SCHNEIDER ELECTRIC

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SCHNEIDER ELECTRIC
Mister Kilowatt
– Aprile 2010
L’energia dal mare
In Irlanda le maree producono kilowattora
È nel mare una delle soluzioni per guardare a un futuro 'rinnovabile'. Sfruttare l'energia delle maree per generare
elettricità è un'idea non nuova, se si pensa agli antichi mulini a marea. Ma oggi un gruppo di ricercatori dell'Università
britannica di Liverpool, in collaborazione con il Proudman Oceanographic Laboratory, ritiene sia possibile ricavare il 5%
del fabbisogno elettrico del Regno Unito dal movimento delle acque del mare d’Irlanda. A Nord della terra irlandese, dal
luglio del 2008, c'è già Seagen, il primo impianto che ricava energia dal mare. Una vera e propria centrale che produce
fino a 1,2 Mega Watt di energia idroelettrica arrivando ad alimentare mille abitazioni.
Secondo i ricercatori inglesi, il modo migliore per ricavare energia è sfruttare le dinamiche delle maree presso gli estuari
dei fiumi situati nel nord-est del Paese, precisamente il Dee, il Mersey, il Ribble, Morecambe Bay e il Solway Firth. E ciò
con la tecnologia dell' 'Ebb Generation': l'acqua è convogliata tra barriere costruite all'estuario dei fiumi, utilizzata al
massimo di potenza per azionare turbine generatrici, quindi rilasciata durante la fase decrescente della marea. A
garantire successi a questa energia rinnovabile, la possibilità di prevedere con anticipo e precisione, la durata e la
potenza delle maree, ottimizzando il funzionamento degli impianti.
Un utilizzo razionale e coordinato di tale risorsa naturale potrebbe fornire metà del fabbisogno elettrico della zona nordoccidentale ed almeno il 5 per cento dell'intera Gran Bretagna. Un tipo di impianto analogo a quello francese di La
Rance, che da 40 anni genera 240 megawatt. Nei ricercatori di Liverpool c'è inoltre la convinzione che gli sbarramenti
potrebbero essere utilizzati anche per dispositivi aggiuntivi che sfruttano il moto ondoso, e offrirebbero anche una
protezione dall'innalzamento del livello del mare, oltre a poter diventare una vera e propria attrazione turistica.
Non possono, però, essere sottovalutati i costi, almeno 15 miliardi di sterline, e il possibile impatto ambientale di un tale
impianto, la cui costruzione comporterebbe inevitabilmente importanti variazioni nei flussi residui delle maree e un
mutamento degli habitat all'interno dell'estuario. Per questo il progetto, finanziato dall'Agenzia di Sviluppo Nord-Ovest e
dal Centro Joule, un consorzio tra le Università e le imprese locali, sta ora procedendo con studi ed esperimenti volti a
valutare e a prevenire eventuali danni: sono già entrati in funzione alcuni modelli che valuteranno la reale possibilità di
utilizzo razionale e coordinato di tale risorsa naturale.
Nel mondo esistono diversi sistemi di sfruttamento delle maree: dal sollevamento di un peso in contrapposizione alla
forza di gravità, alla compressione dell'aria in opportuni cassoni e movimentazione di turbine in seguito alla sua
espansione. Dal movimento di ruote a pale, al riempimento di bacini e successivo svuotamento con passaggio in turbine.
Quest'ultimo sistema sembra dare i migliori risultati. L'ostacolo maggiore allo sviluppo di questa tecnologia è nello
sfasamento tra massima ampiezza di marea disponibile, la cui cadenza è prevedibile sulla base delle fasi lunari e solari,
e domanda di energia, in particolar modo nelle ore di punta. Ma la ricerca è a lavoro per trovare la giusta armonia tra
domanda e offerta di energia delle maree, e il mare d'Irlanda rappresenta senz'altro un bacino di ricchezza in questa
nuova frontiera eco.
Importanti risultati si sono visti con la costruzione dell'impianto Seagen nell'estate del 2008 a nord della verde terra
irlandese, il primo realizzato per la produzione di elettricità dalle maree. Si trova a Strangford Lough, a sud di Belfast, e
ha alimentato, in fase sperimentale, un primo gruppo di 150 abitazioni. Poi, dopo i test di messa a punto, è arrivato ad
alimentarne 1000. Per la produzione di elettricità qui lavorano due rotori azionati dal flusso delle maree per una velocità
di 8 nodi. La velocità dei rotori, rispetto alla potenza generata dalle maree, è tenuta più bassa per evitare minacce
all’ecosistema marino. La centrale è ormeggiata sul fondo marino a circa 400 metri dalla riva e funziona per circa 20 ore
al giorno tranne quando, a causa della marea, la velocità non scende sotto i 2 nodi.
Martin Wright, direttore della Seagen ha sottolineato come l'impianto sia "una importante pietra miliare per la società e
per lo sviluppo delle energie rinnovabili in ambiente marino. Anche se questa tecnologia è più costosa, si prevede che
una volta pienamente sviluppata, possa essere più stabile rispetto alle energie derivate dal vento o dal sole". Convinto
che nel mare d’Irlanda ci sia "un potenziale di risorse energetiche ineguagliabile", il ministro dell'Energia irlandese,
Earnon Ryan, ha realizzato un programma di attività, borse di studio e supporti finanziari per lo sfruttamento a fini
energetici delle maree. In tre anni ha stabilito che siano investiti 26 milioni di euro per lo sviluppo di questo settore al fine
di "permettere all’Irlanda di vincere la corsa allo sviluppo di un dispositivo, d'ampia scala e commercialmente valido, per
la generazione di energia elettrica".
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è proibita senza autorizzazione scritta di Schneider Electric S.p.A.
Mister Kilowatt
– Aprile 2010
L'Irlanda ha ora per l'energia marina il più sofisticato sistema di sostegno statale del mondo. Il governo sostiene lo startup di questa ricerca e c'è la garanzia di un prezzo, per questo tipo di energia elettrica, che è uno dei più competitivi. Ma
anche la Francia ha una storia in fatto di produzione di energia pulita attraverso le maree: nei pressi di Saint-Malo, alla
foce del fiume Rance, esiste già da anni un grosso impianto di questo genere. La portata raggiunge 18mila metri cubi di
acqua al secondo e la produzione annua della centrale copre il 3% del fabbisogno elettrico della Bretagna.
E ora, seguendo l'esempio dell'Irlanda del Nord con la realizzazione di Seagen, la Francia ha avviato un progetto pilota
sulle coste della Bretagna, a Paimpol, perché lì le correnti marine sono le più forti d'Europa. Secondo la compagnia Edf,
l'impianto sarà terminato entro il 2011 e sarà composto da 306 turbine in grado di sviluppare elettricità tra i 4 e i 6 MW
che sarà successivamente immessa nella rete elettrica di Paimpol. La Francia è un luogo che si addice perfettamente a
questo nuovo tipo di tecnologia in quanto, secondo stime tecniche, ha al suo interno un potenziale energetico, derivante
dalle energie delle maree, pari a 10 milioni di MWh l'anno, corrispondente a circa l'80% dell'intero potenziale dell'Europa.
L'elettricità prodotta a partire dalle maree porta con se numerosi vantaggi ed ha un minor impatto sull'ambiente (fonte
Nanni Magazine).
Informazioni su Schneider Electric
Schneider Electric è lo specialista globale nella gestione dell’energia, con attività in oltre 100 paesi di tutto il mondo. Offre soluzioni
integrate per più segmenti di mercato e occupa una posizione di leadership nei settori dell'energia e delle infrastrutture, dei processi
industriali, dell'automazione degli edifici e dei datacenter, vantando inoltre una vasta presenza nell'ambito delle applicazioni per il
residenziale. Specializzata nel rendere l'energia sicura, affidabile ed efficiente, con 114.000 dipendenti nel 2008 la società ha raggiunto
un fatturato di oltre 18,3 miliardi di euro, grazie ad un impegno costante nell’aiutare individui e organizzazioni ad ottenere il massimo
dalla propria energia.
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