Prospettive settimanali #4
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Prospettive settimanali #4
Zurigo, 22 gennaio 2016 Economic Research Raiffeisen Economic Research [email protected] Tel. +41 44 226 74 41 Prospettive settimanali #4 Data 25.01. Ora 10:00 Paese Evento/Indicatore DE Indice Ifo sulla fiducia delle imprese Gen Val.pre. 108.7 26.01. 08:00 CH 27.01. 02:45 CN 27.01. 10:00 27.01. 20:00 28.01. Esportazioni, reali, mom Dic -2.1% Il forte franco continua a caratterizzare l'andamento congiunturale Fiducia dei consumatori Gen 113.7 Meno del 10% della popolazione cinese possiede azioni IT Fiducia delle imprese ISTAT Gen 104.1 Aziende fiduciose come non succedeva dal 2011 US Decisione sui tassi FOMC Gen 0.25-0.5% 0.25-0.5% I mercati scontano per il 2016 solo un altro aumento dei tassi 14:30 US Ordinativi di beni durevoli, mom Dic 0% -0.5% Dinamica industriale USA sempre debole 29.01. 07:30 FR PIL, qoq T4 0.3% 0.2% Prevista dinamica simile ai trimestri precedenti 29.01. 09:00 CH Barometro congiunturale KOF Gen 96.6 § Mercati azionari sempre nervosi § I rischi di crescita globali aumentano § Focus: il prezzo del petrolio tiene sotto controllo le Banche centrali I mercati azionari globali si trovano questa settimana ancora in una situazione difficile, poiché oltre alla Cina anche il calo sorprendentemente forte del prezzo del petrolio continua a provocare nervosismo. Il prezzo per un barile di Brent è sceso per la prima volta dal 2003 sotto il livello di USD 30. Il ruolo centrale della grande eccedenza dell'offerta di petrolio è indiscusso. Tuttavia, sui mercati finanziari ci si chiede con sempre più insistenza fino a che punto il basso prezzo del petrolio riflette anche una debole domanda. Domina inoltre la preoccupazione per le conseguenze negative del ribasso del prezzo del petrolio. Infatti, nei paesi produttori il recente andamento dei prezzi ha inasprito ulteriormente la situazione tesa, soprattutto in Russia e Brasile. Entrambi i paesi si trovano già in una grave recessione e il nuovo calo del prezzo del petrolio fa dubitare che quest'anno il calo del PIL si ridurrà veramente di molto come finora previsto. Di conseguenza, ultimamente il rublo russo e il real brasiliano sono di nuovo sotto pressione di vendita. La persistente debolezza nei paesi emergenti è il motivo principale, per cui questa settimana il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso la sua previsione di crescita per l'economia mondiale. Ma anche l'aumento dell'incertezza sul futuro andamento congiunturale nei paesi industrializzati, soprattutto negli Stati Uniti, fa sì che i mercati azionari globali attualmente non si stabilizzino. In genere, per molti settori dell'economia USA il calo dei prezzi dell'energia è positivo. Tuttavia, negli ultimi mesi la propensione ai consumi non è ulteriormente aumentata, nonostante i bassi prezzi della benzina. Il rallentamento della crescita nel settore del fracking è invece peggiorato, il che colpisce nel frattempo anche altri settori, come per esempio l'industria siderurgica. Intanto a causa del dollaro sempre forte anche molti altri settori industriali continuano a essere sotto pressione. La prossima settimana gli ordini per beni durevoli dovrebbero confermare di nuovo questa situazione. Con la dinamica industriale sempre debole e la zoppicante economia mondiale aumenta il rischio di un rallentamento della crescita. Dall'altro lato, gli attuali indicatori dell'economia globale non segnalano un indebolimento molto forte, poiché il settore dei servizi ha un andamento sempre robusto. Lo stesso vale anche Economic Research Cons. 108.4 Commento Probabile consolidamento dopo i forti mesi precedenti Previsto debole inizio d'anno per la Cina, dove le forti perdite sui mercati azionari sono sproporzionate rispetto agli attuali dati congiunturali. Anche nell'ultimo trimestre 2015 la dinamica del PIL cinese si è indebolita solo moderatamente. Il raffreddamento congiunturale dovrebbe continuare. Nel complesso, tuttavia, le previsioni di un atterraggio morbido dell'economia cinese sembrano intatte – grazie all'importanza sempre maggiore del settore dei servizi. Anche le ampie misure di stimolo ammortizzano il calo, come per esempio ultimamente si è visto nei prezzi immobiliari, che aumentano di nuovo beneficiando delle condizioni allentate di finanziamento. Inoltre la correzione delle azioni non deve necessariamente frenare la propensione ai consumi, come dovrebbe confermare la prossima settimana. Infatti, solo una percentuale relativamente piccola della popolazione possiede azioni. Anche nell'Eurozona gli attuali dati congiunturali non sono così negativi come i mercati azionari hanno fatto supporre questa settimana. Le prime indicazioni sulla crescita del PIL della Germania alla fine dell'anno segnalano una dinamica simile a quella dei trimestri precedenti. Lo stesso vale per la Francia, il cui risultato del PIL sarà pubblicato già la prossima settimana. Anche gli indici sulla fiducia delle imprese per gennaio dovrebbero rimanere sempre resistenti. I dati francesi INSEE sono stati solidi questa settimana. Ciononostante, con la persistente debolezza dei mercati emergenti e il minaccioso rallentamento della crescita negli Stati Uniti i rischi congiunturali sono aumentati. Poiché inoltre in seguito all'andamento del prezzo del petrolio anche quest'anno non è prevedibile una notevole ripresa dell'inflazione, durante la recente riunione del Consiglio della BCE Mario Draghi ha prospettato un ulteriore allentamento della politica monetaria (ved. pagina 2). Considerando tutti questi fattori diversi, diminuisce la probabilità di ulteriori aumenti dei tassi da parte della Banca centrale USA. I mercati a termine scontano solo un aumento dei tassi per il corrente anno, ossia a settembre. La prossima settimana, le recenti turbolenze dovrebbero riflettersi nel comunicato in occasione della stima sulla situazione della Fed. Altrimenti, la riunione del FOMC dovrebbe svolgersi senza avvenimenti di rilievo. Sui mercati azionari c'è invece di nuovo il rischio di una settimana volatile. Solo se il nervosismo causato dalla Cina e dal prezzo del petrolio diminuirà, i mercati azionari dovrebbero tranquillizzarsi. Questo vale anche per lo SMI svizzero, che questa settimana per la prima volta dallo shock del franco di un anno fa nel frattempo è sceso sotto il livello di 8'000 punti. [email protected] Focus: il prezzo del petrolio tiene sotto controllo le Banche centrali Economic Research Il crollo dei prezzi delle materie prime dalla metà del 2014, soprattutto del prezzo del petrolio, ha fatto crollare i tassi d'inflazione a livello mondiale. Sia nell'Eurozona sia negli USA, l'anno scorso i prezzi al consumo sono rimasti complessivamente invariati. In Svizzera, rispetto all'anno precedente i prezzi sono addirittura diminuiti dell'1.1%, a causa dello shock del tasso di cambio. Si tratta del tasso annuale di gran lunga più basso dal 1950. Wochenausblick #8 Fino a poco tempo fa si poteva ancora prevedere che verso la fine dell'anno si sarebbe stato lasciato alle spalle il punto minimo dell'andamento dei prezzi. Il drastico calo del prezzo del petrolio della fine del 2014 non avrebbe dovuto più far scendere di molto il tasso annuo dei prezzi al consumo. Su questa base, solo poco tempo fa soprattutto per gli USA si prevedeva ancora un aumento del tasso d'inflazione complessivo al 2% all'inizio del 2016. Per l'Eurozona a oltre l'1%. E anche per la Svizzera ci si aspettava un nuovo rialzo nel settore positivo, anche se con un po' di ritardo a causa dell'effetto del tasso di cambio. Tuttavia, poi con le preoccupazioni per la congiuntura cinese e per il continuo aumento dell'eccedenza di offerta sul mercato del petrolio si è verificato un nuovo crollo dei prezzi del petrolio. Da novembre il prezzo per un barile di Brent si è di nuovo quasi dimezzato scendendo sotto USD 30. E da parte dei produttori di petrolio si continua a non riscontrare nessuna reazione, per cui a breve termine non è prevedibile un'inversione forte. i membri della Fed dovrebbero rivedere ulteriormente al riZürich, 22. gennaio 2016 basso le loro previsioni sui tassi, anche a causa della dinamica congiunturale USA più debole alla fine dell'anno. A dicembre Raiffeisen Economic Research una grande maggioranza prevedeva per quest'anno ancora 4 [email protected] aumenti dei tassi di 25 punti base ciascuno. Tel. +41 044 226 74 41 Allo stesso tempo, per l'Eurozona da questa situazione le possibilità di un ulteriore allentamento politico-monetario sono quindi aumentate. Di recente, le aspettative del mercato, molto considerate dalla BCE, per il tasso d'inflazione a 5 anni previsto fra 5 anni (5Y5Y), sono di nuovo scese verso l'1.5%. Pertanto, nel Consiglio della BCE sono aumentati i timori che nonostante le ulteriori misure decise solo a dicembre un raggiungimento dell'obiettivo inflazionistico a medio termine sia diventato più improbabile. Ciò si è riflesso nella stima sulla situazione durante la riunione di questa settimana. Il Presidente della BCE Draghi ha annunciato che verificherà alla prossima riunione a marzo se saranno necessari ulteriori adeguamenti della politica monetaria. Già nel verbale dell'ultima riunione era stato segnalato un maggior margine di azione soprattutto per il tasso sui depositi. Una riduzione dei tassi a -0.4% già fra sei settimane è quindi diventata più probabile. Dal nostro punto di vista ciò significa tuttavia, proprio come a dicembre, che non vi è alcuna urgente necessità d'intervento per la BNS. Nonostante le aspettative già elevate per un ulteriore allentamento da parte della BCE, l'EUR/CHF si è ancora leggermente mosso verso 1.10 – probabilmente non da ultimo a causa dei resistenti dati congiunturali provenienti dall'Eurozona. A differenza di dicembre, attualmente per la Svizzera non si sconta inoltre alcun aumento del già elevato tasso negativo (ved. grafico). Ciò ha conseguenze per la dinamica inflazionistica e anche per la politica monetaria delle importanti Banche centrali. Ipotizzando un prezzo del petrolio sempre basso, anche quest'anno l'inflazione sarà molto moderata. Oltre all'effetto diretto del calo dei prezzi dell'energia, i bassi costi di acquisto delle aziende dovrebbero impedire un aumento dell'inflazione sottostante nei prossimi mesi – nonostante la robusta dinamica congiunturale e della domanda. Questo indicano i sondaggi sulle previsioni dei prezzi di vendita, che ultimamente dopo un aumento provvisorio sono di nuovo scese su larga scala. Ciò vale soprattutto per l'Eurozona. Ma anche negli Stati Uniti all'inizio dell'anno le aziende non stanno pianificando alcun forte aumento dei prezzi. Scontata ulteriore riduzione dei tassi della BCE Aspettative sui tassi del mercato monetario tra 1 anno, in % Le Banche centrali saranno quindi probabilmente costrette a correggere ripetutamente di molto al ribasso le loro previsioni trimestrali sull'inflazione durante le riunioni a marzo. Nel caso della Fed statunitense, questo ha fatto scendere notevolmente le aspettative del mercato per un secondo aumento dei tassi tra due sedute a marzo da oltre il 50% al 20%. A nostro parere, -1.3 Azioni attuale %, 5 gi orni %, YTD 8238 1869 2998 9779 4319 Fonte: Bloomberg, 1) Economic Research 0.8 0.5 0.3 0.0 -0.3 -0.5 -0.8 -1.0 01/13 06/13 11/13 USD Brent 1.6 -1.1 1.5 2.4 2.6 -6.6 -8.6 -8.3 -9.0 -6.9 Greggio 1) 09/14 EUR 02/15 07/15 12/15 CHF [email protected] Tassi attuale %, 5 giorni EURCHF USDCHF EURUSD Oro 04/14 Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research Valute/Materie prime SMI S&P 500 Euro Stoxx 50 DAX CAC 22.01.2016 10:04 1.0 1.094 1.009 1.085 1096 30.8 0.2 0.7 -0.6 0.7 6.3 %, YTD 0.5 0.7 -0.1 3.3 -17.5 CHF USD EUR (DE) GBP JPY 3M 10YR bp, YTD -0.75 0.62 -0.15 0.59 0.08 -0.18 2.06 0.48 1.72 0.24 -12 -21 -15 -25 -3 Zürich, 22. gennaio 2016 Economic Research Editore Wochenausblick #8 Raiffeisen Economic Research [email protected] Tel. +41 044 226 74 41 Raiffeisen Svizzera, Economic Research Economista capo Martin Neff Brandschenkestrasse 110d, CH-8002 Zurigo 044 226 74 41 [email protected] Analisi del mercato finanziario & Strategia Research macro e immobili Roland Kläger 044 226 74 22 [email protected] Darya Granata 044 226 72 54 [email protected] Alexander Koch 044 226 74 37 [email protected] Lukas Seger 044 226 74 16 [email protected] Santosh Brivio 044 226 74 35 [email protected] Andreas Hauser 044 226 74 39 [email protected] Domagoj Arapovic 044 226 74 38 [email protected] Michael Kunz 044 226 74 15 [email protected] Christoph Vonwiller 044 226 74 17 [email protected] Desidera abbonare la pubblicazione? 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