è venuto il momento... - giornale della cinofilia

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è venuto il momento... - giornale della cinofilia
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N° 32 - Gennaio 2010
È VENUTO IL MOMENTO...
di Cesare Bonasegale
La presa di coscienza delle nostre responsabilità per affrontare la crisi delle cinofilia nel mirino degli animalisti.
I cinofili devono essere fautori della scelta di validi rappresentanti in sede istituzionale.
È venuto il momento della resa dei
conti, il momento dell’autocritica.
È venuto il momento di smetterla
col gioco dello scarica barile nella versione “rovescia”, preferita dagli italiani.
Perché se “scaricare” evoca il passaggio del peso da chi sta sopra a
chi sta sotto, da noi c’è invece l’inveterata abitudine di trasferire le nostre responsabilità sulle spalle di chi
è sopra di noi.
Ragion per la quale, sentirete sempre dire che se l’Italia va male, la
colpa è di chi ci governa ... e non
nostra per aver eletto degli incapaci
(o peggio!).
Parallelamente in materia di cani,
l’esercizio più frequente è di attribuire all’ENCI l’onere dei guai della
cinofilia.
Ma l’ENCI non è un’entità astratta,
l’ENCI ha la faccia, il nome ed il
cognome di coloro che noi abbiamo
eletto, di coloro che son venuti a bussar la nostra porta per quella delega
che abbiamo conferito. Quindi conosciamo molto bene quelle persone ed altrettanto bene conosciamo i
loro meriti ed i loro limiti, malgrado i
quali li abbiamo fatti oggetto della
nostra scelta, a volte motivata da pigrizia, da leggerezza o dallo scambio
di benevolenze.
È venuto il momento di troncare
questo tipo di accondiscendenza.
Si dirà che sono state scelte obbligate ... perché questo passa il convento: ed è vero, in virtù di uno scellerato sistema elettorale dell’ENCI
che ha sottratto ai cinofili la libertà
delle loro scelte.
Ma proprio per questo dobbiamo
alzare il tiro delle nostre rivendicazioni, esigendo che vengano incluse
nella lista dei candidati persone che
ci rappresentino degnamente, che
entrino in Consiglio uomini che sono
portavoce dei nostri interessi e non
obbedienti lacché di chi mena la danza; all’ENCI dobbiamo mettere Consiglieri che combattono per la nostra
causa ... e non personaggi destinati
ad essere dei “signorsì” o che pensano solo a dispensare favori personali con cui ricompensare il voto di
chi li ha eletti.
Del resto, in ogni sfera sociale la tendenza è di evitare “le rogne”, di pensare ai propri interessi, di prendere
comode scorciatoie.
Ma se non c’è chi strepita, chi fa
sciopero, chi scende in piazza, potete star certi che nessuno si farà carico della causa altrui.
Quindi se i cultori di una razza stan-
no in silenzio, all’ENCI nessuno
prenderà a cuore i loro interessi, perché oltretutto in viale Corsica hanno
altro a cui pensare e non è certo
ipotizzabile che quel manipolo di
Consiglieri (già tanto impegnati a fare
il giudice) possano autonomamente
occuparsi dei singoli problemi delle
400 razze di cui l’Ente tiene i Libri
Genealogici.
Ecco perché dico che la svolta deve
venire dal basso, da noi tutti, da una
presa di coscienza delle nostre responsabilità.
È venuto il momento di riscoprire
il vero scopo delle Società Specializzate che non può esaurirsi nell’organizzare “Speciali di razza” e Raduni quali palcoscenici su cui esibire
l’oggetto di vanità di concorrenti e
giudici.
È venuto il momento per le Società Specializzate di pensare
innanzitutto alla difesa delle razze
anche in sede istituzionale. E per tali
funzioni non dobbiamo eleggere alla
guida dei sodalizi il giudice che sarà
benevolo con il nostro cane per ricompensarci del voto accordatogli,
ma dobbiamo scegliere persone che
abbiano la capacità culturale e professionale per ricoprire incarichi di
alto profilo e che a loro volta impon-
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gano nel Consiglio Direttivo
dell’ENCI persone che siano effettivamente il portavoce degli interessi
della Società Specializzata a cui siamo iscritti.
Se invece in periferia vengono elette
persone che nulla hanno mai fatto per
il bene della cinofilia, che non hanno
capacità manageriali, che non sanno
spiattellare tre parole in croce... ebbene le nostre speranze andranno
certamente deluse!
Quindi, se in futuro i cultori dei Continentali da ferma non vedranno
insediati nel Direttivo dell’ENCI degni difensori delle loro razze, la colpa sarà dei presidenti delle relative
Società Specializzate, perché sono
stati loro ad eleggere candidati inadeguati.
Devono essere i nostri rappresentanti a portare all’ENCI le nostre
istanze.
E se non veniamo ascoltati, dobbiamo noi protestare... dobbiamo noi
ribellarci.
La scadenza di questi cruciali impegni è prossima perché le elezioni
dell’ENCI sono alle porte e saranno
l’occasione per negoziare il nostro
voto in cambio della prospettiva di
una svolta, in cambio dell’impegno
ad inserire in lista uomini affidabili per
assolvere onerosi incarichi.
Se ciò vuol dire instaurare un clima
di confronto conflittuale con l’ENCI,
ben venga la rivendicazione preventiva, piuttosto che la mortificazione
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della postuma sconfitta.
È venuto il momento in cui minoranze incazzate debbono attivarsi per
sollevare il popolo dei cinofili.
L’alternativa è una cinofilia subordinata ad una logica animalista, sovrastata da cieca emozionalità che ci
considera avversari in quanto cultori
del cane di razza e come tali (secondo loro) nemici dei poveri bastardini,
ed in cui la zootecnia può solo
irrimediabilmente soccombere.
Prova ne sia quel che abbiamo visto
nella trasmissione di Bruno Vespa sul
taglio della coda.
È la realtà che ci circonda ad imporci la ribellione.
Sono i nostri agguerritissimi nemici a
costringerci su questa strada.
Se credete che il problema sia solo il
taglio delle code, leggete i “regali”
confezionati nel disegno di legge per
la “tutela degli animali d’affezione” in
fase di definizione, proposto da
Felicetti (quello della LAV – Lega
Anti Vivisezione) e che ha l’appoggio della Leghista Signora Martini!.
In base a questo disegno di legge, se
un privato vuol fare una cucciolata,
poi non può vendere i cuccioli, perché in tal caso la sua attività deve
essere regolata per legge!
In base a questo disegno di legge i
canili dovranno essere di almeno 8
metri quadri per cane, di cui un terzo
chiuso, un terzo coperto ed un terzo
a cielo aperto; quindi se avete 6 bracchi, ci vogliono 48 metri quadri, cioè
un mezzo appartamento!
In base a questo disegno di legge se
sul furgone avete più di 3 cani, dovete identificarlo come “trasporto
animali” e se viaggiate per più di 8
ore, dovete obbligatoriamente fermarvi e ricoverare durante la sosta i
cani in luogo idoneo.
Immaginatevi un po’ come sarà facile per i dresseur fare le loro trasferte
con i nostri cani.
Quanto poi ai cani da caccia, non
esistono proprio, non vengono mai
neppure citati.
Non continuo ... ma non finisce qui...
e per i trasgressori ci sono muulte da
cavar la pelle e la galera!
Il tutto sotto l’esclusivo controllo del
Ministero della Salute, senza alcuna
interferenza del Ministero dell’Agricoltura (da cui l’ENCI dipende).
Con questo disegno di legge perciò
non ci andremo di mezzo solo noi dei
Continentali, ma anche gli “Inglesisti”
ne faranno le spese.
Quindi è venuto il momento di combattere... di combattere tutti assieme
... di combattere strenuamente.
È venuto il momento di spezzare
l’attuale circolo vizioso fatto di incuria, di pigrizia, di clientelismi che dominano la cinofila e che sono il miglior alleato di chi vuole la nostra fine.
E se i cinofili non si scrolleranno dall’attuale apatia, l’unico felice sarà
...Felicetti (quello della LAV) che
brinderà con un Martini (... pardon:
con LA Martini!).