INTERVENTO Siae
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INTERVENTO SAPO MATTEUCCI - SIAE Grazie, però volerei molto molto basso, anzi con la schiena piegata come Groucho Marx. Purgatoriha già detto molto, Petraglia ha accennato a questo fatto, Senofonte Fuksas ha parlato del fatto che chi vende bellezza è un rostituto, invece chi vende merci è un fautore delle magnifiche sorti progressive, e, volevo sostenere, dirvi, che quello che diceva Purgatori non solo è vero, è verissimo, però ha radici antiche, ha radici antiche in Italia ed ha radici antiche purtroppo, una parte - e questo lo devo dire - anche politica del nostro Paese che considera soprattutto Carlini, soprattutto a sinistra, se ancora vogliamo parlare di questo fatto tra i progressisti, questo lo dico, lo sapete, anche Citto Maselli lo sa, che sostiene che sostanzialmente il diritto d'autore è un tassa, il diritto d'autore è un blocco alla libera fruizione della cultura. Costantemente noi ci imbattiamo in questo problema, quindi c'è prima di tutto un problema culturale, che stenta a far capire a questo Paese che il diritto d'autore non è altro che un diritto del lavoro. Sembra una cosa facilissima, ma questo fatto non passa mai. Non c'è governo, non c'è legislatura che non affronti il problema del diritto d'autore in termini assolutamente restrittivi per i diritti dell'autore e assolutamente demagogici non più per i diritti del cittadino, ma oggi quello che si chiama consumatore, e il ministro Bersani ha fatto bene ad inventare la parola "cittadino-consumatore" Ci vorrebbe prima di tutto una sana, misurata critica della ragione digitale perché non si può capire come mai tutto ciò che riguarda internet e la rete non debba subire una critica come tutto, come tutto il resto delle attività umane, internet e la rete è vista come la liberazione, come la prateria della democrazia, come la possibilità dello scambio infinito, guarda caso lo scambio infinito di che? Solo delle opere culturali. Su internet gli abbonamenti si pagano, su internet i biglietti aerei low cost li pago, su internet si lucrano cifre fortissime. I nuovi padroni del mondo sono le tecnologie, sono le telecom. E invece tutto questo, soprattutto nelle giovani generazioni passa come se questa fosse la libertà, come se comprare un computer non avesse un costo, come se comprare un software non avesse un costo, come se abbonarsi ad Alice non avesse un costo. Si paga tutto fuorché lo scaricamento. Quello diventa immediatamente un tabù. "Come non è possibile! La libera fruizione della cultura!" Questo è il paradosso........ Tofolo della rete diventa così, tofolismo digitale e peronismo informatico. Allora è chiaro che bisogna fare in modo che anche chi comprende l'importanza di internet ed i suoi effetti di democrazia, le sue capacità di diffusione della cultura, sappia che anche questo strumento deve essere regolato. E questo cominciano a farlo quei Paesi che da tempo si erano posti questo problema ma non riuscivano ad affrontarlo con governi di segno opposto, stanno in questo momento capendo come si può regolare internet, regolare permettendo lo scaricamento legale, permettendo il pagamento. E come si può fare? Si può fare prima di tutto come stanno facendo Gordon Brown, parallelamente Sarkozy in Francia, inglobando, dicendo che anche gli internet provider cioè tutte le telecom che fanno legalmente soldi sugli abbonamenti, sui vari software, sui vari sistemi di scaricamento per fare in modo che siano considerati responsabili. Responsabili di che cosa? Responsabili di quello che viene scaricato. In che modo? Prima di tutto cominciando con una campagna di comunicazione per cui tutte le volte che ci sono molti scaricamenti illegali arriva un avviso, e secondo tutte le volte che si vedono massicci scaricamenti illegali di opere che non vengono assolutamente corrisposte, perché non vengono pagate, il provider sospende il servizio. Ad altre infrazioni molto più grandi, il servizio viene tagliato. Sarkozy in Francia e Gordon Brown in Inghilterra stanno varando questa legge. Mi domando cosa succederebbe in Italia, se non sarebbe considerata una legge liberticida. Credo che gli autori italiani, gli artisti italiani, musica, teatro, letteratura, cinema debbano fare poche cose attorno alle quali essere uniti, la difesa concreta del loro diritto, come diritto del lavoro, è un paletto elementare, semplice ed irrinunciabile, su questo devono fare delle proposte, su questo devono vigilare. Vi ringrazio.