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CAMPIONATO GIORNALISMO VENERDÌ 7 MARZO 2014 9 Scuola media DON BRESCHI Massa Marittima Noi, i ragazzi di oggi. Confusi L’adolescenza è il periodo più delicato e caotico. E poi gli esami... L’ADOLESCENZA è quella fase della vita in cui si è troppo piccoli per metà dei casi e troppo grandi per l’altra metà, ma è anche la fase in cui si inizia a essere consapevoli di ciò che si è e di ciò che si diventerà. Se leggessimo il termine «adolescenza» come un acronimo, sarebbe composto dalle iniziali delle seguenti parole: amori, delusioni, orgoglio, litigare, emozioni, sabato, copiare, entusiasmo, nostalgia, zero voglia di studiare e adulti che non ti capiscono. È l’età delle prime vere «cotte», quelle per cui soffriamo la maggior parte delle volte e che non si scorderanno mai, quelle che arrivano all’improvviso e ci sbattiamo contro; l’età delle prime vere delusioni; quando si diventa orgogliosi pur restando insicuri e si impara finalmente a dire «No», ma poi segue sempre un litigio; le emozioni sono «a mille» e il sabato è il giorno più bello perché non si deve studiare; copiare la moda del momento è essenziale per sentirsi accettati; ci si sente vivi e l’entusiasmo non manca; può capitare di provare nostalgia per la mancanza di un genitore, se i genitori sono separati, o di un amico, se avete litigato; non hai nessuna voglia di metterti sui libri ma sol- PROGETTI Questa è l’età in cui si cerca di raggiungere «qualcosa» tanto di uscire e divertirti; gli adulti ti impongono regole assurde pensando di farti del bene. Viviamo negli anni dei leggins a fantasia e dei maglioncini, delle felpe a colori e dei jeans strappati e rigirati. Dei capelli tinti di nero o dalle punte colorate, dei pantaloni ab- bassati, delle stringhe nelle scarpe, della canottiera in vista e della cresta. Gli anni in cui gli insulti anonimi su «Ask» hanno più peso di un complimento. Quelli in cui sei «ganzo» solo se fumi e se non lo fai sei uno «sfigato». Gli anni dei pregiudizi e delle bestemmie troppo facili. Dei mille cuori su whatsapp e se lo incontri per strada nemmeno lo saluti. Gli anni dei «ti amo» detti anche agli amici invece dei «ti voglio bene». Della migliore amica, quella che ti capisce, ride e piange insieme a te. Gli anni di Facebook, Instagram, Twitter; delle risate per le foto senza senso. Degli sguardi d’intesa, d’amore, di disprezzo e quelli che semplicemente non riavrai mai indietro. Siamo nel tempo degli «ora l’ammazzo» o degli «ammazzati prof». In cui ti vedi grassa e pesi solo quaranta chili. In cui un messaggio può cambiarti la giornata. E’ il tempo di prendere il treno sbagliato e di programmare il viaggio della maturità a New York che sogni da sempre, il momento in cui la musica rap e techno-house sembra interpretare i tuoi stati d’animo, quello in cui nulla è definitivo e va bene così. Dicono di noi che vogliamo tutti diventare calciatori e veline, ma non è così: dall’animatrice per bambini al geometra, dall’attrice, al medico, al carabiniere, le nostre aspettative son tutte diverse e in continua evoluzione. Non abbiamo paura di crescere e non ci spaventa il mondo degli adulti. La nostra unica vera preoccupazione, per il momento, è quella di essere ammessi agli esami di Stato! RIFLESSIONI I PROBLEMI SEMBRANO INSUPERABILI, POI BASTA PENSARE AD ALTRE ZONE DEL MONDO Un’età complicata. Ma in realtà siamo fortunati INSIEME Un look «omologato» aiuta a sentirsi accettati ADOLESCENZA... il periodo degli amori, delle stupidaggini e degli esami ... il periodo in cui ci formiamo, in cui sperimentiamo, il momento in cui sembra non essere mai abbastanza il tempo per sognare, per vivere tutte le esperienze, anche a rischio di commettere degli sbagli. Sì, perché si cresce anche attraverso gli errori. Vivere questo momento non per tutti è facile. Nelle zone più povere del mondo, i ragazzi sono costretti a lavorare, non possono andare a scuola, non possono avere degli hobbies o fare sport e, molto spesso, vengono sfruttati. Un’infanzia e un’adolescenza negate sono un crimine per l’umanità. Perciò, ci riteniamo ragazzi fortunati noi che abbiamo potuto frequentare un percorso di studi, nonostante ci lamentiamo continuamente e talvolta detestiamo dover passare anche poche ore sui libri. Ora, arrivati in terza media, possiamo scegliere liberamente una nuova scuola: Liceo, Istituto Tecnico o Professionale: sono tante possibilità che ci vengono offerte e che sono un passo importante per progettare il futuro. Senza farsi influenzare, decideremo secondo i nostri interessi: dovremo dimostrarci ragazzi responsabili, autonomi, maturi, poiché ogni genitore fa dei sacrifici per realizzare i nostri desideri. I primi tempi nella nuova scuola non saranno facili, sia per chi ritroverà compagni delle medie, sia per quelli che andranno da soli. Il confronto sarà con ragazzi molto più grandi di noi, e ci sentiremo come quando, arrivati in prima media, vedevamo quelli di terza. Ma come ci siamo creati degli amici allora, ce ne faremo di nuovi anche adesso, cercando sempre di seguire le orme di chi aiuta il prossimo o difende gli amici, emarginando i furbi e i poveri «bulletti». LA REDAZIONE LA PAGINA è stata realizzata da Avellini Elliot, Banchi Federico, Bartolozzi Anna, Bizzarri Ghirish, Carli Tommaso, Di Santo Camilla, Ciurli Costanza, Fidanzi Filippo, Kasami Azra, Kasami Imer, Mazzocco Andrea, Mazzuoli Maiker, Micci Pietro, Pinna Michela, Poli Lorenzo, Ramanovski Ramadan, Ravaglia Elia, Sigismondi Viola, Silvestri Aurora, Sozzi Jessica, Vanni Emma, Vinciguerra Giacomo (3 A; professor Luigi Massimo); Allegretta Angelica, Arifi Fazile, Bindi Virginia, Cappellini Giacomo, Caricato Sofia, Donati Matteo, Falaschi Camilla, Falzone Gabriel, Hernandez Riccy Melissa, Meta Xhorxhina, Montomoli Giada, Orioli Linda, Paradisi Omar, Radi Michele, Rahmani Adil, Reyes Grullon Annery Fernanda, Righi Samuele, Santini Tommaso, Sejdijaj Bedrije, Spina Sofia, Testi Alice, Val Bagnasacco Sara, Volpi Lorenzo, Zocchia Andrea (3 C; professoressa Maria Miche- la Troisi); Ammirati Giuliana, Baldanzi Teo, Bernini Chiara, Cappellini Niccolò, Donati Gianni, Dragomir Gabriel, El Gamrani Jasmine, En Nachad Oumaima, Ferri Jacopo, Galeotti Benedetta, Giafaglione Sara, Hila Antonio, Ismani Isra, Lombardi Perla, Marchetti Giacomo, Mazzei Veronica, Montauti Arianna, Pazzagli Filippo, Pippi David, Rahmani Farie, Salvadori Tommaso, Selmani Tejshe, Sozzi Azzurra, Ulivelli Marco, Ventura Samuele, Veliu Arzie, Zucca Yari (3 B; professoressa Simonetta Noè). FUTURO Superiori, stiamo arrivando L’INCERTEZZA della decisione, il timore di sbagliare, l’entusiasmo per quello che ci aspetta: tante emozioni mescolate assieme nell’affrontare la scelta del dopo-scuola media. E’ un’altalena tra curiosità del domani e nostalgia del presente che scappa velocemente e sembra superato per sempre (ma come la mettiamo con gli esami?): la fatidica iscrizione sembra già un «rito di passaggio», il passaporto da timbrare per passare dal livello di ragazzini a quello di adolescenti. Ma per noi di 3˚B, quest’anno, c’è una novità: è quella di avere le nostre compagne Azzurra e Giuliana nel ruolo di «inviate speciali» nel «paese sconosciuto» delle Superiori, sperimentando un «percorso misto», in cui alternano momenti di frequenza in classe con noi e nella classe prima E dell’Istituto Superiore Enogastronomico: unica guida, l’insegnante di sostegno. La curiosità è grande e non ci resta che chiedere loro qualche informazione che ci aiuti a sapere qualcosa di più, che ci prepari e ci rassicuri. Ed allora: «Che ve ne pare delle Superiori?» «Tutto bene, solo ci dispiace che lì non saremo più in classe tutti insieme». «Lo studio è difficile?» «Al Professionale, ci sono molti laboratori dove si può fare pratica». «Che consiglio potreste darci?» «Quello di stare tranquilli: non c’è niente di cui preoccuparsi!» ••