2010.06.22 LIBERO DI LEGGERE
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2010.06.22 LIBERO DI LEGGERE
martedì 22 giugno 2010 Libero di leggere laRegioneTicino 24 a cura di Orazio Dotta e Velia Chiesa L’incipit ‘Tua madre è uscita a prendere un po’ d’aria. Da quando sei nato è la prima volta che si allontana da te. Siamo rimasti solo noi in casa, tu e io. Hai cominciato a piangere. Ti ho preso fra le braccia e ti ho cullato, ma non smettevi di strillare’ Per i più grandi Per i più piccoli La simmetria dei desideri di Eshkol Nevo, Neri Pozza, 376 pp. – Il nuovo romanzo di Nevo prende avvio durante la finale dei Mondiali di calcio del 1998. Quattro amici, Yuval, Churchill, Ofir e Amichai sono riuniti in un appartamento di Tel Aviv per assistere alla partita in tv. Amichai, l’unico dei quattro sposato con figli, propone un gioco: scrivere su di un foglietto tre desideri per l’immediato futuro e verificare, in occasione della prossima finale, se si saranno realizzati. Il romanzo si addentra così nelle diverse personalità dei protagonisti che cercano di concretizzare i propri sogni, i propri desideri e le proprie speranze condividendole tra loro. A fare da sfondo a queste vite ci sono le vicende politiche di una nazione, Israele, stanca di conflitti e sofferenze, la seconda Intifada, il male subito e commesso nel corso degli anni. Vicende legate ineluttabilmente ai destini e alla coscienza dei quattro protagonisti. Libero! di Dominique Torrés, Ed. San Paolo, dai 12 anni – Amsy vive nel Niger dei giorni nostri insieme ai genitori. La sua è una famiglia di schiavi. Poco alla volta il deserto li consuma: la sera il vento rende le notti insonni e al mattino è il sole a tormentarli. Ma un giorno, mentre raccoglie la legna, il ragazzo incontra uno sconosciuto che gli propone di andare con lui in città, dove potrà vivere libero. E se fosse l’occasione buona per ritrovare sua sorella che è stata venduta? Ma che ne sarà dei suoi genitori? Verranno liberati anche loro? Comunque vada, Amsy dovrà lottare, perché la strada verso la libertà è dura per chi nella vita ha imparato solo a tacere e obbedire... Parte dei proventi della vendita verrà devoluta all’associazione ‘reagirdanslemonde’ presieduta da Dominique Torrés che si sforza di raccogliere fondi per consentire agli schiavi appena liberati di vivere i primi mesi. Una brava ragazza di Joyce Carol Oates, Bompiani, 217 pp. – Katya è una ragazzina di bassa estrazione sociale che occupa il suo tempo facendo la babysitter. Un giorno incontra il ricco, attempato e potente Marcus (scrittore, musicista e pittore) che l’avvicina con gentilezza e apparente disinteresse. La giovane accetta la sua amicizia e si reca nella sua splendida villa affacciata sull’Oceano restando affascinata dalla sua ricchezza e dal suo mondo. Nasce tra i due una relazione sempre più intima dove i soldi occupano una loro centralità. La madre di Katya e il losco cugino Roy incitano la ragazza ad approfittare della situazione. La giovane in un primo tempo accetta i bassi propositi della famiglia per poi pentirsene amaramente. Un racconto drammatico, ambiguo a tratti torbido con finale a sorpresa. È bello farsi inseguire di Liz Tuccillo, Baldini Castoldi Dalai editore, 351 pp. – Liz Tuccillo è una sceneggiatrice: ha lavorato con il regista Gabriele Muccino per la serie tv Quattro padri single e per Sex and the City. Sulla falsariga di queste produzioni televisive esce il suo primo romanzo dedicato alle donne single. La protagonista è la newyorchese Julie, addetta stampa di una casa editrice, attorno alla quale ruotano le vite di quattro amiche alle prese con le loro disavventure. Julie a 38 anni non è ancora fidanzata e s’interroga sui motivi della sua condizione. Decide quindi di scrivere un libro in cui raccontare come le donne di tutto il mondo affrontano la loro ‘singletudine’. Per realizzarlo parte per un lungo viaggio che la condurrà da una parte all’altra del pianeta; un viaggio che le farà conoscere le condizioni delle sue colleghe e scoprire che in amore non esistono regole. «Internet è il fondo del barile, la cartina di tornasole per scoprire cosa sei disposta a fare per trovare l’amore». Le ore sotterranee di Delphine de Vigan, Mondadori, pp. 219 – Mathilde vive con i suoi tre figli e si occupa di marketing per una multinazionale. Il suo lavoro, per motivi a lei ignoti, non è apprezzato e la sua situazione diventa insostenibile a causa del mobbing sfrenato al quale è sottoposta. Thibault, di professione medico, è oppresso dall’amore non più corrisposto verso sua moglie e decide, con profondo dolore, di lasciarla. Si sposta da un capo all’altro di Parigi per far visita ai suoi pazienti immerso nella solitudine più profonda. Mathilde e Thibault, i protagonisti del romanzo non si conoscono, ma entrambi avrebbero tanto bisogno di poter incontrare una persona che li possa capire e sostenere. Forse loro stessi, se avessero l’opportunità di conoscersi, potrebbero dar sollievo alla precaria situazione in cui si trovano. Attraverso due vite alla ricerca di un riscatto, l’autrice propone un’analisi spietata di una società cinica che lascia sole le persone. Il lettore si troverà a ‘tifare’ senza riserve per i due personaggi creati dalla de Vigan. Il terzo leone arriva d’inverno di Jan Costin Wagner, Einaudi, 247 pp. – Due omicidi preoccupano l’ispettore Kimmo Joentaa. Il primo riguarda un suo collega, il medico legale Laukkanen, trovato accoltellato il giorno di Natale su una pista di sci di fondo. Il secondo riguarda Harri Mäkelä, costruttore di cadaveri per il cinema. L’unico nesso che collega i due malcapitati è costituito dal fatto che entrambi hanno partecipato ad un famoso talk show condotto da Kai-Petteri Hämäläinen. Quest’ultimo rimane a sua volta vittima di una pesante aggressione ed è deciso a sfruttare l’argomento quando potrà di nuovo tornare in onda. Joentaa, pur intuendo le motivazioni dell’assassino, si trova in difficoltà nell’identificarlo. Il tempo stringe e il rischio che l’omicida si palesi tra il pubblico della trasmissione è molto alto. Ritorno a Memphis di Peter Taylor, Corbaccio, 205 pp. – Lo scrittore americano Peter Taylor con Ritorno a Memphis si aggiudicò il Premio Pulitzer nel 1987. La casa editrice Corbaccio propone ora la riedizione del libro. Un’occasione per leggere, o rileggere, un piacevole romanzo. L’antiquario newyorchese Philip Carver riceve due telefonate in cui le due sorelle lo informano che l’anziano padre ha deciso di risposarsi l’indomani con una giovane donna di cui si sa poco. Preoccupate chiedono al fratello di tornare a Memphis con urgenza per impedire il matrimonio. Philip, suo malgrado, accetta. Sarà l’occasione per ripensare al suo passato e al rapporto con il genitore: Il caro vecchietto aveva cominciato a palesarsi in locali notturni e bar, non con le vecchie signore, ovviamente, ma con donne piuttosto giovani, molto diverse da quelle signore che lo invitavano a cena. Padri dentro Essere padri è una condizione comune a molti e un’aspirazione per altri. È un ruolo che a un certo punto della vita si decide di accettare perché completa, nella maggior parte dei casi, un percorso di crescita e ne apre un altro altrettanto importante e carico di responsabilità. Per essere padri occorre essere pronti a dedicarsi anima e corpo ad un’altra creatura che ha il bisogno vitale di un supporto esterno. Il padre non può permettersi di essere assente nel processo di crescita dei figli, deve trovare il suo spazio a complemento di quello occupato dalla madre che per natura vive la nascita, al contrario dell’uomo, in modo diretto, simbiotico: «Le donne che fanno figli traboccano, è come se avessero una personalità che non sta più nella pelle, si sdoppiano, si moltiplicano». Lo scrittore veneto Tiziano Scarpa, premio Strega 2009 per il romanzo Stabat Mater, con Le cose fondamentali (Einaudi, 167 pp. ) entra in questo mondo con piglio diretto, con una scrittura scevra da sovrastrutture, senza false retoriche, e cerca di intravvedere nella figura dell’uomo-genitore un ruolo difficile da inquadrare; un ruolo che nel corso degli anni si è viepiù accostato, per sensibilità e collaborazione, al ruolo femminile. Leonardo Scarpa, il protagonista del romanzo, è diventato padre da poche settimane. Una nascita che lo costringe a rifare i conti con le cose primarie dell’esistenza. Sente la necessità di dare un significato a questa sua nuova condizione, di entrare in empatia con il piccolo esserino che si ritrova tra le braccia, che improvvisamente come una locomotiva è entrato in casa soverchiando le abitudini della coppia e creando aspettative, domande e proiezioni nel futuro difficili da gestire nella loro interezza. Una nuova creatura, nata dal Dna di due persone ben definite, che ha un legame particolarmente stretto con loro, ma che non è di loro proprietà. Ogni singolo essere, com’è giusto che sia, è unico e appartiene a se stesso: «Assumerai la tua postura, la tua personalità, comincerai a essere te stesso. Sei già qui, piccolino, ci sei tutto, ma prima o poi arriverà anche il tuo io». Prima che il piccolo Mario sviluppi il suo io, Leonardo s’inventa, in uno slancio dal sapore un po’ sentimentalistico, una lettera aperta al figlio per fornirgli sensazioni, esperienze di vita, sentimenti legati al proprio vissuto e al rapporto padre-figlio. Una lettera, intensa, dolce, piena di fragilità umana, di riflessioni, domande e inquietudini scritta senza pudori con l’animo aperto al figlio così tanto amato. Leonardo s’immagina Mario quattordicenne che leggerà queste parole sperando che lo aiutino a capire il mondo in cui si trova, la famiglia in cui vive, ma soprattutto chi è suo padre augurandosi di non deludere l’adolescente che sarà e che inevitabilmente sarà portato ad odiare il genitore: «Comincerai a non sopportarmi più. Bisogna che accada questo, altrimenti non diventerai grande». Il desiderio di capire spinge Leonardo ad osservare il neonato nei minimi dettagli per approfondire al meglio la sua conoscenza. Il tutto all’oscuro della moglie Silvana, perché questa è una questione privata tra lui e il figlio e perché la moglie potrebbe farsi strane idee su di lui: «Quando resto in casa da solo, ci sono momenti in cui provo a diventare come te, sgomberandomi di tutto quello che posso. Via le parole. Mi accascio, come fai tu…». Allora in modo grottesco tenterà di allattare il figlio con il proprio capezzolo, perché lo vede piangere, indosserà dei pannolini per carpire il mondo di questo bebè che ha catalizzato l’attenzione di ogni momento della sua vita: «Per arrivare ad assomigliarti ancora di più non mi resterebbe che imparare a farmela addosso». Le parole nell’economia del racconto sono importanti. Leonardo le usa con attenzione per comunicare con il figlio e per contrapporsi alla documentazione video-fotografica che Silvana sta curando. Diventano oltremodo importanti quando la vicenda assume un tono decisamente drammatico. Una dottoressa mette Leonardo di fronte a due verità sconvolgenti che scompigliano l’ordine delle cose, che modificano la vita nel profondo. In quel momento le parole si riversano a cascata sul protagonista avvolto dal dolore e dalla disperazione, diventano ciniche e devastanti. Portano il protagonista in fondo ad un baratro e turbinano nella sua mente senza freni e senza possibilità di governarle: «siamo le parole: parliamo noi: non c`è nessuno: non c’è mai stato nessuno: nessun altro che noi…». Scarpa a questo proposito ha dichiarato: «Secondo me il momento più forte del libro, se il libro vale qualcosa vale per quel capitolo». Il registro narrativo diventa anch’esso frenetico: passa con frequenza dall’io narrante alla terza persona. Una scelta stilistica che sembra voler aiutare il protagonista a prendere le distanze da eventi troppo forti da gestire. Un tentativo di sfuggire da qualcosa cha fa troppo male. In questa circostanza l’amicizia di Tiziano, unica persona a conoscenza del diario, aiuta Leonardo a trovare una via d’uscita da questo stordimento esistenziale. Tiziano, che inizialmente prende con estrema ironia il tentativo dell’amico di rivolgersi al figlio con carta e penna, che lo critica bonariamente, obietta, rintuzza e insinua dubbi, funge da controcanto e si rivela l’approdo sicuro che permetterà al protagonista di trovare la giusta dimensione delle cose. Un’amicizia tra uomini sorprendente, intensa e di grande sensibilità in cui Tiziano accudisce Leonardo come se fosse un bimbo in balia degli eventi. L’onomastica del romanzo, inoltre, è emblematica e offre un’ulteriore chiave di lettura. Il nome dell’amico è lo stesso dell’autore, il cognome della famiglia coinvolta pure. Qui Tiziano-Leonardo Scarpa si scinde nei due personaggi maschili dimostrando una totale e viscerale immedesimazione. Il lettore non ha solo la sensazione di leggere una storia coinvolgente – i capitoli, specie quelli legati alla drammaticità degli eventi, sembrano essere stati scritti di getto come un fluido che sgorga senza freni – ma anche quella di entrare in contatto diretto con il pensiero e le inquietudini dello scrittore. È un incontro tra narratore e fruitore che assume il valore della complicità e della condivisione. ORAZIO DOTTA Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda, B.C. Dalai editore, dai 14 anni – Questa è una storia vera. Oggi Enaiatollah Akbari ha 19 anni, forse 21. Quando c’è la guerra, ha poca importanza l’anno in cui sei nato. Ed eccolo a ripercorrere la sua storia di bambino in fuga dall’Afghanistan. È stata sua madre che, per salvarlo dai talebani «con loro avrei ucciso io, o sarei stato ucciso», l’ha portato in Pakistan, dopo averlo nascosto per notti in una buca del giardino. Aveva dieci anni. Una sera, prima di addormentarsi con i canti del muezzin, in un magazzino di corpi e di anime, dove avevano trovato un letto, lei gli ha preso la testa, l’ha stretto forte, poi gli ha raccomandato tre cose che non avrebbe mai dovuto fare: usare droghe, armi e rubare. La mattina Enaiat non l’ha più trovata, era solo al mondo. Di lì inizia la ‘storia vera’ di un ragazzo che, nonostante tutto, non è riuscito a perdere l’ironia e un formidabile sorriso. Il gioco del silenzio di Andrew Clements,Ed. Rizzoli, da 11 anni – Gli insegnanti della scuola elementare di Laketon erano disperatamente d’accoro: i bambini delle quinte di quell’anno erano affetti da un morbo che li costringeva a chiacchierare e battibeccare, sempre e ovunque, anche a lezione; li avevano di fatto soprannominati gli Inzittibili. Ma un giorno, di punto in bianco, calò nei corridoi un silenzio profondo e preoccupante alle orecchie della direttrice. Che ci crediate o no, era tutto merito di Gandhi: Dave Packer, uno degli Inzittibili, aveva saputo, facendo una ricerca, che quell’ometto ogni settimana se ne stava in silenzio per un intero giorno per rimettere in ordine i pensieri. Dave decise di provare a fare lo stesso, e subito l’esperimento si trasformò in una sfida tra maschi e femmine. E scoprirono che Gandhi aveva ragione, perché nel silenzio capirono che… La principessa del Taj Mahal di Candia Castellani. Ed. Aliberti Junior, dai 7 anni – Una vera storia d’amore quella tra l’imperatore Shah Jahan e la moglie prediletta Mumtaz Mahal (il Gioiello del Palazzo). Il racconto è ambientato nel sedicesimo secolo ad Agra, nell’India settentrionale, dove la sposa dell’imperatore muore dando alla luce il suo quattordicesimo figlio. Shah Jahan ne sarà talmente addolorato da far erigere a suo ricordo il Taj Mahal, un monumento all’amore eterno, una delle sette meraviglie del mondo moderno, per custodire le spoglie terrene della sua amata. Un’opera senza eguali per perpetuare attraverso i secoli un amore immortale. Riccio dal barbiere di Silvia Borando, Ed. Aliberti Kids, dai 3 anni – Anche ai ricci piace farsi belli. Il riccio protagonista di questa storia è molto vanitoso e ama sperimentare le pettinature più svariate. Un piccolo racconto per immagini, venticinque acconciature e un finale che farà sorridere i piccoli lettori. Andare dal barbiere per riccio è un’avventura: gli piace da impazzire cambiare acconciatura. È carina la frangetta e la coda niente male! Ma alla fine torna a casa con un taglio... radicale. Visto, si stampi. Come nasce un quotidiano di Nicoletta Martinelli, Ed. San Paolo, dai 9 anni – In queste pagine si cerca di accompagnare il lettore in una visita guidata alla redazione, di fargli incontrare le figure che la popolano, di vivere il lavoro che la anima e che ogni giorno si ripete, ma mai identico a se stesso. La prima parte inizia e finisce in edicola con il quotidiano nelle mani del lettore: tra i due estremi le tante attività della redazione. Nella seconda parte ogni elemento finisce sotto la lente, sezionato per meglio consentirne la comprensione. L’ultima parte è un’appendice che prende in esame gli altri media, la televisione, la radio e internet. Uno splendido libro di gradevole consultazione, perché i bambini hanno una gran voglia di decifrare i meccanismi dell’informazione, sono incuriositi dal retroscena del giornale che, forse, vorrebbero scoprire e comprendere più da vicino.