Il colpo in canna

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Il colpo in canna
Il colpo in canna
Don Elia Orsenigo mi aveva insegnato la matematica, il rispetto quasi timoroso nei
confronti del Signore (una volta gli servivo Messa e, stranamente, aveva sbagliato la
formula della Consacrazione… subito è scoppiato in pianto, un pianto infantile…), mi
aveva anche insegnato, senza successo, a sparare con la Beretta 7.65…
A sua volta Don Romano, liberato dalla catena del diavolo, lunedì sera ha sparato il
colpo che aveva in canna.
Eravamo ad un’affollata conferenza sull’arte sacra in Villa Cagnola, i due relatori, autentiche celebrità a livello mondiale il dott. François Boespflug, e la gent.ma prof.ssa
Emanuela Fogliadini avevano finito la loro esposizione e concessa la parola al pubblico. Don Romano, come un razzo, parte dal fondo della sala, arrivato al microfono rivolge ai conferenzieri due impegnative domande: Leonardo da Vinci quando usa i
colori dà loro un significato religioso? Che cosa dite delle icone sulla S. Famiglia… ?
Il professore, leggendo la relazione, aveva usato un italiano piuttosto buffo per le inflessioni della sua lingua d’origine, si faceva capire molto bene. Ha usato anche
l’esempio del treno, delle fermate: puoi salire, scendere quando vuoi. Metafora delle 5 le conferenze , a ingresso libero, che ci saranno prossimamente al lunedì sera:
puoi venire anche ad una sola e capisci tutto… Rispondendo alle domande parlava in
francese con traduzione simultanea di don Eros, perfettamente a suo agio anche
dentro la sapienza effusa abbondantemente dai due luminari dell’arte sacra.
Ed è stato don Eros che ha usato nei confronti di don Romano l’espressione: si capiva che aveva il colpo in canna.
Vi può essere utile la scheda che è stata diffusa e sarà di riferimento anche nelle
prossime sere. Se venite… magari ci incontriamo… preparate il colpo in canna.
A presto don Luigi
Imparare a descrivere le immagini
Villa Cagnola, 2 marzo 2015
François Boespflug
[email protected]
Emanuela Fogliadini
[email protected]
I -Le quattro tappe della descrizione metodica di un'opera d'arte
1. oggetto (cf. cartelli dei musei): materiali e «generi artistici» (legno, pietra;
«gruppo scultoreo, pietra policroma», pittura; olio su tela; miniatura su pergamena; disegno a penna ecc.); dimensioni (45 x 33: prima l'altezza e poi la larghezza); circa 3, 3 x 1, 4 x 1, 15 m (per una statua colossale, indicazione della profondità per ultima); nome dell'artista (Annibale Carraci), quando conosciuto o il
suo nome convenzionale se non fosse noto («Maestro della Dormizione della
Vergine»), oppure "scuola veneziana, artista anonimo", o nulla; provenienza
(Emilia Romagna) e posizione originaria («libro delle ore»); data («XV secolo»,
«1258», «1220-1230 circa»); luogo di conservazione con la segnatura («Parigi,
B.N.F, ms. lat. 347, P 45») o il numero d'inventario («Inv. N° 47»).
2. contenuto iconografico: legenda e/o iscrizione, se esiste; tipo iconografico («Natività», «Trono di grazia»), descrizione dei particolari («dì tipo bizantino: il Bambino Gesù nella mangiatoia», «con Dio Padre in piedi»); tema o soggetto, schema e elementi della composizione, motivi, personaggi, gesti, posizione originaria, elementi secondari (decoro, margini, ecc.); principali referenze delle descrizioni e analisi dell'opera.
3. funzioni: cultuale, devozionale, didattica, catechetica, liturgica, dossologica, decorativa, identitaria, di prestigio, mnemonica, ludica, di propaganda, di condizionamento, ecc. (la medesima opera d'arte può avere simultaneamente o successivamente più funzioni; si indicano in ordine d'importanza o in ordine cronologico).
4. Valori: l'opera come espressione di un valore dì una società («livello iconologico»
della descrizione secondo Panofsky): un dipinto può esaltare l'amore materno, o
l'obbedienza alla Chiesa, o l'amore per la patria, o la bellezza del corpo.
II - Terminologia della descrizione: distinzioni da apprendere
1. Specie: Immagine (naturale; onirica, visionaria; letterale [metafora], plastica;
mentale, culturale), icona, emblema, allegoria, caricatura, logo, ecc.;
2. Contenuti: tema, soggetto, motivo, tipo iconografico, schema di composizione,
stile, supporto;
3. Tecniche e supporti: disegno, incisione, mosaico, pittura (su pergamena, pannello, tela, metallo; muro), ricamo, arazzo; scultura (legno, avorio, pietra; intagliata,
a rilievo, scultura), foto, immagini televisiva, video, 3D, ecc.;
4. Pratiche e modi di ricezione: aniconismo (una società, una civilizzazione, un'epoca, una corrente può essere aniconica o no). Il rapporto verso l'immagine si può
declinare con diversi gradi di favore (ìconofilia, -dulia, -latria, -mania, -fagia) e/o
dell'ostilità (iconofobia, -machia, -clasta) contro le immagini.
III -In merito ai problemi teorici della descrizione d’immagini:
1. Erwin PANOFSKY [1892-1968], II significato delle arti visive, Einaudi, Torino
2010.
François Boespflug, Le immagini di Dio. Una storia dell'Eterno nell'arte, Einaudi,
Torino 2012, pp. 14-19 (Cfr. «Precisioni terminologiche», in particolare il vocabolario di base usato dalla storia dell'arte descrivere un'opera: tema, tipo, soggetto,
motivo, schema di composizione, stile, ecc.).
2. Qualche esempio di descrizione sistematica:
François Boespflug, Il pensiero delle immagini, Qiqajon, Bose 2013; Le Regard du
Christ dans l’art. Temps et lieux d'un échange, Paris, Mame-Desclée, 2014.
3. Qualche esempio di lettura critica sull'iconografia ortodossa:
Emanuela Fogliadini - L'immagine negata. Il concilio di Hieria e la formalizzazione ecclesiale dell'iconoclasmo, Jaca Book, Milano 2013; L'invenzione dell'immagine sacra. La formalizzazione del secondo concilio di Nícea, Jaca Book, Milano
2015.