La balanced scorecard applicata agli enti locali: una sfida tra limiti e
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La balanced scorecard applicata agli enti locali: una sfida tra limiti e
Esperienze innovative La BSC negli enti locali La balanced scorecard applicata agli enti locali: una sfida tra limiti e opportunità Pietro Minissale Direttore di sezione amministrativa presso il Settore Controllo di Gestione del Comune di Messina SOMMARIO: 1. Oggetto e obiettivi del contributo. 2. La balanced scorecard: cenni introduttivi. 3. La Bsc negli enti locali: le ragioni di una scelta. 4. Il processo di costruzione della Bsc nel settore pubblico: premessa. 5. La declinazione della strategia pubblica secondo la “prospettiva della comunità”. 6. La declinazione della strategia pubblica secondo la “prospettiva finanziaria”. 7. La declinazione della strategia pubblica secondo la “prospettiva interna”. 8. La declinazione della strategia pubblica secondo la “prospettiva di innovazione e apprendimento”. 9. Il sistema di misurazione nella Bsc: i “lead indicators” e i “lag indicators”. 10. L’individuazione delle relazioni di causa-effetto tra gli obiettivi declinati secondo le quattro prospettive: la mappa strategica. 11. La declinazione delle strategie in iniziative ed azioni: il meccanismo del drill-down. 12. Caso esemplificativo: breve descrizione e finalità. 13. Limiti e criticità del modello: alcune riflessioni. 14. Le condizioni organizzative e di processo nella costruzione della Bsc in un ente locale. 15. Conclusioni. La balanced scorecard può rappresentare un efficace strumento per il controllo strategico negli enti locali. Si tratta, infatti, di un sistema multilivello e multidimensionale che, responsabilizzando l’intera organizzazione sugli aspetti ritenuti più critici per il successo delle strategie attuate, potrebbe contribuire a migliorare la capacità di risposta ai molteplici e variegati bisogni della comunità, consentendo, nel contempo, di preservare gli equilibri economico-finanziari di lungo periodo. Purtuttavia, la sua introduzione implica il superamento di non poche criticità, in quanto esige il rispetto simultaneo di tutta una serie di condizioni che investono aspetti progettuali, metodologici, organizzativi e di processo non sempre facilmente conciliabili con le caratteristiche strutturali e le dinamiche operative delle aziende composte pubbliche locali. The Balanced Scorecard can be a valid tool for strategy control in local authorities. It is a multi-level and multi-dimensional system aimed at sharing the most relevant issues for the success of the common current strategies within the organization. By committing the whole organization to the achievement of the strategic goals, a Balanced Scorecard may allow a faster and more efficient response to people’s needs and, at the same time, the protection of the economical and financial equilibrium over the time. However, due to the structure and the operating procedures of the public administrations, the introduction of the Balanced Scorecard may present several critical aspects concerning the simultaneous completion of different requirements in projects organization, methods and proceedings. Parole chiave: balanced scorecard – programmazione e controllo strategico – misurazione delle performance 113 Azienda Pubblica 1.2006 Esperienze innovative La BSC negli enti locali 1. Oggetto e obiettivi del contributo Il presente contributo si prefigge l’obiettivo di approfondire i principali aspetti metodologici, progettuali, organizzativi e di processo collegati alla introduzione della Balanced Scorecard (Bsc) nel settore pubblico, con specifico riferimento agli enti locali. Dopo un breve excursus sulle ragioni che rendono auspicabile l’adozione di questo strumento da parte delle amministrazioni pubbliche, verrà illustrata l’architettura generale del modello, opportunamente adattata alle specificità e alle caratteristiche peculiari delle aziende composte pubbliche locali. Questa sezione del contributo intende offrire, in particolare, alcune riflessioni in ordine all’approccio metodologico e alle criticità di natura progettuale sottostanti il processo di costruzione della Bsc. Attraverso l’uso di un caso puramente teorico, si cercherà, poi, di comprendere meglio i limiti tecnici della Bsc applicata ad un comune, ragionando sulle ricadute degli stessi e proponendo possibili soluzioni. Infine, nell’ultima parte del lavoro, l’attenzione verrà focalizzata sulle condizioni organizzative e di processo che dovrebbero essere assicurate al fine di garantire l’efficace funzionamento e il complessivo equilibrio del modello nella realtà operativa degli enti locali. 2. La balanced scorecard: cenni introduttivi La Bsc rappresenta uno degli strumenti a supporto del Performance Management (P.M.) (1), e cioè di quell’insieme di sistemi e processi attraverso cui si è inteso offrire un approccio innovativo ai tradizionali sistemi di controllo direzionale, al fine di garantire il “rispetto simultaneo delle condizioni favorevoli al durevole mantenimento e allo sviluppo della azienda” (Airoldi et al., 1994, p. 188) nel quale trova sintesi il principio di economicità. In particolare, il P.M., pur continuando ad includere misure economiche della performance passata, focalizza l’attenzione sulla performance economicofinanziaria futura, secondo logiche di misurazione che assumono ad oggetto le variabili critiche poste a base delle strategie di impresa. In tale contesto di fondo, la Bsc, o scheda di valutazione bilanciata, elaborata nella prima metà degli anni ’90 da Robert Kaplan e David Norton della Harvad Business School, costituisce un sistema strutturato e complesso che, oltre ad integrare le misure economiche-finanziarie della performance passata con le misure dei driver della performance futura, consente, per 1 “Fra le numerose definizioni di performance management una particolarmente efficace è la seguente: è un sistema che consente la misurazione dei risultati di business attraverso l’allineamento di questi ultimi con la strategia aziendale, l’individuazione di misure di performance, finanziarie e non finanziarie, idonee a supportare il processo decisionale coerentemente con gli obiettivi strategici prefissati e con tutte le iniziative di miglioramento da intraprendere per il raggiungimento delle strategie stesse; in sintesi si propone come strumento di misurazione delle strategie”, DE MARCO et al. (a cura di) 1999, p. 26. Azienda Pubblica 1.2006 114 Esperienze innovative La BSC negli enti locali ciascun livello organizzativo considerato, di osservare, da quattro prospettive differenti ma fortemente interrelate (economico-finanziaria, clientela, processi interni, apprendimento e crescita), il grado di realizzazione e di evoluzione nel tempo delle condizioni ritenute determinanti per il successo di una data strategia, ottenendo in tal modo una misurazione bilanciata e quindi una valutazione sistemica del progresso dell’intera azienda verso gli assetti strategici prefigurati (Kaplan et al., 1996, p. 19). Il modello logico della Bsc, investendo l’intera organizzazione aziendale, si caratterizza più propriamente come “sistema strategico di management”, attraverso il quale gli assunti strategici definiti dal top management vengono metabolizzati ad ogni livello della struttura sotto forma di obiettivi chiaramente definiti e assegnati, affinché ognuno comprenda in che modo e in che misura può contribuire al raggiungimento dei risultati generali di azienda, mantenendo, di conseguenza, la propria attività allineata alla strategia (2). 3. La Bsc negli enti locali: le ragioni di una scelta Gli interventi normativi susseguitisi dagli inizi degli anni ’90 in materia di modernizzazione della pubblica amministrazione, hanno modificato radicalmente il ruolo degli enti locali, ponendoli al centro della vita amministrativa del Paese, quale livello istituzionale più idoneo allo svolgimento delle funzioni amministrative relative alla cura degli interessi e alla promozione dello sviluppo delle proprie comunità. La concreta applicazione del cosiddetto “principio di sussidiarietà” (3), consacrato nella recente riforma del titolo V della Costituzione (4), la drastica contrazione dei trasferimenti erariali, la progressiva riduzione degli ambiti di attività protetti in passato da forme di monopolio legale e l’accresciuta complessità della rete relazionale con interlocutori esterni pubblici e privati hanno sancito un passaggio storico verso condizioni di crescente autono- 2 “Con la Bsc abbiamo scoperto un modo migliore per tradurre e comunicare la nostra mission, e le strategie per realizzarla, a tutti i nostri dipendenti, al nostro comitato di sorveglianza, e agli altri nel governo statale. In altre parole, adesso tutti hanno ben presente la nostra mission e il piano strategico. [...] La Bsc ci ha mostrato un modo per chiarire sia i nostri scopi sia i ruoli, gli obiettivi e l’autorità dei manager. [...] Piuttosto che monitorare i processi di lavoro, con la Bsc abbiamo trovato un modo per identificare ed evidenziare le tendenze della performance e i risultati. Noi adesso ci concentriamo sui risultati del nostro lavoro, usando le misure di processo per gestire le modalità con cui arriviamo ai risultati.”. Tratto da un’intervista a Deborah L. Kerr, Dirigente Capo della Strategia dell’Ufficio del Revisore dei Conti dello Stato del Texas e professore incaricato presso la George Bush School of Government and Public Service dell’Università A & m del Texas. In questa intervista vengono illustrate le sfide affrontate per introdurre la Bsc nella SAO (State Auditor’s Office), ente legislativo che fornisce servizi di revisione dei conti all’Assemblea Legislativa del Texas. (Fonte: www.balancedscorecardreview.it/contributi.htm). Vedasi in tal senso anche QUAGLIANI et al., (2002), p. 103. 3 Ai sensi dell’art. 4, comma 3, lett. a) della l. 15.3.1997, n. 59 il “principio di sussidiarietà” viene identificato nella attribuzione della generalità dei compiti e delle funzioni amministrative “alla autorità territorialmente e funzionalmente più vicina ai cittadini interessati”. 4 Legge costituzionale n. 3/2001. 115 Azienda Pubblica 1.2006 Esperienze innovative La BSC negli enti locali mia e responsabilità degli enti locali, chiamati sempre più a svolgere un ruolo strategico rispetto al territorio di riferimento. Alla luce dello scenario sinteticamente delineato, si comprendono alcuni dei motivi fondamentali per i quali i sistemi di responsabilizzazione delle autonomie locali, almeno sul piano normativo, tendano a vincolare in misura crescente i comportamenti organizzativi non soltanto all’osservanza delle norme che disciplinano l’attività amministrativa (norme di azione), ma anche e soprattutto al concreto conseguimento degli obiettivi programmati all’interno di un quadro di compatibilità finanziaria e di un contesto macroambientale composito e in continua evoluzione. Come evidenziato da Borgonovi (1993, p. 4), questa nuova accezione del concetto di responsabilità presuppone l’esigenza di meglio qualificare e quantificare i risultati previsti dall’ente (risultati reali), garantendo, al tempo stesso, il mantenimento dell’equilibrio economico-finanziario di lungo periodo (risultati economici), anche attraverso un ridisegno dei processi interni e una migliore organizzazione del lavoro che consentano un impiego più efficiente delle scarse risorse di fatto disponibili. Come per le imprese private, anche per le amministrazioni pubbliche e, ancor di più, per gli enti locali si pone, pertanto, la necessità di dotarsi quanto prima di strumenti di controllo multidimensionale e multilivello – quale la Bsc – che, innestando virtuosi processi interni di apprendimento strategico, siano in grado di responsabilizzare, sia gli organi politici sia l’intera organizzazione, sul rispetto simultaneo di tutte quelle condizioni ritenute dalla dottrina fondamentali (5) al fine di garantire la “capacità di lungo periodo di soddisfare i bisogni considerati di pubblico interesse facendo affidamento su un flusso di ricchezza fisiologico, ossia considerato economicamente sopportabile e socialmente accettabile dalla comunità” (in Borgonovi, 1996, p. 153). 4. Il processo di costruzione della Bsc nel settore pubblico: premessa La struttura logica della Bsc trae fondamentalmente derivazione da un rigoroso percorso metodologico attraverso il quale tutti gli elementi centrali dell’approccio strategico indicati dalla letteratura esistente in materia (6) vengono organizzati a sistema secondo chiari criteri di sequenzialità algoritmica. 5 “Tra le condizioni da rispettare simultaneamente per conseguire l’equilibrio reddituale possono indicarsi: i) la produzione di beni pubblici che vengano giudicati «soddisfacenti» per il funzionamento e lo sviluppo sociale e economico di una collettività; ii) la corresponsione di rimunerazioni «adeguate» ai collaboratori e ai finanziatori; iii) lo svolgimento dei processi di gestione e di organizzazione volti anche all’eventuale conseguimento di redditi, secondo efficienza, senza sprechi, con l’applicazione di tecniche moderne e progredite; iv) l’imposizione di tributi che risultino in linea con le condizioni precedenti, tributi quindi che non servano a coprire inefficienza e spese inutili”, AIROLDI et al. (1994), p. 179. 6 I testi presi a riferimento sono in particolare: AIROLDI et al. (1994), pp. 357-377, 431-437; DEL VECCHIO (2000), pp. 27-38; MENEGUZZO et al. (1990), pp. 75-78. Azienda Pubblica 1.2006 116 Esperienze innovative La BSC negli enti locali Il primo blocco logico consiste nella esplicitazione delle finalità di fondo dell’azienda (missione e valori), del posizionamento desiderato rispetto all’ambiente esterno (visione) e delle modalità attraverso cui si intende perseguire tale posizionamento (strategia). Per ciascuna strategia vengono individuati poi gli imperativi di creazione del valore (prospettive) e, nell’ambito di questi ultimi, i fattori critici di successo (obiettivi) e i nessi di causa-effetto esistenti tra gli obiettivi strategici (mappa strategica). Il processo si chiude identificando gli elementi necessari per misurare il grado di raggiungimento di ogni singolo obiettivo (misure, target e iniziative). Figura 1 – Dove siamo, dove andiamo Missione Valori Visione Programmazione (budgeting) Rimodulazione delle strategie Clientela Strategia Balanced Scorecard Processi interni Apprendimento e crescita Prospettiva finanziaria Obiettivi, Misure, Target, Iniziative Risultati Fonte: NIVEN (2003), p. 156 (Traduzione propria dal testo inglese) 117 Azienda Pubblica 1.2006 Esperienze innovative La BSC negli enti locali Ciò premesso, si cercherà di illustrare adesso, mediante opportuni riferimenti teorici, la metodologia sottesa alla declinazione della strategia aziendale secondo le quattro prospettive indicate dagli ideatori della Bsc, affrontando nel contempo, sia pur in maniera sintetica, le tematiche inerenti il processo di costruzione della mappa strategica e di allineamento della strategia alla struttura organizzativa (meccanismo del drill down). 5. La declinazione della strategia pubblica secondo la “prospettiva della comunità” Negli enti pubblici la “prospettiva della clientela” assume un’importanza fondamentale in quanto, ponendosi in stretto collegamento funzionale con la mission dell’ente, sintetizza, secondo uno schema strutturato, le riflessioni sulle politiche da attuare al fine di soddisfare le molteplici istanze della comunità di riferimento (7). Secondo l’approccio proposto dagli stessi Kaplan e Norton (Kaplan et al. 1996, p. 75), l’azione strategica formulata secondo la prospettiva in questione potrebbe essere qualificata tenendo conto di alcune misure primarie quali la “quota di mercato”, la “fedeltà del cliente”, l’“acquisizione di clienti”, la “soddisfazione della clientela” e la “redditività della clientela” (8). Sotto il profilo metodologico, però, l’applicazione delle suddette categorie concettuali nelle aziende composte pubbliche locali non può non tener conto dell’esistenza di una rete molto ampia e variamente articolata di interlocutori che esprimono attese differenziate e interessi non sempre convergenti. Prendendo spunto dalle riflessioni in tal senso offerte da alcuni autori (Valotti, 2000, pp. 138, 174, 202) nonché dalle proposte applicative avanzate in taluni comparti del settore pubblico (9), si evidenzia, pertanto, l’opportunità di “segmentare” la comunità di riferimento in una pluralità di dimensioni che consentano di identificare i differenti ruoli di stakeholder che il cittadino assume nel suo rapporto con l’ente locale. Attraverso questa chiave di lettura, la prospettiva in questione, che potremmo chiamare “della comunità”, potrebbe inglobare, all’interno di una visione sistemica di insieme, le aspettative manifestate rispetto ad una data strategia dagli utenti diretti dei servizi, dai destinatari delle norme, dai partner, dai finanziatori, dai concorrenti e dai fornitori, favorendo, oltremodo, la ricerca di soluzioni di bilanciamento delle contraddizioni che verosimilmente potrebbero sussistere tra portatori di interessi contrapposti. 7 In tal senso è stato affermato che la mission stessa potrebbe essere collocata [“at the top of the Balanced Scorecard as a Fifth Perspective”] “al vertice della Balanced Scorecard come quinta prospettiva”, in NIVEN (2003), p. 157 (traduzione propria). 8 Vedasi anche TOSCANO (2000), pp. 46-48. 9 Ci si riferisce, in particolare, alla proposta applicativa illustrata dal Servizio di controllo interno (Se.C.In.) del Ministero dell’economia e delle finanze (Mef), che, attraverso l’ausilio di consulenti specializzati in materia, sta valutando la possibilità di introdurre la Bsc come elemento di valutazione per il conseguimento dei fini istituzionalmente assegnati dal d.lgs. 286/1999. Vedasi al riguardo il documento redatto a cura del Se.C.In. intitolato “Prime riflessioni sulla Balanced Scorecard: teoria, applicazioni, prospettazioni”, pubblicato sul sito: www.mef.gov.it/ Documentazione/AreeDoc/sci/Quaderni_2.doc. Azienda Pubblica 1.2006 118 Esperienze innovative La BSC negli enti locali Ciò premesso, appare interessante capire in che modo le misure primarie precedentemente indicate possano adattarsi alle diverse classi di soggetti appena passati in rassegna. Con riferimento al cittadino-utente diretto dei servizi pubblici, si ritiene, ad esempio, che la performance measurement relativa alla “soddisfazione della clientela” debba essere opportunamente valutata tenendo conto, da una parte, della validità tecnica delle prestazioni offerte sotto il duplice profilo dell’efficacia e dell’efficienza e, dall’altra, della esigenza di garantire l’equità dell’azione amministrativa, intesa come capacità dell’ente pubblico di preservare il “sistema complessivo di diritti e garanzie” (10) attraverso un’attenta ponderazione comparativa tra alternative reciprocamente escludentesi. Per quanto concerne le restanti misure primarie, sembrerebbe che le stesse possano trovare concreta applicazione soltanto in relazione a quei servizi che non vengono prestati per obbligo istituzionale e per i quali sia configurabile un rapporto diretto con il cliente (c.d. “servizi a domanda individuale”). Nella fattispecie, la “quota di mercato” potrebbe essere identificata nel “grado di copertura della domanda esistente o potenziale”, trovando poi nell’ “acquisizione e fidelizzazione del cliente” (11) un utile parametro di misurazione dell’efficacia delle politiche di marketing attuate dall’ente pubblico. Passando adesso al ruolo del cittadino come destinatario di norme autoritative, si sottolinea come tale dimensione proponga un profilo di analisi attinente non soltanto al beneficio sociale derivante ad alcune categorie di soggetti (imprenditori, artigiani, disagiati, ecc.) dall’attività normativa dell’ente pubblico in specifiche materie (basti pensare al regolamento sulle attività artigianali, alle norme di attuazione del piano regolatore), ma anche agli effetti positivi che taluni regolamenti interni possono avere in termini di semplificazione e snellimento dei processi aziendali finalizzati alla produzione di servizi per la collettività. Anche in questo caso, il grado di soddisfazione del cittadino-soggetto alle leggi dovrebbe essere valutato tenendo in debito conto anche l’equità degli interventi normativi, intesa come condizione di equilibrio e di contemperamento su base democratica delle istanze sociali. L’inclusione nella prospettiva della comunità del ruolo cittadino-partner risponde, invece, alla esigenza di valorizzare il contributo dei singoli e 10 In particolare, secondo REBORA, “il perseguimento senza limiti di istanze di «validità tecnica» può portare facilmente a squilibrare il «sistema degli interessi», come quando la soddisfazione delle esigenze di alcuni gruppi sociali induce ripercussioni negative per altri gruppi o determinate sfere di attività. Altre volte la questione può essere legata ad alcune caratteristiche peculiari degli interventi pubblici, come il carattere di«coattività», per cui il criterio della validità tecnico-funzionale deve trovare complemento in valutazioni riferite alle condizioni di «garanzia dei diritti e degli interessi»”, in MENEGUZZO et al. (1990), p. 80. 11 Per acquisizione e fidelizzazione del cliente si intende il “tasso con il quale una certa unità di business acquisisce nuovi clienti [...] [ovvero] conserva o mantiene rapporti con i clienti” KAPLAN et al. (1996), p. 76. 119 Azienda Pubblica 1.2006 Esperienze innovative La BSC negli enti locali delle associazioni presenti sul territorio, focalizzando la “soddisfazione della clientela” sul grado di coinvolgimento degli stessi nella realizzazione dei programmi strategici dell’ente, anche attraverso l’effettiva compartecipazione all’attività procedimentalizzata (12). Anche in questa ipotesi dovrebbe tenersi debitamente conto degli aspetti connessi alla applicazione di opportuni criteri di equità e di trasparenza nella scelta dei partner, senza trascurare, nel contempo, le istanze provenienti dai gruppi di pressione che, essendo in grado di esercitare una forte influenza sulla comunità di riferimento e sull’opinione pubblica in genere, potrebbero condizionare in modo determinante gli esiti della strategia. La rilevanza che negli enti locali assume la distinzione tra colui che paga e colui che di fatto fruisce della prestazione (Frittoli et al., p. 32), pone particolare enfasi sul ruolo che il cittadino ricopre nella sua qualità di proprietario della cosa pubblica ovvero di contribuente/finanziatore. In questo caso, la misurazione del “grado di soddisfazione delle attese” dovrebbe attenere non soltanto al miglioramento degli standard quali-quantitativi offerti, ma anche alla capacità dell’ente locale di reperire risorse addizionali senza inasprire le pressione fiscale a carico della collettività. Nel considerare, infine, l’ottica del cittadino-fornitore e del cittadinoconcorrente, si ritiene che le aspettative nei confronti dell’ente locale siano fondamentalmente riconducibili alla trasparenza e alla correttezza dell’azione amministrativa e, più specificatamente, al rispetto dei meccanismi competitivi su cui si basano le leggi di mercato. Figura 2 Determinanti del successo della strategia per tipologia di stakeholder Ruoli di stakeholder del cittadino Soddisfazione del cliente Qualità tecnica CITTADINO-UTENTE DIRETTO DEI SERVIZI PUBBLICI Condizioni di fruizione Equità degli interventi Benefici sociali derivanti da norme CITTADINO-UTENTE DESTINATARIO DELLE NORME Semplificazione dei procedimenti Equo contemperamento istanze Singolo/Associazioni Grado di partecipazione al procedimento Grado di coinvolgimento alle iniziative dell’ente Grado di realizzazione degli interessi rappresentati Gruppi di pressione Grado di influenza sui processi decisionali dell’ente Grado miglioramento quali-quantitativo dei servizi Pressione fiscale sostenibile Reperimento risorse da fonti alternative all’imposizione tributaria Riduzione degli sprechi CITTADINO-PARTNER CITTADINO-PROPRIETARIO Trasparenza e correttezza azione amministrativa Rispetto regole concorrenziali del mercato CITTADINO-FORNITORE / CONCORRENTE Fonte: Schema di propria elaborazione 12 Vedasi al riguardo VALOTTI (2000), p. 202. Azienda Pubblica 1.2006 120 Quota di mercato Acquisizione e fidelizzazione del cliente Servizi non dovuti per obbligo istituzionale e che configurano un rapporto diretto con il cittadino-utente % di utenti/clienti acquisiti rispetto all'anno prece-dente Grado di copertura della domanda esistente o potenziale % di fruitori di un dato servizio rispetto a quelli rilevati l'anno precedente Esperienze innovative La BSC negli enti locali Alla luce delle considerazioni appena svolte, appare evidente come l’allineamento delle altre prospettive ad un set bilanciato di risultati attesi nelle diverse dimensioni della comunità potrebbe contribuire a migliorare le logiche di progettazione del framework, permettendo di valutare meglio gli impatti attesi dalla strategia attuata all’interno di un quadro variegato e composito di interlocutori non semplicemente riconducibili alla sola categoria dei fruitori diretti dei servizi. 6. La declinazione della strategia pubblica secondo la “prospettiva finanziaria” In uno scenario di progressiva riduzione dei trasferimenti erariali e regionali a favore degli enti locali, l’inserimento nella Bsc della prospettiva finanziaria risponde sostanzialmente ad un criterio di responsabilizzazione economica di tutti i livelli organizzativi sugli aspetti correlati alla acquisizione e all’impiego delle risorse in funzione del perseguimento dell’economicità aziendale e della produzione di risultati finali per la comunità di riferimento. Nell’architettura complessiva della Bsc di un ente locale la prospettiva finanziaria si colloca, dunque, al di sotto delle altre prospettive, quale condizione di sostenibilità di tutte le azioni che si intendono intraprendere in attuazione della strategia prescelta. Secondo alcuni autori (Pozzoli, 2001, p. 217) tale prospettiva, anziché considerare l’aspetto finanziario nel suo complesso, dovrebbe essere focalizzata sugli investimenti infrastrutturali e sugli oneri che gli stessi comportano. Altri autori sostengono, invece, che nelle organizzazioni pubbliche tale prospettiva debba essere mantenuta allo scopo di garantire il perseguimento di obiettivi di efficienza economica (Bottari, 2002, p. 96, Quagliani et al., 2002, p. 103; Niven, 2003, p. 34), sottolineandone il carattere strumentale rispetto alla prospettiva della comunità e includendovi anche tutte quelle attività volte a generare nuove entrate finanziarie (D’Aries et al., 2004, p. 29). Nel condividere le suddette posizioni almeno nelle loro motivazioni di fondo, si ritiene che la costruzione della prospettiva in questione possa essere utilmente inserita nell’economia complessiva della Bsc solo se basata su un processo di valutazione ex ante della sostenibilità finanziaria di tutte le strategie dell’ente considerate nel loro insieme, in modo tale da strutturare un sistema di indicatori che consenta di monitorare costantemente, durante il periodo di riferimento, il grado di integrazione tra i programmi che incidono positivamente sugli equilibri di bilancio e quelli che, di contro, comportano un notevole assorbimento di risorse finanziarie. Questo risultato progettuale potrebbe essere ottenuto utilizzando lo schema concettuale sotteso alla c.d. “matrice di selezione” (13) nella quale le diverse strategie di un ente pubblico vengono classificate in funzione del beneficio sociale (14) e delle conseguenze economico13 Per un approfondimento della “matrice di selezione” vedasi Meneguzzo in BORGONOVI (a cura di), (1984), p. 253. 14 Per beneficio sociale deve intendesi “il maggiore o minore contributo che un intervento in una particolare area di attività porta al perseguimento sia delle finalità globale che dovrebbe sovrintendere e regolare l’azione complessiva dell’ente pubblico sia dell’insieme di obiettivi sociali per il cui soddisfacimento è stato costituito l’ente pubblico stesso”, tratto da Meneguzzo in BORGONOVI (a cura di), (1984), pp. 254-255. 121 Azienda Pubblica 1.2006 Esperienze innovative La BSC negli enti locali finanziarie che alle stesse si ricollegano. Così, ad esempio, nell’ipotesi in cui la strategia da attuare sia di “mantenimento” (basso beneficio sociale e impatto positivo sugli equilibri di bilancio) ovvero di “cauta espansione” (alto beneficio sociale e incidenza positiva sulla situazione economico-finanziaria), la prospettiva finanziaria dovrebbe accogliere indicatori di impatto focalizzati sull’incremento delle risorse disponibili e basati sul confronto tra gli accertamenti e le previsioni nonché tra le riscossioni e gli accertamenti. Invece nelle aree di intervento caratterizzate da un elevato beneficio sociale ma che incidono negativamente sugli equilibri finanziari (strategie di “sostegno attento”) ovvero in quelle che oltre ad assorbire risorse finanziarie non presentano un beneficio socialmente apprezzabile (strategie di “ridimensionamento”), la prospettiva finanziaria andrebbe costruita in modo tale da evidenziare il grado di dipendenza finanziaria dai programmi strategici di“mantenimento” o di “cauta espansione”, associando, nel contempo, opportuni indicatori di efficienza che, mettendo a confronto l’output ottenuto con l’input impiegato, permettano di evidenziare i margini di recupero ottenuti dall’ente attraverso un utilizzo più razionale delle risorse disponibili. Anche in quest’ultima ipotesi, si renderebbe opportuno responsabilizzare i dirigenti sulla attivazione di fonti alternative di finanziamento mediante la previsione di opportuni obiettivi di entrata. Le considerazioni appena fatte sono sintetizzate nella figura 3. Figura 3 – Matrice proposta per l’individuazione delle determinanti delle strategie secondo la prospettiva finanziaria della balanced scorecard STRATEGIA STRATEGIA DI DI CAUTA ESPANSIONE MANTENIMENTO Incremento entrate Nuove entrate reperite Accertamenti/previsioni Riscossioni/accertamenti + SOSTENIBILITÀ FINANZIARIA COMPLESSIVA Impatto finanziario Riduzione costi Fonti alternative di finanziamento _ Incremento entrate Nuove entrate reperite Accertamenti/previsioni Riscossioni/accertamenti Incremento quali/ quantitativo dei servizi offerti Riduzione costi Mantenimento/incremento output Fonti alternative di finanziamento STRATEGIA STRATEGIA DI DI SOSTEGNO RIDIMENSIONAMENTO ATTENTO BASSO Beneficio sociale Fonte: Schema di propria elaborazione Azienda Pubblica 1.2006 122 ALTO Esperienze innovative La BSC negli enti locali 7. La declinazione della strategia pubblica secondo la “prospettiva interna” La “prospettiva interna” prende in considerazione i processi (15) interni più critici in cui l’organizzazione deve eccellere per raggiungere i propri obiettivi e soddisfare al massimo le aspettative dei diversi ruoli di stakeholder assunti dal cittadino. Pertanto, mentre gli approcci tradizionali si limitano in genere ad enfatizzare i processi già esistenti (short wave), la Bsc focalizza l’oggetto del controllo soprattutto sui processi innovativi finalizzati alla attuazione delle strategie ritenute più importanti per la realizzazione della mission aziendale (long wave della creazione del valore) (16). Affinché le informazioni offerte dalla “prospettiva interna” della Bsc possano tradursi in un reale miglioramento dei processi, sarebbe necessario utilizzare le cosiddette tecniche di process reeingineering attraverso le quali, partendo dall’analisi delle singoli fasi, vengono identificate le attività che non aggiungono valore. Poiché, inoltre, i cambiamenti indotti dagli interventi di reingegnerizzazione non possono ritenersi definitivi, ma, al contrario, necessitano di azioni sistematiche ed incrementali in un’ottica di miglioramento continuo, gli enti locali dovrebbero opportunamente dotarsi di strumenti informativi capaci di fornire elementi di valutazione utili a supportare in tal senso i processi decisionali interni. 8. La declinazione della strategia pubblica secondo la “prospettiva di innovazione e apprendimento” La prospettiva di innovazione e apprendimento focalizza l’analisi strategica sulle condizioni organizzative che devono sussistere nel tempo per garantire il raggiungimento degli obiettivi strategici (17), identificando le stesse nel reskilling dei dipendenti, nel rafforzamento dell’Information Technology e dei sistemi, e nell’allineamento delle procedure e routine organizzative (De Marco et al., 1999, pp. 19-20). A tal riguardo, Kaplan e Norton hanno individuato nella “soddisfazione”, nella “fedeltà” e nella “produttività” della persona quel nucleo di misure primarie per la valutazione dei risultati raggiunti. “All’interno di questo nucleo, l’obiettivo della soddisfazione della persona viene considerato generalmente il driver delle altre due dimensioni, ovvero fedeltà e produttività del 15 “Un processo è definibile come un insieme di attività interrelate, rivolto al raggiungimento di particolari obiettivi” BRUSA, (1995), p. 156. 16 Al riguardo vedasi DE MARCO et al. (a cura di) 1999: pp. 18-19 17 Alla luce della specifica missione perseguita “[...] le aziende non profit e del settore pubblico contano particolarmente sull’abilità, sulla dedizione e sull’allineamento dei gruppi di lavoro per raggiungere i loro obiettivi socialmente rilevanti. Gli impiegati e la struttura organizzativa rappresentano gli elementi portanti delle restanti dimensioni della Balanced Scorecard” “[...] nonprofit and public-sector agencies rely heavily on the skills, dedication, and alignment of their staff to achieve their socially important goals. Employees and organizational infrastructure represent the thread that weaves through the rest of the Balanced Scorecard”, NIVEN, (2003), pp. 191-192 (traduzione propria). 123 Azienda Pubblica 1.2006 Esperienze innovative La BSC negli enti locali singolo individuo” (in Kaplan et al., 1996, p. 136). Una volta scelti i criteri da adottare per il gruppo primario di misure dei dipendenti, dovrebbero essere individuati i driver specifici per l’apprendimento e la crescita. Considerato che l’aggiornamento del personale (competenze dello staff), la capacità dei sistemi informativi (infrastruttura tecnologica) e il clima organizzativo (motivazione, empowerment e allineamento) costituiscono, come già detto, gli incentivi fondamentali per garantire nel tempo la soddisfazione delle persone e, di conseguenza, la fedeltà e la produttività del singolo dipendente, i driver in questione andrebbero ricondotti nell’ambito di queste tre categorie logiche (18) secondo lo schema illustrato nella figura 4 (19). Figura 4 – La struttura generale delle misure dell’apprendimento e della crescita Misurazioni primarie Risultati Fedeltà della persona Produttività della persona Soddisfazione della persona ____________________________________________________________________________ Incentivi Competenze dello staff Infrastruttura tecnologica Fonte: KAPLAN et al.et (1996), p. 137 Fonte: KAPLAN al. (1996), Clima organizzativo p. 137 Driver specifici per l’apprendimento e la crescita Competenze dello staff Infrastruttura tecnologica Clima organizzativo Capacità strategiche Tecnologie strategiche Ciclo decisionale Livelli di addestramento Banche dati strategiche Fulcro strategico Capacità come leve competitive Esperienza Decentramento del potere Software dedicato Allineamento del personale Marchi Morale Spirito di squadra Fonte: KAPLAN et al.et (1996), p. 139 Fonte: KAPLAN al. (1996), p. 139 18 “Il nucleo essenziale delle tre misure legate alle persone – soddisfazione, produttività e fedeltà – offre misure relative all’esito degli investimenti legati a persone, sistemi e ricerca di coerenza organizzativa.” Tratto da KAPLAN et al., (1996), p. 153. 19 Per un approfondimento vedasi KAPLAN et al., (1996), pp. 133-154. Azienda Pubblica 1.2006 124 Esperienze innovative La BSC negli enti locali 9. Il sistema di misurazione nella Bsc: i “lead indicators” e i “lag indicators” La tabella 2 mette in evidenza come la Bsc utilizzi per la misurazione del grado di raggiungimento degli obiettivi strategici definiti secondo le quattro prospettive un sistema di indicatori suddiviso in due grandi categorie logiche: i “lead indicators o indicatori diagnostici” e i “lag indicators o indicatori di impatto”. Mentre i primi hanno lo scopo di segnalare al management aziendale l’output ottenuto attraverso i processi gestionali attuati durante il periodo di rilevazione, i secondi mettono in evidenza se i servizi prodotti o i programmi realizzati hanno effettivamente soddisfatto le aspettative e i bisogni espressi dalla comunità di riferimento. In altri termini, gli indicatori diagnostici si identificano con i driver della performance (n. utenti serviti, n. pasti erogati, n. ore apertura piscina comunale, n. pratiche di concessione edilizia evase, ecc.), indicando il modo attraverso cui l’amministrazione ha scelto di rispondere ad una specifica istanza dell’utenza. Gli indicatori strategici rilevano, invece, se e in che misura le performance realizzate si siano tradotte in una maggiore soddisfazione delle attese espresse dalla collettività. 10. L’individuazione delle relazioni di causa-effetto tra gli obiettivi declinati secondo le quattro prospettive: la mappa strategica La Bsc consente non soltanto di tradurre la strategia in obiettivi chiaramente definiti (performance objectives), ma anche di evidenziare tutti i fattori critici di successo secondo una logica sistemica nella quale ogni elemento considerato rappresenta un anello vitale nella catena delle relazioni causa-effetto che attraversa l’intero modello. L’insieme delle relazioni in tal modo individuate costituisce la cosiddetta “mappa strategica”, la cui costruzione, secondo gli ideatori della Bsc, prevede la formulazione di tutta una serie di ipotesi collegate tra loro, basate su affermazioni del tipo “se ... allora”, che, dal punto di vista metodologico, dovrebbero agevolare l’individuazione ex ante e la migliore comprensione ex post dei meccanismi di condizionamento e influenza che sottendono, regolano e spiegano le dinamiche evolutive degli obiettivi strategici associati a prospettive diverse (Kaplan et al., 1996, p. 157) (20). Con specifico riferimento alle aziende composte pubbliche locali si osserva, a tal riguardo, che mentre la mission trova la sua massima espressione negli obiettivi strategici definiti secondo la prospettiva della comunità, tutti gli altri fattori critici di successo identificano più propriamente quelle condizioni che devono ricorrere simultaneamente affinché quegli obiettivi possano essere conseguiti secondo criteri di economicità aziendale. 20 Al riguardo vedasi anche KAPLAN R.S., NORTON D.P., “Having Trouble with Your Strategy? Then Map It”, Harvard Business Review, September-October 2000, pp. 167-178 (Riferimento bibliografico tratto da NIVEN P.R. (2003), p. 184. 125 Azienda Pubblica 1.2006 Esperienze innovative La BSC negli enti locali Ne discende che i nessi di causa-effetto devono essere normalmente ricercati tra gli obiettivi strategici legati alla prospettiva interna, alla prospettiva finanziaria e alla prospettiva di innovazione e apprendimento, mentre l’effetto netto del bilanciamento tra le suddette prospettive è destinato ad influenzare direttamente e unilateralmente gli impatti della strategia rispetto ai bisogni e alle attese espressi dalla collettività di riferimento. 11. La declinazione delle strategie in iniziative ed azioni: il meccanismo del drill-down La “valenza operativa” delle indicazioni strategiche e, cioè, la possibilità di declinare le stesse in programmi attuativi, sino ad arrivare alla formulazione di obiettivi di gestione chiari, puntuali e misurabili, rappresenta un presupposto fondamentale per garantire la necessaria coerenza tra strategia e struttura organizzativa (21). A fronte di questa esigenza progettuale, la Bsc prevede un particolare meccanismo, denominato drill-down, che, consentendo di formalizzare un sistema di relazioni causali tra obiettivi di livello gerarchico superiore non operativi e obiettivi operativi (22), rende metodologicamente possibile allineare la gestione operativa alle strategie aziendali (23). Il funzionamento del modello si basa, infatti, non soltanto su una buona definizione della mappa strategica, ma anche sulla sua capacità di comunicarsi all’intera organizzazione attraverso adeguati sistemi di responsabilizzazione, incentivazione e coinvolgimento partecipativo. La letteratura in materia appare concorde nell’individuare tre livelli rispetto ai quali risulta ipotizzabile l’applicazione della scheda di valutazione bilanciata. 21 “Sebbene ogni azienda abbia uno o più fini, molte prestano scarsa attenzione alla loro definizione. In alcune aziende, invece, la direzione generale dedica notevoli energie a definire quali siano i fini e a formularli nei termini più concreti possibile, e grazie a tale esercizio le successive fasi del processo di controllo direzionale risultano enormemente facilitate”, ANTONY et al. (1992), p. 260. 22 “Di fronte ad un problema, il soggetto decisore cercherà pertanto di determinare le connessioni tra alternative di azione e possibilità di conseguimento degli obiettivi, mediante la definizione di un sistema di relazioni causali. Qualora tale sistema di relazioni non riesca a rappresentare in modo accettabile da parte del decisore la connessione tra alternative ed obiettivi, il decisore non disporrà di un criterio decisionale operativo. Al fine di sbloccare la situazione, egli sarà indotto dalla sua logica razionale soddisfacente a sostituire quell’obiettivo con un altro di ordine gerarchico inferiore (sottobiettivo), che fornisca però un criterio decisionale operativo.”, AMIGONI (1998), p. 191. 23 “La Bsc è uno strumento di valutazione e controllo che parte dalla rappresentazione delle connessioni logiche tra la strategia ed esecuzione, si sviluppa su più livelli organizzativi e opera sulla base delle relazioni che esistono fra gli obiettivi fissati ai livelli strategici e obiettivi e azioni assegnati ai livelli operativi. Una delle funzionalità da implementare in una Bsc è, pertanto, il cosiddetto meccanismo di drill-down, cioè la capacità del modello di esplicitare i legami, le dipendenze che esistono fra le diverse componenti in cui è articolato.”, in QUAGLIATI et al. (2002), p. 112. Gli autori stessi precisano, inoltre, che i suddetti legami possono consistere in relazioni di tipo fisico, esprimibili attraverso funzioni matematiche, ovvero in relazioni di tipo logico. Ad esempio, è di tipo logico la “relazione che si può definire fra l’obiettivo di tipo strategico «aumento della competitività del settore produttivo agricoltura» e l’obiettivo di carattere operativo «assegnazione di un certo ammontare di risorse per manifestazioni fieristiche»”, mentre può considerarsi di tipo fisico “la relazione esistente tra l’obiettivo operativo «assegnazione di un dato ammontare di risorse finanziarie» e l’obiettivo strategico «aumentare la fruibilità dei beni pubblici ai portatori di handicap attraverso la riduzione delle barriere architettoniche»”. Azienda Pubblica 1.2006 126 Esperienze innovative La BSC negli enti locali Con specifico riferimento agli enti locali, il livello più alto, detto “livello executive”, potrebbe farsi coincidere con le diverse aree strategiche di intervento (desumibili dal programma del sindaco), ovvero con gli aggregati contabili di massimo livello (ad esempio le “funzioni” dei bilanci degli enti pubblici locali) o, ancora, con le unità organizzative in cui si articola la macrostruttura dell’ente (livello di direzione) (Quagliati et al., 2002, p. 106). A questo livello si parla di scorecard strategica, in quanto la scheda bilanciata accoglie quelle misure in grado di esprimere sinteticamente il raggiungimento o meno degli indirizzi strategici definiti dagli organi politici. Il secondo livello, denominato “di area funzionale o processiva” (De Marco et al., 1999, p. 44) si identifica, invece, con il “livello di dirigenza” (Quagliati et al. 2002: p. 106) e, cioè, con i singoli centri di responsabilità a cui il top management attribuisce annualmente gli obiettivi di gestione in attuazione delle strategie deliberate. Nella Bsc gestionale, pertanto, viene data particolare enfasi alle “misure di tipo economico basate sull’analisi dei costi delle attività, sui tempi di processo [...] (e) sui livelli qualitativi degli output prodotti dai processi stessi” (De Marco et al. 1999, p. 44). L’ultimo livello riguarda, infine, le prestazioni svolte dai singoli dipendenti che, all’interno della cosiddetta scorecard individuale, dovrebbero essere associate ad “indicatori di carattere operativo quali per esempio tempi medi per l’espletamento di un’attività o indicatori della qualità degli output prodotti [...]” (De Marco et al. 1999, p. 44). 12. Caso esemplificativo: breve descrizione e finalità Il caso elaborato rappresenta una esemplificazione puramente teorica proposta con l’obiettivo precipuo di stimolare ragionamenti e riflessioni sui limiti del modello nonché sulle variabili progettuali, organizzative e di processo che più rilevano ai fini della costruzione e della applicazione della Bsc nella complessa realtà operativa di un ente locale. Nella tabella 1 è stata descritta in breve sintesi la strategia che l’ente locale intende attuare per dare una risposta concreta alla richiesta di maggiore sicurezza espressa dalla comunità locale residente nei quartieri a rischio. La puntuale definizione della situazione di contesto è apparsa subito fondamentale per ottenere una visione globale ed una rappresentazione sistemica del fenomeno osservato. Nella fattispecie, si è supposto che, in alcuni quartieri cittadini, il tasso di micro-criminalità sia molto elevato e che i comportamenti illeciti siano in costante aumento, a fronte di una densità abitativa molto elevata, di un tasso di disoccupazione rilevante, di un numero esiguo di associazioni presenti e di un coefficiente di dispersione scolastica in continua crescita. Il secondo passo è stato quello di ipotizzare le condizioni macroambientali che potrebbero costituire una minaccia o una opportunità rispetto al perseguimento della strategia, verificando ed esplicitando, nel contempo, i punti di forza e di debolezza interni del comune. Tutti questi aspetti sono stati infine sistematizzati in uno schema logico-concettuale a cui ci si è riferiti costantemente per la declinazione delle azioni strategiche nelle diverse prospettive e per l’individuazione delle performance measurement più rilevanti e significative. 127 Azienda Pubblica 1.2006 Esperienze innovative La BSC negli enti locali Tabella 1 – Esplicitazione della “vision” e della “strategia” – (caso esemplificativo) Situazione di contesto rilevata in alcuni quartieri “a rischio” della città 9 Numero elevato di fenomeni di micro-criminalità con utilizzo di manovalanza giovanile 9 Grado elevato di dispersione scolastica e di disoccupazione giovanile 9 Tasso elevato di densità abitativa 9 Scarsa presenza di strutture che favoriscano momenti di aggregazione tra i giovani (biblioteche, impianti sportivi, cineforum, etc.) 9 Numero in crescita di incendi dolosi degli esercizi commerciali 9 Numero elevato di fenomeni di abusivismo edilizio Indicatori di contesto per ciascun quartiere considerato: numero abitanti (per classe di età e nuclei familiari) % di dispersione scolastica e di disoccupazione giovanile % densità abitativa n. denunce per episodi di micro-criminalità nel triennio precedente n. incendi dolosi di esercizi commerciali nel triennio precedente n. denunce per atti estorsivi nei confronti dei negozianti al dettaglio nel triennio precedente n. sanzioni elevate per abusi edilizi nel triennio precedente n. unità familiari alloggiate in baracche e in attesa di assegnazione di case popolari n. impianti sportivi esistenti n. luoghi di aggregazione a fini culturali-ricreativi n. manifestazioni sportive organizzate nel triennio precedente Opportunità: 9 Presenza sul territorio di associazioni anti-racket e di altri gruppi di volontariato operanti nel settore sociale 9 Presenza nei quartieri in questione di “Centri di aggregazione giovanile” in regime di convenzione con il Comune e di importanti istituti religiosi 9 Particolare attenzione rivolta dai rappresentanti delle forze dell’ordine alle problematiche dei quartieri in questione Minacce: 9 Scarso grado di interazione e coordinamento con le forze dell’ordine, le associazioni, gli istituti religiosi, i centri di aggregazione giovanile e gli istituti scolastici presenti nel quartiere in questione 9 Presenza tra le associazioni dei commercianti di gruppi di pressione che potrebbero ostacolare l’intensificazione dei controlli negli esercizi operanti nei quartieri a rischio 9 Robustezza e forte radicamento delle bande di micro-criminalità esistenti nei quartieri a rischio Punti di forza: 9 Disponibilità di risorse finanziarie grazie a specifiche politiche finalizzate al reperimento di fonti alternative di finanza derivata 9 Recente riorganizzazione per aree omogenee di intervento della macrostruttura, con conseguente migliore coordinamento e integrazione tra i settori dell’ente coinvolti nel programma strategico Punti di debolezza: 9 Inadeguatezza delle unità di personale in dotazione ai nuovi compiti legati alla vigilanza di quartiere 9 Inadeguatezza delle infrastrutture tecnologiche in dotazione 9 Limitatezza delle risorse finanziarie disponibili 9 Collegamento debole tra sistemi di incentivazione e risultati individuali e/o di gruppo conseguiti Vision: Migliorare le condizioni di vivibilità in termini di sicurezza degli abitanti dei quartieri a rischio della città. Strategia: Rafforzare e rendere visibile il ruolo dell’ente come garante della legalità sul territorio comunale e come promotore di sinergie tra gli operatori esistenti nel settore, attraverso l’istituzione di apposite squadre operative e l’aumento, sia sul piano quantitativo sia sul piano qualitativo, delle misure rivolte alla prevenzione e repressione degli eventi criminosi e degli illeciti in generale. In particolare, dovranno essere privilegiati gli interventi di prevenzione, con l’obiettivo di ottenere nel medio-lungo periodo una riduzione graduale ma consistente delle misure di tipo repressivo. La maggiore presenza sul territorio degli agenti di polizia municipale dovrà essere accompagnata da un aumento delle sinergie collaborative con le forze dell’ordine e tutti gli operatori presenti nei quartieri a rischio, mediante la promozione di iniziative. Occorrerà prevedere la realizzazione di impianti sportivi e di manifestazioni a carattere socio-ricreativo-culturale. Successivamente si è proceduto allo sviluppo della suddetta strategia nelle quattro prospettive (tabella 2), provvedendo, infine, alla elaborazione della mappa strategica (tabella 4) e dello schema di rappresentazione del meccanismo del drill-down rispetto a un obiettivo di gestione (tabella 3). Si precisa, che, con riferimento alla prospettiva della comunità l’esempio è stato circoscritto ai soli ruoli del cittadino-utente e del cittadino-partner. Azienda Pubblica 1.2006 128 129 Garantire il coinvolgimento dei commercianti operanti nel territorio al fine di prevenire eventuali resistenze e ritorsioni Promuovere, rafforzare e coordinare gli interventi antiracket Coinvolgere il maggior numero di associazioni operanti nel campo della sicurezza del cittadino (associazioni antiracket e per la tutela dei coniugi e figli di vittime della criminalità) e nel campo sociale (centri sociali, associazioni sportive, parrocchie, etc.) Obiettivi strategici n. incontri realizzati con i commercianti n. manifestazioni di protesta da parte dei commercianti del quartiere Incremento degli interventi anti-racket realizzati > 40% n. associazioni coinvolte > 70% Lead indicator e relativi target Diminuzione degli episodi di racket (es. manifestazioni sportive e/o ricreative) Aumento degli interventi concertati con le associazioni nel quartiere a rischio Lag indicator Risanamento edilizio delle aree degradate Realizzazione di n. 2 impianti sportivi nei quartieri a rischio Politiche finalizzate alla organizzazione di momenti aggregativi per i giovani a carattere ludico-culturale Potenziamento e controllo attività svolta dai centri di aggregazione giovanile Politiche mirate alla riduzione del tasso di dispersione scolastica nei quartieri a maggiore rischio della città SODDISFAZIONE DEL CITTADINO-PARTNER 1. 2. 3. 4. 5. PROSPETTIVA DELLA COMUNITÀ 0% 10% 1° 5% 25% 2° 10% 25% 3° 15% 30% 4° Target previsti per il quinquennio Programmi attuati dall’ente in aree di intervento differenti ma complementari 30% 45% 5° Tabella 2 – Declinazione della strategia secondo le quattro prospettive della BSC (caso esemplificativo) segue Organizzare incontri con le associazioni dei commercianti Contattare le associazioni operanti nel campo della sicurezza del cittadino e nel campo sociale, al fine di individuare gli interventi dalle stesse eseguiti nel quartiere, promovendo possibili forme di raccordo e coordina-mento Iniziative Esperienze innovative La BSC negli enti locali Azienda Pubblica 1.2006 Azienda Pubblica 1.2006 n. telecamere installate nel quartiere a rischio > 100 130 Garantire un’equa distribuzione del servizio di vigilanza nei quartieri cittadini a rischio di sicurezza e un tasso di copertura del territorio il più possibile uniforme “Equità degli interventi” n. segnalatori di soccorso installati > 1/1000 ab. b) n. di fatti criminosi e di illeciti verificatisi nel quartiere durante il triennio precedente a) n. luoghi nevralgici censiti nel quartiere (scuole, parchi, ville, ecc.) n. vigili di quartiere/abitante uniforme per tutti i quartieri presidiati. Tale parametro dovrà essere opportunamente ponderato con riferimento ai seguenti fattori: n. segnalazioni ricevute via web n. linee telefoniche (numeri verdi) attivati > 3 “Condizioni di fruizione” Favorire con ogni mezzo utile il contatto e il rapporto collaborativo tra cittadini e vigili di quartiere nr. ore medie giornaliere svolte per il controllo delle attività commerciali > 2 n. medio giornaliero posti di blocco quartiere a rischio > 10 n. medio giornaliero ronde nel quartiere a rischio > 6 n. vigili di quartiere/abitante > 1/500 “Qualità tecnica” Lead indicator e relativi target Aumentare la presenza sul territorio del personale addetto alla vigilanza, privilegiando soprattutto le misure di prevenzione dei i fenomeni di micro-criminalità e degli illeciti nei quartieri interessati Obiettivi strategici e determinanti % di risposte positive sul questionario di rilevazione del grado di sicurezza percepita dal campione intervistato Diminuzione degli episodi di microcriminalità Diminuzione degli illeciti nel settore commerciale Diminuzione degli abusi edilizi Lag indicator 25% 0% 0% 0% 1° 30% 3% 8% 10% 2° 50% 15% 30% 25% 3° 80% 35% 50% 35% 4° Target previsti per il quinquennio 85% 40% 60% 40% 5° segue Provvedere al continuo monitoraggio degli interventi realizzati nei vari quartieri in modo tale da intensificare la vigilanza in quelle zone cittadine che rivelano un più elevato indice di criminalità e illiceità Provvedere alla creazione di un sito web con funzioni di interfaccia tra cittadino e vigili di quartiere Attivare le procedure relative alla installazione di linee telefoniche e segnalatori di soccorso Indire seminari e incontri con la cittadinanza per comunicare i risultati conseguiti e stimolare una maggiore collaborazione tra cittadino e istituzioni Effettuare un censimento del territorio per l’individuazione delle zone ad alto rischio di sicurezza e, nell’ambito delle stesse, dei luoghi ad alta densità criminosa Istituire e attivare il Servizio di “Vigilanza di quartiere” nell’ambito del Corpo di Polizia Municipale Iniziative La BSC negli enti locali Esperienze innovative SODDISFAZIONE DEL CITTADINO-UTENTE DIRETTO DEI SERVIZI PROSPETTIVA DELLA COMUNITÀ REINGEGNERIZZAZIONE DEI PROCESSI ESISTENTI PROCESSI INNOVATIVI ‹‹SHORT WARE›› ‹‹LONG WAVE›› PROSPETTIVA INTERNA 131 Favorire la conoscenza da parte dell’utenza dei nuovi servizi offerti allo scopo di garantire la piena efficacia dei processi introdotti Introdurre processi innovativi per la gestione del servizio che si basino sull’utilizzo delle più moderne infrastrutture tecnologiche ed informatiche e ne ottimizzino le modalità di impiego Favorire le sinergie tra i vari attori coinvolti nell’obiettivo sicurezza del territorio (polizia, carabinieri, esercito, guardia di finanza, istituti scolastici, associazioni di volontariato, centri sociali, istituti religiosi, etc.) Garantire interventi più efficaci e tempestivi, mediante la razionalizzazione delle procedure di controllo preventivo e repressivo in atto esistenti Obiettivi strategici > 80% = 100% n. opuscoli informativi distribuiti/ n. abitanti per quartiere > 85% > 85% n. di richieste accolte/ n. di richieste di miglioramento del sevizio di vigilanza pervenute via web n. interventi preventivi eseguiti/ n. segnalazioni telefoniche n. interventi preventivi eseguiti/ n. segnalazioni intervento via web n. contatti con l’utenza avuti tramite l’utilizzo del segnalatore di soccorso n. xxx n. incontri con i centri sociali per il rafforzamento e il coordinamento delle misure di prevenzione > 85% > 90% n. interventi con esito favorevole/n. interventi repressivi polizia, carabinieri e guardia di finanza n. convenzioni con le associazioni anti-racket e per la tutela dei coniugi e figli di vittime della criminalità organizzata > 90% > 70% > 70% Target n. interventi con esito favorevole/ n. interventi repressivi dei vigili di quartiere n. interventi repressivi eseguiti da polizia, carabinieri e guardia di finanza/ n. richieste di intervento attivate dalla centrale operativa del Corpo di Polizia Municipale n. interventi repressivi eseguiti dai vigili di quartiere/ n. segnalazioni ricevute dalla centrale operativa del Corpo di Polizia Municipale Lead indicator Aumento degli interventi repressivi Incremento degli arresti e fermi per fatti criminosi Aumento degli interventi preventivi Aumento delle segnalazioni da parte degli abitanti del quartiere Lag indicator 25% 30% 25% 25% 1° 40% 40% 35% 35% 2° 25% 30% 20% 35% 3° 10% 25% 20% 35% 4° Target previsti per il quinquennio 5% 5% 15% 35% 5° segue Garantire un attento monitoraggio del grado di utilizzo dei nuovi dispositivi messi a disposizione dell’utenza, allo scopo di valutare l’efficacia dei processi innovativi avviati in una logica organizzativa di miglioramento continuo Portare a conoscenza della cittadina (utenti in genere, scuole, associazioni di categoria, etc.) le modalità di accesso e di funzionamento del servizio allo scopo di garantire la piena efficacia dei processi innovativi Organizzare gruppi di lavoro multi-disciplinari allo scopo di individuare i processi destinati alla produzione di servizi innovativi a favore della collettività Creazione di una banca dati per l’aggiornamento delle aree a rischio di sicurezza già censite (variazioni degli episodi di microcriminalità, dei luoghi nevralgici, degli illeciti) allo scopo di ottimizzare l’impiego delle risorse disponibili sul territorio Indire incontri con i centri sociali allo scopo di identificare le misure di prevenzione da rafforzare e rispetto alle quali migliorare le sinergie Stipula di convenzioni con le associazioni anti-racket e per la tutela dei coniugi e figli di vittime della criminalità organizzata mediante cui definire le modalità di partecipazione dei gruppi associativi predetti al progetto Indire incontri con i rappresentanti delle forze dell’ordine, dell’esercito e guardia di finanza per la definizione delle modalità e delle procedure di raccordo degli interventi sul territorio Iniziative Esperienze innovative La BSC negli enti locali Azienda Pubblica 1.2006 Azienda Pubblica 1.2006 132 Migliore efficienza gestionale “Sostegno attento” TIPOLOGIA DI STRATEGIA (determinante) Ottimizzare in termini di maggiore produttività l’impiego delle risorse disponibili Obiettivi strategici n. ore di straordinario svolte / n. ore complessive di lavoro n. ore straordinarie giornaliere presidio territorio (ronde, posti di blocco, controlli giornaliere effettuati)/ n. unità operative in servizio n. ore ordinarie giornaliere presidio territorio (ronde, posti di blocco, controlli giornalieri effettuati)/ n. unità operative in servizio n. telefonate medie orarie ricevute dalla centrale operativa/ n. unità addette alla centrale operativa Lead indicator < 25% >6h >6h > 50 Target Costo del personale nel quinquennio/Costo del personale nel primo anno di attuazione della strategia Incremento interventi preventivi e repressivi Lag indicator 1 Come indicato nella tabella precedente Target segue Organizzare il turn over del personale addetto al servizio in modo tale da garantire il graduale allineamento ai target di produttività fissati dagli organi politici. Iniziative La BSC negli enti locali Esperienze innovative PROSPETTIVA FINANZIARIA PROSPETTIVA APPRENDIMENTO E CRESCITA CLIMA ORGANIZZATIVO INFRASTRUTTURA TECNOLOGICA COMPETENZE DELLO STAFF DETERMINANTI Obiettivi strategici Orientare i comportamenti organizzativi alla responsabilizzazione verso risultati, allo spirito di squadra, alla collaborazione partecipativa Dotare la Sezione “Vigilanza di quartiere” dell’infrastruttura tecnologica necessaria per l’efficace svolgimento dei processi gestionali Garantire adeguati livelli di addestramento del personale addetto alla Sezione “Vigilanza di quartiere” 133 Partecipazione a team n. proposte migliorative bottom-up/ n. proposte migliorative attuate % di dispersione dei premi individuali di risultato corrisposti intorno al valore medio Premi di risultato di squadra corrisposti/ Fondo incentivazione distribuito n. autovetture acquista-tei/ n. autovetture previste n. apparecchiature acquistate/ n. apparecchiature previste n. nuove unità assunte con sistemi innovativi di selezione/ n. nuove unità assunte n. valutazioni positive sui corsi realizzati/ n. di questionari compilati > 65% > 30% > 75% = 100% = 100% > 75% > 90% > 70% n. di partecipanti al corso x con votazione maggiore di 7 su 10/ n. di partecipanti al corso x Target > 60% Lead indicator n. ore corso pro-capite n. di domande di mobilità interna/ n. unità in servizio < 5% n. valutazione positiva da parte del personale addetto alla Sezione/ n. di questionari compilati Lag indicator > 5% > 75% Target Iniziative Allineare quanto più possibile le competenze nonché le conoscenze acquisite tramite i corsi di formazione con le mansioni assegnate al personale Riprogettare il sistema di valutazione del personale addetto, in modo da orientare i comportamenti verso i risultati, lo spirito di gruppo e la partecipazione bottom-up ai processi decisionali Ottimizzare l’attività di controllo, collaudo, manutenzione e rinnovo dei beni strumentali in dotazione Attivare le procedure di acquisto scegliendo le modalità più idonee ad assicurare l’economicità e la qualità della fornitura (tipo di gara, tipologia di acquisto [CONSIP, leasing, ecc.) Predisporre procedura pubblica di selezione del personale finalizzata al reclutamento mirato delle risorse umane necessarie Organizzare un adeguato sistema di valutazione dell’attività formativa rivolta alle unità di personale addette alla Sezione Vigilanza di quartiere Garantire il costante monitoraggio del fabbisogno formativo Organizzare corsi di addestramento finalizzati al soddisfacimento del fabbisogno formativo connesso allo svolgimento del servizi previsti Esperienze innovative La BSC negli enti locali Azienda Pubblica 1.2006 Azienda Pubblica 1.2006 134 E CRESCITA APPRENDIMENTO FINANZIARIE RISORSE PROCESSI COMUNITÀ Cittadino-partner Cittadino-utente Garantire adeguati livelli di addestramento del personale addetto alla Sezione “Vigilanza di quartiere” Razionalizzare le procedure di controllo preventivo e repressivo al fine di rendere più tempestivi ed efficaci gli interventi sul territorio Dotare la Sezione “Vigilanza di quartiere” dell’infrastruttura tecnologica necessaria per l’efficace svolgimento dei processi gestionali Ottimizzare in termini di maggiore produttività l’impiego delle risorse disponibili Orientare i comportamenti organizzativi alla responsabilizzazione verso risultati, allo spirito di squadra, alla collaborazione partecipativa Favorire la conoscenza da parte dell’utenza dei nuovi servizi offerti allo scopo di garantire la piena efficacia dei processi introdotti Garantire il coinvolgimento dei commercianti operanti nel territorio al fine di prevenire eventuali resistenze e ritorsioni Garantire un’equa distribuzione del servizio di vigilanza nei quartieri cittadini a rischio di sicurezza e un tasso di coperture il più possibile uniforme Introdurre processi innovativi che si basino sull’utilizzo delle più moderne infrastrutture tecnologiche ed informatiche e ne ottimizzino le modalità di impiego Promuovere, rafforzare e coordinare gli interventi anti-racket Favorire con ogni mezzo utile il contatto e il rapporto collaborativo tra cittadini e vigili di quartiere Favorire le sinergie tra i vari attori coinvolti nell’obiettivo sicurezza del territorio Coinvolgere il maggior numero di associazioni operanti nel campo della sicurezza del cittadino e nel campo sociale Aumentare la presenza sul territorio del personale addetto alla vigilanza, privilegiando le misure di prevenzione dei fenomeni di microcriminalità e degli illeciti nei quartieri interessati Tabella 3 – Definizione della mappa strategica (caso esemplificativo) La BSC negli enti locali Esperienze innovative ROSPETTIVA DELLA COMUNITÀ – Cittadino utente Provvedere alla creazione di un sito web con funzioni di interfaccia tra cittadino e vigili di quartiere Obiettivi di gestione 135 Acquisire il maggior numero di sponsor in modo da reperire nuove risorse finanziarie Predisporre entro il 30.11.04 una proposta di modifica del layout originario allo scopo di conformare sempre più la piattaforma web alle reali esigenze espresse dalla collettività di riferimento Definire il layout desiderato, i link da attivare e le informazioni da inserire entro il 15/2/2004 Corpo di Polizia Municipale Adeguare il sito web alle proposte di modifica presentate dal Corpo di Polizia Municipale entro 20 gg. dal ricevimento delle stesse Predisposizione del sito web relativo al servizio di vigilanza di quartiere entro il 20/3/04 Centro elaborazione dati Centro di responsabilità < 1,25 > 10 n. di sponsor acquisiti > 90% < 1,25 Target tempi occorsi/tempi previsti Rispetto dei termini % soddisfazione sulla qualità del sito da parte del Comando di Polizia Municipale tempi occorsi/tempi previsti Rispetto dei termini e coerenza progettuale rispetto alla piattaforma presentata dal Corpo di Polizia Municipale Lead indicator Entrate accertate/entrate previste Maggiori entrate da destinare al miglioramento del servizio di vigilanza n. di valutazioni positive sull’utilità e sulla facilità di consultazione del sito da parte degli utenti/ n. di valutazioni espresse n. segnalazioni ricevute via web/ n. abitanti residenti nei quartieri a rischio Massimizzare il numero di richieste e segnalazioni pervenute via web Lag indicator Tabella 4 – Meccanismo del drill-down rispetto ad un obiettivo strategico (caso esemplificativo) > 85% > 80% > 1/20 ab. Target Attività Stipula di apposite convenzioni con gli sponsor acquisiti Attuare un’indagine di mercato finalizzata alla acquisizione di sponsor Predisposizione di una piattaforma di proposta anche attraverso il confronto con i soggetti esterni interessati (altre istituzioni, polizia, esercito, associazioni di volontariato, associazioni di categoria, ecc.) Nomina di un consulente esterno per l’implementazione di alcune funzionalità Creazione di un gruppo di lavoro per lo studio e l’elaborazione di diverse ipotesi da sottoporre al Comandante dei Vigili Urbani Esperienze innovative La BSC negli enti locali Azienda Pubblica 1.2006 Esperienze innovative La BSC negli enti locali 13. Limiti e criticità del modello: alcune riflessioni L’esemplificazione teorica proposta ha evidenziato alcuni di aspetti di natura tecnica che andrebbero attentamente considerati affinché la Bsc possa trovare una corretta applicazione in un ente locale. Un primo aspetto critico è rappresentato dalla presenza di tutta una serie di variabili esogene che, essendo in grado di condizionare positivamente o negativamente l’efficacia della strategia, se non opportunamente considerate, potrebbero alterare il significato dei valori assunti dai lag indicator associati alla prospettiva del cittadino-utente, introducendo di conseguenza non pochi elementi di distorsione nei processi valutativi e decisionali (Santi, 2002, p. 174). Nel caso in esame, ad esempio, la riduzione degli episodi criminosi e dell’illegalità diffusa, potrebbe dipendere non soltanto dall’attuazione delle politiche dell’ente in materia di sicurezza nei quartieri a rischio, ma anche dall’efficacia di altri programmi finalizzati al miglioramento delle condizioni di vivibilità degli abitanti che vi risiedono (nella fattispecie risanamento edilizio nelle aree degradate, realizzazione di centri sportivi, promozione di maggiori iniziative in campo sociale, culturale, ricreativo, ecc.) o, ancora, dalla presenza sul territorio di altri operatori, istituzionali e non, operanti nella medesima area di intervento (nell’ipotesi considerata forze dell’ordine, scuole, centri di aggregazione giovanile, parrocchie, istituti religiosi, gruppi associativi, ecc.). Questo nodo progettuale potrebbe essere affrontato, innanzitutto, definendo, all’interno della prospettiva della comunità, obiettivi relativi al coinvolgimento delle associazioni presenti sul territorio, mentre, nella prospettiva interna, andrebbero specificate sia le forme di collaborazione attuabili con gli altri organismi istituzionali (nel caso proposto le forze dell’ordine, la guardia di finanza, gli istituti scolastici), sia le modalità di raccordo e coordinamento con i gruppi associativi partecipanti al progetto (nella fattispecie le associazioni antiracket e per la tutela dei coniugi e figli di vittime della criminalità organizzata). Inoltre, potrebbe essere utile specificare, per ciascuna scorecard, i programmi dell’ente ad essa funzionalmente collegati (vedasi tabella 2), ed allegare alla stessa la scheda degli indicatori di contesto (tabella 1), la cui lettura interpretativa potrebbe offrire un quadro sintomatico e una rappresentazione sistemica delle dinamiche evolutive che caratterizzano lo scenario di riferimento. L’utilizzo di alcuni strumenti di analisi delle modalità di inserimento degli interventi pubblici nel contesto ambientale (24) consentirebbe, infine, una più agevole identificazione dei soggetti esterni che potrebbero interagire in vario modo con l’ente locale nella realizzazione di un certo programma. Le soluzioni prospettate non sono tuttavia scevre da inconvenienti, considerato che la partecipazione, diretta o mediata, dei possibili “partner” alla 24 Ci si riferisce, in particolare, alla cosiddetta “analisi di campo” per la cui trattazione di rinvia a MENEGUZZO et al. (1990), pp. 85-87. Azienda Pubblica 1.2006 136 Esperienze innovative La BSC negli enti locali fase di definizione della strategia, unitamente all’introduzione di criteri e metodi valutativi di tipo soggettivo e discrezionale, potrebbero determinare un notevole rallentamento del processo di costruzione della scorecard, una eccessiva proliferazione delle performance measurement e un probabile indebolimento dei meccanismi di feedback. Un’altra problematica appare correlata alla costruzione della mappa strategica che, nel caso esemplificativo, è stata circoscritta alla mera descrizione dei nessi causa-effetto che attraversano il modello. Di fatto, l’identificazione delle suddette interrelazioni comporta sul piano progettuale la necessità di chiarire a priori che effetto potrebbe avere, per esempio, una variazione dei risultati finanziari rispetto agli obiettivi strategici associati alla prospettiva interna o della comunità. Una possibile soluzione, tra l’altro praticata nelle imprese private (25), potrebbe essere rappresentata dalla ponderazione di ciascuno dei rapporti causa-effetto che legano tra loro gli obiettivi inseriti nella Bsc, sebbene, sotto il profilo organizzativo, tale approccio metodologico richiederebbe non soltanto l’individuazione dei soggetti legittimati ad attribuire o validare il “peso”, ma anche l’opportuna regolamentazione delle modalità di integrazione tra i criteri di ponderazione e il sistema di valutazione delle performance dirigenziali e delle prestazioni personali. Un eccessivo sbilanciamento dei criteri valutativi sui parametri di ponderazione, infatti, potrebbe condizionare il processo negoziale per la definizione del peso da attribuire agli obiettivi strategici e gestionali, in quanto indurrebbe i dirigenti a ridimensionare l’effettiva valenza strategica delle azioni assegnate alla loro responsabilità attuativa. Un’ulteriore riflessione riguarda la formulazione degli indicatori di impatto e la determinazione dei target attesi ad essi associati. Nell’ipotesi esemplificata, i lag indicator previsti in corrispondenza della prospettiva del cittadino-utente sono stati identificati con la riduzione dei fatti criminosi, mentre gli impatti attesi dalle azioni strategiche secondo la prospettiva interna sono stati individuati nell’incremento delle segnalazioni ricevute e nell’aumento degli interventi repressivi attuati. Come si vede, gli obiettivi strategici legati alle due prospettive risultano inversamente correlati, considerato che un maggiore numero di azioni repressive appare un risultato contrastante con quello relativo alla diminuzione dei crimini e dei reati. In realtà, occorre considerare che negli enti pubblici le prospettive della scorecard sono legate alla prospettiva della comunità da un rapporto causale di tipo strumentale, il che permette di comprendere il motivo per cui l’iniziale incremento delle operazioni di repressione sul territorio sia destinato a tradursi, nel medio-lungo periodo, in un decremento degli atti di criminalità. Questa considerazione induce a ritenere che nella fase relativa alla definizione dei target attesi in corrispondenza degli indicatori di impatto, sarebbe opportuno, se non addirittura necessario, prevedere il termine 25 Vedasi al riguardo DE MARCO et al. (1999), p. 82. 137 Azienda Pubblica 1.2006 Esperienze innovative La BSC negli enti locali dal quale o entro il quale il valore previsto dovrebbe essere raggiunto per ritenere la strategia attuata con successo. La tempificazione delle performance measurement dovrebbe consentire, infatti, di ricondurre ed ordinare in una visione sistemica le tendenze evolutive a volte contrapposte degli obiettivi strategici declinati secondo le diverse prospettive, rendendo in tal modo possibile una valutazione integrata e globale degli impatti ottenuti nonché una previsione prospettica degli scenari evolutivi prefigurabili. Un ulteriore aspetto da non sottovalutare riguarda il collegamento tra la scorecard e il sistema di valutazione delle performance dirigenziali, in quanto una eccessiva focalizzazione dei sistemi di responsabilizzazione sugli indicatori diagnostici potrebbe orientare le performance dei dirigenti verso il raggiungimento “ad ogni costo” dei target previsti, anziché favorire e stimolare una valutazione critica, duttile e costante degli impatti dell’azione intrapresa. Si evidenzia, infine, come l’applicazione della Bsc presupponga l’esistenza di sistemi operativi (26) ed informatici adeguati e sufficientemente integrati (condizioni non sempre presenti negli enti locali) allo scopo di alimentare costantemente il fabbisogno informativo del modello (27). 14. Le condizioni organizzative e di processo nella costruzione della Bsc in un ente locale Si cercherà adesso di offrire alcune riflessioni di carattere generale in merito alle condizioni organizzative e di processo necessarie per un’efficace applicazione negli enti locali. Innanzitutto, si ritiene che la costruzione della Bsc strategica non possa prescindere dal pieno coinvolgimento partecipativo degli organi di governo politico dell’ente e dalla necessaria interazione tra questi ultimi e le principali figure apicali della tecnostruttura (direttore generale, dirigenti responsabili dei settori nevralgici dell’ente), il cui ruolo dovrebbe limitarsi, in questa fase, alla verifica delle compatibilità di tipo tecnico, finanziario e organizzativo, onde fornire utili elementi di valutazione in ordine alla attuabilità dei programmi prescelti. Specialmente in caso di prima sperimentazione del modello, si renderebbe opportuno procedere ad una attribuzione chiara e formale delle responsabilità connesse al processo di costruzione delle schede, prevedendo anche il coinvolgimento di tutti i soggetti-chiave che dovranno implementare l’intero sistema (cosiddetto Implementation team, che potrebbe essere costituito dai responsabili dei servizi di controllo interno o da eventuali consulenti esterni). Si potrebbe pensare ad esempio ad un “Comitato di programmazione” formato dalla 26 I sistemi operativi comprendono “i sistemi di pianificazione strategica, il sistema di programmazione e controllo, il sistema informativo e i sistemi di gestione del personale [...]” in AIROLDI et al.(1994), p. 486. 27 Vedasi al riguardo SANTI (2002), p. 31. Azienda Pubblica 1.2006 138 Esperienze innovative La BSC negli enti locali Commissione bilancio a composizione allargata che preveda la partecipazione del sindaco, del direttore generale, del responsabile dei servizi finanziari e la presenza dell’assessore al ramo e dei dirigenti di settore di volta in volta interessati, oltre che, come già detto, dei membri dell’Implementation team. La progettazione della Bsc e lo sviluppo dei suoi contenuti, in linea con il programma del sindaco, dovrebbe costituire oggetto di discussione e di attenta analisi soprattutto nel primo anno di mandato elettorale, mentre negli esercizi successivi, anche attraverso l’ausilio del Nucleo di valutazione, l’attenzione dovrebbe focalizzarsi sulla verifica dello stato di attuazione delle strategie e sulle conseguenti operazioni di “aggiustamento” o “riassestamento” del framework originariamente concordato. Sia la predisposizione delle schede sia le operazioni di revisione delle stesse dovrebbero inoltre precedere possibilmente il confronto politico istituzionalmente previsto per l’approvazione dei documenti di programmazione dell’ente a valenza pluriennale (Relazione previsionale e programmatica, Piano triennale delle Opere pubbliche, Piano delle assunzioni, Piano triennale della formazione, Piani urbanistici, ecc.). La diretta partecipazione del top management (organi di governo) alla costruzione del Bsc strategico, si ritiene rappresenti la variabile di processo più critica e rilevante, in quanto condizione fondamentale per garantire una definizione puntuale e condivisa delle politiche da attuare all’interno di una visione strategica unitaria e di un quadro di compatibilità attuativa. In particolare, il processo di costruzione del Bsc strategico dovrebbe svolgersi in modo tale da garantire, quanto più possibile, il massimo assorbimento “a monte” dei conflitti di interesse che potrebbero generarsi all’interno della classe politica dirigente (esigenza di mantenimento della unità della coalizione di governo), nei confronti dell’opposizione (sostenibilità del confronto politico) e rispetto alle molteplici istanze delle categorie di soggetti presenti nella comunità di riferimento (necessità di bilanciamento tra i diversi ruoli di stakeholder assunti dalla collettività in relazione con l’ente locale) (28). In questo modo potrebbero essere ridotte in misura significativa le modifiche in itinere dei programmi strategici originariamente formulati dagli organi di governo, creando così quelle premesse metodologiche in assenza delle quali sarebbe di fatto impossibile o, quanto meno, estremamente difficile predeterminare con rigore algoritmico le azioni da porre in essere e, di conseguenza, la griglia bilanciata degli elementi chiave rispetto ai quali motivare e responsabilizzare, ad ogni livello, l’intera organizzazione. Inoltre, il componimento “a monte” degli interessi che gravitano attorno alle scelte strategiche dovrebbe consentire una selezione più rigorosa dei programmi su cui focalizzare l’attività gestionale, favorendo il meccani- 28 Come già visto, sul piano progettuale, questa esigenza potrebbe essere supportata mediante la segmentazione della prospettiva della comunità nelle quattro dimensioni che identificano le varianti comportamentali che possono caratterizzare il cittadino nel suo rapporto con l’amministrazione locale. 139 Azienda Pubblica 1.2006 Esperienze innovative La BSC negli enti locali smo del drill-down e sgravando l’organizzazione da quegli elementi di incertezza e complessità che non di rado divengono fonte di tensioni e resistenze. Sul piano fattuale, il coinvolgimento della classe politica nella costruzione della Bsc strategica costituisce una condizione di processo tutt’altro che scontata. Innanzitutto, occorre considerare che, negli enti pubblici, l’esigenza di mantenere a tutti i costi il consenso elettorale determina negli organi politici una forte propensione ad impostare la gestione secondo logiche di “navigazione a vista” che sovente sacrificano l’economicità gestionale alla necessità di produrre risultati visibili nel breve periodo. Si comprende bene allora come l’introduzione del Bsc si scontra con un limite strutturale che potrebbe essere superato soltanto nella prospettiva di una reale riappropriazione da parte della classe politica del ruolo di indirizzo strategico che istituzionalmente le compete. In secondo luogo, si evidenzia come gli organi di governo dell’ente tendono in genere ad attribuire agli atti fondamentali di pianificazione strategica una valenza strettamente tecnico-specialistica anziché programmatica, con la conseguenza che gli stessi vengono sistematicamente elaborati, per la parte di rispettiva competenza, dagli organi tecnocratici preposti (ragioniere generale, responsabile del personale, dirigente delle opere pubbliche, ecc.). Si potrebbe verificare, allora, che gli organi di indirizzo politico legittimino solo su un piano puramente formale l’utilizzo della Bsc, delegandone di fatto la predisposizione al middle management (29). In questa ipotesi, se da una parte la riconduzione a sintesi dei programmi di settore e la verifica della loro attuabilità sotto il profilo finanziario e organizzativo potrebbe essere assicurata dalla mediazione del direttore generale – legittimato in questo suo ruolo dall’incarico fiduciario ricevuto – , dall’altra si potrebbe verificare un pericoloso slittamento verso il basso del dibattito politico, che lasciando di fatto irrisolti i conflitti di interesse esistenti, si tradurrebbe in rimodulazioni a più riprese dei programmi politici di per sé incompatibili con le caratteristiche di funzionamento della Bsc. Negli enti locali, inoltre, la mancanza o la carenza di sistemi operativi finalizzati alla valutazione delle politiche e dei programmi, potrebbe comportare il serio rischio di basare la scelta delle Key performance areas (KPAS) su mere deduzioni empiriche o intuitive, con la conseguenza, non improbabile, di focalizzare l’architettura della Bsc su aspetti della gestione (economici, organizzativi, di processo) poco rilevanti rispetto al successo delle strategie da attuare. Si evidenzia, infine, che, fatta salva la separazione tra potere di indirizzo politico e potere gestionale, una variabile di fondamentale importanza nel processo di costruzione della scorecard strategica sia rappresentata dalla diretta partecipazione degli organi tecnocratici di vertice, in quanto la stessa, oltre a creare le premesse necessarie per favorire il coordinamen29 “Si è più volte fatto riferimento alla mancanza di coinvolgimento del top management aziendale. Ciò può tradursi in concreto nella delega di un progetto di BSC, al middle management, e nel disimpegno in termini di tempo e di contributo diretto” FRITTOLI et al. (2004), p. 36. Azienda Pubblica 1.2006 140 Esperienze innovative La BSC negli enti locali to intersettoriale tra i responsabili delle diverse strutture coinvolte, consentirebbe agli organi politici e ai membri della Implementation team di accedere ad una maggiore comprensione delle problematiche tecnico-gestionali connesse alla attuazione dei programmi che si intendono realizzare (30). Un’ulteriore riflessione andrebbe fatta a parte con specifico riferimento alla predisposizione della scorecard gestionale che, su un piano logicotemporale e strettamente formale, dovrebbe svolgersi subito dopo l’approvazione dei documenti programmatici dell’ente, e prima della formulazione del Piano esecutivo di gestione (Peg) e del Piano dettagliato degli obiettivi (Pdo). Di fatto, però, l’individuazione degli obiettivi di gestione all’interno delle varie prospettive della Bsc gestionale e il loro collegamento sistemico alle schede bilanciate di primo livello, rendendo possibile una migliore quantificazione del fabbisogno finanziario connesso alla realizzazione dei programmi, dovrebbe precedere, o, quanto meno, “accompagnare” la predisposizione del bilancio annuale di previsione e dei suoi allegati. Al fine di ottenere il massimo grado di condivisione dei percorsi operativi da intraprendere in vista della realizzazione delle strategie prescelte, questa fase, alquanto delicata, dovrebbe svolgersi secondo un approccio di tipo “negoziato” (31), coinvolgendo gli assessori competenti per materia, il direttore generale, i dirigenti delle strutture interessate e il controller dell’ente con funzioni di supporto. Questa condizione di processo dovrebbe essere preservata soprattutto in presenza di strategie interfunzionali, con riferimento alle quali il contemperamento di una molteplicità di interessi non di rado divergenti (sovrapposizione di competenze, differenza di opinioni tra assessori preposti a rami diversi in ordine alle modalità operative da attuare, esistenza di nicchie di potere organizzativo, ecc.) risulterebbe determinante al fine di evitare continui riassetti “in corso d’opera” degli indirizzi gestionali, con il rischio di scardinare pericolosamente il framework logico inizialmente definito. Potrebbe verificarsi, però, che i dirigenti, per il timore spesso non espressamente dichiarato, di essere valutati negativamente dagli organi a ciò preposti (Nucleo di valutazione e assessori) siano indotti, durante il processo di negoziazione, a proporre indicatori poco significativi, target poco sfidanti e relazioni causali estremamente deboli, mortificando in tal modo le logiche e i principi cardine sottesi al corretto funzionamento delle schede bilanciate. Questa criticità potrebbe essere almeno parzialmente superata prevedendo la partecipazione del Nucleo di valutazione alla elaborazione della Bsc gestionale, in modo tale da consentire a tale organo di acquisire 30 “La formulazione di proposte da parte dei dirigenti [...] è coerente con l’autonomia attribuita ai dirigenti stessi e con l’elevata eterogeneità delle attività svolte. I dirigenti, infatti, hanno conoscenze esclusive delle dinamiche che influenzano il proprio settore di attività e sono in grado, entro alcuni limiti, di perseguire autonomamente le proprie scelte”. Tratto da ANESSI PESSINA (2000), p. 124. 31 Sui benefici connessi all’approccio negoziato vedonsi ANESSI PESSINA, 2000: pp. 123-124, BISIO et al. (1996), pp. 173-178, FARNETI (1997), pp. 56-59. 141 Azienda Pubblica 1.2006 Esperienze innovative La BSC negli enti locali già “a monte” del processo valutativo elementi di giudizio che tengano conto dei fattori di complessità gestionale insiti nella attuazione degli obiettivi assegnati (32). Al fine di garantire quanto più possibile l’allineamento e la necessaria coerenza logica tra programmi strategici e obiettivi gestionali, sarebbe opportuno, infine, che Bsc gestionale, al pari del Bsc strategico, prendesse a riferimento l’intero periodo del mandato elettorale, assumendo una struttura “scorrevole” che, da una parte, consenta di segnare la direzione verso cui orientare l’intera gestione, e, dall’altra, sia in grado di recepire flessibilmente i correttivi di volta in volta necessari per una maggiore focalizzazione del framework inizialmente delineato sulle performance giudicate più rilevanti. Dopo l’approvazione del Peg e del Pdo dovrebbe seguire il processo forse più cruciale che è quello concernente la comunicazione del Bsc a tutta l’organizzazione. Questo compito molto delicato finalizzato al totale coinvolgimento del personale a tutti i livelli dovrebbe essere svolto principalmente dai dirigenti mediante incontri, riunioni periodiche, brochure, intranet comunale, ecc. Guardando più da vicino la realtà operativa degli enti locali, si osserva come l’elaborazione della Bsc individuale e/o di gruppo sia minata alla base dallo scarso sviluppo di adeguati sistemi di gestione del personale (33) e, in particolare, di quelli relativi alla valutazione del potenziale e delle prestazioni, non di rado lontani da logiche premiali e debolmente integrati ai sistemi di valutazione delle performance dirigenziali. Inoltre, l’orientamento in senso strategico dell’organizzazione dovrebbe essere supportato da criteri di impiego flessibile del personale e da modalità di lavoro che privilegino la formazione di équipe intersettoriali e multidisciplinari. Anche questi aspetti molto spesso vengono affrontati in modo contingente e provvisorio, diventando motivo di tensioni interne oltre che causa di demotivazione e disaffezione da parte del personale. Si rileva, infine, come l’uso delle politiche del personale negli enti locali non di rado subisca condizionamenti derivanti, ad esempio, dall’appartenenza politica, dalla presenza di logiche clientelari, dalla scarsa cultura della valutazione, ecc. Con riferimento alla fase di rilevazione, comunicazione e valutazione delle informazioni offerte dallo scorecard, si ritiene, infine, indispensabile l’implementazione di un software applicativo che consenta di integrare i sistemi informativi esistenti presso l’ente, non trascurando, nel contempo, la 32 Un approfondimento sui problemi che possono essere generati dalla centralità del sistema di programmazione e controllo nei processi di valutazione è contenuto in BISIO et al. (1996), p. 1187. 33 I sistemi di gestione del personale comprendono “i) i sistemi di ricerca, selezione, accoglimento e inserimento del personale, ii) i sistemi di dimensionamento degli organi parziali e generali, iii) i sistemi di addestramento e di formazione, iv) i sistemi di carriera e il connesso sistema di valutazione potenziale, v) il sistema retributivo e i connessi sistemi di valutazione delle mansioni e di valutazione delle prestazioni” in AIROLDI et al. (1994), p. 486. Azienda Pubblica 1.2006 142 Esperienze innovative La BSC negli enti locali necessità di regolamentare sul piano formale attribuzioni, responsabilità e modalità operative. Un’ulteriore riflessione riguarda il rispetto dei tempi di svolgimento del processo di costruzione delle varie scorecard, che, dovendosi armonizzare con i termini istituzionali di approvazione dei documenti programmatici, non può prescindere dalla drastica riduzione dei ritardi con cui molto spesso gli organi politici deliberano il bilancio di previsione e i suoi allegati. Infine, si ritiene opportuno osservare come l’introduzione della Bsc in un ente locale richieda, sotto il profilo organizzativo, una rivisitazione in chiave strategica della macrostruttura attraverso l’identificazione di “nuclei omogenei di attività (NAO)” (34) che consentano di superare la rigidità e la frammentarietà del tradizionale schema di tipo funzionale, favorendo le necessarie sinergie intersettoriali sia nella fase di costruzione delle schede bilanciate, sia nella fase di attuazione operativa. Allo scopo, poi, di favorire il necessario coordinamento tra i centri di responsabilità coinvolti nel medesimo programma sarebbe opportuno inserire nelle scorecard gestionali – e nel connesso Pdo – sia obiettivi condivisi, che vincolino le responsabilità di strutture diverse al raggiungimento di un medesimo risultato, sia obiettivi di tipo collaborativo, che sollecitino le necessarie azioni di supporto per il conseguimento di obiettivi gestionali assegnati ad altre strutture dell’ente. Infine, il sistema stesso di valutazione delle performance dirigenziali potrebbe essere progettato in modo tale da orientare i comportamenti organizzativi verso maggiori forme di comunicazione interna e di integrazione. 15. Conclusioni La Bsc negli enti locali può rappresentare un valido strumento di apprendimento strategico capace di inglobare tutti quegli aspetti gestionali insiti nei processi di attuazione delle politiche e dei programmi. Il percorso di indagine proposto ha evidenziato come, sotto il profilo tecnico, l’equilibrio dell’intero sistema e il suo corretto funzionamento dipendono fondamentalmente dalla validità dell’approccio metodologico seguito, dalla reale criticità delle performance measurement prescelte, dalla significatività e testabilità delle relazioni di causa-effetto che attraversano il modello. A tal riguardo sono state espresse alcune perplessità in ordine alla effettiva capacità segnaletica degli indicatori di impatto associati alla prospettiva della comunità, alla difficoltà di stabilire a priori criteri oggettivi che consentano di misurare con sufficiente grado di approssimazione il coefficiente di correlazio- 34 Più in particolare i NAO sono rappresentati da “quegli insiemi o gruppi di attività e prestazioni, aventi carattere strumentale rispetto alla realizzazione di una funzione pubblica, che si presentano tra loro integrati e sono inoltre caratterizzati da: i) finalizzazione nel loro insieme alla realizzazione di un “prodotto” o una prestazione di servizio, oppure a una “famiglia” di prodotti e servizi affini e complementari [...], ii) presenza di sostanziali omogeneità da un punto di vista gestionale [...], iii) possibilità di identificare i risultati attesi dell’insieme di attività [...]” MENEGUZZO et al. (1990), p. 107. 143 Azienda Pubblica 1.2006 Esperienze innovative La BSC negli enti locali ne tra obiettivi strategici collegati, alla complessità delle operazioni di tempificazione dei target stabiliti nelle varie prospettive. Non minori appaiono le problematiche e le implicazioni che l’introduzione della scorecard negli enti locali comporta sotto il profilo organizzativo e di processo. La forte caratterizzazione dell’ente locale come organizzazione multistakeholder, la sua prevalente connotazione politica, la frammentarietà della macrostruttura e dei processi gestionali, la carenza o lo scarso sviluppo dei sistemi operativi, la prevalenza di una cultura burocratica sono solo alcuni dei fattori che, se non opportunamente considerati, possono delegittimare lo strumento, rendendone di fatto impossibile o inutile l’adozione. Ne deriva, pertanto, che la scorecard potrà essere utilmente introdotta solo in quei contesti aziendali nei quali siano maturate le condizioni evidenziate nel presente contributo e ritenute indispensabili per orientare in senso strategico i comportamenti organizzativi a qualsiasi livello. Riferimenti bibliografici AIROLDI G., BRUNETTI G., CODA V. (1994), Economia Aziendale, Bologna: Il Mulino. AMIGONI F. (a cura di) (1988), Misurazioni d’azienda. Programmazione e Controllo, Volume I, Milano: Giuffrè. ANESSI PESSINA E. (2000), La contabilità delle aziende pubbliche, Milano: Egea. ANTONY R.N., YOUNG D.W. (1992), Controllo di gestione per gli enti pubblici e le organizzazioni non profit, McGraw-Hill Libri Italia s.r.l. BISIO L., MASTROGIUSEPPE P. (1996), Il piano esecutivo di gestione degli enti locali, Milano: Il Sole 24 Ore. BORGONOVI E. 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