Ho visitato il PLART

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Ho visitato il PLART
Ho visitato il PLART
di Saverio Russo
Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale, Univ. Genova, [email protected]
Riportiamo con piacere l’articolo di Saverio Russo, che è uscito entusiasmato dalla visita dell’affasci- nante collezione
storica di oggetti in plastica di Maria Pia Incutti, e descrive tutte le varie attività del PLART, stimolanti ed interessanti
per tutti noi polimerari. Abbiamo inoltre deciso di riportare subito di seguito all’articolo di Russo due notizie scaricate
direttamente dal sito del PLART (www.plart.it).
La prima riguarda un convegno che si è tenuto a Napoli lo scorso 1° luglio dal titolo “Le Macromolecole al servizio
dell’arte” mentre la seconda ci riguarda direttamente. Si tratta di un incontro dall’affascinante titolo “L’era del
diamante” che si terrà il prossimo 14 settembre a Milano, nell’ambito del nostro Convegno biennale per promuovere
la ricerca e lo studio delle Macromolecole anche nell’ambito dell’arte e del design.
Il Comitato Editoriale
Dopo la mia recente visita alla Fondazione PLART di Napoli con la sua bellissima struttura espositiva
(progettata, assieme agli architetti Bevilacqua e Pannocchi e agli ingegneri d’Alessandro e Imbrenda, da
Cecilia Cecchini, Architetto e Professore alla Facoltà di Architettura L. Quaroni di Roma La Sapienza, ben
nota ai lettori di AIM Magazine 1 2), voglio rendervi partecipi delle mie impressioni non solo in relazione
all’affascinante collezione storica di oggetti in plastica appartenenti all’imprenditrice Maria Pia Incutti, ma
anche al sapiente connubio tra questi e i materiali utilizzati nella realizzazione della struttura-contenitore.
Inoltre, voglio segnalarvi alcune altre strutture presenti nel PLART e altri eventi che il PLART ha
organizzato di recente e che ritengo siano di rilevante interesse per noi ‘polimerari’.
Su questo splendido museo-laboratorio sono già comparsi l’anno scorso nel nostro Magazine due
articoli 3 4 che hanno illustrato il progetto complessivo e le finalità. Vorrei ora aggiungere le mie
personali impressioni dopo una visita che mi ha entusiasmato. Gli oggetti esposti sono solo una parte della
ricchissima collezione Incutti; il resto è conservato in depositi opportunamente condizionati per limitare al
massimo i fenomeni d’invecchiamento e degrado. Dalle prime plastiche storiche a imitazione di materiali
‘nobili’ quali l’avorio, la tartaruga o la madreperla, si passa alle più moderne realizzazioni di oggetti dai
brillanti colori che solo le proprietà intrinseche delle materie plastiche e la conseguente ben più facile
lavorabilità rispetto ai materiali tradizionali hanno consentito. Questo passaggio dalle plastiche d’imitazione
a nuovi e originali oggetti, facilmente ed economicamente realizzabili in plastica, vale da solo una visita!
Se poi si aggiunge che la struttura espositiva progettata dalla Cecchini e dai suoi collaboratori è costituita da
un unico, sinuoso e avvolgente contenitore curvilineo sospeso a mezz’aria, e che gli oggetti esposti risaltano
al meglio per un originale e sapiente sistema di illuminazione, è facile giustificare la mia ammirazione, anzi
il mio entusiasmo. Ovviamente il contenitore non poteva che essere realizzato a partire da materiali plastici:
lastre trasparenti termoformabili in PMMA nella parte frontale e due piani paralleli che racchiudono il
contenitore sopra e sotto, fatti in materiale ibrido inorganico-organico a base poliacrilica, anch’esso
termoformato. L’insieme è di grandissima suggestione e di rigorosa coerenza stilistica. Ma, come vi ho detto,
il PLART non è solo l’esposizione che vi ho descritto finora: uno spazio notevole è dedicato a mostre
temporanee di artisti e designer che si cimentano con le materie plastiche per la realizzazione delle loro
opere. Nel giorno della mia visita ho potuto ammirare una grande installazione a parete (‘Patterns’) di
Alessandro Ciffo, ottenuta con 250 coloratissime formelle rettangolari tutte in silicone, formanti un
gigantesco quadro astratto molto bello. Altre affascinanti e provocanti opere di Ciffo erano presenti nello
spazio museale a lui dedicato e sottolineavano ancora una volta l’esistenza di un mondo, a molti di noi
macromolecolari poco conosciuto, dove le materie plastiche anziché essere denigrate e accusate di ogni
nequizia sono molto amate ed apprezzate. (In realtà, Ciffo con linguaggio provocatorio ha definito il silicone
un materiale ‘malefico puzzo- lente appiccicoso viscido costoso e perfetto per essere trasformato in una cosa
bella’).
La mia visita non era però ancora finita! Sono stato, infatti, accompagnato dal mio gentilissimo anfitrione,
Lorenzo Natile, a visitare il laboratorio di caratterizzazione chimica non distruttiva e di restauro dei
manufatti in plastica. Il laboratorio è provvisto di una ricca dotazione di strumentazioni atte non solo a
risolvere i problemi di volta in volta legati al particolare materiale polimerico usato, ma anche in generale ad
affrontare il tema della salvaguardia dei beni culturali relativi a questo specifico settore. Un progetto di
banca dati appare destinato ad avere un ruolo importante e a destare un interesse sempre crescente in un
prossimo futuro.
Ovviamente, la collaborazione della Fondazione PLART con i colleghi macromolecolari napoletani (Avella
in primis, ma anche Nicolais e Martuscelli) e salernitani (Guerra) mi è stata fatta notare più volte durante la
visita e mi è sembrato importante ricordarla qui come esempio – ahimè non troppo frequente – di positiva
interazione tra studiosi di formazione umanistica e studiosi di formazione scientifica.
Dimenticavo di raccontare, in chiusura di queste brevi note, che all’inizio della mia visita mi è stato
presentato un filmato sul mondo delle materie plastiche molto ben fatto e di grande impatto mediatico. Io
stesso vorrei averne una copia per proiettarla ai miei studenti del Corso di Chimica Macromolecolare,
introducendoli così nel modo migliore nel mondo meraviglioso dei polimeri. Ricordo infine che la
collaborazione tra PLART e AIM è già in atto da tempo: a) nell’autunno 2008 due nostre Giornate
Tecnologiche furono organizzate congiuntamente e ospitate nella bella sala convegni del PLART: b) al
prossimo XIX Convegno AIM di Milano il PLART sarà attivamente presente, consolidando ancor più la
proficua collaborazione tra noi e loro.
Magazine 2008; 63:36).
Le macromolecole al servizio dell’arte
Napoli, 1 luglio 2009
Le opere d’arte e gli oggetti di design in plastica sono un patrimonio culturale di grande interesse e valore,
per la conservazione del quale mancano ancora conoscenze specifiche e figure professionali ad hoc.
Nell’ambito della ricerca applicata alla conservazione e al restauro dei Beni Culturali, questo è un settore di
grande richiamo nel quale si intravedono da un lato nuove prospettive di studio e dall’altro la possibilità
dell’apertura di nuovi scenari di mercato.
Il giorno 1° luglio, in occasione della conclusione del progetto di ricerca su “Sviluppo industriale di
procedure semplificate per la caratterizzazione chimica non distruttiva e per il recupero di manufatti in
plastica: applicazioni nella catalogazione e restauro di beni culturali e nel controllo qualità di prodotti
industriali a base di materiali termoindurenti”, presso gli spazi della Fondazione PLART si è tenuta una
giornata di convegno, nella quale i soggetti promotori della ricerca hanno esposto i risultati dei lavori.
Il Convegno del 1 luglio è stato anche l’occasione per annunciare la partecipazione della Fondazione PLART
al XIX Convegno Italiano di Scienza e Tecnologia delle Macromolecole, che si svolgerà a Milano il
prossimo settembre. La Fondazione PLART ha già in passato instaurato un proficuo rapporto con
l’Associazione Italiana di Scienza e Tecnologia delle Macromolecole (AIM), ospitando all’interno della
propria sede, nello scorso ottobre, le “Due giornate tecnologiche”. Il consolidarsi di tale rapporto è
esemplificativo di quanto la Fondazione PLART consideri importante la collaborazione tra le autorità
preposte alla conserva- zione al restauro e alla valorizzazione e gli esperti di tali materie, per rendere
possibile la conserva- zione e il restauro delle opere d’arte in materiale polimerico.
L’era del diamante
Milano, 14 settembre 2009
Dal 13 al 17 settembre al Politecnico di Milano si svolgerà il XIX Convegno Biennale dell’AIM,
Associazione Italiana di Scienza e Tecnologia delle Macromolecole, il cui obiettivo è promuovere la ricerca
e lo studio delle Macromolecole nei suoi vari aspetti scientifici e tecnico-applicativi, compreso l’ambito
dell’arte e del design. La Fondazione PLART, tra le cui specificità va ascritta quella di aver unito all’attività
museale anche quel- la di centro di ricerca, ponendosi all’avanguardia in Europa nella conservazione e nel
restauro dei manufatti in materiali polimerici, ha ricevuto un invito a partecipare all’iniziativa fornendo un
proprio contributo culturale, all’interno della sessione collaterale “Polimeri arte e design”. L’invito rivolto
alla Fondazione PLART è il risultato di un proficuo e consolidato sodalizio con l’Associazione Italiana di
Scienza e Tecnologia delle Macromolecole, iniziato nell’ottobre 2008 con la partecipazione alle “Due
giornate tecnologiche dell’AIM” e proseguito con il recente convegno “Le macromolecole al servizio
dell’arte” (1° luglio 2009).
Nell’ambito del convegno, oltre a fornire il proprio contributo al dibattito scientifico attraverso la sua
curatrice arch. Cecilia Cecchini, la Fondazione PLART organizzerà una mostra a carattere multimediale,
nella quale illustrerà la propria storia e la propria attività attraverso immagini e proiezioni video, all’interno
di una installazione che richiama i legami atomici di una molecola a base di Carbonio. L’intervento è
intitolato “L’era del diamante”, alludendo all’affascinante cristallo che è una delle forme allotropiche del
Carbonio, l’elemento chimico che sta alla base di tutte le macromolecole e degli stessi polimeri sintetici.
“Diamante”, inoltre, è anche il termine che convenzionalmente si usa per indicare lo stampo che compare
sulle plastiche “antiche”, attraverso il quale è possibile ricostruire la storia dell’oggetto, stabilendo una
datazione e risalendo alla manifattura che lo ha realizzato. Sia nel titolo che attraverso l’allestimento la
mostra intende dunque entrare in sintonia con il clima scientifico del convegno, creando un contesto
espositivo che accolga e diffonda i risultati conseguiti dalla Fondazione PLART nell’attività di
valorizzazione, conservazione e restauro dei manufatti in plastica.
Per la Fondazione PLART il Convegno Biennale di Milano rappresenta un appuntamento di grande rilevanza
scientifica e culturale, in quanto tale evento costituisce un’occasione di notevole visibilità per tutte le realtà
pubbliche e private interessate allo studio e alla messa appunto di metodologie innovative da applicare alla
conservazione, al restauro e alla valorizzazione di patrimoni culturali connotati da alta specificità.
Bibliografia
Cecchini C. Plastiche: I materiali del possibile, Alinea 2004 (Recensione AIM Magazine 2005; 60:50).
Cecchini C. Mo’ ... Moplen: Il design delle plastiche negli anni del boom, Rdesignpress 2006 (Recensione
AIM Magazine 2007; 62:38).
Guerra G. Scienza delle Macromolecole e Arte (AIM Magazine 2008; 63:35).
Russo S. Cos’è il PLART di Napoli (AIM