ALL_A_Relazione tecnica

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ALL_A_Relazione tecnica
RELAZIONE TECNICA- PROGETTO GENERALE
Il presente progetto ha l’obiettivo di studiare il tratto del corso d’acqua della Valletta Valvendra che
va dalle vasche di laminazione posta al bivio Via Valvendra, Via Nullo e Via Golgi sino allo sbocco
nel Lago d’Iseo il cui percorso è completamente interrato.
Il tracciato del condotto/tombotto segue il tratto superiore di Via Valvendra, percorre la scalinata
dell’oratorio che collega la stessa Via Valvendra con Via Filippo Martinoli, prosegue a lato della
Basilica di S. Maria , attraversa il cortile del Convitto Cesare Battisti passando poi sotto lo stesso
convitto, attraversa
Via Cesare Battisti
scendendo poi all’interno del cortile dell’istituto
comprensivo Ivan Piana fino a giungere in Via G. Marconi e poi a lago.
La finalità del presente progetto è quello di rilevare e analizzare lo stato di fatto al fine di assumere
specifiche decisioni in merito alla necessità di intervenire con bonifiche e/o riparazioni puntuali
della condotta interrata.
Il tutto motivato dalla presenza di scarificazioni del fondo della condotta esistente con perdite e
fuoriuscite di acqua, soprattutti in caso di pioggie intense, che vanno ad interessare con presenza di
umidità in particolare gli altari laterali della Basilica di S.Maria ed alcune proprietà poste a ridosso
dell’Istituto Ivan Piana e proprietà Giudici.
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STATO DI FATTO / OPERE DI PROGETTO GENERALE:
L’alveo della Valletta di Valvendra presenta sezioni di vario tipo come di seguito descritte:
1) da picchetto V (vasche di laminazione e disabbiatura) bivio Via Valvendra, Via Nullo e Via
Golgi a picchetto P2 (ingresso carrale oratorio/ cinema Cristall): il tombotto ha sezione
rettangolare con volta ad arco , di larghezza 1,00 m. , altezza da 1.80 a 2.00 m., con vari
camini ad altezza variabile e pozzetti di ispezione , fondo in cls , pareti e volta in c.a. di
getto (vedere sezione F1-F1 tav. 2);
2) da picchetto P2 (ingresso carrale oratorio/ cinema Cristall)a picchetto P4 (Via Martinoli,
inizio scala oratorio) : il tombotto ha sezione rettangolare con volta ad arco di larghezza
1,00 m. , altezza da 1,80 a 2,00 m., con vari camini di ispezione ad altezza variabile e
pozzetti, fondo in roccia naturale originario, pareti e volta in c.a. di getto con salti di quota
(vedere sezione F2-F2 tav. 2);
3) da picchetto P4.1 (Via Martinoli) a picchetto P7 (cortile di monte Convitto Nazionale Cesare
Battisti): la Valle scorre all’interno di un tubo di diametro pari a 1000 mm. in cls ( vedere
sezione E-E tav. 2);
4) da picchetto P7 ( cortile di monte Convitto Nazionale Cesare) a picchetto P9 (Via Cesare
Battisti): la Valle scorre all’interno una galleria a sezione rettangolare con copertura a volta
di dimesioni variabili ,come da sezioni A-A, B-B, C-C e D-D tav. 2.
5) da picchetto P9 (Via Cesare Battisti) a picchetto P12 (lago) la Valle scorre di nuovo in un
tubo di diametro pari a 1000 mm. in cls posto nel cortile parcheggio ITIS/ITC Ivan Piana ed
al di sotto della Via Marconi per sfociare poi nella darsena Visinoni ( vedere sezione E-E
tav. 2);
Le opere necessarie alla bonifica della Valle verranno eseguite in vari lotti distinti di seguito
descritti e realizzati in relazione alla disponibilità finanziarie dell’Amministrazione Comunale.
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OPERE PREVISTE E DA REALIZZARE CON PROGETTO 1°LOTTO STRALCIO A e
STRALCIO B:
Il Comune di Lovere ha provveduto nell'anno 2012 ad attivare lavori di messa in sicurezza
dell'alveo della Valle Vendra mediante l'esecuzione delle seguenti opere:
a) realizzazione di pozzetti in cls con chiusini lungo il tracciato intubato e/o completamente coperto,
al fine di poter accedere all'alveo sotterraneo ed effettuare specifiche ispezioni;
b) pulizia di alcuni tratti di alveo intubato, anche con autospurgo, ed asportazione di materiale
solido depositato che ostruiva la sezione idraulica;
c) video-ispezione di tutta la tratta intubata al fine di monitorare la situazione esistente.
A seguito di quanto rilevato si è provveduto a redigere il progetto preliminare delle opere da
realizzare, con conseguenti scelte tecniche specifiche tratta per tratta.
Il progetto esecutivo del 1° lotto stralci A e B è finalizzato alla bonifica del tombotto circolare da
100 cm di diametro con le tecnologie di intervento sottodescritte.
I° LOTTO (STRALCIO A e B) :
Questo lotto interessa due tratte di condotta interrata in cls diametro 1000 mm., posta a varie
profondità, caratterizzata da una tubazione che presenta erosione di fondo con asportazione di
materiale originario ed erosioni localizzate con fessurazioni diffuse anche nelle volte superiori del
tubo. Le videoispezioni ordinate dall’Amministrazione Comunale ed eseguite dalla Ditta Lochis di
Foresto Sparso (allegate alla presente) hanno messo in evidenza comunque che il complesso
generale della condotta risulta complessivamente idoneo a smaltire la portata idraulica proveniente
da monte.
Si ritiene necessario intervenire con una metodologia di bonifica non distruttiva dell’esitente ma
bensì mediante l’inserimento di una nuova condotta all’interno della tubazione esistente con una
moderna metodologia che prevede l’esecuzione di tutte le opere e provviste occorrenti per il
risanamento non distruttivo CIPP della condotta interrata mediante l’inversione di una guaina
impregnata da resina epossidica e inserita all’interno della condotta esistente utilizzando la
spinta d’aria e la polimerizzazione con flussaggio di vapore per la polimerizzazione della resina.
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Nel dettaglio i lavori comprendono:
-
accantieramento e disaccantieramento del cantiere ;
-
opere provvisionali di approntamento cantiere, viabilità e regolazione stradale;
-
sbarramento per pompaggio , realizzazione di canalizzazioni per l’acqua di scorrimento,
pompaggio e smaltimento in tubazioni idonee;
-
pulizia della condotta,
-
by pass rete principale,
-
bonifica delle parti ammalorate più importanti del fondo mediante l’applicazione di malta
cementizia a freddo con aggrappante;
-
fresature degli allacci sporgenti,
-
ispezione preliminare all’inserimento della guaina e finale di collaudo,
-
fornitura, installazione, riscaldamento e taglio guaina
-
riapertura allacci esistenti,
-
smaltimento del refluo proveniente dall’attività di pulizia
I materiali che dovranno essere usati saranno costituiti da una guaina preformata, (sul diametro
e sulla lunghezza) rispetto alla misura del tubo da risanare in cls con diametro 1000 mm.
Viste le particolari condizioni di posa del tubo oggetto di questo intervento con profondità
massima 3 m., esclusa presenza di falda, e per una condotta parziale deteriorata, per soddisfare
la normativa di riferimento che disciplina la tecnologia di C.I.P.P (ASTM 1216-9), è necessario
utilizzare una guaina denominata NORDIWALL, formata da uno strato di feltro morbido in
poliestere accoppiato in maniera permanente con una pellicola in PE low density (polietilene
bassa densità con spessore minimo di 1 mm.), che abbia uno spessore minimo pari a 8 mm.
A fine inversione la robusta pellicola esterna di PE verrà a formare la superficie interna di
scorrimento per i fluidi veicolati.
Il diametro effettivo della guaina in fase di preparazione non dovrà essere inferiore al 3% del
diametro effettivo della condotta, per evitare eccessivi stiramenti del feltro e della protezione di
PE nella fase di pressurizzazione ed adesione alla parete della condotta ricevente.
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Per evitare accidentali spanciamenti oltre il 3% indicato, la guaina dovrà essere fornita anche di
un filo di poliestere a protezione dello strato di feltro in grado di resistere alla pressione di
inversione.
Il produttore delle guaine e resine dovrà essere certificato ISO 9002-2000 per garantire la
qualità continuativa del manufatto con tolleranza -0 + 0.5 mm.
Tutte le operazioni di relining (seguire la direzione di condotta) devono essere aderenti e
conformi alle normative UNI-EN 13566 e ASTM 1216
La resina di tipo epossidico sarà di tipo bicomponente con pot-life (tempo di reazione)
sufficientemente lungo da garantire l’ottimale fluidità della stessa durante tutta la fase di
impregnazione, inversione ed adesione/polimerizzazione.
L’uso di resina epossidica dovrà garantire inoltre le seguenti condizioni:
-
Mancanza di emissoni di sostanze pericolose alla salute dell’uomo (per es. stirene)
nell’atmosfera circostante l’area di lavoro e nel fluido di pressurizzazione e riscaldamento.
-
Mancanza di ritiro fisiologico (diametro e lunghezza) del manufatto in resina durante la fase
di reticolazione (successiva al raffreddamento).
-
Polimerizzazione completa anche in presenza di contatto della guaina con acqua.
-
Mancanza di rilascio di sostanze potenzialmente pericolose in acque di falda superficiali da
parte della resina polimerizzata.
Le attrezzature che saranno impiegate per la resinatura, l’inversione e la polimerizzazione della
guina dovranno rispondere alle vigenti leggi sulla sicurezza e alle vigenti norme tecniche e
dovranno essere tutte marcate CE 100 e conformi alle direttive macchine.
L’impregnatura dovà essere effettuata mediante calandratura a rulli regolabili ed ausilio del vuoto
forzato all’interno della guaina.
Le attrezzature necessarie per l’inversione costituite da automezzo opportunamente attrezzato
saranno necessariamente vincolate alla posizione del manufatto di ingresso al fine di consentire
l’ottimale posizionamento logistico del cantiere costituito dai pozzetti che si trovano uno in Via
Martinoli relativo al lotto I° stralcio B e l’altro in Via Marconi relativo al lotto I° stralcio A.
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La pressione di stampaggio dovrà sempre uguale o superiore a 0,5 bar per consentire alla guaina
una pressione di adesione alla condotta ammalorata del tutto omogenea sulla lunghezza e
permettere alla resina di occupare gli spazi di non contatto (per es. giunti, fessure, porosità, ecc.).
L’inversione della guina deve essere effettuata ad aria o acqua per consentire una pressione di
stampaggio perfettamente omogenea sul profilo in quanto la condotta ha struttura tale da consentire
l’uso dei due fluidi senza riserva tecnica.
Il riscaldamento e la polimerizzazione della resina avverrà solo mediante passaggio di vapore per
consentire la massima uniformità di riscaldamento e la massima uniformità di pressione sulla
circonferenza della condotta.
Tutte le operazioni dovranno essere effettuate esclusivamente con attrezzature mobili, in modo da
poter essere rimosse immediatamente in caso di pericolo o di necessità di sgombero dell’area
occupata.
I tratti interessati del I° lotto sono i seguenti:
•
TRATTO P4.1 a P7 lunghezza totale = 69.24 ml. tubazione diam. 1000
mm.(STRALCIO B)
•
TRATTO P9 a P11BIS lunghezza totale = 73.50 ml. tubazione diam. 1000 mm.
(STRALCIO A)
Per la realizzazione delle opere del I° lotto è prevista anche la realizzazione di un pozzetto (in
planimetria denominati con sigla P11/BIS) posizionato a ridosso della recinzione che separa l’area
di pertinenza dell’ITIS/ITC Ivan Piana parte verso lago in fondo alla scaletta posta a ridosso della
recinzione che delimita lo slargo fra due edifici in fregio alla Via Marconi, di dimensioni cm.
120x120 cm. H= 200/250 cm. con chiusino in ghisa sferoidale a norme UNI-EN 124 tipo quadro
con coperchio rotondo incernierato, diametro 600 mm. classe D400 per carico stradale, con telaio
con guarnizione antiodore e antirumore in elastomero ad alta resistenza.
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II° LOTTO (STRALCIO A1,B1 e C1) : (lavori non previsti nel progetto)
In questo II° lotto i lavori di bonifica al fine di riparare le fessurazioni del fondo in cls/roccioso
del cavidotto, prevedono la realizzazione di
una caldana in cls di spessore medio 15 cm,. con
rete elettrosaldata di diametro 6/8 mm. ed immorsamenti di collegamento mediante spinature con
monconi in ferrro bloccati con resina.
Questo lotto è costituito da due tratti, il primo tratto inizia dal picchetto P2 ubicato nel parcheggio
dell’oratorio e termina al picchetto P4 ubicato in Via Martinoli ha lunghezza totale è di 86,11 mt.
con sezione del tombotto rettangolare e copertura ad arco di dimensioni 100 cm. x h=180/200 con
fondo roccioso (STRALCIO A1) e dal tratto che inizia al picchetto P7 pozionato all’interno del
cortile del Convitto e termina al picchetto P8 in Via Cesare Battisti ha lunghezza di 64,60 mt. con
sezione rettangolare copertura ad arco ,dimensioni variabili come da sezione A-A B-B, C-C E D-D
(STRALCIO B1) .
Per la realizzazione delle opere del II° lotto STRALCIO B1 è prevista anche la realizzazione di un
pozzetto (in planimetria denominati con sigla P8/BIS) posizionato in Via Cesare Battisti, di
dimensioni cm. 120x120 cm. H= 200/250 cm. con chiusino in ghisa sferoidale a norme UNI-EN
124 tipo quadro con coperchio rotondo incernierato, diametro 600 mm. classe D400 per carico
stradale, con telaio con guarnizione antiodore e antirumore in elastomero ad alta resistenza.
II° LOTTO (STRALCIO C1) :
In questo tratto è stata prevista una manutenzione puntuale lungo tutta la lunghezza sul piano di
scorrimento dell’acqua mediante spinatura con monconi in ferro bloccati con resina e
tamponamenti di cavità con malta cementizia ad aderenza rapida.
Il tratto inizia al picchetto V (vasche di laminazione) bivio Via Valvendra, Via Nullo e Via Golgi e
termina al picchetto P2 che è ubicato nel parcheggio dell’oratorio di lunghezza pari a 143.22 mt.
con tombotto di sezione rettangolare copertura ad arco ,dimensioni 100 cm. x h=180/200 fondo in
cls.
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RELAZIONE GEOLOGICA (estratto dal P.g..t. del comune di Lovere)
La Val Vendra rappresenta il corso d’acqua che insiste sull’abitato di Lovere –Centro Storico-; è
costituito da un’asta principale (Val Vendra) e da due rami secondari, entrambi denominati Val
Marino (est ed ovest). La confluenza è posta immediatamente a monte dell’apice del conoide, sul
quale si sviluppa l’abitato.
TAVOLA DELLA DINAMICA GEOMORFLOGICA:
Il collettore principale nel settore a valle di Carassone risulta in genere ben inciso, soprattutto nel
tratto inferiore, ed ha una direzione prevalente NNW-SSE, parallela alle linee tettoniche principali.
Il bacino idrografico sotteso alla sezione all’altezza dell’apice del conooide ha un’estensione pari a
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circa 1.1 Kmq e raggiunge la rottura di pendio all’altezza del Monte di Lovere. Sulla base del
quadro idrogeologico generale del territorio è possibile che lo spartiacque superficiale non coincida
con quello sotterraneo; è possibile vi siano infiltrazioni dal settore superiore (Altopiano di Bossico)
lungo percorsi definiti dalle linee di fratturazione. A monte di Carassone il bacino idrografico si
amplia ed i versanti sono sede di una falda detritica attiva, parzialmente colonizzata ed a tratti non
colonizzata, alimentata dalle pareti rocciose impostate nella Formazione di Castro; gli affioramenti
si presentano da molto a mediamente fratturati, con settori a volte milonizzati. Sono diffuse
evidenze di processi di dissoluzione carsica, che hanno portato alla formazione di pinnacoli. Lungo
le falde detritiche sono presenti settori interessati da processi erosivi diffusi e/o lineari ed inoltre, a
valle delle rienttanze principale delle pareti rocciose, sono presenti veri e propri impluvi che in
occasione di rilasci detritici sono sede del percorso di colate. Diffusi nella falda sono i solchi
d’erosione, che sono percorsi dai blocchi di crollo. L’asta torrentizia (interessata dal deflusso
superficiale solo in occasione di eventi meteorici) è talvolta ridotta ad un semplice solco d’erosione
entro il quale sono stati impostati sentieri e mulattiere. Lungo i settori di fondovalle, nei tratti meno
acclivi, sono stati riconosciuti depositi legati a calate detritiche, ritenuti potenzialmente riattivabili
in occasione di eventi meteorici estremi. La direzione dell’asta principale devia verso ovest di circa
90 gradi a quota 660 m circa; il tratto superiore del bacino, che si estende a monte dell’orlo della
scarpata del Monte di Lovere nel tratto compreso fra Villa Esquilino e Villa Caprera, è impostato in
roccia ed è interessato da fenomeni gravitativi ed erosivi diffusi, che spesso coinvolgono la coltre
colluviale. Il settore superiore è impostato direttamente alla quota dell’altipiano del Monte di
Lovere, ed in particolare interessa le depressioni di origine carsica presenti fra Villa Caprera e Villa
Equilino; le depressioni sono aperte nella direzione del’impluvio ed i bordi esterni sono soggetti a
fenomeni di degradazione, con evidenze di processi gravitativi attivi, che possono dare origine a
colate detritiche lungo l’impluvio. Sulla base delle evidenze di terreno sono state verificate le
condizioni affinchè lungo il corso d’acqua si sviluppino fenomeni di colata detritica (debris flow). I
valori delle magnitudo massime, intese come la volumetria mobilizzate per eventi parossistici,
stimate con le formule disponibili in letteratura e confrontate con gli elementi di tererno, sono
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dell’ordine di 15.000-20.000 mc. Le colate detritiche possono raggiungere le aree di conoide ed
espandersi nel centro abitato.
I rami secondari sono caratterizzati da bacini sensibilmente inferiore rispetto alla Val Vendra, non
presentano un alveo ben definito (a volte è ridotto a semplice solco) e le condizioni di dissesto sono
localizzate; diffusa è comunque la copertura detritica che ricopre i versanti, la cui stabilità è legata
alla presenza di opere di terrazzamento artificiali (con o senza muri di sostegno). L’asta principale
del ramo orientale si presenta incisa nel tratto mediano e ridotta a solco nei tratti superiori ed
inferiori. In particolare, all’altezza di Davine, sono state verificate le condizioni affinchè il corso
d’acqua, in occasione di eventi alluvionali, possa abbandonare l’alveo e disperdersi lungo la strada
comunale di Davine oppure divagare nelle aree circostanti. Il tratto di fondovalle medio superiore
presenta una serie di salti di fondo, i principali sono impostati direttamente nel substrato roccioso,
dando origine a settori di valle sospese. Solamente le porzioni superiori del bacino sono interessate
da fenomeni di dissesto che coivolgono i terreni della copertura detritica e sono potenzialemnte sede
di innesco di colate detritiche, che tendenzialmente non superano il terrazzo superiore. Lungo il
ramo orientale, in asse all’impluvio a quota 473 m. s.l.m. è presente l’opera di captazione annessa
all’acquedotto di Sovere (Sorgente Val Marino).
CONOIDE DELLA VAL VENDRA
Al raggiungimento del settore superiore dell’abitato il corso d’acqua della Val Vendra è costretto
entro un cavidotto completamente interrato sino allo sbocco nel Lago d’Iseo. Il tracciato del
condotto interrato segue il tratto superiore di Via Valvendra, la scalinata che collega la stessa con
Via Filippo Martinoli e la Chiesa di S. Maria in Valvendra e Via F.lli Pellegrini e Via XX
Settembre.
I versanti che insistono sull’ultimo tratto dell’alveo della Val Vendra sono caratterizzati da una serie
di rotture di pendio a volte assorbite nell’agglomerato urbano e testimoni delle diverse fasi di
approfondimento del corso d’acqua entro l’originaria coltre detritica (alluvionale e/o glaciale) la cui
potenza è testimoniata dalla quota dell’orlo di terrazzo principale, prossima a 289.0 metri s.l.m.
Sulla base degli aspetti geologici e geomorfologici del bacino idrografico ed in particolare del tratto
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lungo l’asta principalr, è possibile affermare la potenzialità dello svilupparsi lungo l’asta torrentizia
di fenomeni di trasporto solido che per volumi ed entità possono evolvere in colate detritiche
(debris flow o debris flood), come anche sottolineato dalla previsione della forma di trasporto
proposta da d’Agostino et al. (1996) e valida per conoidi morfologicamente ben definite. In allegato
viene riportata una valutazione dellla magnitudo (massimo volume dei detriti mobilizzabili lungo il
corso d’acqua) attenendosi alle metodologie riportate in bibliografia: l’esame dei risultati nel quadro
geomorfologicamente del bacino consente di affermare come lungo l’asta torrentizia, in occasione
di eventi meteorici estremi, possono mobilitarsi da 15 a 20.000 mc. di materiale detritico. I volumi
possono facilmente raggiungere i settori apicali del conoide, ostruite l’imbocco del tombotto,
aggirare la vasca di sedimentazione e distribuirsi nel settore superiore del centro abitato. La massa
detritica e le acque di piena tendono a defluire lungo la rete stradale esistente. Attenendosi a
“Procedure per la valutazione e la zonazione della pericolosità e del rischio da frana in Regione
Lombardia” della Regione Lombardia – Territorio e Urbanistica, è stata effettuata una delimitazione
speditiva della pericolosit lungo il conoide.
Particolare interessante riguardo alle condizioni idrogeologiche del conoide alluvionale del Torrente
Val Vendra, costituisce un’analisi fatta dal prof. Ardito Desio nel 1957 a seguito di “cedimenti del
suolo con lesioni più o meno diffuse dei fabbricati nella zona dell’abitato di Lovere in
corrispondenza del settore settentrionale della conoide di deiezione del corso d’acqua che bagna la
Val Vendra” “Un fatto importante………, è rappresenatto dalla presenza di correnti d’acqua
sotterranee nella zona retrostante l’area dei cedimenti, correnti messe anche allo scoperto in
occassione delo scavo di fondazione di edifici. Tali acque scorrono presso il contato fra la roccia in
posto e le alluvioni ghiaiose, o le morene, che la ricoprono e pare siano abbastanza diffuse nella
zona. Inoltre, al piede del muro che sostiene la strada statale, sotto la Villa Milesi, si vedono
sgorgare delle sorgenti di una certa portata anche all’epoca della vista ch’era in periodo di
prolungata siccità”.
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Non si esclude come le lesioni registrate all’altezza di Villa Milesi possano essere ricondotte al
quadro stratigrafico del settore ed alla presenza nel primo sottosuolo di terreni di origine lacustre a
comportamento meccanico scadente.
CARTA DEI VINCOLI (da P.G.T.)
Nella tavola sono riportati i vincoli di carattere geologico attualmente vigenti sul territorio
comunele di Lovere. In particolare nella cartografia sono indicati, con oppertuno simbolismo, le
informazioni dedotte da:
-
Rischi idraaulici ed idrogeologici –PAI.
-
Reticolo Idrico Minore;
-
Aree di salvaguardia delle sorgenti captate per uso potabile.
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RETICOLO IDRICO MINORE: (da P.G.T. e R.I.M. Comunità Montana)
Il Comune di Lovere ha adottato lo studio INDIVIDUAZIONE DEL RETICOLO IDRICO
MINORE E DELLE FASCE DI RISPETTO (ai sensi della d.g.r. n. 7/7868 del 25.01.2002
modificata dalla D.G.R. n° 7/13950 dell’ 1 Agosto 2003).
Il reticolo idrico superficiale del territorio comunale in esso rappresentato comprende:
-
Corsi d’acqua indicati come demaniali nelle mappe catastali o in base a normative vigenti;
-
Corsi d’acqua interessati da derivazione d’acqua
-
Corsi d’acqua rappresentati sulle carte ufficiali (IGM, CTR).
INDIVIDUAZIONE DELLE FASCE DI RISPETTO:
Una volta definito il reticolo idrico, ovvero l'insieme delle acque pubbliche (L. 36/'94), si è passati
all'individuazione delle relative fasce di rispetto, in deroga a quanto previsto dal R.D. 523/1904,
necessarie a consentire l'accessibilità ai corsi d'acqua ai fini della manutenzione, fruizione e
riqualificazione ambientale.
La definizione delle fasce di rispetto si è basata sulla ricostruzione delle caratteristiche
morfologiche dei corsi d'acqua, con individuazione delle zone di possibile erosione, divagazione ed
esondazione. E’ stata posta particolare attenzione all’identificazione delle scarpate di erosione e di
sponda e all’identificazione delle opere di difesa idraulica esistenti lungo i corsi d’acqua (muri o
rilevati d’argine); le fasce di rispetto vanno infatti misurate a partire da questi elementi. Ciò ha
comportato il rilevamento puntuale del reticolo idrico, al fine di individuare per ogni corso d'acqua
le forme in alveo e sulle sponde che dessero indicazioni sulla dinamica dei corsi d'acqua stessi.
Per ogni corso d’acqua sono state individuate le fasce di rispetto, all’interno delle quali si sono
definite le attività vietate o soggette ad autorizzazione.
Per i corsi d’acqua appartenenti al reticolo principale (Torrente Borlezza), si è considerata una
fascia pari a 10 m in destra e sinistra idrografica, misurati a partire dalla sponda che definisce
l’alveo o dal piede esterno dell’opera idraulica esistente più esterna (muro d’argine, rilevato
d’argine, ecc).
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Per i corsi d’acqua a cielo aperto del reticolo idrico minore, caratterizzati prevalentemente da un
alveo ben definito e mediamente inciso all’interno del quale restano confinanti i fenomeni torrentizi,
si è considerata generalmente una fascia di ampiezza pari a 10 m in destra e sinistra idrografica,
rispetto alla sommità della scarpata che definisce l’alveo o rispetto al piede esterno delle opere di
difesa longitudinale dove presenti.
Per i tratti intubati del reticolo idrico minore e principale,è stata considerata una fascia pari a 10 m
di ampiezza in destra e sinistra idrografica misurati a partire dal lato esterno della canalizzazione.
TABELLA ELENCO DEI CORSI D'ACQUA
Per la catalogazione dei corsi d’acqua che costituiscono il reticolo principale e minore del Comune
di Lovere, è stata realizzata una tabella-elenco (allegato 3) nella quale i corsi d’acqua sono stati
individuati con un numero progressivo, riportato poi nella cartografia a fianco del corso d’acqua
corrispondente.
Per ogni corso d'acqua individuato, la tabella contiene le seguenti informazioni:
N°: numero progressivo con il quale il corso d'acqua viene individuato nella cartografia del reticolo
idrico comunale.
NOME O LOCALITA': nome del corso d'acqua o toponimo della località in cui si trova il corso
d'acqua.
TAVOLA: numero della tavola (o delle tavole) della cartografia del reticolo idrico comunale nella
quale (o nelle quali) è rappresentato il corso d’acqua.
QUOTA INIZIO: quota di inizio del corso d'acqua. Se il corso d'acqua ha inizio all'esterno del
territorio comunale, vengono riportate la sigla "EST" e, fra parentesi, la quota di ingresso al posto
della reale quota di inizio.
QUOTA FINE: quota alla quale termina il corso d'acqua (vedi anche le indicazioni della successiva
colonna "foce").
FOCE: Viene riportato il numero identificativo del torrente ricettore nel quale si immette il corso
d'acqua. In alternativa viene indicata la sigla "0" per i corsi d'acqua che terminano a spaglio lungo il
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versante, la sigla “LAGO” per i corsi d'acqua che terminano nel lago e la sigla "EST" per quelli che
terminano all'esterno del territorio comunale; in quest'ultimo caso la precedente colonna "QUOTA
FINE" indica la quota di uscita e non la reale quota alla quale termina il corso d'acqua.
AMPIEZZA FASCIA DI RISPETTO: descrizione e ampiezza della fascia di rispetto assegnata al
corso d'acqua in destra e sinistra idrografica. Viene indicata la distanza dalla sponda che, se non
diversamente specificato, è riferita alla sommità della scarpata che definisce l'alveo o al piede
esterno di argini e muri d'argine.
Nel nostro caso specifico.
Z:\MARIANGELA\_DATI_MARIANGELA\_ACAD\LOVERE_VALVENDRA\_PROGETTO. PDF\All. A relazione tecnica +
q.e\ALL_A_Relazione tecnica.doc
N° 12
Nome o località: Val Vendra
Quota inizio: 966
Quota fine: 186
Foce: Lago
Tavola : 3-4
Ampiezza e fascia di rispetto:
Dall’inizio fino a punto di intubamento presso l’incrocio via Valvendra-Via Nullo: 10 m. in dx e sx
dalla sommità della sponda che definisce l’alveo.
Lungo il tratto intubato fino allo sbocco a lago: 10 m. in dx e sx dal amrgine del tubo.
N° 11
Nome o località: Carassone 1
Quota inizio: 550
Quota fine: 440
Foce: 0
Tavola : 3
Ampiezza e fascia di rispetto:
Tutto il corso: 10 m. a dx e sx dalla sommità della sponda che definisce l’alveo.
N° 15
Nome o località: Carassone 2
Quota inizio: 790
Quota fine: 388
Foce: 12
Tavola : 3
Ampiezza e fascia di rispetto:
Tutto il corso: 10 m. a dx e sx dalla sommità della sponda che definisce l’alveo.
N° 16
Z:\MARIANGELA\_DATI_MARIANGELA\_ACAD\LOVERE_VALVENDRA\_PROGETTO. PDF\All. A relazione tecnica +
q.e\ALL_A_Relazione tecnica.doc
Nome o località: Val Marino Ovest
Quota inizio: 645
Quota fine: 270
Foce: 17
Tavola : 3-4
Ampiezza e fascia di rispetto: tutto il corso: 10 m. a dx e sx dalla sommità della sponda che
definisce l’alveo, ad eccezione del breve tratto intubato immediatamente a monte di Via Davine
dove la fascia è di 10 m. in x e sx dal margine della canalizzazione.
N° 17
Nome o località: Val Marino Est
Quota inizio: 1006
Quota fine: 266
Foce: 12
Tavola : 3-4
Tutto il corso: 10 m. a dx e sx dalla sommità della sponda che definisce l’alveo.
ATTIVITÀ VIETATE
Lungo i corsi d’acqua che compongono il Reticolo Idrico del Comune di Lover (loro alvei, sponde e
difese), sono vietate le seguenti attività:
L’esecuzione di opere che occupino o riducono le sezioni dei corsi d’acqua e delle aree di
espansione e di divagazione al fine della moderazione dele piene;
Le variazioni o le alterazioni alle opere di difesa e regimazione idraulica e ai relativi manufatti,
salvo interventi che comportino un generale miglioramento idraulico;
Qualunque opera o manufatto che possa alterare lo stato, la forma, le dimensioni, la resistenza e la
convenzione all’uso a cui sono destinati gli argini, loro accessori e manufatti;
Le piantagioni all’interno degli alvei dei iumi, torrenti, rivi e colatori;
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q.e\ALL_A_Relazione tecnica.doc
Il danneggiamento e l’eliminazione dei ceppi degli alberi e di ogni altra opera, anche in legno, che
sostenga le rive e gli argini dei corsi d’acqua;
La formazione di pescaie, chiuse, petraie ed altre opere per l’esercizio della pesca, con le quali si
alterasse il corso normale delle acqua;
Lo scarico delle acque di prima pioggia e di lavaggio di superfici scoperte scolanti di pertinenze
degli insediamenti da assoggettare alla disciplina del terzo comma dell’art. 20 della L.R. 62/85,
individuate dalla D.G.R. 21 Marzo 1990, n° IV/1946;
L’estrazione di materiale inerte, poiché materia di esclusiva competenza regionale;
La deposizione di materiale;
La copertura e/o tombinaturaa dei corsi d’acqua.
ATTIVITÀ SOGGETTE AD AUTORIZZAZIONE COMUNALE (SI ITANO LE VOCI
RIGUARDANTI L’OPERA OGGETTO DEL PRESENTE PROGETTO)
Lungo i corsi d’acqua possono essere eseguiti, solo dopo il rilascio di formale autorizzazione da
parte dell’ente di competenza, le seguenti attività:
In generale, gli interventi volti alla ricostruzione degli equilibri naturali alterati ed alla eliminazione,
per quanto possibile, dei fattori incompatibili di interferenza antropica;
Le opere e le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria di opere pubbliche e di interesse
pubblico e di restauro e di risanamento conservativo di beni di interesse culturale, compresa
l’eliminazione della vegetazione infestante o arborea, se necessario, e la rimozione di accumuli di
materiale nell’alveo per ripristinare e mantenere le funzioni ed ambientali dei corsi d’acqua;
CORSI D’ACQUA COPERTI:
Per i corsi d’acqua già coperti, le fasce di rispetto individuate hanno la funzione di consentire
l’ispezione e la manutenzione dei canali e di migliorare le condizioni di accessibilità in occasione di
interventi edilizi ai fabbricati o alle opere attualmente occupanti dette fasce. Le concessioni
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q.e\ALL_A_Relazione tecnica.doc
rilasciate precedentemente all’aentrata in vigore del divieto, al termine dela concessione, in caso di
mancanza dei requisiti idraulici, possono essere rimossi.
Autorizzaizione paesistica:
Qualora l’area oggetto di intervento ricada in zona soggetta a vincolo paesistico di cui alla legge
431/85 e successive modifiche e integrazioni, se dovuta, dovrà essere richiesta l’autorizzazione
all’Ente di competenza ai sensi dell’art. 80 della L.R. n°12 dell’11.03.2005
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VERIFICHE IDRAULICHE DELLA VALLETTA DI VALVENDRA:
CALCOLO PORTATA TEORICA E BACINO SCOLANTE:
Bacino scolante :
Superficie: mq. 912.789 (circa 912.000)
CALCOLO PORTATA AQUE BIANCHE (METODO DI MARTINO)
DATI DI PROGETTO
l=
A=
65 mm/ora
912000 mq
φ1 =
0,170
ψ=
0,75
φ=
0,128
Q=
2,100 m /sec
3
=
=
91,2 ha
2099,5 l/sec
VERIFICA TRATTA FOGNARIA CON LA FORMULA DI KUTTER: NELLA TRATTA DI
MINIMA SEZIONE DIAM. 1000 mm. IN CLS, PENDENZA CIRCA 2.5% (TRATTA
PARCHEGGIO ITIS/ITC IVAN PIANA)
DATI DI PROGETTO
Ø=
1000 mm
J=
2,50 %
m=
0,35
R=
250 mm
A=
0,79 m
c=
v100% =
Q100% =
2
58,824
4,650 m/sec
3652,422 l/sec
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CALCOLO PORTATE E VELOCITA’ PER LIVELLI DI RIEMPIMENTO
% RIEMP. H [mm]
v [m/sec]
100,00
1000,0
4,650
97,50
975,0
4,836
95,00
950,0
5,069
92,50
925,0
5,162
90,00
900,0
5,208
87,50
875,0
5,255
85,00
850,0
5,301
82,50
825,0
5,301
80,00
800,0
5,301
77,50
775,0
5,255
75,00
750,0
5,255
72,50
725,0
5,208
70,00
700,0
5,208
67,50
675,0
5,162
65,00
650,0
5,115
62,50
625,0
5,022
60,00
600,0
4,976
57,50
575,0
4,883
55,00
550,0
4,836
52,50
525,0
4,743
50,00
500,0
4,650
47,50
475,0
4,511
45,00
450,0
4,418
42,50
425,0
4,511
40,00
400,0
4,232
37,50
375,0
4,046
35,00
350,0
3,906
32,50
325,0
3,767
30,00
300,0
3,627
27,50
275,0
3,488
25,00
250,0
3,348
22,50
225,0
3,116
20,00
200,0
2,883
17,50
175,0
2,651
15,00
150,0
2,418
12,50
125,0
2,139
10,00
100,0
1,860
7,50
75,0
1,535
5,00
50,0
1,209
max
Q [l/sec]
3652,422
3787,562
3926,354
3900,787
3878,872
3820,434
3761,995
3670,684
3579,374
3491,716
3404,057
3214,131
3086,297
2921,938
2757,579
2600,525
2447,123
2290,069
2136,667
1979,613
1826,211
1698,376
1570,542
1409,835
1249,128
1106,684
967,892
847,362
730,484
620,912
511,339
423,681
336,023
259,322
182,621
146,097
76,701
47,481
21,915
5,301 3926,354
Il progettista
Il Comune di Lovere
Ing. Dario Catalini
………………………………………………………
……………………………………………….
Lovere, lì ……………………………
Z:\MARIANGELA\_DATI_MARIANGELA\_ACAD\LOVERE_VALVENDRA\_PROGETTO. PDF\All. A relazione tecnica +
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