cani randagi visita al santuario dei santi vittore e corona

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cani randagi visita al santuario dei santi vittore e corona
Oh cChi Scrive
n° 2
pagina 11
CANI RANDAGI
Un giorno, eravamo in classe, quando il maestro Piero ci ha detto di
scendere in cortile perché c’era una sorpresa per noi. Siamo scesi
con gran curiosità, ma con dispiacere abbiamo visto tre cani randagi. Erano: un barboncino, un labrador e un pastore tedesco. Tutti e
tre messi male con pulci, zecche e fradici perché pioveva.
Il barboncino era bianco con diverse zecche su tutto il corpo, soprattutto sulla testa.
Il labrador, anche lui poco curato, era marrone e spaventato.Il pastore tedesco, zoppicante, era il più grande dei tre. I maestri ci hanno fatto rimanere a distanza adeguata dietro la recinzione e ci ha
proibito di accarezzarli
E’ arrivato il vigile che ci ha spiegato la procedura che si segue
quando si trovano cani abbandonati e senza microchip, quindi senza possibilità di rintracciare il proprietario: cattura dei cani, avviso al
canile comunale di Belluno e attesa di un veterinario del canile che
viene a prelevare il cane. Dopo alcuni minuti noi siamo ritornati in
classe e ci siamo rimessi a lavorare.
Poi è ritornato Piero con l’addetto che era di fretta perché doveva ritornare subito a Belluno al canile municipale, anche se due minuti ce li ha concessi.
Abbiamo fatto molte domande sui seguenti argomenti: multe per l’abbandono, il
maltrattamento dei cani e la mancanza del microchip e se i cani al canile non
troveranno padrone verranno abbandonati.
L’addetto ci ha risposto che le multe possono essere molto salate e i cani in
genere non vengono mai abbandonati.
Quei cani per fortuna non sono mai arrivati al canile perché il loro padrone è
venuto a prenderli in tempo.
Classe 5a
VISITA AL SANTUARIO DEI
SANTI VITTORE E CORONA
Il giorno 6 maggio, insieme ai maestri Manuel, Piero e Cristina,
siamo andati ad Anzù di Feltre a visitare il santuario dei Santi
Vittore e Corona.
Siamo arrivati in pulmino. Ad aspettarci c’era una signora di nome Maria, che ci avrebbe guidato nella visita. Subito ci siamo
incamminati per un sentiero che ha anche tratti di scalinate e
con sei capitelli che si succedono lungo la strada. Quello che ci
ha impressionato di più è stato il capitello dove si dice che i segni
impressi nella roccia visibile all’interno, siano le impronte delle
mucche che, secondo la leggenda, hanno trainato il carro con i
corpi dei santi.
Arrivati nei pressi del santuario, abbiamo guardato il panorama
da uno spiazzo
sporgente: si vedeva benissimo Feltre e si dominava tutt’intorno, proprio per questo infatti la basilica una volta era un castelletto militare.
Dopo una breve merenda siamo entrati. Purtroppo nel chiostro c’erano lavori in corso, così abbiamo potuto solamente osservare alcuni
particolari dall’entrata. Quindi siamo entrati nella chiesa: è una meraviglia, interamente affrescata, i colori richiamano molto il giallo e in
alcuni punti sono molto sbiaditi. Sull’altare, sorretta da quattro colonne, c’è l’arca che contiene i corpi di Vittore e Corona. Abbiamo quindi
visitato la sagrestia e il nascondiglio segreto usato durante le seconda guerra mondiale. Infine, dopo una breve tappa a “San Vetoret”,
l’antico ospizio dei pellegrini, siamo tornati a scuola..
Siamo rimasti davvero colpiti da quella basilica all’esterno così semplice, all’interno preziosissima.
Classe 5a