Carissimi amici consiglieri, Grazie per la fiducia accordatami avendo
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Carissimi amici consiglieri, Grazie per la fiducia accordatami avendo
Carissimi amici consiglieri, Grazie per la fiducia accordatami avendo voluto eleggermi Presidente di questo Ordine Provinciale. Sono da una parte commosso e dall’altra inquieto per la responsabilità che comporta nell’accettare questo incarico, per la prima volta nella storia di quest'Ordine, affidato ad un medico di medicina generale. Mi conforta la fiducia che riponete nella mia persona e la stima, che ricambio ad ognuno di voi. Il vostro sostegno e sopratutto quello di tanti colleghi, che con il loro voto hanno permesso a questo Consiglio di insediarsi, serviranno a darmi la carica per avviare tutte quelle iniziative previste dal nostro programma, inaugurando così una nuova stagione per la professione medica in provincia di Bari. Vorrei dedicare la nostra vittoria elettorale al dott. Roberto Surgo, medico di famiglia, deceduto qualche settimana fa mentre svolgeva la sua professione nel suo ambulatorio. Era un medico semplice, sempre disponibile verso i malati. La sua porta era sempre aperta e tutto il suo tempo era dedicato alla cura dei pazienti. Sono tante le testimonianze dei cittadini, con lettere ai giornali, alle istituzioni, che in questi giorni ricordano la sua figura; orfani di un fratello, a cui vorrebbero che il Comune intitolasse, per riconoscenza, una strada della nostra Città. Una testimonianza toccante e straordinaria, così come è straordinario il silenzioso lavoro nelle corsie degli ospedali o negli ambulatori sparsi sul nostro territorio di tantissimi medici che quotidianamente esercitano questa professione con dedizione al malato, senza alcuna distinzione di ceto o condizione sociale, razza o religione. Sono i valori del Codice Deontologico, sono i nostri valori! Valori laici, condivisi in larga parte anche dai credenti, che ispirano da oltre duemilaquattrocento anni il comportamento del medico nei confronti del malato e suggeriscono le regole perché il rapporto tra colleghi sia ispirato al reciproco rispetto. L’attività di questo Consiglio, dunque, inizi di qui: dalla riscoperta del codice deontologico, guida della nostra attività! Nel Codice sono contenute tutte le tematiche di interesse ordinistico. Al Codice bisogna guardare per esercitare l’azione disciplinare che interessa le due commissioni, quella dei medici e quella degli odontoiatri. Non è retorica se invito tutti noi a leggere e a tener fortemente presente il Codice Deontologico, all’inizio di questo mandato. Scopriremo un autentico tesoro di informazioni e di riferimenti, indispensabile per esercitare a pieno il nostro mandato. In questo momento così solenne, quale l’insediamento del nuovo Consiglio Direttivo dell’Ordine, non possiamo non tener presente i colleghi maggiormente svantaggiati come i precari ospedalieri, ai quali è stato ipotecato il futuro; i giovani medici spesso costretti ad esercitare in condizioni di grave disagio con contratti a convenzione spesso ai limiti della legalità, meno tutelati nei confronti di malattie, infortuni e gravi invalidità, a volte con retribuzioni talmente ridotte da considerarsi inaccettabili; i precari del 118 utilizzati per far funzionare una parte del sistema, essenziale per garantire il diritto alla salute, e poi ignorati quando chiedono di veder riconosciuto la loro aspettativa alla stabilizzazione. Siamo alla vigilia di importanti provvedimenti che interesseranno la nostra professione. L’avvio di provvedimenti sulla “liberalizzazione delle professioni” ci coinvolgeranno in pieno e saremo chiamati a dare il nostro contributo in un momento storico di cambiamento della società. A tale riguardo alcune considerazioni sono necessarie. L’Ordine è visto dai cittadini, e dalla “politica”, come un organo che tutela una categoria, una casta, pronto a proteggere i propri iscritti! Se così fosse la proposta di abolizione sarebbe giustificata. Sarebbero sufficienti le libere organizzazioni di categoria per rappresentare e difendere gli interessi professionali dei propri iscritti. Va riscoperta, invece, la vera funzione degli Ordine: organi ausiliari dello Stato che hanno il compito di certificare e tutelare la qualità della professione. Oggi questo avviene da un punto di vista burocratico attraverso il controllo e la verifica dei titoli di laurea o di specializzazione. Ben poco si è fatto, invece, sul versante della programmazione dei futuri medici e degli specialisti in ragione del reale fabbisogno regionale. La gobba pensionistica, che prevede il pensionamento di un numero considerevole di medici dipendenti e convenzionati, determinerà carenze di medici che cominciano ad essere evidenti sin da oggi, dimostrando che senza un efficiente sistema di programmazione le conseguenze sul sistema sanitario sono disastrose. Ancor più grave è l’assenza di un sistema di valutazione della qualità della formazione dei medici sia per quanto attiene il percorso universitario che quello relativo alla formazione continua. Il corso di formazione specifica in medicina generale deve essere completamente riformato e trasformato in scuola regionale di formazione, introducendo indicatori sulla qualità della formazione erogata. Così come è anacronistico l’assenza nell’Università di un dipartimento di medicina generale che dia allo studente le necessarie competenze relative alla medicina generale. La qualità della professione non può essere disgiunta da un rapporto diretto con i cittadini. L’Ordine deve quindi aprirsi alla partecipazione ed al confronto con le organizzazione dei cittadini ed in particolare con quelle che rappresentano gruppi di malati. Questa integrazione costituisce uno snodo importante per riacquistare quel peso specifico nella società che questa istituzione sembra negli anni aver perduto. Costruire un’alleanza con i cittadini, garantire loro trasparenza e completezza di informazioni è la strada per ridurre il contenzioso con i medici! Uno sportello gestirà questi aspetti, favorendo l’informazione e l’eventuale ricorso alla conciliazione. Strategico è per questo Consiglio il rapporto con gli Enti Locali. Stili di vita e riorganizzazione delle città sono modalità innovative per consentire alla medicina di incidere ancor più efficacemente sulla tutela della salute dei cittadini. I fiduciari avranno in questo settore un ruolo fondamentale. Per la realizzazione di quello che sarà il documento programmatico di questo triennio che il Consiglio Direttivo si accinge ad approvare è necessario dotarsi di strumenti operativi. Innanzitutto le commissioni! Queste rappresentano uno strumento di partecipazione dei colleghi alla vita ordinistica e di elaborazione di proposte per il raggiungimento degli obiettivi programmatici. La comunicazione: notiziario e sito web devono integrarsi con la nuova strategia di comunicazione tesa a rilanciare la buona medicina oltre ad una costante presenza sui media su tutti i problemi che riguardano la professione medica, anche attraverso l’istituzione di un ufficio stampa. La riorganizzazione degli uffici per consentire al personale di poter svolgere al meglio il proprio compito e consentire di raggiungere gli obiettivi programmatici definiti dal Consiglio Direttivo. Un maggior utilizzo della sede, anche attraverso una revisione e rimodulazione dei locali, al fine di renderla più versatile alle varie esigenze legate all’attuazione delle linee programmatiche. “L'esercizio della medicina è fondato sulla libertà e sull'indipendenza della professione che costituiscono diritto inalienabile del medico”. Così inizia l’articolo 4 del Codice Deontologico a cui si è ispirata la lista “Uniti per l’Autonomia e il Rinnovamento”. Credo che non vi sia augurio migliore per tutti noi, se non quello di poter custodire gelosamente la libertà e l’autonomia che abbiamo pubblicamente dichiarato nei giorni scorsi e che ci ha distinto nel corso della competizione elettorale. La nostra libertà sarà la forza di questo Consiglio! Auguri!