recensioni GIRATO ALL`AVANA IL FILM SU FABIO DI

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recensioni GIRATO ALL`AVANA IL FILM SU FABIO DI
recensioni
GIRATO ALL’AVANA IL FILM
SU FABIO DI CELMO
di Marzio Castagnedi
Dopo quasi due mesi di riprese, si è conclusa qui nella Città dell’Avana la filmazione di “El muchacho del
Copacabana” (titolo provisorio, quello definitivo sarà
molto probabilmente “Al
calar della notte”), il primo
lungometraggio a soggetto
- cioè non documentario sul terrorismo contro Cuba,
argomento
praticamente
ignorato e quasi del tutto
sconosciuto per la stampa
italiana. “Sì – dice il regista
Angelo Rizzo – in questo
film si parla di terrorismo
internazionale e in speciale
dettaglio di quello lanciato
contro Cuba dalla Florida.
Il núcleo centrale è la vicenda vera e tragica di Fabio
di Celmo, il nostro giovane
connazionale che venne ucciso nell’hotel Copacabana
de L’Avana da una delle
bombe piazzate nell’estate
del ’97 da un terrorista inviato da Miami a commettere attentati in Cuba“.
Al fianco del regista annuisce Giustino di Celmo, oggi
un instancabile 84enne, e
padre di Fabio col quale
venne a lavorare a Cuba sin
dal 1994. Di questa vicenda,
chi scrive già si occupò negli anni scorsi a proposito
di un libro della scrittrice
Acela Caner su Fabio e di
una intervista a Giustino
fatta nel 2004, e questo
stesso cronista frequentava
la piscina di mare dell’hotel
Copacabana anche nella
lontana estate del ’97 quando esplosero nella capitale
cubana le bombe piazzate
dal terrorista salvadoregno
Raul Ernesto Cruz Leon
addestrato e pagato da quel
Luis Posada Carriles terrorista anticubano al soldo
della Cia già reponsabile
dell’esplosione in volo di
un aereo cubano di linea
nel ’76 sopra le isole Barbados.
“Il mio film - prosegue
Rizzo – ha naturalmente
varie scene di suspense e
sequenze d’azione e vuole
essere non solo il ritratto
intimista di un giovane
innocente rimasto vittima
di un attentato criminale,
ma anche un thriller spettacolare. Abbiamo girato
inseguimenti con scontri a
fuoco stradali e navali in
zone interne fuori L’Avana,
alla Marina di Tararà e nel
porto della città di Mariel.
Ho voluto raccontare tutto
quello che so sugli attentati
contro Cuba, comprese le
collusioni e le protezioni
che le organizzazioni terroriste anticubane radicate
in Florida a Miami hanno
da parte di governo e servizi segreti Usa “. Chiedo a
Rizzo se ha avuto problemi
nella fase di progetto e preproduzione.
“Certo. E sono stato anche
un po’ ingenuo quando,
terminata la sceneggiatura
con Nilda Rodríguez in
aprile 2005, ho proposto
Grecia
Appunti sui danni causati
dall’occupazione italiana
Il videodocumentario, costruito sulla base delle testimonianze dei diretti protagonisti della stagione della
occupazione e della Resistenza greca (Tàkis Benàs, Pànos
Gheorgòpoulos, Demétrio Livieràtos, Chrìstos Kostòpoulos, Evànghelos Manghiòsis, Gheòrgos Papadìskos,
Stèfanos Ritsàkis, Adéla Tsoukià, Pànos Tsoukià), è un
esempio di autoproduzione di altissimo livello.
Il risultato è straordinario sia dal punto di vista della
ricostruzione storica, sia da quello del montaggio e della
sintassi filmica, sia per le tecniche usate: l’alternare prese
dirette con filmati d’epoca, disegni, musiche e fotografie
insieme a sguardi, presi in tempi diversi (allora ed oggi)
nei luoghi dove i fatti si sono svolti.
Oltre ad illustrare i crimini commessi dall’occupante
italiano in Grecia, il video ripercorre la storia della Grecia
dal 1940 al 1952, illustrando in particolare l’epopea
drammatica del movimento partigiano locale, che dovette
combattere, di volta in volta, contro gli italiani, contro
i tedeschi, contro le altre truppe di occupazione ed i
collaborazionisti locali, poi contro la destra nazionalista
appoggiata dagli angloamericani.
Un documento che spicca per qualità e spessore tra i
migliori realizzati in Italia sulla Resistenza all’estero, con
in più il “merito” di uscire, celebrandola nel migliore dei
modi, nel 60.mo della Liberazione.
DVD (96’), Italia 2005
Realizzato da: Tamara Bellone, Nietta Fiorentino, Ghiorgos Korras,
Piera Tacchino
Montaggio: Monica Affatato
Disegni: Paolo Golinelli
per contatti: Piera Tacchino,
p.Tacchino @ torinofacile.it 3391360447
nuova unità
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} Il regista Angelo Rizzo parla
de “El muchacho del Copacabana”
inizialmente il film ad
amici attori e produttori
statunitensi. Mi hanno
fatto perdere quattro mesi
in chiacchere, poi e’ stato
chiaro che il progetto per
loro era scomodo e non gradito. Ora il film lo abbiamo
realizzato noi di “Mesa Verde” in co-produzione con
lo spagnolo Jose’ Carujo e
una societa’ indipendente
cubana. Quando ho portato
il mio film precedente (“Il
sognatore”, storia di un
bambino cubano innamorato del base-ball; ndr) al
Festival di Miami, ricordo
che a causa del mio passaporto con visti giornalistici
cubani fui trattenuto un
paio d’ore e spogliato nudo
in una stanzetta dell’aereoporto di Miami!
”Fabio di Celmo è interpretato dall’attore italiano
Michel Altieri, un ragazzo
trentenne piuttosto somigliante a Fabio, e il padre
Giustino è interpretato da
un notissimo attore cubano, Enrique Almirante. La
madre di Fabio è Verónica
Lynn, la fidanzata italiana è
la giovane attrice andalusa
Marta Nieto e quella cubana è Lizabet Rivero. Ci sono
ruoli anche per i criminali
della vicenda reale: Armando Tomey ha interpretato
~
efficacemente il terrorista
Cruz Leon (condannato alla
pena capitale nel processo
del ’99 ma che e’ tuttora
detenuto nel carcere Combinado del Este poco fuori
L’Avana; ndr.) mentre il
noto attore cubano Carlos
Padron da’ corpo e volto
al delinquente Posada Carriles (ancor oggi nella cronaca nera statunitense e di
cui è stata chiesta l’estradizione da Venezuela, Cuba
e forse anche dall’Italia) e
l’’attore cino-statunitense
Mikael Wong interpreta
John Mack, un agente della
Cia. Si è esposto parecchio
Angelo Rizzo che dice ai
cronisti che possono osservare il set dello Studio
Ovale della Casa Bianca di
Washington.
“Certo - aggiunge il quarantenne regista italiano
- nel film appare anche
Patricio Woods nei panni
del presidente Usa, e la
scena dell’attentato al Copacabana l’abbiamo filmata
nell’hotel nel luogo esatto
dove morì Fabio, usando
esplosivo controllato ma
che ha comunque infranto
le vetrate. Questo per dare
il mássimo di realismo e di
verità al racconto“.
Chi scrive ha assistito personalmente alla sequenza
in cui viene catturato Cruz
Leon dopo un inseguimento
sull’autostrada, e può confermare che gli agenti della
“ Seguridad del Estado” che
hanno partecipato alle riprese sono gli stessi uomini
che catturarono realmente
il terrorista otto anni fa.
Ho visto girare anche le
sequenze degli attentati a
L’Avana del mercenario
Cruz Leon agli hotel Capri
e Nacional del luglio ‘97 e
quelli dei primi di setiembre
alla Bodeguita del Medio
e agli alberghi di Miramar
Chateau, Triton e al Copacabana dove morì Fabio.
L’attore cubano Armando
Tomey ha studiato a lungo
i filmati e i video in cui
appare il terrorista salvadoregno Cruz Leon durante il
processo del ’99 trasmesso
per due settimane in diretta
dalla tv cubana. E Michel
Altieri, prima di intepretare
Fabio di Celmo, ha parlato a
lungo con il padre Giustino
e con Alberto Chile il grande amico di Fabio all’Avana
(interpretato dal noto attore
cubano Jorge Martinez).
Conclude Angelo Rizzo:
“Sto lavorando anche a un
documentario sul terrorismo internazionale e tra le
varie sequenze storiche ci
saranno anche le immagini
terribili dei bombardamenti
Usa su Falluja con le granate al fosforo bianco”.
“El muchacho del Copacabana” è stato girato all’Ava-
na per la fotografia dell’esperimentato Maurizio
Dell’Orco, scenografie di
Luis Costa, costumi e trucco
di Luisa Rovati, musiche
di Miguel Nunez, suono in
presa diretta di Israel del
Santo e con Ray Giardina
direttore di produzione. Il
film di Rizzo è previsto in
“prima” a Roma a Pasqua
al cinema Barberini. “Lo vogliamo proporre al festival
di Cannes fuori concorso
– conclude Angelo Rizzo -.
Infine a Cuba il film lo regalo totalmente”. Questa la
storia del “Ragazzo del Copacabana”, e ricordo che mi
parlava del progetto ancora
vago in febbraio 2005 ai bordi della piscina dell’albergo
di avenida primera in Miramar, Alberto Chile, uno dei
“salvavidas”, i bagnini dell’hotel. Alberto è stato per
tre anni il miglior amico di
Fabio a Cuba quando il giovane genovese organizzava
partite di calcio tra gli ospiti
italiani ed il personale cubano del “Copa”. Ricordo
bene a distanza di molti
mesi il velo di tristezza
negli occhi e sulla faccia da
“vecchio pirata” di Alberto
Chile quando ricordava il
suo amico italiano Fabio di
Celmo. Stroncato a 32 anni
dal terrorismo proveniente
dall’esterno contro Cuba:
un argomento praticamente ignorato e sconosciuto
dal sistema della stampa
italiana.
È ora di dire basta!
Seguendo la discussione attorno all’immenso libro di Luca Telese, 816 pagine, sul Corriere della Sera non si può fare ameno di
dire: basta! Il libro traccia la storia di una ventina di giovani di
destra uccisi nel corso degli anni ’70, il periodo dei torbidi in Italia.
Ferma, per un attimo, la mania di denigrare la Resistenza da
parte di Pansa, la stessa casa editrice, Sperling&Kupfer, ora usa
anche i morti di destra dei quegli anni per lo stesso scopo.
Dobbiamo dire ancora una volta: un morto è un morto. Sempre
sbagliato ci sia, specialmente quando si tratta di giovani. Dobbiamo dire così, anche se cominciamo ad avere qualche dubbio
anagrafico. Un giovane imbecille, vale socialmente di più di un
anziano intelligente?
Comunque… Chiaro che negli anni di riferimento gli scontri
tra diverse ed opposte fazioni hanno portato anche imbecilli di
sinistra, o che si ritenevano tali, a concorrere sul piano fisico con
i fascisti et similia.
Purtroppo verso i fascisti e dintorni il piano fisico necessita. Già
e stato risolto nel periodo resistenziale, a tutto svantaggia dei
fascisti. Ma sembra che occorra ancora ricordare ancora che:
a)
è stato il fascismo il tipo di regime dittatoriale che per
più di un ventennio ha insanguinato l’Italia, e non solo;
b)
nella nostra Costituzione vi è ben indicata nelle Disposizioni transitorie e finale, la XII, che viene impedita la riorganizzazione del partito fascista, sotto qualsiasi forma.
Chissà se i nostri esaltatori della fogna si ricordano e/o danno
importanza a queste due quisquiglie. Sembrerebbe di no. Ora,
ripeto, in quegli anni vi erano anche imbecilli di sinistra e di
estrema sinistra. Ma le due questioni sopra ricordate sono centrali e non dovrebbero lasciare dubbi. Come se qualcuno dicesse
che non bisogna più raccogliere olive perché ogni tanto un piccolo fanciullo ci rimane secco ingoiandole per traverso, oppure
che dato che ogni tanto una donna muore per esser caduta da
tacchi troppo alti, ed è successo, necessita che i nostri grandi
stilisti ci propongano scarpe senza tacchi per il motivo detto.
Altri esempi ancora più stupidi si possono ancora pensare. Un
imbecille rimane tale, di destra o di sinistra che sia. Ma una differenza costitutiva esiste tra un fascista ed un antifascista ed è ben
marcata, almeno da quei due motivi. Sempre sul Corriere alcuni
che all’epoca non andavano tanto per il sottile e che ora si presentano come maitre a penser ci illuminano sulla reale situazione,
di ora e di allora. Oreste Scalzone, sempre sul giornale, dopo che
negli anni in oggetto ha cincischiato con teorizzazioni vicine alla
demenza teorica e sociologica, ci abbaglia dicendo che in pratica
non solo Potere Operaio, lui insomma, ha fatto qualche porcata,
ma tutti gli altri allo stesso modo, correi. Insomma un bel discorso alla Craxi – ladro io, ma ladri anche voi. Fatti da chi voleva
cambiare il mondo, dalla Francia perché dall’Italia non può, tali
parole appaiono veramente noiose. Di una noia che si traduce in
stizza. E basta! Ma attendiamo altri che ripetano tali insulsaggini.
Non tutti allora perseguivano le strade della confusione pratica
e teorica, per fortuna. Quelli, molti, che facevano politica senza
pensare alla luna nel pozzo, alla rivoluzione dietro l’angolo non
hanno fatto stupidaggini fisiche, anzi dovevano stare bene attenti a non subirne spiacevoli conseguenze. E in questo pericoloso
esercizio di attenzione troppi ragazze i di sinistra ci lasciarono la
pelle, rimasero offesi a vita. E basta! Ma si smetta di fare del vittimismo la propria base di notorietà mediatica. Il Corriere della
Sera la finisca di dare colpi a tutti i cerchi e a tutte le botti. Scelga
una linea di decenza, se ce la fa. Se non ce la fa, almeno non esageri. Questa questione dei martiri di destra è veramente pelosa.
Gli incidenti e le imbecillità, ripeto, accadono sempre nella vita,
anche politica. Ci attacchiamo ad uno, a 21 casi, e non prendiamo più in visione il fenomeno. Piacciono ora i fascisti. Pare di sì,
sono al governo. Anche Storace è intervenuto in questa galleria.
Piacciono i fascisti e la riabilitazione fascista della storia ai nostri
ex di tutto, confusi ieri ed oggi su ogni cosa?
Se li abbraccino e ci sbavino pure.
La storia di una vita, di un morto per violenza è una storia di
sofferenza, ma la sofferenza deve diventare, in politica, un dato
politico. Non è però possibile rendere positiva, politicamente
una sofferenza di un fascista, di alcuni fascisti, quando il fascismo stesso è sopraffazione e morte – Viva la morte - era uno
slogan franchista-fascista.
Poi si può anche essere convinti che squartare e stuprare gli
uomini, le donne e la storia sia un valore supremo; si può anche
essere convinti che reprimere singoli e popoli, considerati inferiori, esprima in sé un destino supremo e divino.
Ma, se dobbiamo rimanere all’interno della decenza, lasciamo ai
ciechi il sogno degli orbi.
(Tiziano Tussi)
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