Numero 3 - l`elmetto giallo

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Numero 3 - l`elmetto giallo
L’ELMETTO GIALLO
Il periodico di informazione di ASLE-RLST
n. 3
Gli Rlst svolgono un ruolo sociale
tra i lavoratori dell’edilizia
POSTE ITALIANE SPA SPED. IN ABB. POSTALE ART. 1. COMMA 2 D.L. 24/12/03 N. 353 CONV. IN LEG. N. 46 DEL 27/02/04 - DBC MILANO
L
’Associazione per la Sicurezza dei
Lavoratori dell’Edilizia delle provincie di Milano, Lodi, Monza e Brianza
ha alle sue dipendenze 9 Rappresentanti
per la Sicurezza Territoriale (Rlst), che
sono a servizio dei lavoratori delle
imprese edili e dei datori di lavoro.
Da gennaio 2009 ad oggi sono circa 350
le lettere di richiesta pervenute dalle
imprese, regolarmente sottoscritte dai
lavoratori, per l’attivazione del servizio
Rlst presso i cantieri di loro competenza.
Ciò significa che nel settore edile il lavoro portato avanti da Asle è certamente
conosciuto.
Ogni anno, infatti, gli Rlst eseguono sui
cantieri del territorio delle provincie di
Milano, Lodi, Monza e Brianza più di 3000
visite di cantiere, per espletare i compiti
che la legge attribuisce alla figura del
Rlst, sia dal punto di vista formale, come
è ad esempio il controllo della documentazione di cantiere e la sottoscrizione del
Piano operativo di sicurezza, sia dal
punto di vista della funzione preventiva
attraverso l’informazione ai lavoratori in
materia di salute e sicurezza. Da marzo
2008, poi, è attivo il progetto Asle
“Incontri di cantiere” che si propone anzitutto la sensibilizzazione e la divulgazione della cultura della sicurezza nei cantieri, con un paziente lavoro di scambio di
informazioni utili ai lavoratori e di dialogo
con i responsabili di cantiere e i datori di
lavoro. Lo scopo principale del lavoro del
Rlst, dunque, è quello di suscitare in tutti
coloro che sono coinvolti nella vita lavorativa che gravita attorno al cantiere edile
una speciale attenzione sui temi della
salute e della sicurezza nei luoghi di
lavoro, promuovendo contestualmente
l’attuazione delle misure previste dalla
legge al riguardo. L’Rlst, perciò, provvede
ad informare i lavoratori che rappresenta, in materia di salute e sicurezza svolgendo in questo modo un ruolo di carattere più sociale che tecnico, in quanto
l’obiettivo principale del Rlst in cantiere
è quello di incontrare le persone e far
loro comprendere l’importanza della
cultura della sicurezza, che è ben presente nella legislazione italiana ma purtroppo, a volte, ancora troppo poco praticata nelle situazioni concrete.
MARIO IELAPI
Presidente ASLE-RLST
Sommario
Pag. 2
Vita da cantiere, occhio a come
si lavora per evitare il peggio
Pag. 3
Valutare i rischi per la salute
dei lavoratori spetta al datore
di lavoro
Pag. 4
Registro di controllo per le macchine
e le attrezzature da lavoro
Pag. 5
Sì alla Patente a punti per l’edilizia
Pag. 5
Passaporto formativo
per chi lavora nell’edilizia
Pag. 6
Lavoratori stranieri in edilizia
Pag. 7
Il rilancio dell’edilizia sociale
è tema di convegno
Pag. 8
Conosci il tuo Rlst di Asle
zona per zona
OTTOBRE 2009 – ANNO II - NUMERO 2. PERIODICO TRIMESTRALE A CURA DI ASLE. - AUT. TRIB. DI MILANO N. 764 DEL 30/12/2008 - DIRETTORE RESPONSABILE: LUISA ROTA.
REDAZIONE: VIA I. NEWTON, 3 – 20148 MILANO - FOTO DA ARCHIVIO ASLE. CHIUSO IN REDAZIONE IL 30/10/09. TIRATURA 60.000 COPIE. IMPAGINAZIONE E STAMPA: MULTIGRAPHIC SRL, ARCORE (MB)
Vita da cantiere, occhio a come si lavora
per evitare il peggio
Il progetto Asle “Incontri di cantiere” continua
C
’è ancora molto da fare ma i primi
risultati si possono già misurare.
Come? Valutando positivamente i
numerosi segnali che gli Rlst riscontrano
nelle migliorate relazioni con i lavoratori e
i datori di lavoro coinvolti nel progetto Asle
“Incontri di cantiere”. È infatti aumentato
il numero di contatti con le imprese che si
avvalgono del servizio di Asle e apprezzano la presenza degli Rlst in cantiere, per
l’informazione ai lavoratori.
Ventidue mesi di attività scanditi da 50
riunioni e fitti contatti informali con i
lavoratori, i datori di lavoro, gli Rspp e i
preposti. Tutto per attivare la “catena”
della sicurezza, per far comprendere
l’importanza della responsabilità individuale nella tutela della salute e della
sicurezza propria e dei propri colleghi, in
cantiere mentre si lavora.
Sì, perché la sicurezza dipende anche, e
in alcuni casi soprattutto, dai comportamenti che ognuno assume nel lavoro che
svolge, pensando, sempre, alle conseguenze che il proprio comportamento
può portare a sé e agli altri. Se è possibile eliminare il rischio compiendo corret-
tamente le operazioni previste dalle
diverse fasi lavorative, perché rischiare o
mettere a repentaglio la nostra incolumità e quella dei colleghi che lavorano
con noi? Perché c’è poco tempo e bisogna finire al più presto? È chiaro che il
gioco non vale la candela. Vale la pena
rischiare la vita o l’invalidità a causa
della fretta, per non aver prestato la
necessaria attenzione, per esempio, nel
riporre una tavola spostata momentaneamente per eseguire un lavoro e poi
mal riposta?
Ecco perché gli Rlst negli incontri con i
lavoratori in cantiere mettono a fuoco il
ruolo del singolo, l’importanza per il
lavoratore di segnalare il pericolo non
appena lo si identifica, parlandone direttamente con il proprio Rspp, il capo cantiere o il preposto. In caso di impossibilità a comunicare direttamente il rischio ai
propri superiori è sempre possibile fare
una telefonata al proprio Rlst, che si
metterà in contatto con la persona giusta
per conto dei lavoratori che rappresenta,
e farà in modo che la situazione di pericolo sia rimossa il prima possibile.
Da destra le due Rlst di Asle Rachele Morlacchi e Monica Gaspari in un incontro
di cantiere con i lavoratori della TRC presso il cantiere della COEMI costruzioni,
in via Bisceglie a Milano
RLS e RLST
rappresentano
i lavoratori
Il D.Lgs 81/08 Testo unico sulla
sicurezza nei luoghi di lavoro agli
articoli 47, 48, 49 e 50 tratta l’argomento relativo ai rappresentanti
per la sicurezza dei lavoratori
aziendali o di sito produttivo (Rls) e
territoriali (Rlst).
Gli Rlst sono previsti per le aziende
con meno di 15 dipendenti e per
tutte le aziende, anche con numero
di dipendenti superiore, dove, però,
i lavoratori non hanno scelto di
eleggere o designare il proprio rappresentante per la sicurezza.
GLI ARTICOLI DI LEGGE
IN DETTAGLIO
Art. 47 comma 1
Il rappresentante dei lavoratori per
la sicurezza è istituito a livello territoriale o di comparto, aziendale e
di sito produttivo.
Art. 47 comma 3
Nelle aziende o unità produttive
che occupano fino a 15 lavoratori il
rappresentante dei lavoratori per
la sicurezza di norma è eletto
direttamente dai lavoratori al loro
interno oppure è individuato per
più aziende nell’ambito territoriale
(art. 48 ndr)
Art. 47 comma 4
Nelle aziende o unità produttive
con più di 15 lavoratori il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è eletto o designato dai lavoratori nell’ambito delle rappresentanze sindacali in azienda.
In assenza di tali rappresentanze, il
rappresentante è eletto dai lavoratori dell’azienda al loro interno.
Art. 47 comma 8
Qualora non si proceda alle elezioni le funzioni di rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza sono
eserciate dal rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza territoriale (artt. 48 e 49 ndr).
LE PAGINE DEI LAVORATORI
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L’ELMETTO GIALLO
Valutare i rischi per la salute dei
lavoratori spetta al datore di lavoro
Il binomio “digiuno e fatica” può essere un pericolo per i lavoratori stranieri?
LA DOMANDA È LEGITTIMA
SE È VERO CHE, SECONDO
IL RAPPORTO IRES-FILLEA 2008,
NEL NOSTRO PAESE LA PRESENZA
DI LAVORATORI STRANIERI
NEL SETTORE EDILE È IN CONTINUO
AUMENTO, ARRIVANDO NELLE AREE
METROPOLITANE AL 50-60
ED ANCHE ALL’80% DELLA FORZA
LAVORO.
“È SOPRATTUTTO NELL’EDILIZIA SI LEGGE NEL RAPPORTO - CHE
SI REGISTRA UN AUMENTO
ESPONENZIALE DEI LAVORATORI
IMMIGRATI, CON UN INCREMENTO
NEGLI ULTIMI ANNI DI ISCRITTI
ALLE CASSE EDILI DEL 400%,
UN TREND TALMENTE SOSTENUTO
CHE FA IMMAGINARE TRA NON MOLTO
UN SETTORE CON MANODOPERA
PREVALENTEMENTE STRANIERA”.
SE SI CONSIDERA, POI, CHE CIRCA
IL 15% DEI LAVORATORI STRANIERI
IN EDILIZIA È DI RELIGIONE
MUSSULMANA È LECITO CHIEDERSI
SE DURANTE IL MESE DI RAMADAN
DURANTE IL QUALE I MUSULMANI
PRATICANTI DIGIUNANO DALL’ALBA
AL TRAMONTO, PER QUESTI
LAVORATORI NON SI CONFIGURI
UN RISCHIO REALE, SOPRATTUTTO
PER I LAVORI IN QUOTA
E LE MANSIONI CHE RICHIEDONO
UNA CONSIDEREVOLE FATICA FISICA.
L
’art. 27 del D.Lgs 81/08 dice a chiare lettere che uno dei compiti del
datore di lavoro è quello di valutare
tutti i rischi per la sicurezza e la salute
dei lavoratori ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi
particolari, tra cui anche quelli collegati
allo stress lavoro-correlato (oggi rinviato
al 01 agosto 2010), secondo i contenuti
dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004,
alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri paesi.
L’art. 27 si può definire norma “aperta”,
in quanto lascia in capo al datore di lavoro l’onere di analizzare l’intero ciclo produttivo e tutto ciò che di dannoso può
scaturirne per la sicurezza e la salute
dei lavoratori. Occorre, però, che tale
esame sia poi seguito dalle adeguate
Operai entrano in cantiere dopo la pausa pranzo
misure di prevenzione e protezione atte a
eliminare o ridurre i rischi rendendoli,
così, “accettabili”.
Si tratta di un compito sicuramente gravoso, e bene lo sanno i datori di lavoro di
tutte le attività, anche quelle apparentemente più semplici dove, comunque,
possono subentrare numerose variabili
di rischio che a volte nemmeno il consulente più esperto riesce a identificare e
fronteggiare.
Oggi, per affrontare il problema, ci si
basa sui dati forniti dall’esperienza, sull’analisi degli infortuni, accaduti e mancati, e su altri parametri come, ad esempio, quelli relativi al ciclo produttivo.
Possiamo quindi dire che si stanno compiendo i primi passi importanti verso una
seria attività di prevenzione. Tuttavia non
è ancora possibile affermare che la
situazione sia soddisfacente.
Il campo edile, come noto, richiede notevole impegno fisico ed i lavoratori stranieri, e tra loro anche i musulmani,
spesso svolgono solo questo genere di
attività pesanti. Proviamo a pensare a
una attività fisicamente faticosa e svolta
magari sotto il sole cocente dei mesi
estivi come sono, ad esempio, gettare
una soletta, allestire un ponteggio o fare
un trasloco e immaginiamo lo sforzo di
un atleta in occasione di un allenamento.
Le due cose non si discostano troppo: la
prima è forse meno intensa ma più prolungata. Del resto anche Sissoko, il
famoso giocatore della Juventus soprannominato “il carro armato” per la sua
potenza fisica, a settembre (2008) dichiarò che in occasione del periodo di
Ramadan non riusciva a rendere come al
solito poiché si sentiva molto stanco. Se,
dunque, risente negativamente del
digiuno un calciatore super controllato e
coccolato dallo staff medico di una ricca
squadra di serie A, figuriamoci come
deve sentirsi un lavoratore edile che è
costretto a prestare la sua opera per un
minimo di 8 e fino a 12 ore giornaliere.
LE PAGINE DEI LAVORATORI
L’ELMETTO GIALLO
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Registro di controllo per le
macchine e le attrezzature da lavoro
Lo prevede il Testo unico sulla sicurezza all’articolo 71
I
un nuovo cantiere. Per le attrezzature
soggette a deterioramenti (da agenti
atmosferici, urti ecc.) sono richiesti
interventi di controllo periodici desunti
dalle indicazioni dei fabbricanti e interventi di controllo straordinari in occasione di eventi eccezionali come il verificarsi di grandi incidenti, di riparazioni o trasformazioni dell’attrezzatura stessa.
L’allegato VII, infine, riporta che le grandi attrezzature di lavoro devono essere
sottoposte a verifiche obbligatorie da
parte dell’Istituto Superiore per la
Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro
(Ispsel) in prima battuta e dell’Asl successivamente.
A prescindere dalla conformità costruttiva che deve essere garantita dai fabbricanti, tutti gli interventi di controllo
devono essere operati da personale tecnico competente al fine di assicurare il
buon stato di conservazione e l’efficienza
delle attrezzature anche in relazione a
dispositivi di sicurezza.
Tutti gli interventi di controllo sulle macchine e i relativi risultati devono essere
riportati sul registro di controllo.
l Testo unico sulla sicurezza, D.Lgs.
81/08 all’art. 15.1 lettera Z dispone
che venga effettuata una regolare
manutenzione delle attrezzature di lavoro in conformità alle indicazioni dei produttori.
L’art. 71 comma 4, inoltre, precisa due
aspetti importanti. Per garantire la permanenza dei requisiti di sicurezza nel
tempo, tutte le attrezzature di lavoro
devono essere sottoposte a idonea manutenzione come è indicato nel libretto di
uso e manutenzione a corredo, rilasciato
dal costruttore (art.71 comma 4, a).
Inoltre, il datore di lavoro deve farsi carico
della tenuta e dell’aggiornamento del
registro di controllo (art.71 comma 4, b),
su cui riportare tutte le operazioni di
manutenzione delle attrezzature di lavoro.
Sempre all’art. 71 al successivo comma
8, con la finalità di assicurare una corretta installazione e un buon funzionamento delle attrezzature si richiede al datore
di lavoro un controllo iniziale al termine
dell’installazione e prima della messa in
esercizio dell’attrezzatura e un controllo
eccezionale dopo un nuovo montaggio in
La parola a Franco Gullo
Vice presidente del Comitato paritetico territoriale (Cpt) nazionale,
e segretario nazionale Feneal - Uil
CANTIERI PUBBLICI.
A MONZA STIPULATO ACCORDO
TRA COMUNE E PARTI SOCIALI
PER LA REGOLARITÀ
NEI CANTIERI EDILI
Segretario Gullo, cosa pensa dell’accordo stipulato tra i sindacati dell'edilizia e il Comune di Monza ?
Per correttezza verso il Comune di
Monza voglio ricordare che da tempo
dimostra attenzione e sensibilità ai
problemi sollevati dal sindacato circa la
regolarità, la salute e sicurezza dei lavoratori. Ritengo positivo l’accordo ed
auspico che possa essere condiviso da
altre stazioni appaltanti, ma la cosa
fondamentale è la sua piena attuazione.
A suo parere quali sono le strategie
che gli Enti paritetici possono mettere in campo per instaurare rapporti
virtuosi con i Comuni e le istituzioni,
al fine di vigilare sulla sicurezza e
sulla regolarità nei cantieri edili?
È fondamentale un forte impulso delle
parti sociali, ad esempio l’accordo con
il comune di Monza va in quella direzione, e poi è necessario un impegno
determinato della presidenza teso a
costruire rapporti collaborativi con i
comuni e le istituzioni, per facilitare
azioni sinergiche tra i vari soggetti
seppur nell’autonomia di funzione. A
questo riguardo il D.Lgs. 81/08 e i
CCNL offrono grandi opportunità.
In veste di vice Presidente del Cpt nazionale, ci dice secondo Lei quale dovrebbe essere il giusto rapporto tra il
Comitato paritetico e il ruolo del Rlst
per garantire gli adempimenti in ordine alla sicurezza sul lavoro ?
Il giusto rapporto tra il Comitato paritetico ed il ruolo del Rlst lo hanno determinato le parti sociali ed il
Legislatore, basti pensare che il
Comitato paritetico ha il ruolo che il
contratto gli assegna basato sulla volontà delle parti stesse, mentre il Rlst
è una figura di espressione sindacale.
Egli è, infatti, il delegato dei lavoratori
per la sicurezza territoriale con un
ruolo che gli consegna il legislatore
(Cfr. D.Lgs. 81/08 artt. 47, 48, 49, 50 a
pag. 2 ndr).I due soggetti non sono sostitutivi, ma non devono sovrapporsi,
anzi devono trovare sedi di confronto e
collaborazione per azioni virtuose.
PER LA SALUTE E LA SICUREZZA
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L’ELMETTO GIALLO
D.LGS 106/09 ACCOGLIE LE ISTANZE DEL MANIFESTO PER LA SICUREZZA
Sì alla patente a punti per l’edilizia
Commenta Franco Turri segretario nazionale Filca Cisl
IL D.LGS 106/09 DEL 5 AGOSTO
ACCOGLIE LA PATENTE A PUNTI
PER L'EDILIZIA E IL PASSAPORTO
FORMATIVO DEI LAVORATORI, PROPOSTI
A MAGGIO DA FENEAL-UIL, FILCA-CISL
E FILLEA-CGIL AGLI STATI GENERALI
DELL’EDILIZIA. LA PATENTE A PUNTI
È ISTITUITA PER LE IMPRESE
E I LAVORATORI DEL SETTORE EDILE.
IL SUO FUNZIONAMENTO E LE REGOLE
DEL GIOCO SARANNO STABILITE
IN UN SUCCESSIVO DECRETO
DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.
IN LINEA DI PRINCIPIO LA PATENTE
AVRÀ LO SCOPO DI LASCIARE
AI MARGINI DEL MERCATO LE AZIENDE
MENO ATTENTE ALLA PROBLEMATICA
DELLA SICUREZZA E PREMIARE INVECE
QUELLE MENO SANZIONATE
E CHE INVESTONO MAGGIORMENTE
PER LA PREVENZIONE E LA TUTELA
DELLA SALUTE DEI PROPRI
LAVORATORI. AD OGNI SANZIONE
RICEVUTA A SEGUITO DI ACCERTATA
VIOLAZIONE DELLA LEGGE SARANNO
DECURTATI DEI PUNTI DALLA PATENTE.
L'AZZERAMENTO DEI PUNTI DALLA
PATENTE COMPORTERÀ L'IMPOSSIBILITÀ DI OPERARE NEL SETTORE
DELL'EDILIZIA, MENTRE LE AZIENDE
VIRTUOSE SARANNO PREMIATE CON
L'ACCESSO A FINANZIAMENTI
PUBBLICI E CON UNA CORSIA PREFERENZIALE IN CASO DI PARTECIPAZIONE
A GARE DI APPALTO PUBBLICHE.
G
rande soddisfazione per l’esito positivo ottenuto con la pubblicazione
del D.Lgs 106/2009 del 5 agosto
2009, che contempla tra le novità l’introduzione della Patente a punti per le
imprese del settore edile e il Libretto formativo del lavoratore. Per quanto riguarda la patente a punti si tratta di un provvedimento premiale, che fornisce al settore
uno strumento in più per far fronte al problema della sicurezza sui cantieri e ridurre, così, il rischio per i lavoratori. Come ho
già avuto modo di affermare il problema
della sicurezza nei cantieri edili è un fatto
soprattutto organizzativo e l’introduzione
della patente a punti è buona cosa, perché
favorisce l’affermazione delle aziende virtuose che investono in prevenzione e sicurezza. Certo, ciò non è sufficiente ad arginare il fenomeno, ma rappresenta un
importante passo avanti soprattutto se
unito alle 16 ore obbligatorie di formazione previste dal CCNL e inserite nel
Libretto formativo del lavoratore. Nel
Protocollo d’intesa del 5 marzo 2009 e nel
Manifesto per la sicurezza nei luoghi di
lavoro presentato a Roma l’11 giugno
2009, nonché nelle proposte che FeNeal,
Filca e Fillea hanno fatto nei mesi scorsi
alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro si parla
anche di maggiore qualificazione della
formazione per Rls e Rlst, dell’introduzione delle figure di Rls e Rlst di sito produttivo (già prevista dal D.Lgs 81/08 all’art. 47
a pag. 2 ndr.) e dell’introduzione del concetto di offerta economicamente più van-
taggiosa tra i parametri di assegnazione
degli appalti, per superare il concetto del
massimo ribasso, che favorisce il taglio
dei costi sulla sicurezza. Si tratta di proposte sulle quali è opportuno dialogare e
riflettere se si vuole seriamente affrontare il problema della sicurezza nei luoghi di
lavoro, e che dovranno essere sempre
riproposte nella dialettica tra le parti
sociali a tutti i livelli di contrattazione:
nazionale, territoriale e aziendale.
ROMA.
Rlst a convegno
Rls e Rlst dell’Edilizia riuniti da
FeNeal, Filca e Fillea l’11 giugno 2009
Passaporto formativo per chi lavora nell'edilizia
Stralcio di un articolo pubblicato su www.puntosicuro.it il 02/10/2009
Un corso di formazione obbligatorio di 16
ore e un libretto formativo: una sorta di
"passaporto" che certifica il profilo professionale per tutti i nuovi lavoratori edili.
Sono queste le iniziative presentate a
Roma, in occasione dell'apertura delle
giornate per la formazione nell'edilizia organizzate da INAIL, Formedil (l'Ente nazionale per la formazione e l'Addestramento
professionale nell'Edilizia), Ministero del
Lavoro e Conferenza Stato-Regioni.
Entrambe le iniziative fanno parte delle
strategie previste dal contratto nazionale
del settore. Tutti gli operai che, per la pri-
ma volta, mettono piede in un cantiere saranno obbligati a frequentare un corso di
preparazione di 16 ore. L'obiettivo primario è quello di ridurre la possibilità di infortuni. Dopo i primi otto mesi di sperimentazione hanno già frequentato i corsi oltre
15mila allievi, appartenenti a circa 13mila
aziende. Le 16 ore saranno legate al
Libretto formativo del lavoratore, già previsto dalla legge Biagi e che viene rilanciato dal recente decreto legislativo 106 pubblicato lo scorso 5 agosto. Alla base del libretto vi è la creazione di una banca dati
dove sono inseriti tutti i lavoratori con le
loro rispettive competenze. Con la banca
dati verrà garantito da parte di tutte le
scuole, entro la fine del 2009, il censimento delle competenze di ogni singolo lavoratore sulla base di un repertorio nazionale
condiviso. Il Libretto sarà rilasciato dalla
scuola edile nell'ambito della prima occasione formativa come stampa automatica
della posizione dell'utente risultante dalla
banca dati e sarà in continua evoluzione .
La responsabilità di aggiornamento è della scuola, che di volta in volta lo rilascia al
lavoratore, il quale deve provvedere a sostituirlo al vecchio.
PER LA SALUTE E LA SICUREZZA
L’ELMETTO GIALLO
5
Lavoratori stranieri in edilizia
Il punto di Walter Schiavella
Intervista al segretario generale nazionale Fillea Cgil
P
er il rapporto Ires/Fillea 2008 la
presenza di lavoratori stranieri in
edilizia è in continuo aumento,
sino ad arrivare in alcuni casi, aree
metropolitane, all’80% della forza di
lavoro. Dal suo osservatorio conferma
la tendenza in atto anche per il 2009?
Dal 2000 al 2008 il numero di lavoratori
migranti iscritti nelle Casse Edili è
aumentato di 7 volte. Un trend di crescita che prosegue anche per il 2009. La
loro presenza varia a seconda dei territori, in alcuni abbiamo raggiunto il 70% di
migranti tra i nuovi iscritti, in particolare
nel Nord Est, nel Lazio siamo al 50%, al
Sud percentuali minori ma sempre in
aumento.
Un aspetto importante, invece, è dato
dalle qualifiche: tra gli operai comuni 30
lavoratori su 100 sono migranti mentre
per gli operai di IV livello il numero scende enormemente, 4 su 100. Crescono poi
del 68% i contratti di apprendistato per i
lavoratori stranieri.
Due dati che dicono con chiarezza quale
sia il vantaggio per le imprese edili italiane: avere manodopera straniera - ovvero
lavoratori più ricattabili e ricattati, possibilmente anche non sindacalizzati significa risparmiare sui costi del lavoro.
E chi ritiene che il lavoro sia un costo,
molto spesso considera un costo anche
la sicurezza.
I dati Inail dicono che gli infortuni nel
2008 sono diminuiti, ma colpiscono di
più i lavoratori stranieri. È vero?
L'Inail conferma che a fronte di una tendenza alla diminuzione di infortuni, cresce la percentuale di incidenti che coinvolgono i migranti. Solo nell'edilizia nel
2008 gli infortuni sono stati 90mila, quasi
il 14% i migranti, percentuale che sale a
poco meno del 25% per gli infortuni mortali.
A conferma di quanto dicevo prima sulla
tendenza delle aziende a tagliare i costi
del lavoro e della sicurezza, il rischio
maggiore di infortuni è nelle microimprese, in particolare quelle che lavorano
nei cantieri in subappalto.
E qui, tocco un altro aspetto, quello che
considero la madre dell'infortunio sul
lavoro nell'edilizia, il massimo ribasso,
ovvero quel sistema distorto che impone
nelle gare un criterio basato sul rispar-
mio. E quando si deve risparmiare, si
taglia sui materiali (le case che cadono
come fossero carte da gioco all'Aquila ne
sono una dimostrazione tragica), sul
personale (il lavoro nero, il lavoro grigio,
gli straordinari fuori busta, l'orario di
lavoro non rispettato, i ritmi di produzione incessanti), sulla sicurezza (non solo
per le protezioni individuali e per quelle
di cantiere, ma anche sulla formazione).
Ecco, se si vuole fare qualcosa è da qui
che bisogna partire, dal superamento
delle gare al massimo ribasso.
Per concludere su questo aspetto, voglio
ricordare che per i migranti le statistiche
sull'andamento infortunistico sono
ancora relative. Questo perché una fetta
consistente di lavoro è in nero, ciò significa che numerosi incidenti sul lavoro
non vengono denunciati, e sempre più
spesso - ce lo segnalano in molti territori - il datore di lavoro, nella migliore
delle ipotesi, "indennizza" direttamente
il lavoratore con una manciata di euro,
quando non lo abbandona negandogli il
lavoro. Accade anche, come le cronache
ci raccontano, che davanti a un pronto
soccorso si trovi un migrante morto o
che, come è accaduto pochi mesi fa in
Sicilia, lo si butti per strada facendolo
credere vittima di un pirata della strada.
La situazione per i migranti nei nostri
cantieri è disumana, e non si fa nulla per
intervenire, a cominciare dalle ispezioni,
drammaticamente ridotte per il 2009.
Che tipo di mansioni svolgono gli stranieri in edilizia?
A questa domanda, in parte ho già risposto. La gran parte dei lavoratori migranti
vengono inquadrati al livello più basso e lì
restano, svolgendo sempre mansioni
superiori a quelle dichiarate e con possibilità di carriera molto ridotte rispetto ai
colleghi di nazionalità italiana Abbiamo
già detto del lavoro nero, ma un altro
aspetto inquietante è rappresentato da
nuove forme contrattuali che, soprattutto
in questo periodo di crisi, si stanno diffondendo. Una di queste è la partita Iva. È di
questi giorni una denuncia che come
Fillea abbiamo fatto a La Spezia, dove
sempre più spesso troviamo lavoratori
disperati che vengono obbligati dai loro
datori di lavoro a diventare impresa individuale per poter portare a casa mille euro.
Quali sono le misure messe in campo
per contrastare il fenomeno?
Il contrasto al lavoro nero e dell’illegalità, anzitutto, che significa un impegno
straordinario, in termini di risorse e personale, nei controlli da parte degli ispettori del lavoro e delle Asl.
Fino a quando una ditta ha la certezza di
rischiare un controllo in media ogni
20/30 anni, l'atteggiamento sarà sempre
quello di tentare di eludere le regole.
Una cultura delle regole e della legalità,
dunque. Dobbiamo finirla con il paese
dei furbetti ma affermare i valori sani
della qualità del lavoro e del produrre,
così come molte imprese tentano di praticare. E a proposito delle imprese sane,
occorre sostenerle affinchè si affermino
nel mercato italiano e sconfiggano l'impresa illegale. Per fare questo c'è bisogno di uno stato che con autorevolezza
imponga regole. Il contrario di quello che
oggi sta accadendo, purtroppo.
PER LA SALUTE E LA SICUREZZA
6
L’ELMETTO GIALLO
Il rilancio dell’edilizia sociale
è tema di convegno
Risposta ai bisogni della popolazione e strumento di sviluppo per la città
AFFRONTATO DAGLI STATI GENERALI
DELL’EDILIZIA SVOLTISI A ROMA
IN MAGGIO, IL PIANO D’INTERVENTI
PER L’EDILIZIA SOCIALE ED
ECONOMICO RESIDENZIALE È STATO
OGGETTO DI APPROFONDIMENTO
ANCHE NEL CONVEGNO DAL TITOLO
“UNA POLITICA ABITATIVA PER USCIRE
DALLA CRISI”, ORGANIZZATO
IL 7 MAGGIO 2009 A MILANO DA UIL
MILANO E LOMBARDIA E DA FENEAL
UIL MILANO.
Di seguito riportiamo alcuni stralci
tratti dalla relazione di sintesi
del convegno UIL.
O
ggi lo stock di abitazioni di edilizia
residenziale pubblica disponibili è
nettamente inferiore sia alla
domanda espressa che a quella potenziale. Con il Decreto del dicembre 2007 sul
programma straordinario di edilizia residenziale pubblica e poi l'art. 11 del
Decreto Tremonti del luglio 2008, Piano
Casa (firmato dal Presidente del Consiglio
il 21 luglio 2009 ndr.), il problema della
casa è tornato d’attualità per il governo
con attenzione soprattutto all’edilizia sovvenzionata. Il 16 luglio 2009 la Regione
Lombardia ha approvato la Legge regionale n. 13 (ndr.), che contiene un consistente
pacchetto di finanziamenti e di interventi
differenziati per l'edilizia residenziale
pubblica ed il sostegno agli affitti.
La crisi dell’edilizia sociale
Oggi l’emergenza sta nell’edilizia residenziale pubblica e nell’edilizia economica. La domanda di abitazione, negli
ultimi anni, è profondamente mutata.
Innanzitutto vi è la domanda degli immigrati che, in Lombardia, assorbe il 46%
delle domande di FSA ed il 39% di quelle
per l’ERP.
La struttura delle famiglie è cambiata, si
è verificato un fenomeno di aumento
delle famiglie durato a lungo anche in
situazione di stasi demografica e che ha
molto sostenuto l’edilizia.
Oggi le famiglie sono formate da pochi
componenti: in Lombardia nel 1971 la
media delle famiglie contava più di 3
componenti, nel 2001 è scesa a 2,5 componenti, nel 2003 a 2,3 componenti. Le
famiglie composte da una sola persona
sono il 27% del totale, quelle composte
da 2 persone il 30%.
La domanda espressa da queste micro
famiglie è diversa da quella tradizionale
dell’ERP, cui invece si avvicina di più
quella degli immigrati.
A tutti questi bisogni il patrimonio attuale di ERP fa fronte per il 58% della
domanda complessiva ed il 70% di quella relativa alle richieste presentate.
Nuove fasce di popolazione sono entrate
nell’area del bisogno, si è allargata l’area
delle famiglie troppo ricche per beneficiare dell’edilizia residenziale pubblica
ma troppo povere per acquistare una
casa al libero mercato.
E questo fenomeno investe anche nuovi
ceti sociali. Anche i ceti ad alto livello d’istruzione sono ormai in parte sconfinati
nell’ area del bisogno.
Non si tratta solo di studenti fuori sede,
giustamente compresi nelle categorie
destinatarie dell’edilizia sociale, ma di
giovani laureati, ricercatori universitari
all’inizio della loro carriera, giovani coppie di laureati.
Si tratta però di ceti sociali strategici per
lo sviluppo futuro e la capacità d’innovazione delle città.
Soprattutto per Milano questa situazione
pone serie preoccupazioni per il futuro.
La città, che è sempre stata anche luogo
di immigrazione intellettuale oltre che di
lavoro, ora può paventare la scarsità
delle risorse umane più preziose per
costituire la sua futura classe dirigente.
Edilizia sociale come strumento
per lo sviluppo
Questa situazione complessa fa emergere la portata strategica del problema
della casa ed il significato della trasformazione che è avvenuta.
Dare case a costi affrontabili sia di edilizia pubblica, che non, non è più semplice
risposta ad una domanda già manifestata, ma strumento per costruire il futuro
di una città.
Oggi le amministrazioni sono maggiormente impegnate in modo diretto nel
futuro della città; devono saper richiamare attività e popolazione, hanno, più di
prima, l’onere della scelta tra le possibili strategie.
Di tutto questo la politica della casa è
divenuta strumento fondamentale, al
pari della politica dei trasporti.
In breve, oggi l’edilizia sociale non serve
solo a recuperare fabbisogni arretrati,
ma anche a disegnare la nuova città,
inserendovi i necessari elementi di trasformazione strutturale.
NON SOLO ASLE
L’ELMETTO GIALLO
7
Conosci il tuo Rlst di Asle zona per zona
L’elenco dei nominativi con le informazioni utili
TERRITORIO 1
TERRITORIO 5
Gaspari Monica
Samà Francesco
335.5823479
[email protected]
335.5823476
[email protected]
COMUNI: Abbiategrasso, Arconate, Azzero, Bernate Ticino, Besate,
Bubbiano, Boffalora Sopra Ticino, Buscate, Busto Garolfo, Calvignano,
Casorezzo, Cassinetta di Lugagnano, Cuggiono, Dairago, Inveruno,
Magenta, Magnago, Marcallo con Casone, Mesero, Morimondo, Motta
Visconti, Nosate, Ossona, Robecchetto con Induno, Rebecco Sul
Naviglio, Rosate, Santo Stefano Ticino, Turbigo, Vanzaghello, Vernate,
Villa Cortese.
COMUNI: Agrate Brianza, Aicurzio, Basiano, Bellinzago Lombardo,
Bellusco, Bernareggio, Burago di Molgora, Busnago, Bussero,
Cambiago, Caponago, Carugate, Cassano d’Adda, Cassina De’ Pecchi,
Cavenago di Brianza, Cornate d’Adda, Gessate, Gorgonzola, Grezzago,
Inzago, Masate, Mezzago, Ornago, Pessano con Bornago, Pozzo
d’Adda, Pozzuolo Martesana, Roncello, Ronco Briantino, Trezzano
Rosa, Trezzo sull’Adda, Vaprio d’Adda.
MILANO: zona 6
TERRITORIO 6
TERRITORIO 2
Morlacchi Rachele
335.5823477
[email protected]
COMUNI: Albairate, Arluno, Bareggio, Binasco, Canegrate, Casarile,
Castano Primo, Cerro Maggiore, Cesano Boscone, Cisliano, Corbetta,
Corsico, Cusago, Gaggiano, Gudo Visconti, Legnano, Nerviano, Noviglio,
Parabiago, Pogliano Milanese, Pregnana Milanese, Rescaldina, San
Giorgio su Legnano, san Vittore Olona, Sedriano, Trezzano sul Naviglio,
Vanzago, Vermezzo, Vittuone, Zelo Surrigone, Zibido San Giacomo.
MILANO: zona 7
TERRITORIO 3
Alagna Antonino
335.5823475
[email protected]
Brambilla Vittorio
346.7481817
[email protected]
COMUNI: Vimodrone, Cernusco Sul Naviglio, Pioltello, Segrate,
Cologno Monzese, Sesto San Giovanni, Brugherio.
MILANO: zone 1, 2, 3
TERRITORIO 7
Marengo Giuseppe
335.5971603
[email protected]
COMUNI: Colturano, Dresano, Liscate, Mediglia, Melegnano, Melzo,
Pantigliate, Paullo, Peschiera Borromeo, Rodano, San Donato
Milanese, San Giuliano Milanese, Settala, Tribiano, Truccazzano,
Vignate, Vizzolo Predabissi.
MILANO: zona 4
COMUNI: Arese, Baranzate, Bollate, Bovisio Mascago, Bresso, Ceriano
Laghetto, Cesano Maderno, Cesate, Cinisello Balsamo, Cormano,
Cornaredo, Cusano Milanino, Desio, Garbagnate Milanese, Lainate,
Limbiate, Muggiò, Nova Milanese, Novate Milanese, Paderno
Dugnano, Pero, Rho, Senago, Settimo Milanese, Solaro, Varedo.
MILANO: zone 8 e 9
TERRITORIO 4
Voch Luca
335.5823474
[email protected]
COMUNI: Albiate, Arcore, Barlassina, Besana Brianza, Biassono,
Briosco, Camparada, Carate Brianza, Carnate, Concorezzo,
Corezzana, Cogliate, Giussano, Lentate sul Seveso, Lesmo, Lissone,
Macherio, Mazzate, Meda, Misinto, Renate, Seregno, Seveso, Sovico,
Sulbiate, Triuggio, Usmate Velate, Vedano al Lambro, Veduggio con
Colzano, Verano Brianza, Villasante, Vimercate.
MONZA
02.48707068
NUOVO NUMERO DI FAX
Per saperne di più sui servizi offerti dall’associazione
visita il sito www.asle.it
I 9 Rlst per i lavoratori delle imprese edili sono a
disposizione gratuitamente.
Scarica i moduli e le istruzioni per la richiesta nella
sezione modulistica.
TERRITORIO 8
Damato Raffaele
348.4580639
[email protected]
COMUNI: Boffalora d’Adda, Borgo San Giovanni, Casaletto Lodigiano,
Casalmaiocco, Caselle Lurani, Castiraga Vidardo, Cervignano d’Adda,
Comazzo, Galgagnano, Lodi Vecchio, Marudo, Merlino, Montanaso
Lombardo, Mulazzano, Salerano sul Lambro, Sant’Angelo Lodigiano,
Sordio, Tavazzano con Villavesco, Valera Fratta, Zelo Buon Persico,
Buccinasco, Cerro al Lambro, Basiglio, Carpiano, Lacchiarella,
Locate di Triulzi, Opera, Pieve Emanuele, Rozzano, S. Zenone al
Lambro, Assago.
MILANO: zona 5
TERRITORIO 9
Radu Catalin
346.0027989
[email protected]
COMUNI: Abbadia Cerreto, Bertonico, Borghetto Lodigiano, Brembio,
Camairago, Casalpusterlengo, Caselle Landi, Castelnuovo Bocca
d’Adda, Castiglione d’Adda, Cavacurta, Cavenago d’Adda, Codogno,
Cornegliano Laudese, Corno Giovine, Cornovecchio, Corte Palasio,
Crespiatica, Fombio, Graffignana, Guardamiglio, Livraga,
Maccastorna, Mairago, Maleo, Massalengo, Meleti, Orio Litta,
Ospedaletto Lodigiano, Ossago Lodigiano, Pieve Fissiraga, S.
Colombano al Lambro, San Fiorano, San Martino in Strada, San Rocco
al Porto, Secugnago, Senna Lodigiana, Somaglia, Terranova dei
Passerini, Turano Lodigiano, Villanova del Sillaro.
LODI
Hanno collaborato a questo numero: Giuseppe Bonelli, Franco Gullo, Monica Gaspari, Mario Ielapi, Luca Voch, Franco Turri,
Walter Schiavella . Editing a cura di Luisa Rota
Editing e testi a cura di Luisa Rota
L’ALTRA
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