parchi nazionali - Tanzania National Parks

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parchi nazionali - Tanzania National Parks
Tanzania
PARCHI NAZIONALI
ITALIAN
Tanzania
2
Benvenuti nell’impareggiabile variegata bellezza che siamo
orgogliosi di chiamare la nostra Terra natia. Una bellezza che
oggi desideriamo condividere, con voi e con le generazioni
future in un costante impegno finalizzato alla conservazione.
Oggi, un quarto del territorio del paese è compreso in una
riserva protetta. Il rinomato Parco Nazionale del Serengeti e la
vasta Riserva del Selous rappresentano il punto culminante di un
ricco mosaico di aree protette che collettivamente ospitano circa
il 20 per cento della popolazione di grandi mammiferi del
continente africano.
Serengeti
National
Park
Rubondo
National Park
Arusha
National Park
Saanane
National Park
Lake Manyara
National Park
Tarangire
National
Park
Gombe
National Park
Mahale
National Park
Katavi
National Park
Mt Kilimanjaro
National Park
Mkomazi
National Park
Saadani
National Park
Ruaha
National
Park
Mikumi
National Park
Udzungwa
National Park
Kitulo
National Park
Africa
Parco Nazionale di Arusha
4
Parco Nazionale del Lago di Manyara
16
Parco Nazionale dell’Isola di Saanane
28
Parco Nazionale del Gombe Stream
6
Parco Nazionale di Katavi
8
Parco Nazionale di Mikumi
18
Parco Nazionale del Serengeti
30
Parco Nazionale di Mkomazi 20
Parco Nazionale del Tarangire
32
Parco Nazionale del Kilimnangiaro
10
Parco Nazionale di Ruaha
22
Parco Nazionale di Udzungwa
34
Parco Nazionale Kitulo
12
Parco Nazionale dell’Isola di Rubondo
24
Il ruolo dei parchi
36
Parco Nazionale dei monti Mahale
14
Parco Nazionale Saadani 26
Consigli di viaggio
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Karibu Tanzania - Benvenuti!
La Tanzania è un paese caratterizzato da mille volti e primati mondiali.
Nel Tarangire è possibile ritrovarsi circondati da un numero
impressionante di elefanti, la più alta densità al mondo.
Il cratere di Ngorongoro ospita il più grande numero di animali
selvatici, tra cui numerosi grandi felini. La migrazione annuale di
milioni di gnu nel Serengeti, accompagnati da centinaia di migliaia di
zebre e gazzelle è uno spettacolo unico, indimenticabile. I monti
Kilimanjaro e Meru, rispettivamente la prima e la quinta cima più alta
del continente. Anche il mondo acquatico è altrettanto spettacolare:
il lago Vittoria, Tanganica e Niassa sono i tre maggiori bacini d’acqua
dolce dell’Africa. Senza dimenticare Zanzibar, la magica «isola delle
spezie», punto culminante della vasta linea costiera dell’Oceano
Indiano, costellata di spiagge da cartolina, meravigliosi siti di
immersione in mare aperto e misteriose rovine medievali.
Ma è solo l’inizio
Lasciando le rive sabbiose del lago Tanganica, i Parchi nazionali del
boschivo Gombe e dei Monti del Mahale si contendono l’appellativo di
miglior sito del mondo per il tracking di scimpanzé selvatici.
Più vicino alla costa, i massicci isolati dei poco noti Monti dell’Arco
Orientale sono stati soprannominati le «Galapagos africane», grazie
alla stupefacente ricchezza di specie vegetali e animali endemiche.
L’elenco dei luoghi speciali potrebbe continuare all’infinito.
L’impressionante varietà naturale della Tanzania si rispecchia in una
diversità culturale che abbraccia 120 distinte tribù: gli iconici pastori
Maasai della Rift Valley, la popolazione costiera Swahili, che ha subito
l’influsso arabo-islamico, i cacciatori-raccoglitori Hadzabe del Lago
Eyasi.
La nostra gente, che riunisce in sé tutte le attrazioni di Tanzania,
ognuna orgogliosa dei propri sentimenti di tolleranza e pace
profondamente radicati. Infatti, nonostante la sua diversità etnica,
il nostro amato Paese ha attraversato una serie di trasformazioni
politiche senza mai dare adito a disordini etnici. Tutto ciò rende la
Tanzania un’entità unica del continente africano.
Venti anni fa, solo pochi fortunati conoscevano le ricchezze che la
Tanzania può offrire. Oggi è riconosciuta come una delle destinazioni
di viaggio più dinamiche e frequentate dell’Africa: una terra la cui
impressionante varietà naturale si completa con l’innata ospitalità dei
suoi abitanti.
Un cordiale saluto,
A.J.H. Kijazi
Tanzania National Parks
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Parco nazionale di Arusha
4
Esplorare le pianure aperte della Tanzania è un’esperienza
mozzafiato. Immaginate di poter lasciare l’auto e aggiungete alla
scena un’avventura «verticale». Il maestoso Monte Meru nel Parco
Nazionale di Arusha, vi attende, pronto per inchinarsi ai vostri
piedi! L’euforia di raggiungere la cima aumenta sul Monte
Kilimangiaro, quando inizia a rivelare la sua cima innevata a
Oriente. La massima vista su una delle immagini più perfette dei
paesaggi africani.
Il Parco Nazionale di Arusha offre l’opportunità di esplorare la natura
in modo estremamente ravvicinato. Il percorso di arrampicata
è disseminato di attrezzature per il trekking. L’itinerario attraversa
habitat diversi: paludi, pianure, foreste montane e vulcani, tutto entro
una distanza di 35 km.
I punti più suggestivi sono il Monte Meru e la caldera Ngurdoto,
formatasi dopo le eruzioni vulcaniche in un’epoca compresa tra
1 e 3 milioni di anni fa. In più di un secolo, il Monte Meru non ha mai
dato spettacolo ma 6000 anni fa un’enorme esplosione ha spazzato
via il ciglio orientale provocando un massiccio smottamento,
all’origine degli affascinanti laghi Momela, a nord-est. I diversi livelli
di alcalinità di questi sette laghi è all’origine delle spettacolari tonalità
verde-blu uniche per ciascun lago. L’acqua è punteggiata di fenicotteri
rosa, delle specie minor e major, e talvolta è possibile incontrare gli
occhi di un ippopotamo. A est, il vulcano spento Ngurdoto è sede
di un mini Ngorongoro. Dal ciglio del cratere si ammirano le foreste
montane (aguzzando la vista per individuare il maestoso Fig Tree
Arch), mentre una pianura paludosa si estende al di sotto, a circa
1.470 metri di altitudine.
Il vulcano spento Ngurdoto è sede
di un mini Ngorongoro
L’intero parco è denso di forme di vita. Si incontrano mandrie di bufali
(la specie più diffusa del parco) zebre, giraffe, e non è raro avvistare
facoceri, antilopi d’acqua, coppie di dik-dik e redunche. Nella zona
inoltre sono presenti altri mammiferi difficilmente avvicinabili quali
l’oritteropo, il potamocero e l’istrice crestato. A cadenza regolare,
il basso richiamo stridente del bucero dalle guance argentate penetra
il silenzio, proprio come il ritmico grido aspro del colobus bianco
e nero, un primate in via di estinzione. Tuttavia non è l’unico acrobata
di questa fitta foresta: è possibile incontrare anche il cercopiteco
verde, il cercopiteco dal diadema e il babbuino verde. Un osservatore
ben allenato potrà godere di quasi 450 specie di uccelli.
Sebbene il ruggito feroce di un leone non sia un’esperienza frequente
(l’ultima visita fugace risale alla fine del 1990), nell’area sono presenti
altri grandi felini. Aguzzando la vista non sarà difficile avvistare la
iena maculata, il gatto selvatico, il leopardo e, sulle pendici del Monte
Meru, persino un elefante errante.
Un osservatore ben allenato potrà
godere di quasi 450 specie di uccelli
Tuttavia la migliore risorsa patrimoniale del Parco Nazionale
di Arusha potrebbe essere proprio una particolare sensazione di
solitudine. Sebbene circondato da insediamenti umani, il Parco
di Arusha Park è il più tranquillo dei sei parchi più noti della Tanzania
settentrionale.
Arrampicata sul Meru: uno spettacolare trekking
di quattro giorni
1° giorno: 10 km di trekking da Momela a Miriakamba, della durata di
circa 5 ore (salita 1.014 metri)
2° giorno: trekking di 4 km fino al rifugio Saddle, durata
approssimativa 5 ore (salita 1.056 metri)
3° giorno: riposo
• 4° giorno: 22 km di trekking fino alla vetta e ritorno a Momela,
durata circa 16-17 ore (salita 996 metri, discesa 3.066 metri)
La salita della seconda montagna più alta della Tanzania inizia nella
savana boschiva, attraversata da bufali e giraffe. A un’altitudine tra
1.500 e 3.300 metri ci si trova nel mezzo di foreste montane, tra
uccelli e scimmie. Da qui e fino a 3.900 metri il terreno è dominato da
gigantesche eriche. Gli ultimi metri da conquistare fino alla cima
sono caratterizzati da una brulla zona alpina e
un deserto montuoso.
Nota: nell’area sono presenti due specie di camaleonti locali. Il vistoso camaleonte
di Jackson dai tre corni (avvistabile nei dintorni del rifugio Miriakamba) e il
camaleonte del Ruwenzori, visibile nei pressi del rifugio Saddle.
• Insieme al Lago Manyara, il Parco Nazionale di Arusha è il secondo
più antico parco della Tanzania. È stato istituito nel 1960.
• Rientra tra i parchi nazionali di minori dimensioni: i suoi 542 km 2
(con estensione est-ovest di soli 35 km) occupano il 4% dell’area
del Serengeti. Nel 2005 è stato ampliato su tutti i lati e l’area si
è quasi quadruplicata.
• Altitudine: da 1.450 metri (laghi Momela) a 4.566 metri (vetta del
Monte Meru). L’ingresso e le vie principali del parco si trovano
a circa 1.500 metri.
• Il parco è facilmente accessibile in auto, a 35 km dalla città di
Arusha.
Il maestoso Monte Meru attende
di essere domato a piedi
Sistemazione
All’interno del parco: due rifugi di montagna sul monte Meru,
un ostello e diversi campeggi.
All’esterno del parco: numerosi alberghi presso nei dintorni del fiume
Usa e molti hotel e ostelli nella città di Arusha.
Cosa fare
Safari in auto e a piedi, canoa, arrampicate sul Monte Meru.
Riferimento di contatto del parco: [email protected]
Linea diretta: +255 689 062 363 / + 255 767 536 136
Sebbene il ruggito feroce di un leone non sia
un’esperienza frequente, nell’area sono presenti
altri grandi felini
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Parco Nazionale del Gombe
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Le antiche foreste possono sembrare luoghi
tranquilli e sereni ma non fatevi trarre in inganno.
Sotto la coltre di alberi vi attende l’avventura.
Habitat di numerose meravigliose creature,
una si distingue in particolare. Preparatevi a un
emozionante incontro con gli scimpanzé, i nostri
più prossimi parenti genetici.
Gombe è tra i più piccoli parchi nazionali della Tanzania,
caratterizzato dalla pura emozione dell’incontro con i suoi famosi
abitanti. Jane Goodall, ambientalista di fama mondiale, diede
notorietà agli scimpanzé, completamente avvezzi alla presenza
umana. Il suo programma di ricerca comportamentale ebbe inizio
oltre mezzo secolo fa ed è il più remoto al mondo del suo genere,
tuttora attivo. Gombe è un paradiso per i ricercatori e in parte ciò
si deve anche alle grandi dimensioni dei gruppi. Di questi il maggiore
è il gruppo Kasekela, composto da almeno 40 scimpanzé.
Otto specie di primati diversi
Sulla ripida parete del Rift e le sue frange la presenza di erbivori
e carnivori è una vera rarità e ciò rende il Gombe il regno ideale per
gli amanti dei safari a piedi. Attraversando i boschi fitti di vegetazione
(nel parco le aree aperte sono rarissime) non mancheranno alcuni
incontri davvero speciali. Gli scimpanzé hanno un carattere schietto
e amano esprimersi attraverso grida e gesti selvaggi. Condividiamo
con loro il 98% dei geni; la sensazione del legame esistente tra le
nostre specie è qualcosa di realmente magico. Per quanto spaventosi
possano essere i gesti fieri di un maschio dominante, non intende fare
del male ma solo manifestare la sua potenza. Non scappare,
mantenere la calma e farsi piccoli piccoli!
• Per arrivare a Kigoma: voli di linea da Dar es Salaam e Arusha (voli
privati organizzati da compagnie di safari), servizi ferroviari da Dar
es Salaam e traghetto da Niamkolo in Zambia. Alternativa in auto
(4 giorni): da Dar es Salaam i primi 980 km su asfalto, quindi
780 km su strada sterrata (difficoltà nella stagione delle piogge).
• Da Kigoma a Kasekela: con taxi lacustre locale (fino a quattro ore)
o motoscafo (due ore, prenotazioni tramite il parco).
Gombe è il regno ideale
per i safari a piedi
Da non perdere: la ricchezza
disponibile nell’aria e nell’acqua
Gli scimpanzé non sono gli unici primati del parco: sono presenti
almeno otto specie differenti. Basta guardare attentamente verso l’alto
alla ricerca di cercopitechi dalla coda rossa, di cercopitechi dal
diadema, di colobi, rimanendo in allerta per avvistare i babbuini verdi,
anch’essi oggetto di studi scientifici. Di notte sono presenti due specie:
il galagone del Senegal e il galagone sudafricano (o galagone).
Da non perdere inoltre sono la ricchezza disponibile nell’aria e
nell’acqua. Oltre 200 specie di uccelli, tra cui l’aquila coronata africana,
rapace predatore di scimmie, l’aquila pescatrice, tre tipi di Martin
pescatore e lo splendente amaranto fiammante. Un altro notevole
personaggio del luogo è l’avvoltoio delle palme; una specie quasi
vegetariana presente nel lago Tanganica che preferisce la frutta alle
carcasse. Il lago si trova alla base della Rift Valley e ospita circa
350 specie diverse di pesci, di cui la maggior parte è endemica.
• Dopo essere stato designato come riserva di caccia nel 1943,
è diventato parco nazionale nel 1968.
• Ricopre un’area di 56 km2 , oltre a una striscia larga 100 m di acqua
costiera, estendendosi per 13 km da nord a sud.
• Altitudine: 773 m e 1.500 m (Mitumba).
• Temperature medie: 26-30 °C (di giorno) e 14-17 °C (di notte).
• Stagione secca: metà maggio - ottobre - novembre stagione delle
piogge: novembre - metà maggio (la piovosità diminuisce in
gennaio-febbraio); nessuna variazione stagionale nella foresta.
• Periodo migliore: stagione delle piogge, per le piante e gli insetti,
nonché per individuare meglio gli scimpanzé (non si allontanano
nella stagione delle piogge).
• Come il Parco Nazionale dei monti Mahale, il Gombe è un parco
piuttosto remoto, accessibile solo in barca.
Sistemazione
All’interno del parco: un lodge tendato privato, ostello, bandas,
campeggi presso il parco (le prenotazioni per l’ostello, i bandas
e i campeggi si effettuano tramite il parco).
Cosa fare
Tracking scimpanzé guidato, passeggiate guidate lungo la spiaggia,
escursioni, nuoto e snorkeling. Il sito del famoso incontro tra Henry
Stanley e David Livingstone («Il dottor Livingstone, suppongo»)
visitabile a Ujiji vicino a Kigoma. Oppure è possibile osservare
i rinomati costruttori dei tradizionali sambuchi.
NOTA: nel parco vigono norme rigorose per la tutela degli scimpanzé
e degli stessi visitatori. Per il tracking, considerare almeno due
giorni di soggiorno; Gombe non è uno zoo e non vi sono
garanzie di incontro degli scimpanzé.
Riferimento di contatto per il parco:
[email protected]
Linea diretta: +255 689 062 303
+255 767 536 426
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Parco Nazionale di Katavi
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Solo alcune anime avventurose resistono nel Katavi.
Quelli che vi riescono sono irresistibilmente attratti da
un’esperienza affascinante. Terzo maggiore parco nazionale
della Tanzania, il Katavi è un luogo notoriamente selvaggio:
remoto, libero e indisturbato. Il numero di animali
è sconvolgente, per quantità e varietà.
Un numero di
animali è sconvolgente,
per quantità e varietà
Katavi è uno dei pochi parchi con il grado di biodiversità più elevato
dell’Africa. Il paesaggio è costantemente variabile, da pianure
boschive allagate stagionalmente, alle scarpate scoscese della Rukwa
Valley, parte della Grande Fossa Tettonica. Tuttavia l’elemento
dominante del parco è la savana del Miombo, nella sua forma più
pura. Enormi branchi di antilopi sono nel proprio habitat, persino
le specie più elusive. Il Katavi è uno dei due parchi in cui vivono
l’antilope nera e il roano; quest’ultimo individuabile qui più che
altrove.
Se si è alla ricerca del luogo migliore per osservare gli animali,
dirigersi verso il fiume Katuma e le sue pianure allagate, includendo
i laghi stagionali Katavi e Chada. Il loro aspetto varia notevolmente
a seconda della stagione. Durante le piogge l’erba cresce a dismisura,
trasformando i terreni aridi in distese verdi apparentemente infinite.
Lungo i laghi, sono visibili i numeroso uccelli acquatici. Poi, nel corso
della stagione secca il paesaggio diventa sempre più impressionante.
Con l’aumentare dell’aridità, un numero crescente di animali
raggiunge le restanti fonti di acqua potabile di Katavi.
L’habitat di enormi branchi di antilopi,
anche delle specie più elusive.
Bufali, elefanti e zebre sono le specie più abbondanti. Ogni
popolazione si compone di migliaia e migliaia di individui; spesso le
mandrie di bufali sono formate dal triplo di individui rispetto a quelle
visibili nel Serengeti. A questi si aggiungono giraffe e altri grandi
mammiferi. Tutti attenti a non diventare preda di leoni, iene maculate,
ghepardi, leopardi e licaoni, eccitati dalla fame e da quanto avviene
intorno a essi.
Un gran numero di pozze del Katavi
vanta le più dense concentrazioni di
ippopotami e coccodrilli della Tanzania
Un gran numero di pozze del Katavi vanta le più dense concentrazioni
di ippopotami e coccodrilli della Tanzania. Soprattutto nella stagione
secca si lasciano cadere nelle ultime pozze rimaste, scatenando
spettacolari attacchi territoriali. Inoltre occorre fare attenzione a uno
degli animali stanziali più emozionanti della boscosa savana:
il mamba nero, il serpente più velenoso del continente, che può
raggiungere dimensioni impressionanti fino a 4 metri.
La distanza implica che gli animali non sono abituati agli esseri umani
e ai veicoli, come ad esempio accade in altri parchi nazionali più
frequentati. Il Katavi offre un vero senso di avventura nella natura,
rendendo questo parco un luogo ancora più speciale.
Il Parco Nazionale del Katavi è stato istituito nel 1974, raddoppiando
le sue dimensioni nel 1997 fino 4.471 chilometri 2 . In tal modo
è diventato il terzo maggiore parco nazionale della Tanzania.
• La riserva del Rukwa Game (4.000 km 2) confina con il Katavi e
insieme formano l’ecosistema Katavi-Rukwa.
• Si estende da nord-ovest a sud-est per una superficie di 125 km2 .
• Altitudine: in generale non superiore a 960 m.
• La temperatura media è di 22-26 °C: 24-30 °C durante il giorno (fino
a 40 °C al termine della stagione secca), 16-18 °C durante la notte.
• Stagione secca: giugno-ottobre, stagione delle piogge: novembremaggio (i mesi di gennaio-febbraio sono i meno piovosi ed l’unico
periodo in cui le strade del parco potrebbero essere percorribili).
• Periodo migliore: da maggio a ottobre
• Il Katavi è raggiungibile in auto o in aereo.
• In auto, da Dar Es Salaam a Tunduma 980 km su una buona strada
asfaltata, quindi 435 km fino a Sitalike, su una strada dissestata.
• In aereo, diverse compagnie organizzano voli privati sia per
l’aeroporto di Mpanda o per le piste di atterraggio di Sitalike o Ikuu,
all’interno del parco.
Katavi offre un reale senso
di avventura in un mondo selvaggio
Sistemazione
All’interno del parco: locande, bandas e campeggi (prenotazione
tramite il parco). Lodge tendati di proprietà privata.
Al di fuori del parco: due alberghi con ricettività essenziale.
Cosa fare
Safari, escursioni guidate, bird watching, fotografia e camping safari.
Oppure sul lago Katavi, visita all’albero di tamarindo abitato dallo
spirito del leggendario cacciatore Katabi, da cui il parco prende il
nome. Gli abitanti del luogo che desiderano la benedizione dello
spirito lasciano le proprie offerte.
Riferimento di contatto per il parco: [email protected]
Linea diretta: +255 689 062 314 / +255 767 536 128
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Parco Nazionale del Kilimanjaro
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Nella lista delle innumerevoli cose da fare nella vita, la scalata
del Kilimangiaro occupa una posizione di rilevo. Una volta
raggiunta la vetta, si ha la sensazione di trovarsi in cima
all’Africa, con l’intero continente ai propri piedi. Ma la cosa
migliore è che per arrivare al ciglio del cratere, tutto ciò che
occorre è abbigliamento adeguato, atteggiamento umile
e una buona dose di forza di volontà.
Il gigante innevato dell’Africa prorompe sulla savana per circa
5.895 superbi metri. In quanto stratovulcano, il Monte Kilimangiaro
è costituito da tre picchi: il Kibo (5.895 metri), il Mawenzi
(5.149 metri) e l’altopiano di Shira (3.962 metri). Attualmente il
vulcano è ancora parzialmente attivo. Mentre Shira e Mawenzi,
entrambi collassate un milione di anni fa, non sono più attivi,
la bellezza dormiente di Kibo mostra tuttora segnali di attività.
Nel secolo scorso sono state avvistate fumarole e sono stati avvertiti
rumori minacciosi provenienti dal nucleo.
Una volta raggiunta la vetta si ha
la sensazione di trovarsi in cima all’Africa
Nel 1848, nessuno prese sul serio il missionario tedesco Johannes
Rebmann, che descrisse una vetta innevata sull’Equatore. Poi le sue
parole ispirarono alcuni temerari che si mossero alla conquista di
questo ragguardevole colosso. Il primo tentativo, risalente al 1861,
fallì. Quindi nel 1889 il geografo tedesco Hans Meyer divenne il primo
straniero a raggiungere il picco Kibo. La cima fu intitolata Kaiser
Wilhelm Spitze (Cima di Kaiser Wilhelm), in onore del sovrano
prussiano Guglielmo I. Successivamente, con l’indipendenza del 1961,
il vulcano fu denominato con un nome locale: Uhuru (libertà) Peak.
Tutti gli adulti in buona salute e condizioni fisiche normali dovrebbero
essere in grado di raggiungere la vetta. Sebbene non siano necessarie
attrezzature da arrampicata sofisticate, sono fortemente raccomandati
indumenti impermeabili, anti-vento e caldi (non dimenticare guanti
e cappello). Le condizioni meteorologiche sono soggette a cambiamenti
improvvisi e si consiglia di portare un cambio giornaliero.
Sentiero Marangu, sei giorni: il percorso più
antico fino al Kilimanjaro
1° giorno: 8 km di trekking da Marangu Gate a Mandara Hut,
della durata di circa 4-5 ore (salita 760 m)
2° giorno: 11 km di trekking fino a Horombo Hut, durata
approssimativa 5-6 ore (salita 1.053 metri)
3° giorno: riposo
4° giorno: 11 km di trekking fino a Kibo Hut, durata circa 4,5-6 ore
(salita 970 metri)
5° giorno: 21 km di trekking da Kibo Hut a Uhuru Peak, quindi ritorno
a Kibo Hut e Horombo Hut. Il percorso ha una durata di circa 14-17,5
ore (salita di 1.142 metri, discesa 2.112 metri)
6° giorno: 19 km di trekking a Marangu Gate, durata approssimativa
5-6 ore (discesa 1.810 metri)
Alternative
È possibile raggiungere la vetta del Kibo attraverso diversi altri
percorsi: Machame, Rongai, Umbwe e Londorosi/Lemosho.
Il percorso Mweka viene utilizzato come corridoio di discesa per
gli itinerari di Machame, Umbwe e Londorosi/Lemosho rotte.
Nota: la scalata del Monte Kili è un’esperienza accessibile a molti ma ciò non
toglie che non vi siano difficoltà. Si tenga presente che si tratta di escursionismo
impegnativo a 360° e che l’ossigeno presente nell’aria ad alta quota equivale al
40% di quello presente sul livello del mare.
Tutti gli adulti in buona salute
e condizioni fisiche normali dovrebbero
essere in grado di raggiungere la vetta
Tuttavia, non è solo questione di arrivare in cima. La scalata del
Monte Kilimangiaro è un viaggio andata e ritorno dai tropici all’Artico.
Più si sale in alto, più il clima diventa rigido; il monte Kili infatti
comprende diverse principali zone climatiche. Si parte dal clima
torrido della regione tropicale circostante (800-1.900 metri),
quindi si attraversa la fitta e lussureggiante foresta montana
(1.900-2-900 metri) abitata da primati, antilopi e persino elefanti.
Passato il bosco si raggiungono le zone di landa e brughiera,
folte ed erbose (2.900-4.000 metri) con enormi eriche e gigantesche
lobelie, dall’aspetto alieno. L’ultimo chilometro in salita si snoda
attraverso un deserto alpino rado e arido (4.000-5.000 metri) fino
al gelo della vetta (a 5.895 metri), caratterizzata da deserto lavico
e chiazze di ghiaccio. Missione compiuta: un tour in verticale intorno
al mondo, circondati da impareggiabile bellezza.
Sistemazione
In montagna: numerosi rifugi lungo il percorso Marangu, campeggi
sugli altri itinerari.
Esternamente al parco: diversi alberghi e campeggi nella città di
Moshi e nel villaggio di Marangu.
Nota: è richiesta la prenotazione anticipata tramite tour operator.
• Istituito nel 1973 (aperto ufficialmente nel 1977) il Parco Nazionale
del Kilimangiaro appartiene al patrimonio mondiale dell’umanità.
• Si estende per 45 km da ovest a est.
• Altitudine: da 2.700 metri (Mandara) a 5.895 metri (Kibo).
• Il parco è facilmente raggiungibile e vi si arriva mediante una strada
asfaltata (pendii ripidi nella ultima parte).
• Distante 123 km in auto dalla città di Arusha, si impiegano circa 2
ore: 1 ora fino a Moshi (primi 80 km), quindi un’altra ora fino
Marangu Gate (1.970 metri), attraverso il villaggio di Himo.
• L’itinerario di Marangu è frequentato da numerosi escursionisti
tutto l’anno, tuttavia le vie meno battute sono relativamente più
tranquille.
Riferimento di contatto per il parco: [email protected]
Linea diretta: +255 689 062 309 / +255 767 536 134
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Parco Nazionale Kitulo
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Il Kitulo è il luogo in cui gli amanti delle piante si sentono più vicini
al paradiso. Benvenuti a Bustani ya Mungu, Il Giardino di Dio,
anche soprannominato Serengeti dei Fiori. Ed è proprio così.
La fioritura di oltre 350 piante vascolari differenti rende questo
parco un luogo unico al mondo. Non perdetevelo nella stagione
delle piogge, quando lo spettacolo è in piena fioritura.
Sì, è possibile vedere vagare nella prateria aperta qualche antilope
dei canneti montana, piccola ma audace, e alcune antilopi alcine.
Certo, dalla foresta risuonano le grida del colobo dell’Angola o del
cercopiteco dal diadema. La scimmia Kipunji, a rischio di estinzione,
la prima nuova specie di scimmie africane per per oltre 20 anni, è stata
scoperta in questa zona, insieme al piccolissimo galago della foresta.
Tuttavia Kitulo non è il tipo di parco da considerare per l’osservazione
degli animali. È il sogno di botanici ed escursionisti, con una diversità
floreale addirittura travolgente.
Una meraviglia floreale che attrae
anche gli amanti del birdwatching
Le colline ampie e tondeggianti, i pascoli montani e afroalpini
(tra i più rilevanti della Tanzania) sono punteggiati con i fiori più
suggestivi che si possano immaginare, tra cui 45 tipi di orchidee.
Di queste, più di 30 sono endemiche della Tanzania, 15 nella fascia
Kitulo/Kipengere e 10 nella fascia Kitulo/Uporoto.
E non sono solo le fioriture a catturare lo sguardo. L’altipiano di Kitulo
e i suoi dintorni formano il bacino idrico del fiume Great Ruaha.
L’acqua tonante delle spettacolare cascata nella foresta Numbe,
nella parte orientale del parco, merita assolutamente una visita.
Non sorprende che questa meraviglia floreale costituisca un
irresistibile richiamo anche per gli amanti del birdwatching.
Qui esiste la rara possibilità di avvistare l’otarda di Denham.
Oppure ci si lascia incantare da una colonia riproduttiva di Hirundo
atrocaerulea, specie di rondine in via di estinzione, o trovarsi faccia
a faccia con specie particolari quali Serinus melanochrous,
del Kipengere, Anthus brachyurus, Cisticola njombe e Euplectes
psammocromius.
E quando si penserà di aver visto tutto, è ancora possibile imbattersi
in specie endemiche di farfalle, lucertole e rane. Il parco inoltre ospita
il camaleonte dai tre corni del Poroto, tra i più rari del continente.
Il Kitulo è a pieno titolo il Giardino di Dio.
Kitulo è il paradiso di botanici
ed escursionisti, con una diversità floreale
travolgente
• Il Parco Nazionale Kitulo è stato istituito nel 2005 per la sua
importanza botanica, primo nell’Africa tropicale.
• Copre un’area di 1613 km2 e si estende per 37 km da nord-ovest a
sud-est.
• Altitudine: fino a 2.700 m (la vetta più alta si trova appena fuori dal
parco).
• Le temperature variano notevolmente: 23-25 °C (di giorno) e 10 °C
(di notte) nei mesi di settembre - ottobre, arrivando a 13-15 °C
(di giorno) e 0 °C (di notte) in giugno - luglio.
• Stagione secca: giugno - metà ottobre, stagione delle piogge:
fine ottobre - maggio.
• Periodo migliore: dicembre - aprile, nel periodo di massima
fioritura delle piante. Settembre - novembre, più aridi e assolati,
sono più confortevoli per gli escursioni a piedi ma meno gratificanti
per i botanici.
• Il parco si trova in una posizione molto remota, accessibile in auto
con veicolo fuoristrada 4x4.
• Via più comune: da Dar es Salaam al villaggio di Chimala (815 km)
su asfalto, quindi 45 km di strada sterrata fino all’ingresso
di Mwakapembe (in totale 860 km/2 giorni). La sede principale
del parco si trova 10 km prima dell’ingresso di Mwakapembe,
presso il villaggio di Matamba.
• È in progetto l’apertura di un ingresso occidentale presso Kikondo,
accessibile attraverso la città Mbeya e la strada Tukuyu.
• Alternative: dall’aeroporto internazionale Songwe a Mbeya
prendere la ferrovia TAZARA (tre volte a settimana); in auto
si percorrono 123 km, passando per Chimala.
Sistemazione
All’interno del parco: due campeggi pubblici e speciali sull’altopiano
(le prenotazioni si effettuano tramite il Parco).
Esternamente al parco: alberghi semplici nel villaggio di Matamba,
a 10 km dall’ingresso, numerose sistemazioni (più lussuose) nella
città di Mbeya e due ostelli, relativamente abbordabili, gestiti dalla
chiesa locale sulla spiaggia di Matema.
Qui è possibile approfittare
della rara possibilità di avvistare
l’otarda di Denham
Cosa fare
Safari guidati a piedi, bird watching, escursioni al Monte Rungwe
e Mtorwi, escursione a piedi di mezza giornata dal parco attraverso
l’estesa uniforme superficie di bambù dei Monti Livingstone, habitat
naturale di alcuni dei mammiferi più particolari del pianeta, fino
alla meravigliosa spiaggia di Matema, sul lago Niassa.
Riferimento di contatto per il parco: [email protected]
Linea diretta: +255 689 062 322 / +255 767 536 130
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Parco Nazionale dei monti Mahale
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Dal profondo cuore verde dell’Africa si ergono
i misteriosi Monti Mahale, punto di riferimento
della biodiversità mondiale. In nessun altro luogo
è possibile incontrare scimpanzé selvatici e una
grande varietà di altre specie, molte delle quali
presenti solo in questa area.
Il giorno che Stanley pronunciò le famose parole «Doctor Livingstone,
suppongo», si trovava solo a 100 km a nord di quest’area.
E Livingstone non avrebbe potuto scegliere un posto migliore per
nascondersi. Picchi torreggianti ricoperti dalla fitta vegetazione della
giungla si ergono per quasi due chilometri sopra di voi,
per immergersi nel blu profondo delle acque che bagnano le bianche
spiagge del lago Tanganica. Una visione magica, la cui esistenza
è sconosciuta alla maggior parte delle persone.
La zona è soprannominata Nkungwe, dall’omonimo monte,
considerato sacro dalla popolazione Tongwe locale. È dominata
da montagne e foreste, con una grande varietà di piante. Sono state
registrate almeno 1.200 specie, tuttavia si stima che ne siano presenti
circa 2.000. Proprio in questa giungla, a questa altitudine, si trovano
le specie di primati più numerose e diverse (10 specie) di tutto il Paese.
Una visione magica, la cui esistenza
è sconosciuta alla maggior parte delle
persone
Il momento più emozionante della visita è il tracking degli scimpanzé.
Ogni traccia di sterco o resto di frutta è un invito a spingersi nella
giungla, ancora più oltre. Sebbene gli scimpanzé siano presenti anche
nel Gombe, il Mahale è indiscutibilmente il luogo dove incontrarli.
Il parco ospita la maggior parte della popolazione di scimpanzé
selvatici dell’Africa orientale, con circa 600 individui suddivisi tra
15 gruppi. In seguito a un progetto di ricerca giapponese tenutosi
nel 1960, gli scimpanzé si sono abituati alla presenza umana.
Altri primati le cui grida echeggiano dai pendii sono il colobo rosso
e dell’Angola, il cercopiteco dalla coda rossa, il cercopiteco dal diadema
e il babbuino giallo. Tuttavia è molto di più che una visita alle scimmie.
Lungo la sponda occidentale si aggirano facoceri e maiali selvatici
addomesticati e sono possibili incontri occasionali con giraffe o,
per rendere le cose ancora più interessanti, addirittura con il raro
roano e l’antilope nera. Poiché il Parco Nazionale del Katavi si trova
a meno di 100 km di distanza, diversi mammiferi si spostano tra il
Mahale e le aree vicine. Nel parco, illuminato dai colori sfavillanti delle
farfalle, si trovano alcune specie di uccelli inesistenti in altri luoghi
della Tanzania, quali Bradypterus alfredi e Poeoptera stuhlmanni.
Il momento più emozionante della
visita è il tracking degli scimpanzé
A tutto ciò si aggiunge la biodiversità acquatica del lago Tanganica,
incredibilmente trasparente. Secondo lago più profondo e più grande
del mondo, si stima che contenga un sesto di tutta l’acqua dolce del
pianeta. Ospita circa 1.000 specie di pesci, ed è anche l’unica riserva
naturale della Tanzania in cui siano presenti sia il coccodrillo del Nilo
che il coccodrillo dal muso stretto africano.
• Il Parco Nazionale dei monti Mahale stato istituito nel 1984.
• Copre un’area di 1613 km² e si estende per 60 km da nord-ovest
a sud-est.
• Altitudine: 773 - 2.462 m (Monte Nkungwe). La catena di montagne
divide il parco in due aree.
• Le temperature medie intorno al lago si attestano intorno a 26-30 °C
(durante il giorno, a volte fino a 35 °C) e 15-18 °C (di notte); in
montagna si abbassano notevolmente.
• Stagione secca: metà maggio - ottobre - novembre stagione umida:
novembre - metà maggio (meno piovosa in gennaio-febbraio);
variazioni stagionali nella foresta.
• Periodo migliore: giugno - ottobre sono ideali per trekking nella
foresta (malgrado le piogge leggere, vanno bene anche i mesi
di ottobre-novembre).
• Il Mahale è uno dei parchi più remoti, accessibile solo in barca
o in aereo.
• In barca: prendere il traghetto MV Liemba presso il villaggio
di Mgambo (8-10 ore), andata il mercoledì, ritorno il sabato.
Successivamente raggiungere Bilenge, sede della Direzione del
Parco, con barca a motore a noleggio (20 km di viaggio).
In alternativa predere un taxi locale (2 giorni) o una barca veloce
(3 ore) direttamente a Mahale (prenotazione tramite TANAPA).
• In aereo: voli di linea da Arusha a Bilenge, sede della Direzione
del parco (più frequenti nei mesi di giugno - ottobre).
Diverse compagnie di safari organizzano voli privati da Arusha,
Kilimangiaro, Dar es Salaam e Zanzibar.
Sistemazione
All’interno del parco: ostello, campeggi, bandas a Kasiha e due lodges
tendati di proprietà privata.
Le prenotazioni per l’ostello e le bandas si effettuano tramite il Parco.
La biodiversità acquatica del lago
Tanganica, incredibilmente trasparente
Cosa fare
Nuoto, snorkeling, immersioni, gite in barca per il bird watching,
pesca sportiva, tracking scimpanzé guidato nella foresta, escursioni
guidate in montagna di 1-7 giorni. Per conquistare i 2.100 metri del
Monte Mhesabantu, seconda montagna più alta del parco, considerare
una giornata. In alternativa è possibile partecipare a un’affascinate
lezione di avventura, seguendo l’antico pellegrinaggio del popolo
Tongwe verso gli spiriti della montagna, e quindi rinfrescarsi
nell’acqua trasparente di questo irresistibile lago.
NOTA: nel parco vigono norme rigorose per la tutela degli scimpanzé e degli stessi
visitatori. Per il tracking, considerare almeno due giorni di soggiorno;
Mahale non è uno zoo e non vi sono garanzie di incontro degli scimpanzé.
Riferimento di contatto per il parco: [email protected]
Linea diretta: +255 689 062 326 / +255 767 536 127
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Parco Nazionale del Lago di Manyara
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Ernest Hemingway defini il lago Manyara il più bel lago di tutta
l’Africa. E probabilmente aveva ragione. Una striscia di terra
allungata sull’Escarpment della Rift Valley, con le costiere rosa
dipinte da migliaia di fenicotteri, una meravigliosa vista naturale in
un’area ristretta, un vero gioiello africano.
Racchiuso tra l’Escarpment della Rift Valley, il Lago Manyara,
il villaggio di Mto wa Mbu e diverse aziende agricole, la superficie pari
al 30% del Parco Nazionale del Lago Manyara è una perla preziosa.
È parte del vasto ecosistema Masai e rappresenta il corridoio di
passaggio per la grande migrazione di enormi branchi di mammiferi
diretti a nord e a sud. Il Lago Manyara è estremamente alcalino, poco
profondo, senza fiumi in uscita. Anche ad aprile, il mese più piovoso,
la profondità non supera 2,5 metri, quasi azzerandosi nella stagione
secca. Dalla parte superiore della Rift Valley domina la foresta naturale
Marang. Qui è possibile imbattersi in elefanti dalle grandi zanne, alla
ricerca di cibo e acqua.
Il parco costituisce un corridoio
di passaggio per la grande migrazione
di enormi branchi di mammiferi diretti
verso il nord e il sud
Il Manyara ospita un’altra foresta sempreverde, caratterizzata da una
vegetazione a giungla, fitta di alberi straordinariamente alti e popolata
da scimmie. Lo spettacolare sicomoro è la specie più dominante,
la cui corteccia giallo crema e marrone lo rende particolarmente
evidente. Altri esemplari mozzafiato tipici del Parco Nazionale del
Lago Manyara sono gli enormi baobab, presenti su tutta la parete della
Rift Valley.
Il rigoglio della foresta deriva dalle acque sotterranee che filtrano
dal vulcano spento di Ngorongoro. Tale arteria di vita sotterranea
la si ritrova direttamente nelle sorgenti calde della parte meridionale
del parco, da cui sgorgano vapori bollenti di acqua sulfurea.
Benché l’area sia piuttosto esigua,
l’avvistamento della fauna selvatica del
Parco Nazionale del Lago Manyara è
denso di soddisfazioni
Benché l’area sia piuttosto esigua, l’avvistamento della fauna selvatica
del Parco Nazionale del Lago Manyara è denso di soddisfazioni.
Sono presenti oltre 500 specie di uccelli e persino una persona
inesperta è in grado di riconoscerne almeno un centinaio al giorno.
La superficie del lago è punteggiata di fenicotteri, insieme a una
miriade di altri uccelli acquatici, facilmente riconoscibili sul finire
della stagione secca. L’incontro più sorprendente nella foresta è il
bucero dalle guance argentate e non esiste luogo migliore del lago
Manyara per avvistare l’avvoltoio delle palme. Ma è solo l’inizio.
Praticamente tutti i grandi mammiferi vagano per le pianure
alluvionali erbose, come residenti o migratori di passaggio. Sebbene
la presenza di animali quali il leone, la iena maculata, il servalo,
il caracal, il leopardo e il ghepardo sia più prolifica in altri parchi,
se si tengono gli occhi bene aperti sarà possibile ottenere non poche
ricompense. Senza dimenticare di guardare in alto. La stretta fascia
di boschi di acacia è l’area preferita dei leggendari leoni di Manyara
che dormono sugli alberi. Le ragioni di questo comportamento
peculiare rimangono tuttora misteriose. Di certo, si potranno vedere
bufali, elefanti, zebre, gnu, facoceri, babbuini, numerosi tipi di
antilopi e le giraffe Masai. A tal riguardo, un dato interessante:
la pelle dei maschi anziani diventa più scura con l’età; al Manyara
non è raro avvistare alcuni esemplari di maschi particolarmente scuri.
Se si muore dalla voglia di avvistare una coppia di saltarupi,
difficilissimi da individuare, è consigliabile tentare la fortuna
ai margini della foresta al livello dell’acqua freatica, dove accade
spesso di scorgerne la silhouette sulle sorgenti di vapore caldo.
• Insieme con il Parco Nazionale di Arusha, il Parco Nazionale del
Lago Manyara è il secondo parco nazionale della Tanzania per data
di fondazione, nel 1960.
• Con i suoi 648 km 2 (di cui solo il 30% di terreno), è il terzo parco
nazionale più piccolo della Tanzania e nel punto di maggiore
ampiezza si estende per 32 km da sud a nord.
• Altitudine: da 960 m (lago Manyara) a 1.600 m (punto più alto della
parete della Fossa Tettonica, a sud).
• Il parco è facilmente raggiungibile in aereo e mediante una strada
ben asfaltata.
• In auto: da Arusha al villaggio di Mto wa Mbu (115 km/2 ore);
il villaggio dista meno di 2 km dall’ingresso principale.
• In aereo: diverse compagnie di safari organizzano voli privati da
Arusha (la pista di atterraggio si trova sul bordo della parete della
Rift Valley).
• Periodo migliore - tutto l’anno.
Sistemazione
All’interno del parco: un lodge privato (lato sud del parco), bandas,
un campeggio pubblico e diversi campeggi speciali
(la prenotazione si effettua tramite il Parco).
Esternamente al parco: numerosi alberghi e pensioni private presso
villaggio di Mto wa Mbu.
Cosa fare
Canoa, quando il livello dell’acqua è sufficiente, safari in auto
(diurno e notturno), safari a piedi, bird watching, pranzi all’aperto
e programmi culturali a Mto wa Mbu.
Riferimento di contatto per il parco: [email protected]
Linea diretta: +255 689 062 294 / +255 767 536 137
La stretta striscia di bosco di acacie
è l’area preferita dei leggendari
leoni di Manyara che
dormono sugli alberi
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Parco Nazionale del Mikumi
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L’orizzonte infinito e la natura selvaggia trasmettono la stessa
sensazione delle Pianure del Serengeti - tuttavia siete altrove.
Benvenuti nella Golena di Mkata, fiore all’occhiello del Mikumi,
nascosta fra i monti del Rubeho e Uluguru. Ricca di fascino a ogni
ora del giorno, la luce del crepuscolo e dell’alba rende queste
pianure un vero incanto.
La golena ospita molti baobab imponenti e palme del genere
borassus, cui il parco deve il suo nome «Mikumi». Mikumi si
suddivide in due parti distinte, le pianure aperte verso nord e i boschi
della savana a sud, divisi dalla strada che conduce da Dar es Salaam
a Iringa. Questo rende il parco di facile accesso per i visitatori.
Nessuna paura, questa strada non rovinerà in alcun modo l’esperienza
del safari. Se accade di sentire un rombo, non è quello delle auto,
bensì il ruggito del re della giungla.
La luce del crepuscolo e dell’alba
rende queste pianure un vero incanto
Ricca di fauna selvatica, si spostano per l’intera area non meno
di 15.000 grandi mammiferi. Mikumi è collegata a Selous a sud.
Poiché gli animali si spostano attraverso questo corridoio, essa
costituisce un’arteria vitale per la fauna del parco. Gnu, antilopi,
zebre, bufali, facoceri, babbuini gialli, cercopitechi verdi, iene
maculate, leoni e impala si avvistano di frequente. E altrettanti
branchi di elefanti. Verso la fine degli anni ‘80, un’intensa attività
di bracconaggio ha provocato una drastica riduzione del numero
degli individui. Fortunatamente la popolazione è tornata a prosperare
grazie all’impegno di TANAPA e di altre parti interessate a contrastare
l’attività di bracconaggio. La magnifica antilope nera e il kudu amano
pascolare ai piedi delle colline ricoperte di miombo, nelle montagne
circostanti. Le giraffe evidenziano bene la loro natura sfuggente ma
una volta avvistate, la loro eleganza aggiunge un tocco di magia.
Un altro incontro del tutto particolare è quello con i leoni,
pigramente adagiati sul tronco di un albero. Un comportamento
tipico nel Manyara, tuttavia ancora non del tutto chiaro.
L’avifauna è ricca è colorata, si possono avvistare e udire oltre
400 specie Numerosi uccelli migratori si uniscono alla fauna locale
soprattutto durante l’inverno paleartico, quando l’abbondanza
di insetti e specie anfibie del Mikumi costituiscono una riserva di cibo
illimitata. Gli ippopotami che fanno sfoggio di sé nelle pozze d’acqua
a nord dell’ingresso principale, sono spesso allietati da diversi uccelli
acquatici.
• Temperature medie: giugno – settembre 25-28 °C (ore diurne),
novembre – aprile 30 °C circa (a volte 40 °C). Temperature notturne
medie: 16-19 °C (mai al di sotto dei 12 °C).
• Stagione secca: giugno - novembre, stagione delle piogge:
dicembre - maggio (meno piovosa in gennaio- febbraio)
• Periodo migliore: giugno - ottobre.
• Il parco Mikumi offre un facile accesso sia via terra, tramite ferrovia,
che per via aerea.
• Via terra: 300 km/4 ore da Dar es Salaam su strade asfaltate in
buono stato.
• Trasporto aereo: voli da Dar es Salaam alla pista di Kikoboga.
Diverse compagnie di safari offrono la possibilità di voli privati.
Se accade di sentire un rombo,
non è quello delle auto, bensì il ruggito del
re della giungla
Sistemazione
• Il Parco Nazionale del Mikumi stato istituito nel 1964. Nel 1975
è stato collegato al Selous, con cui forma un ecosistema integrato.
• Copre 3.230 km2 e si estende da nord a sud per 90 km.
• Di facile accesso da Dar es Salaam: una superstrada conduce
direttamente da e alla città.
• Altitudine: 430 m (pianure del nord) - 700 m (di media nella zona
sud collinare).
Cosa fare
Un’incredibile quantità
di specie animali
All’interno del parco: tre lodge, un ostello, diversi bandas, campeggi
pubblici, campeggi speciali e locanda (prenotazione per ostello,
bandas e campeggi speciali da effettuarsi tramite il Parco)
Safari in auto, safari a piedi guidati, bird watching, safari fotografici
e campeggio.
Riferimento di contatto per il parco: [email protected]
Linea diretta: +255 689 062 334 / +255 767 536 135
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Parco Nazionale del Mkomazi
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Mkomazi è un piccolo gioiello naturale sorprendentemente poco noto,
un accogliente punto di passaggio tra il circuito dei safari a nord e la
costa orientale. Ci si ritrova immersi in una vasta bellezza, arroccata
al di sotto delle rigogliose montagne Usumbara e dei Monti Pare
dell’Arco Orientale, mentre si scorge in lontananza la cima innevata
del Kilimangiaro. Qui, la fauna selvatica non è una questione
di quantità ma di qualità.
Qui, la fauna
selvatica non è una
questione di quantità
ma di qualità
Mkomazi si trova a sud dell’arida zona del Sahel, condividendo
un’ampia fascia di confine con il Parco Nazionale Tsavo in Kenya.
Sebbene il suo nome derivi dal termine usato dalla tribù Pare per
indicare una «una tazza d’acqua», il parco rappresenta un’area di
pascolo per i mammiferi provenienti dalle zone aride confinanti.
La flora e la fauna autoctone mostrano un ottimo adattamento alla
siccità, ad esempio i giganteschi baobab; circa metà delle specie
vegetali sono endemiche.
I mammiferi non sono così numerosi come negli altri parchi più noti,
specialmente durante la stagione secca, le pianura è troppo arida per
le grandi mandrie di erbivori. Tuttavia la varietà è spiccata. Gli elefanti
si trovano a proprio agio qui come nella confinante zona di Tsavo.
Sono presenti ovunque all’interno del parco, insieme ad altre specie
migratorie quali zebre, graffe, alcefali, kongoni, bufali e antilopi.
Mkomazi offre certamente la possibilità di avvistamenti unici di
specie faunistiche rare. E’ l’unica zona della Tanzania dove con un
po’ di pazienza è possibile avvistare generuk, orice e kudu minori.
Inoltre, Mkomazi offre rifugio per specie a rischio quali il
rinoceronte nero e il licaone. Due progetti di conservazione
stanno offrendo risultati promettenti: la Riserva Naturale
Mkomazi per i Rinoceronti, con ottimi esiti di riproduzione,
e il Wild Dog Capture and Translocation Programme, che
negli ultimi decenni ha permesso di liberare in
ambiente naturale alcune dozzine di
licaoni.
Mkomazi offre certamente
la possibilità di avvistamenti unici
di specie faunistiche rare
Le meraviglie continuano con la spettacolare avifauna. Nel nord della
Tanzania, oltre alle specie comunemente presenti nel territorio,
è possibile osservare anche specie difficilmente avvistabili altrove.
È consigliabile tenere gli occhi ben aperti per non perdere l’allodola
di Friedmann, l’upupa viola, la Sylvietta leucophyris dal lungo becco
e lo storno di Shelley. La faraona vulturina dal petto blu cobalto
e i grandi volatili quali lo struzzo, il segretario e l’otarda di kori
sono tipici di queste zone. Se si avvista un irace, guardare subito
verso l’alto: è possibile vedere il volteggiare di una gigantesca aquila
africana in febbrile attesa di sferrare il suo attacco...
• Mkomazi fu istituito come riserva di caccia nel 1951.
• L’attività di conservazione detiene un ruolo molto importante: nel
1989 fu istituito il Tony Fitzjohn/George Adamson African Wildlife
Preservation Trust (TFJGAWPT). Il progetto di conservazione fu
ulteriormente intensificato da TANAPA e nel 2008 Mkomazi
divenne Parco Nazionale.
• Copre un’area di 3.276 km2 e si estende da nord-ovest a sud-est per
130 km.
• Altitudine: 230-760 m, oltre ad alcune montagne a ovest: Maji
Kununua (1.594 m, Kinondo 1.620 m).
• Stagione secca: metà maggio - ottobre - stagione delle piogge:
novembre – metà maggio (meno piovoso in gennaio – febbraio,
piogge più intense in aprile). L’area del Parco Nazionale del
Mkomazi è la meno piovosa della Tanzania.
• Temperature medie: 22-26 °C (di giorno: 28-36 °C durante il
giorno, occasionalmente possono raggiungere i 40 °C, di notte:
17-18 °C, occasionalmente 10 °C).
• Periodo migliore: tutto l’anno.
• Al parco si accede sia via terra che via aerea.
• Via terra: 202 km/3 ore dalla città di Arusha (195 km strada
asfaltata in buone condizioni, ultimi 7 km su strada sterrata).
• Trasporto aereo: diverse compagnie di safari organizzano voli
privati da Arusha.
Mkomazi offre un rifugio
per specie a rischio quali il rinoceronte
nero e il licaone
Sistemazione
All’interno del parco: Un campo allestito con tende, campeggi
pubblici e campeggi speciali (questi ultimi da prenotare tramite
TANAPA).
All’esterno del parco: diverse strutture di accoglienza presso la città
di Same.
Cosa fare
Safari in auto, safari a piedi guidati, safari fotografici e bird watching.
Riferimento di contatto per il parco: [email protected]
Linea diretta: +255 689 062 336 / +255 767 536 132
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Parco Nazionale del Ruaha
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Ruaha offre sia l’illimitata natura selvaggia del Katavi
sia la vastità mozzafiato e la fauna selvatica di Serengeti
e Tarangine insieme. Il safari nel più grande parco nazionale
dell’Africa orientale inizia già nel momento in cui siete in vista
della pista d’atterraggio, mentre il pilota abilmente sorvola
giraffe e zebre al pascolo.
Attraversando il fondo della Rift Valley ad un altitudine di non meno
di 1000 metri, ecco il grande fiume omonimo, Ruaha, arteria vitale
di questo territorio. Mentre, durante il periodo di maggiore intensità
della stagione delle piogge, i corsi d’acqua si fanno impetuosi,
le inondazioni si quietano fino a divenire pozze d’acqua tranquille.
L’acqua è vita, il meraviglioso snodarsi di percorsi naturali segue
il corso d’acqua principale e i suoi affluenti stagionali.
Il posto giusto per gli appassionati
dei kudu maggiori
Il parco si dispiega in tutta la sua bellezza, con la vasta savana
punteggiata di imponenti baobab, colline e spuntoni rocciosi,
valli fluviali ricche di palme.
Il safari inizia già quando si
intravede la pista d’atterraggio
Quasi tutto ciò che la savana in Tanzania può offrire allo spettatore,
è già sotto i vostri occhi, con l’antilope nel ruolo di indiscussa
protagonista. Poiché Ruaha coniuga sia l’acacia tipica dell’Africa
orientale, sia i boschi di miombo dell’Africa meridionale, queste
eleganti specie si esprimono in un’elegante diversità. Il luogo giusto
per gli appassionati dei kudu maggiori In nessun altro luogo
la popolazione prospera come qui. Ruaha è uno dei due parchi che
ospita sia il roano che l’antilope nera, quest’ultima più facilmente
avvistabile qui che in qualunque altro luogo.
Sfortunatamente per questi pacifici erbivori, il pericolo costituito
dai predatori carnivori è sempre in agguato, costringendoli a stare
sempre in guardia. Sebbene il pasto preferito, gli gnu, sia scarso,
la popolazione dei leoni è particolarmente numerosa. Ruaha ospita
anche la presenza di licaoni, rappresentando quindi uno dei rifugi
più importanti per questa specie ad alto rischio di estinzione.
Grazie al fatto che il parco offre tre differenti tipi di habitat naturali:
alberi e vegetazione selvatica della Savana, miombo e zone umide,
qui l’avifauna è particolarmente ricca. Esistono oltre 550 specie di
uccelli e anche una breve passeggiata mattutina può rivelarsi
estremamente interessante. Non dimenticate di volgere lo sguardo
a terra, per non perdervi l’occasione di vedere specie come il varano
del Nilo o il più sfuggente varano della savana dalla gola bianca.
• Temperature medie: 25-30 °C (di giorno) e 15-18 °C (di notte).
Ottobre e novembre sono i mesi più caldi (35-42 °C), in luglio
le notti più fredde (anche 5 °C).
• Stagione secca: maggio-ottobre, ottimo periodo per avvistare
i grandi mammiferi.
• Stagione delle piogge: novembre- aprile (meno piovoso in dicembre
- febbraio), ottimo per il bird watching, gli scenari di vegetazione
lussureggiante e i fiori selvatici.
• Periodo migliore: luglio - ottobre.
• Il parco è piuttosto periferico, ma vi si accede sia via terra che via
aria.
• Via terra: 500 km da Dar es Salaam alla città di Iringa su buone
strade asfaltate, seguite da 120 km di strade sterrate (tempo totale
da percorrere in auto: 10 ore). In alternativa si può prendere la
strada sterrata da Arusha a Dodoma (860 km/2 giorni, impervia
durante la stagione umida).
• Trasporto aereo: voli giornalieri da Arusha e Dar es Salaam.
Diverse compagnie di safari offrono la possibilità di voli privati.
Il parco rappresenta uno dei rifugi
più importanti per i cani selvatici, s
pecie ad alto rischio di estinzione
Sistemazione
Con oltre 550 specie di uccelli,
anche una breve passeggiata mattutina
può rivelarsi molto interessante
•
•
•
•
Il Parco Nazionale del Ruaha stato istituito nel 1964.
E’ il più grande parco nazionale della Tanzania e copre 20.200 km2
Si estende per 260 km da nord-est a sud-ovest.
Altitudine: generalmente fino ad un massimo di 1000 m con alcune
vette nella zona ad ovest che raggiungono i 1800 metri.
All’interno del parco: cinque lodge, una locanda, due capeggi
pubblici, qualche campeggio speciale e bandas (le prenotazioni per
i campeggi speciali e bandas si effettuano tramite il Parco).
All’esterno del parco: diversi lodge (vicino al confine).
Cosa fare
Safari fotografici, bird watching, campeggio, pranzo nel bush.
Riferimento di contatto per il parco: [email protected]
Linea diretta: +255 689 062 338 / +255 767 536 129
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Parco Nazionale dell’isola di Rubondo
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Approdare a Rubondo è come arrivare
Jurassic Park su una macchina del tempo.
La foresta tropicale, le spiagge e i laghi
incontaminati sono a completa
disposizione degli intrepidi
esploratori, dato che
sull’isola non esistono
insediamenti umani.
La foresta
tropicale, le spiagge e
i laghi incontaminati
sono a completa
disposizione degli
intrepidi esploratori,
dato che sull’isola
non esistono
insediamenti umani
Questa oasi di natura incorrotta si trova nell’angolo sud-occidentale
del grande lago Vittoria, ai confini di Tanzania, Uganda e Kenya.
Benché presenti alcune aree aperte, per lo più paludi di papiro e
praterie a erbe alte, quest’isola collinosa è coperta per oltre l’80%
di foreste.
Prima del 1960 sarebbe stato impossibile individuare questo paradiso
del fotosafari. È stato il professor Bernard Grzime, celebre per aver
posto all’attenzione del mondo il parco del Serengeti, a includere
l’isola di Rubondo in un progetto di difesa dei mammiferi per
contrastare il bracconaggio e la progressiva diminuzione dei loro
habitat naturali. Perciò, negli anni ‘60 e ‘70, la remota isola
di Rubondo, sconosciuta agli uomini e ad altri predatori, è diventata
il rifugio perfetto per il ripopolamento di mammiferi di grandi
dimensioni, come rinoceronti, elefanti, roani, scimpanzé e giraffe.
Purtroppo i bracconieri ne vennero a conoscenza e fecero scomparire
le esistenti popolazioni di rinoceronti e antilopi, ma molte altre specie
sono diventate residenti facilmente avvistabili.
Rubondo ospita
creature sfuggenti
Due famiglie di elefanti a spasso
nella foresta. Molti dei 50
individui che vivono sull’isola
hanno raggiunto dimensioni
ragguardevoli. A Rubondo
vivono non meno di un
centinaio di giraffe,
che generalmente si
concentrano nelle aree più
a sud. I tragelafi vagano tra gli
alberi di fico, le palme e altre
piante, gli ippopotami si
incontrano più facilmente
sulle rive del lago,
le lontre a macchie gialle si inseguono nelle loro tane rocciose,
i coccodrilli occhieggiano tra le acque scintillanti e il silenzio è rotto
di frequente dalle urla degli scimpanzé.
Sull’isola di Rubondo non vivono grossi felini né grandi branchi
di erbivori: i suoi abitanti sono creature più sfuggenti. Una delle
creature più notevoli che vive nascosta nelle zone umide ai confini
con la foresta è l’antilope sitatunga. Avvistarla è una vera chicca,
dato che in Tanzania è praticamente impossibile vederla altrove.
Un altro famoso abitante è lo scimpanzè selvatico, introdotto
sull’isola tra il 1966 e il 1969. Da allora, la popolazione di questi
animali è andata crescendo e al giorno d’oggi è leggermente più
consolidata. In più, in tutta l’isola fremono le ali delle farfalle in volo.
Fortunatamente, poiché sembrano prediligere gli escrementi degli
animali, escono spesso dalla foresta in fiore e sono molto più facili
da avvistare.
L’isola è caratterizzata da
un’avifauna particolarmente ricca
Sebbene il dato numerico effettivo sia tuttora sconosciuto,
l’avifauna presente sull’isola è eccezionalmente ricca: si calcolano
oltre 400 uccelli stanziali. Il pappagallo cenerino, introdotto nel 2000
con 34 esemplari salvati dal commercio illegale, è un notevolissimo
nuovo arrivato, le cui urla altissime si possono udire in tutta la foresta.
Un’altra specie altrettanto rumorosa è l’aquila pescatrice africana,
dal caratteristico piumaggio bianco, nero e marrone, facilmente
avvistabile lungo le rive. Ma gli instancabili amanti del birdwatching
possono recarsi sulle tre isole degli uccelli, dove vivono il cormorano
comune, il cormorano africano e l’anhinga africana. La terza isola,
nota anche come isola dei coccodrilli, ospita numerose colonie
di coccodrilli del Nilo, uno spettacolo tanto eccitante quanto
indimenticabile.
• Il Parco Nazionale dell’isola di Rubondo è stato istituito nel 1977 e,
insieme alla riserva di Biharamulo e alla riserva di Burigi,
costituisce una delle unità di conservazione più importanti del lago
Vittoria, il terzo lago d’acqua dolce più grande del mondo.
• Copre un’area di 456 km2 (240 km2 dei quali sono terra ferma)
e si estende per 30 km da nord a sud.
• Altitudine: da 1130 m (rive del lago) a 1278 m (colline Rwamtola)
• La temperatura media si aggira intorno ai 22 °C tutto l’anno
(25-32 °C durante il giorno, 15-20 °C nelle ore notturne).
• L’isola è raggiungibile unicamente in barca o in aereo.
• In barca: il traghetto per Nkome si prende a Mwanza, il viaggio
dura 10 ore.
Il traghetto parte tutti i giorni, contattare il parco per organizzare
un passaggio in barca fino alla sede della Direzione del Parco.
Oppure spostarsi in auto da Mwanza a Mganza (150 km), quindi
contattare il parco per organizzare un passaggio.
• In aereo: voli charter e di linea da Arusha, Bukoba, Kilimanjaro,
Dar es Salaam, Mwanza e altre importanti città.
Sistemazione
Un lodge tendato, un ostello, alcune bandas di buon livello,
un campeggio pubblico e due campeggi speciali (le prenotazioni per
l’ostello, i bandas e i campeggi speciali si effettuano tramite il parco)
Cosa fare
Escursioni guidate, safari a piedi, pesca sportiva al persico del Nilo,
dalle dimensioni eccezionali e il cui peso arriva a superare i 100 kg,
gite in barca ai luoghi di riproduzione degli uccelli e dei coccodrilli
del Nilo.
Riferimento di contatto per il parco: [email protected]
Linea diretta: +255 689 062 340 / +255 767 536 123
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Parco Nazionale di Saadani
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Sadaani è un paradiso unico nel suo genere, dove la vita
di spiaggia incontra la natura incontaminata. La possibilità
di immergersi nell’Oceano Indiano subito dopo un safari,
travolti dalle bellezze della flora e della fauna marina
e terrestre.
Sadaani è l’unica oasi naturale in Tanzania che costeggia l’Oceano
Indiano. Dichiarata area protetta nel 2005, comprende un ecosistema
ben conservato e include l’ex riserva di caccia di Sadaani, il precedente
ranch di Mkwaja, il Fiume Wami e la Foresta Zaraninge. I confini del
parco sono disseminati di numerosi villaggi. Lo stesso Sadaani,
un tempo fungeva da importante città portuale e centro di commercio
per gli schiavi nell’Africa dell’Est. Oggi è un piccolo villaggio Swahili
di circa 800 abitanti che si sostengono principalmente con l’attività
della pesca.
Una delizia per gli appassionati
di birdwatching, che potranno ammirare
gli uccelli migratori amanti dei litorali,
difficilmente avvistabili
Le aree di vegetazione costiera spaziano da litorali ricchi di palme alle
foreste di mangrovie dominate dai flussi della marea, formando una
sorta di zona cuscinetto che si interpone fra l’oceano e la terra ferma,
fino alle sponde del Fiume Wami, dove ammirare il gigantesco
sicomoro. I suoi boschi non troppo serrati ricordano la Riserva
di Caccia Selous, mentre la vaste zona erbose nei pressi dell’ufficio
del turismo, denominata ‘Serengeti Ndogo’ (Piccolo Serengeti) non
tradisce le aspettative.
Sadaani è un luogo in cui convivono granchi ed elefanti e il ruggito di
un leone può interrompere la tintarella sulla spiaggia. All’appello non
manca nessuno: zebre, bufali, elefanti, facoceri, giraffe, gnu e antilopi
La vasta zona erbosa denominata
‘Serengeti Ndogo’ (Piccolo Serengeti)
non tradisce le aspettative
La possibilità di imbarcarsi sul Fiume Wami è un’ulteriore occasione di
divertimento, avvicinandosi ancora di più a ippopotami, coccodrilli e
fenicotteri. Gli amanti del birdwatching potranno ammirare gli uccelli
migratori amanti dei litorali e difficilmente avvistabili: diversi tipi di
piovanello, trampolieri euro-asiatici e la pantana comune La spiaggia
offre possibilità di osservazioni ancora più particolari, come la
riproduzione della tartaruga franca: le spiagge della Tanzania sono fra
i luoghi migliori per la riproduzione delle specie. Al largo nell’Oceano
Indiano invece, si esibiscono delfini e megattere.
• Aperta come Riserva di Caccia nel 1962, nel 2005 Sadaani divenne il
13° Parco Nazionale della Tanzania.
• A partire dagli anni ‘90, sono state annesse al parco diverse aree,
dando vita all’ecosistema Sadaani per un totale di 1.100 km2
(circa 15 km di litorale)
• Si estende per 69 km da sud a nord.
• Altitudine: la maggior parte del parco si trova a livello del mare.
Sebbene il punto più elevato si trovi a 350 metri, la maggior parte
non supera i 40 metri.
• Maree: le maree primaverili possono raggiungere le aree interne
fino a 1,5 metri
• Il clima di Sadaani è molto caldo di tipo tropicale, con temperature
medie che si aggirano fra i 25-27 °C per tutto l’arco dell’anno
(30 °C nelle ore diurne, 20-24 °C di notte).
• Stagione secca: luglio - settembre, stagione delle piogge: novembre
- maggio (meno piovosa in Dicembre e Febbraio)
• Periodo migliore: giugno- settembre.
• Al parco si accede sia via terra che per via aerea.
• Via terra: 1) Dar es Salaam – Chalinze – villaggio di Mandera
(strada asfaltata in buone condizioni, 160 km/2-3 ore) quindi il
villaggio di Mandera – Mvave Gate – Ufficio Turistico del Parco
Nazionale Saadani (strada sterrata, 65 km/2 ore).
2) Città di Tanga – Pangani – Mkwaja Gate (strada in terra battuta,
120 km/3-5 ore.
3) Dar es Salaam – Bagamoyo – Saadani
• Trasporto aereo: diverse compagnie di safari organizzano voli
privati da Dar es Salaam Zanzibar e altre città principali.
d’acqua e durante il safari in auto o a piedi vi saranno ottime
possibilità di catturare sulla fotocamera alcefali, il Rondo Galago
dagli occhi grandi e la sfuggente antilope nera. Leoni, leopardi,
iene maculate non si incontrano facilmente e il loro avvistamento
è una gioia ancora più grande.
Sistemazione
All’interno del parco: un lodge privato, bandas, ostello e campeggi.
Le prenotazioni per l’ostello, le bandas e i campeggi si effettuano
tramite il Parco.
All’esterno del parco: un lodge (vicino al confine).
Cosa fare
Safari in auto, escursioni in barca, passeggiate guidate, birdwatching,
attività balneare, visita al villaggio di pescatori di Sadaani, un tempo
affollato centro commerciale.
Riferimento di contatto per il parco: [email protected]
Linea diretta: +255 689 062 346 / +255 767 536 133
Sadaani è un paradiso unico nel suo
genere, dove la vita di spiaggia incontra la
natura incontaminata
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Parco Nazionale Isola di Saanane
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Recentemente, la meravigliosa isola di Saanane
è divenuta Parco Nazionale. Uno status
assolutamente meritato. L’isola è una vera
gemma, coi suoi fiumi dai verdi fondali,
colline rocciose scolpite dal vento
e paesaggi circondati da acque tropicali.
Il tutto ulteriormente arricchito da
uccelli selvatici, pesci, insetti e fiori.
Una vista unica sul Lago Vittoria
e la stessa città di Mwanza completano
lo spettacolo.
Saanane è il primo Parco Nazionale costituito all’interno di una città
e il più piccolo sia della Tanzania che dell’Africa orientale:
probabilmente qualcosa di unico al mondo. Qui, circondati dal più
vasto specchio d’acqua dolce di tutta l’Africa, si trova rifugio dalla
brulicante città di Mwanza.
La città prende il nome da Mzee Saanane Chawandi, un contadino
e pescatore del posto. Nel 1964 il Governo ha istituito il primo zoo
di tutta la Tanzania. Lo scopo era quello di educare e sensibilizzare
alla conservazione oltre che offrire un luogo di aggregazione ricreativa
alla popolazione di Mwanza. Verso la fine degli anni Sessanta,
Saanane era ricca di fauna selvatica e molti di questi animali furono
riposizionati sull’Isola di Rubondo, sempre presso il Lago Vittoria.
Saanane è il primo Parco Nazionale
costituito all’interno di una città.
Nel 1991 l’isola fu dichiarata Riserva faunistica così da promuoverne
ulteriormente la conservazione. Oggi l’isola ospita diversi mammiferi
allo stato brado, quali zebre, impala, iraci delle rocce, cercopitechi
verdi e il gatto selvatico. E’ inoltre l’unico luogo in Tanzania in cui
è possibile vedere la scimmia di DeBrazza.
Ma questo è anche l’habitat naturale di rettili. Potrete godervi il pranzo
mentre accanto a voi fanno capolino i coccodrilli, che utilizzano l’isola
come zona di riproduzione. Guardatevi attorno per vedere varani,
lucertole africane dalla testa rossa, tartarughe frittella o testuggini
leopardo e molte specie di rettili, soprattutto pitoni.
Saanane, un gioiello tranquillo,
circondato dal più grande lago africano
Se siete amanti del bird watching, potreste amare ancor di più questo
luogo. Oltre 70 specie di uccelli, stanziali e migratori, attratti da
questo insieme unico di ambiente acquatico e terra ferma.
Ma questo è anche l’habitat
naturale di rettili
• Il parco copre una superficie totale di 2,15 Km2 (sia superficie
d’acqua che di terra) comprese due isolette – Chankende Kubwa
e Chankende Ndogo a sud.
• Come raggiungerlo: Mwanza può essere raggiunta tramite
la ferrovia, via nave, aereo o strada, quindi da un percorso via nave
per raggiungere Saanane.
• Trasporto aereo: prendere un volo per Mwanza partendo da
Dar es Salaam o dall’Aeroporto internazionale del
Kilimangiaro
• Auto o nave: guidare fino a Mwanza partendo
da Dar es Salaam, Kigoma, Kilimanjaro,
Arusha e Tabora solo per elencarne alcune,
oppure viaggiare tramite traghetto da:
Uganda, Kenya, Bukoba e dalle isola
vicine. Da Mwanza si tratta di un breve
tragitto via mare (circa 10 minuti).
• Periodo migliore: tutto l’anno. Novembre-marzo per
ammirare la più vasta varietà di specie di uccelli e i paesaggi
più lussureggianti. In giugno- agosto a Sanaane è stagione
secca, perfetta per picnic, visite naturalistiche ed escursioni.
L’unico luogo in Tanzania in cui
è possibile vedere la scimmia di DeBrazza
Sistemazione
All’esterno del parco: a Mwanza hotel di lusso ma anche strutture
ricettive più abbordabili, lodge
All’interno del parco: camping esclusivo (la prenotazione si effettua
tramite il Parco).
Cosa fare
Visite naturalistiche, bird watching, canoa, escursionismo, picnic,
escursioni in barca (è necessario accordarsi per tempo).
In futuro sono previsti pesca sportiva e sport acquatici.
Riferimento di contatto per il parco:
[email protected]
Linea diretta: +255 689 062 276 / +255 767 536 124
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Parco Nazionale del Serengeti
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Essere circondati da milioni di gnu, zebre e gazzelle è un evento
indimenticabile. Nella loro migrazione annuale verso nord gli
animali corrono attraverso pianure aperte, tuffandosi nei corsi
d’acqua come invasati e continuamente inseguiti dai predatori.
Il Serengeti è un Patrimonio dell’Umanità, riserva della biosfera
e una delle Nuove sette meraviglie dell’Africa.
Di una bellezza quasi ipnotizzante, il parco rende perfettamente
la maestosità del suo antico nome Masai «Siringet», che significa
«pianure aperte infinite». Sebbene una parte consistente del parco
sia costituita da golene, foreste e macchia savana, il Serengeti
è caratterizzato da un unico elemento, l’erba. Dorata nella stagione
secca, verde e costellata di fiori dopo le piogge. Assolutamente
perfetta per il pascolo continuo, l’erba del Serengeti trasforma il parco
in un paradiso per i grandi erbivori. L’orizzonte infinito è intervallato
dai kopje, affioramenti rocciosi risalenti a 2,5 miliardi di anni fa.
Il Serengeti offre senza dubbio
l’arcobaleno di paesaggi più
impressionante dell’Africa
Le aree Loliondo Game Controlled Area, Ngorongoro Conservation
Area, Maswa Game Reserve, Grumeti Game Controlled Area,
Ikorongo Game Controlled Area e la Riserva faunistica Masai Mara
nel Kenya meridionale, l’ecosistema del Serengeti-Mara copre un’area
di circa 35.000 km2. Al centro si trova un «isola» di 27.000 km2, mai
attraversata dagli animali. Nell’area del Serengeti avviene il fenomeno
più sbalorditivo del pianeta: la grande migrazione. Protagonista
indiscusso dello spettacolo è l’antilope gnu o gnu, che nella lingua
afrikaans significa «bestiame selvatico». Ogni anno nel mese di
febbraio, pochi mesi prima dell’inizio dell’esodo verso nord,
centinaia di migliaia di piccoli nascono in un paio di settimane.
Quasi immediatamente, molti di loro sono inseguiti da ghepardi,
leopardi e branchi di leoni in trepidante attesa. Ma per quanto
affamati si possa essere, nessun appetito riuscirebbe mai a divorare
15.000 di nuovi nati nei giorni di massimo picco.
A prescindere dalla migrazione di gnu, zebre e gazzelle, il Serengeti
offre certamente il panorama più suggestivo dell’Africa. Circa 3.800
leoni, 350 ghepardi 350 7.500 iene maculate, oltre 12.000 giraffe
e 11.000 elefanti vagano per la savana. Spesso sui kopje è possibile
avvistare gli iraci, mammiferi delle dimensioni di un gatto, ma anche
i tre sciacalli africani, lo sfuggente servalo, il protele, il rinoceronte.
Al mattino presto, una grande varietà di uccelli aggiunge magia al
parco: questo è il momento in cui il loro concerto si esprime in tutta la
sua varietà. Oltre a quelle endemiche, sono presenti tutte le specie
fondamentali della Tanzania del nord, fino a raggiungere 520 specie. La grande migrazione: alla ricerca di acqua e
pascoli freschi
Ogni anno, 1.100.000 gnu percorrono una distanza di circa 800 km.
Per gran parte dell’anno, da novembre a maggio, pascolano nella
parte sud-orientale dell’ecosistema. Poi, quando ormai l’erba
è appassita, si dirigono verso il Serengeti occidentale dove
trascorreranno giugno e luglio, prima di proseguire il loro viaggio
a nord, verso i succulenti pascoli del Masai Mara.
Gli gnu non sono gli unici animali migratori. A essi si aggiungono
ampi branchi di zebre e talvolta di gazzelle di Thomson.
Anche le gazzelle di Grant sono animali migratori, ma coprono
distanze più brevi e tendono a muoversi per conto proprio.
NOTA: il percorso e la tempistica della migrazione degli gnu è imprevedibile.
Considerare almeno tre giorni per essere certi di vederli nel corso della visita
e se si desidera vedere anche i principali predatori è consigliabile prolungare
il soggiorno. I mesi tra novembre e maggio sono quelli che offrono le migliori
opportunità per assistere alla grande migrazione.
Sebbene l’ecosistema Serengeti-Mara esista da almeno un milione
di anni, gli esseri umani sono arrivati in epoca recente. Il popolo
nomade dei Masai e il loro bestiame hanno fatto la prima comparsa
sul finire del 18° secolo. Il Serengeti non è stato conosciuto prima del
1959, con la pubblicazione del documentario «Serengeti darf nicht
sterben» (Il Serengeti non deve morire) di Berhard Grzimek e suo
figlio Michael.
• Stagione secca: da fine maggio a ottobre - novembre.
• Stagione delle piogge: da ottobre-novembre a maggio
(gennaio - febbraio la piovosità è ridotta).
• Temperature: 20-25 °C (media mensile), 27-32 °C (di giorno),
13-16 °C (di notte). I valori aumentano leggermente nella stagione
delle piogge. Stagione più fredda: maggio - agosto (le temperature
notturne possono raggiungere < 10 °C).
• Miglior periodo per vedere la grande migrazione: novembre dicembre - maggio.
• Il parco è facilmente accessibile in auto e in aereo , le strade
principali sono praticabili tutto l’anno.
• In auto: 255 km dalla città di Arusha a Naabi Hill (punto di ingresso
per il Parco Nazionale del Serengeti): 5-6 ore.
Da Naabi a Seronera (sede centrale del parco): 1 ora Da Musoma,
Sirari e Mwanza: 3 ore.
• In aereo: voli di linea quotidiani da Arusha a Seronera; diverse
compagnie di safari offrono voli privati. Inoltre sono disponibili
piste di atterraggio a Lobo, Ndutu e Kirawira.
Essere circondati da milioni di gnu,
zebre e gazzelle è un evento
indimenticabile
Sistemazione
All’interno del parco: oltre 10 lodge, campi tendati di lusso, diversi
campeggi, rifugi e ostelli (le prenotazioni per i campeggi speciali
devono essere effettuate tramite TANAPA).
All’esterno del parco: diversi campeggi e lodge tendati, in prossimità
dei confini del parco.
Cosa fare
Al mattino presto, una grande
varietà di uccelli aggiunge magia al parco
Safari in auto, in mongolfiera, escursioni brevi nella natura delle
colline di Naabi, safari a piedi, safari fotografici, camping, pranzi
all’aperto, visite a siti storici e culturali.
• Il Parco Nazionale del Serengeti è il più antico parco nazionale della
Tanzania (istituito nel 1951).
• Il Serengeti è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità, riserva della
biosfera e una delle Sette meraviglie naturali dell’Africa.
• Con una superficie di 14.763 km 2 è il secondo maggiore parco nazio­nale della Tanzania, estendendosi da sud a nord per 210 chilometri.
• Le dimensioni medie delle aree di un parco nazionale dell’Africa
orientale sono circa 4000 km 2; circa 10.000 km 2 della pianura
proseguono ininterrottamente nell’adiacente Parco Naturale del
Ngorongoro e nell’Area di tutela ambientale di Loliondo.
• Altitudine: da 1.200 m (parte occidentale) a 2.000 m (zone orientali
e settentrionali). Seronera: 1.530 m, Ndutu: 1.630 m, pianure
sud-orientali: 1.700-1.750 m, Lobo: poco meno di 2.000 m.
Contatti per il Parco: [email protected]
Linea diretta: +255 689 062 243 / +255 767 536 125
Un paesaggio di incantevole bellezza
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Parco Nazionale del Tarangire
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Tarangire. Un incontro tra giganti in un perfetto paesaggio
africano. L’ondeggiante savana silvestre, punteggiata da
maestosi baobab, molti dei quali risalenti a oltre 2000 anni
fa, ospita la più grande popolazione di elefanti della Tanzania
settentrionale. E quando la polvere soffia sulle pianure
secche, l’osservazione degli animali è assolutamente
stupefacente. Nella stagione secca avanzata, il parco ospita
la più alta densità di fauna selvatica di tutto il continente.
L’assenza di laghi è il segreto di tale abbondanza faunistica; il fiume
Tarangire è l’unica fonte permanente di acqua, oltre al Silale Swamp,
ramo del fiume. Scorre verso nord per tutta la lunghezza del parco
e costituisce un’arteria dispensatrice di vita per tutti gli animali
selvatici. All’inizio di giugno, quando il sole cocente vaporizza
le ultime gocce di umidità della pianura, gli animali tornano qui,
uno dopo l’altro.
La maggior parte della fauna selvatica si raccoglie nelle zone centrali
e settentrionali del parco. La vista di migliaia e migliaia di zebre e gnu
non si dimentica facilmente. Una visione che alimenta la frenetica
voracità dei leoni, presenti in abbondanza nel parco, ma anche di
leopardi e iene maculate, che attendono con ansia la prossima
occasione di caccia.
Di fatto, sono presenti tutti i cinque grandi animali selvatici africani.
Sebbene il numero dei ghepardi dipenda dalla presenza di gazzelle,
le possibilità di vederlo sono elevate.
Il Tarangire è uno dei pochi luoghi al
mondo che rappresenta l’immagine perfetta
dell’ambiente naturale africano
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Possibile grande assente in molti altri parchi, l’orice è un fiero
visitatore del Tarangire. Alcuni mammiferi sono rari autoctoni,
ad esempio le antilopi kudu maggiori e minori. E per quanto riguarda
l’elusivo licaone e il gerenuk, dal caratteristico collo allungato:
dovrete avere una vista ben addestrata, o forse solo un gran colpo
di fortuna. Ma senza molto sforzo sarà possibile imbattersi in giraffe,
antilopi d’acqua, tragelafi striati, bufali, antilopi alcine, impala,
gazzelle e facoceri.
Gli amanti degli uccelli si delizieranno con oltre 500 specie:
in nessuna altra parte del mondo è possibile trovare un habitat più
denso. Stagione delle piogge o stagione secca, impossibile evitare
un incontro con gli elefanti.
• Il parco è facilmente raggiungibile in auto o in aereo. In auto:
114 km dalla città di Arusha su una buona strada asfaltata,
gli ultimi 7 km su strade sterrate (in tutto meno di 2 ore).
In aereo: le compagnie di safari organizzano voli privati dalla
città di Arusha.
• Le strade principali sono percorribili tutto l’anno ma durante
la stagione delle piogge le strade nella valle del fiume e sulle
pianure soggette a esondazioni presentano difficoltà.
Nella stagione secca avanzata,
il Tarangire ospita la più alta densità
di fauna selvatica della Tanzania
Sistemazione
• Il Parco Nazionale del Tarangire è stato istituito nel 1970.
• Misura 2.850 chilometri 2 , 90 km da sud a nord, a un’altitudine
di 900-1100 metri, con colline sparse fino a 1.600 metri.
• Il parco è soggetto a variazione stagionale: la stagione secca dura
da giugno a ottobre (con il rischio di incendi boschivi). Il periodo
delle piogge dura da novembre a maggio (dicembre - febbraio sono
i mesi meno piovosi). Agosto-ottobre è il periodo migliore per
osservare la fauna selvatica migratoria, tuttavia esiste una ricca
fauna selvatica residente tutto l’anno.
Tarangire, punto di incontro tra
giganti in un perfetto paesaggio africano
All’interno del parco: tre lodge, due campi tendati di lusso, locande,
ostelli e diversi campeggi. Per prenotare la locanda, l’ostello e il
campeggio rivolgersi al Parco.
Esternamente al parco: diversi altri lodge, appena fuori dai confini
del parco.
Cosa fare
Safari guidato in auto, a piedi, in mongolfiera e bird watching.
Riferimento di contatto per il parco: [email protected]
Linea diretta: +255 689 062 248 / +255 767 536 139
Parco Nazionale dei monti Udzungwa
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Il parco si estende lungo il ramo orientale della
catena dei monti Udzungwa, dal Malawi al
Mozambico, e presenta perciò un livello di
biodiversità particolarmente ricco. In questo
parco, infatti, si trovano alcune specie tra le più
rare del continente africano, alcune delle quali
mai viste da occhio di occidentale fino al 1990.
Il parco dei monti Udzungwa gode di un’ambientazione unica:
una catena ininterrotta di montagne ricoperte da foreste e cascate.
Le spettacolari cascate di Sanje sono una delle tante e preziose risorse
idriche dell’area, che si estende dalle pianure fino a un’altitudine
di oltre 2.000 metri, ed è coperta da ben 3.300 specie di piante e circa
600 tipi di alberi, con una presenza minima di aree aperte.
Nei primi 15-20 metri, la presenza più notevole è la sterculia africana,
un albero privo di rami laterali. Altre specie di alberi degne di nota
sono il fico africano, dall’enorme tronco robusto, il mogano rosso,
che arriva a misurare oltre 60 metri di altezza, e il pruno, i cui frutti
maturi e rosseggianti sono un richiamo irresistibile per gli elefanti.
Questa giungla, così varia, attrae varie specie di creature tra le più
sorprendenti, dai mammiferi, agli uccelli, agli anfibi.
Tra i mammiferi, gli abitanti più comuni sono i primati: sono ben
nove le specie di primati che vivono nel parco, e tra questi il colobo
rosso di Iringa, il cercocebo del fiume Sanje e il galagone degli
Udzungwa non si trovano da nessun’altra parte. Nella foresta
si possono vedere oltre 250 specie di uccelli, molte delle quali
endemiche o a rischio di estinzione. Ai più attenti e ai più fortunati
sono riservate vere e proprie rarità, come l’apale ali bianche, la pernice
degli Udzungwa e il cantore maculato delle montagne. Tendendo
l’orecchio si potranno ascoltare gli inconfondibili versi del bucero
dalla gola argentata, del turaco di Livingstone e della faraona dal
ciuffo.
Sebbene le farfalle siano più facili da individuare negli spazi aperti,
quelle più vistose vivono nella foresta, come la velenosa pseudacraea.
Infine, delle dieci diverse specie di camaleonte che popolano il parco,
una, il Trioceros laterispinis, vive esclusivamente sui monti
Udzwunga, mentre altre quattro sono endemiche della Tanzania.
Questa catena montuosa, piuttosto
isolata, è stata giustamente ribattezzata
le Galapagos africane
Con così tante e meravigliose piccole creature, si rischia di dimenticarsi
degli animali di grossa taglia che pure popolano il parco. Tra questi,
i leoni vanno e vengono dai parchi confinanti, mentre tragelafi,
potamoceri, saltarupi, cefalofoli di Harvey e cefalofoli azzurri
vengono avvistati piuttosto spesso. Con un po’ di fortuna è anche
possibile avvistare il timido suni, un’antilope di piccolissima taglia,
il raro puku o il cefalofolo di Abbott, di dimensioni maggiori,
che vivono esclusivamente in Tanzania.
Sono pochi i visitatori che si addentrano nella foresta, lasciando ai
più audaci un senso di solitudine del tutto particolare. Dato il gran
numero di endemismi dell’area, questa catena montuosa, piuttosto
isolata, è stata giustamente ribattezzata le Galapagos africane.
Sette percorsi escursionistici
Il parco nazionale dei monti Udzungwa è il paradiso degli
escursionisti, conta numerose cascate mozzafiato ed è provvisto di
una fitta rete di sentieri che attraversano la foresta. Una popolare
escursione di 5 km (4-5- ore) porta alle cascate di Sanje (170 m),
la più bassa delle quali fa un salto di 70 metri nella giungla
sottostante, tra vapori di acqua nebulizzata.
Altri sentieri conducono attraverso paesaggi che lasciano senza
parole:
• Sentiero Prince Bernhard (1 ora)
• Sentiero Sonjo (1 km/1 ora)
• Sentiero Njokamoni (5 km/5 ore)
• Sentiero del campeggio 3 (14 km/1 giorno)
• Monte Mwanihana (38 km/3 giorni)
• Sentiero Rumemo (65 km/5 giorni)
• Il parco nazionale dei monti Udzungwa è stato istituito nel 1992,
principalmente per il suo valore botanico.
• Copre un’area di 1990 km2 e si estende per 80 km da sud-ovest
a nord-est.
• Altitudine: 250 m - 2.576 m (Monte Luhomero).
• Le temperature variano notevolmente in base alla stagione
e all’altitudine.
• Solo la savana miombo presenta una stagione secca, che va da
maggio a ottobre, e una stagione delle piogge, che va da ottobre
a maggio. Nei mesi che vanno marzo, aprile e maggio, i percorsi
di trekking tendono a diventare piuttosto sdrucciolevoli.
• Periodo migliore: la stagione secca, equipaggiandosi in ogni caso
per la pioggia.
• Il parco è accessibile tutto l’anno, ma può diventare sdrucciolevole
quando piove.
• Il parco è facilmente accessibile in auto. Dar es Salaam - città di
Mikumi (315 km/4 ore) su strada asfaltata in buone condizioni,
seguita da 63 km (1,5 ore) di strada parzialmente sterrata per
arrivare all’entrata principale di Mangu’ula. Le entrate sul lato
occidentale non sono collegate a Mangu’ula: l’entrata di Msosa
si trova a 10 km da Mtandika, mentre l’entrata di Udekwa si trova
a 63 km da Ilula (sull’autostrada transnazionale).
Sistemazione
All’interno del parco: numerosi campeggi pubblici e speciali
presso l’entrata di Mangu’ula e lungo i sentieri escursionistici
(la prenotazione si effettua tramite il Parco).
All’esterno del parco: Albero e ostello Twiga (la prenotazione si
effettua tramite il Parco) e numerosi alberghi nelle città di Mangu’ula
e Mikumi.
Cosa fare
Camping safari, escursioni guidate alle cascate e nella foresta, scalate
della durata di più giorni, bird watching e turismo culturale presso
i siti storico-culturali che si trovano all’interno e all’esterno del parco.
Riferimento di contatto per il parco: [email protected]
Linea diretta: +255 689 062 291 / +255 767 536 131
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Il ruolo dei parchi
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La Tanzania attualmente ospita 16 parchi nazionali, il cui ruolo
principale consiste nel favorire il turismo e la conservazione.
Molti di essi formano il nucleo territoriale di un più ampio ecosistema
protetto. L’obiettivo è preservare il ricco patrimonio naturale del paese
e fornire un terreno di riproduzione sicuro in cui possano prosperare
flora e fauna, al riparo dagli interessi contrastanti della crescente
popolazione umana, apportando al contempo i vantaggi derivati
dal turismo.
Il sistema dei parchi esistenti tutela numerose aree di biodiversità
riconosciute a livello internazionale e siti appartenenti al patrimonio
dell’umanità. Ciascuno di essi ristabilisce l’equilibrio delle aree
circostanti colpite dalla deforestazione o interessate dall’agricoltura
e dall’urbanizzazione. In precedenza, i Parchi Nazionali di Saadani
e Kitulo comprendevano una serie di habitat costieri e montani che
tuttavia godevano di un minore livello di protezione. Inoltre,
Tanzania National Parks (TANAPA) opera l’ampliamento costante
di alcuni parchi, migliorando i corridoi di migrazione tradizionale
e creando collegamenti tra le aree protette.
La visita della Tanzania implica il sostegno agli straordinari
investimenti che un paese in via di sviluppo sta attuando per il proprio
futuro. Nonostante le pressioni della popolazione, la Tanzania ha
trasformato in parco nazionale oltre 45.000 chilometri quadrati.
Includendo altre riserve, aree naturali e parchi marini, questo numero
equivale a più di un terzo del suo territorio, una percentuale
nettamente superiore rispetto alla maggior parte delle nazioni più
ricche del mondo.
Turismo
Il turismo fornisce entrate preziose, utilizzate per
supportare l’opera di conservazione
dei parchi nazionali. Il reddito
inoltre offre la
possibilità di attuare progetti di ricerca sugli animali selvatici
e migliora la formazione e la sussistenza delle comunità locali.
Oltre a ciò, il turismo favorisce la consapevolezza internazionale sui
problemi inerenti la conservazione e al contempo la presenza fisica
dei turisti scoraggia l’attività di bracconaggio illegale, assistendo le
guardie forestali nel lavoro di gestione del parco.
Fortunatamente, TANAPA ha resistito alla tentazione di una politica
di profitti a breve termine a favore del turismo di massa.
Nella completa comprensione delle proprie responsabilità nei
confronti della Tanzania e del mondo, per la conservazione e la
gestione di una risorsa globale, TANAPA mantiene il proprio impegno
di basso impatto e di turismo sostenibile per proteggere l’ambiente
da danni irreversibili, grazie all’offerta di una destinazione ecoturistica di livello superiore.
Le attività umane sono strettamente monitorate, lo sviluppo
è severamente regolamentato. Gli edifici dei parchi devono essere
discreti, lo smaltimento dei rifiuti è controllato attentamente.
Le strutture per il parco e i visitatori ampiamente disseminate per
evitare di molestare gli animali e minimizzare l’impatto umano
sull’ambiente. Anche nel Serengeti, il parco più noto della Tanzania,
quasi metà dell’area (oltre 7.000 chilometri quadrati) è incontaminata
e priva di strade.
impiegati all’interno di strutture ricettive e tour operator dei parchi.
In particolare, TANAPA collabora con la popolazione locale nella lotta
contro i bracconieri.
Il bracconaggio non implica solo la caccia commerciale di elefanti
e rinoceronti per l’approvvigionamento di avorio e corno del
rinoceronte. Comprende anche attività di sussistenza quali la raccolta
di miele, la pesca e la caccia illegali per il procacciamento del cibo,
l’abbattimento di alberi per legna da costruzione o da ardere,
la raccolta di piante medicinali tradizionali ma scarseggianti.
Una volta che gli abitanti del villaggio comprendono l’importanza di
questa risorsa ai fini dell’occupazione e assistono ai vantaggi tangibili
che il parco comporta, sono più propensi a difendere l’area protetta
e a segnalare il bracconaggio. TANAPA coopera con le comunità per
diffondere una gestione ambientale sostenibile, assistere nel piantare
alberi, creare vivai, promuovere la cultura e la conservazione della
fauna selvatica.
Guardare al futuro
Il futuro dipende da coloro che erediteranno i parchi. TANAPA
assume una posizione preminente nell’educazione della popolazione
locale, fornendo materiali di studio e formazione per gli insegnanti,
diffondendo nei villaggi video sulla conservazione. Visite gratuite dei
parchi sono offerte alle scuole e ai gruppi della comunità, per
mostrare l’importanza della preservazione di questi habitat.
Gli abitanti del luogo
La tutela della ricchezza di questa risorsa si basa sulla buona volontà
delle comunità vicine. Grazie alla condivisione dei benefici derivati
dalla conservazione e offrendo vantaggi tangibili, TANAPA
è massimamente impegnata a garantire che le comunità locali
mantengano un senso di proprietà e interesse nei confronti del futuro
dei parchi. Una percentuale dei ricavi del parco è finalizzata alle
iniziative di sviluppo di comunità, quali scuole, dispensari sanitari,
progetti idrici e strade. Gli abitanti dei villaggi sono incoraggiati
a sviluppare progetti di turismo culturale per alimentare il reddito
finanziario proveniente dai visitatori del parco. Molti locali sono
Il sostegno ai progetti di ricerca è un aspetto importante dell’impegno
di TANAPA rispetto al futuro. Gli scimpanzé della Tanzania sono
oggetto dello studio di ricerca attivo da più tempo, unico del suo genere
in tutto il mondo. Gli scienziati che lavorano nei parchi della Tanzania
continuano a rilevare specie di farfalle, uccelli, insetti e piante finora
sconosciute. Sondaggi regolari monitorano la distribuzione e il
numero di animali, verificano la qualità dell’acqua, identificano i
focolai di malattia e controllano l’invasione di specie esotiche.
I parchi nazionali sono un’ancora di salvezza per gli animali, altrimenti
costretti a subire l’estinzione provocata dall’uomo. Offrono rifugio
a molte specie vulnerabili e minacciate dal rischio di estinzione, una
salvaguardia per habitat in pericolo, una protezione per le aree di
procreazione cui le specie minacciate possono ristabilirsi. Con il
sostegno di tutti, sarà possibile conservare questi ecosistemi vitali,
a vantaggio delle generazioni future.
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Consigli di viaggio
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Lingua
La lingua ufficiale della Tanzania è lo Swahili ma l’inglese è
ampiamente parlato. Può rivelarsi utile apprendere alcune parole in
lingua Swahili e sarà molto apprezzato dalla popolazione locale.
Valuta
Scellino tanzaniano (Tsh/Tzs) suddiviso in 100 senti (centesimi).
Sono accettate le principali valute straniere (Dollari USA, Euro
e travellers’ cheques), convertibili presso gli sportelli bancari e gli
uffici di cambio delle principali città e zone turistiche. In genere,
escludendo i lodge di fascia alta, le carte di credito non sono accettate.
In alcune maggiori città sono presenti sportelli bancomat per carte
di credito/debito. Le tariffe di ingresso ai parchi si possono pagare
mediante le speciali schede TANAPA disponibili presso le banche
CRDB & Ezim locali. In alternativa, è accettato il pagamento con carte
Mastercard e Visa. Evitare di cambiare il denaro in strada.
Principali compagnie aeree
KLM, Swiss air, Qatar, Emirates, Oman, South African, Ethiopian,
Kenya Airways, Turkish, Egypt, Rwanda air, Uganda air, Precision air,
Fast Jet e Air Tanzania.
Servizi sanitari
È necessario il vaccino contro la febbre gialla, se si proviene da paesi
sensibili. La malaria è endemica, ma si può prevenire: utilizzare
repellente per insetti, coprirsi al tramonto, dormire sotto una
zanzariera e seguire la profilassi anti-malaria indicata dal medico.
Bere esclusivamente acqua e bevande bollite o in bottiglia.
Orario dei parchi
I cancelli aprono alle 06:30 chiudono alle 18:00.
Clima
Generalmente asciutto e caldo con notti/mattine
fresche nei mesi di giugno-ottobre; piogge brevi
da novembre a metà dicembre e lunghe nei
mesi di marzo-maggio. In ogni caso
possono esservi variazioni stagionali. La
fascia costiera è caratterizzata da un
clima caldo
e umido tutto l’anno. Le temperature sui
monti Kilimangiaro e Meru scendono sotto
lo zero.
Fuso orario
GMT+ 3
Abbigliamento
Noleggio auto
Portare abiti leggeri e lavabili, un maglione per le attività al mattino
presto, nonché occhiali e berretto da sole, crema solare.
Pantaloni e camicie a maniche lunghe scoraggiano le punture di
insetti. Per le donne, i calzoncini corti sono accettabili. Tuttavia
dovrebbero portare mantella o sciarpa per coprire le gambe, in quanto
in alcuni villaggi, soprattutto nelle zone di Zanzibar e musulmane,
indossare indumenti poco coprenti è considerato offensivo.
In spiaggia ed entro i confini degli hotel sulla spiaggia è ammesso
indossare costumi da bagno normali. Se si ha intenzione di scalare
il Kilimangiaro o il Meru, portare biancheria intima termica, strati
leggeri, un maglione, giacca impermeabile, calzini appropriati e
stivali robusti.
I veicoli per la guida autonoma sono disponibili principalmente per
commissioni locali o per l’uso su asfalto. In genere i veicoli 4x4 per
safari devono essere noleggiati con un autista.
Safari
I Tanzaniani amano i bambini e offrono volentieri aiuto alle mamme.
Tuttavia è possibile che fuori dai maggiori centri urbani non siano
disponibili alimenti in scatola per l’infanzia, latte in polvere
e pannolini usa e getta.
In Tanzania le distanze sono molto vaste e gli spostamenti in auto
possono essere faticosi. È consigliabile pianificare di trascorrere più
tempo in un minor numero di parchi. Sarà possibile vedere di più
senza tornare a casa esausti. Tenersi a distanza dagli animali
e rimanere tranquilli, per evitare di causare stress alla fauna selvatica.
Seguire le istruzioni della guardia forestale o della guida. Non lasciare
il veicolo nei parchi tranne che nei luoghi appositamente designati.
Attenersi alle piste riconosciute per evitare di danneggiare la
vegetazione.
Fotografie
Proteggete la fotocamera dalla polvere e mantenere le attrezzature e le
pellicole al fresco. Prima di fotografare la popolazione locale,
è cortesia chiedere il permesso. Se si ha intenzione di scattare molte
foto alle persone, portare una stampante istantanea in modo tale
da lasciare una foto alle persone fotografate.
Assicurazione
Stipulare un’assicurazione di viaggio a copertura di smarrimento
di bagagli o di oggetti di valore o per infortuni e spese mediche.
Mance
La mancia non è obbligatoria, ma è consigliata nei casi di un servizio
eccezionale.
Elettricità
230V, tuttavia sono frequenti i casi di interruzione di corrente,
sovratensione e abbassamento. Portare un adattatore universale e una
torcia (torcia elettrica) o una lampada frontale.
Cucina
Negli alberghi e nei lodge si servono vivande locali e della cucina
internazionale.
Guida
Si guida sul lato sinistro della strada. È richiesta la patente di guida
internazionale. Il safari deve essere pianificato accuratamente,
accertando che il veicolo sia in buone condizioni. Si consiglia di
portare due ruote di scorta, un cric funzionante e una cassetta degli
attrezzi. Portare scorte aggiuntive di carburante, pezzi di ricambio
e acqua.
In viaggio con i bambini
Visti
Per informazioni aggiornate sulla normativa vigente, rivolgersi alla
sede più vicina della Tanzania High Commission, in ambasciata o al
consolato oppure richiederle al proprio agente di viaggio.
Sicurezza
Sebbene la Tanzania sia un paese generalmente sicuro, è sempre
bene usare il buon senso. Tenere d’occhio gli effetti personali.
Non spostarsi a piedi nelle città o nei centri urbani di notte, prendere
un taxi. Non portare telecamere o grandi quantità di denaro contante
e fare attenzione ai borseggiatori. Utilizzare le cassette di sicurezza
degli hotel per salvaguardare gli oggetti di valore e farsi rilasciare una
ricevuta. Lasciare a casa i gioielli preziosi.
Punti di ingresso
• In auto: Namanga, Tunduma, Horohoro, Sirari, Mtukula e Holili
• In aereo: aeroporto internazionale Julius Nyerere (Dar es Salaam),
aeroporto internazionale Amani Abeid Karume (Zanzibar),
aeroporto internazionale Kilimanjaro e aeroporto di Mwanza
• In nave: Dar es Salaam, Zanzibar, Pemba, Tanga e Mtwara verso
l’Oceano Indiano.
Mwanza, Bukoba e Musoma per il Lago Vittoria.
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DIRETTORE GENERALE
PARCHI NAZIONALI DELLA
TANZANIA
TANAPA BUILDING
DODOMA ROAD
PO BOX 3134
ARUSHA, TANZANIA
T:+255 (27) 250 3471
+255 (27) 250 4082
F: +255 (27) 250 8216
[email protected]
www.tanzaniaparks.com
Prodotto da: Opmeer bv
L’Aia, Paesi Bassi
www.opmeerbv.nl
Testo: Marleen Vos, progetto Optima Forma
Copyright 2014
Parchi nazionali della Tanzania