Emergenza Filippine ed emergenza Sardegna: un`occasione di

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Emergenza Filippine ed emergenza Sardegna: un`occasione di
Emergenza Filippine ed emergenza Sardegna: un’occasione di mobilitazione di tanti “io”
a cura di Paolo Luoni (classe VA)
Lo scorso 7 novembre la parte centro-sud delle Filippine è stata colpita da Hayan, un tifone con raffiche che hanno toccato i
350 km/h, i venti hanno creato onde alte più di sei metri che hanno devastato i
paesi costieri per un chilometro dal litorale. L’agenzia umanitaria nazionale
riferisce le stime a 12 giorni dall’accaduto: quattro milioni sono gli sfollati, più
di quattro mila i morti accertati,18 mila feriti e più di mille i dispersi.
Un fatto drammatico, una
descrizione così arida non
basta a descriverne il
dolore.
La notizia del tifone mi era giunta ma non gli avevo dato poi peso, ho
sempre trattato questi fatti con una vena di distacco (eccetto alcuni
casi come la Siria).
Domenica mattina mi sveglio e accendo la televisione, mi si palesa
davanti agli occhi la distruzione che sta vivendo quella gente, il
telegiornale manda in onda le immagini della catastrofe: file di cadaveri,
uomini e donne disperati, bambini senza più i genitori che si aggirano da
soli tra le macerie.
Davanti a quelle immagini qualcosa si muove, il distacco si riduce e
mi sento sempre più rimescolato al loro dolore, proprio come se quei
bambini senza più niente e nessuno fossero miei fratelli. Sono passato
in quell’istante dall’essere assonnato ad uno stato in cui mi sono reso
conto che la condizione in cui si trovano loro è la condizione umana
in cui spesso mi trovo io: di non possedere niente, essere povero e
piccolo ed avere il disperato bisogno di qualcuno che mi aiuti, che mi dia una mano ad affrontare la vita perché da solo
è più difficile. Questo mi accomunava a loro e ha fatto crescere in me il desiderio di aiutarli concretamente.
Il giorno dopo a scuola propongo ai miei compagni di classe di fare una merenda per aiutare le popolazioni colpite dal tifone, la
proposta viene accolta e lo stesso giorno ci mettiamo d’accordo per preparare: chi
porta una torta, chi i “cup cake”… tutti vogliono preparare qualcosa. Il giorno dopo
sono i miei compagni che mi propongono di estendere la merenda a tutte le classi
della scuola, così che a turno una volta alla settimana fino a Natale possiamo
raccogliere dei soldi per loro. Una mobilitazione di tanti “io”.
Il 18 novembre un altro tifone colpisce la Sardegna, in particolare la zona verso
nord, quello che avevo visto nelle filippine si ripropone ancora. Questa volta ci
sono 14 vittime e danni ingentissimi. La pioggia ha fatto esondare numerosi fiumi, ha creato smottamenti evacuando centinaia
di persone. Davanti a questo fatto si è pensato di estendere la raccolta anche alla vicina Sardegna.
Basta la mossa di un “io” perché gli altri non restino indifferenti. Basta solo che un fatto faccia breccia nell’io di una persona,
che questo non può fare a meno che contagiare anche gli altri.