LAICI CARISMA SPIRITUALITA`

Transcript

LAICI CARISMA SPIRITUALITA`
LAICI CARISMA SPIRITUALITÀ
L'OBBEDIENZA NELLA REGOLA DI SANT’ANGELA Cap. VIII
Suor Paola Paganoni
C'è una singolarità che colpisce subito in questa Regola di Angela Merici: è strano che
il capitolo dell'obbedienza sia posto come il primo dei consigli evangelici, prima
ancora della Verginità- quasi a rimarcare che la vocazione cristiana, e in particolare
quella della verginità, a cui Angela si riferisce, è primariamente obbedienza, è
adesione ad una volontà che ci trascende e che diventa dono, grazia per noi,
accoglienza, iniziativa di Dio nella nostra vita.
"È meglio obbedire che offrire sacrifici" (Reg. 8,11) e ancora: "L'obbedienza è nell'uomo
come una grande luce che fa essere buona e accetta ogni opera" (Reg. 8,7-8).
Obbedire è, soprattutto, un atto di fede. Un atto d'amore. Un prestare a Cristo la propria umanità in quello che ha di più
grande - la volontà e la libertà - affinché se ne serva per compiere il suo mistero di redenzione.
Il riferimento è sempre a Gesù Cristo che ci dona lo Spirito Santo, che ci persuade a sottomettere il cuore
nell'obbedienza della fede.
L’obbedienza è la disposizione cordiale, cioè del nostro cuore, con cui noi permettiamo a Dio di essere realmente
Dio nella e della nostra vita: il Signore a cui possiamo dire il nostro Amen! – come fece Maria, la Madre di Dio.
“Mi fido a tal punto di te che accetto la Tua volontà, il disegno che Tu, Signore, hai su di me!”.
L’obbedienza è nell’uomo, allora, come una grande luce, è la luce della certezza che siamo nelle mani, anzi tra le
braccia di un Dio che ci ama di un “amore folle”, come dice Cabasilas!
Dio ci ama, si è incarnato ed è morto per noi e ora aspetta il tuo amore. Non puoi amarlo e donarti a Lui che
nell'obbedienza. L'obbedienza diviene l'espressione definitiva dell'amore cristiano.. nel riconoscere Lui come tuo
unico Signore da “ascoltare, ob-audire”.
Modello di obbedienza alla volontà del Padre, e quindi modello di obbedienza per ciascun fedele è il Cristo,
obbediente al Padre fino alla morte. Così come Egli è modello di autorità intesa come servizio dei fratelli.
Per parlarci dell’Obbedienza Angela non parte, quindi, dalle cose minute, ma dalla vera obbedienza che è la capacità di
accogliere l'iniziativa di Dio nella nostra vita.
Si esorta ancora ognuna a praticare la santa obbedienza, sola vera abnegazione della propria volontà, la quale è in noi
come un tenebroso inferno.
Si esorta… È un'esortazione, non un comando. L'obbedienza riguarda la volontà, cioè l'atto libero dell'uomo, e Angela
non comanda alla volontà. Nel suo rispetto per la persona umana, consiglia, propone. Non impone.
Subito chiarisce, precisa l'argomento di cui parla: della "santa obbedienza", e non di qualche tipo di obbedienza
puramente secolare.
"Santa obbedienza" perché per Angela l'obbedienza è profondamente teologale: è subordinazione assoluta della
volontà propria a quella di Dio.
Ma è assai sorprendente sentirla aggiungere che questa obbedienza consiste nel rinnegare la propria volontà, "la quale
è in noi come un tenebroso inferno". Ma che la volontà sia "in noi come un tenebroso inferno è cosa difficile da capire
e questa espressione pare strana in bocca ad una donna così “piacevole ed umana”, dolce, come Angela.
Infatti abbiamo già notato più volte l'attento e costante rispetto della Madre per la libera volontà di ogni persona.
Come mai, allora, Angela, così rispettosa della persona e della personalità delle sue figlie, così attenta a non ledere i
loro diritti, così vigilante sulla loro libertà di scelta, (lei che aveva posto come condizione per l'ingresso nella
Compagnia la "propria volontà"), come mai poteva paragonare la volontà dell'uomo al "tenebroso inferno"? E come
mai l'obbedienza, che mi violenta, che mi limita nell'esercizio. della mia libertà, potrebbe essere in me "a modo d'una
gran luce"?
È soltanto con la sapienza evangelica che si può comprendere questa dinamica: la mia volontà può farsi inferno dentro
di me quando essa si pone in antitesi con la volontà di Dio, se io la esercito in maniera autonoma da Lui, se non Gli
permetto di essere Dio nella mia Vita….se l’amore per me (la filautia dei Padri) sostituisce quello per Dio.
È il discernimento che Cristo si portò dentro tutta la vita terrena: "Non sono venuto a fare la mia volontà, ma quella del
Padre mio ... "e che ebbe il suo culmine nel Getsemani: "Padre, se vuoi ... tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua
volontà" (Lc 22,42). Per questo dice Gesù Cristo: "Non veni facere voluntatem meam, sed eius qui misit me Pater" (Lc
5,30)
Infatti l'obbedienza è nell'uomo come una grande luce, che rende buona ed accetta ogni sua azione;
In certi momenti, soprattutto, lo scontro della volontà umana con la volontà divina è evidente. È quando mi riesce di
1
aderire alla volontà di Dio, che l'anima si libera dalla nebbia della colpa o del mio giudizio; è proprio quando entro nel
progetto di Dio che in me si fa la luce. È, allora, lo spirito di fede che mi fa incontrare Dio e i suoi desideri verso di me,
nella mia responsabilità .
L'obbedienza può essermi, sì, un limite e un freno che il mio giudizio personale rifiuta. Eppure è il criterio esatto di
valutazione: "Melior est enim oboedientia quam victimae" è scritto nella Bibbia. Restare nella linea dell'obbedienza,
della volontà del Padre, del suo progetto, è migliore delle mie intenzioni, e perfino del mio profetismo. Angela dirà più
avanti quali sono i criteri per evitare le confusioni tra profetismo autentico e illusioni.
E i sacri canoni dicono: "Nullum bonum est extra obedientiam"; cioè: ogni cosa nostra, perché sia buona, dev'essere
fatta secondo questa obbedienza.
La Santa entra, poi, nei dettagli: a chi dobbiamo obbedire?
"Ognuna voglia obbedire: prima ai comandamenti di Dio, poiché dice la scrittura: 'Maledictus qui declinat a mandatis
tuis'; cioè: maledetto colui che non osserva i tuoi comandamenti" (Sl 118, 21)......
Poi obbedire "a quello che comanda la santa madre Chiesa, perché, dice la Verità che è Gesù Cristo: Qui vos audit
me audit, et qui vos spernit me spernit".
Angela non ha alcuna difficoltà a riferire queste parole alla Chiesa; così dunque, chi ascolta la Chiesa ascolta Gesù,
"Qui vos audit..... ". E si nota, soggiacente all'espressione, il significato originale della parola "obbedire", in latino
“ob-audire”. Obbedire è prestare l'orecchio alla Chiesa.
Dirà decisamente, nel I Ricordo: :"Tenete l'antica strada e l'usanza della Chiesa". Per lei Cristo e la Chiesa non possono
essere separati. La Chiesa non ha altra luce e altra verità all'infuori di Cristo. Secondo un'immagine cara ai Padri della
Chiesa, la Chiesa è come la luna che riceve tutta la luce dal sole, Cristo.
Terzo: obbedire al proprio vescovo e pastore, e al proprio padre spirituale.
Mettiamo insieme la Chiesa e i superiori ecclesiastici, e questi nella misura delle loro competenze. Angela richiama
alla pratica dei precetti (oggi includerebbe anche gli insegnamenti del Concilio e del magistero pontificio).
Angela stessa non aveva sicuramente alcuna difficoltà ad accettare e riconoscere il ruolo di autorità dei vescovi e del
clero nella Chiesa, nonostante i crescenti rimproveri e gli attacchi lanciati contro di essi dagli ambienti protestanti.
Questo atteggiamento appare ancor più degno di nota, se consideriamo lo stato deplorevole, le insufficienze e gli
scandali tanto dell' episcopato che del semplice clero di allora. Si era ancora lontani dai decreti riformatori del Concilio
di Trento che, del resto, sarebbero entrati in vigore solo molti anni dopo la morte di Angela. La diocesi di Brescia era,
tanto per chiarire, un tipico esempio di assenteismo e di nepotismo.
Seguono le altre obbedienze: e ai governatori e alle governatrici della Compagnia.
I governatori (cioè quei quattro uomini incaricati di sbrogliare le questioni materiali, erano intellettuali, notai, molto
rispettati nella società bresciana, e per ciò stesso degni di essere obbediti.
Anche per le governatrici, Sant’Angela, nei Ricordi, non parla mai di un'obbedienza cieca o irresponsabile: in casi
particolari Angela riconosce il diritto di intervenire per chiarire una situazione, per far modificare una decisione. Pur
sempre tutto con buon criterio e maturità di sentimento. "Dappertutto conservate onore e rispetto alle vostre madri,
considerando che, se Dio comanda che si debba onorare il padre e la madre camali, tanto più si devono apprezzare le
madri spirituali. Pertanto, fate in modo che godano sempre di stima e di rispetto presso le vostre figlioline ..."
(3° Ric. 10-11).
Si può dunque dedurre il diritto-dovere del dialogo: diritto e dovere da entrambe le parti. Sotto la mozione dello Spirito
Santo; lo vedremo poi. \ "Obbedire anche alle leggi e agli statuti dei reggitori, e ai governatori degli Stati". È evidente
che Angela attende dalle sue figlie che siano cittadine rispettose delle leggi. Abbiamo qui una testimonianza del senso
civile di Angela: il rispetto delle leggi civili stabilite da chi regge il governo del paese. Forse la riprendeva il rimorso
delle infrazioni che aveva potuto commettere lei stessa o aveva visto commettere in famiglia, al tempo delle famose
multe dei campi desenzanesi..... Le infrazioni contro il dazio dovevano apparirle come peccati contro la giustizia. Di
qui la raccomandazione di obbedire alle leggi civili.
A questa regola di obbedienza Angela aggiunge una specie di post-scriptum, sottolineando il beneficio d'una richiesta
settimanale di perdono ai genitori o agli altri superiori. Sarà questo, certo, un test di vera obbedienza; ma contribuirà
soprattutto all'armonia e alla pace in famiglia, o, come dice Angela, a "conservare la carità". Ed ecco ora il passo
inaspettato, sconvolgente per la sua modernità e chiarezza tanto da essere stato censurato, per paura, da san Carlo
Borromeo: ecco la gemma preziosa di tutto il capitolo, la chiave interpretativa di tutta la spiritualità di Angela:
14. E sopra tutto: obbedire ai consigli e alle ispirazioni che di continuo ci suscita nel cuore lo Spirito Santo;
15. la cui voce sentiremo tanto più chiaramente quanto più purificata e monda avremo la coscienza.
16. Lo Spirito Santo, infatti, è colui che (come dice Gesù Cristo) "Docet nos omnem veritatem"; cioè: insegna
a noi ogni verità.
Angela ha enumerato tutte le autorità cui è dovuta l'obbedienza; si volge ora verso “l’Autorità suprema” lo Spirito
2
Santo, maestro e guida per eccellenza nel delicato campo del discernimento; lo dirà citando il vangelo di san Giovanni
e le parole di Cristo sulla venuta dello Spirito Santo: "Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità
tutta intera" (Cap. 16, v.13). Nel 7° Ricordo, non esiterà a dire che le Orsoline saranno capaci di "fare vita nuova" sotto
l’ispirazione dello Spirito Santo. (v. 22). Ma non sentiremo le sue ispirazioni e i suoi consigli, se non avremo
"purificata e monda la coscienza". "Noi". Qui ancora Angela rivolge anche a se stessa la sua esortazione.
Ritorna nello stesso tempo ad uno dei suoi temi favoriti, quello della purezza verginale del cuore e della coscienza. Il
Cozzano insiste sull' argomento di questa sezione nella risposta: "Da poi in questo è mirabil la obedienza: che a fozza
nova et speciale Dio dà et promette, nel core di quelli che voleno vivere sotto questa obedienza, la continua voce di
Spirito Santo, alla quale di continuo abbiamo a obedire nel saperse governare, stando così nel tempestoso mare de sto
seculo".
Per vivere questa Obbedienza sarà di massima importanza tenere purificato il cuore…. non sarà facile…. Sarà opera di
una assidua vigilanza, di custodia del cuore, di discernimento continuo..... Se non si è in questo atteggiamento interiore
non si può essere sicuri di capire esattamente la voce dello Spirito Santo. Dobbiamo sforzarci di rimuovere gli ostacoli
che si interpongono fra noi e Dio, cioè fra la sua volontà e la nostra.... Dobbiamo ristabilire l'unità interiore della
verginità mericiana che è verginità dello spirito, verginità del cuore, un cuore unificato!
La concezione dell'obbedienza di sant'Angela dice la sua grandezza. Se veramente noi vogliamo amare Dio
bisogna che permettiamo a Dio di farsi così presente nella nostra vita da dirci sempre che cosa fare e così
ascoltarLo ed aderire ad ogni istante a Lui.. Obbedienza davvero nel senso di ob-audire, ascolto dello Spirito Santo!
Il capitolo si chiude meravigliosamente. L'obbedienza è dovuta a Dio e Dio si fa presente in modo diverso dentro di
noi. Sant'Angela ci chiama a una attenzione delicata alla sua azione segreta nel centro del nostro cuore abitato.
Rileggiamo ancora questi versetti per assaporarne la novità e la straordinarietà… sono dettati da una donna del
500!
Queste parole di sant'Angela sono fra le più nuove e straordinarie di tutta la Regola. Straordinario è prima di tutto
l'accento e straordinaria la dottrina. L'obbedienza a Dio che ci parla nel cuore è l'obbedienza che è raccomandata «sopra
ogni altra» e «sopra tutto».
L'obbedienza a chi comanda e dirige esternamente potrebbe essere o divenire puramente formale, se non è anche
obbedienza allo Spirito che muove interiormente l'anima. Straordinaria la dottrina perché sant'Angela insegna che tutta
la vita è guidata dall'azione dello Spirito: «di continuo» Egli consiglia e ispira. È dunque a una dipendenza continua e
totale all'azione dello Spirito che viene praticamente assimilata la vita spirituale, dipendenza che può essere vissuta
tuttavia solo nella misura che il cuore, purificato dal peccato, può percepire questa azione segreta. In sant' Angela si
concilia l'obbedienza all'autorità esterna con la docilità all'azione dello Spirito. Essa non mette in opposizione l'azione
dello Spirito nel cuore dell'uomo all'autorità che comanda dall'esterno.
Sant'Angela riconosce l'azione segreta dello Spirito in ogni persona. Uno solo di fatto è lo Spirito che, come guida
interiormente ciascuno, così guida tutta la Chiesa, Corpo di Cristo. Non vi può dunque essere opposizione fra
l'ispirazione della grazia e l'obbedienza alla Chiesa. Come conciliare l'obbedienza alla Chiesa quando quello che ci
vien comandato sembra andar contro a quello che il Signore sembra ci chieda interiormente? E come conciliare quello
che il Signore ci chiede interiormente con quanto invece sembra chiederci attraverso gli avvenimenti e le persone?
È assolutamente impossibile che le ispirazioni dello Spirito Santo possano andare contro la volontà esplicita e solenne
di Dio, che ci vien comunicata dalla Chiesa. Altrimenti lo Spirito Santo non sarebbe d'accordo con Se stesso.
Quello che stupisce in sant'Angela è proprio la dottrina di un magistero interiore dello Spirito che, essendo continuo,
accompagna e conferma l'esercizio dell'autorità e impedisce che l'obbedienza, divenendo puramente esteriore, non sia
più atto di amore e di libertà. Ci possono essere ispirazioni che sembrano andare contro la volontà dei superiori o
almeno contro l'inerzia dell'autorità. I Santi non sempre sono comodi, obbedire allo Spirito può voler dire, non certo
disobbedire, ma suscitare fermenti, costringere i superiori a essere più attenti, a impegnarsi di più, a liberarsi, a esser
pazienti e comprensivi. L'ispirazione interiore può farti strumento di riforma, ma sempre nell'amore.
La missione si riceve dalla Chiesa, ma è compiuta essenzialmente nella fedeltà e docilità alle ispirazioni interiori. I
superiori bisogna che stiano attenti alle doti, alle capacità di ciascuno, ma anche agli impulsi segreti, all'azione dello
Spirito che muove ciascuno a un suo proprio cammino. L'autorità esteriore è chiamata a riconoscere l'azione segreta
ma reale dello Spirito, non a sostituirla.
Lo Spirito Santo che vive in ogni cristiano non dispensa alcuno dall'obbedienza alla legittima autorità; ma l'obbedienza
all'autorità suppone d'altra parte, per essere un'obbedienza cristiana, la docilità all'azione segreta dello Spirito. .
Allora si comprende meglio l’espressione: "L'obbedienza è nell'uomo come una grande luce che fa essere buona e
accetta ogni opera" (Reg. 8,7-8).
L’obbedienza è una grande luce… È l’obbedienza allo Spirito, anzi è lo Spirito l'unica luce che può illuminarmi nel
discernimento del mio agire. E, alla luce dello Spirito, riesco ad avere quegli occhi penetranti per cogliere la bellezza di
ogni cosa desiderata da Dio per me perché, con lo Spirito, la vedo come La vede Dio!
3
Decisamente Angela era fortemente in anticipo per il suo tempo.
"In conclusione: obbedire a Dio e a ogni creatura per amore di Dio, come dice l'Apostolo, purché non ci sia
comandata cosa alcuna contraria all'onore di Dio e alla propria onestà".
Obbedire a ogni creatura: è una esortazione, un appello all'apertura agli altri, ad un ascolto degli altri; una disponibilità,
una capacità di accoglienza reciproca, così che ciascuno sia riconosciuto per se stesso, accettato ed amato così com'è.
DAGLI SCRITTI DI SANT'ANGELA - REGOLA
Dell' Obbedienza
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
Cap. VIII
Si esorta ancora ognuna a praticare la santa obbedienza,
sola vera abnegazione della propria volontà, la quale è in noi come un tenebroso inferno.
Per questo Gesù Cristo dice: "Non veni facere voluntatem meam. sed eius qui misit me. Pater"; cioè: non son
venuto per fare la mia volontà, ma quella del Padre che mi ha mandato.
Infatti l'obbedienza è nell'uomo come una grande luce, che rende buona ed accetta ogni sua azione;
per cui si legge: "Melius est oboedire, quam sacrificare", cioè: meglio è obbedire che offrire
sacrifici.
E i sacri canoni dicono: "Nullum bonum est extra oboedientiam"; cioè: ogni cosa nostra, perché sia buona,
dev’essere falla sotto obbedienza.
Per questo ognuna voglia obbedire;
Primo: ai comandamenti di Dio, poiché dice la Scrittura: "Maledictus qui declinat a mandatis tuis"; cioè:
maledetto è colui che non osserva i tuoi comandamenti.
Poi: a ciò che comanda la santa madre Chiesa, perché, dice la Verità: "Qui vos audit me audit, et qui vos spernit
me spemit"; cioè: chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me.
Terzo: obbedire al proprio vescovo e pastore, e al proprio padre spirituale,
E ai governatori e alle governatrici della Compagnia.
Inoltre: obbedire al padre e alla madre, e agli altri superiori di casa.
ai quali consigliamo di chieder perdono una volta la settimana in segno di sottomissione e per conservare la
carità.
Obbedire anche alle leggi e agli statuti dei reggitori, e ai governatori degli Stati.
E sopra tutto: obbedire ai consigli e alle ispirazioni che di continuo ci suscita nel cuore lo Spirito Santo;
la cui voce sentiremo tanto più chiaramente quanto più purificata e monda avremo la coscienza.
Lo Spirito Santo, intatti, è colui che (come dice Gesù Cristo) "Docet nos omnem veritatem": cioè:
insegna a noi ogni verità.
Allora, in conclusione: obbedire a Dio. e a ogni creatura per amore di Dio. come dice
l'Apostolo,
purché non ci sia comandata cosa alcuna contraria all'onore di Dio e alla propria onestà.
Da Porta Fidei di Benedetto XVI:
“…Per fede , nel corso dei secoli, uomini e donne di tutte le età, il cui nome è scritto nel Libro della Vita, hanno confessato la
bellezza di seguire il Signore Gesù là dove venivano chiamati a dare testimonianza del loro essere cristiani: nella famiglia, nella
professione, nella vita pubblica, nell’esercizio dei carismi e dei ministeri ai quali furono chiamati….”. Nell’obbedienza a questa
fede viviamo anche noi: “per il riconoscimento vivo del Signore Gesù, presente nella nostra esistenza e nella nostra storia”.
Per la Riflessione:
Che tipo di Obbedienza mi sta richiedendo il Signore?
Mi ritrovo con quanto propone Sant’Angela?
BIBLIOGRAFIA
Mariani L. e Tarolli E. Gli scritti di Sant’Angela Merici, Querinianaueriniana ,
Mariani Luciana, Icona di un mistero, O.U.R.
Stone M. Ignatius, Commento agli scritti di Sant’Angela, O.U.R.
Barsotti Divo, La spiritualità di Sant’Angela Merici, Morcellliana
Castenetto Dora, Lettura teologico-spirituale degli scritti di Sant’Angela, O.S.C.
4