Venezia 2012

Transcript

Venezia 2012
FILMDOC
NUMERO
99
Anno XXI • settembre | ottobre 2012
TARIFFA REGIME LIBERO: “POSTE ITALIANE S.P.A.• SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - DCB GENOVA”
DISTRIBUZIONE REGIONALE GRATUITA
PERIODICO DI INFORMAZIONE CINEMATOGRAFICA
Venezia 2012
03
Nel segno
dei maestri
04
05
11
Reality
Intervista a
Toni Servillo
Cinema &Scuole
2012-13
IN QUESTO NUMERO
PERIODICO DI INFORMAZIONE CINEMATOGRAFICA
NUOVA SERIE • ANNO XXI • N° 99
SETTEMBRE OTTOBRE 2012
REDAZIONE
c/o A.G.I.S. LIGURIA
via S.Zita 1/1
16129 Genova
tel. 010 565073 - 542266
fax 010 5452658
www.agisliguria.it
e-mail: [email protected]
DIRETTORE RESPONSABILE
Renato Venturelli
COORDINAMENTO EDITORIALE
Daniele Biello
Vittorio Di Cerbo
Gianfranco Ricci
Riccardo Speciale
Coordinamento redazionale
Giancarlo Giraud
Registrazione stampa
N. 30/93 (1/10/1993)
del Tribunale di Genova
Progetto grafico, ricerca immagini
e impaginazione
B&G Comunicazione
via Colombo 15/2 - 16121 Genova
[email protected]
Stampa
Ditta Giuseppe Lang srl
Via Romairone, 66 - 16163 Genova
(Bolzaneto)
Questa pubblicazione, ideata nel quadro della
collaborazione tra Regione Liguria - Settore
Spettacolo e la Delegazione Regionale Ligure
dell’AGIS, contiene i programmi delle sale del
Circuito Ligure Cinema d’Essai e viene distribuita gratuitamente, oltre che in dette sale,
anche nei circoli culturali e in altri luoghi d’incontro e di spettacolo
© A.G.I.S. Liguria - Regione Liguria
I cinema del Circuito Ligure Cinema
d’Essai aderiscono a:
≤
FILMDOC
Per salvare Filmdoc
IL NUMERO DI FILMDOC CHE STATE SFOGLIANDO POTREBBE ESSERE L'ULTIMO.
Dopo vent'anni di pubblicazione, e alle soglie del numero 100, la rivista si trova infatti in un
momento di grave difficoltà economica, dovuta alla mancanza del contributo dell'Assessorato
alla Cultura della Regione Liguria, che ne aveva permesso la nascita e che in tutti questi anni
l'aveva sostenuta.
Per tale motivo, questo numero 99 esce in edizione ridotta, a 16 pagine e in sole 5000 copie.
Tutti vi hanno lavorato a titolo assolutamente gratuito, dalla redazione ai grafici ai collaboratori, mentre i costi vivi di stampa sono stati sostenuti direttamente dalle sale in cui Filmdoc
viene distribuito. Una mobilitazione per impedire che la rivista si interrompa, proprio nel momento in cui la sua diffusione sta incontrando un grande consenso tra spettatori e addetti ai
lavori di tutta Italia.
Nato come forma di sostegno all'attività dei cinéclub, Filmdoc non si è limitato in tutti questi
anni a pubblicare i programmi delle sale, ma è diventato una vera e propria rivista per discutere del cinema che si sta facendo, ha lanciato molti giovani che adesso lavorano stabilmente
nella professione giornalistica, ha assunto una dimensione sempre più nazionale (in questi ultimi mesi, tra l’altro, Bruno Fornara è diventato selezionatore della Mostra di Venezia, Giona
A.Nazzaro del festival di Roma, Roberto Pisoni direttore di Sky Arte, e così via) ma al tempo
stesso ha continuato numero dopo numero ad approfondire la storia e l'attualità del cinema
in Liguria.
In questi vent'anni, Filmdoc non è mai stata una rivista di semplice promozione dei film,
come altre che già esistono in Italia, ma un luogo di discussione, di informazione e di riflessione: una rivista di cultura cinematografica, insomma. L'unica esistente in Liguria.
Il rischio, adesso, è che dal prossimo mese non troviate più Filmdoc nei cinema che frequentate. Nella migliore delle ipotesi proseguirebbe le sue pubblicazioni in rete, concentrandosi
sul sito internet già esistente (www.filmdoc.it), ma abbandonando l’indispensabile rapporto
diretto con gli spettatori nelle sale.
Se volete ancora trovare Filmdoc nei vostri cinema, fatevi vivi: basta inviare una mail all'indirizzo dell'editore [email protected] . Per evitare che un altro pezzetto di cultura ligure vada distrutto.
La redazione di Filmdoc
F.I.C.
F.E.D.I.C.
C.G.S.
A.N.C.C.I.
La rivista è anche visibile on-line
sul nuovo sito www.filmdoc.it .
Ogni numero è anche scaricabile
in formato pdf.
03> Nel segno dei maestri
Intervista a Spike Lee
04> Nuovo cinema Reality
06
07
05> Intervista a Toni Servillo
06 - 07> Le recensioni doc FilmDoc ragazzi
08>
Colonne sonore Cinema e cucina
08
09
09> La posta Doc Forza Italia
10> Festival di Cannes Festival di Bologna
09
10
11> Cinema per le scuole Occhio ai film doc
12-15> Programmi sale d’essai
www.filmdoc.it
≥
In copertina
Marco Bellocchio ha partecipato a Venezia
con Bella Addormentata
10
Leggi la rivista, guarda i programmi e commenta gli articoli sul nuovo sito on line
FESTIVAL DOC
≥
69 Edizione della Mostra d’Arte Cinematografica la Biennale di Venezia 2012
Nel segno dei maestri
Anderson, Bellocchio e Malick riaffermano il primato
dell’immagine. Ma a vincere è Pietà di Kim Ki-duk
PIETÀ
di Kim Ki Duc
Kim Ki Duc
A
LLA FINE L’HA SPUNTATA IL “COREANO”, con buona pace degli sciovinisti
nostrani dell’ultima ora. Pietà, il cupo
dramma anti-capitalista del redivivo Kim Kiduk, ha accontentato tutti, dalla critica al pubblico in Sala Grande, compattando la giuria
guidata dal bizzoso Michael Mann. Un verdetto
piuttosto prevedibile, che ha fatto però inviperire chi avrebbe voluto sul gradino più alto
l’eterno enfant prodige Olivier Assayas - suo
l’applaudito bildungsroman post-sessantottino
Après Mai - o Bella addormentata di Marco Bellocchio.
La lotta, perciò, era tra grandi nomi. Se qualcosa
si può rimproverare a Venezia 69, è forse proprio il non aver portato alla ribalta nuove personalità registiche, rimaste quasi tutte
inchiodate sulla carta insieme alle rispettive
bandierine nazionali. Sono mancati i Fedorchenko, i Larraìn o i Lanthimos di turno, e a
farla da padroni, oltre a Kim Ki-duk, è toccato a
cineasti già affermati, penalizzati sì dal confronto col recente passato, ma comunque capaci
di assicurare un buon livello medio al primo
atto del Barbera bis. Poche sorprese, dunque:
qualche bluff (La cinquième saison di Brosens e
Woodworth, Spring Breakers di Harmony Ko-
Olivier Assayas
Terrence Malick
[ di Massimo Lechi ]
rine), oggetti misteriosi (Fill the Void di Rama
Burshtein), esotismi (Thy Womb di Brillante
Mendoza), certezze festivaliere (il temibile Ulrich Seidl, Premio Speciale della Giuria con Paradise: Faith) e un solo motivo di vero
imbarazzo (Passion di Brian De Palma).
Le vette? Su tutti, due titoli americani, accolti
purtroppo da perplessità e molta miopia. Solo
applausi rispettosi, infatti, per The Master di
Paul Thomas Anderson, premiato con Leone
d’argento e Coppa Volpi maschile ex aequo a
Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix: un
impressionante romanzo di non-formazione, incentrato sull’ambiguo legame tra uno spiantato
e il carismatico fondatore di una setta religiosa.
Un’opera ambiziosa e spiazzante che, con immagini potenti e dissonanze sonore, conferma
un talento votato alla ricerca dell’animalità nelle
gabbie sociali.
Fischi e ululati, invece, per il latitante Terrence
Malick, grande favorito della vigilia. Suo il film
più temerario della Mostra, estremizzazione radicale del precedente The Tree of Life. Poema per
immagini e flussi di coscienza con la volteg-
Paul Thomas Anderson
Marco Bellocchio
giante Olga Kurylenko protagonista assoluta, To
the Wonder racconta l’Amore (maiuscolo) come
condizione esistenziale. Nascita e fine dei sentimenti, fluttuazioni della passione, solitudine
e intimità: l’uomo è solo nella Natura e Malick
è l’unico ormai ad avere l’incoscienza di filmare
l’infilmabile. Un capolavoro “suicida”, clamorosamente incompreso.
Discorso a parte infine merita la delegazione italiana, per una volta ammirevole. Interlocutorio
Un giorno speciale di Francesca Comencini, ma
davvero brillanti le prove di Daniele Ciprì e Bellocchio, attualmente nelle sale. Il primo, all’esordio senza il sodale Maresco, con E’ stato il figlio
ha abbandonato il cinismo di sempre in favore
di un grottesco immaginifico sospeso tra la sceneggiata, il pop neomelodico e lo studio antropologico, strappando ben due premi (miglior
fotografia e il Mastroianni per Fabrizio Falco).
Il secondo, in Bella addormentata, ha dato vita ad
un affresco notturno sui tormenti dell’Italia dilaniata dal caso Englaro, un complesso mosaico
di destini alla deriva in un paese smarritosi di
fronte al dilemma etico. Cinema di suggestione
visiva, in grado di interrogarsi sul reale con
forza lancinante. Cinema che resta, nonostante
i Leoni mancati.
Venezia 2012 - Presentato “Bad 25” su Michael Jackson
Spike Lee, lettera d’amore
[ di Maria Francesca Genovese ]
C
on Bad 25 Spike Lee ha fatto a Michael Jackson
il regalo più bello. Perché il documentario, che
celebra i 25 anni dell’album Bad, lascia da parte
tutta la spazzatura che ha ricoperto la vita privata del
folletto di Neverland per concentrarsi sul suo genio
musicale senza pari e sulla sua straordinaria etica del
lavoro. Con una classe, un ritmo interno e una forza
emotiva che confermano Lee come uno dei più interessanti documentaristi contemporanei.
Il film, Fuori Concorso a Venezia, si snoda attraverso
le diverse canzoni che compongono l’album, con immagini rare, dettagli tecnici inediti e interviste ai collaboratori del cantante e agli artisti che ne sono stati più
influenzati. “Bad 25 è la mia lettera d’amore a Mi-
chael”, ha spiegato Lee a Venezia. “Sono cresciuto
ascoltando la sua musica, da ragazzo copiavo il suo taglio di capelli per assomigliargli”.
Durante la lavorazione del film ha scoperto
qualcosa di nuovo su di lui?
Ho accettato subito di realizzare questo documentario perché la Sony voleva che mi concentrassi solo sulla musica, sul suo geniale processo
creativo. Qui si vedono il sangue, il sudore e le lacrime che stanno dietro a ogni capolavoro. Bad
veniva dopo Thriller, l’album più venduto al
mondo, e Michael ha lavorato moltissimo per replicare quel successo.
Nel film dà molto spazio al ballo.
Michael viveva per ballare, ed era eclettico:
prendeva spunto dai balli di strada così come dai
grandi ballerini del passato. Per esempio la coreografia di Smooth Criminal è un omaggio al
Fred Astaire del film The Band Wagon di Vincent
Minnelli.
Il film si conclude con la performance di Man
in the Mirror allo stadio di Wembley.
Quando è morto la cantavano tutti, come alla
morte di Lennon cantavano Imagine. Ogni volta
che Michael interpretava quella canzone sembrava quasi attraversato dalla musica, non faceva
già più parte di questo mondo
SETTEMBRE - OTTOBRE 2012
FILM DOC
3
≤
PRIME DOC Matteo Garrone reinventa la commedia all’italiana nel film che ha vinto il Gran Premio
della Giuria a Cannes
Nuovo cinema
© Filmauro – Romolo Eucalitto
REALITY
[ di Bruno Fornara ]
I
N PRINCIPIO C’È LA CAOTICA PERIFERIA napoletana con una carrozza dorata dalle poltrone rossofuoco, cavalli bianchi, pennacchi e
bardature, valletti in pompa magna. La macchina
da presa viene giù dal cielo e segue la carrozza
fino a uno di quei megaristoranti fiabeschi, dove
si tengono feste e ricevimenti. Reality di Matteo
Garrone inizia con uno sfarzoso matrimonio, prepotente esibizione di sperpero di denaro. Intorno,
ci sono la Napoli disastrata, il traffico imbottigliato, l’inquinamento, i quartieri popolari: nel castello, per un giorno, c’è la carnevalesca carrozza,
una pioggia di confetti, la foto di gruppo davanti a
una finta cascata, ci sono gli sposi, i familiari, gli
invitati, tutti lì a negare ogni evidenza. E, quel che
più conta, alla festa nuziale partecipa una star
della televisione, uno che è arrivato alla finale del
Grande Fratello, pagato per dispensare baci e autografi.
Eccoci qua. Dentro una resuscitata commedia
all’italiana. Genere glorioso, scomparso verso gli
anni Settanta. Genere che ha insegnato agli italiani quale sia stata la loro storia e che si è chiesto
quali fossero e continuino a essere i nostri caratteri nazionali, le sempiterne inclinazioni, gli usi, i
costumi, i comportamenti dell’italiano medio e
mediocre di fronte agli sbandamenti delle nostre
vicende negli anni dall’Unità fino al boom economico e adesso, con Reality, fino alla desiderata
irrealtà del Grande Fratello. Perché questo è
Reality: una commedia all’italiana, classica e attuale, comica, triste e consapevole, che racconta
gli ultimi decenni quando si è creduto in una felicità a portata di mano e in una gloria a disposizione di chiunque, soprattutto di chi, per quanto
infelice e disperata fosse la sua esistenza, ce
l’avesse fatta a entrare nel mondo dell’illusione
televisiva. Come in uno dei più bei film e delle più
profonde commedie italiane, Una vita difficile di
Dino Risi, anche Reality racconta la vita troppo
difficile di un italiano qualunque, il pescivendolo
napoletano Luciano Ciotola: e già questo nome e
4
FILM DOC SETTEMBRE - OTTOBRE 2012
cognome è all’altezza dei nomi e cognomi dei
(Sordi) e Giovanni Busacca (Gassman), infingardi
personaggi della nostra commedia, come il Silvio
eroi nelle trincee della grande guerra. La comMagnozzi di Alberto Sordi nel film di Risi. Ciotola
media italiana mette in scena i nostri vizi capitali,
e Magnozzi: piccoli italiani alle prese con pronon perdona i suoi protagonisti senza gloria che
blemi e sogni, con il magnà, con una ciotola da
passano dalla sottomissione servile alla ribelriempire, con i soldi, il lavoro. Basta una manciata
lione insensata, che vorrebbero sfuggire alle
di film dolceamari e cent’anni di storia ci passano
trappole della storia e invece ci cascano sempre
davanti. Dalle lotte operaie della Torino di fine Otdentro. Eppure ogni regista di commedie sta al
tocento de I compagni alla prima guerra monfianco del suo personaggio, lo vuole capire. Quediale di La grande guerra, al fascismo di La
sto fa Garrone con il pescivendolo Ciotola: la sua
marcia su Roma, a Una vita difficile che dalla Reinfatuazione imbecille per la gloria televisiva è
sistenza arriva al boom economico e alle illusioni
un’altra delle tante fregature all’italiana, quando
dei primi Sessanta. Reality aggiunge orgogliosasi perde di vista la realtà e si finisce in un reality
inconsistente e perdente. Ciotola è testardo, simmente a questa storia qualche altro decennio,
patico, allegro, tatuato, è un piccolo truffatore (i
quelli dell’addormentamento televisivo.
robot domestici a forma di pinguino!) ed è povero,
Verso la fine dei Settanta la commedia all’italui e la sua corte familiare di donnone e bambini
liana era svanita nel nulla, nessuno era più riuscito a raccontare (salvo rari casi,
tra gli ultimi il Non pensarci di Za… Questo è Reality: una commedia all’itanasi) la nostra storia insieme alla
liana, classica e attuale, comica, triste e
storia di un italiano come tanti.
consapevole, che racconta gli ultimi deNegli anni Ottanta sono venuti sul
proscenio i cosiddetti nuovi comici,
cenni quando si è creduto in una felicità a
che non guardavano (e continuano
portata di mano e in una gloria a disposia non guardare) al di là di se stessi,
che pensano che loro stessi bazione di chiunque… "
stino a fare un film, che credono di
non avere bisogno di un buon regista
che vivono in un palazzo cadente. Da lì, Ciotola
e di bravi sceneggiatori, che fanno piccoli film
vuole scalare la piramide del successo e per sadove la nostra storia non c’è o è accucciata sullo
lire in alto perde se stesso, si costruisce come il
sfondo. Reality sta invece dentro gli ultimi venpersonaggio che la televisione vuole che sia. L’att’anni e ne racconta l’epilogo, segue un Luciano
tore principale e bravissimo, Aniello Arena, ha un
Ciotola che non si accorge neppure che il sogno
perfetto nome da commedia all’italiana, un napotelevisivo è tramontato. Reality è la fine dei sogni
letanissimo Aniello pronto a buttarsi nell’arena
e il suo protagonista non lo sa.
televisiva. Che Aniello Arena sia un carcerato,
C’è un'altra ragione che fa di Reality una vera
commedia all’italiana ed è che Garrone ama prochiuso da anni e per altri anni ancora a Volterra,
dà a Reality un sapore crudele. Anche in questa
fondamente Luciano Ciotola. Il Garrone narratore
commedia all’italiana, l’italiano inteso come some regista sa bene che Ciotola sbaglia tutto, da
matoria di tutti gli italiani è condannato a sconquel matrimonio pacchiano fino all’imponente via
tare la pena nel suo carcere di storte abitudini,
crucis romana e all’ingresso (sognato?) nel sansogni bislacchi, infatuazioni grottesche, patetiche
cta sanctorum televisivo, nel paradiso terrestre
fantasticherie. Sogni del tutto sbiaditi: neppure il
del Grande Fratello. Sa che sbaglia tutto eppure
Grande Fratello fa più gli ascolti di una volta.
gli vuole bene, come Risi voleva bene al suo Magnozzi e Monicelli ai suoi soldati Oreste Iacovacci
“
INTERVISTE DOC
≥
Intervista a Toni Servillo, nelle sale con E’ stato il figlio e Bella addormentata
È stato il figlio
L'Italia
in guerra:
contro la cultura
Gorbaciof
Il divo
[ di Alberto Castellano ]
E’
il protagonista di E’ stato il figlio di Daniele
Ciprì, per la prima volta senza Maresco. E'
uno degli interpreti di Bella addormentata
di Marco Bellocchio, ispirato alla storia di Eluana Englaro e accompagnato prima e durante le riprese da
accese polemiche. Sta girando La grande bellezza, il
nuovo film di Paolo Sorrentino, che comprende nel
cast anche Carlo Verdone e Sabrina Ferilli. Tutti dati
che ribadiscono inequivocabilmente come Toni Servillo sia oggi l’attore italiano più richiesto dal cinema
d’autore.
Com’è stata l’esperienza di E’ stato il figlio?
E’ il primo film diretto da Daniele Ciprì da solo,
cioè senza Maresco. Protagonista della storia
tratta dal romanzo dello scrittore palermitano
Roberto Alajmo, è la famiglia Ciraulo, la classica
famiglia allargata di poveri cristi che vivono in
condizioni di grande disagio. Il capofamiglia Nicola, interpretato da me, ha due figli di 8 e 20
anni e si arrangia raccogliendo e vendendo ferro
vecchio abbandonato in fabbriche dismesse. Un
giorno in seguito a un incidente con un tram nelle
strade del centro, la sua bambina resta uccisa e
dopo qualche tempo l’uomo scopre che lo stato
risarcisce con ingenti somme le famiglie vittime
di omicidi anche colposi e così la famiglia si trova
improvvisamente a vivere una condizione di benessere. Da questo momento il film racconta la
metamorfosi di questo nucleo e in particolare
mette a fuoco la ‘miseria della ricchezza’.
Da Morte di un matematico napoletano del
1992 a Il gioiellino, hai girato poco meno di 20
film in un arco di 20 anni. Una bella media considerando la tua intensa attività teatrale. In
questo periodo ti dividi freneticamente tra set,
palcoscenici e postazioni per letture poetiche.
Si, negli ultimi anni ho lavorato molto nel cinema, nel 2010 sono usciti addirittura quattro
film dei quali sono protagonista. Per ora riesco a
dividermi tra cinema e teatro senza penalizzare
nessuna delle due forme espressive. Quest’inverno, ad esempio, ho portato ancora in giro
Sconcerto e dopo il debutto a Napoli il recital
poetico Toni Servillo legge Napoli nel quale leggo
brani di poeti e scrittori di ieri e di oggi (Viviani,
Eduardo, Russo, Di Giacomo, Moscato, Borrelli,
De Giovanni, Montesano).
E dopo il film di Ciprì ho avuto il piacere e
l’onore di girare un film con un grande maestro
come Anghelopulos, ma è durato poco perché
come si sa il regista greco è rimasto vittima di un
tragico incidente durante le riprese. E’ stata una
grande perdita che ha scioccato tutta la troupe.
Il film è rimasto incompiuto e non sarà facile trovare un regista in grado di portarlo a termine con
armonia formale e compattezza stilistica. Anghelopulos dopo aver visto Il Divo, mi ha cercato per
propormi il ruolo del protagonista nel suo nuovo
film ambientato in Grecia. Lui, si sa, ha sempre
avuto un buon rapporto con il cinema italiano sia
in termini di coproduzioni che per la scelta di alcuni attori come Mastroianni e Volontè. Ci siamo
incontrati sul set di Ciprì in Puglia e ci siamo subito intesi per un rapporto professionale. Al centro della storia ambientata nel porto del Pireo di
Atene, c’è il conflittuale rapporto tra un uomo
che vive con l’immigrazione clandestina e sua figlia appassionata di teatro che frequenta una
compagnia della città che sta provando L’opera
da tre soldi di Brecht. C’è insomma un conflitto
culturale e generazionale che naturalmente è
anche uno spaccato del dramma economico che
la Grecia sta vivendo, ci sono anche molte scene
di massa.
A parte Martone con il quale hai lavorato
molto nei primi anni ’90 per poi farti dirigere di
nuovo in Noi credevamo, l’autore al quale devi
sicuramente molto è Paolo Sorrentino, anche
perché grazie ai suoi film sei diventato uno dei
volti più popolari del cinema italiano.
Non c’è dubbio. I film che ho fatto con lui,
L’uomo in più, Le conseguenze dell’amore e Il
Divo, hanno auto un grande successo di pubblico
e di critica e sono stati accolti con entusiasmo
nelle sale e nei Festival di mezzo mondo. Con
Paolo si è creato subito un rapporto speciale, una
sintonia intellettuale e artistica particolare, un alchimia sul set che vantano
solo alcuni binomi registaattore storici nel cinema.
Quando lavoro con Paolo
sento come principio sottile il fatto che il regista
quasi mi mandi avanti, a
testimoniare zone che lui
non riesce ad esprimere
proprio per il ruolo che ricopre, che è quello di essere e rimanere nascosto.
Quando mi è stato proposto di portare in televisione Sabato, domenica e
lunedì del quale sono stato
interprete e regista a teatro, ho voluto che fosse diretto da Sorrentino che ha
fatto un lavoro egregio.
Quali sono i tuoi autori
e attori preferiti?
Noi credevamo
Le conseguenze dell’amore
L’uomo in più
Amo molto alcuni maestri dell’Est come TarkovIl gioiellino
skij, Kieślowski, Sokurov e
poi Rossellini, De Sica, Truffaut. Come attori ce ne sono tanti ma su tutti De
Niro e Al Pacino.allo stesso modo.
L’Italia di oggi è messa abbastanza male. Nel
campo dello spettacolo e della cultura poi la situazione è drammatica.
Lo scorso anno sono stato a Sarajevo dove ho
fatto Sconcerto con l’orchestra sinfonica locale.
Mi hanno raccontato che durante i quattro anni
di assedio gli orchestrali non hanno mai saltato
una prova, non hanno mai chiuso i teatri e la Biblioteca centrale. Il nostro paese non è in guerra
ma lo scenario culturale è peggiore: si continuano ad aprire centri commerciali e multiplex
e a chiudere le vecchie sale, i piccoli teatri e i luoghi della cultura.
SETTEMBRE - OTTOBRE 2012
FILM DOC
5
LE RECENSIONI DOC
L’INTERVALLO
Una generazione
sperduta
V
ERONICA (15 anni) e Salvatore (pochi di più) si trovano a
convivere per una intera giornata in un fatiscente edificio con
giardino alla periferia di Napoli.
Forse, quella grande costruzione
abbandonata era stata una scuola
o un collegio femminile dove si consumò anche il suicidio di una coetanea; ma ora è solo la prigione
entro la quale Veronica è stata richiusa per uno sgarro alla camorra
locale, mentre Salvatore è stato costretto a farle da custode, in attesa
dell’arrivo del boss offeso e delle
sue decisioni. Da quanto sembra di
capire, come Giulietta, Veronica è
colpevole di aver avuto un rapporto
(amoroso?) con un ragazzo della
banda rivale, però non è questo ciò
che il film di Leonardo Di Costanzo
racconta. Infatti, L’intervallo non è,
né vuole essere, una tragedia scespiriana più di quanto sia un
dramma a sfondo sociale in stile
Gomorra. Come suggerisce il titolo,
e anticipa il prologo letterario in cui
si parla di un uccellino in gabbia, Di
Costanzo si propone
“solo” di raccontare
una generazione colta
nell’“intervallo” tra la
“colpa” e la “punizione”. E lo fa con
lo stile che gli è più congeniale e
che gli ha già dato notorietà internazionale: cioè, quello del documentario. Interpretato da “perfetti”
attori non professionisti (preparati
alla recitazione in uno “stage” di
tipo teatrale), L’intervallo è di fatto
un film realistico, il quale documenta più che narrare. Le azioni vi
sono ridotte al minimo e la storia di
quella lunga attesa può essere
riassunta in poche righe, senza che
l’arrivo finale del boss e il suo dialogo con la ragazza vi aggiunga
qualche sostanziale sorpresa. Ma il
pregio di Di Costanzo è quello di
saper raccontare, senza retorica e
senza volontà di lanciare dei messaggi, una generazione sperduta:
colta nel rapporto con una società
contemporanea, anche se appena
accennata; ma soprattutto alle
prese con la difficile ricerca di se
stessa e del proprio futuro. E, in
questo senso, in un film di poche
parole, diventa fondamentale il dialogo, squisitamente cinematogra-
BELLA ADDORMENTATA
Buonanotte, Italia
È stato scritto che Bella addormentata è un’opera complessa. Verissimo. Per questo, il maggiore torto
che si può fare (ed è stato fatto) a Bellocchio sta nell’appiattire il suo film
sul fatto di cronaca cui fa riferimento,
il “caso Englaro”, magari per accusarlo (anche questo è stato fatto) di
non essere stato abbastanza esplicito
(o di esserlo stato troppo) nel condannare le persone, la mentalità o le istituzioni che, su quel “caso” presero
posizioni ideologiche, spendendo improvvide parole e mettendoci la faccia. In realtà, quelle parole e quelle
facce ci sono tutti (o quasi) in Bella
addormentata, solo che rimangono
sullo sfondo, relegati come fantasmi
6
inquietanti sui monitor televisivi onnipresenti e sempre accesi, che tutti
guardano e molti commentano; ma
non sono loro i protagonisti del film di
Bellocchio, che come al solito è molto
più interessato a raccontare gli esseri
umani in rapporto con la realtà, piuttosto che preoccupato di lanciare
messaggi pro e contro questo o
quella interpretazione della realtà
stessa. Certo Bellocchio non rinuncia
alle proprie idee (ci mancherebbe!),
ma da vero laico e da vero artista
tende a dar loro vita nell’uso artistico
e autonomo del linguaggio, sortendone un’opera, appunto, complessa.
Quattro sono le vicende umane che
s’intrecciano sullo sfondo di un
“caso” ormai storico, e in modo specifico intorno al tema della “giusta
morte”. C’è il deputato PdL, interpretato da Toni Servillo (Bellocchio assicura di aver preso spunto da un caso
reale), che, facendo appello alla propria coscienza vorrebbe votare contro
la legge liberticida proposta in Senato
dal proprio partito e subito dopo dare
le dimissioni, ma viene reso impotente dal precipitare dei fatti (la bagarre dopo l’annuncio della morte
della Englaro) e riportato ad abbrac-
FILM DOC SETTEMBRE - OTTOBRE 2012
fico, tra il comportamento dei due
giovani protagonisti e il labirinto nel
quale questi si trovano a convivere.
Prendendosi i propri tempi ed evitando accuratamente di cadere
nello psicologismo o nel pedagogico, la cinepresa di Di Costanzo
accarezza con amore e curiosità i
personaggi, usando lo spazio scenografico come luogo e prolungamento della loro condizione
esistenziale. Non giudica, ma descrive. Fa vivere sullo schermo, in
tutta la sua silenziosa ottusità, la
profonda (anche perché mai consapevole) solitudine di quel ragazzo,
Salvatore, prigioniero di un corpo
sgraziato e troppo grande, di quel
venditore di granite che al mattino
scoperchia con il padre i due miseri
carretti del loro lavoro e alla sera
torna a coprirli senza bisogno di
raccontare nulla di ciò che gli è accaduto. Soprattutto pedina Veronica, lasciandola vivere in tutta la
sua complessità di teen-ager ribelle, ma non troppo; certo più matura del suo guardiano, ma capace
anche di essere ancora bambina tra
la vegetazione selvaggia del giardino, così come saprà rivelarsi più
adulta dello stesso boss quando in-
ciare la figlia Maria (Alba Rohrwacher), la quale, animata da ideologia
ultra-cattolica, rifiutava di parlargli a
causa delle sue posizione laiche; ma
ora, dopo di aver disertato le manifestazioni davanti all’ospedale di Udine
per correre tra le braccia di un ragazzo del partito avverso (con tanto di
fratellino fanatico, sino al punto di risultare disturbato di mente), sembra
aver scoperto per esperienza esistenziale il divario esistente tra vita e
ideologia. Poi, Bellocchio chiama in
causa una grande attrice francese
(Isabelle Huppert) che, un po’ Medea
e un po’ Lady Macbeth, sacrifica la
propria carriera per accudire la figlia
in coma, aspirando alla santità, ma
ignorando le richieste d’aiuto professionale del figlio (Brenno Placido),
aspirante attore; e, ancora, investe direttamente su suo figlio Pier Giorgio,
chiamandolo a interpretare il ruolo
“positivo” di un medico che con tenacia assiste per un’intera notte una
tossicodipendente (Maya Sansa) con
vocazioni autolesioniste e suicide.
L’argomento di Bella addormentata,
in cui qualcuno ha voluto leggere
anche la metafora dell’Italia, cessa
così di essere solo il “caso Englaro” e
si allarga sino a investire direttamente il rapporto degli esseri umani
con la morte e con la vita. Quello che
ne sortisce è un film grande e ambizioso. Solo in piccola parte appesan-
fine si adegua al suo mondo di ottusa violenza. È questa capacità di
guardare con lo specifico linguaggio del cinema due esseri umani in
formazione, che fa di L’intervallo un
film assolutamente da vedere. Purché lo si faccia senza alcuna attesa
romanzesca, ma assecondando la
sua vera natura stilistica che sta
tutta nella capacità di osservare in
modo concreto la realtà, sapientemente organizzata come tale, lasciando che sia solo questa a
rivelare la propria componente metaforica. Proprio
come accade
nei migliori
documentari.
L’INTERVALLO
(Italia, 2012)
Regia : Leonardo Di Costanzo – Sceneggiatura: Maurizio Braucci, Mariangela
Barbanente, Leonardo Di Costanzo - Fotografia: Luca Bigazzi - Scenografia:
Luca Servino - Costumi: Kay Devanthey
– Musica: Marco Cappelli - Montaggio:
Carlotta Cristiani..
Interpreti: Francesca Riso (Veronica),
Alessio Gallo (Salvatore), Carmine Paternoster
(Bernardino),
Salvatore
Ruocco (Mimmo), Antonio Buil, Jean
Yves Morard.
Distribuzione: Cinecittà Luce - Durata:
un’ora e 30 minuti
tito in fase di sceneggiatura da una
certa programmaticità data dall’intrecciarsi delle storie e dei loro contenuti (ideologia, amore, fanatismo,
etica professionale), perché, ancora
una volta, anche proprio in virtù di
questi schemi narrativi, dei quali però
sembra aver bisogno, Bellocchio manifesta appieno le proprie migliori
qualità nel lavoro di regista: mai riconciliato, sempre alla ricerca di uno
sguardo autentico sulla realtà; comunque, autore di un’opera sincera,
personale, che non lascia mai indifferenti.
BELLA ADDORMENTATA
(Italia, 2012)
Regia: : Marco Bellocchio - Soggetto e
sceneggiatura: Marco Bellocchio, Veronica
Raimo, Stefano Rulli - Fotografia: Daniele Ciprì - Scenografia: Marco Dentici Costumi: Sergio Ballo – Musica: Carlo
Crivelli - Montaggio: Francesca Calvelli.
Interpreti: Toni Servillo (Uliano Beffardi),
Isabelle Huppert (Divina Madre), Alba Rohrwacher (Maria Beffardi), Michele Riondino (Roberto), Maya Sansa (Rossa), Pier
Giorgio Bellocchio (Pallido), Brenno Placido (Federico), Fabrizio Falco (Pipino),
Gianmarco Tognazzi (marito Divina Madre),
Roberto Herlitzka (lo psichiatra), Gigio
Morra (il persuasore), Federica Fracassi
(madre di Roberto e Pipino).
Distribuzione: : 01 Distribution - Durata:
un’ora e 50 minuti
[ di Aldo Viganò ]
È STATO IL FIGLIO
Grottesco d’autore
L
A COMMEDIA ALL’ITALIANA è
lontana dal nuovo film di Daniele
Ciprì: il primo da lui girato senza
la complicità di Franco Maresco. Ciò
che differenzia radicalmente È stato
il figlio dalle opere di quel glorioso
“genere” non è solo il tono esasperatamente grottesco, spinto sino al
crinale con il ridicolo, ma soprattutto
è lo stile. Ciprì usa immagini esplicitamente antinaturalistiche, fa ricorso a inquadrature e a movimenti
della cinepresa decisamente eccentrici, guida la recitazione di tutti gli
attori verso modalità molto lontane
dal realismo. Esattamente l’opposto
di quello che facevano i registi della
commedia all’italiana. In questo
senso, È stato il figlio si colloca ancora, con legittima coerenza, su un
terreno molto più vicino all’astrattezza sperimentale di Cinico Tv di
quanto lo sia a I mostri di Risi o al
tanto a sproposito citato Brutti, sporchi e cattivi, o anche ai film siciliani
di Pietro Germi. Il processo di allontanamento dall’osservazione diretta
della realtà, del resto, è dato dalla
stessa struttura narrativa del film,
che Ciprì incentra sull’evocazione del
passato e sul tema della memoria.
Nella sala d’aspetto di un ufficio postale, infatti, un uomo racconta agli
astanti la storia di una famiglia palermitana (che il film mette in scena
FILM DOC RAGAZZI
sullo sfondo di paesaggi pugliesi)
ambientata ai tempi in cui c’era ancora la lira e che, solo alla fine, si rivelerà essere la propria. Una
famiglia composta da un padre che
si arrangia, da una madre casalinga
che fa da mangiare anche per i due
genitori di lui, da un figlio ventenne
con poca voglia di lavorare e da una
figlia adolescente che in cortile
esclude dai propri giochi chi chiede
con gentilezza di partecipare. L’azione
si svolge nell’estrema periferia popolare e mafiosa di Palermo, dove i giovani portano e usano con disinvolta
imperizia la pistola. Due colpi mal indirizzati e la figlia stramazza nel proprio sangue. La famiglia piange, ma
si getta a capofitto nelle pratiche per
il risarcimento ai morti di mafia. La
legge fissa in duecentoventi milioni
di lire il dovuto dallo Stato. Ci sono,
però, i tempi burocratici. Per un po’ i
negozianti fanno credito, poi si deve
ricorrere agli strozzini; quindi,
quando finalmente i soldi arrivano,
riunione di famiglia per decidere il
loro uso. Ha la meglio, ovviamente, il
capofamiglia, che con i soldi rimasti
compera una Mercedes nera, nuova
fiammante. Il morbo del consumismo è entrato nelle coscienze, anche
se la televisione, pur sempre accesa,
non funziona più da tempo. Una figlia
per un’automobile. Una macchina da
amare, accudire e difendere più della
figlia stessa: un feticcio per il quale
si può dare la vita e uccidere. È stato
il figlio è un racconto che ha per oggetto la società nella quale viviamo,
ma con i cui personaggi è impossibile identificarsi, pur in negativo. Al
limite lo sguardo dello spettatore
può identificarsi solo con quello del
vecchio e della bambina che nel cortile assistono silenziosi ai fatti. La
commedia all’italiana è davvero lontana: questa assomiglia caso mai a
una storia di pupi. Una vicenda vera
e metaforica insieme: fredda come
un film di Sergio Citti e aperta al sarcasmo spettacolare come uno di Roberta Torre. Ma anche una storia
raccontata con coerenza stilistica e
inedito respiro narrativo da Daniele
Ciprì, il quale mette in scena un film
eccentrico, sopra le righe, sempre
eccessivamente colorato, ma anche
personale, ben recitato, insieme
astratto e concreto, dalla frequentazione del quale è difficile uscire in-
differenti, perché in
ogni suo passaggio, in
ogni fotogramma, c’è
chiaramente impresso
il segno di un autore di
cinema.
È STATO IL FIGLIO
(Italia – Francia, 2012)
Regia e fotografia: Daniele Ciprì - Soggetto: dal romanzo omonimo di Roberto
Alajmo - sceneggiatura: Daniele Ciprì e
Massimo Gaudioso - Scenografia: Marco
Dentici - Costumi: Grazia Colombini – Montaggio: Francesca Calvelli.
Interpreti: Toni Servillo (Nicola Ciraulo),
Giselda Volodi (Loredana Ciraulo), Fabrizio
Falco (Tancredi Ciraulo), Aurora Quattrocchi (nonna Rosa), Benedetto Ranelli (nonno
Fonzio), Mauro Spitaleri (avvocato Modica),
Piero Misuraca (Masino), Alfredo Castro
(Busu, il narratore), Alessia Zammitti (Serenella).
Distribuzione: Fandango - Durata: un’ora
e 30 minuti.
[ di Maria Francesca Genovese ]
RIBELLE – THE BRAVE
B
rave rappresenta una novità per la
Pixar sotto diversi aspetti: prima
eroina femminile protagonista,
prima sceneggiatura ispirata alle fiabe
(leggende gaeliche e Fratelli Grimm),
primo lungometraggio diretto da una regista donna (Brenda Chapman, sostituita
in corsa, per divergenze artistiche, da
Mark Andrews). Tante novità non hanno
però propiziato un risultato pari a quello
ottenuto da pellicole superbamente originali come Toy Story, Nemo o WALL-E.
Pescare nel repertorio così caro alla
partner/padrona Disney ha reso la Pixar
forse meno “ribelle”, sicuramente più convenzionale: sulla scia di Mulan, Tiana e Rapunzel ecco un’altra principessa
coraggiosa e pronta a costruire il proprio
destino senza aspettare l’aiuto del principe
azzurro di turno. Anzi, rispetto alle altre
Merida si spinge un po’ oltre: lei il principe
azzurro lo allontana a colpi di freccia e
fugge sul suo cavallo più veloce di Julia
Roberts in Se scappi ti sposo.
Figlia di Elinor e Fergus, sovrani di un
piccolo regno durante il medioevo scozzese, Merida cresce come un maschiaccio, nonostante la madre cerchi di
impartirle un’educazione principesca.
Spettinata, disordinata, svogliata tranne quando si tratta di
tirare con l’arco, disciplina in
cui eccelle, e cavalcare nella
foresta. Uno spirito libero, che
si trasforma in ribelle quando viene
a sapere che i genitori hanno organizzato
per lei un torneo cui parteciperanno i figli
dei Lord del regno: il vincitore avrà la sua
mano. Merida respinge con fierezza l’idea
di un matrimonio imposto dalla “ragion di
stato” e, dopo aver offeso i Lord con il suo
comportamento, litiga furiosamente con
la madre. Poiché Elinor non intende cambiare idea, Merida chiede un piccolo aiuto
magico ad una strega, ma l’incantesimo
praticato sulla povera regina ha effetti del
tutto inaspettati … Per salvare madre e
regno Merida dovrà usare tutto il coraggio
di cui è capace.
Sontuoso a livello visivo, sia che la
macchina da presa si soffermi sui riccioli
rossi e vaporosi di Merida sia che abbracci
generosamente la campagna scozzese, il
film piacerà ai più giovani, che possono
facilmente identificarsi nel desiderio di affermazione di sé della protagonista preadolescente. Lo splendide vedute delle
Highlands possono offrire l’occasione per
approfondire la conoscenza, a casa o a
scuola, di una delle regioni più belle d’Europa. Ed il torneo per conquistare la mano
di Merida è un sunto delle più antiche tradizioni scozzesi, dall’uso del kilt per gli uomini
all’accompagnamento
delle
cornamuse a quelle pratiche sportive che
ancora oggi rivivono durante i celebri “Highland Games”. Ottimi anche gli spunti di
riflessione offerti dal rapporto, spesso
molto teso, tra Merida e sua madre: di
fatto le due parlano, ma non comunicano.
La relazione migliora solo quando entrambe trovano il tempo di ascoltare davvero ciò che l’una vuole comunicare
all’altra.
SETTEMBRE - OTTOBRE 2012
FILM DOC
7
Biancaneve e il Cacciatore
≤
PERCORSI SONORI • Musiche da Film
U
na strega cattiva (ma bellissima), una principessa bellissima (ma bellicosa) e un cacciatore (bello e torbido) che, per la prima volta, non ha un viso e un ruolo insulso, ma diviene centro della storia. Questi gli ingredienti di Biancaneve e il Cacciatore, film di Rupert
Sanders che rilegge in chiave gotica la favola resa nota da Walt Disney nel 1937. Accompagna
le gesta parecchio eroiche della pulzella la partitura realizzata da James Newton Howard dai
toni, ça va sans dire, epici e bellicosi che ricordano, sino allo sfinimento, le arie della trilogia Il
Signore degli Anelli (scritte da Howard Shore) e riecheggiano lo stile di Hans Zimmer (d’altronde
il compositore ha lavorato proprio con Hans Zimmer per le musiche di Batman Begins e de Il
Cavaliere Oscuro). Ma il romanticismo dov’è andato a finire? Verrebbe da dire che è scomparso,
così come sono scomparsi alcuni passi salienti della storia, assorbita da ben più proficui effetti
speciali. Durante il film, l’unica canzone che si può udire è “Gone”, cantata da Ionna Gika,
Ribelle - The Brave
Q
uale musica, se non una impavida alla Braveheart, potrebbe accompagnare le
gesta di una principessa ribelle che
vive nelle Highlands scozzesi del decimo secolo? Al timone musicale di
questo riuscito film d’animazione troviamo Patrick Doyle, compositore
scozzese nominato all’Oscar per
Hamlet e Ragione e Sentimento (diretti entrambi da Kenneth Branagh) e
recentemente specializzatosi nel tradurre in note la magia e gli incantesimi (Harry Potter e il Calice di Fuoco
Nanny McPhee – Tata Matilda, Eragon e Thor). Doyle, nella sua partitura di Brave, coltiva un tono
e uno stile rigorosamente Scottish. Per rendere verosimile l’ambiente musicale, il compositore utilizza molti ritmi presi a prestito dalle danze della tradizione scozzese e celtiche come il
strathspey, il reel e il jig, nonché dalla musica popolare irlandese. Ma per suonare ritmi ‘antichi’ e necessario avere strumenti dell’epoca, così Doyle va a ripescare tutti gli strumenti
tipici scozzesi: cornamuse, violini solista, arpe celtiche, flauti e
il bodhrán (un tamburo a cornice irlandese). Il risultato è sorprendente, se non altro per lo sforzo! Nella colonna sonora sono
presenti due brani vocali “Touch the Sky” e “Into the Open Air”,
interpretati rispettivamente dalla cantante scozzese Julie Fowlis
e dall’inglese Birdy (nella versione italiana corrispondono alle
La guerra
dei cuochi
C
hef è il titolo dell’ultimo film di Daniel
Cohen e diventare uno chef è il grande
sogno di Jacky/Michael Youn, il protagonista del film. Jacky ha un talento naturale
per la cucina, avendo preparato il suo primo
pollo alla basca a quattro anni e il primo soufflé
a cinque, lo chiamano “il Mozart del piano. Di
cucina, naturalmente”, ma a causa dell’ intransigenza verso i clienti incapaci di cogliere le
implicazioni fondamentali dei suoi suggerimenti, nessun ristorante lo vuole assumere. La
storia di Jacky ricorda un po’ quella di Rémy, il
8
Prometheus
F
orse, uno degli sviluppi più interessanti di Prometheus,
nuovo capitolo di Ridley Scott dedicato ad Alien, è proprio
la colonna sonora. Motivo? La scelta di rendere omaggio
ad alcuni dei temi delle colonne sonore che hanno accompagnato i precedenti capitoli dedicati al mostro spaziale. Marc
Streitenfeld (alla sua quinta collaborazione con Ridley
Scott dopo A Good Year, American Gangster, Body of
Lies e Robin Hood), è l’autore chiamato a siglare la
maggior parte della musica scritta per il film. A Streitenfeld è stato affiancato Harry Gregson-Williams, che
ha scritto solo i temi "Life" e "We Were Right". Per fortuna il materiale prodotto da Gregson-Williams ha un
suono abbastanza simile alla musica composta da
Streitenfeld, così non si sente nessuna discrepanza a
livello di continuità stilistica, anzi, i due compositori
sono persino riusciti a creare un nucleo musicale sorprendentemente coerente. Chi ha amato le musiche
dei capitoli precedenti amerà anche queste venticinque composizioni originali. A questo proposito, vale la
pena accennare al passato ‘musicale’ di Alien, nello
specifico come tutto ha avuto inizio con il primo film.
Alien (1979) è caratterizzato da un approccio musicale particolare, frutto della genialità del compositore americano Jerry Goldsmith, veterano delle colonne sonore, nome spesso collegato
al cinema di genere fantascientifico e horror (ha curato gli score
per Il pianeta delle scimmie, Il presagio, Atmosfera zero, Capricorn One, La fuga di Logan e Star Trek - il film). Goldsmith, per
Alien, elabora una partitura mista, con il proposito di unire episodi musicali di sapore tardo romantico (in uno stile che si colloca idealmente a metà strada tra Debussy e Mahler), a pagine
decisamente più avanguardistiche, sperimentali ed atonali. Questa seconda parte più innovativa è caratterizzata da una sofisticata ricerca timbrica: all'orchestra sinfonica di tipo classico
si aggiungono strumenti inusuali, come il dispositivo elettronico
chiamato echoplex (che consente di
far echeggiare a lungo singoli suoni
ed evoca così l'idea di ambienti
enormi e dai confini indistinguibili),
o rari strumenti acustici provenienti
dal folclore orientale. Questo approccio musicale suggerisce con
efficacia l'idea di un freddo e spaesante ambiente, un ambiente, appunto, alieno ed ostile. Per questo
ed altri punti di forza, la colonna sonora di Alien è divenuta punto di riferimento di svariate partiture del
genere fantascienza e horror, non
venendo meno a questo ruolo nelle
successive puntate della serie.
• 21 •
topolino creato dalla Pixar per Ratatouille.
Come lui è capace di abbinamenti inconsueti
ma sublimi ed hanno entrambi il medesimo
sogno: poter lavorare nel più grande ristorante
di Parigi, con il cuoco più famoso di Francia
che, in questa commedia enogastronomica,
non è Auguste Gusteau ma Alexandre Lagarde/Jean Reno del Cargo Lagarde. Lo staff
al seguito di Jacky proviene da realtà lontane
da quelle della ristorazione, sottintendendo
quindi che “tutti possono cucinare”, anche se
il talento creativo appartiene a pochi; i critici
gastronomici, come il terribile Ego, hanno il potere di decidere il destino e la felicità dei grandi
cuochi e come già in Ratatouille, si suggerisce
l’idea che lo Cheval Blanc sia uno dei più
grandi vini di Francia e quindi del mondo, “un
vino meraviglioso che commuove fino alle lacrime”. Pare che l’annata migliore sia stata il
1961, oltre a quella del ’47, naturalmente! Il
nemico da combattere è sempre l’avidità ma,
diversamente da Ratatouille, la crociata in difesa della grande cucina francese non è contro
i cibi precucinati ma contro un nemico ben più
raffinato e quindi più insidioso: la cucina molecolare, ovvero, “cubetti di ghiaccio al pollo
atomizzato”, “omelette fosforescente”, “calamaro virtuale: mangi ma non mangi” e “vino
senza uva e senza alcool (sigh!)”. Jacky non
combatte da solo perché, diversamente da Gusteau, Lagarde è vivo e lotta insieme a lui in difesa dello stufato di manzo e del Navarin. La
FILM DOC SETTEMBRE - OTTOBRE 2012
mentre sui titoli di coda scorre "Breath of
Life" di Florence + The Machine (è lo stesso
brano utilizzato nel trailer del film). Molta,
forse troppa parte di questa partitura pare
farcita con materiale di riempimento leggero… ma un leggero furbetto, che sa premere i tasti giusti per intrattenere e,
occasionalmente, affascinare. Non fa per voi
se pensate di venir avvolti da quel senso di
magia che Biancaneve dovrebbe rammentare. Se invece all’abito lungo preferite l’armatura, allora questo è il sottofondo ideale
prima della battaglia.
canzoni “Il cielo toccherò” e “Tra vento e aria” cantate da
Noemi). Melodicamente è tutto pervaso dal travolgente gusto
scozzese. Doyle è abile nel raggiungere il tono giusto, il mix tra
strumenti ‘antichi’ e orchestra è ben gestito. Se al suono di una
cornamusa andate in visibilio, questo è il vostro CD.
QUANDO IL CINEMA SPOSA LA CUCINA Chef di Daniel Cohen
[ di Barbara Zorzoli ]
polemica è aspra e non è un caso se nel film
di Cohen, come nella realtà, il miglior esperto
di cucina molecolare sia un cuoco spagnolo,
ma trattandosi di una commedia divertente ed
equilibrata, la vittoria della cucina tradizionale
avviene senza spargimento di sangue. Il nemico non va combattuto ma integrato, imparando ed assimilando le cose buone che, per
quanto sia difficile crederlo, si possono nascondere ovunque. Jacky, come tutti coloro che
cucinano dovrebbero essere, è attento alle materie prime, acquista i prodotti nei mercati ma,
in caso di necessità, non disdegna il negozietto
all’angolo, è “l’uomo che sussurra alle verdure”, sa che “la melanzana è suscettibile” e
occorre trattarla con molta cura soprattutto
quando deve essere grigliata. La cucina è la
passione che nutre la vita e quando prende tra
le braccia la sua bambina appena nata il primo
pensiero di affetto e devozione nei suoi confronti è: “quando potrò cucinarle il Boeuf Bourguignon?”. In omaggio alla figlia di Jacky ed a
questa commedia francese, divertente eppure
delicata, proviamo a cucinare un grande classico: lo stufato di manzo, ovvero, il Boeuf Bourguignon. Nel farlo, ci ispireremo alla ricetta di
una delle più grandi esperte di cucina d’Oltralpe, l’americana Julia Child.
Per sei persone. Cuocete in acqua bollente per
dieci minuti 150 g. di pancetta tagliata a cubetti
e fatela poi rosolare in un tegame con un cucchiaio di olio. Togliete la pancetta e nello stesso
[ di Antonella Pina ]
olio mettete 1,5 kg di carne di manzo tagliata
a dadini rosolandola da tutti i lati. Togliete
anche la carne e fate soffriggere una cipolla ed
una carota tagliate a fette. Togliete tutto e ripulite il tegame dal grasso. Riunite gli ingredienti
nel tegame, aggiungete sale e pepe, cospargeteli di farina e mettete nel forno a 200 gradi
per 5 minuti. Mescolate e fate cuocere per altri
5 minuti. Versate brodo di carne e vino rosso in
pari quantità sulla carne fino a ricoprirla. I vini
consigliati sono: Chianti, Beaujolais, Côtes du
Rhône, Bordeaux, ma potete utilizzare quello
che avete, purché abbia una buona struttura.
Aggiungete due agli schiacciati, un cucchiaio
di concentrato di pomodoro, una foglia di alloro
e un rametto di timo. Coprite con un coperchio
e fate cuocere in forno a 180° per circa 3 ore.
Nel frattempo mettete in una padella con olio
e burro 25 cipolline bianche, fatele rosolare e
aggiungete 120 ml di brodo di carne, timo,
prezzemolo, una foglia di alloro e cuocete per
circa 30 minuti, finché le cipolline non sono tenere e dorate. In un’altra padella friggete in olio
e burro 450 g. di funghi champignon tagliati a
fette di circa 1 cm, pochi per volta altrimenti
non diventano croccanti. A cottura ultimata togliete la carne dal tegame, fate addensare il
brodo, mettete in un piatto carne, funghi e cipolline e versate sopra al tutto il brodo addensato. Abbinate una bottiglia del vino usato per
la cottura e, come direbbe Julia Child: bon appetit!
≥
DISEGNO DI ELENA PONGIGLIONE
LA POSTA DI DOC HOLLIDAY
Ridoppiare stanca
Salve, sig. Fava!
Gent.mo dott. Fava, sono un cinefilo incallito da
oltre trent'anni e appassionato sul doppiaggio
italiano degli anni'30/'50 (…). Ho sempre seguito
i suoi cicli televisivi sul cinema quando lei era in
RAI, una volta la incontrai al Cinema Alfieri di
Firenze dove lei aveva partecipato ad un incontro
dei Sindacato Critici Cinematografici. (…) Le
chiedo un parere sullo scempio che stanno facendo
nel ridoppiare i vecchi classici hollywoodiani
nelle edizioni in dvd. Per fortuna talvolta si riesce
a recuperare le vecchie colonne del doppiato, personalmente ho pescato il doppiaggio originale del
dopoguerra di "Maria Walewska" con la Garbo
doppiata da Tina Lattanzi . Essendo un cinefilo
ho collezionato molto materiale nel corso degli
anni, materiale fotografico d'epoca (foto buste,
locandine ecc.) ed anche pellicole in 16 e 35 mm
oltre a centinaia di videocassette e adesso dvd.
Concludo (…) dicendole, come lei già saprà, che
hanno addirittura ridoppiato film "recenti" come
"Lo squalo", "E.T", "Occhi di Laura Mars". Che
assurdità...! Cordialmente,
Lorenzo Gobbi
Caro Gobbi, la ringrazio di avermi ricordato il
cinema Alfieri. Per molto tempo ho avuto l’abitudine (finché la benemerita manifestazione ideata
e diretta da Aldo Tassone non venne incomprensibilmente abolita) di andare ogni anno a Firenze
in occasione della preziosa rassegna “France Cinéma”. Vengo subito al tema da lei affrontato, e
cioè il problema del doppiaggio e del ridoppiag-
Forza Italia • 09 •
gio di molti film del passato, anche (a volte soprattutto) famosi. Credo di essere largamente autorizzato a parlarne. Da un lato sono sempre stato un
coerente sostenitore della necessità di disporre di
anche copie originali sottotitolate di film stranieri
doppiati. Dall’altro sono, da circa 15 anni, il Direttore Artistico di “Voci nell’Ombra”, ormai il più
antico fra i festival nostrani riguardanti il doppiaggio. I miei lunghi anni di esperienza Rai mi
hanno insegnato che molto spesso si è costretti a
ridoppiare un film perché il doppiaggio originario
non si trova più. Sembra una stupidaggine o una
follia, ma è proprio così. Mi è capitato spesso di
dover fare ridoppiare dei film (così, a memoria,
me ne vengono in mente due, ma in realtà sono
moltissimi: uno è “Angoscia” di Cukor, l’altro è
“Il grande sonno” di Hawks). Non ho mai saputo
con sicurezza se dietro alle improvvise risposte
negative delle Case di distribuzione e di quelle di
doppiaggio ci fosse un minimo di malafede o no.
Ma in realtà l’esperienza mi insegna che quasi
sempre si tratta di disordine nella catalogazione.
Una serie di “pizze” (allora i film si conservavano
così) venivano messe in un armadio sbagliato,
nessuno le cercava per molti anni e di fronte ad
una subitanea necessità risultavano ovviamente
introvabili. Le racconto un episodio vero e assolutamente incredibile. Ero, mi pare, ancora a RaiUno quando decisi di allestire un ciclo su
un’attrice canterina che era stata popolarissima
anche da noi prima della guerra e che ormai completamente dimenticata: Deanna Durbin. Il film
che le aveva dato una subitanea notorietà è “Tre
ragazze in gamba” (Three Smart Girls, 1936) di
Henry Koster poi seguìto da “Tre ragazze in
gamba crescono” (Tree Smart Girls Grow Up,
1939) dello stesso Koster. Riuscii a trovare e a far
comprare il primo film, che era quello che giusti-
Tre ragazze in gamba
ficava l’intero ciclo. Ne acquisii altri, misi insieme
un numero accettabile di titoli e varai il ciclo. Poco
prima di andare in onda mi telefonò un ottimo
montatore della Rai, si chiamava Baldi. Era disperato perché il doppiaggio italiano che gli era stato
messo a disposizione non si adattava assolutamente al film della Durbin, tanto più che veniva
menzionata, in un film di anteguerra, Elsa Martinelli! Per farla breve, da decenni veniva conservato al posto di “Tre ragazze in gamba” il
doppiaggio di un film di Jack Sher intitolato
“Quattro ragazze in gamba”. Fui costretto ad andare in onda ugualmente, facendo una figura da
stupidotto, e ne ricavai una bella lezione per il futuro.
Per scrivere a Claudio G.Fava:
[email protected]
[ di Giovanni Robbiano ]
Dagli spot al noir
Tutti i rumori del mare di Federico Brugia
F
EDERICO BRUGIA È FORSE OGGI il più
conosciuto regista pubblicitario nazionale, uno dei pochi le cui “campagne”
(per Mercedes, per Bmw, per assicurazioni
generali…) superano i confini e diventano
internazionali, uno con un suo stile, che riconosci, nella scelta delle facce, delle atmosfere, del ritmo, uno, insomma che porta
la pubblicità ad essere arte e il pubblicitario
ad essere legittimamente un autore.
Dentro il pubblicitario Federico, però, lotta
per uscire fuori il cinefilo. Il sogno suo, come
di tanti sodali, è il cinema. Facile dire che la
maggior parte dei colleghi, quando hanno
varcato la soglia hanno deluso, spesso pri-
gionieri della loro raffinatezza e dei loro ghirigori espressivi, perfino dei mezzi notevoli
che la pubblicità mette a disposizione peri
pochi secondi di prodotto.
Due secondo me le aree di sofferenza più
frequenti, pur se non ineluttabili, della categoria, quando si confronta con il moloch di
un film: il rapporto con la narrazione e
quello con l’attore inteso come principale
veicolo della precedente.
Federico si è concesso un regalo: ha investito parte dei guadagni della professione,
che sono buoni ma non permettono di acquistare squadre di calcio, anche perché
come direbbe Corrado Guzzanti: “C’è grossa
crisi” ed ha prodotto e diretto un suo film:
“Tutti i rumori del mare”, facendosi aiutare
dall’amico e regista di successo (ed ex pubblicitario) Luca Lucini, e da una solida compagnia di produzione Ungherese, Laokoon,
che ha collaborato con molte produzioni internazionali che spesso sono approdate a
Budapest e dintorni.
Ne è venuto fuori un film nobile ed elegante, rarefatto, del tutto anomalo per le no-
stre contrade, la storia
di un corriere di anime,
che trasporta ragazze
dall’est all’Italia per
portarle allo sfruttamento e che sente crescere dopo l’incontro con un’ultima
“vittima” il peso dei ricordi, dei rimorsi ed il
nulla insostenibile di cui si è circondato.
E’ un racconto di perdizione e riscatto
ammantato di noir che tralascia, per amore
o per forza il plot e le sue simmetrie e indaga un piccolo nucleo di anime perdute,
riuscendo secondo me a penetrarle e a trasmetterne la crescente, intollerabile sofferenza, il vuoto, infine il dolore. Thriller
esistenziale come è stato definito, che pure
lascia spazio ad un finale aperto e speranzoso in cui il mare finalmente, dato che il
film si svolge in una Ungheria fredda e nuvolosa, copre tutto con i suoi (dolci) rumori.
Il film è uscito a fine agosto, poche copie
e buone recensioni, cercate di recuperarlo.
C’è un cast di sconosciuti o quasi tra cui
emerge il volto Pirandelliano di Sebastiano
Filocamo,
qualche
cameo, Malika Ayane,
che è da poco la signora Brugia e che ha
pure regalato al film
alcuni pezzi musicali
davvero belli, il fantastico Mimmo Craig,
ancora in forma, una
apparizione ironica
di Rocco Siffredi
che a Budapest vive
(e lavora…) In più alcuni straordinari professionisti del posto, tra cui merita menzione Orsola Toth già vista in film da festival
spesso meritevoli.
Tutte facce giuste in una sceneggiatura
piena di suggestioni che, dimenticavo, assieme al buon Federico, ho scritto io.
SETTEMBRE - OTTOBRE 2012
FILM DOC
9
≤
FESTIVAL DOC
Guida ai film del festival che usciranno in sala
Cannes, mon Amour
L’austriaco Haneke vince un’ edizione non memorabile.
Tra gli eventi, una saga criminale indiana di sei ore.
[ di Renato Venturelli ]
Dopo l'ottima edizione 2011,
la legge del contrappasso. Cannes 2012 è stata povera di grandi
film, i titoli più attesi hanno avuto
accoglienze contrastate, ma c'era
comunque un pugno di autori in
grado di soddisfare il culto cinefilo: da Cronenberg a Bertolucci,
dal vecchio Resnais all'ex-giovane Carax. Qualche film è già
uscito nelle sale, molti arriveranno nelle prossime settimane.
Cominciamo da loro.
HANEKE - Ha vinto la Palma d'oro con Amour, gelida
e calcolatissima cronaca della morte al lavoro attraverso
i corpi di due miti della stagione Nouvelle Vague: Emmanuelle Riva e Jean-Louis Trintignant. Perfida metafora?
Grandi consensi: per qualcuno astutamente inseguiti.
VINTENBERG - In The Hunt - La caccia, il nipotino del
Dogma racconta l'incubo di un maestro incastrato da
un'accusa di pedofilia: un micidiale marchingegno narrativo attorno all'idea di manipolazione e di conformismo, costruito per intrappolare lo spettatore come la
cavia di un laboratorio.
CHRISTIAN MUNGIU - Il regista che vinse la Palma
d'oro con 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni prova con Oltre
le colline ad uscire dai cliché del nuovo-cinema-romeno,
attraverso una storia d'amour fou tra due ragazze in un
monastero.
KIAROSTAMI - Trasferta giapponese con Qualcuno da
amare: un vecchio professore, una escort, un fidanzato
geloso... Lontano dall'Iran, Kiarostami rischia le trappole
del turismo d'autore, ma sa sempre teorizzare con leggerezza.
KEN LOACH - Truffe e sberleffi al whisky scozzese per
Lo spirito degli angeli, favola sociale sui reietti del
mondo. Tutto molto leggero, ma Ken Loach si diverte e
il pubblico pure.
AUDIARD - Il regista del Profeta tenta con Un sapore
di ruggine ed ossa la carta del melò, raccontando il rapporto tra un uomo senza legami e una ragazza senza
gambe. Il corpo, l'etica, i sentimenti... Bollente sulla
carta, più tiepido sullo schermo; con Marion Cotillard.
PABLO LARRAIN - Il regista cileno conclude la trilogia
cominciata con Tony Manero e Post Mortem: stavolta il
titolo è No, ed il protagonista è un giovane pubblicitario
impegnato nel referendum del 1988 sulla riconferma di
Pinochet.
LAWLESS - Avventure di bootleggers nell'America
degli anni '20, coi fabbricanti clandestini di alcolici in
lotta quotidiana contro sceriffi e poliziotti. Da John Hillcoat (The Road), con personaggi da antico cinema bigger than life.
JEFF NICHOLS - E’ il nuovo (o quasi) regista americano del momento, l’autore di
Take Shelter che in Mud ci racconta la storia di formazione di
un ragazzino: alle prese con un
assassino in fuga, con problemi
in famiglia, con le prime ragazze, e insomma con l’ingresso nel mondo degli adulti.
Molto alla Mark Twain, s’è detto: snobbato dalla giuria,
venerato (per ora) dai festivalieri.
RESNAIS - A novant'anni, torna con Vous n'avez en-
core rien vu ai suoi temi prediletti: un gruppo di attori si
riunisce per una versione dell'Euridice, le varie interpretazioni si intrecciano, e il film riflette su cinema e teatro,
vita e morte, amore e tempo. Raffinatissimo, manco a
dirlo.
GANGS OF WASSEYPOUR - Uno dei
pochi eventi di Cannes 2012: un'immersione di sei ore in una delirante
epopea gangsteristica indiana, una
sorta di Padrino condotto a ritmo vorticoso, tra sangue, passioni, musica,
azione. Incandescente.
PARADISE: LIEBE - Donna austriaca sovrappeso va in
Africa per turismo sessuale, tra asprezze e moralismi:
dal regista viennese Ulrich Seidl, abbonato ai festival,
quasi sconosciuto in Italia.
IN THE FOG - Sergej Loniztsa ci racconta una cupa storia di guerra partigiana ambientata tra monti e neve: il
regista ucraino si conferma uno degli autori in crescita
del momento, ma fatica ad uscire nelle nostre sale.
DOPO LA BATTAGLIA - Poteva mancare un film sulle
"primavere" arabe? Da Yousri Nasrallah, ex-collaboratore
di Chahine, un film su piazza Tahrir. Tra idealismi e contraddizioni: arriverà in Italia?
Per la cronaca. Il referendum tra critici internazionali (Screen International) ha visto al primo posto
Amour, al secondo Oltre le colline, al terzo The Hunt, In
the Fog, Killing Them Softly, Un sapore di ruggine e ossa.
Per il referendum di Le film français, primo Amour, secondo Un sapore di ruggine e ossa, terzo Vous n'avez
encore rien vu.
Da Walsh a Boorman, da Grémillon a Demy sempre ricchissimo il Festival del Cinema Ritrovato
Bologna, senza un attimo di tregua
Dopo Ford e Hawks la XXVI edizione de Il Cinema Ritrovato di Bologna ha reso omaggio a Raoul Walsh,
rendendo accessibile al pubblico gran
parte della sua filmografia. Tra i film
muti presentati ricordiamo: il primo
lungometraggio del 1915, Regeneration (La rigenerazione), perduto e poi
ritrovato nel 1976; il melodramma del
‘22, Kindred of the Dust (Come polvere),
dal grande pathos griffithiano e What
Price Glory (Gloria) del ‘26, un film pacifista con una bellissima e audace
Dolores del Rio che firma una delle
didascalie: “Ci deve essere qualcosa
che non va in un mondo che ogni
trent’anni deve bagnarsi con il sangue
di giovani soldati” e interpreta Charmaine de la Cognac, una “ragazza
spaventata dalla guerra ma affascinata dagli uomini che si fermano davanti al suo sorriso prima di andare a
morire”, innamorata, seppur temporaneamente, di uno strepitoso Victor
McLaglen. Molti anche i film sonori,
tra questi: The Yellow Ticket (Il passa10
porto giallo) del ’31, sulla repressione
del popolo russo durante il regime zarista, con un giovanissimo Laurence
Olivier al suo debutto nel cinema
americano e l’esuberante Lionel Barrymore; Wild Girl (Ragazza selvaggia)
del 32 con Joan Bennett, girato in California tra gli alberi secolari del Sequoia National Park; Me and My Gal
(Io e la mia ragazza) del ’32 con Spencer
Tracy e Joan Bennett e Pursued (Notte
senza fine) del ’47, melodramma noir
travestito da western interpretato da
un grande Robert Mitchum.
Anche questa edizione ha avuto un
programma ricco di eventi. Ricordiamo, tra le molte emozioni: la proiezione di Lola, il film che Jacques
Demy girò a Nantes nel 1961 presentato da Agnés Varda; la retrospettiva
dedicata a Jean Grémillon, curata da
Paul Vecchiali, che ha consentito di riscoprire il grande e pressoché sconosciuto regista francese attraverso i
suoi film più belli, tra questi: L’ètrange
monsieur Victor del’38, Remorques del
FILM DOC SETTEMBRE - OTTOBRE 2012
’39 -41, Le ciel est à vous del’43 e Gueule
d’amour del’37 dove Jean Gabin mostra un’insospettata fragilità abbandonandosi in lacrime - nel finale del
film - tra le braccia dell’amico René
(Lefèvre) in un gesto così intenso da
lasciare nel pubblico, abituato all’amicizia virile di Hawks, un certo imbarazzo.
Ricordiamo
infine,
tralasciando molto altro, l’omaggio a
John Boorman con la proiezione di
Point Blank (Senza un attimo di tregua)
e la presentazione del film documentario Me and Me Dad, realizzato da
Katrine Boorman, una delle figlie di
John: un affettuoso e ironico ritratto
del padre. Durante l’incontro con i
due Boorman, padre e figlia, decisamente emozionante per i fans di Un
tranquillo weekend di paura, abbiamo
appreso ciò che il regista inglese
pensa di se stesso e del cinema: ”Durante la guerra la mia famiglia si era
trasferita lungo il Tamigi ed è lì che
per la prima volta vidi una troupe.
Pensai che era proprio una bella idea
Raoul Walsh
rifare il mondo anziché accettarlo così
com’è. E quello è stato l’inizio. Sono
una persona chiusa che tiene per sé i
suoi segreti. Ho fatto i miei film e mi
ci sono nascosto dietro. Ho lavorato
con grandi attori, uomini veri, duri e
belli e gli ho fatto vivere le avventure
che io avrei voluto vivere. Sono diventato Merlino: ho creato la magia
grazie alla macchina da presa. Sulla
mia tomba dovrebbero scrivere: Ecco,
il film è finito. Stop”.
(Antonella Pina)
≥
LIGURIA D’ESSAI
L’offerta didattica di Circuito Cinema Genova
Il cinema
per le scuole
M
ARTEDI’ 25 SETTEMBRE si è svolta presso il Cinema
Sivori di Genova la Quinta Edizione della Giornata Cinema & Scuole.
Da diversi anni la società Circuito Cinema Genova che gestisce
le multisale Ariston, City, Corallo, Odeon, Sivori e il Nuovo Cinema
Italia di Arenzano organizza presso la storica sala Sivori un momento di incontro con il mondo scolastico. L’iniziativa si rivolge ai
dirigenti e docenti delle diverse fasce scolari degli istituti genovesi
e della Provincia con l’intento di presentare l’ampia proposta didattica per i mesi a venire. Il Cinema può infatti rappresentare un
utile strumento integrativo al percorso intrapreso in classe aiutando
lo studente a comprendere e ad approfondire le complesse problematiche della vita grazie alla sua forza e alla sua immediatezza.
Numerosi i progetti presentati: tra questi Cinemando Corso Introduttivo al linguaggio cinematografico, Educare alla Legalità e
Giustizia in collaborazione con “Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” che prevede, su richiesta del docente, la proiezione di uno o più film sul tema.
Cinea Scuole un percorso in collaborazione con il Comune di Genova che, attraverso la visione di documentari proveniente dal Festival Cinemambiente di Torino, intende sensibilizzare i ragazzi a
favore di uno stile di vita più sostenibile.
E ancora Diritti al cinema in collaborazione con Amnesty International che affronta, attraverso il media cinematografico, il delicato tema della diversità.
Alla presentazione dei progetti ha fatto seguito la proiezione di
alcuni trailer di film di prossima uscita adatti a visioni scolastiche
e la proiezione speciale del film Il Rosso e il Blu alla straordinaria
presenza del regista Giuseppe Piccioni.
Il lungometraggio presentato, tratto dall’omonimo libro di Marco
Lodoli, è una commedia corale che affronta proprio le complessità
del mondo scolastico. La scuola – come sostiene lo stesso regista ha l’obiettivo di insegnare, o di arginare le pericolose deviazioni
correggendo la rotta del destino di molti, aiutando a scoprire vocazioni e interessi. Dove tutto ciò che è al di fuori sembra essere infinitamente più forte nella capacità di creare condizionamenti
negativi, rispetto alla quotidiana fatica di tutti i migliori insegnanti.
La pubblicazione con l’offerta didattica di Circuito Cinema Genova è disponibile su richiesta degli insegnanti presso le casse dei
cinema aderenti.
Per ulteriori informazioni tel. 010 583261
– [email protected]
≥
OCCHIO AI FILMDOC
TUTTI I SANTI GIORNI
DI PAOLO VIRZÌ,
CON LUCA MARINELLI, THONY
Lui è un portiere di notte coltissimo, appassionato di lingue antiche e di santi. Lei è permalosa,
lavora in un autonoleggio e spera
di diventare cantante. Si incontrano solo la mattina presto,
quando uno torna dal lavoro e l'altra si sveglia per far colazione.
Vanno avanti così tutti i santi
giorni: finché l'idea di avere un bambino rivoluziona il
loro rapporto. Da Paolo Virzì, un'altra commedia intimista, divertente e ricca di umanità.
IL COMANDANTE E LA CICOGNA
DI SILVIO SOLDINI,
CON CON ALBA ROHRWACHER,
VALERIO MASTANDREA
Un idraulico e una giovane
artista s'incontrano nello studio di un avvocato imbroglione e megalomane: la loro
storia e quella degli altri personaggi si svolgerà sotto lo
sguardo delle statue di una
grande città. Dal regista di
"Giorni e nuvole", un film che mescola realtà e fantasia:
con un grande cast che va da Alba Rohrwacher a Claudia
Gerini, da Valerio Mastandrea a Luca Zingaretti e il solito
Giuseppe Battiston, presenza fissa nei film di Soldini.
IO E TE
DI BERNARDO BERTOLUCCI,
CON CON JACOPO OLMO ANTINORI E TEA FALCO
Nove anni dopo The Dreamers, Bernardo Bertolucci
torna con un altro film di
giovani rinchiusi in un
luogo isolato: stavolta si
tratta di un ragazzino,
che invece di partire per
le vacanze si nasconde
in cantina con bibite e
lattine, ma deve fare i
conti con la sorellastra ex-tossica decisa a tirarlo fuori
dal suo isolamento.
vita: a quel punto, arriva in città il killer Brad Pitt, ingaggiato per eliminarli... Il tutto mentre si svolge la campagna elettorale tra Bush e Obama, e ogni ideale viene fatto
a pezzi dalla coscienza di quello che è in realtà l'America.
Dialoghi sferzanti e un ottimo Brad Pitt: dal regista neozelandese Andrew Dominik, impostosi con L'assassinio
di Jesse James per mano del codardo Robert Ford.
ON THE ROAD
DI WALTER SALLES,
CON SAM RILEY, GARRETT HEDLUND
LE BELVE
DI OLIVER STONE,
CON BLAKE LIVELY, AARON JOHNSON, TAYLOR KITSCH
Due tranquilli californiani vivono
producendo marijuana nella loro impresa casalinga,
quando all'improvviso si ritrovano a
fare i conti con un
micidiale cartello messicano della droga: ma renderanno
la vita dura ai trafficanti. Oliver Stone ritorna con un thriller potente, tratto dal romanzo di Don Winslow: con
John Travolta, Selma Hayek, Benicio Del Toro...
COGAN, KILLING
THEM SOFTLY
DI ANDREW DOMINIK
CON BRAD PITT, RAY
LIOTTA
Due disperati accettano di rapinare su commissione una bisca
clandestina, scatenando
la reazione della mala-
Due amici viaggiano attraverso l'America del dopoguerra: senza soldi, senza
meta, in cerca della libertà
della Beat Generation... E' il
film che porta finalmente sullo
schermo il libro leggendario di
Jack Kerouac: a dirigerlo, il regista brasiliano di celebri
on the road come "Central do Brasil" e soprattutto "I diari
della motocicletta", sul viaggio di Ernesto Che Guevara
e Alberto Granado.
KILLER JOE
DI WILLIAM FRIEDKIN
CON MATTHEW MCCONAUGHEY,
EMILE HIRSCH, GINA GERSHON
Brutti, sporchi e cattivi. Il
grande vecchio William Friedkin
torna in azione con un "white
trash noir" che mescola violenza
e commedia grottesca a partire
da un testo "alla Jim Thompson". Protagonista, un poliziotto killer ingaggiato da una famiglia di redneck per uccidere l'ex-moglie (e madre) e riscuotere il premio
dell'assicurazione... Dalla pièce di Tracy Letts.
SETTEMBRE - OTTOBRE 2012
FILM DOC
11
≤
I PROGRAMMI DEI CINEMA DOC in LIGURIA
GENOVA e PROVINCIA
CLUB AMICI DEL CINEMA - Tel. 010. 413838
c/o Cinema Don Bosco - Via C.Rolando, 15
16151 Genova - Sampierdarena
www.clubamicidelcinema.it - [email protected]
Orari:
feriali: Unico spett.
sabato:
domenica e festivi:
da gio 27 sett a mar 2 ottobre
di Leonardo Di Costanzo con Alessio Gallo, Francesca Riso,
Salvatore Ruocco, Italia 2012, 90’.
Veronica è una “tosta” di quindici anni, segregata
dalla camorra per uno sgarro; Salvatore, timido e
goffo, ne ha diciassette e gli è stato imposto di farle
da carceriere nell’edificio fatiscente di un ex manicomio. In un clima sospeso di intimidazione, tra
confidenze di sogni e paure, sboccia un sentimento delicato di fiducia e complicità. Premio CGS
Lanterna Magica Venezia 2012
da gio 11 a mar 16 ottobre
mer 3 – gio 4 ottobre
da ven 5 a mer 10 ottobre
RASSEGNA “A SCUOLA” IN COLLABORAZIONE CON AGISCUOLA LIGURIA
MONSIEUR LAZHAR di Philippe Falardeau con Mohamed Fellag, Sophie Nélisse, Emilien Néron, Brigitte Poupart.
Canada 2011, 94’
Una classe traumatizzata per il suicidio della maestra viene affidata ad un sostituto, un rifugiato algerino che ha alle spalle un dramma personale
dolorosissimo. La sua empatia riesce ad accom-
differenza e dalla disperazione, dove il contatto con
i problemi degli studenti e dei colleghi trasforma il
suo lavoro in una missione.
Da ven 19 a mar 23 ottobre
PIETA’ di Kim Ki-duk con Jung-Jin Lee,
Cho Min-soo, Corea del Sud 2012, 104’.
La misteriosa relazione tra un giovane spietato,
pronto a mutilare o uccidere pur di riscuotere i debiti per conto di uno strozzino, e una donna che
dice di essere sua madre. In un mondo dove il denaro è l’inizio e la fine di tutto –amore, violenza,
pietà, speranza – l’uomo sembra cedere al desiderio di essere amato. Una storia forte, intensa e
originale. Leone d’Oro alla Mostra di Venezia 2012.
ore 21,00
ore 15,30 - 21,00
ore 18,30 - 21,00
RASSEGNA “A SCUOLA” IN COLLABORAZIONE CON AGISCUOLA LIGURIA
A SCUOLA di Leonardo Di Costanzo,
Italia 2003, 60’
La vita nella scuola media Nino Cortese del rione
Pazzigno a Napoli ripresa per un intero anno scolastico. Non l’ennesimo documentario sui bambini
di Napoli, ma uno spaccato sul lavoro quotidiano
degli insegnanti, sul loro sforzo durissimo e faticoso, disperato e pieno d’amore, per tenere i ragazzi dentro la scuola ed affermare i valori della
convivenza civile.
L’INTERVALLO
pagnare i bambini al di là del silenzio e del tabu
della morte in un simmetrico processo di guarigione.
E’ STATO IL FIGLIO di Daniele Ciprì
con Toni Servillo, Giselda Volodi, Alfredo
Castro, Italia 2012, 90’
La tragedia colpisce la famiglia dei Ciraulo quando
la figlia viene uccisa dalla mafia. Il risarcimento di
duecento milioni previsto per questi casi (siamo
negli anni ’70) nelle speranze del padre potrebbe
risolvere i problemi finanziari della famiglia,in realtà mette in moto una spirale impazzita di desideri. I soldi arriveranno, ma la famiglia sarà già
pesantemente indebitata con commercianti e
strozzini.
da gio 25 a mar 30 ottobre
GLI EQUILIBRISTI di Ivano De Matteo con Valerio Mastandrea, Barbora Bobulova, Maurizio Casagrande, Rolando
Ravello, Italia 2012, 100’
mer 17 – gio 18 ottobre
RASSEGNA “A SCUOLA” IN COLLABORAZIONE CON AGISCUOLA LIGURIA
DETACHMENT - IL DISTACCO di
Tony Kaye con Adrien Brody, James Caan,
Christina Hendricks, Lucy Liu, USA 2012,
90’
Il distacco emotivo è la soluzione scelta da un supplente di letteratura per evitare qualunque coinvolgimento con gli altri. L’ultimo incarico lo porta in
una degradata scuola di periferia dominata dall’in-
IN COLLABORAZIONE CON LA COMUNITÀ
DI SANT’EGIDIO
“Il divorzio è per i ricchi”: la discesa dal benessere
alla povertà per un quarantenne che dopo la separazione non vuole privare di nulla moglie e due
figli. Per mantenere se stesso e la famiglia accetta
qualunque rinuncia e compromesso. Dall’ironia al
tragico, sul confine sempre più labile tra dignità e
miseria.
PROSSIMAMENTE
PRIME VISIONI
GIANNI AMELIO e MATTEO GARRONE - IERI e OGGI
COLPIRE AL CUORE
di Gianni Amelio
con Jean-Louis Trintignant, Laura Morante, Fausto Rossi, Italia 1982, 103’
Gli anni di piombo in una dimensione privata e
schiva che tralascia la cronaca e punta sul conflitto
generazionale, quello di un adolescente con un
padre troppo coinvolto con il terrorismo, mai giustificato e visto come un veleno che impregna la vita
civile. A seguito delle polemiche scoppiate alla Mostra di Venezia, fu messo in onda dalla RAI solo nel
1987 in seconda serata.
I GIORNI DELLA VENDEMMIA
di Marco Righi con Marco D’Agostin,
Lavinia Longhi, Gian Marco Tavani,
Italia 2010, 80’
L’educazione sentimentale di Elia, sedicenne
cresciuto in una famiglia intrisa di cattolicesimo e di comunismo, subisce una brusca accelerata con l’arrivo di Emilia, arrogante e
spregiudicata universitaria ingaggiata per la
vendemmia. Un’opera prima lontana dai cliché
sugli adolescenti, capace di raccontare turbamenti, emozioni e sensualità.
L’ESTATE DI GIACOMO di Alessandro Comodin con Giacomo Zulian,
Stefania Comodin, Barbara Colombo.
Italia/Francia/Belgio 2011, 78’
12
IL PRIMO UOMO
di Gianni Amelio con
Jacques Gambin, Maya Sansa, Catherine
Sola, Italia/Francia/Algeria 2011, 98’
Dal libro autobiografico incompiuto di Albert Camus,
il viaggio a ritroso nel tempo di uno scrittore che
torna in Algeria negli anni ’50. Alla memoria personale della magia di una infanzia povera si affianca
il dramma collettivo della sanguinosa lotta per la
liberazione. Un film politico intenso ed emozionante;
la fotografia- impeccabile- è di Luca Bigazzi. Premio Fipresci al Festival di Toronto 2012.
TERRA DI MEZZO
di Matteo Garrone,
Italia 1996, 78’
Tre storie di emarginazione ambientate nella cintura
periferica di Roma: prostitute nigeriane in attesa di
clienti, giovani albanesi a caccia di un lavoro qualsiasi, un egiziano che la notte diventa benzinaio
abusivo. Toccante viaggio in una realtà che sfioriamo ogni giorno, a cavallo tra documentario e finzione.
REALITY
di Matteo Garrone con Aniello
Arena, Loredana Simioli, Claudia Gerini,
Italia 2012, 115’
La grande illusione, quella della TV vista come un
Eldorado da raggiungere a qualunque costo, stravolge la vita serena e dignitosa di un pescivendolo
napoletano che si presenta alle selezioni per Il
Grande Fratello. Si convince di essere stato scelto
e di essere sempre sotto esame da parte di “quelli
della TV”, scivolando nell’ossessione e poi nella follia. Grand Prix della Giuria a Cannes 2012.
RASSEGNA
“A scuola”
in collaborazione con
AGISCUOLA LIGURIA
TUTTI PER UNO
di Romain Goupil
con Valeria Bruni Tedeschi, Louna
Klanit, Linda Doudaeva, Jules Ritmanic, Francia 2010, 90’
L’amicizia e la complicità che legano una
banda di ragazzini sono più forti del razzismo
e della xenofobia dei grandi. Uno di loro, Youssef, è stato espulso con i genitori sans papier;
quando la stessa sorte sembra toccare anche
a Milana, i suoi compagni decidono di mettere
in atto un piano per salvarla.
IL ROSSO E IL BLU di Giuseppe
Piccioni con Margherita Buy, Riccardo
Scamarcio, Roberto Herlitzka, Italia
2012, 98’
Omaggio a Woody Allen e a David Cronenberg
WOODY di Robert B. Weide, USA 2012,
113’
Tutto quello che avreste voluto sapere su Woody
Allen ma non avete mai osato chiedere. La vita privata e pubblica del regista, dall’infanzia a Brooklyn
agli esordi nella stand-up comedy fino all’approdo
alla regia. I ricordi, le passioni, le manie di una leggenda del cinema, anche nelle interviste di molti attori e amici.
FILM DOC SETTEMBRE - OTTOBRE 2012
COSMOPOLIS
di David Cronenberg con
Robert Pattinson, Juliette Binoche, Paul
Giamatti, Matthieu Amalric, Sarah Gadon,
Canada/Francia 2012, 105’
Ai tempi di Occupy Wall Street, “l’estensione logica
del business è l’omicidio”. All’interno della lussuosa
limousine che attraversa la città, un giovane multimiliardario ai vertici del capitalismo finanziario assiste al crollo del suo impero e cerca di sfuggire allo
stalker che potrebbe ucciderlo.
MEDIATECA DI SAMPIERDARENA
LEZIONI DI CINEMA
OMAGGIO
A PIETRO GERMI
≥
Cinema CORALLO - Tel. 010 586419
Via Innocenzo IV, 13 - 16128 GENOVA
www.circuitocinema.it
Tutti i martedi alle 15.30 - 18.00 - 20.30
THE STORY OF FILM - AN ODYSSEY
di Mark Cousins
The Story of Film è la storia in 15 episodi
del cinema internazionale raccontata attraverso le varie tappe dell'innovazione
cinematografica. Il film visita i luoghi
chiave della storia del cinema - da Hollywood a Mumbai, dalla Londra di Hitchcock al villaggio indiano in cui fu girato
Pather Panchali di Satyajit Ray - e propone interviste con registi e attori leggendari tra cui Stanley Donen, Kyoko
Kagawa, Gus van Sant, Lars Von Trier,
Claire Denis, Bernardo Bertolucci, Robert
Towne, Jane Campion e Claudia Cardinale.
Il Cinema CORALLO propone ogni settimana
due episodi di The Story of Film, a partire
da martedì 25 settembre.
Il costo è di Euro 6, Abbonamento 7 ingressi
a 21 Euro. E’ possibile, su richiesta del docente, organizzare proiezioni mattutine
degli episodi di The Story of Film al costo
di 4.50 euro a studente.
Per informazioni: www.circuitocinemagenova.com – tel. 010 583261
MAR 25 settembre
1895-1918- Il mondo scopre una nuova
forma d'arte
1903-1918- Il brivido diventa racconto
Thomas Edison - George Eastman - i fratelli Lumière
1918-1928- Il trionfo del cinema americano e suoi primi ribelli
Nascita di Hollywood e primi grandi cineasti: Charlie Chaplin, Buster Keaton, Robert Flaherty ed Eric
Von Stroheim.
MAR 02 ottobre
1918-1932- I grandi registi ribelli nel
mondo)
Gli anni Venti: da Parigi a Berlino, da Mosca a
Shanghai e Tokyo, artisti “ribelli” si cimentano con
la nuova forma d'arte, facendo del cinema un laboratorio di sperimentazione.
Gli Anni '30. I grandi film americani di
genere e la brillantezza dei film europei
L'avvento del sonoro rivoluziona l'industria cinematografica, mutandone le forme e i contenuti.
Commedie, western, musical, horror: gli spettatori
sognano con “Via col vento” e Alfred Hitchcock affolla i loro incubi.
MAR 09 ottobre
1939-1952- La devastazione della guerra
e un nuovo linguaggio filmico
Paul Schrader, Robert Towne e Stanley Donen ri-
I PROGRAMMI DEI CINEMA DOC in LIGURIA
flettono sulle trasformazioni degli anni Quaranta,
da “Quarto potere” a “Cantando sotto la pioggia”.
1953-1957- Il racconto enfatico. Il cinema mondiale sul punto di esplodere
Nuovi sex symbol dominano la scena, da James
Dean e Marlon Brando: la passione diventa l'elemento centrale nelle pellicole di tutto il mondo,
mentre l'oriente esprime registi come Satyajit Ray
e Akira Kurosawa.
MAR 16 ottobre
1957-1964- La scossa del Nuovo. Forme
moderne di cinema nell'Europa occidentale
Da Bergman al cinema francese, il meglio dell'arte
europea a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Con Claudia Cardinale che celebra Fellini e
Bernardo Bertolucci che rievoca la collaborazione
con Pasolini.
1965-1969- Le “Nouvelles Vagues”.
Nuove ondate si propagano nel mondo
“Easy Rider” e “2001: Odissea nello spazio” spalancano le porte ad una nuova era cinematografica,
mentre nel mondo si impongono figure come
quelle di Roman Polanski, Andreji Tarkovskij, Nagisa Oshima, e si affacciano nuovi registi dall'Africa
e dall'India.
MAR 23 ottobre
MAR 30 ottobre
Gli anni '70 e oltre. Nuovi linguaggi nel
cinema popolare
Le grandi sperimentazioni tra industria e autori
anni '70: da “Star Wars”, “Lo Squalo” e “L'esorcista” all'avvento di Bollywood e di Bruce Lee.
Gli anni '80. Cinema e protesta in giro per
il mondo
John Sayles rivela come le insurrezioni di Piazza
Tienanmen, il crollo dell'Unione Sovietica e le rivoluzioni dell'Europa dell'Est abbiano cambiato per
sempre il volto del cinema.
MAR 06 novembre
1990-1998- Gli ultimi giorni della celluloide prima dell'arrivo del digitale
Gli anni '90 sono un decennio spettacolare e di
grandi trasformazioni nel cinema mondiale: da
Abbas Kiarostami a Shinji Tsukamoto e il cinema
horror, passando per Lars Von Trier e la violenza visiva di Takashi Miike,
Gli anni '90. I primi giorni del digitale. La
realtà perde la concretezza in America e
in Australia
I magnifici anni '90 sono dominati da Tarantino, dai
fratelli Coen e dall'emergente cinema australiano
di Baz Luhrmann. Mentre si annuncia un'altra rivoluzione: quella del digitale.
1967-1979- Il Nuovo Cinema Americano
Gli anni 2000 e oltre. Il cinema completa
il giro: il futuro dei film.
Buck Henry, autore de “Il laureato”, ci racconta la
genesi del film, Paul Schrader ci traghetta all'interno di “Taxi Driver” e Robert Towne ci rivela il lato
oscuro di “Chinatown”, mentre negli Stati Uniti
nasce il Black American Cinema.
Una riflessione sul presente e sul percorso che il
cinema intraprenderà nell'imminente futuro: a partire da David Lynch, Christopher Nolan e dalle cinematografie sempre più innovative dell'Oriente.
1969-1979- I registi radicali negli Anni
'70 raccontano lo stato della Nazione
Dalla Germania di Wenders all'Inghilterra di Loach,
un viaggio nell'Europa anni '70, con una panoramica sul cinema nascente in Africa e Sud America
CINEMA MIGNON - Tel. 0185309694
CINECLUB NICKELODEON - Tel. 010 589640
Via Martiri della Liberazione, 131 – CHIAVARI (GE)
e-mail: [email protected]
Orari: ore 16,00 – 21,15
Via Consolazione, 1 - 16121 Genova
e-mail: [email protected]
Orari: ven e dom ore 16,00 e 21,15; sab e feriali: ore 21,15
Rassegna " Stanno tutti bene”
Ven 28- Sab 29- Dom 30 settembre Mer 03- Gio 04 ottobre
Mer 03 ottobre
MARILYN di Simon Curtis
con Michelle
Williams, Eddie Redmayne, Julia Ormond,
Kenneth Branagh GB-USA, 2011 – 99’
IL PESCATORE DI SOGNI
di Lasse
Hallström con Ewan McGregor, Emily
Bunt, Kristin Scott-Thomas GB, 2012 112’
Ven 05 - Sab 06 - Dom 07 - Mer 10
Gio 11 ottobre
Mer 10 ottobre
Mer 24 ottobre
POLLO ALLE PRUGNE
LA GUERRA E’ DICHIARATA
di Vincent
Paronnaud, Marjane Satrapi con Mathieu
Amalric, Maria de Medeiros, Francia-Germania, 2011 - 91’
di Valérie Donzelli con V. Donzelli, Jérémie
Elkaim, César Desseix Francia, 2011 – 100’
Mer 17 ottobre
FUORI DAL GIOCO
ROBA DA MATTI
di Enrico Pitzianti
Italia, 2012 – 80’ - Sarà presente il regista
Mer 07 novembre
di Marco Brambini Italia, 2011 -
CENA TRA AMICI
di Alexandre de
A Novembre ritorna il
CINEFORUM GENOVESE
al CINEMA AMERICA
di via Colombo
Sarà presente il regista
La Patellière, Matthieu Delaporte con Patrick Bruel, Valérie Benguigui, F. Fabian,
Francia-Belgio, 2012 - 109’
Ven 12 - Sab 13 - Dom 14 - Mer 17
Gio 18 ottobre
MONSIEUR LAZHAR
di Philippe Falardeau con Fellag, Sophie Nélisse, Danielle Proulx Canada, 2011 -94’
con i migliori film
dell’ annata
per tutte le informazioni
www.cineforumgenovese.it
IMPERIA e PROVINCIA
CINEMA OLIMPIA
- Tel. 0184 26.19.55
Via Luigi Cadorna, 3 - 18012 Bordighera (SV)
Unico Spettacolo: ore 21,00
Promozione films d’ Essai: Euro 3,00
Lun 29 - mar 30 ottobre
Niels Arestrup Francia 2010 - 111’
POLLO ALLE PRUGNE di Marjane
Lun 15 - mar 16 ottobre
IL PRIMO UOMO di Gianni Amelio con
Jacques Gamblin, Maya Sansa,Catherine
Sola Italia Francia Algeria 2011 - 98’
Satrapi, Vincent Paronnaud con Mathieu
Amalric, Maria De Medeiros, Edouard
Baer, Chiara Mastroianni Francia Germania 2011 - 91’
Lun 22 - mar 23 ottobre
Lun 01 - mar 02 ottobre
BELLA ADDORMENTATA Marco
Bellocchio con Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Michele Riondino
Italia 2012 - 110’
Lun 08 - mar 09 ottobre
LA CHIAVE DI SARA di Gilles Paquet - Brenner con Kristin Scott Thomas,
CENA FRA AMICI di
Alexandre de
La Patellière, Matthieu Delaporte con Patrick Bruel, Valérie Benguigui, Françoise
Fabian, Charles Berling, Guillaume De Tonquedec Francia-Belgio, 2012 - 109’
SETTEMBRE - OTTOBRE 2012
FILM DOC
13
≤
I PROGRAMMI DEI CINEMA DOC in LIGURIA
SAVONA e PROVINCIA
Nuovo FILMSTUDIO - Tel./fax 019 813357
mar 16 ottobre
mer 17 ottobre
15.30 - 21.15
21.15
IL CASTELLO NEL CIELO
vivono di espedienti. Simon deruba i ricchi turisti del
posto, vendendo poi la refurtiva ai coetanei. È lui a
prendersi cura di Louise che, sbandata, si trova
spesso senza lavoro....
Piazza Diaz, 46r - SAVONA
(Tenku no shiro Rapyuta) di Hayao
Miyazaki Giappone 1986, 124'
Film vincitore dell'Orso d'Argento al
Festival di Berlino 2012.
www.nuovofilmstudio.it - [email protected]
Un giovane orfano di nome Pazu scopre una misteriosa ragazza che sembra discendere dal cielo. La
ragazza, svenuta, porta al collo uno strano meda-
da ven 26 ottobre a lun 29 ottobre
VUOTI A RENDERE
100' con Zdenek Sverak, Tatiana Vilhelmová,
mar 30 ottobre
mer 31 ottobre
Daniela Kolarova
Tre uomini e una pecora
di Jan Sverak Rep. Ceca/Gran Bretagna 2007,
da ven 28 sett a lun 01 ottobre
Film in prima visione
mar 02 ottobre
mer 03 ottobre
15.30 - 21.15
21.15
MARLEY
di Kevin Macdonald Usa/Gran Bretagna
2012, 144' con Bob Marley.
La vita, le dichiarazioni, la musica, le donne, i figli,
l’impegno e le contraddizioni del più famoso interprete del reggae giamaicano. Attraverso le dichiarazioni di quelle che, di momento in momento, sono
state le persone a lui più vicine, Bob Marley viene
descritto e raccontato da chi lo conosceva...
gio 04 ott - Ingresso libero
ore 16.00
Auser Savona e Nuovofilmstudio
presentano:
Film in prima visione
(Vratné lahve)
Praga. Josef Tkaloun è un anziano insegnante di
letteratura che, essendosi convinto di non essere
più in grado di interagire con i suoi studenti, decide
di abbandonare l’insegnamento. Tuttavia, il professore non ha intenzione di chiudersi in casa. Si
mette quindi alla ricerca di una nuova occupazione...
da ven 05 a lun 08 ottobre
Film in prima visione
Mar 09 ottobre
mer 10 ottobre
15.30 - 21.15
21.15
COSMOPOLIS di David Cronenberg
con Robert Pattinson, Juliette Binoche,
Paul Giamatti Canada/Francia 2012, 105'
New York è una città in subbuglio, l'era del capitalismo si avvicina alla conclusione. Mentre una visita
del Presidente degli Stati Uniti paralizza Manhattan,
il giovane multimiliardario Eric Packer ha un'unica
ossessione: farsi tagliare i capelli dal suo barbiere,
che si trova dall'altra parte della città...
da ven 12 ottobre a lun 15 ottobre
Film in prima visione
15.30 - 21.15
21.15
(A few best men) di Stephan Elliott
Australia/Gran Bretagna 2012, 97'
con Xavier Samuel, Kris Marshall,
Kevin Bishop, Tim Draxl, Olivia Newton-John
glione. Presto Pazu scoprirà che tanto l'esercito
quanto i pirati sono sulle tracce della giovane Sheeta,
la quale sembra avere la chiave d'accesso per la leggendaria città di Laputa...
da ven 19 ottobre a lun 22 ottobre
Film in prima visione
mar 23 ottobre
mer 24 ottobre
15.30 - 21.15
21.15
Sister
(L'enfant d'en haut) di Ursula
Meier Francia/Svizzera 2012, 100'
con Kacey Mottet Klein, Léa Seydoux,
Gillian Anderson
L'inglese David e l'australiana Mia s'incontrano su
una spiaggia paradisiaca, s'innamorano e decidono
di sposarsi. Il matrimonio è previsto nel cuore delle
Blue Mountains, dove lo sposo si recherà soltanto
alla vigilia del gran giorno, insieme con i suoi più cari
amici, tre allegri ragazzacci, dementi e con il fiuto
per i guai...
Programmazione cinematografica a cura di
Corrado e Damiano Meraviglia.
Programma realizzato da Damiano Meraviglia e Andrea Tessitore, con la collaborazione di Francesco Chignola.
Svizzera. In una vallata industriale, ai piedi di una
stazione sciistica di lusso immersa tra le nevi delle
Alpi, il dodicenne Simon e la sorella maggiore Louise
CINEMA-TEATRO D.N. LEONE Tel. 019 4002188 -
CINEMA DON BOSCO - Tel. 348 7760791 -
Via Colombo, 42 - 17011 Albisola Superiore (Sv)
Orari spettacoli: ven e sab: ore 21:15 - dom: ore 16:00 e 21:15
Via Don Giovanni Paseri, 5 - 17011 Varazze (Sv)
Orari spettacoli: lun e sab: ore 21:15 - dom: ore 17:30
Norton USA, 2012 – 135’
Sab 29 - Dom 30 sett - Lun 01 ottobre
Sab 20 - Dom 21 - Lun 22 ottobre
RIBELLE – THE BRAVE
L’INTERVALLO
di Mark Andrews USA, 2012 - 93’
Sab 06 - Dom 07 - Lun 08 ottobre
Ven 19 - sab 20 - dom 21 ottobre
di Leonardo Di Costanzo con Francesca Riso, Alessio Gallo,
Antonio Buil Puejo Italia-Svizzera-Germania, 2012 – 90’
RIBELLE – THE BRAVE
di Mark Andrews USA, 2012 - 93’
Ven 26 - sab 27 - dom 28 ottobre
MONSIEUR LAZHAR
di Philippe
Falardeau con Fellag, Sophie Nélisse,
Danielle Proulx Canada 2011 – 94’
Ven 05 - sab 06 - dom 07 ottobre
Sab 13 - Dom 14 - Lun 15 ottobre
L’ERA GLACIALE 4 - Continenti
alla deriva di Steve Martino USA,
BELLA ADDORMENTATA
2012 – 94’
di Marco
Bellocchio con Alba Rohrwacher, Michele
Riondino, Toni Servillo, Maya Sansa, Pier
Giorgio Bellocchio Italia-Francia, 2012 110’
Ven 12 - sab 13 - dom 14 ottobre
THE BOURNE LEGACY di Tony Gilroy
con Jeremy Renner, Rachel Weisz, Edward
CINEMA-TEATRO COMUNALE - Tel 019 618095 - 3343117089 -
Via IV novembre/ Piazza Castello 17027 Pietra Ligure (Sv)
Orari spettacoli: ven e sab: ore 21:15 - dom: ore 16:00 e 21:15
Castro, Aurora Quattrocchi, Pier Giorgio
Bellocchio Italia, 2012 – 90’’
Seguiranno:
C’ERA UNA VOLTA IN ANATOLYA
di Nuri Bilge Ceylan
MONSIEUR LAZHAR
di Philippe Falardeau
Ven 28 - sab 29 - dom 30 settembre
L’ERA GLACIALE 4 - Continenti
alla deriva di Steve Martino USA,
GLI EQUILIBRISTI
di Ivano De Matteo
2012 – 94’
Ven 05- sab 06 - dom 07 ottobre
E’ STATO IL FIGLIO di Daniele Ciprì
con Toni Servillo, Giselda Vodoli, Alfredo
14
PROMETHEUS di Ridley Scott con
Noomi Rapace, Michael Fassbender e Guy
Pearce USA-GB 2012 - 124’ - vm 14
FILM DOC SETTEMBRE - OTTOBRE 2012
CHEF
di Daniel Cohen
IL ROSSO E IL BLU
di Giuseppe Piccioni
MOLTO FORTE INCREDIBILMENTE VICINO di Stephen Daldry
DETACHMENT- IL DISTACCO
di Tony Kaye
I PROGRAMMI DEI CINEMA DOC in LIGURIA
≥
LA SPEZIA e PROVINCIA
Cineforum Film Club PIETRO GERMI
c/o Cinema teatro Il Nuovo - Tel. 0187 24422
Via Colombo, 99 - 19100 LA SPEZIA
e-mail: [email protected] - www.cinemailnuovolaspezia.it
terapia matrimoniale nella cittadina di Great Hope
Springs, dove vive un famoso consulente matrimoniale (Steve Carell). Nessuno dei due, però,
sembra sapere cosa li aspetta: all’inizio superare
le inibizioni e gli imbarazzi non sarà affatto semplice ma sarà l’unico modo per riaccendere quella
scintilla di quando si erano innamorati.
“QUEL CHE RIMANE DELL’ESTATE ”
Una «principessa arrogante», costretta dalla brutalità della vita a scendere dal piedistallo, precipitare
nel più buio degli incubi, iniziare faticosamente a
rinascere. Intensa, maledetta, fragile, dolce, fortissima, Marion Cotillard, la diva di Francia più applaudita del momento, monopolizza la scena di questo
splendido film grazie al personaggio di Stéphanie,
tratto dai racconti di Craig Davidson, Dal regista “Il
Profeta”, il film più applaudito al Festival di Cannes.
“QUEL CHE RIMANE DELL’ESTATE ”
Da ven 28 settembre
IL ROSSO E IL BLU
Mar 09 e merc 10 ottobre
ore 17.30-21.15
di Giuseppe
Piccioni con Margherita Buy, Riccardo
Scamarcio, Roberto Herlitzka, durata
100 min - Italia
La storia di un insegnante e dei suoi studenti, ambientato in una scuola superiore di Roma. Qui vi è
un anziano professore di storia dell'arte molto cinico che ha perso il senso del suo lavoro.
Prendono parte anche un giovane supplente alla
sua prima volta da insegnante, una preside impeccabile e rigorosa e dei ragazzi che sfidano la
sorte per dimostrare di essere adulti. Il rosso e il
blu è tratto dall'omonimo libro di Marco Lodoli,
pubblicato da Einaudi. La sceneggiatura è stata
scritta dal regista insieme a Francesca Manieri.
di Tony Kaye con Christina Hendricks,
Adrien Brody, James Caan, Lucy Liu,
durata 97 min. – USA.
L'ambientazione scolastica non deve fuorviare,
perchè Detachment non è un film di genere scolastico, non solo. E' un'analisi dell'esperienza
umana, un caleidoscopio di emozioni, un viaggio
nei fallimenti e nelle speranze più sincere; un
magistrale Adrien Brody, trattenuto, intenso e
sofferente, è un supplente. Non un insegnante di
ruolo, quindi, ma un eterno irrisolto, migrante da
una scuola all'altra. Detachment un film solido,
emozionante, toccante.
“QUEL CHE RIMANE DELL’ESTATE ”
“QUEL CHE RIMANE DELL’ESTATE ”
Mar 02 e merc 03 ottobre
ore 17.00-21.30
Mar 16 e merc 17 ottobre
ore 17.30-21.15
C’ERA UNA VOLTA IN ANATOLIA
SINGOLARITA’ DI UNA RAGAZZA
BIONDA di Manoel de Oliveira con
di Nuri Bilge Ceylan con Yilmaz Erdogan, Taner Birsel durata 150 min. –
Turchia
Gran Premio della giuria al Festival di Cannes
2011, costituisce un'autentica sorpresa nel panorama cinematografico mondiale. Il regista
turco riesce a dare vita ad un poliziesco assolutamente impeccabile nello svolgersi della vicenda. Grande prova soprattutto dell'attore
turco Taner Birsel, del direttore della fotografia,
che compie un lavoro veramente importante
sugli effetti luminosi, rendendoli sofisticati e
quasi surreali, sullo sfondo delle colline anatoliche che si snodano davanti allo sguardo durante
il tragitto notturno. Solo per palati fini.
Gio 04 ottobre - Anteprimaore 17.30-19,30 -21.30
UN SAPORE DI RUGGINE E OSSA
di Jacques Audiard con Marion Cotillard,
Matthias Schoenaerts, durata 120 min. Belgio, Francia
DETACHMENT - IL DISTACCO
Ricardo Trepa, Catarina Wallenstein,
durata 64 min. - Portogallo, Spagna,
Francia.
Il cinema non finisce mai di stupire, giovani registi e vecchi riescono ad ammagliare. De Oliveira
a soli 104 anni, dimostra di essere un vecchio
giovane. Quella fiches che sparisce e non arriva
mai a terra. Uno zio che ha vissuto forse lo
stesso dramma d'amore e non vuole che ciò avvenga al nipote. Un film che non ha epoca, solo
gli euro ci fanno sentire ai giorni d'oggi. Grazie,
maestro Oliveira per averci ancora fatto sognare.
Da Gio 18 ottobre
IL MATRIMONIO CHE VORREI
di Mike Nichols con Meryl Streep, Steve
Carell, Elisabeth Shue, Tommy Lee Jones,
durata 100 min. – USA.
May (Meryl Streep) e Arnold (Tommy Lee Jones)
sono la classica coppia annoiata da tanti anni di
matrimonio. Stanca della routine e con tanta voglia di riaccendere la passione, Kay sconvolge suo
marito con una proposta “folle”: una settimana di
CONTROLUCE - CINEMA DON BOSCO
Tel.: 0187 714955 - Via Roma, 128 - 19100 LA SPEZIA
www.cgscontroluce.it - e-mail: [email protected]
Prezzi: Euro 7,00; ridotto Euro 5,00; ridotto C.G.S. Controluce Euro 3,50; anziani Euro 4,00
Da ven 28 sett a mer 03 ottobre
Da gio 04 a mer 10 ottobre
IL ROSSO E IL BLU
MONSIEUR LAZHAR di Philippe Fa-
di Giuseppe Piccioni con Margherita Buy, Riccardo
Scamarcio, Roberto Herlitzka Italia, 2012 98’
lardeau con Fellag, Sophie Nélisse, Danielle Proulx, Jules Philip, Canada, 2012 94’
Mar 23 e merc 24 ottobre
ore 17.30-21.15
MONSIEUR LAZHAR
di Philippe
Falardeau con Fellag, durata 94 min.
– Canada.
Delicato, toccante, intelligente, mai pietoso, questo film vede oltre a monsieur Lazhar grandi
protagonisti i bambini, bravissimi tutti nell'interpretare i loro personaggi. Ci viene offerta anche
l'immagine progredita di una scuola nel moderno e democratico Canada, ma anche l'ingerenza esagerata o la totale assenza dei genitori,
caratteristica della società moderna. Ben recitato, ottima musica, belle le inquadrature dei
bambini e alcuni passaggi che si fanno ricordare.
EVENTI
Mar 25 settembre -ANTEPRIMA ore 21.30
SENZA TRUCCO LE DONNE DEL
VINO NATURALE
Il ritratto di donne intense e coraggiose, diverse
tra loro ma accomunate da una stessa passione
e da un legame profondo con il territorio. “Senza
Trucco” perché queste donne si presentano alla
telecamera così come sono, al naturale, immerse nella campagna e nel proprio lavoro. Ma
soprattutto perché i vini che fanno assomigliano
loro in maniera sorprendente: diretti ed energici,
prodotti soltanto con uva non trattata e senza interventi chimici in vigna e in cantina.
la serata e’ organizzata dall’Associazione Italiana Sommelier (AIS) che
offre degustazione di vini.
Presente in sala la regista Giulia Graglia.
lemme. Naïm ha 20 anni, è palestinese, e vive a
Gaza. Tal e Naïm si ritrovano a dover vivere,
senza averla scelta, una situazione esplosiva, a
un’età in cui dovrebbero pensare a innamorarsi
e a disegnare il loro avvenire, il loro posto nel
mondo. La tenue speranza che la loro relazione
possa donar loro la forza di sopportare questa
dura realtà, di affrontarla, e magari di cambiarla,
è nutrita da una bottiglia gettata in mare e da
una corrispondenza via e-mail
Ven 28 settembre - ore 18 APERICINEMA CON L’ANTEPRIMA
DEL FILM
THIS IS MY LAND..HEBRON
Il film racconta quello che in molti preferiscono
non vedere, "This is my Land... Hebron" è un
implacabile viaggio alla scoperta degli aspetti
più nobili, mostruosi e contraddittori dell'animo
umano. Un folgorante ritratto di una terra santa
e maledetta, promessa e contesa da troppi.
Presenti in sala i registi Giulia Amati e
Stephan Natanson.
Al termine della proiezione aperitivo
palestinese offerto al pubblico.
CINEMA MIGRANTE
Matinèe per le scuole
Dal 15 al 23 ottobre
MARE CHIUSO
di Andrea Segre
IL SANGUE VERDE
Gio 27 e ven 28 settembre
di Andrea Segre
ASPETTANDO ESTELLE…
AL CINEMA
I MAGLIARI
In occasione dell’arrivo alla Spezia della
goletta Estelle e delle giornate di solidarietà palestinese, con il Coordinamento
Freedom Flotilla, Il cinema Il Nuovo aderisce all’iniziativa
“LA SPEZIA RESTA UMANA”
Gio 27 settembre - ANTEPRIMA del
Film
A BOTTLE IN THE GAZA SEA
Tal ha 17 anni, è israeliana, e vive a Gerusa-
Da gio 11 a mer 17 ottobre
REALITY
di Matteo Garrone con Aniello
Arena, Loredana Simioli Italia, 2012 - 115’
Da gio 18 a mer 24 ottobre
TUTTI I SANTI GIORNI
di Paolo Virzì
con Thony, Luca Marinelli, Franco Gargia
Italia, 2012 -102’
Da gio 25 ottobre
IO E TE
di Bernardo Bertolucci con Jacopo Olmo Antinori, Tea Falco, Sonia Bergamasco, Pippo Delbono, Veronica Lazar
Italia, 2012 - 97’
SETTEM-
di Francesco Rosi
IL CAMMINO DELLA SPERANZA
di Pietro Germi
IL ROSSO E IL BLU
di Giuseppe Piccioni
MARCINELLE
di Antonio Frazzi
PER SALVARE FILM DOC
IL NUMERO DI FILMDOC CHE STATE SFOGLIANDO POTREBBE ESSERE L'ULTIMO.
Dopo vent'anni di pubblicazione, e alle soglie del numero 100, la rivista si trova
in un momento di grave difficoltà economica per cui esce in edizione ridotta,
a 16 pagine e in sole 5000 copie.
Questo numero lo trovate solo qui
Il numero 99 è disponibile esclusivamente nelle seguenti sale,
che hanno contribuito alla sua realizzazione:
OLIMPIA - Bordighera
ARISTON - Sanremo
CENTRALE - Sanremo
CENTRALE - Imperia
IMPERIA - Imperia
POLITEAMA - Diano Marina
FILMSTUDIO - Savona
AMERICA - Genova
ARISTON - Genova
CITY - Genova
CINEFORUM GENOVESE (c/o America) - Genova
CORALLO - Genova
ODEON - Genova
NICKELODEON - Genova
RITZ - Genova
SAN SIRO – Genova
SIVORI - Genova
CLUB AMICI DEL CINEMA - Ge -Sampierdarena
COLUMBIA – Ronco Scrivia
MIGNON - Chiavari
CONTROLUCE - La Spezia
IL NUOVO – La Spezia
ITALIA - Sarzana
MODERNO - Sarzana