Gli splendori della Roma farnesiana

Transcript

Gli splendori della Roma farnesiana
ABBONAMENTO ANNUO: PAGAMENTO ASSOLTO MEDIANTE QUOTA ASSOCIATIVA
IN
SE
RT
O
e
Ter
r
ito
rio
RIVISTA UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE PIACENZA MUSEI (FEDERATA FIDAM) - PERIODICO - AGOSTO 2011 ANNO XVI N. 2
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% COMMA 20/B - ART.2 LEGGE 662/96 - FIL. DI PC - TIPOGRAFIA CASSOLA (PC)
IN CASO DI MANCATO RECAPITO SI CHIEDE LA RESTITUZIONE IMPEGNANDOSI A PAGARE LA TASSA DOVUTA
Gli splendori della Roma farnesiana
Arte e cultura, storia e passioni tra Piacenza e Roma
Da Palazzo Farnese
alla Farnesina a
Castel Sant’Angelo,
dalla Cancelleria
Apostolica alla
Chiesa del Gesù: le
meraviglie romane
legate ai Farnese
I
l viaggio nella Roma dei
Farnese, realizzato a marzo
2011 da Piacenza Musei,
è stata la continuazione del
percorso culturale farnesiano
prima su Piacenza e poi
nel 2007 su Caprarola e il
Viterbese, già identificato con
il progetto ROSSOFARNESE
elaborato da Piacenza Musei.
Se il Palazzo Farnese di
Sommario
1-5 Roma farnesiana:
le meraviglie legate
alla grande famiglia
rinascimentale
6-8 La Val Tidone
interpretata dal pittore
Enrico Groppi
9-16 Inserto Arte e Territorio
18-20 San Sisto, la Sala
della Filosofia: un gioiello
nascosto
20-22 Da Van Dick a
Sustermans, da Mulinaretto
ad Appiani: grandi ritrattisti
a Piacenza
Roma, Palazzo Farnese: i tre ordini architettonici visibili nel grandioso cortile porticato
23 Eventi a Piacenza e in
provincia
www.piacenzamusei.it
Agosto 2011
Roma, Palazzo Farnese: la volta affrescata della galleria dei Carracci, al cui centro spicca il Trionfo di Bacco e Arianna
Caprarola esprime la
compagine iconografica
farnesiana dovuta al
cardinale Alessandro, che
riprende le simbologie
farnesiane del nonno,
aggiungendone una grande
quantità attraverso le
indicazioni di Annibal Caro
(passato al suo servizio dalla
corte del fratello cardinale
Ranuccio morto nel 1565),
il Palazzo Farnese di Roma
è l’eccelso esempio di
architettura rinascimentale
e insieme la matrice di
iconografia farnesiana.
La grande fortuna dei
Farnese, nobili delle terre
viterbesi, ha inizio con il
matrimonio di Pier Luigi
Farnese con Giovannella
Caetani, appartenente a una
delle più nobili famiglie
romane, da cui erano usciti
il papa Bonifacio VIII e sei
cardinali. È Giovannella che
affida al primogenito maschio
Alessandro (1468-1549) il
futuro della famiglia con
l’ambizione di salire ancora
2
sul soglio di Pietro e dare
gloria alla discendenza. Egli
ricevette un’educazione
eccellente prima a Roma
da Pomponio Leto e poi
a Firenze da Demetrio
Calcondila per studiare il
greco; qui fu determinante
la frequentazione della corte
medicea e in particolare
l’amicizia con Giovanni,
figlio di Lorenzo il Magnifico
e futuro papa Leone X.
Dopo aver attraversato i
difficili tempi di Innocenzo
VIII Cibo, iniziò la carriera
curiale con i favori ottenuti
da Alessandro VI Borgia,
che si era innamorato di sua
sorella Giulia; ebbe molti
benefici da Giulio II della
Rovere, che aveva sostenuto
in conclave; diventò sempre
più potente con i due papi
Medici Leone X e Clemente
VII (1513-1521 e 1521-1534)
per giungere, come decano
del Collegio e attivo in sei
pontificati, ad essere eletto
papa al primo scrutinio il 13
ottobre 1534 con il nome
di Paolo III. Creò subito
cardinali, come era costume
per i neopapi, due nipoti (i
nipoti Alessandro e Ascanio
Sforza di Santa Fiora) e il
cugino Nicola Caetani; l’altro
nipote Ranuccio, terzogenito
del figlio Per Luigi, sarà
nominato cardinale appena
compiuti i 14 anni nel
1544. Paolo III aveva bene
in mente il progetto di
costituire uno stato per i
suoi discendenti, affinché
potessero annoverarsi tra
i regnanti, e di spianare la
strada ai nipoti cardinali
per un secondo pontificato.
Aveva scelto il nipote
primogenito Alessandro per
la carriera curiale e il nipote
secondogenito Ottavio
per l’assegnazione del
nuovo stato, ma nonostante
ciò doveva governare le
ostilità fra i nipoti, che si
contendevano aspramente
i ruoli. Per contestualizzare
il Palazzo Farnese di Roma
e vedere il crescendo
degli interventi di Paolo III
Panorama Musei
Periodico dell’Associazione
Piacenza Musei
iscritto al n. 490 del Registro
Periodici del Tribunale di
Piacenza
Anno XVI N. 2
www.associazionepiacenzamusei.it
[email protected]
Direttore Responsabile
Federico Serena
Redazione
c/o Studiart
Via Conciliazione, 58/C
29122 Piacenza
Tel. 0523 614650
Progetto Grafico
Studiart
Art Director
Noemi D’Agostino
Coordinamento editoriale
Federica Segalini
Stampa
TIPOGRAFIA CASSOLA
di FABRIZI MICHELE & C. snc
Strada Dei Dossarelli, 35
29122, Piacenza (PC)
Disegni e foto, anche se non
pubblicati, non verranno restituiti
Agosto 2011
Roma, Palazzo Farnese: Sala dei Fasti farnesiani, attuale studio dell’Ambasciatore di Francia
Piacenza Musei ha potuto ammirare questo spazio privato grazie ad una opportunità assolutamente esclusiva
sono stati scelti alcuni
monumenti altamente
significativi: la Farnesina,
l’appartamento di Paolo III
in Castel Sant’Angelo, il
Palazzo della Cancelleria
Apostolica, la Chiesa del
Gesù, la Galleria Doria
Pamphilj, ma anche Palazzo
Venezia, residenza saltuaria
del papa, e la piazza del
Campidoglio, commissionata
a Michelangelo dallo stesso
Paolo III, appena eletto papa,
insieme al completamento
della Cappella Sistina
sul tema del Giudizio
Universale. La piazza
capitolina, definita da tre
palazzi di giusta proporzione,
è posta in posizione
dominante sul Foro Romano
e sulla città moderna, con al
centro la statua equestre di
Marco Aurelio collocatavi nel
1538 e le due statue antiche
ai lati dell’ampia scalinata.
La prima meraviglia è stata
la Farnesina, palazzo con
parco e orti progettato
da Baldassarre Peruzzi
per il banchiere Agostino
Chigi, entrambi senesi,
che si armonizza con
l’impareggiabile tessitura
mitologica eseguita tra
il 1511 e il 1518 da
Raffaello nella Loggia di
Galatea e nella Loggia di
Amore e Psiche, mentre lo
stesso Peruzzi traduceva
in immagini l’Oroscopo
del committente Chigi e
Sebastiano del Piombo,
giovane talento prelevato
a Venezia, dipingeva le
Metamorfosi di Ovidio,
incorniciate nei festoni
floreali da Giovanni da
Udine. Il palazzo fu chiamato
Farnesina quando fu
acquistato dal gran cardinale
Farnese per distinguerla dal
Palazzo principale e quando
fu progettato il collegamento
sospeso sopra il Tevere tra
i due edifici. La ripresa di
questa figurazione, dove
trionfano gli amori e le nudità
dei corpi, si incontra anche
nella sala di rappresentanza
per l’accoglienza di
ambasciatori e visitatori
Roma, Palazzo Farnese: la facciata su Piazza Farnese
illustri e nell’appartamento
di Paolo III in Castel
Sant’Angelo, deliziosa
apparizione negli interni
dell’austera fortezza;
memorabili le imprese con il
delfino e il camaleonte con le
code annodate e l’ossimoro
“Festina lente” (affrettati
lentamente) e con il liocorno
con “Virtus securitatem parit”
(la virtù, il valore genera
sicurezza, stabilità); nella
sala dei Fasti è richiamata la
figura di Alessandro Magno
il Macedone, nella sua
attinenza storica ed eroica
con Paolo III. Completa
l’effetto la Loggia di Giulio
II che si affaccia sul Tevere,
offrendo uno dei panorami
più suggestivi di Roma, e
che costituisce l’accesso
ufficiale alla Sala Paolina,
impreziosita da affreschi
e affiancata da due ali
laterali coperte a botte.
Un altro luogo farnesiano
di eccellenza è il Palazzo
della Cancelleria, splendido
esempio di architettura
3
www.piacenzamusei.it
Roma, Villa Farnesina:
Raffaello, Trionfo di Galatea (1511-1512)
Roma, Palazzo della Cancelleria Apostolica:
particolare degli affreschi
4
Agosto 2011
rinascimentale a Roma,
iniziato intorno al 1485 per
volere del cardinale Raffaele
Riario, nipote di Sisto IV
della Rovere. I lavori, cui
secondo il Vasari prese parte
il Bramante, comportarono la
distruzione della precedente
chiesa, che venne ricostruita
ed inglobata nel nuovo
edificio, e si conclusero, tra
il 1511 ed il 1513 e poco
dopo il suo completamento
sotto il pontificato di Giulio
II della Rovere l’edificio
venne confiscato ai Riario
per divenire sede della
Cancelleria Apostolica.
La lunga facciata riporta
lo stemma dei due papi
della Rovere e un ritmo di
lesene disposte ad interassi
alternati, al cui centro è
posto il grande portale
voluto nella seconda metà
del XVI secolo dal cardinale
Alessandro Farnese, che era
il Cancelliere Pontificio,
succeduto al nonno Paolo
III. Dal grandioso scalone
si arriva al Salone dei 100
giorni, così chiamato perché
Giorgio Vasari si vantò di
aver affrescato in soli 100
giorni la grande sala al
primo piano rappresentante
la vita di Paolo III Farnese.
Si giunge infine al Palazzo
Farnese, capolavoro
architettonico incontrastato
(facciate, atrio, cortile,
scalone) uscito dalle idee di
quattro architetti (Sangallo
il Giovane, Michelangelo,
Vignola e Della Porta), dove
s’incontrano anche i Fasti di
Paolo III, che richiamano a
loro volta quelli grandiosi
della Cancelleria; essi
esaltano le gesta del papa
Farnese nella pacificazione
tra Carlo V e Francesco I,
nella creazione dello stato
di Piacenza e Parma, nella
approvazione dei nuovi
Ordini religiosi, prima tra
tutti la Compagnia di Gesù,
e nella convocazione del
Concilio di Trento per avviare
la controriforma cattolica in
decisiva risposta all’avanzata
del protestantesimo. Diversi
gli artisti vi lavorarono a
più riprese: Daniele da
Volterra nel 1547, Francesco
Salviati (1552-1555), i fratelli
Zuccari dal 1665. Questa
stagione, in cui la natura e
l’ideale classico si realizzano
nell’espressione della
bellezza assoluta che induce
alla contemplazione, trova il
suo culmine nella Galleria di
Palazzo Farnese di Annibale
Carracci (1598-1602),
l’ultimo sublime esempio
di arte rivolta ai modelli
rinascimentali e capolavoro
assoluto. In essa il Trionfo di
Bacco e Arianna e i riquadri
circostanti fanno a gara
per l’estrema raffinatezza
con i trionfi e gli amori di
Galatea di Raffaello alla
Farnesina, ma aggiungono
alla perfezione pittorica
l’illusionismo prospettico
dei quadri riportati, delle
finte statue e delle cornici,
di straordinaria potenza, che
diventano poi i fondamenti
tecnici dell’arte barocca. Per
non parlare del Camerino, o
camera da letto del cardinale
Odoardo, con Ercole al bivio
tra Vizio e Virtù e infine e
della Mostra dislocata al
primo piano con i ritratti
di famiglia, compresi i due
strepitosi di Tiziano. Uno
splendido spettacolo, che ha
conquistato indistintamente
tutti gli amici di Piacenza
Musei. A seguire, la Chiesa
del Gesù, in cui si trovano la
nuova grandiosa spazialità
ad aula unica e l’esplosione
dell’arte della controriforma
nello smisurato Trionfo del
nome di Gesù eseguito da
Giovanni Battista Gaulli detto
il Baciccia, oltre che nello
sfarzo di ori e lapislazzuli.
Proprio in questa chiesa
dallo schema innovativo si
evidenzia l’azione congiunta
dei due principali cardinali
Farnese, Alessandro e
Odoardo, che a loro spese
come protettori dell’Ordine
Agosto 2011
Roma, Chiesa del Gesù: veduta della facciata e dell’interno
gesuitico provvedono alla
costruzione - il primo - della
chiesa e - il secondo - della
sacrestia e del convento, i
quali sono ritratti affiancati
nella stessa tela della
Sacrestia. Suggestiva la
sepoltura del cardinale
Alessandro davanti all’altare
maggiore, segnata da un
marmo circolare con lo
stemma dei sei gigli. Una
visita a Sant’Andrea della
Valle, la basilica dell’Ordine
dei Teatini dedicata al
fondatore sant’Andrea
Avellino, ha rievocato i
rimandi alla chiesa teatina
di San Vincenzo di Piacenza
nelle parti strutturali e ha
evidenziato l’affresco della
cupola, eseguito tra il 1621
e il 1625 da Giovanni
Lanfranco, giovane talento
educato presso la bottega
dei Carracci per volontà del
marchese Scotti, piacentino.
La cupola è seconda per
grandezza solo a quella di
San Pietro ed è la prima ad
avere un affresco barocco.
Non poteva mancare la
visita alla Galleria Doria
Pamphilj, nel palazzo
costruito tra il 1505 e il
1507, sviluppato intorno
al cortile quadrangolare
di impianto bramantesco,
che ancora oggi si apre
sull’ingresso di via del Corso.
Passato a Francesco Maria
I della Rovere, duca di
Urbino e prefetto di Roma,
fu acquistato dal cardinale
Pietro Aldobrandini nipote
di Clemente VIII (il 6 ottobre
1601). Alla sua morte rimase
unica erede del patrimonio
Olimpia junior (1638), che
nel 1647 sposò in seconde
nozze Camillo Pamphilj,
nipote del papa Innocenzo
X. Alla morte senza eredi di
Girolamo Pamphilj nel 1760,
si aprì la successione, per la
quale concorsero i Borghese
e i Doria, che vinsero la
causa e furono costretti a
venire a Roma per obbligo
di residenza. I Doria nel
frattempo avevano acquisito
anche il patrimonio dei Landi
di Bardi e Compiano, tramite
il matrimonio dell’ultima
erede Polissena nel 1642;
per questo l’archivio Landi
si trova qui. Oltre alle sale
decorate con uno splendore
sorprendente, si può vedere
la collezione privata più
ricca del mondo con opere
di Annibale Carracci,
Caravaggio, Claude Lorrain,
Velázquez, Domenichino,
Guercino, Guido Reni,
Tintoretto, Jan Brueghel il
Vecchio, Raffaello, Tiziano,
esposte in sequenze
talmente fitte da creare
disorientamento. In ognuno
dei luoghi romani scelti
per la visita c’è un capitolo
di storia attinente a quella
farnesiana, che coniuga
strettamente il ducato di
Parma e Piacenza con il
papato e il ducato con le
azioni dei cardinali residenti
nel Palazzo di Roma, e
anche quando la relazione
storica non sembra diretta,
i riferimenti a Piacenza
sono stati frequenti. Questo
viaggio a Roma ha creato
la necessità di una visita al
Palazzo Farnese di Piacenza,
da rivedere con l’ampiezza
della prospettiva romana,
e preannuncia anche un
viaggio a Napoli dove, a
Capodimonte e al Museo
Archeologico, sono esposte
le collezioni farnesiane, là
pervenute nel 1736 come
eredità di Carlo di Borbone,
figlio di Elisabetta Farnese.
Queste esperienze culturali
individueranno appieno il
ruolo strategico dei Farnese
nella storia d’Italia.
Stefano Pronti
5