Conferenza annuale della rete Elisan

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Conferenza annuale della rete Elisan
TITOLO
LUOGO E DATA
ORGANIZZATORE
Conferenza annuale della rete Elisan
Investire in idee intelligenti per:
- l’occupazione e l’integrazione dei giovani
- la conciliazione tra famiglia e lavoro
Comitato delle Regioni
Rue Belliard, 99/101
1000 Brussels, Belgium
18 novembre 2013
Elisan – Rete Europea per l’integrazione
sociale
RELAZIONE
Creata nel gennaio 2008 presso il Comitato delle Regioni, Elisan è un’organizzazione internazionale
non governativa dotata di uno statuto partecipativo presso il Consiglio d’Europa. La rete Elisan è
aperta a tutte le amministrazioni locali e territoriali e agli esperti nell’ambito dell’azione sociale
locale. Il suo obiettivo principale, consiste nel garantire la partecipazione dei rappresentanti eletti,
nell’attuazione di una politica sociale Europea efficace e coerente. Tutto ciò è raggiunto attraverso
il contributo di Elisan alle consultazioni della Commissione Europea per difendere gli interessi
promossi e valorizzare l’azione degli enti territoriali Europei, e sensibilizzando l’azione sociale
locale in Europa.
Alla luce del nuovo quadro finanziario dell’Unione Europea 2014-2020, al fine di ottenere il
maggior coinvolgimento possibile degli enti regionali e locali nelle azioni dell’UE contro l’emergenza
della disoccupazione giovanile, l’esclusione sociale e la povertà, la rete Elisan ha deciso di dare
priorità e focalizzare su questi aspetti la sua conferenza annuale. A tal proposito, la moderatrice
dell’evento Barbara Trentin (Presidente del Comitato Direttivo della rete Elisan), ha affermato
che in un contesto in cui, 14 milioni e mezzo i giovani tra i 15 e i 29 anni sono esclusi dal mercato
del lavoro e da percorsi di educazione e di formazione (dati per il 2013), gli investimenti sociali a
favore dei giovani Europei sono più necessari che mai. Di seguito, Trentin ha spiegato che la
conferenza ha ad oggetto, oltre alle iniziative da intraprendere per promuovere l’occupazione
giovanile, anche la protezione della famiglia, tutelata anche dall’art. 16 della “Dichiarazione
Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948”. Inoltre, ha spiegato come già durante lo scorso marzo, il
Comitato Economico e Sociale Europeo ha promosso un progetto volto a sostenere questi obiettivi.
In particolare, si è concentrato sulla tutela della famiglia, per cui centrale è la conciliazione tra gli
orari di lavoro richiesti dalla vita professionale e le esigenze della famiglia e dell’educazione dei
figli.
Panel 1: Cittadinanza attiva: investire nell’occupazione e nell’integrazione dei giovani
favorendo la conciliazione tra famiglia e lavoro
È intervenuto in prima battuta Laszlo Andor (Commissario Europeo per l’occupazione, gli affari
sociali e l’integrazione), al quale Trentin ha chiesto come si può evitare di rassegnarsi a
considerare i giovani alla stregua di una “generazione persa”, come lui stesso in una recente
occasione l’ha definita. Il Commissario ha rimarcato che quella legata all’occupazione giovanile è di
certo una sua priorità politica, e per cui sono necessari interventi pronti ed efficaci da parte delle
Istituzioni Europee. A riguardo, l’ultima proposta in ordine di tempo della Commissione Europea è
la creazione di un progetto denominato “garanzia per i giovani”, che consiste nell’obbligo per gli
Stati membri di prevedere quattro mesi di apprendistato per giovani di età compresa tra i 16 e i
25 anni alla fine del loro percorso di studi. La volontà è quella di trasformare questa proposta da
mera idea ad azione concreta, e già in sei Stati si è iniziato a garantire tale strumento, ma va
implementato in tutti i Paesi membri. Per quanto riguarda la seconda priorità evidenziata dalla
Trentin ed oggetto della conferenza, la conciliazione tra gli orari di lavoro e le esigenze familiari,
Andor ha spiegato come la Commissione abbia preparato un pacchetto di Raccomandazioni dal
titolo “Investire sui figli”, per finanziare dei progetti di sostegno alle famiglie. Le Raccomandazioni,
comunque, verranno emanate solo l’anno prossimo, in seguito all’insediamento del nuovo
Parlamento Europeo e conseguentemente della nuova Commissione. Andor, infine, ha auspicato
che, oltre alle politiche di sostegno dal punto di vista finanziario, si torni presto ad investire in idee
intelligenti, frutto del confronto tra le migliori best practices in vigore nelle realtà europee.
Di seguito, ha preso parte al dibattito un portavoce di Henri Malosse (Presidente del Comitato
Economico Europeo), il quale ha esordito con un dato statistico che evidenzia come nel mercato
Europeo quasi mille persone perdano il proprio posto di lavoro ogni giorno. E tra queste,
ovviamente, i primi a farne le spese e ad essere licenziati sono i giovani. Il portavoce di Malosse
pertanto ha affermato che il Comitato Economico Europeo pretende iniziative concrete per
superare questa situazione disastrosa, come quella dinanzi ricordata della garanzia per i giovani. Il
portavoce ha inoltre insistito ricordando la posizione di Malosse circa la necessaria integrazione dei
cittadini Europei nelle decisioni dell’UE, soprattutto delle famiglie, nell’elaborazione delle politiche
dell’UE che le riguardano direttamente.
Michele Pelloso (Dirigente Regionale della Direzione Industria e Artigianato, Regione Veneto) ha
insistito sul fatto che spesso, riguardo il tema delle donne nel mondo del lavoro, ci si trova di
fronte a una questione culturale, per cui la donna è considerata come l’unica tra i due genitori, su
cui incombono i doveri di educazione dei figli, e questo non può che ripercuotersi sul suo lavoro, e
sulla sua riduzione. È giusto, si è chiesto, che le donne in Italia, nel XXI secolo, debbano rinunciare
a prospettive di una brillante carriera per badare alla famiglia? E contestualmente, è giusto che
magari proprio per non rinunciare a prospettive lavorative, giovani coppie decidano di non avere
figli? Pelloso ha ricordato come una maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro sia
stata una delle priorità politiche di Lisbona: l’obiettivo era di arrivare a una loro partecipazione pari
al 60% entro il 2010. In Italia, fanalino di coda, si registrano marcate differenze tra diversi ambiti
territoriali: mentre in Veneto nel 2012 la percentuale di donne lavoratrici era del 55%, vicina al
dato preteso dagli accordi di Lisbona, nel Sud Italia tale dato scende miseramente al 20%. In
Veneto, la Commissione per le pari opportunità del Nord-Est ha presentato nel 2012 un’indagine a
livello familiare per valutare il livello di soddisfazione nell’ambito della conciliazione tra lavoro e
famiglia. Il risultato di tale indagine, ha evidenziato che due donne su cinque preferiscono essere
inattive dal punto di vista lavorativo per prendersi cura dei figli. Tale inchiesta ha posto in
evidenza tre criticità principali: la differenza tra uomo e donna, l’organizzazione delle città non
attenta alle esigenze dei lavoratori e delle famiglie, e infine la minima flessibilità
dell’organizzazione del lavoro, ancora ancorata a criteri basati sulla presenza fisica del lavoratore
sul luogo di lavoro, piuttosto che su forme di telelavoro e sull’incentivazione delle performances
effettive. Da questo quadro, risulta che la soluzione delle donne con figli non possa che essere
l’abbandono del lavoro, comportando così problemi in ordine al famigerato “arrivo fino alla quarta
settimana del mese” di molte famiglie, e il conseguente aumento della povertà. Tutto questo,
anche secondo Remo Sernagiotto (Presidente della rete Elisan; Assessore ai Servizi Sociali della
Regione Veneto) è inaccettabile; bisogna intervenire e rimediare, ove necessario, il tradizionale
funzionamento dei servizi erogati a favore dei cittadini. L’asilo nido, tanto per fare un esempio, è
ancora funzionale nella sua tradizionale e vigente strutturazione? O sarebbe più opportuna una sua
modernizzazione, o una sua sostituzione tramite simili servizi erogati nelle aziende nei posti di
lavoro?
Per quanto riguarda l’altro tema dell’odierna conferenza, afferente la disoccupazione giovanile,
Pelloso ha auspicato delle iniziative intelligenti che possano aiutare i giovani non tanto a cercare
lavoro, quanto a creare il proprio lavoro: in altre parole, iniziative volte a sviluppare
l’imprenditorialità giovanile, come già ne sono state attuate nel Nord-Est Italia.
Di seguito ha preso parte al dibattito Marina Robben (Presidente della Federazione Internazionale
per lo sviluppo della Famiglia), la quale ha in primo luogo ricordato che nel 2014 ricorrerà il
ventesimo anniversario dall’”Anno Internazionale della Famiglia” istituito dall’ONU nel 1994. in
questo contesto, ha così affermato che sarà priorità dell’organizzazione da lei presieduta
promuovere e sostenere le famiglie come attori produttivi fondamentali per la società e come
soggetti di integrazione nella lotta contro l’esclusione. La Robben ha ribadito la necessità di
migliorare le misure di conciliazione tra vita lavorativa e vita privata, e anche quelle di coesione
sociale e di solidarietà intergenerazionale. A tal fine, la Federazione succitata si avvarrà dello
studio delle best practices Europee che si sono susseguite nel corso degli ultimi anni.
Di seguito è nuovamente intervenuto Sernigiotto, sottolineando la necessità e l’urgenza di
aumentare l’occupazione giovanile, anche in considerazione del fatto che, secondo valutazioni
attendibili, tra una decina di anni il 33% degli abitanti della Regione Veneto sarà di età maggiore
di 75 anni: un dato che appare già da ora allarmante e che lo diventerà se non si prenderanno
iniziative volte a migliorare l’attuale trend. A tal fine però, non sarà sufficiente la mera
predisposizione di supporti finanziari, se tale mezzo di sostegno – pure indispensabile – non sarà
accompagnato da una profonda conoscenza della realtà locale e delle sue esigenze.
La seconda parte del primo panel di lavori ha visto l’intervento di alcune figure politiche di spicco
di aree territoriali corrispondenti alle nostre Regioni di vari Paesi Europei, che hanno illustrato le
iniziative e i progetti intrapresi nelle rispettive aree di competenza. Tra questi, Carlos Alberto
Precioso (Assessorato alle Politiche Sociali, Regione di Valencia), e Raul Moreno (Vice Sindaco
della città di Santa Coloma de Gramenet, cittadina nei pressi di Barcellona afflitta da una vasta
disoccupazione, visto che dei 120.000 abitanti il 20% sono disoccupati), hanno illustrato il
progetto “Garanzia per i Giovani” posto in essere dalle amministrazioni di cui fanno parte,
consistente nel finanziamento dell’occupazione di giovani da 16 a 25 anni, con contratti di lavoro di
sei mesi supportati con borse a carico dei fondi regionali. In tale periodo semestrale, vengono
privilegiati l’orientamento e la formazione lavorativa dei giovani impiegati, finalizzati al loro
inserimento in azienda con stages o anche con un’occupazione stabile (ottenuta in media da ben 4
su 10 ragazzi partecipanti). In Spagna, tale progetto sta dando i suoi frutti, se solo si considera
che ha contributo ad un trend positivo nel 2012 e nel 2013: ben centomila giovani hanno trovato
lavoro in questi due anni.
Panel 2: Conciliare lavoro e famiglia: quadro legislativo
Mauro Modolo (Dirigente Servizi Sociali della Regione del Veneto), ha spiegato che attualmente,
dinanzi alla Giunta Regionale Veneta, è pendente lo studio di un disegno di legge relativo alla
conciliazione tra lavoro e famiglia, che mira al coordinamento tra varie disposizioni normative
settoriali già vigenti. Tale disegno di legge si pone come obiettivi: la predisposizione di un nuovo
piano d’azione regionale per le famiglie; l’approntamento di misure volte a favorire la conciliazione
tra i tempi dedicati al lavoro e i tempi da dedicare alla famiglia; l’istituzione di un Osservatorio
Permanente sulla famiglia, per essere costantemente aggiornati sulle sue reali esigenze.
Infine, Ignacio Socìas (Direttore Generale dell’Istituto per la ricerca sulla famiglia), ha affermato
che per il progetto di ricerca “Family Watch”, il suo istituto ha stanziato addirittura 6,5 milioni di
euro nel 2012. Inoltre ha affermato come la deregolamentazione del mercato del lavoro è spesso
considerata come una panacea per la catastrofica situazione attuale dell’occupazione in Europa.
Panel 3: Selezione di progetti e buone
l’integrazione durante tutto l’arco della vita
pratiche
per
favorire
l’occupazione
e
Branislav Stanicek (Comitato delle Regioni), dopo aver ribadito nuovamente che la crisi
finanziaria ha di molto aggravato il già preoccupante livello di disoccupazione giovanile, ha indicato
tre priorità che debbono essere perseguite nell’avvenire:
1. l’istruzione. Gli studi, in seguito alla crisi, costano di più rispetto all’epoca precedente: è
stato calcolato, infatti, che i costi necessari per sostenere un percorso universitario sono
aumentati del 10% dal 2008 al 2013, di fronte a una contestuale diminuzione nella stessa
percentuale delle retribuzioni previste nei contratti destinati all’impiego dei giovani (stage,
apprendistati, tirocini, contratti di inserimento);
2. il sostegno deve essere intelligente. Numerose sono le spese destinate da ciascuno Stato
membro all’Università, a quale fine? Al fine di creare disoccupati pluri-laureati. Di
conseguenza, nella presente contingenza economica-politica-sociale, gli Stati membri
dovrebbero perseguire altre e più utili finalità, dedicando parte di quei fondi pubblici per
finanziare borse di studio in modo da permettere ai giovani di 18 o 19 anni, che hanno
appena terminato il percorso di studi superiori, di affacciarsi al mondo del lavoro creando
nuove imprese. Stanicek, infatti, ha concordato con Pelloso, sul fatto che le istituzioni
Europee e statali debbono perseguire con ogni sforzo possibile l’implementazione
dell’imprenditorialità giovanile;
3. l’individuazione del corretto utilizzo dei fondi strutturali: Stanicek ha proposto che i fondi
non utilizzati dagli Stati membri nei vari programmi di finanziamento dell’Unione Europea
nei più disparati settori, anziché essere rimessi a bilancio vengano dedicati al sostegno della
formazione dell’imprenditorialità giovanile.
Remo Sernagiotto (Presidente della rete Elisan; Assessore ai Servizi Sociali della Regione
Veneto), ha concluso la conferenza, dichiarandosi fiducioso che le varie realtà locali presenti
nell’Unione Europea, ma soprattutto il Veneto di cui egli orgogliosamente fa parte, riusciranno ad
uscire a testa alta da tale contesto occupazionale, tramite la predisposizione delle giuste misure.
Infine, ha sottolineato l’importanza di incontri come questo, essenziali per una sempre più
importante condivisioni delle migliori pratiche all’interno dell’Europa unita.
LINK
Sito web dell’organizzatore:
http://www.elisan.eu/
Programma della conferenza:
http://www.elisan.eu/manifestation.asp
Eseguito da:
Giulio De Luca e Giorgia Lugato
UNIONCAMERE DEL VENETO
Delegazione di Bruxelles
Av. de Tervueren 67 - B - 1040 Bruxelles
Tel. +32 2 5510490
Fax +32 2 5510499
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