Arte figurativa devozionale Palazzetto Baviera: mobili
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Arte figurativa devozionale Palazzetto Baviera: mobili
"Sotto un'altra luce: antologia di opere restaurate dal territorio" Rocca Roveresca-Pinacoteca Diocesana: dal 3 agosto al 13 ottobre 2013 Arte figurativa devozionale Specchio di pietà e spiritualità, la produzione devozionale è la risposta a una realtà collettiva di cui descrive caratteri e affetti, dedizione e misticismo, innervati sull’ingenuo sentimento religioso di una tenera deferenza popolare. Sul piano dei contenuti e delle scelte tematiche le arti figurative diventano strumento di “propaganda della fede”, scandendo il percorso di dipinti a arredi così capillarmente diffusi sul territorio. Messaggi agiografici e liturgici non facilmente separabili da quelli stilistici, carichi di volontà iconografiche, assumono il compito di un preciso compendio di simboli, in un susseguirsi di opere che condensano le più pure rappresentazioni degli eventi cristiani. “Il battesimo di Cristo” è opera di uno dei più grandi protagonisti della pittura italiana di secondo Quattrocento, Luca Signorelli, la cui arte inquieta e per nulla accademica giustifica l’apprezzamento “Luca de ingegno; et spirto pelegrino” indirizzato al cortonese dall’eclettico artista urbinate Giovanni Santi. Nell’ultima assidua stagione creativa marchigiana dell’autore tardo-quattrocentesco, collegata probabilmente con la committenza roveresca , si colloca la pala di Arcevia con il Battesimo di Cristo del 1508 per la Confraternita del Crocifisso annessa all’oratorio di San Gianne, incorporato nella collegiata di San Medardo, una delle committenze più rilevanti nella fitta rete di relazioni non solo culturali ma anche economiche, commerciali e religiose intessute dalla città fin dall’incipiente Cinquecento, punto di incontro di grandi personalità pittoriche e di geniali plasticatori come i Della Robbia. Il documento di allogazione, che impegnava Signorelli a eseguire le tre figure principali e ad affidare le restanti parti alla bottega comprova – come hanno dimostrato l’intervento di restauro e le indagini diagnostiche condotte – un’operazione di completamento più che di realizzazione ex novo della tavola, che si sovrappone alla precedente esecuzione, probabilmente fatta da Corrado Teutonico, della cornice lignea. Palazzetto Baviera: mobili Nel fervore di iniziative intraprese nel corso del Settecento si attua una frenetica opera di ricostruzione che interessa non solo le principali chiese ma anche i palazzi nobiliari, con committenze che danno avvio a nuove pitture, suppellettili lignee e apparati decorativi tardo-barocchi e rococò di grande suggestione. Eleganza e raffinatezza, frutto di precise scelte artistiche, sono alla base del mobilio conservato nel Palazzetto Baviera a Senigallia, costituente l’arredo della signorile dimora rinascimentale dell’insigne famiglia, originaria dell’omonima regione tedesca, che assume, già dal 1474 con Giovanni Giacomo, zio di Giovanni Della Rovere, un ruolo di primo piano nelle vicende politiche e culturali della città. I pregevoli manufatti lignei che ne ornano le stanze, costituiti da cassettoni, stipi, cassapanche, secrétaires, tavolini, seggiole ecc., di piacevole fantasia creativa e realizzativa, sono opere riconducibili ad artigianato marchigiano, per lo più realizzate tra il XVIII secolo e il seguente. Sculture Evidente è la funzione pedagogica che nella Chiesa svolgono i simulacri sacri, incarnazione di un’agiografia e di un’iconografia sintesi di devozione e partecipazione popolare, ma anche di espressione artistica ed estetica. Usate a scopo processionale o esposte negli altari degli edifici religiosi, le statue sono oggetti di uso devozionale cui i fedeli rivolgono le proprie preghiere pervase da sentimenti di sincera e partecipata venerazione. Madonne e santi in legno e terracotta, esposti in mostra, coprono un vasto arco temporale che va dal tardo Quattrocento alla metà del XVII secolo. Opere dalla sintassi iconografica organica, cariche di preziosismi e colori, di intrinseco fascino e caratterizzazione esecutiva. Sculture che si caratterizzano per compostezza e seduzione, che si arricchiscono di molteplici particolarità decorative e descrittive recuperate in occasione dei restauri e cariche di lirismo e di struggenti significati. Arredi Sacri Dal ricco patrimonio d’arte e di liturgia afferente legato alla diocesi senigalliese emergono le motivazioni storiografiche, religiose e culturali che si riflettono nelle variazioni figurative di immagini e manufatti sacri, rendendone comprensibile il significato liturgico e artistico. E’ peculiare del patrimonio ecclesiastico, in particolar modo della vastissima sere di arredi sacri, la compresenza di funzioni liturgico-devozionali - primaria motivazione del patrimonio stesso - e di valore storico ed estetico. La suppellettile, per copiose testimonianze collegate allo svolgimento del rito, rappresenta la significativa documentazione di una vita comunitaria basata su una prassi liturgica le cui istanze vanno ben oltre la sola finalità estetica. Casi esemplari sono rappresentati dalla croce astile d’argento, conservata nella Raccolta museale di San Medardo ad Arcevia, documentata opera del perugino Cesarino Rosetti che l’avrebbe realizzata tra il 1524 e il 1526 e da quella processionale, del 1615, in lamina d’argento sbalzato e cesellato di probabile manifattura pavese, appartenente alla civica raccolta d’arte di Corinaldo.