Norme redazionali I contributi per gli Atti del Convegno

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Norme redazionali I contributi per gli Atti del Convegno
Norme redazionali
I contributi per gli Atti del Convegno Internazionale di Studi “I novellieri italiani e la
loro influenza nelle letterature europee del Rinascimento e del Barocco” vanno
consegnati entro il 17 maggio 2015 inviandoli come allegato ad una mail all’indirizzo:
[email protected].
Gli elaborati possono essere redatti in italiano, francese, inglese, tedesco o spagnolo.
I testi non devono superare le 35.000 battute compresi spazi e note e vanno presentati
secondo le seguenti norme predisposte dalla casa editrice Accademia University Press
di Torino che ne curerà la pubblicazione nella collana “Novellieri in Europa”.
Il contributo va redatto con font Times New Roman, corpo 12 sia per il testo, sia per le
citazioni superiori a tre righe – queste andranno disposte in un paragrafo a parte come
indicato sotto – e corpo 10 per le note a pié di pagina.
Il testo va presentato con giustificazione a sinistra e interlinea singola, senza aggiungere
ulteriori spazi (“Auto”, “6pt”, ecc. nel menu “Paragrafo” di Word) prima o dopo i
singoli paragrafi. Solo le suddivisioni testuali decise dall’autore vanno segnalate con
una riga lasciata in bianco.
Il titolo del contributo, in neretto, venga indicato sulla prima riga, senza porre il punto
fermo alla fine. Seguirà, dopo una riga lasciata in bianco, il nome dell’autore e nella riga
ancora successiva l’istituzione di appartenenza; es.:
Griselda da Petrarca a Lope de Vega
Guillermo Carrascón
Università di Torino
Se il testo è diviso in sezioni e sottosezioni, i titoli di queste, sempre preceduti da una
riga in bianco, saranno allineati a sinistra e privi di punto fermo alla fine. La
numerazione progressiva di sezioni e sottosezioni partirà da 1 e non da 0.
Il titolo della sezione sarà in neretto. Le successive sottosezioni avranno invece il titolo
in corsivo, numerato 1.1., 1.2., ecc.
Eventuali sottosottosezioni avranno invece il titolo in tondo come esemplificato di
seguito:
1. Titolo sezione
1.1. Titolo sottosezione
1.1.1. Titolo sottosottosezione
Conviene stabilire una categoria di sottosezioni solo se si possono distinguere almeno
due diverse sezioni in quel determinato livello; non dovrà quindi apparire un “1.1.” o
“1.1.1.” se non ci saranno almeno i relativi “1.2.” e “1.1.2.”.
È bene limitare l’uso del corsivo e si badi a non porre in corsivo anche le parentesi e le
virgolette che racchiudono u n testo in corsivo. Si eviti inoltre l’uso del sottolineato,
del grassetto – eccetto, come indicato, per i titoli dei contributi e delle sezioni – e del
TUTTO MAIUSCOLO.
S i u s i il MAIUSCOLETTO per i cognomi degli autori nelle note e al posto del TUTTO
MAIUSCOLO nelle sigle; per queste è preferibile tuttavia la grafia maiuscola/
minuscola, e s . : Cgil, Onu, Usa.
Corsivo:
In generale limitare l’uso del corsivo
Sono scritti in corsivo:
a)
titoli di libri,
b)
titoli di articoli,
c)
titoli di opere d’arte, film, canzoni, sinfonie…
d)
le parole straniere e dialettali non entrate nell’uso comune,
e)
in particolare, le parole latine usate nei riferimenti bibliografici delle citazioni:
ivi, ibidem, passim…
Non sono mai scritti in corsivo:
a)
il testo delle citazioni tra virgolette (tranne quelle parole che rendano necessario
l’uso del corsivo, secondo le presenti norme),
b)
i nomi di enti, associazioni, istituti ecc. anche se stranieri.
c)
le virgole tra un dato e l'altro delle citazioni bibliografiche.
Maiuscole e minuscole:
Mai usare il tutto maiuscolo. Se necessario, usare il maiuscoletto. Meglio adottare
l’iniziale minuscola nei casi di:
a)
nomi di istituzioni o di cariche (stato, repubblica, paese, presidente ecc.);
b)
denominazioni di movimenti o sistemi o stili filosofici, letterari, artistici ecc.
c)
nomi di popolazioni.
Con inziale maiuscola si scriveranno i nomi di secoli e decadi come epoche storiche
(vedi infra): “Gli anni Cinquanta”, “Il Seicento”. Nelle citazioni le maiuscole iniziali di
frase vanno riferite al proprio testo, non al originale, senza bisogno di usare le parentesi
quadre. (Nel citare una frase dall’inizio, quindi, si riporterà con l’iniziale minuscola se
si trova nel mezzo della nostra frase: «Molti sostengono che la tragedia e la commedia
nacquero prima della satira, ma come afferma Cinzio, “alcuni altri tra loro hanno avuta
contraria opinione, però che vogliono che in que’ sacrificii…”» nonostante “alcuni”
appaia con maiuscola ad inizio frase nel testo originale di Giraldi.)
Citazioni
Per introdurre e chiudere le citazioni di meno di tre righe di lunghezza verranno
usate le virgolette basse (o caporali) «…»; eventuali interventi dell’autore posti al loro
interno saranno collocati fra parentesi quadre (compresi i tagli, segnalati con […] attenzione che i tre puntini sono da inserire come simbolo e non tre punti separati);
all’interno delle virgolette basse si useranno le elevate doppie “…”. All’interno delle
elevate doppie si useranno le elevate semplici ‘…’.
L’esponente di nota si collocherà prima dei segni di punteggiatura, ma segue le
parentesi o le virgolette (a meno che si riferisca esattamente alla parola precedente la
parentesi o prima della chiusura delle virgolette), così come il punto interrogativo.
Le virgolette basse racchiudono anche i titoli di testate di periodici: riviste,
quotidiani, webzine...
Le citazioni più lunghe di tre righe, da portare a capo in corpo minore (cioè: i brani di
opere letterarie o di critica citati all’interno del testo e più lunghi di tre righe), vanno
semplicemente staccate con un a capo, ponendo rispettivamente all’inizio e alla fine del
testo citato le scritte “INIZIO CORPO MI NORE”e “FINE CORPO MINORE”.
Norme bibliografiche
I rinvii per citazioni, parafrasi ecc. vanno collocati in nota e forniti, onde possibile,
relativamente alle opere originali, con un eventuale rinvio ulteriore al passo della
traduzione italiana adoperata (posto fra parentesi dopo la dicitura “trad. it.”). In ogni
caso, andrà privilegiata la citazione da edizioni critiche, oppure riconosciute come
standard (per esempio: edizioni di opere complete, ristampe anastatiche ecc.).
Le indicazioni bibliografiche si forniranno per esteso in nota, d’accordo con il sistema
tradizionale italiano, nella prima occasione in cui venga citata ogni opera; e abreviatamente
(anche nel corpo del testo con la semplice indicazione del numero di pagina) in quelle
successive cercando di preservare la chiarezza dell’indicazione. Questa disposizione è
tendente a ridurre lo spazio di pagine per economizzare nella stampa. Si prega quindi di
evitare la proliferazione di note brevi con soli rimandi a testi citati e di non includere
bibliografia finale ma di riportare con completezza i dati necessari nella prima citazione
d’accordo con le seguenti norme generali.
Citazione di volume:
indicare secondo quest’ordine, separati da virgola, i seguenti dati:
a) Iniziale o iniziali del nome proprio e cognome dell’autore in maiuscoletto; se è
curatore aggiungere tra parentesi “(a cura di)”, per i nomi dei curatori non si userà il
maiuscoletto, riservato agli autori; in caso di più autori separare i nomi con virgole; le
iniziali di nomi doppi si scrivono senza lo spazio tra una e l’altra (per esempio: J.W.
von Goethe); se gli autori o curatori sono più di tre allora aggiungere “et al.” dopo il
primo autore
b) titolo e sottotitolo in corsivo, sia di volume, sia di saggio contenuto in volume (i titoli
in ogni lingua si adeguano agli usi in quella lingua per quanto riguarda le iniziali
maiuscole, per esempio in inglese si scrivono con l’iniziale maiuscola la prima parola e
i sostantivi, gli aggettivi, gli avverbi, i pronomi personali e le preposizioni di più di
quattro lettere e con minuscola gli articoli, le congiunzioni e le altre preposizioni);
c) casa editrice (vanno omesse le parti ridondanti delle denominazioni e le
indicazioni di ragione sociale; ad es.: “Peter Lang”, e non “Peter Lang GmbH”;
“Blackwell”, e non “Basil Blackwell Publisher Limited”);
d) luogo nella lingua di edizione: “ L o nd o n” , “ P a r is ” ; quando gli editori sono
situati in più luoghi, se ne separino i nomi con trattini corti -; e senza virgola
e) anno di pubblicazione; le edizioni successive alla prima verranno identificate con
un numero a esponente dopo la data di pubblicazione;
f) libro, volume, tomo, parte, capitolo, paragrafo, pagina; per es.:
K. MARX, Il capitale. Critica dell’economia politica, Einaudi, Torino 1975, vol. I,
tomo I, cap. VIII, par. 5, pp. 320-336.
A. Dunning (a cura di), L’impresa multinazionale, Rosenberg & Sellier, Torino 1975, p.
436.
Citazione di articoli:
indicare secondo quest’ordine, separati da virgola, i seguenti dati:
a) autore come prima;
b) titolo in corsivo;
c) titolo del periodico tondo tra virgolette caporali o basse, non abbreviato e non preceduto
da “in”;
d) serie, annata in numero romano maiuscoletto, anno fra parentesi (a meno che
manchi l’indicazione dell’annata, nel qual caso l’anno è preceduto e seguito da virgole e
non sta tra parentesi), numero, pagina; per es.: V. RIESER, Il concetto di alienazione in
sociologia, «Quaderni di Sociologia», XII (1965), n. 2, pp. 131 sgg.
Saggi contenuti in volumi
- Titolo (e eventuale sottotitolo) in corsivo, seguito da virgola e “in”, a seguire il titolo
del volume con le norme sopra indicate.
E. EVANS-PRITCHARD, Kinship and the Local Community, in A.R. Radcliffe-Brown e
D. Forde (a cura di), African System of Kinship and Marriage, Oxford University
Press, London 1950, pp. 360-391.
Ulteriori norme di citazione:
a) eventuali note del curatore o del traduttore che si debbano distinguere da
quelle dell’autore devono essere poste tra parentesi quadre [ ]; per es.: Cfr. F. Hegel,
Phenomenologie des Geistes, in Werke, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1975, vol. II, pp.
410 sg. [trad. it. Fenomenologia dello spirito, La Nuova Italia, Firenze 1973, vol. II, pp.
91 sgg.].
b) quando si tratta di opera (libro o articolo) già citata, non usare la formula “op.
cit.”, ma indicare il cognome dell’autore e il titolo abbreviato (senza punti di
sospensione) seguito dall’abbreviazione “cit.” in tondo; per es.: Marx, Il capitale cit.,
libro III, tomo II, cap. XLVIII, p. 1102.
c) quando una nota rimanda alla stessa opera citata nella nota precedente, usare
la formula “ivi” (in corsivo), fornendo le indicazioni di vol., cap., par. e p.; per es.: Ivi,
vol. II, p. 270. Se invece le indicazioni non sono variate, utilizzare “ibid”.
d) se la nota rimanda a un periodico citato nella nota precedente, usare la formula
“ivi” (in tondo) invece del titolo del periodico;
e) se l’autore è lo stesso della citazione precedente, ma cambia il titolo, usare “ID.”
(o "EAD." se donna; "IID." se molti); per es.: Id., Lineamenti fondamentali di critica
dell’economia politica, Einaudi, Torino 1977, vol. I, p. 344.
f) citazione di relazioni a convegni: scrivere, dopo il nome dell’autore e il
titolo, “relazione al convegno”, titolo del convegno in tondo tra virgolette caporali,
luogo, data; per es.: L. Talamona, Politica dei prezzi ed economia socialista,
relazione al convegno «La politica dei prezzi nei paesi dell’Est», Firenze, 5-9
maggio1967.
g) citazioni di tesi di laurea: scrivere dopo il nome dell’autore e il titolo, “tesi di
laurea”, l’università, la città, la facoltà, l’anno accademico; per es.: Guido Rossi,
Problemi di mercato nell’industria farmaceutica, tesi di laurea, Università di Bologna,
Facoltà di Economia e Commercio, a. a. 1968-69.
h) Eventuali altre indicazioni bibliografiche nel caso si tratti di dissertazioni, o
pubblicazioni on-line (per le quali è prevista la specificazione della data di
consultazione a causa della volatilità dei siti), in modo che si ottenga più facilmente la
disponibilità di riproduzione di un’opera altrimenti difficilmente reperibile.
Punteggiatura:
In chiusura di titoli e sottotitoli si preferisce non concludere con il punto fermo, che
invece deve chiudere sempre le note a piè di pagina;
Nelle frasi con virgolette e parentesi:
a)
i segni di interpunzione verranno posti dopo la chiusura delle parentesi o delle
virgolette;
b)
se, in fine frase, vi sono delle virgolette o delle parentesi di chiusura dopo i
puntini di sospensione o dopo un punto interrogativo, al loro esterno il punto
fermo viene soppresso;
c)
se la frase termina con con un’abbreviazione seguita da parentesi o virgolette di
chiusura, il punto finale dopo le medesime viene mantenuto;
d)
nell’eventualità che un esponente di nota si riferisca all’intera frase tra virgolette
o tra parentesi, esso verrà posto dopo le medesime e il punto finale viene
mantenuto;
e)
f)
gli esponenti di nota vanno collocati sempre prima del segno di interpunzione;
mai inserire la virgola prima della parentesi di apertura.
Puntini di sospensione
Sono sempre tre (e si compongono nel simbolo corrispondente) e dopo di essi si
omette il punto fermo:
a)
se seguono una abbreviazione, fra questa e i puntini si lascerà uno spazio;
b)
per indicare un taglio all'interno di una citazione i tre puntini sono posti tra
parentesi quadre;
c)
non iniziare e concludere una citazione con i puntini di sospensione;
Numeri
I numeri ordinali vanno sempre in maiuscoletto tranne quando siano riferiti al nome di
un monarca o affine.
I nomi di unità di misura (lunghezze, quantità, capacità ecc.) saranno scritti per esteso
quando siano sporadici e non si tratti di testo scientifico; comunque anche se dovessero
venire abbreviati, non vengono seguiti dal punto e si presentano in caratteri minuscoli.
Migliaia:
entro 9999 senza spazio; oltre, con il punto tra le migliaia
Discorso diretto e dialogo
Nel discorso diretto e nei dialoghi si possono usare sia le virgolette caporali (con
conseguente gerarchia di eventuali virgolette interne, «… “… ‘…’ …”…»), sia i trattini
didascalici (–).
Nel caso delle virgolette la punteggiatura segue le regole già definite nel precedente
paragrafo; invece nel caso dei trattini didascalici in un testo intercalato da battute di
dialogo e incisi la virgola e il punto e virgola precedono sempre il trattino, mentre il
punto che conclude il discorso diretto va sempre dopo il didascalico di chiusura. Se le
battute si susseguono rapide andando a capo si omette il trattino di chiusura.
Le frasi pensate e il discorso indiretto vanno sempre tra virgolette caporali.
Nel caso particolare delle battute di un testo teatrale (o simile) ci si attenga alla
seguente convenzione: personaggio (in maiuscoletto), tabulazione, testo della battuta,
didascalie in corsivo (eventualmente tra parentesi).
Altre indicazioni tipografiche
Non applicare mai le opzioni di sillabazione automatica né le opzioni di numerazione
automatica (per serie di paragrafi, elenchi, titoli interni ecc.). Da evitare: doppi spazi tra
le parole e, soprattutto, dopo un punto fermo; spazi bianchi prima di un segno di
interpunzione, o la mancanza di uno spazio dopo un segno di interpunzione (si possono
eliminare con una ricerca automatica); i rientri all’inizio di un capoverso ottenuti con
una serie di spazi o con il tasto di tabulazione.
Evitare di consegnare il file di Word con traccia delle revisioni effettuate, come
consentito da alcune opzioni del programma.
Non inserire spazi tra un’apertura di parentesi e la prima lettera della prima parola entro
parentesi, né tra l’ultima lettera dell’ultima parola e la chiusura di parentesi; lo stesso
vale per tutte le virgolette, gli apici (esponenti di nota compresi); anche in questo caso si
possono eliminare con una ricerca automatica.
Il trattino breve (“-”) verrà usato per unire due parole (es.: “storico-filosofico”, senza
spazio tra una parola e l’altra). “Ex” non va seguito dal trattino ma da uno spazio,
mentre tutte le preposizioni tipo “post”, “ante”, “pre”, “ultra”, “infra”, “iper”, “super”
non vanno seguite da un trattino, ma si uniscono al lemma di cui modificano il
significato creando un'unica parola.
Il trattino lungo, detto didascalico (“–”, preceduto e seguito da uno spazio), verrà usato
per separare frasi in funzione parentetica o sospensiva (incisi).
Usare “È” (“e” maiuscola accentata) e non “E’” (“e” maiuscola seguita da apostrofo). Si
raccomanda, in generale, la correttezza dell’accentazione delle vocali (per es.: “cioè” e
“perché”), così come nell’uso degli apostrofi (es.: “un po’ di più”).
Per gli omografi non è previsto accento, salvo i casi di evidente ambiguità. Il plurale
delle parole terminanti in -io diventa -i se non accentato (principi), -ii se accentato
(rinvii).
Naturalmente per i termini in lingua vivono gli accenti originali.
Sebbene non sia un errore usare la “d” eufonica quando le due vocali congiunte dalla
“e” (o dalla “a” o della “o”) non siano le stesse, è preferibile scrivere “a Empoli”,
piuttosto che “ad Empoli”. Da notare, tuttavia, che vi è perlomeno un’eccezione a
questa “regola”: “ad esempio” suona meglio di “a esempio”, ma è ampiamente
sostituibile da “per esempio”, che è preferibile. Invece è errato anteporre una “ d”
eufonica a una parola che inizi con “h”.
Per menzionare un secolo si tende a usare la dicitura in numeri romani in maiuscoletto
(ad es. “xx secolo” piuttosto che “ventesimo secolo” o “Ventesimo secolo”). Le decadi,
invece, andranno indicate per esteso e con maiuscola iniziale (ad es. “gli anni
Sessanta” e mai “gli anni ‘60”; il "Settecento" e mai il ‘700); allo stesso modo è
sconsigliato usare l'apostrofo al posto dei secoli per indicare un anno, quindi 1934 e non
'34.
Quando una data non è sicura, si eviti l’abbreviazione ca. o peggio c.a, e tantomeno
maiuscoletti, ma semplicemente si premetta semplicemente “circa” all’anno dubbio.
I santi vanno scritti per esteso e non con abbreviazione di “s” puntate e tantomeno
maiuscole, trattandosi di nomi comuni.
Didascalie
Comporre tondo alto/basso, nessun punto dopo il titolo; per es.: Fig. 1. Il titolo della
figura
Tab. 1. Il titolo della tabella Graf. 1. Il titolo del grafico
Abbreviazioni più comuni
%
per cento (salvo che in un elenco statistico o in tabella)
ad esempio
non abbreviato (preferibile la forma "per esempio",
anche perché si tenderebbe a eliminare la "d" eufonica)
anno accademico
a.a.
avanti Cristo
a.C.
capitolo, capitoli
cap., capp.
circa
non abbreviato
confronta
cfr.
dopo Cristo
d.C.
eccetera
ecc. (senza punteggiatura prima)
edizione
ed.
edizione originale
ed. or.
fascicolo, fascicoli
fasc.
figura, figure
fig., figg.
ibidem
ibid.
Idem
Id.
manoscritto, manoscritti ms., mss.
non numerato
n.n.
nota dell’autore e nota del traduttore = [N.d.A.] e [N.d.T.] (in corsivo)
numero, numeri
n. nn. (“nota” e “note” non vanno abbreviati)
nuova serie
n.s.
pagina, pagine
p., pp.
paragrafo, -fi
§, §§
recto, verso
r, v seguente, seguenti sg., sgg. senza data s.d.
senza luogo
s.l.
tabella, tabelle
tab., tabb.
traduzione
trad.
traduzione italiana
trad. it.
vedi
non abbreviare, e sostituire dove possibile con cfr.
volume, volumi
vol., voll.