Un intero paese come testimone di nozze
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Un intero paese come testimone di nozze
8 BZ Bolzano e Provincia Domenica 26 Giugno 2011 Corriere dell'Alto Adige L’evento Ieri mattina il fatidico sì di Werner Dissertori con l’amata Patrizia. Gli sposi emozionati: «Siamo felici come non mai» Un intero paese come testimone di nozze In migliaia al matrimonio del primo cittadino di Termeno. Ottanta le torte nuziali BOLZANO — Lui, raggiante ed emoziona- cora più speciale». Certo, ad essere sinceri a questa giornata to, è arrivato in chiesa poco prima delle 10. Lei, bellissima nel suo abito avorio completa- speciale non erano presenti tutti e tremila i mente ricamato con tanto di strascico, gli ha cittadini di Termeno, ma sicuramente un mitenuto stretta la mano per tutta la durata del- gliaio sì. E davanti a loro, Dissertori, 40 anni, la cerimonia. Che ha avuto un «testimone» viticoltore e albergatore, laureato in filosofia e teologia, ha sposato la sua Patrizia, una d’eccezione: l’intero paese. Si sono celebrate ieri mattina a Termeno contabile di 36 anni, che il primo cittadino le tanto attese nozze del primo cittadino ha stretto in un forte e lunghissimo abbracWerner Dissertori con la sua amata Patrizia: cio prima di entrare in chiesa. Ma se speciale è stato il numero degli inviun matrimonio atteso con trepidazione da tutti — e mai frase rese più l’idea —, visto tati a questo originale matrimonio, ancor più speciale è stato il rinfresco pensato dagli che tutti ne hanno preso parte. All’annuncio delle nozze, infatti, l’origina- sposi: un menù (anzi due, uno per i parenti le idea degli sposi è stata quella di invitare e uno per i cittadini) che, date le quantità, non ha avuto niente a che intutti cittadini (oltre 3000) del vidiare ai tanto chiacchierati paese a partecipare all’evenmatrimoni reali. to, con tanto di pranzo per Nella piazza delle feste del tutti . paese, infatti, sono state rea«Per noi sposarci è già una lizzate decine di tavolate per grande gioia — aveva detto un totale di oltre mille coperqualche giorno prima del fatiti. Ma è sul menù che gli spodici sì lo sposo — ma il pensi non hanno voluto badare a siero di farlo circondati dalspese: 500 chili di polenta, oll’affetto di tutti i nostri concittre 600 polli arrosto, chilometadini ci rende ancora più felitri di luganega alla brace, con ci. Speriamo davvero che tantanto di contorno e insalata. te persone vogliano condiviI dolci? Oltre 800 frittelle di dere con noi questo giorno mele e «soltanto» 80 torte nutanto atteso». ziali, da cui sono state ricavaE la preghiera del sindaco Il bacio dei neosposi te migliaia di fette. è stata accontentata, dato che Il tutto, ovviamente, inondato da fiumi di già dalle 9 (la cerimonia si è poi svolta alle 10 nella chiesa parrocchiale) i primi curiosi, gewurztraminer, di cui lo sposo è produttoelegantissimi, la maggior parte con i tipici re. E i cittadini? Come hanno preso questo costumi da shutzen, hanno cominciato ad af- invito speciale? Con grandissimo entusiafollare lo spiazzo davanti alla chiesa. Che, smo e sentendosi parte integrante della ceriinutile dirlo, all’arrivo degli sposi, si è riem- monia, dato che praticamente nessuno si è pita ai limiti del possibile, lasciando solo po- presentato a mani vuote. Ma solo piccoli sti in piedi a qualche ritardatario arrivato a pensieri, come fiori e cioccolatini, perché i neo-coniugi Dissertori sono stati doppiacerimonia già cominciata. «Grazie per la vostra numerosa presenza menti generosi: oltre al pranzo per tutti, in— ha detto commosso Dissertori — io e Pa- fatti, gli sposi non hanno voluto alcuna lista trizia non potremmo essere più felici: è una di nozze o regali, ma hanno chiesto ai partesplendida giornata di sole, ci sono tutti i no- cipanti di donare qualcosa in beneficenza. Ilaria Graziosi stri cari e ci siete anche voi, che con la vostra partecipazione avete reso questo giorno an© RIPRODUZIONE RISERVATA Un ricco menù Gli sposi hanno fatto preparare 500 chili di polenta, 600 polli arrosto e altrettante bistecche di maiale per i concittadini. I parenti, invece, hanno avuto un bis di primi, seguito da entrecote di manzo con verdure. Shoah Il 2 luglio l’associazione «Alpine peace crossing» commemora l’esodo degli ebrei attraverso la valle Aurina Marcia in ricordo del passaggio sui «Tauri» BOLZANO — Nell’estate del 1947 la valle Aurina, in Alto Adige, fu teatro dell’esodo di oltre 5 mila ebrei verso la Palestina. I profughi, provenienti dall’Europa centro-orientale, lasciarono l’Austria attraverso il passo dei Tauri, a 2.633 metri di quota, uno dei pochi punti ove era possibile valicare il confine senza incontrare guardie di frontiera, e giunsero a piedi in Italia, da dove si imbarcarono verso la Terra promessa. L’associazione «alpine peace crossing» ricorda questo avvenimento troppo presto dimenticato con una marcia della pace, in programma il 2 luglio. Questa via di fuga in alta montagna era stata individuata da Marko Feingold, un ebreo austriaco che durante la follia nazista era sopravvissuto a tre campi di concentramento: Auschwitz, Neuengamme e Buchenwald. Tutt’oggi, a 98 anni, questo piccolo-grande uomo sprizza energia e gioia di vivere. Presiede infatti ancora la comunità ebraica di Salisburgo ed è ospite fisso nelle scuole. «Dopo essere uscito da Buchenwald — racconta — sono finito a Salisburgo, dove sono entrato a fare parte dell’organizzazione Bricha ». Feingold parlava bene italiano e così organizzò il trasferimento verso l’Italia di ebrei, che sognavano una nuova vita nell’agognato Eretz Israel. «Non posso dire con esattezza quanti furono, potrebbero essere stati 100 mila», dice con un po' di orgoglio. Solidarietà Una delle recenti edizioni dell’iniziativa La Palestina era allora sotto mandato inglese e gli Alleati, su pressione dell’Inghilterra, cercavano di bloccare già in Austria questo enorme flusso di persone sul loro viaggio di speranza. Il passo del Brennero divenne per loro presto invalicabili. Era dunque necessario individuare un’alternativa. «Diedi una occhiata alla cartina — racconta Feingold — e vidi che nella zona del passo dei Tauri il Salisburghese confina per una decina di chilometri con l’Italia. Individuai un ripido sentiero che portava in valle Aurina». Iniziò così l’esodo clandestino di ebrei, che in gruppi da 150 persone venivano accompa- gnati con dei furgoni all’ultimo rifugio prima del confine, il Krimmler Tauernhaus. A distanza di sessant’anni dai fatti è nata «alpine peace crossing», che ogni estate organizza una marcia della pace sulle orme dei profughi ebrei. «Scopo dell’iniziativa — spiega il presidente dell’associazione Ernst Loeschner — è di sensibilizzare l’opinione pubblica e ricordare che a tutt’oggi nel mondo vi sono quaranta milioni di profughi». L’edizione 2011, in programma il 2 luglio, è dedicata ai profughi palestinesi che secondo l’Unhcr sono almeno 5 milioni. «Il problema — dice Loeschner — può solo essere risolto, se israeliani, palestinesi e arabi fanno tutti la loro parte. La soluzione non si trova nel passato, ma nel futuro e in una strategia comune». © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 148624