Magica ovazione Le storie di Mogol regalano emozioni

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Magica ovazione Le storie di Mogol regalano emozioni
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LA PROVINCIA
LUNEDÌ 15 FEBBRAIO 2016
Primo Piano
A Sondalo una notte di musica e ricordi
«Ritornare sui suoi passi»
«Il Festival di Sanremo dovrebbe tornare
sui suoi passi, con coraggio, riuscire ad essere
ancora una rassegna che davvero esprime i migliori,
che racconta il nostro panorama musicale»
«Le scuse al pubblico»
«Mango era un vero artista, ma anche un vero uomo.
Quando si sentì male, chiese scusa al pubblico
ed ebbe la forza di appoggiare la mano
sul pianoforte per l’accordo di chiusura»
Magica ovazione
Le storie di Mogol
regalano emozioni
L’evento. Palasport gremito per l’incontro di sabato
Un grande tributo alle canzoni composte con Battisti
PAOLO REDAELLI
Pensieri e parole della
giovanissima Giulia Baretto,
sondalina, aprono “Il nostro caro Angelo”, serata di tributo alle canzoni di Mogol-Battisti al
Palasport del suo paese. Comprensibilmente emozionata,
davanti a più di 500 persone
esprime la sua visione dell’evento, che suona più o meno
così: «Bisogna lasciare spazio
all’arte, in un mondo dominato
dalla fretta». All’arte si lascia
spazio, in questa lunga notte
che è un viaggio tra la musica e
le parole, quelle “emozioni” appunto che il nostro saggio Gran
Mogol ci invita a recuperare, in
un panorama musicale sempre
più dominato dal marketing e
non dalla passione.
Anna Portalupi (una che suona con i Toto e la cantante dei
Nightwish, vero portento) suona da manifesto dell’evento,
una canzone strepitosa come
non se ne fanno più da anni, con
versi stampati nella memoria,
che sembrano fatti apposta per
l’occasione: “Lui dorme nei cespugli sotto gli alberi, ma schiavo non sarà mai”.
Introduzione
Il critico letterario Gian Paolo
Serino introduce poi la serata,
lasciando subito spazio alle parole. Ed è un vero boato quando
sale sul palco Mogol, ottant’anni compiuti, lucidissimo e caustico quando occorre. Dialoga
con lui, seduti su un divano da
talk show, il direttore del nostro
Un lungo sogno
Emozioni, passione, musica:
parole chiave di un evento che
Ezio Bianchi sognava da tempo, nel suo paese, e che ha realizzato, con un piccolo aiuto da
parte degli amici, dell’Apt Sondalo Tria Lilia e del Comune.
“Insieme a te sto bene”, in
versione quasi hard rock, eseguita dalle Custodie Cautelari,
con le svisate hendrixiane dello
special guest Ricky Portera, la
voce rugginosa del leader Ettore Diliberto è anche una dichiarazione programmatica di
come andrà la serata. “Il nostro
caro Angelo” guidato dal basso
potente e al tempo delicato di
12
1 Sanremo?
Continua
a premiare
la notorietà
e non la qualità
12
1 Bisogna
lasciare spazio
all’arte in un mondo
dominato
ormai dalla fretta
L’omaggio a Mango
e a Gianni Bella
«Un genio autentico»
Nell’ultimo dialogo,
Mogol rende omaggio a
Gianni Bella, musicista il cui
valore non è del tutto riconosciuto: «genio autentico, capace di creare belle canzoni,
ma anche un’opera con orchestra».
E ricorda l’amico Mango,
con il quale lavorò molto dopo Battisti, morto sul palco-
scenico. «Un vero artista, ma
anche un vero uomo. Quando
si sentì male, chiese scusa al
pubblico ed ebbe la forza di
appoggiare la mano sul pianoforte per l’accordo di chiusura». Boato di approvazione
del pubblico, standing ovation per un uomo che ha raccontato se stesso, con semplicità, senza mai strafare,
giornale, Diego Minonzio, fin
dall’inizio convinto sostenitore
dell’operazione. Il discorso cade su Sanremo e Mogol non si fa
pregare. «È un festival che continua a premiare la notorietà a
discapito della qualità, non ci va
il meglio della musica italiana,
ma quello che è spinto meglio.
Dovrebbe tornare sui suoi passi, con coraggio, riuscire ad essere ancora una rassegna che
davvero esprime i migliori, che
racconta il nostro panorama
musicale attraverso storie ed
emozioni».
Emozioni, ancora. La scelta
di Valentina Capone, attrice
di casa (è nata qui) con una bella
carriera altrove tra teatro, cinema e tv, cade appunto sul testo
cardine. “E guidare a fari spenti
nella notte/per vedere/se poi è
così difficile morire”, la qualità
letteraria dei versi di Mogol risalta ancor meglio, quasi del
tutto privata della musica, con
Diliberto ad accompagnare l’attrice con pochi tocchi di chitarra.
Una voce “nera”
Poi, quasi come un corollario,
arriva “Aver paura di innamorarsi troppo” con la voce “nera”
di Giada Bernabè, una dei sei
cantanti che si alterneranno
nel viaggio. “Amarsi un po’” è
emozionante, con il canto vellutato di Andrea Lelli e l’incedere di basso della Portaluppi.
“Pensieri e parole”, con un’effi-
lanciando qua e là messaggi
importanti.
La musica firmata Mogol si
chiude con “La Compagnia”
scritta insieme a Donida,in
una versione simile a quella
di Vasco Rossi e Portera ancora sugli scudi.
E l’apoteosi finale è con il
rock blues tirato di “Il tempo
di morire” che mostra il lato
selvaggio di Battisti.
C’è tempo ancora, il pubblico non è sazio, per un piccolo saggio de “La Notte delle
Chitarre”, altra dimensione
delle Custodie.
E allora una “Billie Jean”
di Michael Jackson riportata
alle origini blues con uno
straordinario bottleneck all’acustica di Giuseppe Scar-
Applausi a scena aperta per
Mogol, l’autore di tantissime
canzoni di successo
intervistato dal direttore
Diego Minonzio FOTO GIANATTI
12
1 Con Lucio
ci mettevamo
sopra un tappeto
Lui alla chitarra
io con la penna
1 I grandi successi
riproposti
in nuove versioni
non perdono
il loro fascino
cacissima Emy Guerrisi chiude prima di un nuovo break con
la coppia Mogol-Minonzio.
Si riparte e “Nessun Dolore”
è puro soul, con la voce di lava
incandescente della Bernabè
che esprime davvero tutto
quello che ha dentro, in duetto
con la Guerrisi, entrambe senza risparmio. Esce fuori anche
tutto il drive di una band collaudata e ben diretta da Diliberto.
“Anna” porta alla ribalta, con le
sue discese ardite e le risalite, la
voce di Ivan Siesser che sa essere ruggente e delicata. “Sì
viaggiare”, cantata da Max Lo
Buono, è il Battisti che si ballava anche in discoteca, funky e
leggero, ma con parole pensanti
. “E penso a te” evoca anche Mina, è un confronto difficile per
ogni cantante, ma Beniamino
Cristiano supera brillantemente la prova, mentre il coro e
il pubblico fanno l’inevitabile
“paraparabappapa”.
Qualche ricordo
Poi Mogol si lascia andare a
qualche ricordo, stimolato da
Minonzio, che gli chiede prima
di X Factor (e lui, lapidario: «È
uno spettacolo, non una scuola») e poi come componevano
le canzoni lui e Lucio:. «Arrivava da me, la mattina presto, mi
chiedeva un caffè (vengono in
pato, da Napoli, chitarrista
da vent’anni di Edoardo Bennato, e si sente. “Tunnel of
Love” dei Dire Straits alternata a “Grande figlio di Puttana” che Dalla dedicò al qui
ben presente Portera, che ha
occasione di duellare con
Scarpato a colpi di sei corde.
“Highway to Hell” degli AC/
DC fa bollire, lo fa sempre, la
platea e si chiude con una devastante “Rock and Roll”, ed
eccitanti rullate di batteria di
Alex Polifrone, la gente in
piedi per un’altra macchina
da ritmo.
I Led Zeppelin a siglare un
tributo a Lucio Battisti.
Guarda un po’, gira e rigira, si
finisce sempre lì.
P.Red.
Applausi a scena aperta durante la serata