Palazzo Reale Caserta

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Palazzo Reale Caserta
Campania illustrata. 1632-1845
PALAZZO REALE
Nel giorno del trentaseiesimo compleanno di Carlo di Borbone, il 20 gennaio del 1752 si tenne la solenne
cerimonia della posa della prima pietra della nuova reggia di Caserta, così fortemente voluta dal sovrano
borbonico e commissionata a Luigi Vanvitelli dopo la bocciatura dei progetti presentati da altri architetti.
Nell’occasione il re, per tramite di Vanvitelli, face coniare delle medaglie in oro e argento che
riproducevano la facciata dell’enorme villa con i giardini retrostanti, fino alla prevista cascata: queste
medaglie, riportanti il motto “Deliciae regis felicitas populi”, furono sotterrate in un cofanetto di marmo nel
corso della cerimonia, e i conii furono distrutti. Ne rimane un modello in cera conservato alla Certosa e
Museo di San Martino ed è possibile ammirarne una riproduzione nell’Elogio estemporaneo per la gloriosa
memoria di Carlo III, opera di Pietro D’Onofri edita a Napoli probabilmente nel 1791.
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La storia del cantiere della reggia è ampiamente nota, ed altrettanto la portata e il prestigio del complesso,
tanto del palazzo che dei suoi giardini. Il suo progettista, morto nel 1773, non riuscì a vederla del tutto
completata, anche se rimanevano sostanzialmente da fare dei decori interni e il giardino all’inglese,
desiderio della regina Maria Carolina d’Austria: sarò però il figlio Carlo Vanvitelli ad ultimare l’assetto dei
giardini nei primi decenni dell’Ottocento.
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La prima litografia tratta dalla raccolta di Cuciniello e Bianchi (1829), a firma di Franz Wenzel su disegno di
A. Marinoni, ci presenta una parte del lungo viale costituito da giardini e fontane, animato da molte
presenze, e il palazzo reale sullo sfondo; l’artista ha disegnato questa veduta ponendosi alle spalle del
gruppo scultoreo della fontana di Venere, con il quale Gaetano Salomone intese rappresentare la dea
nell’atto di scongiurare Adone di non partire per la caccia che lo avrebbe portato alla morte.
Nella seconda immagine è raffigurato invece il sito della cascata, con la più alta tra le fontane artistiche che
comprende due gruppi scultorei, corrispondenti ad altrettanti momenti diversi della medesima storia: sulla
destra Diana, spiata da Atteone mentre era intenta a farsi il bagno, offesa ed adirata allontana il cacciatore
che, trasformato dalla dea in cervo (sulla sinistra), viene sbranato dai suoi stessi cani. Le statue di questi
due gruppi sono state realizzate da Pietro Solari, Paolo Persico e Angelo Brunelli. La litografia è siglata da
Gaetano Dura, ancora su disegno di A. Marinoni.
Il duo Dura/Marinoni firma anche il terzo e ultimo “scatto” nel parco della reggia, immortalando la
Castelluccia, costruzione fortificata riservata ai giochi marziali dei principini, ubicata in un fossato pieno
d’acqua. La struttura era in realtà preesistente e consisteva nell’adeguamento a cura di Francesco Collecini
della Torretta della Pernesta, risalente agli Acquaviva. Lo stabile è stato recentemente oggetto di un
attento restauro ultimato nel 2010.
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Le tre litografie sono state accuratamente imitate rispettivamente da L. De Vegni (le prime due) e da
Antonio Parboni per l’Atlante illustrativo di Zuccagni-Orlandini (1845), con poche o nessuna differenza,
fatta eccezione per la minore qualità artistica e per la diversa tecnica adoperata (incisione calcografica).
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“Riversamento dell’OPAC di Bibliorete nella Rete SBN Polo CAM e digitalizzazione del patrimonio antico
relativo al territorio campano nei secoli XVII-XVIII”
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