Elevati standard e affidabilità per le staminali

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Elevati standard e affidabilità per le staminali
Eventi
Lunedì 8 Luglio 2013
Chimica, Farmaceutica e Biotech
Le attuali applicazioni
terapeutiche
A sinistra:
un tecnico
del laboratorio
di Niel estrae un
modulo dei silos
di conservazione.
A destra: un gruppo
di tecnici al lavoro
sui campioni
pervenuti
L
■■ CRYO-SAVE / Attiva in 70 Paesi di sei continenti, la banca conserva oltre 225mila campioni nel laboratorio di Niel (Anversa)
Elevati standard e affidabilità per le staminali
Accanto a India e Medioriente, aperto anche un laboratorio di riferimento in Sud Africa
L
e cellule staminali: un
terreno di studio e di ricerca molto particolare che
vede senza dubbio in primo
piano Cryo-Save. Fondata
nel 2000, è leader in Europa nella conservazione familiare e autologa di cellule
staminali
ematopoietiche
da sangue del cordone ombelicale, con oltre 225.000
campioni conservati nel suo
laboratorio principale di
Niel, nei dintorni di Anversa. Inaugurato nel novembre
2009, il laboratorio ha ottenuto di recente il prestigioso
accreditamento aabb (American association for blood
banks).
Si tratta di una realtà attiva
in 70 Paesi di sei continenti
e possiede un laboratorio accreditato aabb a Dubai, che
funge da banca di staminali
per l’area mediorientale. È
inoltre presente un laboratorio a Bangalore (India),
sempre accreditato aabb, che
serve l’area asiatica. L’ultimo,
aperto in Sud Africa, invece
si rivolge al continente africano.
“Gli standard qualitativi di
Cryo-Save - sottolinea Stefano Grossi, attuale direttore
scientifico di Cryo-Save Italia - rappresentano il massimo dell’affidabilità richiesta
a una banca di conservazione di cellule staminali
umane, certificata dalla partecipazione ad Assobiotec,
associazione di Confindustria che riunisce le aziende
del settore biotecnologico.
Peraltro, è stata l’unica società privata che, in collaborazione con prestigiose
università del Nord Europa
(Vienna, Colonia, Zurigo,
I silos di
conservazione
nel laboratorio
di CS di Niel
Il sistema delle banche in Italia: pubblico e privato
Supera il 96% il numero dei cordoni ombelicali persi ogni anno; quelli
affidati alle banche sono l’1,5% in istituti pubblici, il 2% in banche private
I
n Italia, i campioni donati alla collettività vengono raccolti presso banche
pubbliche, a spese dello Stato. “Il sistema
di banking pubblico vede oggi operative in
Italia ben 19 banche pubbliche, circa il 10%
di tutte le banche pubbliche presenti nel
mondo. Solo due di esse hanno ricevuto accreditamenti internazionali che certificano
il loro lavoro”, dice il direttore Grossi. Che
continua: “Le medie di banking pubblico
in Italia non superano l’1,5% dei cordoni
disponibili, mentre il banking privato si è
attestato intorno al 2%. Oltre il 96% dei
cordoni ombelicali viene perso ogni anno”.
Diversi i fattori che vi concorrono, così
riassunti da Stefano Grossi. “Sommariamente - afferma -, i costi del banking pubblico sono a carico dello Stato e quelli della
sanità pubblica sono estremamente eleva-
ti. I campioni per uso eterologo devono essere selezionati con accuratezza, spesso le
strutture pubbliche non garantiscono una
copertura territoriale ampia e omogenea
per ragioni di costi, personale e strutture”.
È un dato scientifico, come spiegano in Cryo-Save, che in materia di cellule staminali vi sia una scarsissima compatibilità tra
estranei, pari a 1 su 40.000. A livello mondiale, solo il 30% di coloro che necessitano
di un trapianto trova tempestivamente cellule staminali compatibili (Sullivan, 2008,
Nature Reviews). Altro dato scientifico, lo
stesso innegabile, è che la compatibilità
delle cellule staminali tra consanguinei è
molto alta, in questo caso pari a 1 su 4 tra
fratelli, contro l’1 su 40.000 tra non consanguinei.
“Tale circostanza, insieme all’insufficien-
5
Anversa), ha ottenuto un
finanziamento dalla stessa
Comunità Europea all’interno del VI Programma quadro, per un progetto di ricerca sull’espansione cellulare
in vitro”.
In più, il gruppo partecipa al
Forum Itera (International
tissue engineering research
association) in qualità di
membro permanente.
La normativa vigente
L
a normativa europea in materia di conservazione privata di staminali cordonali è disciplinata da diverse direttive comunitarie, finalizzate a garantire il diritto di circolazione dei tessuti umani secondo criteri di sicurezza. “Dal 2005 in Italia è diventato possibile conservare privatamente le cellule staminali del cordone in banche private,
purché situate all’estero - spiega il direttore scientifico Stefano
Grossi -. Molte regioni hanno inoltre deciso di applicare un
ticket sul prelievo del sangue cordonale per fini familiari e
autologhi che varia da 200 a 400 euro a prelievo. Si tratta di una procedura unica al mondo, che grava soprattutto
sulla mamma, all’ultimo mese di gravidanza e che, ciò nonostante, sembra non scoraggiare molte famiglie ad arrivare
al suo termine”. Di fatto, recenti rapporti dalle banche pubbliche evidenziano che solo il 25-30% dei campioni donati
sono effettivamente destinati alla conservazione. “Le banche
pubbliche che hanno più campioni bancati al mondo, come
quella di New York, Londra, Durham o Düsseldorf, si trovano in Paesi dove non solo è permessa l’istituzione di banche
private, ma anche la divulgazione pubblicitaria”, conclude
Grossi. A dimostrazione del fatto che una corretta relazione
e coesistenza tra pubblico e privato apportano benefici alla
giusta informazione della famiglia interessata alla donazione/conservazione del cordone ombelicale.
za del sistema pubblico e all’inviolabile
diritto di libertà e di autodeterminazione - evidenzia il direttore - hanno creato
le condizioni per la diffusione del sistema
del banking privato a partire dal 1998”. Il
banking privato, ormai affermato in Europa, Stati Uniti, America Latina e Asia,
consente di incrementare con forza l’inventario dei campioni disponibili.
“È vero - fa osservare ancora Grossi - che
i campioni crioconservati privatamente
non sono disponibili per la collettività, ma
è anche vero che tali campioni contribuiranno a ridurre la domanda complessiva
di campioni da trapiantare, diminuendo il
numero di pretendenti per i campioni in
banca pubblica”.
Dunque, la conservazione privata non è in
conflitto o in concorrenza con quella pubblica. “Si tratta di due sistemi complementari che dovrebbero favorire anche il confronto e l’avanzamento tecnologico, grazie
agli investimenti che il sistema privato è
generalmente più propenso a effettuare
in nuove tecnologie”, conclude il direttore
scientifico.
e cellule staminali
contenute nel sangue
del cordone ombelicale
sono o saranno in futuro
utilizzabili in tre grandi
ambiti terapeutici: malattie emato-oncologiche,
medicina rigenerativa e
medicina immunologica.
“Solo la raccolta e l’impiego autologo consente
di utilizzare le staminali
cordonali nell’ambito della medicina rigenerativa,
immunologica e nella
bio-ingegneria, in quanto
l’uso delle staminali allogeniche (da donatore)
porrebbe problematiche
di tipo immunologico
(rigetto) e richiederebbe
molto probabilmente l’uso
di terapie immunosoppressive a vita”, fa osservare il direttore scientifico
di Cryo-Save Italia.
Le attuali applicazioni
terapeutiche con le cellule
staminali cordonali sono
principalmente rivolte al
trapianto di cellule staminali ematopoietiche.
“Ma recenti pubblicazioni
scientifiche hanno dimostrato potenziali applicazioni terapeutiche anche
con le cellule mesenchimali stromali (Dominici,
2009, Transplantation)
come supporto alle stesse
cellule ematopoietiche o
per la rigenerazione ossea, cartilaginea e adipocitica e con le cellule endoteliali (Anderson, 2009,
Pnas) per la rigenerazione dei vasi e delle valvole
cardiache, nonché come
fonte per la rigenerazione
di cellule pancreatiche”,
precisa Grossi. Ecco perché conservare il sangue
cordonale rappresenta,
da questo punto di vista,
una scelta proiettata nel
futuro volta a garantire
ai propri figli il possibile
accesso alle terapie di domani.
L’utilizzo del campione di sangue cordonale
N
egli ultimi anni, la possibilità di utilizzo del campione di
sangue cordonale conservato privatamente per uso familiare e autologo è aumentata, in relazione a nuove applicazioni cliniche. Oggi sono più di 2.000 i trials clinici in corso nel mondo, che
vedono protagoniste le cellule staminali sia ematopoietiche che
mesenchimali, nella terapia di gravi patologie croniche o degenerative. “Il fatto che le cellule staminali ematopoietiche da sangue
del cordone siano adulte e quindi prive di criticità etica, facilmente recuperabili al momento della nascita, primitive dal punto di
vista della loro istocompatibilità e non contaminate dal punto di
vista microbiologico, ambientale ed elettromagnetico, le ha rese
estremamente interessanti per le applicazioni cliniche in oncoematologia”, spiega Stefano Grossi, direttore scientifico di CryoSave Italia. Il motivo per cui sono tuttora basse le applicazioni
cliniche con le cellule staminali ematopoietiche da cordone ombelicale va ricercato nel basso numero di campioni a disposizione.
In Italia è stato stimato che per coprire le sole necessità relative ai
trapianti di midollo osseo nell’oncoematologia - leucemie, linfomi, anemie - sono necessari 90.000 campioni, cioè il triplo delle
disponibilità attuali. Diversi i gruppi di ricerca in tutto il mondo
impegnati nella messa a punto di procedure per moltiplicare in laboratorio il numero di cellule inizialmente presente nel campione
di sangue cordonale conservato (in gergo, espansione in vitro).