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Medicina del Lavoro
Med Lav 2005; 96 (suppl): s39-s51
La mortalità per professioni nella popolazione occupata
al Censimento 1991
C. MAMO, A. D’ERRICO, O. PASQUALINI, SILVIA BRUZZONE*, M. DALMASSO
Servizio regionale di Epidemiologia ASL 5, Regione Piemonte, Grugliasco (TO)
* ISTAT. Direzione centrale per le statistiche e le indagini sulle istituzioni sociali. Servizio Sanità e Assistenza. Roma
KEY WORDS
Census records; proportional mortality; occupation; Italy; record-linkage
SUMMARY
«Occupational mortality in the population employed at 1991 Census». Background: Despite limitations and
problems connected to occupational surveillance systems based on mortality data, mortality from specific causes continues to be a crucial indicator for evaluating the differences in health among various occupations. Objectives: To
evaluate the potential of a surveillance system of occupational mortality based on census and mortality data
obtained from ISTAT (Italian Central Statistics Institute). Methods: By means of record-linkage between Census
data and death records from ISTAT, occupational mortality was assessed during the twelve month period following
the 1991 census, limited to subjects aged 18-64 years for whom occupational information was available. The study
population consisted of deceased subjects, 19,527 of whom were men and 3,547 were women. A cross-sectional
model was used to evaluate odds ratios for cause-specific mortality. The risk estimates were then compared to the
results obtained in a previous analysis on Census data gathered in the 1981 census. Results: Among the significantly increased risks observed both in 1981 and 1991, of particular interest are the excesses of mortality from liver
cirrhosis in caretakers, janitors, and cleaning staff, and the excess of breast cancer in teachers. Mortality from cirrhosis in masons, porters, and waiters, and from violent causes in transport workers and bar and restaurant workers,
was instead significantly in excess only in 1991. Conclusions: The data on mortality by occupation does not permit inferences about occupational risks, though they can be useful to highlight socio-economic differences in premature death in the employed segment of the population and to draw attention to possible trends over time.
RIASSUNTO
Nonostante i limiti e i problemi legati all’impianto di sistemi di sorveglianza occupazionale basati su dati di mortalità, la mortalità per cause specifiche continua ad essere un indicatore essenziale per valutare le differenze di salute
tra diverse professioni. Obiettivo dello studio è stato valutare le potenzialità di un sistema di sorveglianza della
mortalità occupazionale basato sui dati censuari e di mortalità ISTAT. Tramite record-linkage tra dati censuari e
dati delle schede di morte Istat, si è indagata la mortalità nei 12 mesi successivi al censimento 1991 nei soggetti di
età 18-64 anni per i quali era disponibile l’informazione sull’occupazione; si sono studiati 19.527 uomini e 3.547
donne, attraverso un disegno di tipo trasversale con stima degli odds ratio di mortalità causa-specifici. Tali stime si
sono confrontate con i risultati ottenuti in una precedente analisi svolta sui censiti del 1981. Tra gli eccessi signifi-
Corrispondenza: Carlo Mamo, Servizio Regionale di Epidemiologia, Asl 5, Via Sabaudia 164, 10095 Grugliasco (TO)
E-mail: [email protected]
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cativi osservati sia nel 1981 che nel 1991, si sottolineano l’eccesso di mortalità per cirrosi in custodi, bidelli, addetti
a pulizie e l’eccesso di tumori mammari nelle insegnanti. Tra gli eccessi rilevati solo nel 1991, si segnala quello per
cirrosi nei muratori, facchini, camerieri e di cause violente negli addetti ai trasporti e negli esercenti di bar e ristoranti. I dati di mortalità per professione non consentono inferenze sui rischi occupazionali ma possono essere utili
per evidenziare differenze socio-economiche di mortalità prematura nella popolazione occupata ed eventuali trend
temporali.
RAZIONALE
I sistemi di sorveglianza si caratterizzano per un
continuo e sistematico processo di raccolta, analisi
e interpretazione di informazioni utili a monitorare
l’incidenza o prevalenza di specifici problemi di salute in particolari gruppi di popolazione. L’obiettivo è fornire un quadro storico dei fenomeni in studio ed evidenziare variazioni (in positivo o in negativo) dei problemi di salute osservati utili a valutare
le politiche di intervento adottate e a suggerirne di
nuove (3).
In ambito occupazionale è prassi consolidata ed
applicata internazionalmente utilizzare a scopo di
sorveglianza i dati relativi alla mortalità specifica
per causa osservati nelle specifiche categorie professionali. Nonostante i limiti e i problemi legati
all’impianto di sistemi di sorveglianza occupazionale basati su dati di mortalità, già trattati in studi
specifici (1, 4), la mortalità per causa continua ad
essere un indicatore essenziale per valutare le differenze nella salute tra le diverse storie professionali,
essendo l’unico evento relativo allo stato di salute
che continua ad essere rilevato sistematicamente in
molti paesi, compresa l’Italia.
Tra i metodi proposti per impiantare un sistema
di sorveglianza della mortalità occupazionale in
Italia vi è quello del record-linkage tra i dati individuali derivati dai censimenti di popolazione (per
ottenere informazioni sulla condizione lavorativa) e
i dati dei certificati di morte (6). Alla fine degli anni ’80 l’ISTAT aveva sperimentato tale procedura
sui soggetti censiti nel 1981, conducendo una indagine trasversale sulla mortalità differenziale secondo alcuni fattori economici e sociali (9). La messa
in atto e la validazione di un tale sistema per indagare la mortalità per professioni è avvenuta nel-
l’ambito del programma ReSò (Rete di Sorveglianza della mortalità occupazionale), promosso dal
Ministero della Sanità, dalla Regione Piemonte,
dall’ISPESL e dal coordinamento delle Regioni
italiane. Tale network ha avuto come obiettivo di
valutare l’efficienza di un sistema di sorveglianza
occupazionale basato sull’utilizzo di dati raccolti di
routine per scopi demografici ed amministrativi
(8). Uno dei filoni del progetto era costituito dal
cosiddetto Studio Trasversale Italiano: per la quota
di soggetti residenti in Italia durante il Censimento
del 1981 compresi nella fascia di età fra i 18 e i 64
anni, risultanti economicamente attivi, si era effettuata la stima del rischio relativo di morte per causa
in funzione della professione dichiarata. I principali
limiti di tale studio erano consistiti, oltre che nei
classici limiti dei sistemi di sorveglianza su dati
amministrativi (il mancato controllo per fumo, alcool e fattori socio-economici, la scarsa precisione
nella definizione dell’esposizione e la mancanza di
una storia lavorativa), nella scarsa potenza statistica, dovuta anche al ridotto periodo di osservazione
della mortalità (i 6 mesi successivi al censimento).
Nonostante tali limiti, lo studio aveva fornito risultati plausibili, specie per le patologie a latenza medio-breve e nelle professioni di maggiore numerosità, suggerendo la possibilità di utilizzare i dati di
fonte censuaria per definire categorie di esposizione professionale nell’ambito di studi di sorveglianza della mortalità occupazionale (8).
Nell’ambito della valutazione delle fonti informative disponibili e utilizzabili per delineare un
quadro dei problemi di salute correlati alla professione in Italia, si è pertanto applicato tale disegno di
studio anche ai soggetti censiti al 1991, cercando,
ove possibile, di ridurre i problemi metodologici e
statistici che avevano afflitto il precedente studio.
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METODI
La base dati utilizzata proviene dal collegamento
delle seguenti componenti:
- schede di morte per i deceduti nel periodo compreso fra l’1 novembre 1991 ed il 31 ottobre 1992;
- dati di carattere socio-economico raccolti in
occasione del XIII Censimento generale della popolazione e facenti riferimento alla data del 20 ottobre 1991.
A seguito del record-linkage fra le due fonti considerate (tenendo anche presente che la trasmissione della chiave di record-linkage, numero di sezione
e foglio di censimento con cui il soggetto deceduto
è stato rilevato al censimento nel 1991 da parte di
alcuni Comuni è risultata incompleta) (10), sono
stati abbinati intorno al 63% dei record individuali.
La percentuale di individui, sul totale dei decessi
nel periodo considerato, per i quali l’operazione di
collegamento è stata effettuata con successo risulta
variabile in base al sesso, alla regione di residenza e
alla classe di età (tabelle 1a - 1b).
Dei 190.123 individui per i quali è risultato possibile il collegamento fra la scheda di morte e le
informazioni censuarie, si sono selezionati i soggetti con età al decesso compresa fra i 18 e i 64 anni.
In considerazione di valutazioni di qualità relative
alle informazioni disponibili, l’età è stata calcolata
come la differenza fra il valore della data di decesso
presente nella scheda di morte e il valore della data
di nascita presente nelle informazioni censuarie. Il
numero di soggetti deceduti compresi nella fascia
fra i 18 e i 64 anni risulta 67.784, di cui 46.355 uomini e 21.429 donne.
All’interno del gruppo di individui con età al decesso compresa fra i 18 e i 64 anni, sono stati quindi individuati i soggetti classificabili come economicamente attivi, per i quali le informazioni di fonte censuale contengono dati significativi riguardo
alla professione. L’analisi è stata ulteriormente ristretta ai soggetti per i quali il valore della variabile
sesso è risultato coerente tra le due fonti. L’informazione relativa alla regione o allo stato estero di
nascita è stata acquisita dalla fonte censuaria; nei
casi in cui l’informazione non fosse disponibile da
tale fonte, si è utilizzata la corrispondente informazione desunta dalla scheda di morte.
1991
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Tabella 1a - Frequenze percentuali per regione di residenza dei
soggetti deceduti in Italia nel periodo 1-11-1991/31-10-1992,
per i quali si è avuto un linkage positivo con i dati censuari
1991
Regione di residenza
% linkati
Piemonte
Valle d’Aosta
Lombardia
Trentino Alto Adige
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Liguria
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
74,2
67,4
73,9
72,5
65,3
79,1
73,3
77,9
61,4
76,4
73,6
46,7
63,6
50,9
44,3
56,5
66,9
50,4
51,8
55,9
Italia
63,2
Tabella 1b - Frequenze percentuali per genere e classe di età dei
soggetti deceduti in Italia nel periodo 1-11-1991/31-10-1992,
per i quali si è avuto un linkage positivo con i dati censuari
1991
Classe
di età
Maschi
Femmine
Maschi
e femmine
18-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
50-54
55-59
60-64
65-69
70-74
58,0
57,6
52,7
57,3
61,1
63,2
67,3
68,3
68,0
67,3
56,0
65,1
58,9
59,9
58,42
64,4
64,6
67,6
66,5
65,3
64,5
57,5
59,5
57,9
54,6
57,7
62,2
63,7
67,4
67,7
67,1
66,3
56,6
Totale
63,5
62,6
63,2
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Gli individui nella fascia di età compresa fra 18 e
64 anni, con corretta indicazione del sesso, dell’area
di nascita e professione, deceduti nei 12 mesi successivi al censimento, sono infine risultati essere
19.527 uomini e 3.547 donne (tabelle 2a - 2b).
L’esposizione lavorativa è stata definita in base
alla qualifica professionale dichiarata al censimento. Tale qualifica viene codificata dall’ISTAT secondo una classificazione fondata su 601 codici.
Tabella 2a - Distribuzione per classi di età dei soggetti in studio: deceduti in Italia nel periodo 1-11-1991/31-10-1992, per
i quali si è avuto un linkage positivo con i dati censuari 1991
18-24 anni
25-29 anni
30-34 anni
35-39 anni
40-44 anni
45-49 anni
50-54 anni
55-59 anni
60-64 anni
Totale
Uomini
Donne
Totale
1.047
1.141
1.134
1.226
1.827
2.728
3.848
4.152
2.424
197
280
299
317
470
556
631
519
278
1.244
1.421
1.433
1.543
2.297
3.284
4.479
4.671
2.702
19.527
3.547
23.074
Tabella 2b - Distribuzione per zona geografica di nascita dei
soggetti in studio: deceduti in Italia nel periodo 1-11-1991/3110-1992, per i quali si è avuto un linkage positivo con i dati
censuari 1991
Uomini Donne Totale
Nord-ovest (Piemonte,
Valle d’Aosta, Lombardia,
Liguria)
5.097
998
6.095
Nord-est (Veneto,
Friuli Venezia Giulia,
Tentino-Alto Adige)
2.846
445
3.291
Centro (Emila-Romagna,
Toscana, Umbria, Marche,
Lazio, Abruzzo, Molise)
5.299
1.094
6.393
Sud e isole (Campania,
Basilicata, Puglia, Calabria,
Sicilia, Sardegna)
5.876
914
6.790
409
96
505
19.527
3.547
23.074
Stato estero
Totale
Per gli scopi del presente studio, i 601 codici di
professione ISTAT sono stati ricodificati in una
classificazione a 55 voci.
Al fine di consentire la confrontabilità fra i risultati della presente analisi con quanto effettuato relativamente ad altre fonti informative e con l’analisi
dello studio analogo relativo ai soggetti deceduti
nel periodo successivo al Censimento del 1981, è
stata utilizzata un’aggregazione delle cause di morte analoga a quanto utilizzato in tali studi. Le cause
di decesso, indicate nella scheda di morte secondo
il sistema di classificazione ICD IX, sono state aggregate in 12 grandi categorie di cause e in 47 categorie di cause specifiche.
Essendo il numero di soggetti deceduti troppo
ridotto per stimare dei tassi di mortalità, ed essendo bassa la proporzione di soggetti deceduti con
informazioni complete su causa di decesso e variabile professionale, si è condotto uno studio di tipo
trasversale, analogamente a quanto svolto con i
censiti del 1981. I rischi relativi di mortalità causaspecifici sono stati stimati come rapporti fra odds di
mortalità (MOR). Nel calcolo dei MOR per specifiche cause di morte in una determinata professione, tutte le cause di morte ad eccezione di quella in
studio costituiscono la serie dei controlli e tutte le
altre professioni costituiscono la categoria dei non
esposti.
Oltre che l’età, come variabile di controllo si è
considerata la zona geografica di nascita. Il controllo per l’area di nascita si è reso necessario in quanto
negli anni ’90 vi erano ancora differenziali geografici di mortalità (soprattutto per area di nascita)
piuttosto pronunciati in Italia (7).
Le analisi sono state stratificate per genere, al fine di controllare la possibile modificazione di effetto dovuta sia alla diversa suscettibilità per varie patologie tra uomini e donne, sia al diverso contenuto
del lavoro tra uomini e donne occupati in mansioni
uguali che può significare diversi profili di esposizione a fattori di rischio. L’informazione relativa al
genere si è considerata di buona qualità e accettata
quando si è registrata concordanza fra i valori riportati dalla scheda di morte e dalla rilevazione
censuaria. Nei casi di discordanza si è attribuito il
genere per i soli casi di cause di morte sesso-specifiche di un solo sesso (es. tumori dell’utero e dell’o-
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vaio nella donna e tumori della prostata nell’uomo). Per la stima dei MOR si è utilizzato un modello di regressione lineare generalizzata con distribuzione degli errori binaria e funzione di link logistica, in ambiente SAS (SAS Institute Inc., Cary,
NC, USA).
Nonostante alcune differenze nei criteri adottati
nell’aggregazione delle professioni, gli studi di
mortalità condotti tra i censiti 1981 e tra i censiti
1991 presentano sostanziali affinità in quanto, ad
un decennio di distanza l’uno dall’altro, fanno riferimento a popolazioni in studio analoghe ed utilizzano criteri di selezione fra loro congruenti. L’aggregazione delle cause di morte individuate risulta
inoltre sostanzialmente analoga nei due studi.
RISULTATI
I risultati ottenuti dall’analisi dei soggetti censiti
al 1991 e deceduti nei 12 mesi successivi sono stati
confrontati con quelli relativi alla mortalità occorsa
nei censiti del 1981, in modo da evidenziare cambiamenti o conferme di eccessi o difetti di mortalità che forniscano una chiave di lettura dei risultati
anche e soprattutto in un’ottica temporale.
Nelle tabelle presentate (3-8) sono illustrati gli
eccessi o i difetti di mortalità causa-specifici statisticamente significativi e basati su almeno 3 osservati riportati in ordine decrescente di MOR. Per i
rischi relativi del 1981 la significatività statistica si
era valutata tramite un test χ2 e non si erano stimati
intervalli di confidenza. Per i rischi relativi del
1991 si presentano, per maggiore completezza, gli
I.C. 95%, definendo statisticamente significativi
(pur riconoscendo i limiti di tale definizione), i
MOR, in eccesso o difetto, con I.C. 95% non comprendente il valore 1.
Si noti come la non perfetta corrispondenza tra
le classificazioni della professione nei due studi
possa portare talvolta a doppie rilevazioni di eccessi
o difetti per la stessa professione: ad esempio, nella
tabella 5, l’eccesso significativo di tumori del retto
rilevato negli addetti a macchine utensili e meccanici al 1991 (MOR=1,69) viene ripetuto perché
confrontato con più valori corrispondenti nel 1981
a due categorie: ‘alesatori, fresatori’ (MOR=4,23;
1991
43
statisticamente non significativo) e ‘meccanici’
(MOR=1,42; non significativo).
Nella tabella 3 sono riportate le combinazioni fra
professioni e cause di morte per le quali si sono osservati eccessi statisticamente significativi di mortalità sia nello studio sui censiti 1991 che nello studio
sui censiti 1981. Si sottolineano gli eccessi di mortalità per cirrosi negli addetti alle pulizie (MOR=2,35
nel 1991; 3,54 nel 1981) e nei custodi e bidelli (1,51
nel 1991; 1,54 nel 1981), gli eccessi di morti violente nei muratori (MOR=1,17 nel 1991; 1,35 nel
1981), gli eccessi di tumori della mammella nelle
insegnanti (MOR=2,01 nel 1991; 2,11 nel 1981).
La tabella 4 riporta le associazioni professionicause per le quali entrambi gli studi considerati
hanno rilevato una mortalità ridotta e statisticamente significativa. Si sottolinea il deficit di tumori
mammari nelle donne custodi e bidelli
(MOR=0,48 nel 1991; 0,43 nel 1981).
La tabella 5 riporta le combinazioni fra professioni e cause di morte per le quali si sono stimati eccessi di mortalità statisticamente significativi
nei censiti 1991 ma non nel 1981. Si sottolineano gli eccessi di mortalità per cirrosi nei muratori
(MOR=1,29), facchini (MOR=1,88) e camerieri e
cuochi (MOR=2,84), di cause violente negli addetti ai trasporti (MOR=1,28) e negli esercenti di bar
e alberghi (MOR=2,30), di suicidi in personale sanitario (MOR=1,75) e in dirigenti (MOR=1,54).
Questi ultimi eccessi erano già presenti nel 1981
ma non risultavano statisticamente significativi per
problemi di potenza dello studio.
La tabella 6 riporta le associazioni professionicause per le quali si sono osservati difetti di mortalità statisticamente significativi solo nel 1991 e non
nel 1981. Si evidenziano difetti marcati di mortalità per cirrosi negli impiegati (MOR=0,40) e nei
professionisti tecnici (MOR=0,60).
In tabella 7 si riportano le combinazioni fra professioni e cause di morte per le quali si erano rilevati eccessi di mortalità statisticamente significativi
nel 1981 non confermati nel 1991. Si nota come la
mortalità per cirrosi fosse maggiore negli osservati
al 1981 negli addetti alla costruzione e manutenzione strade (MOR=2,44; 1,87 nel 1991, non significativo) e nei camerieri e cuochi (MOR=2,07
nel 1981; 1,18 nel 1991, non significativo).
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La tabella 8 riporta infine i difetti di mortalità statisticamente significativi rilevati nel 1981 ma
non nel 1991. Si segnala il difetto di mortalità
per cause violente nei militari osservato nel 1981
(MOR=0,63) che diventa eccesso nel 1991
(MOR=1,24), forse per un aumento del rapporto tra
militari attivi/militari non attivi nel 1991, dovuto ad
una riduzione dei militari di leva rispetto al totale.
Tabella 3 - Eccessi statisticamente significativi di mortalità per professione rilevati sia nei censiti 1991 che nei censiti 1981
Sesso
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Donne
Uomini
Uomini
Donne
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Professione
Forze armate
Carpentieri legno
Poligrafici
Addetti a pulizie e
trattamento rifiuti
Facchini, scaricatori
Addetti a pulizie e
trattamento rifiuti
Insegnanti
Muratori, conduttori
di macchine edili
Carpentieri legno
Insegnanti
Facchini, scaricatori
Custodi, guardiani,
bidelli, domestici
Conduttori di mezzi
di trasporto
Conduttori di mezzi
di trasporto
Muratori, conduttori
di macchine edili
Causa
1991
Oss. MOR I.C. 95%
1981
Oss. MOR
4,81
3,53
12,20
3,54
p
T.m. vescica e altri t.m. n.s. vescica
Cadute accidentali
Psichiche
Cirrosi e altre mal. cron. del fegato
4
20
7
26
3,22
2,82
2,52
2,35
1,17
1,75
1,10
1,55
8,89
4,54
5,79
3,57
3
13
3
36
Psichiche
App. digerente
9
30
2,31
2,04
1,12
1,39
4,77
3,01
3
42
5,22 0,04
3,18 0,00
T.m. mammella
Cadute accidentali
112
110
2,03
1,94
1,59
1,57
2,60
2,40
61
59
2,11 0,00
2,46 0,00
Violente
Tumori
App. digerente
Cirrosi e altre mal. cron. del fegato
57
284
22
44
1,94
1,65
1,59
1,51
1,36
1,31
1,02
1,10
2,76
2,08
2,48
2,08
31
169
26
71
Accidenti da trasporto
194
1,46
1,23
1,73
86
1,89 0,00
Violente
356
1,28
1,11
1,46
138
1,50 0,00
Violente
338
1,17
1,01
1,35
153
1,35 0,04
2,26
1,85
1,90
1,54
0,04
0,00
0,00
0,00
0,02
0,00
0,03
0,01
Tabella 4 - Difetti statisticamente significativi di mortalità per professione rilevati sia nei censiti 1991 che nei censiti 1981
Sesso
Uomini
Donne
Uomini
Uomini
Donne
Uomini
Professione
Impiegati di concetto
Custodi, guardiani,
bidelli, domestici
Addetti a pulizie e
trattamento rifiuti
Impiegati di concetto
Custodi, guardiani,
bidelli, domestici
Custodi, guardiani,
bidelli, domestici
Causa
1991
Oss. MOR I.C. 95%
1981
Oss. MOR
p
Cadute accidentali
T.m. mammella
11
20
0,42
0,48
0,23
0,30
0,77
0,77
8
14
0,31
0,43
0,01
0,03
Sist. circolatorio
49
0,65
0,47
0,89
38
0,51
0,00
Violente
Tumori
86
115
0,68
0,71
0,53
0,54
0,87
0,94
52
75
0,34
0,56
0,00
0,00
Violente
90
0,76
0,60
0,97
69
0,66
0,02
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LA MORTALITÀ PER PROFESSIONI AL CENSIMENTO
1991
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Tabella 5 - Eccessi statisticamente significativi di mortalità per professione rilevati solo nei censiti 1991
Sesso
Professione
Causa
Oss.
Donne
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Donne
Uomini
Donne
Donne
Uomini
Uomini
Donne
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Donne
Donne
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Donne
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Esercenti alberghi, bar,
Forze armate
Forze armate
Esercenti alberghi, bar,
ristoranti
Forze armate
Esercenti alberghi, bar,
ristoranti
Forze armate
Pellettieri, calzolai
Camerieri, cuochi, baristi
Impiegati di concetto
Camerieri, cuochi, baristi
Infermieri, tecnici sanitari
Gasisti, idraulici,
termoidraulici
Lavoratori della plastica
Infermieri, tecnici sanitari
Esercenti alberghi, bar,
ristoranti
Addetti a pulizie e trattamento
rifiuti
Vigili, agenti PS, finanza
e penitenziari
Macellatori
Carpentieri legno
Custodi, guardiani, bidelli,
domestici
Insegnanti
Professioni tecniche
Professioni tecniche
Lavoratori della chimica
Insegnanti
Impiegati di concetto
Facchini, scaricatori
Custodi, guardiani, bidelli,
domestici
Impiegati di concetto
Infermieri, tecnici sanitari
Lavoratori della plastica
Impiegati di concetto
Addetti alle macchine utensili,
meccanici, assemblatori
Addetti alle macchine utensili,
meccanici, assemblatori
Muratori, conduttori
di macchine edili
1991
MOR
I.C. 95%
Oss.
1981
MOR
p
Violente
Infettive
Infettive
T.m. stomaco
3
3
3
4
4,26
4,09
4,09
3,79
1,10
1,27
1,27
1,32
16,49
13,19
13,19
10,88
4
3
5
3
0,61
3,59
0,90
0,43
4,14
0,23
8,27
1,33
Melanoma
Accidenti da trasporto
4
8
3,76
3,35
1,36
1,34
10,37
8,36
6
8
1,58
0,64
2,84
2,61
T.m. vescica e altri t.m. n.s. vescica
T.m. stomaco
Cirrosi e altre mal. cron. del fegato
Melanoma
App. digerente
Cadute accidentali
T.m. stomaco
4
10
8
11
11
7
13
3,22
2,89
2,84
2,68
2,67
2,47
2,40
1,17
1,49
1,32
1,43
1,38
1,09
1,35
8,89
5,60
6,10
5,00
5,16
5,58
4,26
6
4
4
5
5
3
3
0,82
0,99
2,66
1,98
2,31
1,51
0,91
6,37
9,91
0,63
1,43
0,79
5,07
8,74
T.m. polmone
App. digerente
Violente
13
11
11
2,37
2,30
2,30
1,24
1,20
1,02
4,53
4,41
5,18
3
4
18
1,23
0,75
0,70
7,33
5,78
2,13
T.m. labbra, bocca e faringe
8
2,29
1,12
4,71
4
2,12
1,35
Omicidi
9
2,26
1,12
4,58
3
1,57
4,44
Accidenti da trasporto
Omicidi
Endoc. nutr. metab. e immun.
19
7
15
2,25
2,22
2,18
1,25
1,00
1,21
4,02
4,93
3,94
3
3
8
1,62
2,13
3,03
5,32
2,20
0,06
Melanoma
T. sistema nervoso centrale
T. sistema nervoso centrale
T.m. polmone
Endoc. nutr. metab. e immun.
T.m. polmone
Cirrosi e altre mal. cron. del fegato
Leucemie
10
27
27
16
23
15
19
16
2,13
1,94
1,94
1,91
1,90
1,88
1,88
1,79
1,03
1,30
1,30
1,08
1,21
1,07
1,17
1,07
4,39
2,90
2,90
3,35
2,99
3,30
3,03
3,00
5
3
6
3
6
5
20
8
2,28
1,78
1,59
1,95
1,82
1,58
1,87
1,00
1,12
3,24
2,69
2,97
1,51
3,32
0,09
9,99
T. sistema nervoso centrale
Suicidi
Tumori
Leucemie
T.m. retto
23
20
29
15
16
1,76
1,75
1,74
1,73
1,69
1,15
1,10
1,01
1,02
1,00
2,71
2,80
2,99
2,94
2,84
13
5
7
10
3
1,28
1,19
0,95
1,28
4,23
3,99
7,03
9,09
4,46
0,08
T.m. retto
16
1,69
1,00
2,84
5
1,42
4,41
Psichiche
42
1,69
1,20
2,38
3
0,93
9,01
(continua tabella 5)
03-mamo
15-03-2005
15:13
Pagina 46
46
MAMO E COLLABORATORI
Tabella 5 - (segue)
Sesso
Professione
Causa
Oss.
Uomini
Uomini
Donne
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Donne
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Custodi, guardiani, bidelli,
domestici
Addetti alle macchine utensili,
meccanici, assemblatori
Lavoratori dell’abbigliamento
e dell’arredamento tessile
Dirigenti, imprenditori,
legislatori, amministratori
Muratori, conduttori
di macchine edili
Medici, dentisti, psicologi,
farmacisti
Medici, dentisti, psicologi,
farmacisti
Medici, dentisti, psicologi,
farmacisti
Insegnanti
Dirigenti, imprenditori,
legislatori, amministratori
Conduttori di mezzi
di trasporto
Custodi, guardiani, bidelli,
domestici
Custodi, guardiani, bidelli,
domestici
Professioni tecniche
Professioni tecniche
Avvocati, magistrati, notai,
commercialisti
Muratori, conduttori
di macchine edili
Muratori, conduttori
di macchine edili
Conduttori di mezzi
di trasporto
Muratori, conduttori
di macchine edili
Muratori, conduttori
di macchine edili
Impiegati di concetto
Impiegati esecutivi
Muratori, conduttori
di macchine edili
Impiegati esecutivi
1991
MOR
I.C. 95%
Oss.
1981
MOR
p
T.m. fegato e vie biliari
34
1,67
1,16
2,39
18
1,07
7,80
T.m. fegato e vie biliari
43
1,65
1,19
2,27
13
1,40
2,44
Tumori
68
1,54
1,02
2,34
47
1,11
6,35
Suicidi
32
1,54
1,06
2,22
9
1,40
3,35
T.m. labbra, bocca e faringe
28
1,52
1,02
2,27
8
1,17
6,69
Mal. ischemiche cuore
44
1,50
1,06
2,11
4
1,16
7,96
Mal. ischemiche cuore
44
1,50
1,06
2,11
32
0,94
7,45
Mal. ischemiche cuore
44
1,50
1,06
2,11
5
2,74
0,74
Mal. ischemiche cuore
Accidenti da trasporto
68
56
1,48
1,47
1,13
1,10
1,95
1,97
62
17
1,20
1,04
2,30
8,93
Accidenti da trasporto
194
1,46
1,23
1,73
12
1,33
3,67
Sist. circolatorio
52
1,43
1,03
1,99
54
1,04
8,20
App. digerente
54
1,38
1,04
1,84
85
1,37
0,09
Tumori
Tumori
Sist. circolatorio
297
297
85
1,34
1,34
1,33
1,14
1,14
1,02
1,58
1,58
1,74
39
79
17
1,09
0,96
1,29
6,63
7,97
4,29
App. digerente
101
1,31
1,06
1,63
49
0,76
0,72
74
1,29
1,01
1,66
39
0,80
1,85
Violente
356
1,28
1,11
1,46
18
0,92
7,74
T.m. polmone
185
1,26
1,06
1,48
76
1,02
8,90
T.m. polmone
185
1,26
1,06
1,48
3
0,74
6,24
Sist. circolatorio
Mal. ischemiche cuore
Violente
199
229
338
1,23
1,23
1,17
1,04
1,06
1,01
1,47
1,43
1,35
235
7
11
1,16
1,35
1,27
0,75
4,78
5,67
Sist. circolatorio
384
1,16
1,02
1,31
7
0,68
3,70
Cirrosi e altre mal. cron. del fegato
03-mamo
15-03-2005
15:13
Pagina 47
LA MORTALITÀ PER PROFESSIONI AL CENSIMENTO
1991
47
Tabella 6 - Difetti statisticamente significativi di mortalità per professione rilevati solo nei censiti 1991
Sesso
Professione
Causa
Oss.
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Donne
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Donne
Uomini
Uomini
Donne
Donne
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Insegnanti
Impiegati di concetto
Muratori, conduttori
di macchine edili
Custodi, guardiani,bidelli,
domestici
Dirigenti, imprenditori,
legislatori, amministratori
Muratori, conduttori
di macchine edili
Impiegati di concetto
Dirigenti, imprenditori,
legislatori, amministratori
Professioni tecniche
Professioni tecniche
Insegnanti
Insegnanti
Dirigenti, imprenditori,
legislatori, amministratori
Custodi, guardiani, bidelli,
domestici
Elettrotecnici,
conduttori di centrali e
assemblatori di apparecchiature
elettriche ed elettroniche
Infermieri, tecnici sanitari
Professioni tecniche
Professioni tecniche
Impiegati esecutivi
Dirigenti, imprenditori,
legislatori, amministratori
Camerieri, cuochi, baristi
Professioni tecniche
Professioni tecniche
Insegnanti
Insegnanti
Lavoratori del legno
Muratori, conduttori
di macchine edili
Professioni tecniche
Professioni tecniche
Infermieri, tecnici sanitari
Muratori, conduttori
di macchine edili
Muratori, conduttori
di macchine edili
Muratori, conduttori
di macchine edili
Muratori, conduttori
di macchine edili
Cadute accidentali
Cirrosi e altre mal. cron. del fegato
T. sistema nervoso centrale
1991
MOR
I.C. 95%
Oss.
1981
MOR
p
4
12
12
0,33
0,40
0,41
0,12
0,22
0,23
0,89
0,70
0,72
4
46
6
0,47
1,05
0,53
1,24
7,66
1,16
7
0,44
0,21
0,93
12
1,01
9,67
10
0,44
0,24
0,83
9
1,20
5,98
7
0,46
0,22
0,99
3
0,41
1,15
App. digerente
App. digerente
19
19
0,47
0,48
0,30
0,30
0,75
0,76
67
20
1,18
0,81
2,08
3,79
Suicidi
Suicidi
Violente
Accidenti da trasporto
Cirrosi e altre mal. cron. del fegato
17
17
29
14
16
0,49
0,49
0,53
0,53
0,55
0,30
0,30
0,35
0,30
0,33
0,80
0,80
0,78
0,94
0,91
9
7
36
17
15
3,29
0,97
0,93
0,81
0,82
0,01
9,37
7,37
4,38
4,60
Accidenti da trasporto
32
0,56
0,39
0,82
35
0,71
0,55
Dist. circolatori encefalo
16
0,60
0,36
0,99
14
0,83
5,04
T.m. polmone
18
Cirrosi e altre mal. cron. del fegato 18
Cirrosi e altre mal. cron. del fegato 18
Violente
211
Dist. circolatori encefalo
21
0,60
0,60
0,60
0,61
0,61
0,37
0,38
0,38
0,51
0,39
0,98
0,97
0,97
0,72
0,95
20
12
4
6
18
1,90
0,70
0,57
0,96
1,04
0,10
2,19
2,61
9,46
8,70
Tumori
App. digerente
App. digerente
Sist. circolatorio
Violente
Violente
Endoc. nutr. metab. e immun.
67
26
26
54
36
77
49
0,61
0,64
0,64
0,68
0,69
0,69
0,73
0,43
0,43
0,43
0,50
0,48
0,52
0,54
0,86
0,96
0,96
0,93
1,00
0,93
0,98
14
6
16
59
30
52
3
0,55
0,64
0,70
0,77
0,69
1,02
0,38
0,86
2,78
1,76
0,95
0,93
9,06
0,86
Violente
Violente
Tumori
Mal. ischemiche cuore
122
122
79
167
0,74
0,74
0,74
0,82
0,59
0,59
0,56
0,69
0,92
0,92
0,97
0,97
32
22
46
11
0,75
1,46
1,46
1,90
1,91
1,72
0,54
0,80
Mal. ischemiche cuore
167
0,82
0,69
0,97
114
0,86
1,59
Sist. circolatorio
311
0,84
0,74
0,96
18
2,07
0,24
Sist. circolatorio
311
0,84
0,74
0,96
195
0,87
1,03
T.m. pancreas
Cadute accidentali
Diabete
03-mamo
15-03-2005
15:13
Pagina 48
48
MAMO E COLLABORATORI
Tabella 7 - Eccessi statisticamente significativi di mortalità per professione rilevati solo nei censiti 1981
Sesso
Donne
Uomini
Uomini
Uomini
Donne
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Donne
Uomini
Donne
Uomini
Donne
Uomini
Professione
Insegnanti
Facchini, scaricatori
Lavoratori dell’alimentare
Lavoratori dell’alimentare
Lavoratori dell’alimentare
Lavoratori dello spettacolo,
artisti, giornalisti
Medici, dentisti, psicologi,
farmacisti
Gasisti, idraulici, termoidraulici
Medici, dentisti, psicologi,
farmacisti
Professioni tecniche
Impiegati di concetto
Muratori, conduttori di
macchine edili
Fonditori, fucinatori
Muratori, conduttori di
macchine edili
Custodi, guardiani, bidelli,
domestici
Pavimentatori stradali,
cantonieri, sterratori
Lavoratori dell’alimentare
Insegnanti
Camerieri, cuochi, baristi
Custodi, guardiani, bidelli,
domestici
Camerieri, cuochi, baristi
Custodi, guardiani, bidelli,
domestici
Custodi, guardiani, bidelli,
domestici
Impiegati di concetto
Forze armate
Causa
Oss.
1981
MOR
p
Oss.
4
6
3
10
4
8
12,52
5,24
5,12
4,81
4,34
3,93
0,00
0,00
0,03
0,01
0,05
0,00
4
5
10
50
7
4
2,02
2,28
1,19
1,13
1,34
0,52
0,65
0,92
0,62
0,78
0,54
0,19
6,31
5,63
2,28
1,64
3,35
1,40
Diabete
7
3,66
0,01
5
1,79
0,72
4,45
T.m. fegato e vie biliari
Endoc. nutr. metab. e immun.
6
7
3,60
3,44
0,01
0,01
3
8
0,63
0,97
0,20
0,47
1,99
2,03
Suicidi
Nefrite, sindorme nefrosica, nefrosi
T.m. prostata
9
7
7
3,29
3,23
2,97
0,01
0,02
0,05
17
3
6
0,49
1,66
0,90
0,30
0,51
0,39
0,80
5,38
2,06
Dist. circolatori encefalo
T.m. esofago
11
12
2,91
2,69
0,01
0,01
16
16
1,21
1,40
0,73
0,83
2,02
2,36
B.C.O.
22
2,54
0,00
7
1,13
0,52
2,44
Cirrosi e altre mal. cron. del fegato
17
2,44
0,01
8
1,87
0,91
3,88
T.m. stomaco
Suicidi
Cirrosi e altre mal. cron. del fegato
App. digerente
12
15
18
23
2,40
2,26
2,07
2,04
0,03
0,03
0,04
0,03
7
6
26
12
1,27
0,54
1,18
1,65
0,59
0,24
0,79
0,88
2,72
1,22
1,76
3,07
App. digerente
Violente
22
41
1,95
1,85
0,04
0,02
32
24
1,06
0,77
0,73
0,48
1,52
1,24
App. respiratorio
32
1,80
0,02
13
1,04
0,59
1,83
Tumori
Sist. circolatorio
75
348
1,69
1,23
0,04
0,04
113
49
1,27
1,09
0,93
0,77
1,74
1,52
Mieloma multiplo
T.m. esofago
Suicidi
Violente
Accidenti da trasporto
Dist. circolatori encefalo
1991
MOR
I.C. 95%
Tabella 8 - Difetti statisticamente significativi di mortalità per professione rilevati solo nei censiti 1981
Sesso
Professione
Causa
1981
MOR
p
Oss.
3
0,22
0,05
9
0,79
0,40
1,56
Cadute accidentali
Mal. ischemiche cuore
11
20
0,31
0,47
0,00
0,01
4
28
0,46
0,70
0,17
0,47
1,25
1,05
Accidenti da trasporto
Violente
32
106
0,50
0,63
0,00
0,00
49
45
0,93
1,24
0,68
0,86
1,27
1,80
Oss.
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Uomini
Medici, dentisti, psicologi,
farmacisti
Forze armate
Addetti a pulizie e trattamento
rifiuti
Impiegati di concetto
Forze armate
App. digerente
1991
MOR
I.C. 95%
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LA MORTALITÀ PER PROFESSIONI AL CENSIMENTO
DISCUSSIONE E CONCLUSIONI
Lo studio descrive la distribuzione per professioni della mortalità per causa, intesa come patologia
considerata causa iniziale di morte. Ne deriva che
non si possono trarre dai risultati conclusioni relative a patologie magari importanti nell’ambito della
medicina del lavoro (ad es. le neuropatie) ma che
non portano a morte.
La mortalità descritta è quella occorsa nei dodici
mesi successivi al censimento 1991 (sei mesi per il
censimento 1981). Pertanto la mortalità osservata è
una mortalità da considerarsi avvenuta in soggetti
‘in servizio’. La mortalità per causa in servizio è influenzata sia da processi di selezione della forza lavoro attiva, che possono essere molto condizionati
dallo stato di salute delle persone, sia da fattori di
rischio occupazionali che agiscono con breve latenza. Infatti, sia nello studio del 1981 sia in quello del
1991, compare una sistematica protezione nei confronti delle malattie ischemiche del cuore per i lavoratori edili: questo riscontro fa pensare ad una
selezione del personale sulla base di caratteristiche
fisiche di vigore che, insieme all’esercizio fisico,
proteggono nel confronto dei rischi coronarici. La
stessa mortalità in servizio viceversa descrive l’effetto di fattori di rischio che agiscono con breve latenza; si pensi ai significativi eccessi di mortalità
per cause accidentali, in cui sono inclusi gli infortuni sul lavoro, che caratterizzano categorie a bassa
sicurezza come gli stessi lavoratori edili, o i conduttori di mezzi di trasporto e gli agricoltori; si osservi
inoltre l’eccesso per morte per omicidio in commercianti, categoria esposta a fenomeni di criminalità; similmente, si osservano bassi rischi di morti
accidentali in professioni poco esposte a rischi per
la sicurezza, che svolgono prevalentemente lavoro
non manuale, quali impiegati, dirigenti, insegnanti.
Tra gli eccessi più rilevanti osservati sia nel 1981
sia nel 1991 si segnala la mortalità per tumore della
mammella nelle insegnanti, che è il risultato contemporaneo di un reale eccesso legato ad abitudini
riproduttive più avanzate nell’età tipiche di questa
categoria e di una distorsione dovuta ad una minore mortalità generale in questa professione che porta a sovrastimare l’eccesso specifico per tumori della mammella.
1991
49
Tra i molti eccessi o difetti di mortalità rilevati
solo in uno dei due studi compaiono molte associazioni che sono degne di un approfondimento per la
natura professionale delle possibili cause (es. i tumori polmonari in lavoratori della plastica), altri
che sono verosimilmente correlati alla diversa distribuzione di stili di vita nocivi tra diverse professioni (es. cirrosi in camerieri e lavoratori edili), altri
che sono probabilmente emersi solo per caso.
Il disegno di studio consente di parlare di mortalità prematura. È probabile che gli effetti che richiedono una latenza medio-lunga per esprimersi
possano sfuggire ad uno studio di questo tipo, che
mette in relazione la mortalità con la professione
riferita al censimento pochi mesi prima e non tiene
pertanto conto dell’intera storia lavorativa degli individui: la professione nota può non coincidere con
la professione prevalente o comunque con quella significativa ai fini degli effetti sfavorevoli sulla salute. La potenza statistica è inoltre a volte insoddisfacente per lo studio di cause di morte poco frequenti
e per professioni poco rappresentate. Ha inciso anche la ridotta percentuale (63%) di soggetti deceduti entrata in analisi (cioè con corretta indicazione
di tutte le variabili).
L’allungamento a 12 mesi del periodo di osservazione (anziché 6 come nel 1981) ha in parte attenuato, ma non risolto, il problema di potenza.
La mancanza di controllo per importanti fattori
di confondimento socio-economico (compresi indicatori di classe sociale) e di abitudini di vita (fumo, alcool) è in parte compensato dal controllo per
l’area geografica di nascita, non attuato nello studio
relativo al 1981 e che, seppur parzialmente, risolve
alcuni dei problemi di confondimento citati. Peraltro, proprio tali limiti fanno sì che l’uso principale
dei dati di mortalità occupazionale sia l’evidenziare
differenziali socio-economici di mortalità, piuttosto
che trarre inferenze sui rischi occupazionali. Tra gli
interessi di un sistema di sorveglianza vi è non solo
la rilevazione di eccessi di mortalità direttamente
correlabili all’esposizione lavorativa ma anche la rilevazione di patologie che risultino conseguenza di
differenti abitudini di vita. D’altra parte, i diversi
profili di mortalità tra professioni sono spiegati solo in parte dalle diverse esposizioni lavorative, essendo piuttosto una conseguenza di diversi e più
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MAMO E COLLABORATORI
complessi fattori di natura sociale, peraltro concatenati con le storie lavorative (5).
In sintesi, il modello di studio trasversale adottato consente di studiare solo la mortalità della popolazione attiva, con tutti i problemi imposti dall’effetto ‘lavoratore sano’. Inoltre, l’analisi proporzionale svolta comporta delle possibili distorsioni di
stima del rischio relativo sia nel caso di professioni
con alta o bassa mortalità generale, sia nel caso di
professioni molto rappresentate nel campione. L’estensione del follow-up ai dodici mesi successivi al
censimento riduce ma non risolve i problemi di potenza dello studio. Alla luce dei risultati discussi e
dei limiti sottolineati, si possono esprimere alcune
riflessioni relative al possibile utilizzo delle fonti
informative utilizzate (dati censuari e di mortalità)
per un sistema di sorveglianza periodico della mortalità occupazionale, una volta stabilito che la rappresentatività della popolazione in studio con quella target sarebbe garantita dalla dimensione nazionale dello studio.
La sensibilità di tale sistema non sarebbe particolarmente alta: la percentuale di morti con causa
recuperata per il presente studio è risultata di poco
superiore al 60%, rendendo difficile ottenere risultati significativi per professioni poco numerose e
cause di morte rare. Inoltre, la difficoltà di ottenere
stime stabili e valide dei denominatori di popolazione costringerebbe alla scelta di una analisi di tipo proporzionale, con i problemi connessi.
Mentre le schede di morte sono acquisite dall’ISTAT con procedura sistematica e in continuo, vi
sarebbero problemi di ordine temporale correlati
alla periodicità decennale dei censimenti: il sistema
non funzionerebbe come rilevatore di ‘eventi sentinella’.
Il valore predittivo dei risultati ottenuti è legato
a due fattori: i casi riportati sono casi reali? I trend
osservati sono reali? Per quanto riguarda la prima
domanda, la qualità delle informazioni contenute
nelle schede di morte è già stata oggetto di indagine e può ritenersi sufficientemente affidabile (11).
Per quanto riguarda i trend temporali questi possono essere considerati come sufficientemente rappresentativi di quelli reali solo per patologie letali
con latenza medio-breve. Il presente studio mette
bene in evidenza, ad esempio, la mortalità per
infortuni. Tuttavia, fenomeni come gli infortuni
mortali vanno indagati con metodologie, tecniche e
supporti informativi specifici oltre che con rilevazioni in continuum e non una tantum. L’informazione sulla professione disponibile si riferisce solo all’ultima occupazione e quindi non consente analisi
per latenza e lunghezza del periodo di esposizione.
Eventuali inferenze relative a patologie a latenza
medio-lunga e associate ad esposizioni di lungo periodo devono tenere conto dei processi di selezione
e mobilità lavorativa: processi molto variabili tra
professione e professione, e influenzati da vari fattori di natura sociale (13).
Per quanto riguarda l’accuratezza e la completezza delle informazioni sociodemografiche raccolte, la
qualità dei dati ottenuti tramite i censimenti italiani
è considerabile di buona qualità (2, 12). Le informazioni disponibili dalla fonte censuaria consentirebbero anche analisi più mirate relative a determinanti di natura sociale e professionale o aggregazioni diverse da quelle adottate nel presente studio.
Tra i requisiti richiesti ad un sistema di sorveglianza vi è la semplicità delle procedure di raccolta
dati: questa viene assicurata dalla automazione dei
processi di raccolta dei dati di mortalità curati dall’ISTAT e dalla possibilità di acquisire tali dati e quelli
censuari in un periodo ragionevolmente breve.
La flessibilità del sistema a possibili cambiamenti per rispondere a nuovi quesiti è condizionata dalla natura temporale dei censimenti. Qualsiasi
nuova o diversa informazione richiesta può essere
indagata solo ogni dieci anni: tale lasso di tempo
fino ad ora si è potuto considerare ragionevolmente utile al fine di indagare problemi di salute correlati a variabili demografiche e sociali. Difficile è
capire se in Italia gli scenari demografico, sociale e
lavorativo vadano incontro a cambiamenti radicali
in grado di incidere sullo stato di salute in periodi
più brevi.
Le indagini campionarie periodicamente attuate
dall’ISTAT (del cui utilizzo si discute in altre parti
del volume) forniscono la possibilità di indagare
eventuali fenomeni di interesse con periodicità inferiore a quella dei tradizionali censimenti. Tuttavia
anche tali indagini non permettono, almeno fino ad
oggi, di definire l’esposizione professionale con un
soddisfacente livello di dettaglio.
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LA MORTALITÀ PER PROFESSIONI AL CENSIMENTO
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