3)PROPOSTA DI DELIBERA INDIRIZZO CRITERI BANDI USO BENI

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3)PROPOSTA DI DELIBERA INDIRIZZO CRITERI BANDI USO BENI
proposta di delibera
Oggetto: CRITERI PER L’UTILIZZO CONDIVISO E LA CONCESSIONE D’USO DI SPAZI E IMMOBILI DI
PROPRIETÀ COMUNALE AL FINE DI AVVIARE PROGETTI FINALIZZATI ALL’ATTIVAZIONE E
SVILUPPO DI ATTIVITÀ SOCIALI, CULTURALI ED ECONOMICHE.
Premesso che:
L’art.118 della costituzione italiana prevede che “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province
e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di
attività d’interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.” E che, in particolare, in base
a tale principio di sussidiarietà, la partecipazione attiva dei cittadini alla vita collettiva può
concorrere a migliorare le capacità delle istituzioni di dare risposte efficaci ai bisogni delle persone
e alla soddisfazione dei diritti riconosciuti anche a livello costituzionale.
L’art.6 della L. 8 giugno 1990, n. 142 Ordinamento delle autonomie locali (TUEL) al comma 1
stabilisce che “I comuni, anche su base di quartiere o di frazione, valorizzano le libere forme
associative e promuovono organismi di partecipazione popolare all'amministrazione locale. I
rapporti di tali forme associative sono disciplinati dallo statuto.” E che nel comma 3 recita “Nello
statuto devono essere previste forme di consultazione della popolazione nonché procedure per
l'ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati dirette a promuovere
interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e devono essere, altresì, determinate le
garanzie per il loro tempestivo esame.”
Lo statuto del Comune di Messina contiene e prevede al titolo III e al titolo IV forme di
partecipazione all’Amm.ne Comunale da parte dei cittadini sia come singoli, sia in forma
organizzata e associata a tutela degli interessi pubblici collettivi e diffusi.
Atteso inoltre:
- che il Comune di Messina è proprietario di numerosi immobili, molti dei quali sono in condizioni di
degrado e richiedono interventi manutentivi di tipo ordinario e/o straordinario, che per le condizioni
generali dei conti pubblici l’Amministrazione non è in grado di sostenere e attuare.
- che è da tempo impegnato in politiche di risanamento urbano che non possono e non devono
essere solo di tipo materiale ed edilizio e non possono prescindere da azioni di rigenerazione
sociale attraverso l’utilizzo di spazi ad uso diverso del residenziale ai fini della diversificazione
funzionale e della integrazione di attività, risorse umane e progetti a sostegno della piena
realizzazione dell’abitare come attività composita e aggregativa.
- che la particolare situazione finanziaria del Comune di Messina richiede notevole prudenza e
rigore nell’uso e nella razionalizzazione complessiva dei beni patrimoniali, in virtù dell’adesione
alle procedure di Riequilibrio Finanziario pluriennale, ma che il concetto di redditività e
valorizzazione dei beni può essere inquadrato in uno sguardo più ampio e articolato, illustrato dai
riferimenti normativi di seguito indicati.
1. Con l'entrata in vigore della L. 537/93 (Legge Finanziaria '94) è stato modificato il regime di
gestione del patrimonio immobiliare pubblico. L'art. 9 della citata legge, inserendosi in una
complessiva tendenza al raggiungimento di più elevati livelli di efficienza in materia di gestione del
patrimonio dello Stato e degli enti pubblici, ha inteso infatti allineare i livelli minimi di rendimento
delle concessioni immobiliari pubbliche ai prezzi praticati in regime di libero mercato.
Più in dettaglio si osserva che la norma in oggetto dispone il divieto tassativo di attribuire risorse
finanziarie in qualsiasi modo e titolo a favore di associazioni di dipendenti pubblici (comma 1) e
condiziona (comma 2) l'uso di beni pubblici immobiliari da parte di queste ultime al doppio requisito
dell'espressa previsione di legge e della corresponsione di canoni di mercato. Il comma 3 - che qui
particolarmente interessa - dispone, invero assai più genericamente, che il canone, relativo a
immobili del patrimonio pubblico corrisposto da "utenti privati" sia fissato, almeno, al valore di equo
canone.
La normativa descritta - la cui ratio sembra essere quella indicata - non può, peraltro, reputarsi in
contrasto, per le motivazioni che seguono, con i provvedimenti che l’Amministrazione vuole
adottare nell'intento di sostenere l'attività di Associazioni e altre forme organizzative che
validamente perseguono scopi di rilevante utilità sociale o caratterizzate da fini istituzionali
rientranti fra quelli perseguiti dal Comune e comunque ritenuti meritevoli di tutela e promozione.
Si osserva che dove il legislatore ha inteso stabilire divieti tassativi lo ha fatto in modo espresso
(art. 9 commi 1 e 2); inoltre appare assai improbabile che la legge abbia intenzionalmente
ricompreso, per escludere nei suoi confronti ogni forma agevolativa, una realtà così diffusa e
articolata quale quella dell'associazionismo, nella generica categoria degli "utenti privati".
Tali orientamenti con intenti agevolativi o di promozione sono anche riscontrabili alla gestione dei
rapporti di concessione di immobili di proprietà dello Stato, si nota infatti , a conferma di quanto
sostenuto, che il ricorso a canoni ricognitori e comunque inferiori rispetto a quelli di mercato
costituisce pratica usuale in relazione ad associazioni ed enti che svolgono particolari attività,
apprezzabili sul piano culturale e socio-assistenziale.
Così la legge 11 luglio 1986 n. 390 - "Disciplina delle concessioni e delle locazioni di beni immobili
demaniali e patrimoniali dello Stato in favore di enti o istituti culturali, degli enti pubblici territoriali,
di ordini religiosi e degli enti ecclesiastici", prevede la possibilità di stipulare concessioni a favore
degli enti menzionati ad un canone annuo non inferiore a lire centomila e non superiore al 10% del
valore di mercato.
Ed analoghe agevolazioni sono previste dalla legge 9/10/90 n. 309 "Testo Unico delle leggi in
materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei
relativi stati di tossicodipendenza" a favore di associazioni operanti nel campo della prevenzione e
del recupero in materia di tossicodipendenza.
Che la liceità di tali forme agevolative non sia venuta meno a seguito dell'introduzione della L.
537/93 appare evidente anche dalle disposizioni della legge 724/94, finanziaria per il 1995. Esse
infatti, prevedendo condizioni di favore (art. 32 comma 3) per i canoni relativi a immobili di
proprietà statale locati a determinate categorie di associazioni e riconoscendo espressamente (art.
32 comma 8) la facoltà di derogare, in relazione agli "scopi sociali", all'applicazione del canone di
mercato per gli immobili del patrimonio comunale indisponibile, si pongono in ottica di continuità
con i criteri previsti dalle meno recenti disposizioni citate.
Ad ulteriore conforto delle tesi esposte, l'art. 12 della Legge 241/90 afferma espressamente la
facoltà delle amministrazioni pubbliche di concedere, sotto precisi vincoli, come meglio si dirà,
sovvenzioni, sussidi. ausili, contributi e - ciò che qui rileva - "vantaggi economici di qualsiasi
genere a persone ed enti pubblici e privati".
I detti vantaggi non possono essere peraltro attribuiti senza subordinarne la concessione a
"predeterminazione e pubblicazione ... nelle forme previste dai rispettivi ordinamenti, dei criteri e
delle modalità cui le amministrazioni devono attenersi" (art. 12 cit. L. 241/90).
In materia di Comuni si cita per tutti l'art.6 comma 1 della legge 142/90 che recita testualmente: "I
Comuni valorizzano le libere forme associative e promuovono organismi di partecipazione dei
cittadini all'amministrazione locale ... " Da tale promozione di sussidiarietà, risulta derivare, d'altra
parte, al Comune, un irrinunciabile beneficio costituito dal vantaggio sociale che l'attività
istituzionale delle associazioni citate fornisce alla Città in termini di sviluppo della comunità locale e
del capitale sociale; vantaggio che viene di volta in volta valutato secondo quanto di seguito
precisato e che compensa il minor introito economico connesso alla riduzione del canone.
Proprio in attuazione di tale indirizzo il Comune di Messina, nella stesura del proprio Statuto è
giunto alla formulazione di una norma - l'art. 15 - che espressamente prevede il riconoscimento e
la valorizzazione delle libere associazioni "... Il Comune di Messina valorizza e sostiene le libere
forme associative senza scopo di lucro, che operano negli ambiti della assistenza, della difesa dei
diritti, della pace e della cooperazione fra i popoli, della salvaguardia della natura e dell’ambiente,
della cultura, dello sport, del tempo libero, ed in ogni altra sfera sodalmente significativa “, e tale
valorizzazione è promossa e definita tra le altre cose anche attraverso il comma 2 ”…. la
concessione di incentivi, preferibilmente di carattere tecnico-organizzativo e secondo criteri
predeterminati, sia mettendo a disposizione attrezzature, spazi, strutture e locali allo scopo di
potere svolgere manifestazioni, assemblee, riunioni ed altre attività dirette al raggiungimento delle
finalità associative, sia mediante l’affidamento in concessione di attività e servizi o la stipula di
convenzione per lo sviluppo di progetti “
Il Criterio generale d’uso dei beni comunali è indicato inoltre nell’art.103 dello Statuto che ne indica
la priorità:
“1. I beni comunali sono gestiti per il raggiungimento dei fini e degli interessi della collettività
messinese, con particolare attenzione alle esigenze sociali.
2. I beni comunali, non destinati a specifiche esigenze sociali, debbono essere gestiti secondo
criteri di economicità e di efficienza .”
Considerato che:
- Il riuso degli edifici abbandonati o dismessi dalla funzione originaria è uno strumento
fondamentale per la riqualificazione urbana, per la tutela dell’ambiente contro il consumo di suolo,
per il contrasto dell’emergenza abitativa, per il sostegno a progetti culturali e imprese sociali,
soprattutto giovanili, nonché per un’azione efficace a favore di sviluppo produttivo e occupazione;
- le linee programmatiche dell’azione amministrativa della Giunta, hanno tra i propri obiettivi la
spinta della “partecipazione di tutti i cittadini alla costruzione del bene comune ed alla gestione
della città-bene comune;
- l’ “accesso e la gestione dei beni comuni e dei beni restituibili ad un uso comune”;
- la “creazione di spazi di socializzazione in tutti i quartieri e villaggi, anche attraverso il riuso o
l’uso pomeridiano di scuole e palestre, destinate ad attività culturali, musicali, di lettura, sport e
socializzazione;”
- sull’ “attivazione di processi di liberazione degli spazi urbani;”
- su “misure specifiche rivolte allo sviluppo della vita di comunità nei quartieri, con particolare
attenzione ai bisogni dei bambini;”
- “Sull’Offerta di spazi alla elaborazione artistica collettiva giovanile; “
- “Sulla promozione dell’identità culturale e storica di Messina e la “memoria dei luoghi”,
particolarmente nelle giovani generazioni;”
- sulla Promozione e la valorizzazione sociale delle biblioteche scolastiche;”
- sulla “previsione di centri sociali in ogni quartiere o borgo della città;”
- sulla “individuazione e la destinazione a fruizione comune ed autogestita del patrimonio e/o delle
aree comunali non utilizzate.”
- gli indirizzi delle politiche europee tendono alla costruzione della qualità urbana attraverso azioni
concrete di rafforzamento della coesione sociale e attraverso la costruzione di un nuovo ruolo della
città in tempo di crisi e attraverso una nuova idea di sviluppo economico, sociale culturale e di
coesione generazionale.
- le Linee guida per l’attuazione delle Politiche sociali e socio-sanitarie 2013-2015, elaborate
dalla Regione Siciliana, fondano il disegno del nuovo modello di welfare per la Sicilia sull’
“l’integrazione delle politiche socio-assistenziali (nella loro accezione ristretta) con le politiche per
la formazione ed il lavoro, con le politiche della casa e dei lavori pubblici, con le politiche di
sviluppo regionale, con le politiche ambientali ed urbanistiche, ecc.”, ricordando come anche le
politiche europee individuino tra le priorità strategiche le “azioni a sostegno dei giovani, della
competitività e innovazione delle imprese e delle aree di attrazione culturale” e come “Gli obiettivi
di politica sociale possono essere perseguiti con efficacia solo mediante il coinvolgimento di tutti i
soggetti della comunità locale che a vario titolo intervengono nella progettazione e nella
realizzazione del sistema integrato”. E pertanto “occorre riconoscere e agevolare il ruolo attivo
della comunità locale non solo per garantire maggiore legittimazione delle scelte, ma anche per
rendere la stessa protagonista nello sviluppo locale, secondo un’ottica di sussidiarietà e
corresponsabilità”.
- il percorso verso la realizzazione della Città Metropolitana necessita prima ancora
dell’implementazione dei servizi e del dislocamento degli stessi sul territorio per l’allargamento
coeso delle comunità, un costante e puntuale rafforzamento delle comunità urbane presenti.
- la programmazione e il nuovo disegno urbano del PRG in itinere è fondato su direttive che si
esplicitano anche nella riduzione del consumo di suolo, la risignificazione dell’esistente, la
riconquista della città negata e del patrimonio esistente, sulla valorizzazione della periferia
degradata e sulla ricucitura degli episodi urbani presenti nel territorio che appaiono come
marginalità diffuse in molte aree della città.
- Riuso e sviluppo sostenibile presuppongono destinazioni positive per l’intera vita urbana
generando altri sviluppi sostenibili”. Cosi che nei più recenti piani “Urbact la UE ha accentuato un
approccio integrato alla rigenerazione urbana sostenibile, e che Urbact III punta su risorse
sostenibilità e inclusione sociale e la lotta contro le povertà con iniziative territoriali che combinano
gli investimenti materiali in edifici e infrastrutture con misure per promuovere sviluppo economico e
l’inclusione sociale;
- l’Asse 3 del PON metro 2014-2020 indirizza verso la costruzione di politiche e progettazioni per
“Innovazione per l’inclusione sociale” e che su questo solco il comune di messina nel dossier di
Co-progettazione PON Metro punta nella programmazione futura sulla Social Innovation per
l’inclusione dei segmenti di popolazione più fragile e per aree e quartieri disagiati
- l’elaborazione della Bozza PO FESR 2014-2020 realizzata dalla Regione Siciliana evidenzia, in
relazione all’ ASSE PRIORITARIO: 9. Inclusione Sociale, tra le PRIORITÀ D'INVESTIMENTO: “il
passaggio dai servizi istituzionali ai servizi territoriali di comunità” e tra le tipologie di azione volte
al conseguimento dell’ Obiettivo specifico: “Aumento della legalità nelle aree ad alta esclusione
sociale e miglioramento del tessuto urbano nelle aree a basso tasso di legalità” pone “Interventi
infrastrutturali finalizzati alla sperimentazione di modelli innovativi sociali e abitativi L’Azione
prevede il potenziamento del patrimonio edilizio esistente per ridurre il disagio abitativo e
migliorare la qualità di specifici contesti urbani” e “- Interventi di recupero funzionale e riuso di
vecchi immobili in collegamento con attività di animazione sociale e partecipazione collettiva,
inclusi interventi per il riuso e la rifunzionalizzazione dei beni confiscati alle mafie”, “da parte di enti
locali ed altri enti pubblici finalizzati all’erogazione di servizi ed attività sociali, la cui destinazione
d’uso sociale è condivisa e anche costruita con la popolazione residente in aree urbane marginali
e gli attori del volontariato, associazionismo, terzo settore operanti a livello territoriale”.
- il Cnapcc (Consiglio Nazionale degli architetti pianificatori paesaggisti e conservatori), insieme a
Anci, Regioni, Ance e Legambiente, ha in questi anni suggerito le linee guida di un Piano
nazionale per la rigenerazione urbana sostenibile, RI.U.SO.
- La campagna nazionale del WWF, “RiutilizziAMO l’Italia”, che pone al centro dell’emergenza
climatica e ambientale la rigenerazione urbana sostenibile, ha individuato i seguenti strumenti
strategici come base programmatica di un protocollo di intesa tra enti governativi nazionali e locali.
- L’università Italiana attraverso il collegamento di moltissime sedi delle città sta svolgendo la
ricerca di rilevanza nazionale PRIN Re-CycleItaly. relativa al tema del riciclaggio dell’esistente:
attraverso due chiavi di lettura: l’abbandono progressivo del costruito nelle città della postproduzione e la nuova dimensione ecologica urbana. Lo studio indaga La trasformazione nel
tempo della risorsa urbana costruita e di come quasta reagisce al declino sostenendo la
possibilità e l’utilità di progetti, politiche e pratiche capaci di attivare nuovi cicli di vita del patrimonio
costruito.
Considerando inoltre che il comune di Messina intende:
- Promuovere il sistema della cultura valorizzandone la diffusione attraverso una ricognizione e la
individuazione di spazi d’uso.
- Irrobustire il rapporto tra Amministrazione e mondo giovanile, lanciando iniziative per le giovani
generazioni.
- Favorire e sostenere i progetti di nuova economia e lavoro per le giovani generazioni.
-Aumentare la coesione sociale delle comunità con azioni e processi che favoriscano
l’appartenenza alla città, la percezione identitaria e quella dei beni comuni e comunitari, l’impegno
collaborativo dei cittadini in forma individuale o collettiva per i beni comuni e i progetti nella città,
per la mediazione dei conflitti urbani e sociali.
- favorire lo sviluppo di un welfare comunitario incentrato sul contrasto alla povertà e sulla
diffusione del benessere
- ricostruire e rilanciare la qualità della vita dei propri cittadini dentro le politiche di programmazione
della qualità urbana e territoriale
e che:
- tali obiettivi vanno perseguiti soprattutto in considerazione della crisi della nostra economia
cittadina, poiché rimettere in circolo le forme di capitale immobiliare presenti nel Patrimonio
comunale può fornire un input a processi virtuosi e sperimentali che aprano linee di credito reale
ad alta valenza sociale nei confronti delle reti di cittadini, dei tessuti associativi e delle innovazioni
sociali giovanili sia in ambito creativo che economico;
- il processo di pianificazione urbana e le pratiche di condivisione messe in atto possono interagire
positivamente con questi indirizzi.
- il raggiungimento di questi obiettivi può avvenire coordinando le azioni e orientando le diverse
linee di intervento.
e infine che:
- tale processo di riattivazione del patrimonio esistente, anche attraverso l’affidamento in forme di
gestione condivisa alla cittadinanza, è coerente con gli indirizzi legislativi di valorizzazione
immobiliare presumendo non solo un valore economico ma anche un valore espresso in termini di
ricaduta sociale, ad esempio di prevenzione dei costi legati al radicamento e alla diffusione del
disagio sociale;
- la valorizzazione presuppone una gestione attiva del patrimonio di proprietà del comune per cui
lo scopo di valorizzare il patrimonio pubblico è di poter utilizzare il maggior valore generato per
incrementare la qualità della vita nei territori ed al contempo creare occasioni di sostegno allo
sviluppo socio-economico.
- l’obiettivo di rafforzamento e valorizzazione del patrimonio esistente e di cittadinanza attiva si
realizza anche attraverso la creazione di servizi, risorse, luoghi e spazi appositi per favorire la
crescita culturale, lo sviluppo di nuova economia e coesione sociale nella città con attenzione ai
tessuti di margine e periferici.
Tutto ciò considerato, il Comune di Messina è interessato a promuovere il riuso di parti del proprio
patrimonio edilizio non utilizzato o dismesso e delle aree di trasformazione come forma di politica
urbana capace di attivare processi e ricadute di tipo culturale, sociale ed economico nella città.
Tale riutilizzo intende promuovere lo sviluppo di progetti legati al mondo della cultura,
dell’associazionismo culturale e sociale di base, delle emergenti aggregazioni informali che curano
e sviluppano appartenenza ai luoghi, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo di nuova
occupazione o forme collaborative nell’economia, nuove forme d’impresa e co-working, includendo
anche artigianato, innovazione sociale, innovazione digitale o servizi socio-educativi alle fasce
giovanili, degli anziani, dei disabili e degli stranieri.
Richiamata
la deliberazione di G.M. di istituzione del Laboratorio per i beni comuni n.47 del 30-01-14 tra i cui
obiettivi vi era “...la definizione di una proposta di giunta riguardante la progettualità del Comune di
Messina relativa a a parti del patrimonio immobiliare di Enti e Privati con la possibilità di
sperimentazione d’uso attraverso progetti di riuso e riprogettazione a titolo non oneroso e a tempo
determinato .”
l’Ordine del giorno del 22-7-2014 del Consiglio Comunale sulla promozione del Co-working che
invitava “l’Amm.ne a farsi promotrice di nuove progettualità per la città legandole al concetto di
coworking, dando un concreto sostegno al mercato del lavoro tramite questi nuovi indirizzi
incentrati sulla cooperazione e la condivisione di spazi, di mezzi e di professionalità;
ad individuare spazi da poter rivitalizzare e riqualificare rendendoli centri di aggregazione per
giovani professionisti e di erogazione di servizi secondo la più innovativa visione del coworking;
a creare dei bandi, sulla base di appositi progetti mirati e settoriali, per l’assegnazione di spazi
comunali e per la gestione di servizi, secondo anche principi di mutualità con i soggetti che
verranno individuati e scelti;”
l’Ordine del giorno del 22 7 2014 Linee guida per la redazione del regolamento concessione
dei beni demaniali, dei beni patrimoniali indisponibili e disponibili del Comune di Messina.
Ritenuto
che il patrimonio immobiliare della città, anche nei suoi quartieri periferici, e dei villaggi contiene
immobili per la realizzazione di progetti iniziative ed attività finalizzate alla rivitalizzazione della
città, allo sviluppo della creatività e dell’economia giovanile, alla crescita e alla connessione e
coesione sociale ed economica .
Che il patrimonio del Comune di Messina, soprattutto nella sua parte in valorizzazione o all’interno
dei quartieri di edilizia pubblica, può rappresentare una risorsa ai fini della progettualità
sopracitata, con particolare riferimento alla possibilità di riutilizzo e ottimizzazione di immobili che
spesso risultano inutilizzati, sottoutilizzati, urbanisticamente di difficile destinazione o con medie o
consistenti necessità manutentive.
Ritenuto al contempo:
Che sia necessario l’avvio di una sperimentazione per l’utilizzo condiviso e la concessione d’uso
di alcuni spazi e immobili di proprietà comunale attualmente inutilizzati, al fine di avviare progetti
finalizzati all’attivazione e sviluppo di attività sociali, culturali ed economiche
Tale sperimentazione si radica nell’impegno programmatico della Giunta per un processo di
rigenerazione economica e sociale della comunità cittadina; si ispira ai principi di pari opportunità e
non discriminazione; si lega alle istanze e alle proposte pervenute dal Forum del Laboratorio per i
beni comuni; si connette al dibattito sui regolamenti e atti di indirizzo sull’uso del patrimonio e
proposti dai consiglieri comunali; trae spunto dalla Bozza di Regolamento sull’uso condiviso dei
beni comuni e dei beni sottoposti al principio di sussidiarietà prodotta dal Laboratorio per i beni
comuni; assume gli indirizzi provenienti dagli ordini del giorno votati dal Consiglio comunale sui
temi delle nuove forme di economia collaborativa e co-working, si relaziona al dibattito
complessivo in ambito scientifico e urbanistico sui temi del riuso come strategia di intervento al fine
di valorizzare la funzione del patrimonio definendo nuove prospettive di utilizzo e nuovi criteri
sperimentali per le seguenti tipologie di spazi; si pone come uno degli strumenti per la promozione
di pratiche inclusive e di rafforzamento del sistema dei servizi, attraverso processi di
infrastrutturazione sociale; mira ad un aumento del livello di partecipazione dei cittadini, degli
organismi del decentramento, delle organizzazioni sociali e delle comunità locali nella
programmazione e nell’attuazione delle politiche cittadine.
Essa potrà coinvolgere cinque possibili tipi di spazi:
Tipologia A) Spazi inutilizzati e da recuperare
Tipologia B) Spazi destinati alla realizzazione di progetti specifici da parte di associazioni
senza fini di lucro
Tipologia C) Spazi destinati alla realizzazione di progetti per lo sviluppo della nuova
imprenditoria e per progetti aventi finalità sociale
Tipologia D) Spazi in contesti di Edilizia Residenziale Pubblica
Tipologia E) Spazi destinati all’uso condiviso e collaborativo e per la sussidiarietà
A) Spazi inutilizzati e da recuperare
L’Amministrazione Comunale intende procedere al recupero di alcuni immobili che risultano
attualmente inutilizzati e che, per lo stato di degrado in cui versano, necessitano di rilevanti
interventi di ristrutturazione cui non è in grado di provvedere a causa delle attuali condizioni
finanziarie, destinandoli a progetti da essa promossi orientati a sviluppare la creatività,
l’innovazione, la formazione e la produzione culturale in tutte le sue forme.
A tal fine gli immobili individuati potranno essere assegnati per ipotesi di utilizzo e di gestione atte
a consentire la sostenibilità economica delle opere e dei progetti proposti, anche tramite la
fruizione a titolo oneroso di porzioni dell’immobile da parte di terzi per iniziative coerenti all’idea
progettuale. L’assegnazione avverrà mediante procedure di evidenza pubblica.
Gli immobili individuati potranno essere messi a bando e assegnati anche ad uso gratuito per una
durata che verrà commisurata alla valutazione dei progetti e alla consistenza degli interventi e
comunque per un periodo non superiore ai 20 anni, di cui, in ogni caso, non più di cinque anni oltre
la durata dell’ammortamento.
I dipartimenti competenti, con il coordinamento del Dirigente alla Pianificazione strategica,
predispongano i bandi per l’individuazione dei progetti di gestione coerenti con i presenti criteri
guida (progetti per l’incubazione di nuove attività, per attività di coworking e di produzione artistica
e culturale, aree espositive, spazi per associazioni o reti di associazioni, spazi multifunzione o di
condivisione).
I possibili candidati potranno essere associazioni senza scopo di lucro, onlus, cooperative,
fondazioni con finalità sociali ma anche enti e aziende pubbliche, comprese le forme associate
previste dalla legge e potranno coinvolgere gruppi informali di cittadini accomunati da finalità
coerenti al bando e in grado di assicurare continuità alla loro azione.
La loro proposta progettuale di recupero, di valorizzazione e di gestione sarà oggetto di
valutazione attraverso una commissione secondo i seguenti criteri:
Qualità della proposta di progetto e coerenza con le finalità dell’Amministrazione
Qualità del progetto di ristrutturazione
Sostenibilità del piano finanziario
Esperienza dei proponenti e qualità del partenariato
Inclusività e garanzia delle pari opportunità
Risultati attesi e verificabilità dei benefici e dell’impatto sulla città
Nel caso di progetti che interessino un quartiere o villaggi, l’attivazione di procedure di evidenza
pubblica per la concessione degli immobili verrà avviata dopo consultazione e delibera dei consigli
circoscrizionali.
Nel caso di immobili comunali inutilizzati che abbiano in previsione interventi di recupero e
trasformazione, è facoltà dell’Amministrazione Comunale procedere all’assegnazione temporanea,
nelle more di avvio concreto degli interventi di recupero o trasformazione, purchè si tratti di
immobili idonei all’uso in termini di sicurezza e agibilità complessiva.
Al fine di favorire processi partecipati finalizzati alla definizione delle finalità di ri-utilizzo degli
immobili abbandonati da assegnare, l’Amministrazione, attraverso il Laboratorio per i beni Comuni
e attraverso l’UrbanLab, organismi afferenti agli assessorati al Patrimonio, all’Autogestione dei
beni Comuni e allo Sviluppo Economico, può promuovere consultazioni attraverso le quali le
associazioni e gli operatori interessati potranno proporre idee per l’uso e la valorizzazione dei beni.
Le proposte migliori forniranno le indicazioni per attuare interventi a carico diretto
dell’Amministrazione Comunale o per orientare la formulazione di bando per manifestazione
d’interesse.
B) Spazi destinati alla realizzazione di progetti specifici da parte di associazioni senza fini di
lucro
Fermo restando il principio generale di redditività del bene e dell’efficacia dei provvedimenti per la
riduzione degli sprechi e dei fitti passivi, che l’organo esecutivo metterà in atto insieme alle
indicazioni che verranno dai regolamenti del Consiglio Comunale sull’uso e gestione del
patrimonio immobiliare pubblico, l’Amministrazione Comunale, al fine di promuovere e sostenere
specifici progetti rivolti alla cittadinanza ed in particolare alle fasce giovanili, con particolare
attenzione ai quartieri periferici e alla zone di margine anche semicentrali, individuerà a titolo
sperimentale, alcuni spazi che, tramite procedure di evidenza pubblica, potranno essere assegnati
anche in uso gratuito a fronte di specifici progetti di utilizzo dell’immobile, inteso come bene
strumentale per la realizzazione di attività rivolte alla città e che possano diventare un’effettiva
risorsa per sviluppare socialità e cultura, sussidiarietà e stimolo per la produzione di servizi sociali,
economici e culturali innovativi.
I competenti Dipartimenti (Patrimonio, Pianificazione Strategica e Marketing Territoriale,
Manutenzione immobili Comunali, Lavori Pubblici, Politiche sociali e Politiche per la casa e
risanamento) con il coordinamento del Dirigente alla Pianificazione Strategica e Marketing
Territoriale predisporranno dei bandi per le associazioni e per le aggregazioni sociali. Tali bandi
potranno prevedere la concessione in uso gratuito per un massimo di tre anni, degli immobili liberi
o che si renderanno liberi, a fronte della presentazione di una proposta e di un progetto di
interesse collettivo. La proposta dovrà contenere un piano di massima di attività e iniziative rivolte
all’intera cittadinanza da realizzarsi per il periodo per cui è stata richiesta la concessione. Le
eventuali spese di conduzione e manutenzione ordinaria saranno in ogni caso a carico degli
assegnatari.
Le assegnazioni avverranno con procedura ad evidenza pubblica, destinata ad associazioni senza
scopo di lucro, costituite alla data di presentazione della domanda. Potrà essere presentata inoltre
domanda da associazioni non ancora costituite formalmente. In tal caso la domanda dovrà essere
sottoscritta da tutti gli associandi e contenere impegno a definire e perfezionare l’atto di
assegnazione entro tre (3) mesi dalla pubblicazione della graduatoria. Il possibile rinnovo per
ulteriori tre anni si potrà avere in seguito all’approvazione di un nuovo piano di attività di pari
durata.
Per quanto concerne i progetti d’interesse territoriale circoscrizionale o dei villaggi, l’individuazione
degli immobili comunali da assegnare secondo le modalità di cui al presente punto e il controllo
dell’attuazione del programma di attività previste nella proposta progettuale sono affidate ai
Consigli delle circoscrizioni nelle quali ricadono gli immobili, i quali interverranno anche nella
valutazione della rispondenza del progetto a specifiche esigenze di quella circoscrizione e ambito
urbano di riferimento.
C) Spazi destinati alla realizzazione di progetti per lo sviluppo della nuova imprenditoria e
per progetti aventi finalità sociale.
Al fine dei favorire la crescita occupazionale attraverso la creazione di nuove attività d’impresa,
l’assegnazione di spazi commerciali all’interno dei quartieri periferici, oltre che attraverso le
procedure di asta pubblica per l’assegnazione in locazione, potrà avvenire tramite procedura ad
evidenza pubblica per assegnazione in locazione conseguentemente alla selezione di progetti
imprenditoriali meritevoli di incentivo, proposti da lavoratori autonomi e piccoli produttori
indipendenti (cooperative, microimprese secondo la definizione comunitaria, per tutte le tipologie di
assegnatari IVA, imprese artigiane). A tale procedura potranno partecipare persone fisiche che si
impegnino a costituire una impresa di almeno due persone entro tre mesi dall’assegnazione.
L’assegnazione sarà perfezionata solo dopo l’effettiva costituzione.
Per tutte le categorie di proponenti l’assegnazione avverrà sulla base di una graduatoria secondo
criteri e punteggi stabiliti da ciascun bando predisposto con il coordinamento del Dirigente alla
Pianificazione Strategica e Marketing Territoriale.
Potranno essere previsti punteggi premiali per i progetti presentati da team di giovani e donne.
Per gruppi e imprese aggiudicatarie costituite da meno di tre anni, il canone annuo, definito in
base alle vigenti regole, potrà essere abbattuto fino al 90% per i primi cinque anni del contratto.
In tal caso il valore del canone abbattuto è da intendersi come aiuto all’impresa da parte
dell’Amministrazione in regime de minimis, ai sensi del regolamento CE 1998/06.
Le spese di conduzione e le spese di ristrutturazione e di manutenzione ordinaria e straordinaria
saranno in ogni caso a carico dei conduttori.
L’assegnazione degli spazi di proprietà comunale non esenta in alcun modo gli assegnatari
dall’ottenimento di tutte le autorizzazioni necessarie all’avvio dell’attività di impresa.
La procedura di evidenza pubblica sarà attivata almeno due volte l’anno.
D) Spazi in contesti di Edilizia Residenziale Pubblica
Al fine di favorire processi integrati di rigenerazione sociale, culturale ed economica nei contesti
ERP, sia per quanto attiene ai nuovi insediamenti, sia per i contesti già realizzati si procederà
attraverso bandi integrati pluri-obiettivo con il fine di:
- favorire l’integrazione con il contesto sociale dei quartieri ERP e offrire una risposta ai bisogni
rilevati, per rivitalizzare i quartieri monofunzionali e promuovere iniziative di coesione sociale e di
sviluppo economico.
- Rendere più interessanti e appetibili spazi che, se messi a bando singolarmente, risultano di
difficile assegnazione e articolare le offerte dei partecipanti rispetto alla complessità del contesto.
- Garantire una fruizione attiva del territorio durante tutto l’arco della giornata, in aree caratterizzate
da fragilità sociale anche mediante la sinergia tra le diverse attività.
I bandi integrati saranno predisposti con il coordinamento del Dirigente alla Pianificazione
Strategica e Marketing Territoriale, coinvolgendo le Circoscrizioni di riferimento e i dirigenti dei
dipartimenti interessati, con la possibilità di utilizzare, a seconda delle varie tipologie di spazi, le
modalità di selezione e assegnazione di cui alle precedenti lettere A, B e C.
Resta prerogativa dell’Amministrazione Comunale di destinare parte delle unità immobiliari ad uso
diverso dal residenziale all’attuazione di progetti di particolare rilevanza e interesse pubblico,
stabilendo accordi di partenariato con altri soggetti pubblici e con soggetti del terzo settore,
esplicitando nelle linee guida allegate ai bandi gli obiettivi, le motivazioni e gli elementi di rilevante
interesse pubblico.
E) Spazi destinati all’uso condiviso, collaborativo e sussidiario
Al fine di sperimentare concretamente l’uso condiviso di alcuni spazi da parte di cittadini riuniti in
Comunità anche informali per svolgervi e attuare azioni sussidiarie di promozione e cura, di
rigenerazione e rivitalizzazione di spazi, tra cui anche piccoli ambiti urbani o spazi verdi, il Comune
di Messina proporrà, attraverso i dipartimenti competenti coordinanti dal dirigente di Pianificazione
strategica e Marketing Territoriale dei bandi d’uso condiviso.
Tali bandi si riferiranno a beni in discreto o buono stato di conservazione; saranno formulati in
coerenza con le linee di indirizzo generali della presente delibera. L’Amministrazione Comunale,
che riconosce la cultura come bene comune, intende individuare, anche attraverso modalità
partecipative luoghi e spazi capaci di essere gestiti e utilizzati secondo principi non esclusivi e
collaborativi. Le pratiche partecipative, inclusive e democratiche sono il presupposto
caratterizzante di questa tipologia di spazi che dovranno essere messi a bando con conseguente
patto di collaborazione e condivisione, tra Amministrazione e Comunità informale. Quest’ultima
assumerà la responsabilità del bene accludendo al patto di collaborazione il regolamento d’uso. In
questa particolare tipologia di spazi la custodia effettiva rimarrà a carico del Dipartimento afferente
con funzioni di guardiania e custodia. Garante del processo di condivisione e inclusione della
comunità sarà l’istituzione decentrata circoscrizionale.
I competenti Dipartimenti (Patrimonio, Pianificazione Strategica e Marketing Territoriale,
Manutenzione immobili Comunali, Lavori Pubblici, Politiche sociali e politiche per la casa e
risanamento) con il coordinamento del Dirigente alla Pianificazione strategica e Marketing
Territoriale predisporranno dei bandi per spazi e luoghi in cui il modello gestionale sarà quello
condiviso, accompagnato da un regolamento d’uso e dal progetto che dovrà essere di interesse
collettivo e generale. La proposta dovrà contenere un piano di attività e iniziative rivolte all’intera
cittadinanza da realizzarsi per il periodo del patto. Le eventuali spese di conduzione e
manutenzione ordinaria saranno a carico dell’Amministrazione, pur potendosi prefigurare una
compartecipazione da parte degli assegnatari.
(esempi scuola foscolo, un piano del palacultura , i magazzini generali, scuola costa Fracchia
Curcuraci , etc )
Considerato che
L’applicazione dei presenti criteri può comportare in alcuni casi una possibile minore entrata
rispetto a quella preventivata, ad esempio da canoni di locazione, tuttavia attualmente non
stimabile in quando gli edifici sono liberi e non adeguati; la quantificazione puntuale dovrà essere
contenuta negli atti di approvazione dei successivi specifici bandi da attivare secondo i criteri di cui
alla presente deliberazione;
Atteso che
Il provvedimento deve essere dichiarato immediatamente
eseguibile per consentire
all’Amministrazione di attuare con sollecitudine un punto fondamentale del Programma in materia
di beni comuni, valorizzazione sociale, culturale ed economica del patrimonio comunale, nonché di
miglioramento della qualità della vita delle periferie cittadine;
Visti
Il TU sull’ordinamento degli enti locali
Il parere di
Il pareri di
DELIBERA
DI ADOTTARE A TITOLO SPERIMENTALE E PER UN PERIODO DI TRE ANNI – I CRITERI,
ILLUSTRATI SOPRA, PER L’UTILIZZO CONDIVISO E LA CONCESSIONE D’USO DI IMMOBILI
DI PROPRIETÀ COMUNALE.
DI DICHIARARE IL PRESENTE ATTO IMMEDIATAMENTE ESEGUIBILE AI SENSI DELL’ART.
134, 4° COMMA DLGS 267/2000