo di ferro, è
il nome del sesto
personasggio ideato da Stan
Lee, il papà dell’Uomo ragno.
Prendendo ispirazione dal
fumetto dell’eroe di ferro
nemico della tecnologia per
usi bellici, dal marzo scorso si
sta girando un film negli Usa
che uscirà a maggio 2008. I
Carabinieri il loro "film" sugli
Iron man in versione gelese lo
hanno già girato la notte
scorsa. Non di eroi, però, si
tratta ma di ladri. Il nome
dell’operazione è stato scelto
per l’attitudine degli
arrestati di rubare materiale
metallico. Un’attività che
svolgevano prevalentemente
di notte. Durante il giorno gli
Alfieri in particolare svolgono
l’attività di venditori di
angurie, prodotto di cui
hanno il monopolio a Gela.
Questi i nomi dei 7 arrestati:
Giuseppe Claudio Alfieri, 27
anni, Vincenzo Alfieri, 23
anni, Emanuele Cascino, 27
anni, Francesco D’Amico, 21
anni, Giuseppe D’Amico, 21
anni, Fabio Russello, 26 anni,
Orazio Pirone, 22 anni. Agli
arresti domiciliari sono finite
Mariella Scerra, 21 anni, e
Romina Rotteri, di 28 anni. I
provvedimenti restrittivi
sono stati emessi dal Gip del
Tribunale di Caltanissetta
Giovanbattista Tona su
richiesta dei sostituti
procuratori della Dda Rocco
Liguori, Nicolò Marino e
Alessandro Picchi.
MARIELLA SCERRA
ROMINA ROTTERI
FABIO RUSSELLO
GIUSEPPE D’AMICO
RISPETTO DEL CLAN
FRANCESCO D’AMICO
Sgominata la banda di Peppe u Ierru, i
"manovali" di Cosa Nostra dediti a furti, danneggiamenti, incendi ed estorsioni.
Si è conclusa ieri all’alba l’operazione antimafia "Iron man" condotta dai
carabinieri della Compagnia di Gela
guidati dal maggiore Bartolomeo Di
Niso e coordinata dal Comando provinciale di Caltanissetta.
Dieci i soggetti coinvolti nell’inchiesta condotta nell’ultimo anno con l’ausilio delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, intercettazioni e pedinamenti. Uno dei componenti del gruppo però fino ad ieri era irreperibile.
Su richiesta dei sostituti procuratori
della Direzione distrettuale antimafia
di Caltanissetta Nicolò Marino, Rocco
Liguori ed Alessandro Picchi, il Gip del
Tribunale di Caltanissetta Giovanbattista Tona ha emesso 8 ordinanze di
custodia cautelare in carcere e due ordinanze agli arresti domiciliari. In manette sono finiti i fratelli Giuseppe
Claudio Alfieri di 27 anni e Vincenzo
Alfieri di 23 anni, Emanuele Cascino di
27 anni inteso "Nele Rabbele", Francesco D’Amico di 46 anni e Giuseppe
D’Amico di 21 anni zio e nipote, Fabio
Russello inteso "l’esaurito". Nel pomeriggio, mentre stava per costituirsi al
carcere di Enna, è stato rintracciato ed
arrestato dai carabinieri di Gela Orazio
Pirone di 22 anni. Un altro componente del gruppo si è reso irreperibile e
viene attivamente ricercato. Gli arresti
domiciliari sono stati concessi alle due
EMANUELE CASCINO
VINCENZO ALFIERI
donne del gruppo (cugine) Mariella
Scerra di 22 anni e Romina Botteri,
moglie di Cascino, di 28 anni.
Gli arrestati nell’operazione "Iron
man" devono rispondere in primis
dell’accusa di associazione mafiosa.
E’ la stessa accusa per la quale già
nel dicembre 2006 finirono in carcere
nell’ambito della maxi operazione antimafia "Tagli pregiati" ma poco dopo
il Tribunale del Riesame annullò per
loro l’ordinanza ritenendo insufficienti le prive per accusarli di associazione
Rubavano auto e
motorini e poi
chiedevano somme di
denaro per fare
ritrovare i mezzi sotto
casa: gli affiliati alla
mafia non pagavano
GIUSEPPE CLAUDIO ALFIERI
mafiosa. Oggi però i carabinieri , alla
luce delle nuove risultanze delle indagini, ritengono che si possa dimostrare che il gruppo di "Peppe u Ierru" sia
parte organica di Cosa Nostra, consorteria per la quale era pronto a fare "i lavoretti " richiesti. Gli arrestati sono
personaggi noti agli inquirenti per vari furti in particolare quelli di rame e
ferro, merce pregiata con alte quotazioni che si colloca bene nel mercato
catanese. Sono accusati anche di furti
di auto commessi con l’intento di
estorcere ai proprietari somme di denaro per la restituzione.
E’ un classico da queste parti: ti rubano l’auto o il motorino, poi qualcuno
si fa vivo, paghi un migliaio di euro o
giù di lì, e l’indomani trovi il mezzo posteggiato sotto casa.
Ma se per caso il furto la banda lo
commetteva ai danni di un affiliato ad
organizzazioni mafiose allora l’oggetto rubato veniva restituito senza il corrispettivo in denaro. Secondo gli inquirenti il gruppo agiva alle dirette di-
IL RETROSCENA
Uccisero un cane per rubare il ferro
ORAZIO PIRONE
Sono arrivati anche ad uccidere un cane
pur di impossessarsi del ferro. I
carabinieri ritengono che nel gruppo di
"Peppe u Ierru" siano da identificare i
pistoleri che uccisero con tre colpi di
pistola un boxer napoletano posto a
guardia di una ditta di segnaletica
stradale sita a Settefarine. L’episodio
avvenne nel luglio del 2006e fa parte del
carteggio della nuova operazione
antimafia condotta dai carabinieri della
locale Compagnia che ha rappresentato il
seguito del blitz «Tagli pregiati» del
dicembre dello scorso anno.
Alcuni giorni prima il cantiere era stato
teatro di un altro episodio delinquenziale.
Una coppia di ladri, dopo avere sfondato
con un furgone il cancello d’ingresso di
un terreno attiguo, era penetrata nel
cantiere della ditta per impossessarsi
della ringhiera.
L’arrivo di una volante del locale
commissariato di polizia, in
quell’occasione mise in fuga i ladri.
Secondo l’ipotesi avanzata dai
carabinieri il gruppo avrebbe proposto
alla vittima un affare al 50 per cento per il
ferro di sua proprietà ricevendo un secco
no.
Quando il titolare del cantiere si è
allontanato gli hanno ucciso il cane e gli
hanno tolto il ferro.
pendenze di Giuseppe Alfieri detto
"Peppe u Ierru" in carcere dal dicembre 2006 in quanto arrestato nell’operazione Tagli pregiati , e di Francesco
D’Amico. Il gruppo già da anni era tenuto sotto controllo con telecamere
poste nella loro prima "base operativa", la bancarella di cassette musicali
di Cascino a piazza Mattei. Lì è stato
notato spesso il via vai dei componenti della banda. Alcuni di loro sono stati pizzicati negli anni per furti vari.
Non sono passati inosservati i continui
furti di materiale elettrico con i conseguenti black out in varie zone della
città come Manfria, Roccazzelle e
Macchitella, i tondini in ghisa che
mancano in gran parte della città, la
zona industriale nuova di Butera spogliata di materiale in ferro. Per questi
episodi il gruppo do "Ierru" è stato
sempre attenzionato. E per i furti d’auto.
Ma ciò che si vuole provare con quest’inchiesta, che riprende in parte episodi dell’operazione "Tagli pregiati" è
l’organicità del gruppo a Cosa Nostra
in un territorio in cui per rubare e fare
estorsioni è necessaria l’approvazione
delle organizzazioni mafiose.
Gli arrestati sono stati rinchiusi in
carcere a disposizione dell’autorità
giudiziaria. I militari dell’Arma intanto proseguono le perquisizioni alla ricerca di armi, stupefacenti, ed altri indizi di colpevolezza a carico degli arrestati.
M.C.G.
UN LUNGO ELENCO. Macchine, ciclomotori e non solo: rubavano anche ferro e sbarre in acciaio
Ecco tutte le vittime di due anni di furti
Una lunga esclation di attentati incendiari, oltre Impianti"; una Fiat "Panda" di Carmelo Augello;
a furti ed una estorsione vengono contestati agli una "Smart" di Francesco Trainito; una Lancia Y
indagati coinvolti nel blitz. Nel dettaglio vengo- di Francesco Cortes, il furto nell’ abitazione di
no contestati 4 attentati incendiari, l’esplosione Rocca Ardore e del marito Emanuele Ciaramella.
dei colpi d’arma da fuoco all’indirizzo del portoViene contestato anche un episodio di estorne d’ingresso dell’abitazione di Nicola Liparoti, sione: il fatto risale durante la notte tra il 21 ed il
16 furti compiuti ai danni di commercianti, im- 22 giugno del 2005 quando in via Fleming, all’inprenditori e cittadini. Questi i singoli episodi terno di un garage, furono rubati una dell’autovenuti a galla nell’inchiesta che si è conclusa vettura Autobianchi Y10 di colore grigio ed un cicon gli arresti di ieri: incendio dell’abitazione di clomotore marca Aprilia modello "Scarabeo". I
Massimo Incorvaia; incendio
mezzi erano di un uomo di 55
di un furgone "Ford Courier"
anni che, l’indomani denundella ditta "Sare Sud s.r.l."; inciò l’accaduto ai carabinieri.
cendio della Lancia Y di GiuAd "intermediare" con gli inseppe Ardore; incendio della
dagati ci pensò un giovane Fiat "Coupè" di Nicola Liparoappartenente al sodalizio mati. E sempre ad indirizzo di
fioso della "Stidda" - che aveva
questi - secondo le indagini
chiesto la restituzione dei
dei carabinieri - sono stati
mezzi rubati qualche giorno
esplosi alcuni colpi d’arma da
prima. Gli indagati rubarono i
UNO DEGLI INDAGATI
fuoco.
mezzi direttamente nel garage
I furti contestati sono queldella vittima. Tre giorni più
li dell’autocarro fiat "Daily" di Salvatore Vernic- tardi - dopo l’intermediazione dell’esponente
cio; i pannelli solari alla ditta "Safab Spa"; il fur- della "Stidda" - gli indagati "abbandonarono"
to all’interno del panificio "Le delizie del pane" di l’autovettura ed il ciclomotore rubati che succesAurelio Susino; l’autovettura "Autobianchi Y 10" sivamente furono restituiti al proprietario.
ed un Aprilia Scarabeo di Francesco Cuvato; l’auUn gruppo abile, così abile che ha avuto il
tocarro Fiat "Iveco" di Mario Nicastro; l’auto- tempo di abbandonare l’esercizio commerciale
carro Fiat "130" di Giuseppe Cinici; l’autocarro "Le delizie del pane" di Aurelio Susino pochi miFiat "Iveco" 110 di Serafino Fraglica; il ciclomoto- nuti prima l’uomo che raggiungesse il posto di
re Aprilia Scarabeo di Rosa Maria Trainito; l’au- lavoro. Il furto risale al 27 aprile del 2005. I furti
tovettura Fiat "Stilo" di Giuseppe Pizzardi; l’ au- venivano compiuti in tutte le zone della città, antovettura "Mini cooper" di Simone Battaglia; il che nell’area industriale.
L.M.
furto di barre d’acciaio ai danni della ditta "Smim
LE INDAGINI
«Grandi "lavoratori" di notte
e le donne facevano da palo»
Grandi "lavoratori" in proprio e, all’occorrenza alle dipendenze della
mafia. Sempre pronti al turno notturno: questo l’identikit degli arrestati nell’operazione Iron man. E’
un classico che i blitz delle forze
dell’ordine si svolgano di notte perchè è l’ora in cui si dorme ed è più
probabile trovare i malviventi nelle proprie abitazioni ma nel caso
della banda di "Peppe u Ierru" il
maggiore Bartolomeo Di Niso, il tenente Andrea Orsini ed i loro uomini hanno dovuto usare una strategia diversa per arrestarli. Non hanno bussato subito alle loro case, li
hanno prima cercati in giro per la
città, la loro casa di notte.
«E’ un gruppo un po’ particolare
- ha detto il maggiore - quelli di
notte vanno a lavorare». Per lavoro
si intendono innanzi tutto i furti di
materiale ferroso e di auto in particolare. Un mestiere in cui erano al
UNO DEGLI ARRESTATI
top. Ben organizzati e con un forte notte. La tesi dei carabinieri è quelsenso della famiglia. Anche le don- la che la banda abbia agito con il
ne davano una mano ai mariti nel- "benestare" dei due gruppi di Cosa
le attività illecite. La notte la fami- Nostra. «Crediamo che quello di
gliola usciva di casa tutta quanta "Peppe u Ierru" sia un gruppo a sè
con mogli, e figli picche si appoggia di
coli. Nel corso delle
volta in volta al clan
intercettazioni i caraRinzivillo ed al clan
binieri li sentivano
Emmanuello - ha
piangere o parlare
detto il maggiore Di
quei bambini anche
Niso - godendo dei
se era notte fonda. In
privilegi dell’appoggiro in auto con le
gio di Cosa Nostra. In
mogli ed i figli ritesostanza nel territonevano di dare meno
rio di Gela, zona in
nell’occhio nel caso si UN ALTRO FERMATO
cui hanno agito in
fossero imbattuti nelprevalenza, potevano
le forze dell’ordine.
fare ciò che volevano. Nel contemLe donne accompagnavano i ma- po però dovevano essere a disposiriti per fare i sopralluoghi prelimi- zione del clan».
nari ai colpi da compiere e, quando
Uno o l’altro gruppo di Cosa Nogli uomini entravano in azione, lo- stra se aveva bisogno di qualche
ro fungevano da palo. In casa di lavoretto come incendiare un’auto
giorno, a "lavorare" con i mariti la o intimidire qualcuno sapeva di po-
ter contare sul suo "indotto" privilegiato cioè il gruppo do Ierru. Poche decine di euro ed i picciotti
partivano a fare il loro dovere. Avere la benedizione di Cosa nostra
era del resto importantissimo e
fondamentale. Non si possono fare
estorsioni e furti in un territorio
senza il consenso della mafia. Quest’ultima trae vantaggi da reati
commessi con metodi violenti da
soggetti considerati vicini: l’intimidazione e la prevaricazione creano il terreno ideale per l’assoggettamento della popolazione. «Di recente - ha aggiunto il maggiore dei
carabinieri - il gruppo ha cominciato a spadroneggiare eccessivamente. Ha cominciato insomma ad allargarsi. Noi speriamo di aver dato
una ripulita alla manovalanza della mafia. Riteniamo questi soggetti responsabili della maggior parte
dei furti perpetrati in città«.