“ A tutte le donne….” Lettera scritta da un uomo
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“ A tutte le donne….” Lettera scritta da un uomo
PARI OPPORTUNITA’ UILCA di ROMA e del LAZIO Marzo 2015 “ A tutte le donne….” Lettera scritta da un uomo PO & Redazione Luana BELLACOSA Caterina CONTRAFFATTO Mirella GORI Maria PASINI Antonella ROSICARELLI Stefania SALVI Rete Fulvia ALLEGRI Sandra APUZZO Paola BOTTA Bianca CUCINIELLO Laura FORIN Raffaella INFELISI Stefania LEONE Daniela PETRI Nadia PETRINI Carla PROIETTI Stefania SABA Filomena TEDESCHI UILCA Segreteria Regionale Roma e Lazio Via Collina n. 24 00187 Roma Tel. 06 42012215 Fax 06 42012375 Grazie a voi, giovani Donne meravigliose, creative, Mamme esemplari, Persone che vi siete caricate di „tutti i mali del mondo‟ (con l‟aiuto interessato dei “cialtroni” che avete avuto o vicinissimo o „a portata tale da ferirvi‟). Persone stupende cui “è stato fatto pagare un conto fin troppo salato, soltanto perché Donne”, che non di rado avete avuto rimpianti parlando di scelte sbagliate e/o errori imperdonabili (ma quali, perdio????), che vi siete rinchiuse nella vostra solitudine più amara, talvolta anche degradante, angosciata, solo perché dotate di una sensibilità accorata, affettuosissima, generosa, palpitante, solo perché non riuscite a vivere “senza amare chi amate o chi amaste”! Grazie a me ?!?!? Errabondo Cavaliere che vaga alla perenne ricerca della “parte migliore e più nobile” di me, in una malinconia che a volte mi uccide … per la visione di un Mondo crudele “per futili motivi”, irrispettoso del dolore altrui, egoista, fatuo e crudele fino alla nausea?!?!? GRAZIE A VOI TUTTE INVECE, per tutto quanto mi avete insegnato, anche a vostra insaputa!!! Mi avete insegnato che talvolta noi Uomini, con gesti da idiota possiamo far male dentro, che si può anche perdere l‟amore originale ma l‟affetto e l‟apprezzamento no, che si può essere meno egoisti e più consapevoli di chi abbiamo al fianco per compagna, che essere Uomo “non deve significare pretendere più privilegi”, che o Uomo o Donna la sofferenza non ha sesso, che l‟anima femminile esiste ed è vasta come la mia, che il romanticismo sincero non è un cascame, ma un prezioso intreccio della vita, e tantissime altre cose che non dimenticherò più… 1 Ma, soprattutto mi avete insegnato, con il vostro coraggio mai domo, che il dolore è nostro “fratello”, che la solitudine è nostra “sorella”, che ogni e qualsivoglia cattiveria “ci può anche uccidere”, che nel cielo di una notte d‟ estate “possono sparire di colpo tutte le stelle”, MA MAI, MAI VIENE A CESSARE L‟ INGUARIBILE E PRODIGIOSO AMORE PER LA VITA, PER LA VITA SOGNATA E PER QUELLA, PUR TRA STENTI, VISSUTA! Vi avessi vicine, tutte, vi abbraccerei in un unico abbraccio (e che importa, la ferraglia che indosso?), avessi una bacchetta magica, vi ridarei per incanto „integro e puro‟ ogni vostro sogno, ogni amore che ora ritenete perduto … ma il mio Viaggio prosegue come quello di un Cavaliere Errante che non ha né magie, né verità indiscutibili nella sua logora bisaccia (ed è questa mia impossibilità a trasformare in realtà ciò che ciascuno di pulito sogna che mi rende più triste), ma solo malinconie e solitudini come fardello, per cui posso solo dirvi, a tutte: coraggio, Amiche mie! Coraggio!! Non rinunciate alla vostra dignità sofferta, non sminuitevi o versate lacrime inascoltate per nessuno, poiché NESSUNO, NEMMENO LA PERSONA CHE AMATE, E‟ PIU‟ IMPORTANTE DELLA VOSTRA MERAVIGLIOSA, TORMENTATA, INCOMPRESA, UMILIATA, DIMENTICATA, CALPESTATA, MA ETERNA E IRRIDUCIBILE, “ANIMA PELLEGRINA”!!!! 2 Jobs Act, cancellato il divieto di discriminare per sesso? FMI : con il sindacato più debole, i ricchi saranno sempre più ricchi Mai fidarsi dei titoli, degli slogan e delle battute strappa applausi. Nonostante la retorica traboccante, infatti, ecco spuntare nel Jobs Act un piccolo (o non tanto piccolo?) tranello non esattamente politically correct. Leggendo per intero, fino in fondo, il famoso decreto attuativo della legge 183/2014 sulla riforma delle tipologie contrattuali, decreto esaminato dal Consiglio dei ministri qualche giorno fa, si può scovare una perla della politica discriminatoria di genere, nascosta in uno degli ultimi articoli del provvedimento, per l’esattezza l’articolo 46. Nascosta molto bene, peraltro, poiché è mascherata dietro quelle formule abrogative che nessuno mai si prende la briga di controllare, dando per scontata la buona fede dell’estensore. Vediamo nel dettaglio. Abolendo norme ormai superate (o ritenute tali) dalla legge 183, infatti, si inserisce nell’elenco “l’articolo 3, comma 1 e 2, del decreto legislativo 151 del 2001”. Per chi non lo sapesse, si sta parlando della legge a tutela e sostegno della maternità e della paternità. La sorpresa è proprio qui, e se ne sono accorte, fra le altre, le consigliere di parità della Regione Marche. L’articolo cancellato è nientemeno che il divieto di discriminazione fondato sul sesso per quanto riguarda l’accesso al lavoro, indipendentemente dalle modalità di assunzione e qualunque sia il settore o il ramo di attività, a tutti i livelli della gerarchia professionale”. Il decreto di cui stiamo parlando non è ancora stato approvato definitivamente. Ma la noncuranza o quantomeno la leggerezza con cui l’ignoto estensore del testo ha ritenuto di poter abrogare con un tratto di penna anni di battaglie delle lavoratrici italiane, e non solo italiane e non solo lavoratrici di mansioni minori, è indicativa di quanto ci sia ancora da vigilare perché la discriminazione di genere nel mondo del lavoro sia mandata in soffitta. Criticati da destra e da sinistra, chiusi fuori dalla porta dal governo e alle prese con centinaia di crisi aziendali, i sindacati trovano un alleato inatteso nel Fondo Monetario Internazionale. Secondo un articolo di due economiste del Fondo, Florence Jaumotte e Carolina Osorio Buitron, il calo degli iscritti ai sindacati spiega metà dell'aumento di 5 punti della concentrazione del reddito nelle mani del 10% più ricco della popolazione, nelle economie avanzate, tra il 1980 e il 2010. "L'indebolimento dei sindacati riduce il potere contrattuale dei lavoratori rispetto a quello possessori di capitale, aumentando la remunerazione del capitale rispetto a quella del lavoro" e porta le aziende ad assumere decisioni che avvantaggiano i dirigenti, per esempio sui compensi dei top manager, affermano Jaumotte e Osorio anticipando i risultati della ricerca sulla rivista del FMI 'Finance & Development'. Lo studio esamina diverse misure dell'iniquità (dalla quota di reddito del 10% più ricco della popolazione all'indice di Gini) per tutti i paesi ad economia avanzata per cui sono disponibili informazioni. E anche considerando il ruolo della tecnologia, della globalizzazione, della liberalizzazione finanziaria e del fisco, dimostra che "il declino della sindacalizzazione è fortemente associato con l'aumento della quota di reddito" in possesso dei ricchi. Fonte Il Fatto Quotidiano 3 Questa maggiore iniquità, secondo recenti studi, può portare a una crescita minore e meno sostenibile ed essere nociva per la società "perché consente ai più ricchi di manipolare in proprio favore il sistema economico e politico", come è emerso anche da una ricerca del premio Nobel per l'Economia, Joseph Stiglitz. Dichiarazione di Maria Pia Mannino Responsabile Nazionale P.O Maternità: discriminazioni e demansionamento. È questo il futuro dell’occupazione femminile ? L'articolo, intitolato 'Power from the people' sulla falsa riga di una canzone di John Lennon, rappresenta una svolta rispetto al tradizionale approccio liberista del Fondo monetario, come sottolinea il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo: pure "il Fondo Monetario Internazionale, istituzione al di sopra di ogni sospetto, riconosce il ruolo positivo del sindacato nelle società moderne. Tutto ciò rafforza il nostro convincimento a lottare, tra mille opposizioni, innanzitutto per difendere il potere d'acquisto di salari e pensioni", dice Barbagallo. Non possiamo che concordare con il ministro Lorenzin sul fatto che, in Italia, ci sono ancora problemi sui diritti delle donne in maternità: le notizie riguardanti episodi di mobbing nei confronti di lavoratrici che osano usufruire del congedo laddove ne esista la possibilità è l’ennesima violazione del diritto al lavoro e a alla salute, non solo della donna, ma anche della sua creatura. "Penso che lo studio di Jaumotte e Osorio debba far riflettere i tanti sostenitori dell'inutilità della mediazione politica, economica e sociale svolta dai corpi intermedi", rilancia la leader della Cgil, Susanna Camusso, che rimarca come "quando il sindacato è presente i risultati in termini di protezione economica sono molto maggiori di qualsiasi altro strumento, sia esso il reddito di cittadinanza o il salario minimo deciso dalla politica". "Il dialogo sociale - conclude il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan - è oggi un elemento indispensabile da salvaguardare e promuovere, per assicurare una partecipazione democratica e uno sviluppo inclusivo e sostenibile dell'intero sistema". Si registra, da tempo, un duro attacco ai diritti delle donne. La crisi economica che stiamo vivendo sembra voler spingere nella direzione di un disconoscimento, graduale e progressivo, dei diritti acquisiti. È necessario, inoltre, evidenziare l’aberrazione dell’art. 55 del Jobs Act, in relazione alla facoltà delle aziende di demansionare i propri dipendenti per sopraggiunte difficoltà economiche. L’attuale norma del Governo, di fatto, creerà ulteriori discriminazioni tra i dipendenti delle aziende che faticano a tirare avanti. E le donne saranno le prime vittime di una legge ingiusta che il sindacato rigetta con tutte le sue forze. Infatti, non sarà più solo la maternità a decidere sul destino occupazionale delle donne, sulla loro diminuita disponibilità economica ma, con il demansionamento, verrà meno la spinta al riconoscimento delle competenze femminili, verrà fermata la progressione delle loro carriere e, in una parola, verranno meno le pari opportunità con un pericoloso regresso sociale ed economico. (fonte huffingtonpost.it Roma, 11/03/2015 4 Rivoluzione digitale applicazioni software, ti tipo bancario per esempio. C’è di mezzo una donna dell’800! Un’altra donna, Hedy Lamarr, stavolta non solo geniale ma anche bellissima e per questo considerata la donna più bella del mondo, durante la guerra inventò un sistema di comunicazione segreto, progettato per consentire ai sottomarini alleati di guidare i siluri verso i bersagli nemici nel modo più esatto possibile. La sua invenzione, ovviamente sviluppata e perfezionata negli anni, viene considerata l’antesignana delle comunicazioni wireless. Altro che Era glaciale, altro che rivoluzione industriale! Negli ultimi 50 anni il mondo è cambiato radicalmente. Internet e wireless: due parole nate da poco ma che hanno radici lontane. Soprattutto, pochi sanno che le donne hanno fatto parecchio al riguardo, che alcune di loro, dimostrando interesse per faccende “elettrotecniche”, si sono rivelate col tempo percorritrici dei nostri PC, tablet, smartphone, ecc.. Ada Lovelace, figlia di Lord Byron, fantastica matematica inglese, è nota per il suo lavoro ad un marchingegno analitico dove si rintraccia il primo algoritmo espressamente inteso per essere elaborato da una macchina. La Lovelace viene spesso identificata infatti come la prima programmatrice di computer al mondo e il linguaggi odi programmazione di Ada, il cui sviluppo è stato finanziato dal Dipartimento delle Difesa degli Stati Uniti, è così chiamato in suo onore. Negli Stati Uniti, Ada Lovelace è diventata il simbolo “di quello che le donne possono fare se ne hanno la possibilità”. Il 15 ottobre, infatti, si festeggia l’Ada Lovelace Day, giornata in cui si celebra il contributo delle donne nello sviluppo delle tecnologie informatiche, della matematica e della scienza. Tra le più celebri del 900, Grace Murray Hopper, newyorkese, minuta, dal grande cervello tecnologico, ha influenzato il mondo della programmazione. Si deve anche a lei, uno dei primi linguaggi di programmazione ( il famoso Cobol) tutt’ora presente in molte 5