lo scienziato, il manager e il suo impegno civile - ISSNAF

Transcript

lo scienziato, il manager e il suo impegno civile - ISSNAF
Edoardo Amaldi: lo scienziato, il manager e il suo impegno civile - ISSNAF - Italian Scientists and Scholar
Di Giancarlo Brunelli*
The hundredth anniversary of the birth of Edoardo Amaldi: Carlo Bernardini’s interview
remembers the physicist of the via Panisperna Group and founder of CERN.
Al centro della celebre fotografia che riunisce i fisici del gruppo di Via Panisperna c’è Edoardo
Amaldi. Col senno di poi, quella posizione ha rispettato la sua carriera, quella di promotore e
coordinatore di importanti progetti ed istituzioni scientifiche in Italia e in Europa: Infn, Euratom,
Cern, Esa.
Erano anni “buoni” anche se difficili - il periodo della ricostruzione del dopoguerra e della
rinascita democratica. Da parte loro fisici, ingegneri e matematici mettevano a punto con
entusiasmo le prime macchine acceleratrici e reattori. Nascevano istituti ed associazioni
accademiche, anche di carattere pacifista e per il disarmo. Certo Amaldi non era solo – basti
ricordare il collega e amico Felice Ippolito - ma in tutto questo rappresentava davvero una figura
centrale.
Eppure il governo fascista aveva visto bene di richiamarlo alle armi in Egitto, mentre tutti i paesi
impegnati nel conflitto mondiale impiegavano come merce rara gli scienziati, come fece lo
stesso nobel Enrico Fermi “arruolato” nel Progetto Manhattan. E proprio Fermi, qualche anno
più tardi, offrì una cattedra a Chicago ad Amaldi. Il quale, dopo averci riflettuto, decise di portare
avanti la sua carriera scientifica in Italia.
“Amaldi aveva molto a cuore l’impegno civile e la sua nazione. In questo non aveva eguali,
nemmeno nei suoi migliori allievi” - commenta Carlo Bernardini, professore alla Sapienza e da
anni direttore di Sapere. Allievo di Amaldi, Bernardini aveva iniziato a lavorare al Laboratorio di
Frascati subito dopo la laurea in fisica: “Veramente inizialmente m’iscrissi a matematica; poi
dopo, quando vidi i matematici, cambiai idea”.
1/4
Edoardo Amaldi: lo scienziato, il manager e il suo impegno civile - ISSNAF - Italian Scientists and Scholars
Senza ridimensionare lo scienziato, è giusto parlare del fiuto da “manager della ricerca” per
quanto riguarda Amaldi?
Sicuramente. Prendiamo l’Infn: era un’invenzione straordinaria dal punto di vista organizzativo.
Infatti, non aveva sedi proprie, ma era disseminato in base a convenzioni nelle università e negli
istituti di ricerca, creando una rete in grado di crescere e modificarsi. Questa idea ha fruttato
molto, perché da qui è nata la necessità di avere laboratori su cui convergessero gli sforzi
nazionali, come ad esempio l’elettrosincrotone di Frascati.
Un’epoca di grandi cambiamenti, importanti personalità, con qualche lato oscuro…
L’evento straordinario che tutti quanti gli scienziati avevano accolto con grande favore si
chiamava Atoms for peace, la conferenza tenutasi a Ginevra nel 1955 che diede il nome al
programma promosso dal presidente americano Eisenhower per diffondere l'uso pacifico
dell'energia nucleare, anche se su questo piano molte cose sarebbero da dire. Molti di noi
andarono a Ginevra a vedere questa parata di scienziati che portavano informazioni su
problemi che conoscevamo poco, anche se eravamo consapevoli che l’Italia aveva avuto un
grosso ruolo grazie a Fermi, che aveva sperimentato il reattore Chicago Pile One.
Ma già prima di Atoms for peace, era nato in Italia il Consiglio nazionale per le ricerche nucleari,
come costola del Cnr. E l’evento fortunato fu che segretario generale fosse Felice Ippolito, una
delle persone più dinamiche che abbia conosciuto, il quale naturalmente si mise subito in
contatto con Edoardo Amaldi. L’idea era quella di formulare un piano nucleare italiano. Si
aprivano due vie: insistere più sul settore della ricerca di base - acceleratori di particelle e altro oppure insistere sulle tecnologie nucleari. Ippolito convinse Amaldi ad occuparsi anche del
programma nucleare, perché ovviamente era il più grande fisico nucleare della scuola di Fermi.
Ippolito era una persona di grande fascino, un adescatore.
Proprio Felice Ippolito rappresenta un altro importante esempio di scienziato “manager”.
Senza dubbio. Quando finimmo la costruzione del sincrotone, Ippolito arrivò come un falco a
2/4
Edoardo Amaldi: lo scienziato, il manager e il suo impegno civile - ISSNAF - Italian Scientists and Scholars
Frascati per cercare di portarci sulla sua linea di ricerca, visto che eravamo un gruppo affiatato
in grado di costruire macchine di primissimo livello. Ma le confesso che nessuno di noi passò
dall’altra parte. Anche perché lo stesso Amaldi riteneva che i gruppi di ricerca andassero
costituiti, non spostati.
Anni dopo divenne un mio caro amico a Napoli, dove entrambi avevamo un insegnamento
universitario. Era il suo primo incarico dopo lo spregievole episodio - noto come il caso Ippolito
– nel quale venne coinvolto in maniera infame. Successivamente divenne il direttore de Le
Scienze, ma la sua vicenda scosse in negativo la comunità scientifica italiana e non solo, che
conobbe i lati oscuri di certi interessi economici e politici.
Torniamo al ruolo di Amaldi nella costituzione del Cern di Ginevra. Com’è nato?
Nacque dalla fiducia nelle grandi collaborazioni. Edoardo Amaldi cominciò a discutere col fisico
francese Pierre Auger dell’opportunità di fondare un centro che avesse dimensioni confrontabili
con ciò che riusciva a fare una federazione come gli Stati Uniti. Da quell’incontro ebbe inizio la
pianificazione del progetto e la campagna di sensibilizzazione presso i paesi europei condotta
proprio da Amaldi e Auger.
Il Cern aveva messo in scacco gli “americani”?
Assolutamente, perché la macchina funzionava davvero bene, tanto che di lì a poco gli stessi
scienziati americani confluirono al Cern per compiere esperimenti col protosincrotone. Ma
anche le macchine successive furono molto fortunate: il superprotosicrotone, l’Sps, il Lep, fino
ad arrivare a Lhc.
Il Cern, di cui Amaldi è stato direttore, fin dalla nascita in epoca postbellica e di Guerra Fredda
ha rappresentato una delle prime istituzioni internazionali in grado di “bucare” la cortina di ferro
e di costituire un luogo di dialogo e collaborazione internazionale.
Questo era uno degli obiettivi che Amaldi prilivegiava. Fare in modo che la comunità dei fisici
fosse veramente transnazionale, capace di superare le barriere politiche ed ideologiche. Tanto
è vero che al Cern si era stabilito anche uno scambio con gli stessi scienziati russi.
E questo non si limitò solo al Cern. Infatti, Amaldi ebbe un ruolo centrale anche nel riunire le
comunità scientifiche dei diversi paesi europei per dare vita all’agenzia spaziale europea, quella
che si sarebbe chiamata ESA. Oltre, ovviamente, all’agenzia spaziale italiana.
Stesso discorso declinato sul versante dell’impegno civile dello scienziato?
Era fortemento convinto che gli scienziati si dovessero impegnare contro la proliferazione di
armi nucleari. E tra i tanti, il suo centro di riferimento era il Pugwash, l’associazione
internazionale nata a partire dal manifesto Einstein-Russel.
Aveva un grande senso del futuro…
… e del presente. Era davvero impegnato su molti fronti. Diciamo che gli stranieri erano molto
attratti nel fare le cose insieme quando c’era Amaldi di mezzo.
3/4
Edoardo Amaldi: lo scienziato, il manager e il suo impegno civile - ISSNAF - Italian Scientists and Scholars
- Related Link Speciale Radio Tre Scienza - Edoardo Amaldi a cent’anni dalla nascita –
Intervista di Marco Motta a Carlo Bernardini
.
-------------*Giancarlo Brunelli si occupa di comunicazione scientifica. Ha frequentato il Master in
Comunicazione della Scienza alla Sissa di Trieste e attualmente svolge un dottorato di ricerca
in Scienza e società all'Università Statale di Milano. [email protected]
4/4