per attivita` di recupero di rifiuti inerti (r13) mediante attivita` di

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per attivita` di recupero di rifiuti inerti (r13) mediante attivita` di
PROCEDURA DI VERIFICA (SCREENING) PER ATTIVITA’ DI RECUPERO DI
RIFIUTI INERTI (R13) MEDIANTE ATTIVITA’ DI FRANTUMAZIONE E
VAGLIATURA (R5) UBICATA IN LOCALITA’ TORRE DEL PARCO DI
CAMERINO
1.PREMESSA
2.AREA DI INSEDIAMENTO DELL’IMPIANTO
2.1 Inquadramento geografico
2.2 Inquadramento geologico e geomorfologico
2.3 Carta del sottosistema botanico vegetazionale
2.4 carta dei vincoli
2.5 Estratto PRG Comune di Camerino
3.CONFORMITA’ DEL PROGETTO ALLE PREVISIONI IN MATERIA, URBANISTICA,
AMBIENTALE E PESAGGISTICA
3.1 P.A.I.
3.2 PTC della Provincia di Macerata
3.3 PRG del Comune di Camerino
3.4 Conformità del progetto
4. PROGETTO
4.1 Caratteristiche dell’impianto
4.2 Descrizione dell’attività di recupero
4.2.1 Operazione di scarico di materiale e messa in riserva
4.2.2 Operazione di frantumazione
4.2.3 Operazione di deposito della materiale inerte e carico su autocarri in
uscita
4.2.4 Viabilità e numero di autocarri
4.2.5 Classificazione della materiale inerte in uscita
4.2.6 Produzione di rifiuti
4.3 Caratteristiche del suolo/sottosuolo e pavimentazione
4.4 Pulizia periodica del sito
4.5 Applicazione parte 1° allegato 5 alla parte V delD.Lgs 152/06
4.6 Precauzioni ambientali
4.7 Precauzioni di sicurezza
5. INDIVIDUAZIONE E ANALISI IMPATTI
5.1 Atmosfera
5.1.1 Emissioni convogliate in atmosfera
5.1.2 Emissioni diffuse
5.1.3 Traffico veicolare
5.2 Ambiente idrico
5.2.1 Acque superficiali
5.2.2 Acque sotterranee
5.3 Suolo e sottosuolo
5.4 Vegetazione flora e fauna
5.5 Paesaggio
5.6
5.7
5.8
5.9
6.0
Salute pubblica
Rumore e vibrazioni
Utilizzo delle risorse naturali e produzione di rifiuti
Sintesi degli impatti previsti
Mitigazione
PREMESSA
La ditta Zeppa Biagio con sede legale in via Farnese 61, Camerino e sede
operativa in loc. Torre del Parco di Camerino, esegue attività di recupero di
materiali da rifiuti provenienti dalle attività di costruzione e demolizione e dispone
degli idonei macchinari e attrezzature di cantiere.
La sopracitata ditta ha presentato richiesta di rinnovo di iscrizione nel registro
provinciale dei soggetti che effettuano operazioni di recupero rifiuti speciali non
pericolosi in procedura semplificata di cui agli artt. 214 e 216, D.Lgs. 152/06 per
esercitare attività di gestione dei rifiuti costituita dal recupero mediante
frantumazione e vagliatura (attività R5) ed annessa messa in riserva (attività
R13) di rifiuti inerti derivanti da costruzione, demolizione e scavo, da svolgersi in
area ubicata in loc. Torre del Parco di Camerino.
La presente relazione viene redatta in ottemperanza alla determina dirigenziale
n.217-XII settore del 21/06/2010 che prescrive alla ditta Zeppa Biagio di
sottoporre tale iscrizione a Verifica preliminare Screening in ragione del fatto che
la produzione del quantitativo dei rifiuti da sottoporre all'operazione di recupero
R5 pari a 6500T/annue è superiore alle quantità dei 10T/giorno (quantità totale
annua massima: 3285T); superate le quantità minime di legge eccorre la verifica
di screening così come indicato nella Determinazione Dirigenziale n.209/XII
Settore del 14 giugno 2010 in ottemperanza alla L.R. 7 del 2004 e.s.m.i; DPR 12
aprile 1996 come modificato dal DPCM del 03 settembre 1999 e.s.m.i.
La presente relazione, redatta secondo l'allegato C della L.R. n. 7/2004, articola
le informazioni secondo i seguenti punti:
1.
progetto
2.
Ubicazione, inquadramento geografico
3.
potenziali fonti di impatto
4.
mitigazione
5.
Autorizzazioni prescritte
6.
altre informazioni utili
1. IL PROGETTO
Come riportato in precedenza, la presente relazione è relativa alla domanda di
autorizzazione ai sensi dell’art. 216 D.Lgs. 152/06 per esercitare attività di
gestione dei rifiuti costituita dal recupero mediante frantumazione e vagliatura
(attività R5) ed annessa messa in riserva (attività R13) di rifiuti inerti derivanti
da costruzione, demolizione e scavo, da svolgersi in area ubicata in loc. Torre del
Parco di Camerino.
L’attività per la quale è stato richiesto il rinnovo dell'autorizzazione consiste nel
recupero di materiali inerti derivanti dall’attività di costruzione e demolizione,
recuperati direttamente in cantiere tramite un’attività di frantumazione con
impianto mobile, per ricavarne materiale inerte da sottofondo ( per esecuzione di
piazzali, strade interne, ecc.) o materiale da riempimento (per lavorazioni di
reinterro, riempimento, ecc.) o rilevati in genere, secondo le prescrizioni previste
e la norma vigente in materia ed aventi caratteristiche fisiche e meccaniche come
da circolare n.5205 del 15 luglio 2005. Tutte le operazioni di recupero saranno
eseguite dopo aver sottoposto il rifiuto, tal quale, alle dovute verifiche, se dovuto
( test di cessione del materiale secondo quanto previsto dal punto n 7.1.3 lettere
c) e d) del D.M. 22 Gennaio 1998 e prove granulometriche sul materiale trattato
secondo quanto previsto dalla circolare 5205 del 15 luglio 2005). Si prevede la
separazione della frazione metallica (in quantità minima rispetto all’attività di
recupero inerti) da avviare a recupero diretto (R4) presso impianti dell’industria
metallurgica.
1.1
Caratteristiche dell’impianto
•
•
Dimensioni in termini di superfici 13153mq
Volumi abbancati: Vd. Tavola 8
1.2 Descrizione dell’attività di recupero
L’attività di messa in riserva (R13), ad uso esclusivo e funzionale dell’impianto di
recupero (R5), verrà eseguita realizzando dei cumuli di dimensioni adeguate (si
prevede al masimo un quantitativo per ogni cumulo di 1500-1800mc), al fine di
non arrecare problemi dal punto di vista ambientale o della sicurezza.
L’attività di recupero interesserà la tipologia di rifiuto identificata da codice CER
17.09.04 (determinato mediante analisi chimiche , di laboratorio, sul tal quale, su
cumuli di materiale omogeneo per caratteristiche fisiche/visive aventi,
indicativamente, volume pari a 2000mc): materiale inerte quale laterizio,
cemento e/o calcestruzzo, proveniente dall’attività di demolizione.
1.2.1 Operazioni di scarico del materiale e messa in riserva (R13)
Gli autocarri accederanno al sito dalla strada Provinciale 256 attraverso la
viabilità comunale interna alla zona produttiva e scaricheranno rifiuti su idonea
piazzola, dotata di pavimentazione costituita da macadam, previo controllo visivo
di accettazione merce. Qualora il materiale conferito, dopo lo scarico, risulti
difforme per caratteristiche fisiche o altro dalla tipologia di materiale autorizzata,
si provvederà a ricaricarlo sul mezzo di trasporto per essere ricondotto al luogo di
produzione oppure, nel caso di accertamento successivo al momento di scarico,
sarà separato dal restante materiale e gestito in base alla difformità emersa.
Prima dello scarico i rifiuti all’interno del cassone verranno umidificati (secondo
tempistiche prefissate) per ovviare il problema della polverosità.
1.2.2 Operazioni di frantumazione (R5)
Dall’area di messa in riserva il materiale verrà prelevato ed inserito nella bocca di
carico dell’impianto di frantumazione, impostato per la realizzazione di materiale
inerte avente granulometria massima determinata, mediante mezzo meccanico
dotato di opportuna benna caricatrice; il materiale all’interno dell’impianto
passerà sotto un’elettrocalamita che permetterà di recuperare gli elementi
metallici di dimensioni minori non recuperati manualmente in precedenza. Se
richiesto si procederà alla suddivisione del materiale, nelle diverse granulometrie
ottenute dalla lavorazione , per soddisfare i requisiti delle singole classi
merceologiche depositato in cumuli differenziati. Va considerato che tutti gli
impianti semoventi di trattamento sono provvisti di un circuito, di tipo localizzato,
di abbattimento delle polveri con nebulizzatore.
1.2.3 Operazioni di deposito della materiale inerte e carico su autocarri in
uscita
La materiale inerte prodotta dall’impianto verrà collocata mediante mezzo
meccanico dotato di opportuna benna in opportuna area di deposito fino al
momento del carico su autocarri per il successivo utilizzo. Il cumulo del materiale
in uscita dalla lavorazione sarà eseguito in modo da non determinare episodi di
innalzamento polveri, protetto eventualmente anche tramite barriere antivento o
altri sistemi che sopperiscano a tale problema.
1.2.4 Esame dei flussi di traffico viabilità e numero di autocarri
L’area su cui si vuole realizzare l’attività è situata nella zona industriale di Torre
del Parco, lungo la strada SP 256 muccese. Il traffico veicolare prodotto
dall’attività in questione risulta di modeste entità in rapporto all’attuale situazione
viaria della zona, non arrecando disagi alla circolazione.
Tale studio non si renderebbe necessario per l' area in oggetto in quanto,
trattandosi di impianto in essere, esso non comporta realisticamente un
incremento significativo dei
flussi di traffico e, quindi, i carichi sulla rete
viabilistica esistente sono realisticamente sopportabili in quanto non sono
aggiuntivi ma già presenti.
Per maggior scrupolo si è comunque analizzato che il traffico veicolare indotto
dall'attività di impianto sia in entrata che in uscita viene servito da uno svincolo
sull'intersezione con la SP 256, che è il collegamento verticale dell'entroterra
occidentale della Regione Marche. Tale arteria connette la SS 76, SS361 e la
SS77. Su questo punto di intersezione, vista la modesta dimensione del numero
degli spostamenti giornalieri indotti, il traffico viene supportato senza che
vengano a crearsi disagi per la circolazione. Inoltre considerando che la capacità
sostenibile dalla SP 256 è di 2000 veicoli* e che il numero massimo di quelli in
transito sull'impianto giornalmente sono circa: 3 in entrata e 3 in uscita su uno
svincolo, è legittimo ritenere che l'intersezione presente verifica la sostenibilità
della rete viabilistica in funzione dei carichi di traffico già presenti.
Per maggior dettaglio vedasi Tavola 9:
-verifica della capacità della rete viabilistica di sostenere i carichi di traffico
indotto.
*E' stata effettuata una valutazione del traffico attuale con la rilevazione dei flussi in due punti strategici e
maggiormente interessati, per un periodo di trenta giorni, in orari diversi e cioè dalle ore 6.25 alle 9.30 dalle 11.30
alle 13.30 e dalle 16.30 alle 19.00, rilevando un flusso veicolare normalizzato sempre superiore ai 1100 veicoli ora
con picchi di 4396 veicoli nei due sensi di marcia. Tale osservazione ci conduce a ritenere che comunque debba
essere considerata come limite sostenibile quello di 2000 veicoli e tale valore è stato preso come valore di verifica.
1.2.5 Classificazione della materiale inerte in uscita
Il materiale inerte ottenuto dal processo di trattamento potrà essere classificato
come “inerte riciclato” o “aggregato riciclato” per la realizzazione di sottofondi
(per esecuzione di piazzali, strade interne, ecc.), rilevati in genere o utilizzato
come materiale da riempimento (per lavorazioni di reinterro, riempimento, ecc.)
ed avrà le seguenti caratteristiche
1.2.6 Produzione di rifiuti
In seguito all’attività di macinazione dei materiali inerti potranno essere prodotti
una serie di rifiuti che verranno stoccati in base alla loro tipologia. Questi
potranno essere:
- ferro presente soprattutto come armatura del c.a. che verrà separato dal
deferrizzatore presente nell’impianto di triturazione.
- Legno, presente nelle casserature ed altre parti, che verrà separato con
appositi mezzi meccanici durante la movimentazione.
I rifiuti sopra menzionati verranno immediatamente rimossi dall’area e depositati
in idonee discariche per lo smaltimeno. Nell’area rimarranno dopo le lavorazioni i
cumuli di materiale lavorato e non dal momento che tutta la superficie del sito è
pavimentata in macadam.
1.4 Pulizia periodica del sito
Il sito verrà periodicamente ripulito da materiali che non siano considerati inerti
lavorati ed eventualmente smaltiti in idonee discariche.
1.5 Applicazione parte 1°allegato 5 alla parte V del D.Lgs 152/06
La parte 1° dell’allegato sopra citato si riferisce a “materiali pulverulenti” che
sono definiti come prodoti derivanti da operazioni di “ frantumazione, cernita,
miscelazione, pelletizzazione ecc. di materiali polverulenti”, mentre i materiali
oggetto della presente attività non sembrano essere classificabili come tali.
Si tratta infatti di rottami da demolizioni i quali, seppur contenenti una frazione
fine pulverulenta limo-argillosa (Ø < 0,06mm) valutabile da bibliografia intorno al
10%, sono costituiti per circa il 90% da materiali grossolani di granulometria
sabbioso – ghiaiosa (laterizi, intonaci, cemento, cls, ecc.) non ascrivibili ai
materiali polverulenti.
Anche una volta frantumati, poiché la frantumazione riguarda la fazione
grossolana, la frazione fine è valutabile da bibliografia intorno al 15% e pertanto
il materiale risulta costituito per circa l’85% da materiali grossolani di
granulometria sabbioso – ghiaiosa ((laterizi, intonaci, cemento, cls, ecc.) non
ascrivibili ai materiali polverulenti.
Per queste motivazioni si ritiene non applicabile al caso in esame il contenuto
dell’allegato 5 parte 1° alla parte V del D.Lgs 152/06. In ogni caso per le
operazioni di carico, scarico e movimentazione, come si è già detto in altre parti
della relazione, verranno adottati tutti gli accorgimenti per minimizzare la
produzione di polveri.
1.6
Smantellamento, ripristino e recupero
La dismissione conseguente la fine del ciclo produttivo e di deposito dei materiali
inerti non pericolosi, prevede lo smontaggio delle strutture addette alla
frantuamzione che sono mobili, la rimozione della pavimentazione in macadam,
nella zona attualmente a destinazione agricola con il successivo ripristino del
suolo vegetale; mentre nella zona produttiva la pavimentazione potrebbe anche
essere mantenuta dal momento che consente eventuali predisposizioni per nuovi
insediamenti produttivi. Quanto detto dimostra la reversibilità “dell'impatto”
dovuto alla presenza dell'impianto in questione che comunque occupa una
superficie limitata rispetto alla estensione territoriale del comune che è a
prevalente uso agricolo. L'intervento pertanto non rappresenta una sostanziale
compromissione dell'ambiente né per costituzione né per estensione rispetto alla
scala urbana.
1.7
Cumulo con altri progetti
Non sono presenti altri impianti o attività affini di significativa dimensione nelle
immediate vicinanze che possano essere messi in rapporto di amplificazione
dell'effetto prodotto dall'impianto di cui al presente screening.
Non sono presenti nelle immediate vicinanze né strutture turistiche né zone
urbane ad alta densità demografica.
2. AREA DI INSEDIAMENTO DI IMPIANTO
2.1
Inquadramento geografico ed urbanistico.
Vedi tavole 1,2,3,4,5.
2.2
Inquadramento geologico e geomorfologico
L’area esaminata è ubicata all’interno della sinclinale di Camerino la quale si presenta
con una forma stretta ed allungata in direzione NO-SE. I litotipi che la caratterizzano
appartengono alla formazione nota in letteratura come Arenarie di Camerino,
costituita da diverse associazioni litologiche variamente alternate tra loro, sia in senso
verticale sia orizzontale.
In particolare, nell’area in oggetto, il substrato è rappresentato dall’associazione
pelitico-arenacea (Messiniano-Tortoniano medio) costituita da alternanze di argille
marnoso-siltose ed arenarie in strati sottili, con prevalenza della componente
argillosa.
L’area, posta su quote di circa 320 m.s.l.m., dal punto di vista geomorfologico è
caratterizzata da una superficie pressoché pianeggiante ubicata all’interno dei
depositi alluvionali del terzo ordine di terrazzamento fluviale (pleistocene superiore)
accumulati dal Fiume Potenza lungo la sua destra idrografica.
In particolare il Fiume Potenza in questo tratto di valle è caratterizzato da un
andamento meandriforme ed in corrispondenza con la confluenza del Fosso di
Palente cambia bruscamente direzione da OE a NS.
I deposi alluvionali suddetti sono caratterizzati da ghiaie di dimensioni medie immerse
in matrice sabbiosa più o meno abbondante e si presentano generalmente ben
addensate, assumendo buoni valori di resistenza meccanica. Localmente sono
presenti sottili livelli di ghiaie immerse in matrice limoso-sabbiosa a tratti anche
abbondante.
Tale deposito alluvionale presenta uno spessore stimato in circa 20-25 m ed al di
sotto dello stesso, in discordanza angolare, è presente la formazione delle Arenarie di
Camerino costituite da depositi torbiditici silico clastici che presentano generalmente
direzione all’incirca NNW-SSE immergenti di 20-30° verso ENE.
All’interno della zona interessata non esistono indizi superficiali che riconducono a
fenomeni instabilità dell’area e la stessa non è soggetta al dilavamento delle acque
superficiali e non è attraversata da vie preferenziali di scorrimento delle medesime.
Per quanto riguarda la circolazione idrica profonda, in relazione alle caratteristiche
tessiturali dei terreni, esistono le condizioni favorevoli all'istaurarsi di una falda
acquifera all'interno dei depositi alluvionali.
Si ritiene che la falda acquifera principale, ubicata al contatto tra il substrato
(acquiclude) ed il deposito alluvionale (acquifero), sia presente all’incirca ad una
profondità stimata in 18-20 m dal p.c. come si evince dalla misura della falda in alcuni
pozzi presenti in prossimità dell'area in oggetto.
Il sito, nei suoi lati Nord ed Est è bordato da scarpate di erosione fluviale di alcuni
metri di altezza che pongono la stessa in sicurezza per quanto riguarda eventuali
esondazioni dei corsi d'acqua in periodi di massima piovosità. A supporto di ciò anche
all'interno delle tavole del Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico (P.A.I.)
l'area non ricade all'interno di zone interessate da movimenti franosi o aree
esondabili.
STRALCIO PAI
2.3
Descrizione della sensibilità ambientale del luogo in esame.
Lettere a)-c) del punto 2) di cui all' allegato C della L.R. n. 7/2004. L'area di
ubicazione dell'impianto è situata in località Torre del Parco del Comune di
Camerino ed è individuata al Fg. 1 P.lle 200,194,26,219 del C.T.
Dalle previsioni dello strumento urbanistico vigente tale area ricade in gran parte
all'interno di una zona omogenea DC (zona produttiva di espansione) Ed in
piccola parte in zona agricola E di rispetto stradale ambientale; gli interventi in
queste zone risultano disciplinati rispettivamente dagli art.26 per la zona
produttiva e art.30 delle NTA del PRG del Comune di Camerino per quanto
riguarda la zona agricola; si specifica che nella porzione di area che ricade nella
zona agricola vengono svolte solo attività di deposito di materiali derivanti da
attività di recupero, mentre la frantumazione avviene nella porzione di area
classificata come produttiva.
L'area di intervento è sottoposta ai seguenti vincoli ambientali (vedi tavola 1):
-VINCOLO PAESISTICO D.M. 21/09/1984 (GALASSO)
-VINCOLO PAESISTICO D.M. 31/07/1985 (GALASSO)
L'impianto è esistente e l'attività è stata autorizzata per la prima volta in data
14/12/1999, ed ha sempre avuto lo stesso utilizzo urbanistico dei luoghi
conformemente alla zonizzazione vigente.
L'area di intervento si colloca in una zona distante sia da centri abitati o
comunque da luoghi a forte densità demografica che da piccoli nuclei residenziali.
Il quartiere più vicino è situato a circa 750m in linea d'aria dalla zona di impianto
e appartengono al Comune di Castelraimondo.
La zona in oggetto è situata in un fondovalle; nella parte nord-est l'area è
delimitata dal fiume Potenza dal quale risulta schermato attraverso una folta
vegetazione riparaiale che si estende da Nord a Sud per centinaia di metri in
profondità su tutto il terrazzo alluvionale creando una efficace barriera naturale.
L'area di intervento non riguarda aree demaniali dei fiumi dalle quali è a dovuta
distanza dalla sponda: la distanza più prossima tra l'impianto e il fiume è di 40ml.
Non sono presenti nelle immediate vicinanze aree naturali protette né parchi né
zone SIC né ZPS.
A 1Km a sud-est è situata la Rocca d'Aiello, un'antica residenza con torri merlate,
fortemente rimaneggiata nella seconda metà dell'800, che per la sua posizione
apicale è visibile da tutti i principali versanti e dal fondovalle. Ad ovest dell'area di
impianto come descritto in premessa è presente la zona industriale Torre del
parco; a circa 2,5km in direzione ovest è presente il Castello di Lanciano, una
antica dimora attualmente di proprietà della Diocesi di Camerino-San Severino
anch'essa fortemente ristrutturata all'inizio del XX sec non ricorrono per questo
manufatto possibilità di intervisibilità.
Lettera b) del punto 2 di cui all' allegato C della L.R. n. 7/2004. l'intervento è
localizzato in un area circoscritta, schermata naturalmente, attraverso una folta
vegetazione ripariale, dalla zona Est ancora incontaminata, che mantiene intatte
le proprie caratteristiche naturali e ambientali, e l'attività di recupero materiali
inerti, non interferisce sulla qualità e sulla capacità di rigenerazione delle risorse
naturali della zona, quali i cicli di rinnovamento vegetazionale né interferisce con
le biodiversità.
L'attività di recupero rifiuti speciali non pericolosi in questione, per le
caratteristiche dell'impianto e dell'area circostante nonchè per le opere di
mitigazione previste, che verranno illustrate in seguito, non determina un impatto
significativo sull'ambiente.
3.
Potenziali fonti di impatto
3.1 Emissioni in atmosfera
Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera non sono presenti emissioni
convogliate, ad eccezione dello scarico di combustione dell’impianto di
frantumazione che è alimentato da motore diesel, mentre il vaglio ha un motore
elettrico alimentato con generatore diesel tutti i motori sono dotati di sistemi di
abbattimento emissioni come previsto dalla normativa vigente per le macchine a
combustione.
Si ritiene quindi che l’intensità delle emissioni convogliate risulterà essere
trascurabile e non comporterà impatti o rischi significativi per l’ambiente.
La principale fonte di impatto, anche se non significativa, è la produzione di
polveri dovute in gran parte alla movimentazione di materiali inerti frantumati
pulverulenti nonché all'attività di frantumazione degli stessi anche se in quantità
ridotta rispetto alle lavorazioni sopra descritte.
Questi effetti non sono oltremodo sensibili dal momento che le zone residenziali
sono ubicate a distanze considerevoli e gran parte delle zone limitrofe sono zone
agricole e le particelle pulverulenti non rappresentano un rischio potenziale né per
l'agricoltura né per la fauna ivi presente.
L'unico impatto potenziale da considerare è nell'effetto che l'impianto può avere
rispetto alla zona produttiva posta ad ovest dello stesso. Non vi sono emissioni di
sostanze nocive né volatili né solide né liquide dovute alla frantumazione di
materiale cementizio, si conclude che non viene messa a rischio la salute
pubblica.
Le lavorazioni di frantumazione inerti e deposito degli stessi, visto il ciclo
produttivo descritto nell'articolo 1 (Progetto), non producono emissioni termiche e
radiazioni.
3.2
Acque superficiali e sotterranee
Non sono presenti corsi d’acqua superficiali all’interno dell’area di deposito e di
lavorazione dei rifiuti inerti.
Da misurazioni effettuate su pozzi presenti nei pressi dell'area in esame la falda
acquifera, ubicata al contatto tra il substrato (acquiclude) ed il deposito
alluvionale (acquifero), è posta ad una profondità di circa 18-20 m. Tenuto conto
dell'elevata profondità si esclude che le operazioni di deposito e lavorazione svolte
possano in alcun modo interferire con la falda idrica.
Gli accatastamenti di materiale da lavorare saranno opportunamente coperti da
teli in attesa della lavorazione qualora non avvenga immediatamente dopo lo
stoccaggio.
Per quanto riguarda l'impatto sulle acque superficiali e sui terreni è attualmente
presente una pavimentazione in macadam su tutta la superficie dell'impianto;
sono inoltre presenti due vasche di raccolta dell'acqua di dilavamento del piazzale
evitando sversamenti nel terreno sottostante e verso il fiume.
3.3
Emissioni sonore
L'ultimo potenziale impatto è rappresentato dalle emissioni sonore dovute
all'impianto di frantumazione e alla circolazione dei mezzi d'opera pesanti.
Come per le polveri l'unica interazione possibile è con la vicina zona produttiva
posta nel lato ovest. L'effetto non è significativo in quanto la zona produttiva è
ubicata a dovuta distanza dal frantoio dal quale è separato e schermato dagli alti
cumuli di inerti delle zone di deposito. Inoltre dal Piano di calssificazione acustica
vigente del Comune di Camerino, risulta che l'area di impianto ricade in parte in
classe IV dove è ubicata l'area di deposito materiali inerti e parte in classe V dove
è ubicato il frantoio; la vicina area produttiva è in classe V. Per queste zone i
livelli di emissione sonora previsti sono rispettivamente di 60db per le zone in
classe IV e 65db per quelle in classe V, e sono in linea con i valori riscontrati
nell'area di impianto.
Non sono presenti nelle immediate vicinanze zone residenziali, pertanto tale
impatto non interferisce né con la popolazione residente nel comune di Camerino
né con quella del comune confinante di Castelraimondo.
3.4
Traffico
Relativamente al traffico indotto c'è da considerare che l'attività è esistente e
dotata di infrastrutture stradali capienti. L'area industriale ha due sbocchi sulla
SP 256 Muccese e la situazione del traffico veicolare sul nodo in corrispondenza
dell' accesso è perfettamente verificata (Vd. Tav.9). In ogni caso il rinnovo
dell'iscrizione non comporta un aumento del traffico veicolare dal momento che
l'attività è già in essere dal 14/12/1999.
3.5
Altre potenziali fonti di impatto
Non vengono utilizzate risorse naturali per le lavorazioni; l’acqua per la bagnatura
degli inerti viene portata in loco da botti, inoltre il ciclo di raccolta delle acque
prevede il recupero della frazione di acqua decantata ed il reimpiego nei
nebulizzatori per l'abbatimento delle polveri; la produzione di rifiuti di scarto delle
operazioni di macinazione verrà immediatamente trasportata in idonea discarica.
Nell’area non sono presenti particolari specie di vegetazione protetta. L’area
classificata come agricola è interamente pavimentata; e non sono presenti
particolari specie faunistiche protette nell'intorno dell'area di ubicazione
dell'impianto.
In sintesi si può affermare che l’impianto descritto non produce effetti significativi
sull'ambiente ed è compatibile con il sito di ubicazione del medesimo, sia dal
punto di vista ambientale, che dal punto di vista urbanistico, come tra l'altro
dichiarato dal certificato di compatibilità urbanistico-ambientale rilasciato dal
Comune di Camerino.
Gli impatti seppur non significativi sono reversibili poiché l'eventuale dismissione
dell'impianto garantirà il perfetto ripristino dello stato dei luoghi, considerato che
le lavorazioni eseguite nel sito in questione, non producono effetti nocivi
sull'ambiente, né vengono trattate sostanze tossiche e pericolose per la salute
umana.
4.
Mitigazione
4.1 Misure di mitigazione per l'emissioni in atmosfera
Per sopperire al problema dell’innalzamento polveri si provvederà alla
nebulizzazione dell’acqua nelle varie fasi dell’attività
L’impianto infatti sarà dotato di nebulizzatore per la bagnatura dei rifiuti e
materiale inerte da utilizzare prima della movimentazione per il carico e lo scarico
nonché dell’impianto proprio di nebulizzazione del frantumatore. Si prevede che
l’utilizzo di acqua sia notevolmente contenuto, tale da non creare percolato in
quanto i materiali litoidi ed in particolare i laterizi hanno spiccate proprietà
idroassorbenti e tendono ad assorbire acuqa fino al 10% del loro peso.
Le eventuali acque di dilavamento saranno tenute separate dalle acque piovane e
convogliate e raccolte in apposite vasche di raccolta che verranno periodicamente
ripulite da ditte specializzate.
Per ridurre ulteriormente la polverosità si adotterà il trasporto dei materiali con
autocarri dotati di vasca a sponde alte e telone di copertura.
Si ritiene quindi che l’intensità delle emissioni diffuse, in relazione ai sistemi
preventivi adottati, risulterà essere trascurabile e non comporterà impatti o rischi
significativi per l’ambiente.
4.2 Misure di mitigazione per evitate impatti sulle acque superficiali
E' attualmente presente una pavimentazione in macadam su tutta la superficie
dell'impianto; sono inoltre presenti due vasche di raccolta dell'acqua di
dilavamento del piazzale evitando sversamenti nel terreno sottostante e verso il
fiume.
4.3 Misure di mitigazione per le emissioni sonore
Al fine della problematica acustica, sarà individuata una posizione a distanza
maggiore possibile da ricettori particolarmente sensibili. Si precisa inoltre che il
carico del materiale, nella tramoggia dell’impianto viene effettuato a impianto
acceso ma non in fase di lavorazione. Tale accorgimento dovrebbe permettere
un’emissione acustica di cantiere limitata alle singole emissioni dell’impianto
mobile al fine di non aggravare l’impatto acustico delle lavorazioni rumorose.
Da attenta analisi dei vari fattori di impatto e viste le caratteristiche e l’ampiezza
dell’area è stato ritenuto opportuno collocare l’impianto mobile di frantumazione,
durante lo svolgimento delle lavorazioni di recupero, sul lato est del lotto, in
posizione mediana, al fine di ottenere la maggiore distanza possibile dalla strada
principale e dai ricettori particolarmente sensibili.
4.4 Misure di mitigazione sulla viabilità
I trascinamenti di materiale sulla sede stradale da parte degli autocarri in uscita
saranno evitati per due motivi:
- il rifiuto inerte da costruzione e demolizione è idroassorbente per proprie
caratteristiche tecniche, soprattutto nella parte in laterizio che di norma è
predominante, quindi tende ad assorbire l’acqua utilizzata per la bagnatura senza
creare ristagni e impedendo allo stesso tempo la produzione di polvere;
- L’area di transito dei mezzi all’interno dell’area è costituita da un riporto di
materiale inerte di media e grossolana pezzatura che, per tali caratteristiche
granulometriche, durante il passaggio dei mezzi tende a ripulire le ruote evitando
il trascinamento all’esterno.
4.5 Precauzioni di sicurezza
L’area in cui la ditta andrà ad eseguire la messa in riserva dei rifiuti sarà
interdetta al transito a piedi da parte di personale esterno mediante l’affissione di
apposita cartellonistica. Gli unici addetti presenti saranno l’autista dell’autocarro
che esegue il carico e lo scarico e il palista che eseguirà la movimentazione dei
rifiuti per il carico e dopo lo scarico, le necessarie operazioni di bagnatura, ed
azionerà l’impianto di frantumazione. Entrambi gli addetti dovranno indossare
indumenti ad alta visibilità in caso di discesa dai rispettivi mezzi d’opera.
Per quanto riguarda l’esposizione al rumore l’addetto alla pala cingolata sarà
esposto ad un livello sonoro di circa 65 dB(A) secondo le dichiarazioni del
costruttore, e l’addetto dovrà utilizzare idonei DPI. Verrà in ogni caso eseguita la
valutazione dell’esposizione ai sensi del D.Lgs 81/08.
Per quanto riguarda l’esposizione alla polvere l’addetto della pala cingolata si
troverà all’interno della cabina climatizzata con filtri antipolvere per cui
l’esposizione può essere considerata trascurabile , mentre durante il
funzionamento del frantumatore non vi sarà personale presente a terra. Verrà
comunque eseguita la valutazione di esposizione secondo quanto previsto dalla
normativa vigente.
Per quanto riguarda l’esposizione alle vibrazioni l’addetto della pala cingolata sarà
esposto ad un’accellerazione inferiore al livello di azione sia per il sistema mano-
braccio (2,5 m/s²), sia per il corpo intero (0,5 m/s²); verrà in ogni caso eseguita
la valutazione ai sensi del D.Lgs 81/08. Per quanto riguarda il frantumatore non vi
è alcun contatto dell’operatore che possa esporre a vibrazioni, mentre per quanto
riguarda le vibrazioni trasmesse all’esterno si ritiene che il basamento del
materiale di riporto offra una sufficiente garanzia di smorzamento delle onde di
pressione tale da evitare la propagazione.
Per l’attività verrà eseguita la valutazione dei rischi per la sicurezza e le relative
attività di formazione ed informazione degli addetti, come previsto dal D.Lgs
81/08.
5.
Autorizzazioni prescritte
E' stato riscontrato che non sono necessarie ulteriori autorizzazioni, nulla osta né
ulteriori atti autorizzativi di altri enti, in quanto come già ribadito, trattasi di
attività già in essere per la conduzione della quale non sono nocessarie opere di
trasformazione del territorio.
Arch. Francesco Troncanetti