Piano dei fabbisogni di materiali - Università degli studi di Trieste
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Piano dei fabbisogni di materiali - Università degli studi di Trieste
Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Piano dei fabbisogni di materiali Gestione della produzione MRP 1 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Pianificazione dei fabbisogni Obiettivo generale è determinare: • quali assiemi, sottoassiemi, parti e materie prime sono necessari per realizzare un determinato MPS; • in quali quantità essi sono necessari; • quando devono essere forniti per rispettare le scadenze fissate. MRP 2 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione • A partire dalle informazioni relative a: – – – – – piano principale di produzione dei prodotti finiti; struttura dei prodotti; lead time di produzione e di acquisto (consegna); situazione delle scorte di assiemi, parti e prodotti finiti; si elabora un piano di ordini di riapprovvigionamento per tutti i livelli della distinta base (bill of materials). • Si distinguono: – tecniche di gestione a scorta; – tecniche di gestione a fabbisogno. MRP 3 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Gestione a scorta dei fabbisogni • La produzione di ogni reparto è “tirata” dai consumi che si manifestano nel magazzino a valle (produzione “pull”). ⇒ ogni reparto è in relazione solo con i magazzini immediatamente a monte e a valle. • Il dimensionamento delle scorte dei magazzini e della conseguente produzione si basa sui fabbisogni stimati per il componente generico. MRP 4 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione • Tale gestione nasce infatti per i prodotti con domanda indipendente (che non è in relazione con la domanda di altri item). • I fabbisogni per parti e materiali sono invece in diretta relazione (domanda dipendente): – con la domanda degli item (componenti o prodotti finiti) di livello superiore; – con i fabbisogni (in termini di quantità e scadenze) degli item di pari livello. MRP 5 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione • I modelli di gestione a scorta ipotizzano: – domanda complessiva ricavata dalla somma di un elevato numero di domande indipendenti; – domanda media stazionaria; – utilizzo graduale delle scorte; – distribuzione normale degli errori di previsione. • Questi aspetti implicano l’efficacia di questo tipo di gestione: – per scorte di prodotti finiti e ricambi nel caso di clienti numerosi con richieste per quantità piccole rispetto alla domanda complessiva del periodo; – per materie prime o componenti elementari di utilizzo diffuso in un gran numero di prodotti finiti. MRP 6 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione • Le ipotesi alla base dei modelli non sono in genere valide: – per produzione su commessa; – per aziende che forniscono pochi clienti con ordini poco numerosi ma di entità rilevante; – per assiemi, componenti e materiali di distinte base complesse, per cui anche a fronte di un consumo stazionario di prodotti finiti, non è garantito il consumo stazionario nel tempo di componenti. MRP 7 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 MRP Gestione della produzione 8 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Si deve rilevare che nella gestione a scorta possono verificarsi eccessi di giacenze ai livelli inferiori della distinta base che non sono giustificabili economicamente. MRP 9 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Gestione a fabbisogno • Si tratta di determinare quantità e temporizzazione degli ordini di produzione o di acquisto per gli item a domanda dipendente. • I materiali necessari sono calcolati in anticipo (piano degli ordini)… …e quindi, ipotizzando non ci siano significativi cambiamenti, vengono inviati al sistema produttivo come ordini di produzione. MRP 10 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione • A livello dei centri di lavoro, gli ordini di lavorazione sono iniziati in accordo con la schedulazione imposta ⇒ i lotti in lavorazione vengono quindi “spinti” da un centro al successivo (produzione di tipo push). • L’adozione di tecniche MRP sono giustificabili per: – prodotti complessi a diversi livelli di fabbricazione; – prodotti costosi che necessitano di stretto controllo; MRP 11 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione – possibilità di consolidare i fabbisogni di componenti comuni per produrli in lotti economici; – ciclo di fabbricazione e assemblaggio lungo; – stoccaggio ai livelli intermedi di fabbricazione e/o assemblaggio; – tempi di approvvigionamento (lead time di acquisto) dei componenti relativamente lunghi. • Condizione necessaria per l’attuazione operativa di queste tecniche, vista la mole di dati dovuta alle relazioni di interdipendenza, è la presenza di un efficace sistema informativo di produzione. MRP 12 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Material Requirement Planning • La procedura MRP prevede a partire – dalla quantità di un end-item – e dalla data per la consegna, di calcolare, procedendo a ritroso nel tempo, le quantità e le date degli ordini di tutti gli itemcomponenti. • Gli ordini possono essere: – di produzione ⇒ lead time di produzione; – di acquisto ⇒ lead time di consegna (acquisto). MRP 13 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione • Input principali sono: – il piano principale di produzione (MPS); – la distinta base (bill of material - BOM); – i dati sulle scorte (inventory status). • L’orizzonte di pianificazione di MPS deve comunque svilupparsi, a partire dal periodo (settimana, giorno) attuale, fino a coprire il più lungo fra i tempi totali di approvvigionamento dei prodotti che lo interessano (stacked lead time - SLT). • A fini cautelativi si prende un orizzonte di pianificazione pari almeno a due volte SLT. MRP 14 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Input di MRP • Informazioni tecniche: – – – – – – – MRP codice descrizione, unità di misura, provenienza, coefficienti di scarto, coefficiente di impiego, condizioni di validità del legame di struttura. 15 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione • Informazioni gestionali: – – – – – – – – – – MRP codice dei fornitori possibili, prezzi o costi standard, ubicazione, lead time, scorta di sicurezza, criteri di lottizzazione, esistenza di codici a scorta, quantità prenotate, quantità in corso di lavorazione per ordini già emessi, periodo di evasione di ordini già emessi. 16 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Esplosione e temporizzazione Exploding e Offsetting Considerata la DB: A LT=2 D LT=1 MRP B LT=1 C LT=1 E LT=1 17 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Esplodere la DB significa moltiplicare i fabbisogni per le quantità utilizzate (coefficienti di impiego) e riportare i fabbisogni ottenuti lungo la DB. Offsetting è il processo di riportare i fabbisogni “esplosi” al periodo appropriato in relazione ai lead time (schedulazione “all’indietro”). Si ottengono così due tipi di piani di ordini: • Piano ordini data ricevimento (Planned order receipt); • Piano ordini data emissione (Planned order release). MRP 18 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Fabbisogni lordi e netti 1 A B C 2 3 Podr Pode Podr Pode Podr Pode 4 5 50 50 50 50 50 50 Gross Requirements e Net Requirements Le disponibilità pianificate (available inventories) vanno tenute in considerazione nel calcolo degli ordini da pianificare. FN(t) = FL(t) – DP(t-1) MRP 19 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Convenzionalmente: • i fabbisogni di un periodo t si considerano come si manifestassero durante il periodo t; • la disponibilità di un periodo t corrisponde alla disponibilità alla fine di t (= disponibilità all’inizio di t+1); • gli ordini si considerano presenti all’inizio del periodo t. MRP 20 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione • In generale vale la regola: il Pode del genitore diventa il FL del componente. • La disponibilità è la disponibilità pianificata per lo specifico ordine (disponibilità effettiva per i periodi “vicini”). • Non coincide in genere con la totale disponibilità a magazzino. MRP 21 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione 1 A B C MRP FL DP FN Podr Pode FL DP FN Podr Pode FL DP FN Podr Pode 20 20 2 20 3 20 4 20 5 50 0 30 30 30 10 10 10 10 30 0 20 20 20 0 0 30 0 30 30 30 22 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Regole di dimensionamento dei lotti • Sono attuate allo scopo di raggiungere possibili economie contenendo i costi dovuti ai setup, agli ordini e al mantenimento delle giacenze. • Si possono individuare due classi di metodi: – metodi basati sulla domanda – metodi discreti MRP 23 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione • I primi stabiliscono una quantità fissa dell’ordine ma l’intervallo di emissione degli ordini può variare. • La quantità è in grado di coprire la domanda di un periodo ma non sempre quella del periodo successivo. • I secondi considerano i valori della richiesta in un certo periodo e ne deducono la quantità. MRP 24 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Ad esempio: • metodi basati sulla domanda: – lotto fisso – lotto economico • metodi discreti: – lotto per lotto – periodo di fornitura Dati: – costo item C=1,50€ – costo dell’ordine Co=10,00€ – percentuale annuale di costo di mantenimento i=25% MRP 25 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione • Lotto fisso Si fissa una quantità su base intuitiva o avendo calcolato ad esempio EOQ relativo all’anno precedente. lotto fisso LT SS Previsione OA DP Podr Pode MRP 500 2 80 1 2 3 4 5 6 7 8 130 160 120 260 130 120 185 115 370 240 500 80 460 200 570 450 265 150 500 500 500 26 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione • Lotto economico Si calcola la domanda per l’orizzonte di pianificazione considerato e la si estende all’anno intero. Previsione OA DP Podr Pode 1 2 3 4 5 6 7 8 130 160 120 260 130 120 185 115 370 130 + 160 + ... + 115 Domanda media = = 152,5 8 D = 152,5 × 52 = 7930 2 × 7930 × 10 EOQ = = 650 1,50 × 0,25 MRP 27 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 LT SS Previsione OA DP Podr Pode MRP Gestione della produzione 2 80 1 2 3 4 5 6 7 8 130 160 120 260 130 120 185 115 370 240 650 80 610 350 220 100 565 450 650 650 650 28 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione • Lotto per lotto Si colloca un ordine pari esattamente alla domanda del periodo unitario. MRP LT SS 2 80 Previsione OA DP Podr Pode 1 2 3 4 5 6 7 8 130 160 120 260 130 120 185 115 130 160 80 80 80 80 80 80 80 80 80 120 260 130 120 185 115 120 260 130 120 185 115 29 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione • Periodo di fornitura Si stabilisce un numero di periodi fisso che identifica l’intervallo tra due ordini successivi. La quantità varierà sulla base della domanda prevista. periodo LT SS Previsione OA DP Podr Pode MRP 3 2 80 1 2 3 4 5 6 7 8 130 160 120 260 130 120 185 115 370 240 510 80 470 210 510 420 80 380 195 420 80 30 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Osservazioni: • spesso si adotta la regola LFL perché risulta più semplice e non molto più costosa delle altre (con politiche per la riduzione dei costi di setup); • le altre due tecniche possono ridurre i costi di setup, ma provocano effetti di “addensamento” della domanda (lumpiness) per gli item di livello inferiore, che minano i tentativi di contenimento dei lotti di produzione e/o di livelli di giacenza a tali livelli. MRP 31 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Emissione degli ordini • I lotti in Pode sono ordini pianificati ma non effettivamente lanciati. La responsabilità per il lancio è del pianificatore. • L’obiettivo di MRP è ottenere i materiali nel momento in cui sono necessari → gli ordini devono essere lanciati alla data del Pode e non prima. • Lanciare un ordine significa dare l’autorizzazione agli acquisti per ottenere i materiali necessari o alla produzione per fabbricarli (impegno). MRP 32 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Da un punto di vista MRP: • l’ordine lanciato è cancellato dai Podr e sostituito da un Ordine in Arrivo (Scheduled Receipt); • le quantità di componenti necessarie per realizzare l’item genitore sono allocate all’ordine; • di conseguenza la scorta disponibile si riduce (c’è meno disponibilità da pianificare per altri ordini). MRP 33 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Da un punto di vista operativo: • OA può essere un ordine di acquisto con cui ci si impegna presso un fornitore; • OA può essere un ordine di produzione per cui vengono impegnati materiali e risorse produttive. • La riga OA del record MRP rappresenta le quantità ordinate e il momento in cui saranno completate e disponibili. • Il periodo più vicino è chiamato action bucket: le quantità di Pode in tale periodo implicano una decisione per evitare problemi futuri. MRP 34 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Codice 1 FL OA DP FN Podr Pode MRP Gestione della produzione 2 3 4 5 35 10 10 10 10 20 30 0 5 5 5 35 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione • OA nel record MRP sono “ordini aperti”, nel senso che possono ancora, entro certi limiti, essere anticipati, posticipati, variati. • Quando i materiali sono ricevuti a magazzino e disponibili l’ordine viene “chiuso”, OA viene cancellato e i materiali entrano a far parte delle disponibilità reali. FN = FL – OA – DP MRP 36 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Codifica di basso livello e nettificazione Low-Level Coding e Netting • Un codice può comparire in una DB a diversi livelli. • Se ciò accade è necessario assicurarsi che tutti i GR per quel codice siano registrati prima di procedere alla “nettificazione”. • Questo processo può essere semplificato utilizzando il concetto di low-level code (LLC): il livello più basso in cui un codice può trovarsi in una DB. MRP 37 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione • Nel caso di DB complesse ciò può essere fatto partendo dal più basso livello di DB e registrando progressivamente i codici: se un codice è già stato incontrato a un livello più basso sarà già stato registrato. • I FN per i diversi codici possono quindi essere determinati con la seguente procedura: livello i: • se esistono parti presenti a tale livello con LLC=i tali parti non compariranno a livelli inferiori e i loro FL sono completamente determinati; si può quindi procedere al calcolo dei FN e quindi esploderli ai livelli inferiori; • se esistono parti con LLC>i ci saranno ulteriori FL e quindi la parte non viene nettificata. MRP 38 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Esempio A B C MRP C LT=1 settimana D Parte LLC A 0 B 1 C 2 D 2 39 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Settimana LLC MRP Parte 0 A 1 B 2 C 2 D 1 FL OA DP FN Podr Pode FL OA DP FN Podr Pode FL OA DP FN Podr Pode FL OA DP FN Podr Pode 2 3 4 5 50 20 10 10 0 40 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Distinte base multiple Spesso alcune parti componenti sono utilizzate in diversi prodotti, ciò implica la necessità di valutare i FL a partire dai Pode di più genitori. Esempio: D F(2) E G(1) Parte D Sett. Pode MRP F(1) H(1) Parte C 1 2 40 40 3 Sett. Pode 1 2 3 20 20 41 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Parte F Sett. 1 2 3 Pode 80 100 20 Ci possono poi essere parti che compaiono a livelli diversi in componenti genitore differenti. B C D(2) E(2) E(1) MRP 42 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Tipologie di ordini in MRP Ordini pianificati (planned orders) Sono schedulati e controllati dall’elaboratore, al variare di: • fabbisogni lordi; • scorte disponibili pianificate (DP); • consegne schedulate (OA). MRP evidenzia gli ordini pianificati che entrano nell’action bucket, ma NON li lancia. MRP 43 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione Ordini emessi (released orders) Il pianificatore decide se lanciare un ordine. L’ordine emesso diventa un ordine “aperto” che può essere accelerato, ritardato o cancellato dal pianificatore. Ordini pianificati bloccati (firm planned orders) MRP ricalcola automaticamente gli ordini pianificati al variare dei FL. Il pianificatore può però decidere di mantenere bloccate le quantità e le date di certi ordini (ad es. per garantire disponibilità di certi materiali in futuro. MRP 44 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 MRP Gestione della produzione 45 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Gestione della produzione FL OA DP FN Podr Pode MRP 46