1512 dicembre 13, Trento, al banco dei sindici del comune
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1512 dicembre 13, Trento, al banco dei sindici del comune
1512 dicembre 13, Trento, al banco dei sindici del comune Sentenza arbitrale. Giovanni Frizzera da Vezzano, Nascimbeno figlio di Antonio Martini da Padergnone arbitri, ed il notaio Bartolomeo da Lasino e cittadino di Trento designato come super arbiter nel caso di parere discordante tra i primi due arbitri et comunales amici, tutti e tre scelti con atto di compromesso assunto tra le parti e rogato dal notaio ser Giacomo Claudus da Vigolo, emettono sentenza arbitrale nella causa vertente tra Antonio Bertini da Vezzano tutore di Francesca figlia ed erede del fu Giacomo Bertini suo fratello parte ex una agente, e Bartolomeo fu Donato Tonini da Padergnone procuratore di sua moglie Maria, già moglie in primo matrimonio del fu Giacomo Bertini, come appare da atto di procura rogato dal notaio Aldrighetto Berlina, parti convenute; il motivo del contendere consiste nella dote di Maria portata al suo primo marito Giacomo Bertini. Esaminato l’atto di compromesso stipulato tra le parti in vertenza; esaminata la petizione presentata da Bartolomeo rispetto alla dote di Maria con rivalsa sui beni del primo marito Giacomo; tenuto conto della legittima spettante a Giovanni Maria figlio di Maria e del sopra nominato fu Giacomo, nato dopo la morte di quest’ultimo; valutata l’offerta proposta da Bartolomeo a nome di Maria di tenere presso di sé Francesca sino a quando ella avrà raggiunto l’età di nubilato, o sino a quando ella vorrà vivere con Bartolomeo e Maria, e provvedere al mantenimento di Francesca; esaminate quindi tutte le altre richieste delle parti: condannano Bartolomeo a mantenere con i suoi propri beni Francesca nei modi e termini sopra specificati, ossia usque ad etatem nubilem di essa o sino a quando vorrà la stessa Francesca, ma soltanto ad cibum et potum; il terreno arativo e vignato posto a Padergnone ubi dicitur a Valuchel, gravato da annuo affitto perpetuo di una quarta di siligine da versare alla mensa vescovile di Trento, tocca in possesso a Bartolomeo pro pecuniis a se exbursatis con suo acquisto ed a Maria come parte della sua dote; si stabilisce la condizione che Bartolomeo versi ogni anno alla scadenza di San Michele alla pupilla Francesca o al suo tutore l’affitto di sei stari ed una quarta di frumento, rendita con la quale si potrà provvedere al vestiario di Francesca, oltre le spese di sostentamento sopra stabilite; gli arbitri definiscono al riguardo un patto speciale e laudum, in base al quale, nel momento in cui Bartolomeo avrà effettuato un versamento a Francesca dell’affitto di sei stari ed una quarta di frumento sopra determinato, il terreno di cui sopra divenga libero possesso di Bartolomeo e Maria ed immune da ulteriori pagamenti di questo affitto, fatti salvi i restanti diritti eminenti della mensa vescovile di Trento; condannano Bartolomeo a pagare ad Antonio 15 ragnesi, somma con la quale Antonio aveva in precedenza saldato alcuni debiti di Francesca come erede del padre fu Giacomo; 10 ragnesi sono versati all’atto in contante di monete d’argento, gli altri 5 dovrà pagarli pena familie entro la scadenza della Circoncisione di Gesù prossima ventura; condannano Bartolomeo a soddisfare i creditori di Francesca come erede di Antonio, qui dettagliati nominalmente con le rispettive somme di spettanza; assolvono Antonio Bertini ab administratis et omnibus receptis dei beni della pupilla Francesca sino alla data del presente atto. (M. Stenico - maggio 2008)