Validazione della «Scala del Dolore Neuropatico
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Validazione della «Scala del Dolore Neuropatico
TERAPIA ANTALGICA ARTICOLI ORIGINALI MINERVA ANESTESIOL 2002;68:95-104 Validazione della «Scala del Dolore Neuropatico» (SDN) e sue applicazioni terapeutiche E. NEGRI, R. BETTAGLIO, L. DEMARTINI, M. ALLEGRI, M. BARBIERI, D. MIOTTI, L. PAULIN, M. BUONOCORE*, C. BONEZZI VALIDATION OF ITALIAN VERSION OF THE “NEUROPATHIC PAIN SCALE” AND ITS CLINICAL IMPLICATIONS Background. The Neuropathic Pain Scale is the first specific tool to measure and analyse pain due to a lesion in the nervous system; this kind of pain is usually dif ficult to describe for the patient because it is characterized by unusual qualities. Aim of this study is to evaluate a possible relation between pain descriptions and underlying pathogenetic mechanisms. Methods. The Italian version of the Neuropathic Pain Scale has been administered to 145 patients with neuropathic pain due to chronic radiculopathy, diabetic neuropathy, post-traumatic neuropathy, Complex Regional Pain Syndrome or postherpetic neuralgia. As it has been done in Galer’s study, the predictive validity and the items’ correlation have been evaluated; moreover, the structure validity of the scale has been studied. Results. Pain values were high in all pain syndromes with the prevalence of certain items in particular pathologies. The correlation of some items with “deep pain” and others with “superficial pain” was also observed. Conclusions. The results have confirmed the statistical validity of the Italian version of the scale; they also pointed out the usefulness of Pervenuto l’11 settembre 2001. Accettato l’11 marzo 2002. Indirizzo per la richiesta di estratti: C. Bonezzi - Unità Operativa di Cure Palliative e Terapia del Dolore, Fondazione Salvatore Maugeri, IRCCS, Istituto Scientifico di Pavia 27100 Pavia. E-mail: [email protected] Vol. 68, N. 3 Fondazione Salvatore Maugeri - IRCCS Istituto Scientifico - Pavia Unità Operativa di Cure Palliative e Terapia del Dolore *Servizio di Neurofisiopatologia the scale to distinguish between superficial pain, typical of neuropathic pain, and deep pain, typical of somatic pain. Key Words: Pain, etiology - Pain, diagnosis Pain, therapy - Neuralgia. I l dolore cronico è abitualmente classificato a seconda del meccanismo eziopatogenetico che ne è alla sua base. Normalmente possiamo distinguere un dolore nocicettivo, originato dall’attivazione di nocicettori somatici o viscerali periferici, e un dolore neuropatico, in cui la sensazione algica è originata e mantenuta da una disfunzione del tessuto nervoso e non è più quindi strettamente collegata a un danno tissutale. Ovviamente il dolore neuropatico può essere poi suddiviso in sottogruppi in base alla sede e alla tipologia del danno 1-3. Bisogna comunque ricordare come già nel 1984 Asbury e Fields 4 abbiano dimostrato che non è corretto parlare di dolore neuropatico ogni qualvolta ci si trovi di fronte ad un interessamento di un nervo ma piuttosto di dolore neurogeno, indicando così il tessuto d’origine. Essi sosten- MINERVA ANESTESIOLOGICA 95 NEGRI VALIDAZIONE DELLA «SCALA DEL DOLORE NEUROPATICO» (SDN) E SUE APPLICAZIONI TERAPEUTICHE gono che, nell’ambito dei danni al sistema nervoso periferico, è possibile riscontrare due tipi di dolore differenti, aventi differente origine, aspetti peculiari e identificabili: il “nerve trunk pain”, sordo, profondo, generalmente familiare e che migliora con il riposo, ed il «dolore disestesico» (o dolore neuropatico vero e proprio), urente, non familiare, superficiale e che peggiora con l’attività. Una volta classificato il dolore si è imposta la necessità di poterlo valutare quantitativamente, compito non facile vista l’estrema variabilità soggettiva di questa sensazione. Il primo approccio valutativo riguardò esclusivamente l’intensità del dolore la “Visual Analogue Scale” 5, 6 (VAS), la cui validità è stata ampiamente dimostrata 7, costituisce il primo esempio di scala undimensionale. Altre scale, invece, quali il McGill Pain Questionaire 8, 9 (MPQ), si proposero di valutare le caratteristiche discriminativo-sensoriali e affettivo-emozionali dell’esperienza nocicettiva e furono pertanto definite multidimensionali. Recentemente Galer ha evidenziato come le precedenti scale uni- e multidimensionali avessero delle grosse limitazioni in quanto non fungevano da indicatori dei diversi aspetti clinici del dolore neuropatico, non analizzavano adeguatamente la componente di «sgradevolezza» provocata dal dolore e non riuscivano a identificare eventuali sottogruppi di pazienti con dolore neuropatico. Per questo motivo ha proposto la “Neuropathic Pain Scale” 10, che permette di analizzare non solo l’intensità ma anche le diverse qualità del dolore, fino al punto di poter identificare alcuni sottogruppi di patologie (ad esempio dolore da neuropatia postherpetica da dolore neuropatico di altra origine). Questa scala è composta da otto item che raggruppano le più comuni caratteristiche del dolore neuropatico (la sensazione di dolore «tagliente», di «bruciore», di dolore «sordo», di «freddo», di «pelle sensibile» al lieve tocco o agli sfregamenti, di «prurito», di dolore «profondo», di dolore «super ficiale»). Ciascuno di questi item comprende, nella formulazione della domanda, anche altre parole usate per 96 descrivere quella stessa sensazione, al fine di renderla più comprensibile. Per ogni item si usa la scala numerica, presentata come una linea orizzontale di numeri che va da 0 a 10, dove 0 significa «assenza di quel tipo di sensazione» e 10 significa «presenza di quella sensazione alla massima intensità immaginabile». Inoltre vi sono anche due item più generici, che, sfruttando sempre la scala numerica da 0 a 10, valutano l’intensità e la sgradevolezza del dolore ed un undicesimo item che considera l’andamento temporale del dolore: costante, intermittente o continuo con occasionali riacutizzazioni. La Scala del Dolore Neuropatico (SDN) (fig. 1) è stata tradotta in italiano dal Gruppo dell’U.O. Cure Palliative della Fondazione S. Maugeri nel 2000 11, 12, sottoposta a “back translation” e approvata dagli A. per uso clinico e di ricerca. Questo lavoro vuole validare la scala nella traduzione italiana e identificare le possibili applicazioni cliniche e quindi terapeutiche. Infatti, rifacendoci alla classificazione di Asbury e Fields e tenendo conto che la scala di Galer analizza proprio le caratteristiche identificate dai due A., si è voluto valutare la possibilità che alcuni item siano in grado di identificare l’uno o l’altro tipo di dolore. Bisogna, infine, ricordare come per la somministrazione del test sia sempre necessaria la presenza di un operatore addetto in quanto la terminologia scelta e l’impostazione proposta richiedono un buon livello di istruzione da parte dei pazienti. Tra le domande che i pazienti hanno riconosciuto come più difficili da comprendere, ritroviamo quella relativa al dolore «sordo» e quella che richiede di descrivere con le proprie parole la sensazione dolorosa avvertita (il dolore neuropatico è un dolore molto diverso da quelli comunemente sentiti dal paziente). Anche l’item della discriminazione tra dolore profondo e superficiale ha talvolta richiesto un intervento di chiarimento da parte del compilatore «cieco». Il tempo utile al completamento del test è comunque risultato accettabile se consideriamo che il tempo medio di compilazione è di circa 10 minuti. MINERVA ANESTESIOLOGICA Marzo 2002 VALIDAZIONE DELLA «SCALA DEL DOLORE NEUROPATICO» (SDN) E SUE APPLICAZIONI TERAPEUTICHE NEGRI Scala del Dolore Neuropatico 1) Usi la scala sottostante per dire quanto è INTENSO il suo dolore. Segni con una «X» il numero che meglio descrive l’intensità del suo dolore. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Nessun dolore 9 10 La massima intensità di dolore immaginabile 2) Usi la scala sottostante per dire quanto è intenso il dolore tagliente che sente. Le parole usate per descrivere il dolore tagliente includono le espressioni «come una lama di coltello», «come una punta», «come colpi». 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Non dolore tagliente 9 10 La sensazione più forte di dolore tagliente (come una lama di coltello) 3) Usi la scala sottostante per dire quanto «brucia» il suo dolore. Le parole usate per descrivere la sensazione di dolore che brucia includono i termini «bruciante» e «come fuoco». 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Nessun bruciore 9 10 La sensazione più bruciante immaginabil («come fuoco») 4) Per cortesia, usi la scala sottostante per dire quanto il suo dolore viene percepito come «sordo». Le parole usate per descrivere la sensazione di intenso dolore sordo includono «sordo come un mal di denti». 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Nessun dolore sordo 9 10 Il dolore sordo più intenso 5) Usi la scala sottostante per dire quanto percepisce il suo dolore come «freddo». Le parole usate per descrivere la sensazione di intenso dolore freddo includono «come ghiaccio» e «gelo». 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Nessuna sensazione di freddo 6) 10 La sensazione di freddo più dolorosa Usi la scala sottostante per dire come la sua cute é sensibile al lieve tocco o agli sfregamenti. Le parole usate per descrivere la pelle sensibile includono «pelle ustionata dal sole - scottata» e «pelle viva». 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Non sensibile 10 La sensazione più intensa come di «pelle viva» 7) Usi la scala sottostante per dire quanto il suo dolore è pruriginoso. Le parole usate per descrivere questo dolore includono l’espressione «come prurito», «come un morso di zanzara». 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Nessun prurito La sensazione più pruriginosa immaginabile Fig. 1. — Traduzione italiana della Neuropathic Pain Scale (Scala del Dolore Neuropatico). Vol. 68, N. 3 10 MINERVA ANESTESIOLOGICA Segue figura 1 97 NEGRI VALIDAZIONE DELLA «SCALA DEL DOLORE NEUROPATICO» (SDN) E SUE APPLICAZIONI TERAPEUTICHE Continua figura 1 8) Quali delle espressioni meglio descrive la qualità temporale del suo dolore? Per piacere scelga una sola risposta. ( ) Sento un dolore di fondo per tutto il tempo e alcune volte occasionale riacutizzazione. Descriva il dolore di fondo: ________________________________ Descriva il dolore riacutizzato: ______________________________ ( ) Avverto un solo tipo di dolore per tutto il tempo. Descriva questo dolore: _____________________________________ ( ) Sento un solo tipo di dolore occasionalmente. Negli altri momenti non avverto dolore. Descriva questo dolore occasionale: ___________________________ 9) Ora che ci ha descritto i differenti aspetti fisici del suo dolore, le differenti sensazioni, vogliamo sapere quanto è sgradevole il suo dolore. Le parole usate per descrivere il dolore veramente sgradevole includono «deprimente», «intollerabile». Ricordi, il dolore può avere una bassa intensità, ma essere molto sgradevole e alcuni tipi di dolore possono avere una alta intensità ma essere molto tollerabili. Con questa scala, ci dica quanto è sgradevole il suo dolore. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Nessun dolore sgradevole 10 La sensazione più sgradevole che si possa immaginare 10) Infine, vogliamo avere una stima della gravità del dolore profondo rispetto a quello superficiale. Desideriamo che lei valuti ciascuna sede del dolore separatamente. Siamo consapevoli che può essere difficile fare queste stime, ma esprima la sua migliore valutazione. QUANTO È INTENSO IL SUO DOLORE PROFONDO? 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Nessun dolore profondo 10 Il dolore profondo più intenso QUANTO È INTENSO IL SUO DOLORE SUPERFICIALE? 0 1 2 3 4 5 6 Nessun dolore superficiale 8 9 10 Il dolore superficiale più intenso Materiali e metodi Seguendo il modello indicato nello studio di Galer 6, abbiamo considerato un campione costituito da pazienti affetti da dolore neuropatico, suddivisi in sottogruppi in base al tipo di patologia diagnosticata. Abbiamo considerato pazienti affetti da neuropatia postherpetica e diabetica, CRPS di tipo I (Complex Regional Pain Syndrome o Distrofia Simpatico Riflessa), neuropatia post-traumatica e la radicolopatia cronica. Quest’ultima patologia non era stata considerata nello studio di Galer; l’abbiamo inclusa per le sue caratteristiche peculiari, per il tipo di dolore, non sempre neuropati- 98 7 co, legato a tale sindrome e per la frequenza con cui la si riscontra nella nostra attività clinica. Per includere i pazienti nel nostro campione oltre a criteri clinici e strumentali (tab. I) si è utilizzato anche il dato clinico, in quanto nella neuropatia diabetica vi sono spesso quadri di neuropatia, documentati anche da riscontri elettromiografici ed elettroneurografici, ma completamente asintomatici (poiché sappiamo i limiti di tali esami sulla valutazione del dolore e delle piccole fibre). Il campione risultava composto di 145 pazienti (93 donne e 52 uomini) con età media di 59,5 anni (range 18-87 anni). Ana- MINERVA ANESTESIOLOGICA Marzo 2002 VALIDAZIONE DELLA «SCALA DEL DOLORE NEUROPATICO» (SDN) E SUE APPLICAZIONI TERAPEUTICHE lizzando il campione a seconda della patologia 51 pazienti erano affetti da radicolopatia cronica, 33 da neuropatia diabetica, 30 pazienti da neuropatia posttraumatica/iatrogena, 18 da CRPS e 13 da neuropatia postherpetica (PHN) (campione più esiguo per la relativa scarsa incidenza di questa patologia). Il test è stato somministrato a ciascuno di loro, previo consenso informato, durante la visita ambulatoriale o durante il loro ricovero in regime di day-hospital o in regime di ricovero ordinario. La somministrazione del test è stata sempre effettuata da un operatore addetto e non coinvolto nel piano diagnostico-terapeutico (compilatore «cieco»), che chiarisse i dubbi e controllasse la corretta interpretazione degli item proposti. È stata effettuata una analisi descrittiva del campione, in particolare si sono analizzate le variabili: sesso, età, tipo di patologia al momento della selezione del campione, valutandone la distribuzione di frequenza. È stata inoltre effettuata la statistica descrittiva (mediana e range) per ciascuno degli item proposti, in relazione al tipo di patologia. Ripercorrendo il lavoro fatto da Galer per la validazione preliminare della SDN, abbiamo studiato la validità predittiva e la correlazione tra gli item della scala. In particolare per la validità predittiva abbiamo utilizzato l’analisi della varianza ad una via (ANOVA) per confrontare i punteggi medi ai singoli item, tra le diverse patologie, mentre la correlazione tra gli item è stata valutata attraverso la stima del coefficiente di correlazione di Pearson tra i 10 item della SDN. I confronti tra coppie di patologie sono stati effettuati con Post Hoc Test, considerando la correzione di Bonferroni. Al fine di controllare l’errore di primo tipo nei confronti multipli, il livello alpha di significatività è stato posto uguale a 0,01. In aggiunta al lavoro di Galer abbiamo studiato la validità di costrutto della Scala, effettuando una analisi fattoriale con rotazione Varimax, definendo il numero di fattori in base al criterio di Kaiser (autovalori Vol. 68, N. 3 NEGRI TABELLA I. — Tipo di metodologia diagnostica utilizzata per la classificazione delle patologie valutate nel nostro studio. Tipo di patologia Diagnosi Neuropatia postherpetica Neuropatia diabetica Neuropatia post-traumatica CRPS Radicolopatia cronica Valutazione clinica, teletermografia Valutazione clinica, EMG, ENG Valutazione clinica, EMG, ENG Criteri IASP, QST, TcPO2, scintigrafia Valutazione clinica, TC, EMG maggiori dell’unità). Un item è stato considerato come appartenente ad un fattore se il suo valore di saturazione era maggiore di 0,4. In questa valutazione non abbiamo considerato l’item «intensità», in quanto si tratta di una caratteristica molto aspecifica della qualità del dolore. La consistenza interna è stata valutata calcolando l’alpha di Chronbach globale e per ogni fattore identificato mediante l’analisi fattoriale. Risultati Per quanto riguarda l’analisi descrittiva per ogni item del test, in relazione al tipo di patologia (tab. II-VI) si può notare come l’intensità del dolore sia comunemente alta in tutte le patologie e come la neuropatia post-traumatica/iatrogena, quella diabetica, la radicolopatia e le CRPS abbiano in comune anche un elevato valore negli item 8 (sgradevolezza del dolore) e 9 (dolore profondo); mentre nella neuropatia diabetica sia maggiore l’item 6 (a pelle viva). Per lo studio della correlazione tra gli item della scala, Galer aveva utilizzato la correlazione di Pearson tra i singoli item, considerando validi i valori di r>0,5. I risultati ottenuti indicavano che la maggioranza dei coefficienti era <0,5, il che indicava una minima sovrapposizione tra i termini descrittivi utilizzati nella scala. Nel nostro studio (tab. VII), considerando sempre come validi i valori di r>0,5 come MINERVA ANESTESIOLOGICA 99 NEGRI VALIDAZIONE DELLA «SCALA DEL DOLORE NEUROPATICO» (SDN) E SUE APPLICAZIONI TERAPEUTICHE TABELLA II. — Analisi descrittiva degli item della scala del dolore neuropatico riportati dai pazienti affetti da neuropatia post-traumatica/iatrogena. TABELLA V. — Analisi descrittiva degli item della scala del dolore neuropatico riportati dai pazienti affetti da CRPS. Item Media Mediana Minimo Massimo Item Media Mediana Minimo Massimo 01 02 03 04 05 06 07 08 09 8,73 6,66 5,83 7,40 3,45 5,52 20,0 8,73 8,41 5,30 9 8 8 8 0 7 0 9 9 6,5 7 0 0 0 0 0 0 5 3 0 10 10 10 10 10 10 09 10 10 10 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 7,78 6,56 3,78 7,11 3,61 5,50 4,83 7,89 8,17 3,33 8 7,5 3 8 1,5 7 5,5 8 8 3 2 0 0 3 0 0 0 5 4 0 10 10 09 10 10 10 10 10 10 10 10 TABELLA III. — Analisi descrittiva degli item della scala del dolore neuropatico riportati dai pazienti affetti da neuropatia diabetica. TABELLA VI. — Analisi descrittiva degli item della scala del dolore neuropatico riportati dai pazienti affetti da radicolopatie. Item Media 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 7,61 5,64 6,79 4,67 4,79 4,39 4,03 7,42 7,24 5,36 Mediana 8 7 8 7 6 5 2 8 8 7 Minimo Massimo Item Media 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 8,63 5,84 5,69 7,90 4,39 3,73 2,06 8,52 8,61 3,76 TABELLA IV. — Analisi descrittiva degli item della scala del dolore neuropatico riportati dai pazienti affetti da neuropatia postherpetica. Item Media Mediana Minimo Massimo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 5,92 6,08 5,31 4,38 0,92 7,62 3,58 6,69 5,77 6,50 6 7 5 5 0 8 3,5 7 7 7 0 0 0 0 0 0 0 3 0 0 09 09 10 09 05 10 10 10 10 10 nello studio precedente, abbiamo trovato, analogamente a Galer, una correlazione significativa tra «dolore superficiale» e «sensazione di pelle viva» (r=0,59). A differenza di Galer, abbiamo riscontrato una correlazione: 100 Mediana 9 8 7 8 3 2 0 9 9 4 Minimo Massimo 5 0 0 0 0 0 0 4 5 0 10 10 10 10 10 10 10 10 10 10 — tra «dolore profondo» e «dolore intenso» (r=0,65 ed è risultata la correlazione più significativa), «sordo» (r=0,56) e «sgradevole» (r=0,59); — tra «dolore sgradevole» e «dolore intenso» (r=0,57); — tra «dolore sordo» e «dolore intenso» (r=0,54). Non sono risultate, invece, significative le altre correlazioni, che Galer aveva sottolineato, probabilmente anche in conseguenza della scarsa casistica disponibile relativa alla neuropatia postherpetica, che è maggiormente caratterizzata da dolore superficiale rispetto alle altre patologie. Per quanto riguarda la validità predittiva si è voluto valutare se gli item della scala fossero in grado di discriminare tra patologie differenti, partendo dal presupposto che alla base del dolore in tali patologie si trovi MINERVA ANESTESIOLOGICA Marzo 2002 VALIDAZIONE DELLA «SCALA DEL DOLORE NEUROPATICO» (SDN) E SUE APPLICAZIONI TERAPEUTICHE NEGRI TABELLA VII. — Correlazione di Pearson tra i diversi item della scala utilizzata. Item Intenso Tagliente Bruciante Sordo Freddo Pelle viva Prurito Sgradevole Profondo Superficiale Intenso Tagliente Bruciante Sordo Freddo Pelle viva Prurito Sgradevole Profondo Superficiale — 0,316 0,129 0,541 0,113 0,036 0,079 0,574 0,653 0,015 — 0,286 0,196 0,089 0,266 0,148 0,370 0,284 0,113 — 0,083 0,227 0,331 0,081 0,225 0,158 0,346 — -0,062 -0,152 -0,041 -0,331 -0,559 -0,006 — 0,025 0,304 0,120 0,160 0,124 — 0,145 0,259 0,147 0,587 — -0,048 -0,021 -0,160 — 0,589 0,189 — 0,019 — TABELLA VIII. — Validità predittiva dei diversi item della scala utilizzata. Item Intenso Tagliente Bruciante Sordo Freddo Pelle viva Prurito Sgradevole Profondo Superficiale Neurop. post traumat. Neurop. diabetica Neurop. post herpetica CRPS Radicolopatia cronica p 8,73±1,05 6,66±3,93 5,83±3,88 7,40±2,95* 3,45±4,06 5,25±4,09 00.2±3,3 8,73±1,41* 8,41±1,78 5,30±3,89 7,61±1,77* 5,64±3,94 6,79±3,41 4,67±4,22 4,79±4,04 4,39±4,11 4,03±4,05 7,42±2,78 7,24±2,88 5,36±3,68 5,92±2,43* 6,08±2,87 5,31±3,59 4,38±2,99 0,92±1,89 7,62±2,79 5,38±3,63 6,69±2,21 5,77±3,47* 06,5±3,03 7,78±1,99 6,56±3,42 3,78±3,83 7,11±2,08 3,61±4,05 05,5±3,62 4,83±4,41 7,89±1,88 8,17±1,72 3,33±3,53 8,63±1,23 5,84±4,21 5,69±4,08 7,90±2,39* 4,39±4,31 3,73±4,11 2,06±3.33 8,52±1,81* 8,61±1,52 3,76±3,72 <0,001 0,824 0,123 0,140 0,045 0,019 0,014 0,007 <0,010 0,038 un meccanismo patogenetico diverso, che si sarebbe riflesso dalle risposte ai vari item. Sfruttando l’analisi della varianza ad una via e ponendo p<0,01 abbiamo ottenuto i risultati evidenziati nella tabella VIII. Da quest’analisi si evince come la neuropatia postherpetica abbia un’intensità del dolore inferiore alle altre patologie, mentre la neuropatia diabetica abbia un’intensità inferiore solo alla radicolopatia cronica; inoltre si nota che la neuropatia post-traumatica/ iatrogena e la radicolopatia cronica danno un dolore più sordo rispetto alla neuropatia postherpetica e alla neuropatia diabetica e un dolore più sgradevole rispetto alla neuropatia postherpetica. A differenza dello studio di Galer la neuropatia postherpetica, pur avendo una profondità del dolore inferiore rispetto alla neuropatia post-traumatica/iatrogena, alla CRPS di tipo I e alla radicolopatia cronica, non raggiunge le caratteristiche di superficialità individuate dall’autore americano (probabilmente anche per Vol. 68, N. 3 la scarsa casistica disponibile relativa a questa patologia, che è maggiormente caratterizzata da dolore superficiale rispetto alle altre). Da ultimo si nota che la sensazione di pelle viva, normalmente presente nella neuropatia postherpetica rispetto alla radicolopatia, arriva ai limiti della significatività, ma non vi rientra, così come la sensazione di freddo, più frequentemente descritta dai pazienti affetti da CRPS di tipo I e dai pazienti diabetici, non raggiunge la significatività, pur essendovi molto vicino. Come descritto nell’introduzione e in materiale e metodi oltre alla validazione della scala abbiamo anche voluto analizzare la validità di costrutto della scala. Dall’analisi fattoriale con rotazione Varimax è emersa una struttura a due fattori (tab. IX), con una varianza spiegata pari al 49,6%. Sfruttando la matrice dei componenti ruotata si evidenzia come i due fattori possano essere ben descritti dal termine «dolore profondo o DP» (componente 1; MINERVA ANESTESIOLOGICA 101 NEGRI VALIDAZIONE DELLA «SCALA DEL DOLORE NEUROPATICO» (SDN) E SUE APPLICAZIONI TERAPEUTICHE TABELLA IX. — Matrice di saturazione dei coefficienti per evidenziare la correlazione dei diversi item con il dolore profondo o il dolore superficiale. Item Fattore 1 Profondo (9) Sordo (4) Sgradevole (8) Tagliente (2) Superficiale (10) Pelle viva (6) Bruciore (3) Prurito (7) Freddo (5) 0,882 0,751 0,757 0,486 Fattore 2 0,807 0,736 0,621 0,445 0,352 quattro item) e da quello «dolore superficiale o DS» (componente 2; cinque item). Anche l’item «dolore freddo», pur avendo un valore leggermente al di sotto dello 0,4, può essere ugualmente considerato come appartenente al fattore 2, in quanto si avvicina molto al valore soglia. Calcolando l’alpha di Chronbach, per valutare la consistenza interna della scala, sono emersi valori molto significativi: alpha globale = 0,683, alpha per il primo fattore = 0,664 e alpha per il secondo fattore: 0,60. Discussione e conclusioni In questo studio si delineano due importanti risultati. Il primo è certamente costituito dalla conferma dello studio americano di come la Scala del Dolore Neuropatico rappresenti sicuramente un valido strumento di aiuto nella valutazione delle caratteristiche del dolore dei pazienti con sindromi di dolore cronico neuropatico. Il secondo risultato, invece, è innovativo e può rappresentare un ottimo spunto per una diagnosi più corretta e una terapia più efficace. In effetti questa scala aiuta a discriminare tra le diverse sfaccettature dell’Universo Dolore ovvero tra dolore neuropatico propriamente detto («dolore disestesico» in Asbury e Fields), qui identificato dagli item che si rifanno al gruppo del DS (urente, non familiare, ecc.), e dolore nocicettivo, originato dalla stimolazione meccanica, chimica e termica dei nerva nervorum che 102 costituiscono l’innervazione intrinseca del nervo (“nerve trunk pain”), identificato nel gruppo DP (dolore sordo, ecc.). Già l’esame clinico, quindi, prescindendo dalla sindrome in cui può essere inquadrato il problema del paziente, può indicarci la via terapeutica da percorrere, ponendo però molta attenzione al fatto che possono essere presenti tutte e due i tipi di dolore e uno può mascherare l’altro ma che se vi è una neuropatia vi è sicuramente il dolore superficiale (DS) con le caratteristiche associate identificate dall’analisi di questa scala. Analizzando ulteriormente i dati ottenuti, dallo studio della validità predittiva emerge che gli item relativi al fattore dolore profondo-somatico o DP, hanno media più elevata (anche se non sempre in maniera statisticamente significativa) nella radicolopatia e nella neuropatia post-traumatica/iatrogena. Queste sindromi, quindi, in cui vi è solo il dolore profondo, sordo, sgradevole, possono considerarsi come le più rappresentative del nerve trunk (ovviamente senza escludere una componente neuropatica). Pertanto, la SDN si è dimostrata in grado di far emergere queste caratteristiche peculiari ed essenziali, evidenziando il meccanismo patogenetico del dolore profondo nocicettoriale. Gli item relativi al fattore dolore superficiale-neuropatico o DS si sono rivelati più elevati in media nella PHN, che pure risulta una delle patologie più rappresentative di questo tipo di dolore descritto da Asbury e Fields. Tuttavia nel nostro studio non sono emerse quelle caratteristiche di superficialità spiccata, sottolineate da Galer nel suo lavoro. Con quest’ultimo, infatti, era emerso come il dolore nella PHN fosse descritto come più tagliente e pruriginoso, meno freddo e con una sensazione di pelle viva maggiore rispetto alle altre patologie considerate nello studio (neuropatia diabetica, neuropatia post-traumatica, CRPS di tipo I). Secondo Galer, questo rifletteva la differente patogenesi di questo tipo di dolore neuropatico; diversamente dalle altre patologie, infatti, la PHN può essere associata ad un danno neuronale diretto a carico, sia del sistema nervoso centrale, che di quello MINERVA ANESTESIOLOGICA Marzo 2002 VALIDAZIONE DELLA «SCALA DEL DOLORE NEUROPATICO» (SDN) E SUE APPLICAZIONI TERAPEUTICHE periferico e segue ad una forte risposta infiammatoria acuta, che coinvolge anche la pelle e i nervi sensitivi cutanei. Il nostro studio non ha portato alle stesse conclusioni, per quanto concerne la PHN, il cui dolore è risultato meno profondo, ma non significativamente più superficiale rispetto alle altre patologie considerate. Questo può dipendere sia dal fatto che il nostro campione annoverava un numero esiguo di pazienti con PHN (13 contro i 128 esaminati da Galer), sia dal fatto che la PHN può presentare differenti aspetti patogenetici. In particolare, in alcune forme, in genere precoci, prevalgono le manifestazioni allodiniche (quelle individuate da Galer) e quindi più superficiali, in altre prevale la deafferentazione, che determina un dolore più profondo. I pazienti, che sono stati esaminati in questo studio, presentavano una storia di PHN di vecchia data e, pertanto, in essi il dolore superficiale era meno spiccato, mentre era evidente un dolore più profondo. Non è infatti il fattore eziologico, in base al quale vengono normalmente classificate le patologie, che ci può dire quale sarà il tipo di dolore avvertito dal paziente, ma il meccanismo patogenetico del dolore che si innesca a livello periferico e midollare e che può essere estremamente diverso da persona a persona. È per questo che un medesimo trattamento effettuato su pazienti affetti dalla stessa patologia può sortire effetti totalmente differenti; se invece di impostare un Syndrome based treatment, si è in grado di impostare un Simptoms and Mechanisms based treatment, le probabilità di ottenere un successo terapeutico sono maggiori. La scala del dolore neuropatico è una guida in questo senso, aiutandoci a distinguere non solo un dolore profondo, eminentemente somatico, da uno superficiale, tipicamente neuropatico-disestesico, ma nell’ambito dello stesso dolore neuropaticodisestesico, sottolinea anche la maggiore o minore superficialità del dolore che si può riscontrare e che è indicativa di un diverso meccanismo alla base (prevalentemente periferico o prevalentemente centrale). Questi risultati sono estremamente promettenti, tuttavia, un’importante osservazio- Vol. 68, N. 3 NEGRI ne, che è giusto fare, riguarda la composizione dei campioni nei due studi relativi alla SDN: Galer ha effettuato uno studio su 288 pazienti, di cui 128 affetti da neuropatia postherpetica, 69 affetti da neuropatia posttraumatica/iatrogena, 67 affetti da CRPS di tipo I e 24 affetti da neuropatia diabetica dolorosa. È evidente come il gruppo delle PHN fosse nettamente predominante dal punto di vista numerico, rispetto agli altri. La numerosità del nostro campione è inferiore, avendo a disposizione 145 pazienti, di cui solamente 13 affetti da PHN, mentre il gruppo più consistente (51 pazienti) è costituito da soggetti affetti da radicolopatia cronica, una patologia non considerata dallo studio precedente. Raggiungendo in futuro, come ci prefiggiamo di fare, una numerosità maggiore ed una più omogenea distribuzione dei pazienti nei vari gruppi, ci poniamo come obiettivo una verifica della consistenza dei risultati ottenuti col presente studio. Concludendo possiamo affermare che il nostro studio, pur prendendo spunto da quello di Galer, ha avuto sviluppi diversi, che hanno svelato le potenzialità della SDN. In tutto questo ha svolto sicuramente un ruolo determinante l’introduzione nello studio della radicolopatia cronica, che è stata essenziale per evidenziare le caratteristiche del dolore neurogeno individuabili come «dolore profondo-nocicettoriale», da porre in contrapposizione con quelle di «dolore superficiale-neuropatico». Il dolore avvertito come profondo è generalmente da interpretarsi come somatico a meno che non vi siano segni di grave denervazione. In quest’ultimo caso all’origine del dolore, definibile come «dolore profondo da deafferentazione» vi è l’isolamento neuronale centrale. Oggi quando è coinvolto un nervo o una radice spinale è abitudine parlare di dolore neuropatico senza aver considerato gli altri tipi di dolore. La SDN ci aiuta ad escludere la componente nocicettiva (ovviamente in assenza di segni neurologici negativi), lasciando il campo al vero dolore neuropatico. Pertanto tale scala deve entrare a tutti gli effetti a far parte degli strumenti valutativi essenziali nel percorso diagnostico-terapeu- MINERVA ANESTESIOLOGICA 103 NEGRI VALIDAZIONE DELLA «SCALA DEL DOLORE NEUROPATICO» (SDN) E SUE APPLICAZIONI TERAPEUTICHE tico del dolore neuropatico, aiutando il paziente a descrivere le sue sensazioni sgradevoli e il medico a capirle e ad alleviarle. Riassunto Obiettivo. La “Neuropathic Pain Scale” ha il sicuro merito di essere il primo strumento specifico per la misura e l’analisi del dolore neuropatico, dolore altrimenti assai difficile da descrivere da parte del paziente per le caratteristiche poco familiari di questa patologia. Con questo studio abbiamo voluto capire se tale scala può anche orientarci sui meccanismi patogenetici alla base del dolore che dobbiamo trattare. Metodi. Abbiamo somministrato la scala italiana a 145 pazienti (età media 59,5 anni) con dolore neuropatico a causa di radicolopatia cronica, neuropatia diabetica, neuropatia post-traumatica, Complex Regional Pain Syndrome o neuropatia post-herpetica. Ripetendo quanto effettuato da Galer, abbiamo studiato la validità predittiva e la correlazione tra gli item della scala; inoltre abbiamo studiato la validità di costrutto della scala. Risultati. L’intensità del dolore è apparsa elevata in tutti i gruppi diagnostici con la prevalenza di alcuni item a seconda delle patologie considerate. In particolare si è notata l’associazione di un gruppo di item con il «dolore profondo» e un gruppo con il «dolore superficiale». Conclusioni. I risultati hanno confermato la validità statistica della scala anche nella forma italiana, ma hanno anche evidenziato come questa scala sia estremamente utile per distinguere tra il dolore superficiale, tipico del dolore neuropatico e quello profondo più tipico del dolore somatico. Parole chiave: Scala del dolore neuropatico - Dolore neuropatico, eziologia - Dolore neuropatico, diagnosi - Dolore neuropatico, terapia. 104 Bibliografia 1. Price DD. Psicophysical measurement of normal and abnormal pain processing. In: Boivie J, Hannon P, Lindblom U, editors. Touch, temperature and pain in health and disease. Mechanisms and assessments. Progress in Pain Research and management. Seattle: IASP Press, 1994;3:3-25. 2. Portenoy RK. “Neuropathic Pain”. In: Portenoy RK, Kanner RM, editors. Pain management: theory and practice. Philadelphia: FA Davis Company, 1996: 83-125. 3. Buonocore M, Bonezzi C. Il dolore neurogeno dalla definizione alla terapia. In: Buonocore M, Bonezzi C, editors. 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