il custode del van gogh

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il custode del van gogh
IL CUSTODE DEL VAN GOGH
Adesso però, si è fatto tardi, continuò Fiamma, dobbiamo rientrare a casa. Escogitiamo entrambi un
piano, domani metteremo e decideremo come procedere.
Martino, il ragazzo timido e imbranato, che poi tanto imbranato non era, rientrato a casa, salutò
com’era solito fare la sua mamma con un bacio e frettolosamente il suo papà, chiese il permesso di
andare in camera sua, ma suo padre gli domandò cosa avesse di tanto urgente da fare e lui
vagamente rispose - compiti! Quindi, si precipitò nella sua stanza, prese un foglio e cominciò a disegnare tante vignette.
Immedesimandosi nella figura del pittore, pensò di utilizzare un colore diverso per ogni vignetta
iniziando proprio dal colore giallo quello del mistero. A un tratto però la sua mano si bloccò, poi
senza pensarci troppo afferrò il colore nero e disegnò la casa del pittore piena di fogli e quadri di
ogni genere e disse - da qui bisogna partire – e stanco si addormentò.
Fiamma, invece, nella sua camera continuava a rigirare la mano nella sua chioma rossa, e proprio il
rosso dei suoi capelli le fece accendere la lampadina – OMICIDIO di questo si tratta, ne sono sicura
– affermò. Cercò di prendere sonno ma quella scena in quel bosco continuava a tormentarla, chi era
quell’uomo misterioso e cosa voleva dal
pittore, ma soprattutto chi era quell’ometto
silenzioso che abitava in quella casetta ai
margini del bosco? - ecco questa è la chiave pensò Fiamma- sicuramente in quella casetta
troveremo le risposte alle nostre domande.
Il mattino seguente i due piccoli investigatori
s’incontrano come ogni giorno per andare a
scuola, - allora Martino hai pensato a un
piano oppure hai soltanto dormito? -Chiese
Fiamma, la quale si stupì quando si accorse
che Martino era giunto alla sua stessa
conclusione - dobbiamo entrare in quella casa
e capire cosa è successo, dobbiamo scoprire
chi era realmente questo pittore- disse
Martino. - Non lo sapremo mai…- Martino, sai che ti dico? – Fiamma gli si
pianta battagliero davanti:- Lo scopriremo
noi!-.
-Hai ragione- ribatté Fiamma - io ho un’idea
per entrare nella casa-, questa sera poco prima
dell’ora di cena, quando tutti saranno rientrati
nelle loro abitazioni, proverà a entrare dalla
finestra sul retro così nessuno potrà vederci,
che ne dici? – Per me va bene- disse Martino, - a stasera allora-confermò Fiamma. Con grande
stupore, però, i due si accorsero che la finestra sul retro era già aperta, ma si fecero coraggio ed
entrarono subito in casa.
- Dividiamoci – disse Fiamma- io guardo in questa stanza, tu vai nell’altra così faremo prima-.
Martino si diresse nell’altra stanza come gli era stato ordinato dal suo comandante e appena entrato,
rivide la vignetta che egli stesso aveva disegnato, fogli sparsi ovunque e quadri di ogni genere.
Cominciò a cercare indizi e all’improvviso sentì Fiamma urlare, aveva visto qualcuno uscire dalla
finestra, - corri Martino, vieni ho visto un uomo-! – sei sicura Fiamma? -chiese Martino,
-sicurissima e credo di sapere anche chi fosse, aveva lo stesso cappello dell’uomo del bosco, forza
Martino cerchiamo, qui deve esserci qualcosa di prezioso, qualcosa per cui quel pittore è stato
ucciso - concluse Fiamma.
Lo sguardo di Martino incrociò un cestino pieno di carte, si avvicinò lo svuotò e vide che non erano
semplici fogli ma ritagli di giornale. -Guarda Fiamma, vedi cosa ho trovato e soprattutto leggi cosa
c’è scritto, in ognuno di questi ritagli si parla di quadri falsi- disse Martino. Il falsario, ecco chi era
quel pittore- esclamò Fiamma – perché non ci ho pensato prima- concluse.
-Dobbiamo capire assolutamente la relazione che c’era tra questo falsario e quell’uomo- Fiamma
s’incuriosisce sempre di più.
- Aspetta- Martino per un attimo si blocca – non
muoverti Fiamma ho sentito un rumore provenire
dal retro, facciamo attenzione quell’uomo è
pericoloso potrebbe farci del male-. Fiamma
s’irrigidisce, ha paura ma, deve assolutamente
sapere – viene Martino seguimi, cammina in punta
di piedi e non staccarti da me-. Continuano a
sentire quello strano rumore, -ecco cos’era- dice
subito Fiamma – guarda c’è un gattino e ‘è proprio
rosso come me, poverino è tutto impaurito, avrà
visto tutta la scena e adesso si è nascosto per non
farsi trovare-, cercano di avvicinarsi per prenderlo
ma lui scappa via. Continuano a cercare ma c’è
troppo disordine e hanno bisogno di più tempo,
decidono di uscire per poi ritornare il giorno
successivo, ma a un tratto di nuovo quel rumore, il
gatto si era rifatto vivo – avrà fame- pensò
Fiamma. – Sai cosa facciamo Martino, adesso torniamo a casa e dopo cena inventiamo una scusa,
prendiamo qualcosa da mangiare per il gatto e torniamo qui, mi raccomando sii convincente!-.
Erano quasi le otto e Martino non era ancora sceso, -ho capito disse Fiamma – dovrò agire da sola
questa volta, suo padre non gli avrà permesso di uscire-. Fece una corsa e arrivò subito nella casetta,
portò con sé una torcia che utilizzava quando faceva le uscite con gli scout, e chiamò dolcemente il
gattino per farlo mangiare. Il piccolo gatto si fidò di lei perché capì che non voleva fargli del male e
mentre lui mangiava lei, si sentiva al sicuro adesso, perché se fosse arrivato qualcuno pel di carota,
così lo chiamava, l’avrebbe avvisata.
Martino intanto nella sua camera pensava a Fiamma e la immaginava lì tutta sola, non potendo
uscire perché suo padre glielo aveva proibito, accese il computer e iniziò a fare delle ricerche su
quadri falsi e una notizia in particolare catturò la sua attenzione. La data di quella notizia era
interessante, il fatto lo era ancora di più. Si riferiva alla vendita di un quadro di Van Gogh venduto
in un famoso museo di Londra a una cifra esorbitante, ma la cosa sconvolgente era che il quadro
fosse apparso dal nulla, e la data coincideva con quella della morte del pittore.
-Devo dirlo a Fiamma, non posso aspettare questa notizia è troppo interessante e ci sono troppe
coincidenze- pensò Martino- che preso dalla situazione sgattaiolò fuori di casa di nascosto e
raggiunse Fiamma che, in un primo momento si spaventò, poi capì che era Martino e si
tranquillizzò.
Martino raccontò subito a Fiamma cosa aveva trovato sul web e lei d’altro canto tirò fuori un
computer e disse- i pezzi si stanno incastrando, il puzzle è quasi completo, guarda cosa ho trovato
questo pc era ben conservato dal nostro amico e guardò il gatto, sì, era nascosto sotto la sua lettiera.
E grazie a lui ho anche trovato la password di accesso: custode. Come hai fatto? Chiese Martino Ho provato e riprovato poi ho detto -hai custodito bene questo tesoro e da lì la parola “custode-”,
ma non pensiamo a questo, guarda ci sono una serie di mail scambiate con un certo Sig. Della Riva,
a quanto pare aveva commissionato al pittore il duplicato di un quadro “I Girasoli”- - si!- dice
subito Martino -proprio quello era il nome del quadro- aspetta c’è altro il quadro falso è stato
consegnato ma l’originale è scomparso secondo quanto detto dal pittore al Della Riva., il quale,
secondo me, non ha creduto alla storia del furto e l’ha ammazzato per riprenderselo. Ma non l’ha
ancora trovato, altrimenti perché sarebbe ritornato in questa casa? - continua Fiamma- per cercare il
computer ed eliminare le prove – risponde Martino.
- No, non avrebbe rischiato tanto se avesse con sé già
l’originale Van Gogh- Fiamma afferma convinta. Mentre
i due discutono, il gatto ritorna vicino la sua lettiera e
comincia a graffiare prepotentemente contro uno
specchio grande quanto una porta, Martino intuisce
subito che vuole comunicargli qualcosa ed insieme
spostano lo specchio e trovano una porta segreta, la
aprono e non riescono a credere ai loro occhi, lì davanti a
loro sopra al cavalletto c’era un meraviglioso quadro che
raffigurava dei girasoli – il Van Gogh originale– grida
Martino e Fiamma finalmente soddisfatta dice -ecco chi
eri- rivolgendosi al gatto – IL CUSTODE DEL VAN
GOGH !!Proprio questa fu la frase che tutti i giornali riportarono
il giorno dopo – Ritrovato originale quadro “I Girasoli”
ERA IL GATTO IL CUSTODE DEL VAN GOGH.
Gruppo di lavoro:
Alunni della classe 3^ A – Scuola G. Calò
Ginevra Risimini
Aurora Tataranni
Maria Cardinale
Sara Pavone