Il nuovo Miglio Rosso anno I n°4/2010
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Il nuovo Miglio Rosso anno I n°4/2010
N° 4 – Maggio 2010 [email protected] www.ilmigliorosso.blogspot.com IL MIGLIO ROSSO SPICCA IL VOLO a cura della Redazione Chi lo avrebbe detto che in così poco tempo il nostro giornalino avrebbe spiccato il volo? Tante belle notizie in questo editoriale: da oggi abbiamo una casella mail a cui tutti possono scrivere: [email protected]. Siamo presenti anche sul web con un nostro blog all’indirizzo www.ilmigliorosso.blogspot.com su cui ogni mese verranno pubblicati i numeri del Miglio e dove ognuno potrà commentare e dire la propria sulla squadra che compone la redazione e che cerca, con mille difficoltà, di fare informazione. Abbiamo deciso poi di invitare all’interno del carcere, nelle ore del corso di giornalismo, alcuni personaggi importanti del panorama veronese e del mondo del carcere che possano dare il loro contributo per focalizzare i problemi che affliggono la casa circondariale di Montorio e più in generale il sistemacarcere: sono già arrivate le prime importanti adesioni. Infine abbiamo creato una mailing-list che ogni mese riceverà il pdf del nostro giornale; tra gli indirizzi quello del sindaco, del presidente della Regione, del vescovo ecc. Ma ora basta auto-incensarci! Ricominciamo in fretta a fare quello per cui tutti siamo qui, ossia lavorare per informare e informare per formarci. A lavoro! Sommario RIFLESSIONI Affettività e libertà, di De Col Il duro, di Galanti L’ultimo saraceno, di Galanti INFORMAZIONE Un Miglio verso l’esterno Informazione e conflitto delle parti, di Cimino ARREDAMENTO Il dormir m’è dolce in questo carcere, di Cimino L’ANGOLO DELLA POESIA Sogno, di Fiore Pensiero, di Gelicrisio Un mare in tempesta, di Gelicrisio UN MIGLIO VERSO L’ESTERNO a cura della Redazione La nostra redazione apre le porte al mondo “esterno” che può darci una mano a portare tra la gente i nostri temi, le nostre battaglie di civiltà. Abbiamo pensato di invitare all’interno del corso di giornalismo e della redazione de Il Miglio Rosso, una serie di personaggi, veronesi e non, che a diverso livello posso dare un contributo importante. Persone che verrebbero in redazione e che noi intervisteremmo per poi scriverne su questo giornale. Ecco la lettera che abbiamo inviato a: Magistratura di Sorveglianza veronese; Margherita Forestan, garante delle persone private della libertà personale; Enrichetta Ribezzi, direttrice area pedagogica educativa del carcere di Verona; Flavio Roberto Carraro, vescovo emerito di Verona; Guariente Guarienti, penalista; Riccardo Arena, Radio Radicale; Flavio Tosi, sindaco di Verona; Francesco Prando, caporedattore L'Arena Gentilissimo/a signore/a, la redazione del Miglio Rosso, mensile della Terza Sezione del carcere circondariale di Verona-Montorio, al fine di approfondire giornalisticamente i temi del carcere affrontati e dibattuti sul giornale, dopo l'incontro con il direttore, dott. Antonio Fullone, sarebbe onorata di averla ospite a dei forum da tenersi durante il corso di giornalismo nel suddetto carcere. La sua autorevolezza e competenza su temi che ci sono molto vicini ci sarebbe molto utile per approfondire alcuni aspetti della detenzione, della riforma carceraria, del reinserimento nella società una volta scontata la pena. Pregandola di comunicare la sua eventuale adesione, la ringraziamo per l'attenzione e la salutiamo cordialmente. Per la redazione del Miglio Rosso Benny Calasanzio Morello Pecchioli * Abbiamo già due importanti adesioni: Riccardo Arena, avvocato giornalista di Radio Radicale, e Margherita Forestan, garante dei diritti delle persone private della libertà personale, hanno dato la loro disponibilità ad incontrarci. INFORMAZIONE E CONFLITTO DELLE PARTI Il Giornalismo transgenico di Antonio Cimino Quanti sanno cosa sia il giornalismo? Qual è il ruolo del giornalista? La risposta potrebbe essere: “Il giornalismo è l’arte di saper vendere l’informazione”. E il giornalista è colui che dovrebbe confezionare la notizia per venderla meglio. Così dovrebbe essere se fossero raccontati i fatti e non le opinioni. E allora cos’è il sano giornalismo? Ai nostri giorni la notizia è così imbevuta e arricchita di artifici che non si riesce a distinguere il vero dal falso, di evitare che essa arrivi ai lettori in modo arbitrario. La notizia ha lo scopo di informare di un fatto. Il diritto di cronaca, ossia il diritto/dovere del giornalista è di informare. Dall’altro capo della notizia c’è il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati. Il limite della verità deve essere restrittivamente inteso, dovendosi verificare la rigorosa corrispondenza tra quanto narrato e quanto realmente accaduto. Spesso la notizia riportata dai giornali, soprattutto quella legata alla cronaca nera, non è conforme alla realtà dei fatti. In alcuni casi di spessore crea allarme sociale. In questi casi la notizia arriva al lettore in maniera arbitraria. Alimenta un’opinione che sfiora il ridicolo, crea inutile psicosi nella fase più delicata, quella delle indagini. E determina pregiudizi denigratori nei confronti del malcapitato accusato. Insomma, notizie da “sbatti il mostro in prima pagina”. Questa è disinformazione. In altre parole informazione geneticamente modificata. Scritta senza che il giornalista abbia effettuato le verifiche del caso, oppure scritta per compiacere qualcuno. Il compito del giornalista è fare da tramite, da intermediario, da garante della stessa notizia. Don Zega, su Famiglia Cristiana di marzo 2010, ha scritto: “Se non si ha amore per la verità, meglio non intraprendere il mestiere di giornalista. Non si possono servire due padroni: la verità e il potere”. E’ anche da considerare un altro aspetto della questione che il giornalista non è adeguatamente informato. La domanda è d’obbligo. Marco Travaglio, accreditato giornalista, riporta sul suo libro La scomparsa dei fatti: “C’è chi nasconde i fatti perché non li conosce e non ha voglia di informarsi, trovare le notizie costa fatica e sudore. Più facile nascondere i fatti, così poi qualcuno lo ringrazia, perché sono spiacevoli, urticanti e non bisogna spaventare troppo la gente che vuole ridere e divertirsi. La verità è sempre scomoda”. Indro Montanelli, replica: “La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi. Onde evitare che l’informazione si riduca ad una semplice forma di arricchimento delle pagine dei quotidiani con superflui articoli, senza verità e senza etica, bisognerebbe reprimere il fenomeno del giornalismo transgenico. Il vero giornalismo non è mai fazioso. IL DURO di Alessandro Galanti Quella del duro è una categoria molto diffusa, facilmente riconoscibile. Non ha colore o razza, belli e brutti, tutti compresi. Lo si riconosce da molti particolari. Per esempio: non saluta mai, ti fissa, ti guarda con fare minaccioso. Se ha un po’ di potere, non manca di esercitarlo in qualsiasi modo. Se non ne ha, si comporta come se lo avesse. E’ villano, perché essere educati può essere segno di debolezza, quindi urla, non ascolta. E’ minaccioso, anche nella camminata, che è determinante per mostrarsi duro: gambe larghe e petto in fuori. Perché faccia questa fatica, lo so sa solo lui. Fondamentalmente è molto ignorante, con un condizionale, lo metti fuori uso, in quanto conoscendo solo 100 vocaboli su oltre 5000 non riesce a capire e quindi a rispondere. Lo sguardo si fa allucinato e comincia a sudare. Chi riconosce tale individuo, e ci vive e lavora insieme, dovrebbe fare in modo di limitare di far danni. Perché, per fortuna, in carcere, nell’insieme prevale il buon senso. Mi auspico che due duri di opposte fazioni si incontrino il meno possibile in quanto non potendo esserci un dialogo tra loro potrebbero nascere grossi problemi. D’altronde al duro non interessa essere intelligente, lui è un duro… E IL DORMIR M’E’ DOLCE IN QUESTA GALERA di Antonio Cimino Aria nuova in sezione: sono stati sostituiti i materassi e i guanciali. Quelli vecchi erano ormai lisi e intrisi. Intrisi di sangue, acari e umori vari. Lisi perché consumati e divorati dal tempo. Quanti detenuti hanno riposato su questi vecchi, alla faccia dell’igiene. La notizia è stata riportata anche sul sito di Ristretti Orizzonti lo scorso 10 aprile. La Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Verona, Margherita Forestan, ha finanziato la spesa dei nuovi giacigli grazie al contributo della Fondazione Cariverona. Piccole grandi cose stanno avvenendo: il cambio della nuova direzione amministrativa e l’istituzione del Garante. I detenuti sono sentitamente soddisfatti. Possono finalmente godere di un buon riposo, di materassi dove dormire e distendersi tranquillamente. Soprattutto considerando il fatto che la maggior parte del tempo è passato sul letto, usato per dormire, ma anche per guardare la televisione, leggere, scrivere e condividere una partita a carte col compagno di cella. Ora sono in progetto i lavori di ristrutturazione della palestra. Il cambio è graduale. I detenuti, nel rispetto delle buone regole, chiedono anche di poter usufruire l’utilizzo del campo sportivo una volta alla settimana invece che di due ore al mese. Una sana attività sportiva o una più lunga passeggiata, sia pure in mezzo al poco verde che c’è (sempre meglio del ristretto spazio destinato al passeggio), servirebbero a scaricare al meglio la tensione e a beneficiare di qualche minuto di attività salutari in più. AFFETTIVITA’ E LIBERTA’ di Giuseppe De Col Grande opportunità ci è stata data in carcere. Viene da fra’ Beppe l’offerta di poter partecipare a un corso chiamato “Affettività”, creato per detenuti che sentano il bisogno di migliorarsi. Un gruppo di detenuti aiutati dalla psicologa Lara e dal volontario Paolo hanno la possibilità di confrontarsi su temi importanti della loro vita. Il corso di affettività è stato per me un’occasione di riflessione, il mezzo per relazionarmi e lo strumento per rafforzarmi. Riflettendo sul cammino da me percorso fino ad ora, posso dire che il corso è stato molto significativo. Mi ha aiutato a capire che è necessario avere qualcuno che ti ascolti mentre scorri le pagine della tua vita e leggi quei capitoli che una volta evitavi. Così facendo ti incoraggi a scriverne di nuovi. La tua crescita personale sarà il modo migliore per dimostrare la forza che deriva dall’andare incontro al proprio dolore e affrontarlo, piuttosto che scappare per evitarlo. Quando vivi la verità non hai più bisogno di scappare da nulla o da nessuno perché sei disposto a sentire il dolore: la sofferenza per un trauma infantile o la perdita di persone care, la delusione per essere stato tradito. Non neghi più i tuoi problemi. Li affronti. E ciò ti pone nella condizione di risolverli, finalmente. Tutto questo, non significa che, non attraverserai mai momenti d’insicurezza, d’ansia e di paura. E’ naturale provare queste sensazioni quando si abbassano i propri scudi difensivi e ci si lascia alle spalle l’illusorio conforto della realtà. Posso dare un consiglio? Cerca sempre nel tuo cuore e nella tua mente i tuoi veri pensieri e sentimenti, anche se sarà scomodo. Parlane senza vergogna, perché sarà segno di coraggio e integrità, non di debolezza. Esorta gli altri a fare lo stesso ascoltandoli con empatia. Ricorda: ciò che ci ha dato felicità non ci condiziona, nè ci rafforza. Mentre ciò, a cui, siamo sopravvissuti e che abbiamo condiviso con gli altri, sì. Inoltre ho capito che le cose che mi sono accadute non sono state la causa di come mi sento, lo sono stati i significati che ho dato ad esse. Ne è derivato un bagaglio di metodi con cui ho fatto pressioni sugli altri, come la recriminazione, l’accusa, l’insistenza, il voler avere sempre ragione: derivano tutti dal timore. Tutto questo ha a che fare con la mia paura e mancanza di fiducia. Ho capito che nel rispetto dell’autonomia dell’altro posso sospendere il mio automatico vivere in funzione dei miei desideri ed interessi. È proprio nel mio riuscire a trascenderli almeno qualche volta, sentire la gioia di essere una persona libera dall’egocentrismo. Possiamo solo scegliere nella misura in cui crediamo di poterlo fare. Se credo di vivere in funzione dei condizionamenti della società, se penso di essere un automa programmato per reagire senza alcun spazio di libertà: allora lo sono. Detenuto in me stesso. Se, invece, davvero vivo in una situazione fisica di prigionia nessuno può impedirmi di scegliere come interpretare e come vivere nella mia mente la situazione stessa, preparandomi dentro di me per quando uscirò. Ipotizzando che l’unico valore vero della mia vita sta nel fatto che è un dono di Dio, la gratitudine manifesta la riverenza verso Dio nella maniera con la quale sa usare dei suoi doni. Prendendo cosi coscienza che il bene sta davanti a me e posso raggiungerlo, che la libertà non è un’illusione, ma un orizzonte reale di cammino umano. La pace è possibile, nonostante tutto. L’ULTIMO SARACENO di Alessandro Galanti L’ho conosciuto quando stava bene, prima della “grande beffa”: era un ragazzo che aveva sbagliato ed era disposto a pagare. Ma non per quello che non aveva fatto, ma che gli veniva contestato e lo faceva arrabbiare. Era un ragazzo colto, sensibile, dipingeva e suonava. C’era molto da salvare di lui e della sua anima. Qualcosa è andato storto, chi doveva difenderlo non lo ha fatto bene e lui è impazzito. Ho detto impazzito perché il dolore può far impazzire. E’ stato fatto molto per aiutarlo, ma non abbastanza. Lui chiese di venire nella nostra cella gli ultimi giorni di Verona e così fu. Si era calmato, ricominciava a mangiare e soprattutto si sentiva “accolto”. Dopo qualche giorno arrivò la terribile notizia: “trasferito”. In quel momento riperdeva tutto, i suoi “fratelli”, come ci chiamava, e tutti i suoi punti di riferimento. Siamo riusciti a convincerlo che forse andava a stare meglio. Non ci credevamo neanche noi, però riuscimmo a calmarlo. Il resto lo si sa, morto suicida nel carcere di Padova. Il giorno della notizia della sua morte, il giorno stesso, ricevemmo una sua lettera con richiesta d’aiuto. Troppo tardi. A casa ho un suo quadro. L’ho fatto mettere nel mio studio vicino ad una veduta del mare, quel mare della sua Tunisia dove adesso lo immagino passeggiare sulla sabbia col viso finalmente rilassato, libero per sempre. Ciao Walid. L’ANGOLO DELLE POESIE a cura di Alessio Gelicrisio* Sogno Un mare in tempesta Sono seduto dietro una finestra fatta di sbarre di ferro e con lo sguardo rivolto all’orizzonte ammiro un tramonto stupendo. Due ali svaniscono nel rosso intenso del sole, quel sole che avevo trovato sul tuo viso. Adesso in questa camera buia non mi resta che addormentarmi e cominciare a sognare per ritrovare quel viso e quel sole che mi scalda il cuore. Siamo in un mare in tempesta, ma si può star bene ad ogni ora del giorno. La nostra strada è lunga, difficile, tortuosa, ma possiamo godere delle cose belle. Basta vederle. Il loro ricordo e il loro eco rimangono nei nostri cuori. Il mare sarà sempre in tempesta la strada sarà ancora difficile ma noi non avremo più paura. Alessio Gelicrisio Marcello Fiore Pensiero Pensavo d’averti perso per sempre portata lontana da me dalla forza del vento ma ero contento. Sì, piangevo per la tua lontananza, ma nella mia sofferenza c’era per te il mio amore più grande. Alessio Gelicrisio * Chi vuole far pervenire le proprie poesie al Miglio rosso, si metta in contatto con Alessio Gelicrisio. CHI CI LEGGERA’ OGNI MESE a cura della Redazione Dopo la casella mail a cui tutti possono scrivere e un sito internet visitabile da tutto il mondo, ora Il Miglio Rosso verrà distribuito tramite una mailing list alle principali istituzioni della Regione. Di seguito l’elenco di chi ogni mese troverà nella sua posta elettronica una copia del giornale, con la speranza che da loro arrivino commenti, suggerimenti e perché no, qualche articolo. Direttore del carcere di Montorio, Antonio Fullone Assessore provinciale ai Servizi Sociali, Fausto Sacchetto Assessore comunale ai Servizi Sociali, Stefano Bertacco Assessore regionale ai Servizi Sociali, Remo Sernagiotto Garante delle persone private della libertà personale, Margherita Forestan Magistrati di sorveglianza di Verona Ordine dei giornalisti Veneto Prefetto, Perla Stancari Presidente della provincia, Giovanni Miozzi Presidente della Regione, Luca Zaia Presidente del Tribunale, Gianfranco Gilardi Procura Questore, Vincenzo Stingone Sindaco, Flavio Tosi Tribunale di sorveglianza Venezia Uepe Vescovo, Giuseppe Zenti Comando regionale dei carabinieri DA GIORNALISTI A BLOGGER Una stampata del nostro blog sul web La redazione de Il Miglio Rosso Direttore: Morello Pecchioli Vicedirettore: Benny Calasanzio Redazione: Ruggero Perer, Carlo Gasperotti, Giuseppe De Col, Antonio Cimino, Alessio Gelicrisio, Marcello Fiore, Alessandro Galanti, Cristiano Mahn Sito internet: www.ilmigliorosso.blogspot.com Mail: [email protected]