COPIONE teatrale Gli uccelli di Aristofane (scaricabile in PDF)

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COPIONE teatrale Gli uccelli di Aristofane (scaricabile in PDF)
GLI UCCELLI
di Aristofane
Riadattato e diretto da Giuseppe Farina e
Luca Cardillo 5 – 9 anni
Personaggi (in ordine di apparizione)
Evelpide,
Pistetero,
Servo di Upupa,
Upupa,
Corifeo,
Coro
Sacerdote,
Flautista,
Poeta,
Spacciaoracoli,
Metone,
Ispettore,
Venditore di Leggi,
Messaggero 1,
Messaggero 2,
Iride
Araldo,
Parricida,
Sicofante,
Prometeo,
Tribalio,
Ercole,
Nettuno,
Messaggero 3,
Sovranità,
1
SCENE
1.
ALLA RICERCA DI UPUPA
2.
UPUPA
3.
IL CORO DEGLI UCCELLI DI UPUPA
4.
NUBIBAGGIANIA
5.
IRIDE
6.
PARRICIDA, SICOFONTE E PROMETEO
7.
TRIBALLO, NETTUNO ED ERCOLE
8.
IL MATRIMONIO.
9.
FESTA FINALE
2
Buio, sigla, Sipario aperto. Siamo in una foresta. Sul fondale si vede una forte luce verde limitata ai
lati da quinte fisse nere con incollate sagome di alberi tropicali. Ai piedi delle quinte vi sono due
gradinate di due gradini ciascuna ove si sistemano gli attori a vista. Dalle quinte laterali due
sagome di cornacchie vengono animate da attori fuori campo ed interagiscono con i personaggi
della scena. I due personaggi entrano in scena con due grossi zaini con appese pentole, coperchi,
mestoli, un corno portafortuna.
1^ Scena: “alla ricerca di Upupa”
PISTETERO: Vuoi andare dritto dove si vede quell’albero, idiota?
EVELPIDE: Eh?
PISTETERO: No, non dicevo a te.
EVELPIDE: Aaah! Volevo dire! Non sei il tipo tu da dire “idiota”
PISTETERO: Idiota!
EVELPIDE: Appunto! La vuoi finire di insultarmi!
PISTETERO: Non ce l'ho con te, Idiota! Questa gracchia di tornare indietro. Ci ammazzeremo a
gironzolare su e giù,
EVELPIDE: Io non ci volevo venire!! Sei stato tu ad insistere. Per dare retta a te e a questa
cornacchia ho fatto più di cento chilometri.
PISTETERO: E io per dare retta a questo gracchio sto rischiando la vita.
EVELPIDE: Dove siamo secondo te?
PISTETERO: Non lo so! So soltanto che quel venditore ci ha imbrogliato. Ci promise che questi
due ci avrebbero indicato fra tanti uccelli l’upupa, l’uccello che una volta era uomo. E invece non
sanno fare altro che mordere: Zitto ! Zitto ! Questo dice qualcosa.
EVELPIDE (si avvicina e ascolta) : Si, dice che per pranzo ti mangerà le dita.
PISTETERO: Che cosa terribile ! Noi, che si aveva tanta voglia di scappare e di andare a quel
paese, ora non si riesce a trovare la via (Agli spettatori) Perché noi, cari Signori, siamo scappati dalla
nostra città. Non ne potevamo più delle liti, del traffico, della corruzione . . . Ci siamo messi in
marcia per cercare l’upupa che un tempo era uomo per sapere se vagando qua e là abbia scoperto
una città ideale per vivere.
EVELPIDE: Oh, oh, ascolta la cornacchia! Mostra qualcosa là in alto!
PISTETERO: Anche questa ha spalancato il becco!
Andiamo a vedere, non c’è dubbio qui ci sono uccelli. Facciamo un po’ di rumore. Batti con lo
stinco qui sulla roccia!
EVELPIDE: E tu spaccati una pietra in testa farai il doppio del rumore.
PISTETERO: Allora prendi una pietra e batti.
EVELPIDE: Forse è meglio chiamare.
PISTETERO: Ci penso io: (fa dei versi. Si guardano facendo no con la testa)
EVELPIDE: Ma mica si fa così! Guarda! Up...Up...Up... . up. upupa ... upupa (Ripete tre volte,
Pistetero ride, entra il servo)
SERVO: Chi è che chiama il mio padrone?
EVELPIDE (Terrorizzato) Apollo, proteggici, che squarcio di becco ! (scappano gli uccelli, lasciando andare il
gracchio e la cornacchia)
SERVO: (Terrorizzato) Povero
me! questi sono due cacciatori.
PISTETERO: Forse è meglio parlarne!
SERVO: Uomini, siete spacciati. (P. spaventatissimo salta addosso a Evelpide)
EVELPIDE (vocina ) Ma noi due non siamo uomini!
SERVO: E cosa siete?
PISTETERO:Io sono Tremarello, uccello africano!
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SERVO: Non dire sciocchezze!
PISTETERO: Domandalo ai miei piedi (indicandoli che tremano)
SERVO: E questo che uccello è?
EVELPIDE: Io sono Cacasotto, uccello romano!
PISTETERO: tu, piuttosto, chi sei?
SERVO: Io sono il servo dell’upupa.
EVELPIDE: E da quando un uccello ha bisogno di un servo?
SERVO: Lui sì perché una volta era un uomo, un politico e i politici sono abituati a farsi servire.
EVELPIDE: Pure qui? Senti, servo, vai a chiamare 'sto presidente che gli devo dire due paroline.
SERVO: Non posso, dorme!
PISTETERO: E ti pareva!! E tu Sveglialo, che è ora che si dia da fare!
SERVO: Sono certo che si arrabbierà... ma, se proprio insistete!
EVELPIDE e PISTETERO: Insistiamo!
SERVO: Insistete?
EVELPIDE e PISTETERO Si!
SERVO: Ma proprio …. ?
EVELPIDE e PISTETERO: E vaii!!! (il Servo dell’upupa e i due cominciano a discutere ad alta voce)
2^ SCENA: UPUPA: Dalla quinta di destra entra Upupa, ben vestito, in perfetto ordine molto assonnato.
UPUPA: Chi mi cerca?
EVELPIDE e PISTETERO (ridono)
UPUPA: Mi prendete in giro ? Guardate che io un tempo ero un uomo.
EVELPIDE: Non ridiamo di te, é questo becco che ci fa ridere.
PISTETERO: Senti ma ... se adesso sei un uccello, le penne dove sono?
UPUPA: D’inverno gli uccelli le perdono, poi a primavera ci spuntano le nuove, ma voi due chi
siete?
EVELPIDE: Noi ? Uomini
UPUPA: E da dove venite?
EVELPIDE: Da Roma Capitale!
UPUPA: Che volete da me?
EVELPIDE: Vogliamo sapere da te, che eri uomo e ora sei uccello, se conosci un posto tranquillo
per sognare e vivere felici
UPUPA: Cercate una città più grande di Roma?
EVELPIDE: Per carità, no ! Cerchiamo un luogo più adatto a noi.
UPUPA: cercate una città felice, senza ladri, cattivi odori, tasse, e traffico ? Dove tutti sono amici e
si vogliono bene?
PISTETERO e EVELPIDE: Esatto!
UPUPA: Una città così c’è ... sotto il mare!
PISTETERO: No, il mare non fa per noi
EVELPIDE: Per carità! E' umido e poi non so nuotare... Ma fra voi uccelli che vita si fa?
UPUPA: Non brutta, a farci l’abitudine. Viviamo senza portafoglio e quando abbiamo fame c’è
sempre qualche seme da beccare.
UPUPA: Forse dovreste tornare a Roma. Quella è la vostra città, qui città non ce ne sono!
PISTETERO: IDEAAAAA!!!!!! Vedo un grande futuro per voi uccelli se mi darete retta.
UPUPA: In che cosa?
PISTETERO: Fondate una città qua, sugli alberi.
EVELPIDE: Aiuto! E' impazzito!
UPUPA: Una città?
PISTETERO: Guarda giù (All’upupa) . Ora guarda su, rigira il collo! Hai visto qualcosa?
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UPUPA: Nuvole, nuvole e cielo!
PISTETERO: E non è forse questa la città degli uccelli? Qui farete la vostra città e vi farà
diventare ricchi!! Ma che dico ricchi, ricchissimi. Ma che dico ricchissimi, cavalieri!!!
EVELPIDE: Questo è scemo, altro che impazzito!
UPUPA: Ma in che modo,non capisco.
PISTETERO:Lo so che non capisci, ma per fortuna ci siamo noi!Tra il regno degli Dei e la terra:
l’aria è la vostra. Per esempio : quando gli uomini faranno i sacrifici agli Dei il fumo degli arrosti
non gli arriverà mai se Giove non pagherà la tassa per lasciarlo passare.
UPUPA: Uh Uh. Per la terra, per le tagliole, per le catrappole, che idea geniale! Se gli altri uccelli
sono d’accordo questa città la voglio fondare con voi.
EVELPIDE: E chi lo spiegherà agli altri uccelli?
UPUPA: Tu. Io, in questi anni gli ho insegnato a parlare.
PISTETERO: Puoi chiamarli tutti qui?
UPUPA: Certo che posso... Entro nella macchia... sveglio la mia usignoletta.... e arriveranno tutti di
corsa.
PISTETERO: Oh amico mio, vai a chiamarli!
UPUPA (inizia a fare strani versi) torotorotorotorotix, chiccobau, chiccobau, torotorotorolillilix. (non arriva
nessuno) torotorotorotorotix, chiccobau, chiccobau, torotorotorolillilix gnekegnè gnekegnè ( Arrivano gli
Uccelli) Venite qui, compagni alati ! Venite numerosi ! Ascoltate la grande novità!!
3^ Scena: IL CORO DEGLI UCCELLI DI UPUPA entrano in scena tutti
gli uccelli amici di upupa che creano una danza Euritmia sulle musiche di battiato
EVELPIDE e PISTETERO: Guarda che buffo ! Guarda quello, Pernici, Quaglie, Colombe,
Civette
UPUPA: Pica, Tortora, Allodola, Colomba, Sparviere, Pettirosso, Picchio.
PISTETERO: Uh ... quanti Uccelli!.... Quante quaglie … quante allodole ….
EVELPIDE: ... quanti barbagianni (Al Pubblico)
PISTETERO: Come pigolano ! Non ce l’avranno mica con noi!
CORIFEO: Chi, chi, ci ha chiamato?
UPUPA: Sono stato io ! Ho da dirvi una cosa sensazionale!
CORIFEO: Sentiamo!
UPUPA: Vi propongono una grande impresa. Questi due uomini.....
CORIFEO:Uomini?! Che hai combinato!
(confusione di scena)
TUTTI: Tradimento... Uomini, uomini, uomini!
CORIFEO: Tu hai fatto questo?
UPUPA: E son contento di averlo fatto!
CORIFEO: Maledetto te e loro! Spenniamoli. acciacchiamoli, caviamogli gli occhi
EVELPIDE: Arriderci ! E’ stato un piacere, ma è tardi. E’ meglio tornare a Roma! Ho l'udienza dal
Papa, oggi eleggono il presidente, c'è il Derby...
PISTETERO: Non ti muovere. Ci difenderemo!
EVELPIDE: E come?
PISTETERO: avviciniamoci agli zaini e prendiamo qualcosa per menarli (Evelpide si precipita e
prende il corno) Ma non con quello, Con le marmitte.
EVELPIDE: E per gli occhi?
PISTETERO: Ci metteremo due coperchi!
EVELPIDE: Che bella trovata! (si vestono per combattere. Improvvisazione, E. e P. stanno per soccombere)
UPUPA:Fermi tutti, disgraziati ! Hanno buone intenzioni, ascoltateli!
CORIFEO: Gli uomini non hanno mai buone intenzioni.
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UPUPA:Vi prego di ascoltarli!
CORIFEO: E va bene. Ciascuno torni al suo posto.
EVELPIDE: Gli Abbiamo fatto paura, eh?
PISTETERO: più o meno!!!
UPUPA: Si, ringraziate me (agli uccelli ) Ascoltateli ! Loro sostengono che ogni cosa qui, là, laggiù,
appartiene a noi uccelli.
CORIFEO: Sei forse impazzito?
EVELPIDE: E’ la verità (a Pistetero ) Parla, spiega qual’è il motivo.
PISTETERO: Io lo faccio, ma ad un patto che se mi scappasse la pipi non vi nascondiate dietro i
cespugli a cercare di beccarmi il … ci siamo capiti.
CORIFEO: Ma quello è il più grande divertimento... d'accordo...te lo promettiamo!
PISTETERO: Giuralo!
EVELPIDE: Giuralo anche a me, già che ci sei
CORIFEO: Lo giuro Ora parla!
PISTETERO: Un tempo, prima che nascesse Giove e prima ancora che nascesse la Terra, voi
eravate re di tutto quello che vedete.
CORIFEO: Noi? Re?
PISTETERO: Certo, per Giove!
CORIFEO: Questo non lo sapevo!
EVELPIDE: Perché sei un ignorante senza curiosità!
PISTETERO: Dunque, se gli uccelli sono nati prima della Terra e prima degli Dei, sono i più
anziani e quindi appartiene tutto a loro.
SERVO: Impossibile, noi non abbiamo il fisico per fare i Re! I Re stanno sempre seduti, noi non
camminiamo nemmeno.
EVELPIDE: Ti sbagli! Voi siete più belli del Re! Guardate il gallo, per esempio : ancora cammina
come un grande re e porta in testa la corona: quando al mattino canta tutti scattano in piedi e vanno
al lavoro.
PISTETERO: l'Aquila ha una portamento da grande Regina ed è stata sulla testa di giove!
EVELPIDE: Aquila fortunata!
PISTETERO: Il Cuculo, poi, era il re dell’Egitto.
EVELPIDE: Il cuculo è sempre stato un po' antipatico.
PISTETERO: E perchè?
EVELPIDE: Sembra un sedere balbuziente!
PISTETERO: Una volta vi onoravano e rispettavano tutti: non si giurava sugli Dei ma sugli
Uccelli. Ora invece vi tirano i sassi come ai matti : I cacciatori vi inseguono per mangiarvi arrostiti,
conditi con salvia e aceto.
CORIFEO: Parole tremende. Terribili : salvateci : Dicci cosa dobbiamo fare.
PISTETERO: Per prima cosa ci deve essere una città degli Uccelli, poi tutto intorno al cielo
dobbiamo costruire una grande muraglia.
EVELPIDE: La grande muraglia uccellese! Ganzo!
CORIFEO: Ganzissimo!
PISTETERO: Poi fatta la città andremo da Giove a chiedergli lo scettro e la corona e se dirà di no
sarà guerra a tutti gli Dei: niente sacrifici, niente offerte, niente transito per il cielo e, marameo
Giove.
CORIFEO:Come faranno gli uomini a credere che siamo i nuovi Dei? Noi Abbiamo le ali, no ngli
scettri!
PISTETERO: Anche gli Dei hanno le ali : guarda Mercurio.
CORIFEO:E se Giove ci fulmina?
UPUPA: E se gli uomini non crederanno a noi e continueranno ad adorare gli Dei dell’Olimpo?
PISTETERO: Allora non avranno scampo ! Passeri e cornacchie d ivoreranno tutto! Girasoli, grano
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e granturco. Per la fame gli uomini si rivolgeranno a noi e riavranno tutti i beni del mondo.
CORIFEO: Gli uomini non fanno altro che pensare alla ricchezza.
PISTETERO: Indicherete agli uomini le miniere più ricche e i commerci più vantaggiosi. Nessuno
morirà più in mare
CORIFEO: Come sarà possibile?
PISTETERO:Ci saranno uccelli che diranno agli uomini : “Ora non navigare: ci sarà tempesta” ;
“Puoi navigare: andrà bene”
EVELPIDE: Allora me ne vado, prendo una nave e mi metto in mare (fa finta di remare).
PISTETERO: E poi gli mostrerete le mappe dei tesori nascosti degli antenati.
EVELPIDE (Con aria furba): Allora vendo la nave ! Mi compro una zappa e mi metto a scavare!
CORIFEO: E con la salute che vive presso gli Dei, come la mettiamo?
PISTETERO: vanno bene le cose? ... Ecco, questa è la salute!
EVELPIDE: E’ proprio vero, quando le cose vanno male mi viene mal di testa.
CORIFEO: E la vecchiaia chi gliela concede visto che anche questa ce l’hanno gli Dei?
Moriranno tutti bambini?
PISTETERO
Scherzi? Gli uccelli allungheranno la vita agli uomini di trecento anni. Non sai che la cornacchia,
per esempio, vive cinquecento anni? L'araba fenice poi, nonmuore mai.
EVELPIDE: Perbacco! ... Questi nuovi Dei sono migliori di Giove.
PISTETERO: pensate che non dovremo neanche costruire più templi di pietra con porte d’oro
perché per onorare e pregare gli uccelli basteranno gli alberi.
CORIFEO: Oh nostro salvatore, mi venga un colpo se non ti do retta! Piuttosto, diteci i vostri
nomi!
PISTETERO: Io sono Pistetero de Trastevere e questoӏ Evelpide de Ostia Beach.
CORIFEO: Salute a tutti e due.
PISTETERO: Grazie. A proposito, Upupa, come faremo a vivere insieme a voi senza ali?
UPUPA: E’ facile, ho una piccola radice che voi la mangiate e sarete alati.
PISTETERO: Trovane un po’ anche per questa lumaca (Indica il Servo escono tutti. Musica e
Euritmia)
4^ Scena: NUBIBAGGIANIA Al termine della danza, che sarà molto più breve della prima,
rientra da solo Evelpide e si guarda le ali
EVELPIDE: Che meraviglia: ali ... ! ali... ! Gli uomini staranno tutti dalla nostra parte!
(Al Pubblico) Se voi aveste le ali e siete stanchi della nostra storia, ve ne volate a casa, fate merenda, e
poi tornate qui. Oppure ... se vi scappa un grosso bisogno (fa il verso) invece di farlo sotto le sedie,
volate via e dopo aver profumato l’aria, tornate qui. (Entra Pistetero ridendo)
EVELPIDE: Perché ridi?
PISTETERO: Le tue penne somigliano ad un’oca dipinta.
EVELPIDE: E tu ad un merlo rasato
CORIFEO: Che nome avrà questa nostra città?
EVELPIDE: Un nome grande, illustre, che sappia di cielo e di nuvole...’
PISTETERO: L’ho trovato : NUBIBAGGIANIA!
CORIFEO: Che splendore di città! (TUTTI Applaudo, approvo, siamo tutti d’accordo : NUBIBAGGIAN IA!
PISTETERO: Benissimo. Primo atto pubblico della nostra città sarà il sacrificio! (A Evelpide ) Tu
intanto vai in giro per il cielo dai una mano ai muratori porta mattoni, impasta la calce, tira su il
secchio, metti le sentinelle, accendi il fuoco, poi manda un messaggero a gli uomini e uno agli Dei e
poi ritorna qui.
EVELPIDE: (Scocciato) Nient’altro?
PISTETERO: Sì! Una pizza margherita e una birra media! … Su, fai il bravo, io mi devo occupare
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dei sacrifici ai nuovi Dei.
EVELPIDE: Non è che ti stanchi troppo, eh?
PISTETERO: E si! (Esce Evelpide e entra il Sacerdote accompagnato da un uccello flautista)
Tocca a te Sacerdote, sacrifica ai nuovi Dei! (si rivolge ad un uccello del coro che si mette un mantello sulle spalle)
SACERDOTE: E’ quello che sto per fare. (guarda il flautista che continua a suonare).
Ragazzo, smettila di soffiare. (Il flautista continua). Ragazzo stoop ! fate una prece a tutti gli uccelli,
maschi e femmine che concedano salute e benessere a tutti gli abitanti di NUBIBAGGIANIA, al
cigno, al fringuello, al cardellino, al picchio, al pavone, all’anatra, alla cinciallegra, all’ aquila di
mare, agli avvoltoi.
PISTETERO: E piantala, accidenti, disgraziato, se inviti le aquile e gli avvoltoi, non rimarrà nulla,
il sacrificio lo faccio da solo. (Entra il Poeta)
POETA: O fortunata NUBIBAGGIANIA, io ti canto una poesia.
PISTETERO: E questo da ‘ndo spunta ? Ma chi sei?
POETA: Io sono un cantore di poesie come Omero. Ho composto molte belle canzoni per
NUBIBAGGIANIA.
PISTETERO: Hai composto canzoni per …, ma quanto tempo fa?
POETA: Da anni, da tanti anni io celebro la vostra città.
PISTETERO: Ma se la mia città fino a tre minuti fa non aveva neanche il nome.
POETA: La voce delle Muse è veloce. Dammi gentilmente un dono.
PISTETERO: Ah ecco perché sei venuto cominciano già con le bustarelle qui. Andiamo proprio
bene. (a Evelpide) tu che hai una pelliccia ed una tunica spogliati e dalla al Poeta ! (Evelpide esita) Veloce.
POETA: “Accolgo il dono ma la pelliccia senza tunica è una vergogna !“
PISTETERO: E bè certo. (Al pubblico) questo lo meno … (Al Servo) Dagli anche la tunica. Adesso te
ne puoi andare.
POETA (prende la tunica e fa il verso di andarsene) Vado, ma prima di partire ringrazierò tutti con una
poesia” Oh NUBILCUCULIA... (Lo spinge fuori)
PISTETERO: Ricominciamo il sacrificio (Al Servo) Falli fare un applauso (indicando il Pubblico) se no il
sacrificio viene male.
SPACCIAORACOLI (Rotolo di papiro in mano) Non sacrificare il capro!
PISTETERO: E tu chi saresti?
SPACCIAORACOLI: Chi ? Lo Spacciaoroscopi!
PISTETERO: Va via ! Non ci interessa.
SPACCIAORACOLI: Sciagurato, c’é un oracolo che parla proprio di voi. Stà a sentire (Apre il
papiro)” Se arriverà tra voi un profeta con un papiro in mano dategli un mantello e un paio di scarpe
nuove”
PISTETERO: (ironico) Ah c’é scritto scarpe li dentro?
SPACCIAORACOLI: Scarpe nuove ... E ancora: una coppa d’oro e un arrosto d’agnello.
PISTETERO: Ah anche una coppa ed un arrosto
SPACCIAORACOLI: Sicuro, e se non lo farai re degli uccelli non diventerai.
PISTETERO: (prende una mazza) Ma quest’oracolo non somiglia al mio. Sta sentire” Che se non
invitato arrivasse un imbroglione approfittatore a interrompere i sacrifici bisogna riempirlo di
legnate sulla schiena.”
SPACCIAORACOLI: (preoccupato) C’é scritto proprio questo?
PISTETERO: ( mostrando il bastone) Non ci credi? Vuoi leggere? (fa il gesto di prenderlo a legnate)
SPACCIAORACOLI: Per Zeus! Mi sono dimenticato la pentola sul fuoco del Peloponneso (esce. Entra
Metone).
PISTETERO: Ricominciamo.
METONE: Giungo da voi.
PISTETERO: Ti venisse un accidente: eccone un altro. Che sei venuto a fare, te?
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METONE: Sono qui per misurare l’aria e dividerla fra voi. Sono il più grande geometra d’Italia.
PISTETERO: Come ti chiami?
METONE: Metone!
PISTETERO: E sei già partito male. Se si geometra ti devi chiamare Metrone non metone. E
questi attrezzi a che servono?
METONE: Sono squadre, compassi e righe per misurare (compie gesti per misurare) Qui ci metto la
squadra, il compasso, faccio una curva, hai capito?
PISTETERO: No
METONE: Il cerchio diventa quadrato, la piazza il sole, e le strade i raggi.
PISTETERO: Che? Che cosa?
METONE: Ho detto che Il cerchio diventa quadrato, la piazza diventa sole, e le strade i raggi.
PISTETERO: Non si capisce niente. Ma sicuro che sei geometra?
METONE (spazientito) Ah, ma allora sei duro eh?
PISTETERO (offeso ) Duro io? Prova a sentire questo (lo bastona e lo fa scappare, entra l’ispettore)
ISPETTORE: Dove sono i protettori degli stranieri?
PISTETERO: Eccone Un altro! Stavo in pensiero!
ISPETTORE: Io sono un ispettore designato a sorte.
PISTETERO: Vuoi essere pagato subito?
ISPETTORE: Certo, per gli dei.
PISTETERO: Subito, dimmi unacosa: preferisci solidio liquidi?
ISPETTORE: liquidi cosa sono? ( Piestetero prende uno spruzziono e gli spruzza l'acqua in faccia)
Capito tutto!!! Allora meglio solidi
PISTETERO: Bravo!!! ti accontento s ubito! (lo bastona)
ISPETTORE: Hai percosso un ispettore! Prendo i testimoni e ti denuncio in base alla legge
ecceterea eccetera, del comma eccetera eccetera, dell'articolo......
PISTETERO
Eccetera eccetera. Ma te ne vuoi andare! (esce l’Ispettore, entra il Venditore di leggi)
ISPETTORE: ti denuncio! Adesso io faccio la legge..... (entra il venditore delle leggi avvolto da scartoffie)
VENDITORE: ….e io trovo l'inganno. Salve, Molto piacere, sono il commissario Lex!! E' lei che
ha costruito una città. Bene allora le serve una legge finanziaria, eccone una fresca fresca , si
chiama la buona moneta, poi le serve una legge sulla sicurezza, eccone qua una che profuma di
giornata. Si chiama la buona sicurezza, poi gliene serva una sulla scuola...
PISTETERO: Se mi dai quella della buona scuola ti cucino in salmì
VENDITORE: E allora la buttiamo via. Senti questa: se un Nubibaggianese fa un torto a un
Romano…
PISTETERO: Che accidente è questa scartoffia? Senti, Lex, ma tu chi sei?
VENDITORE: Sono un venditore di leggi.
PISTETERO: Un venditore di leggi? Adesso le leggi si comprano?
VENDITORE: E' la novità di quest'anno. Sinora i potenti si sono comprati i politici, da oggi si
comprano direttamente le leggi, perchè dei politici non sanno che farsene. E io le vendo. A peso. I
Nubibaggianesi adopereranno le stesse bilance dei Romani.
PISTETERO: (spazientito) Quanto le fai al chilo?
VENDITORE: Molto poco, poi c'è un'offerta speciale che paghi solo due e prendi
PISTETERO: E pigli quattro bastonate!!!
VENDITORE:Oh! Ma che ti piglia?
PISTETERO: Porta via le tue leggi e di corsa! ( rientra l’Ispettore)
ISPETTORE: Ti cito in tribunale.
PISTETERO: E io ti cito in un occhio.
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ISPETTORE: La vedremo … Lei non sa chi sono Io
PISTETERO: Povero me, e tu lo sai chi è lui?
VENDITORE: Veramente sì, è il mio socio in affari.
PISTETERO: Aahh! Ho capito tutto. Aspettate un attimo (rifà il verso di richiamo del servo)
Uccelli, uccellini, venite a beccare queste due pannocchie (Entrano gli uccelli e li portano via)
CORIFEO: Oh felice stirpe degli alati uccelli, nostra la vittoria, nostro il cielo.
Se di cantare liberi ci lascerete,
solo fortuna da noi otterrete.
Ma a chi ci caccia e ci imprigiona, ombrelli grandi noi consigliamo
perché dall’alto di strane macchie noi li riempiamo. (Musica - entra Messaggero1)
MESSAGGERO1
Messaggio per il comandante Pistetero....Messaggio per il comandante Pistetero....Messaggio per il
comandante Pistetero....
PISTETERO: Sono qui!Sono qui, fermati … Ho detto fermati!!!
MESSAGGERO1: Il tuo muro è già costruito.
PISTETERO: Bene, una bella notizia
MESSAGGERO1: E’ un lavoro bellissimo : misura più di cento braccia.
PISTETERO: Per Ercole: chi l’ha costruito?
MESSAGGERO1: Gli uccelli, da soli ! Non c’erano muratori, né tagliapietre, né falegnami, solo
uccelli: trentamila gru, con le pietre in bocca, diecimila cicogne con i mattoni e gli uccelli di fiume
con secchi di calce (gli rovescia un secchiello di farina sulla faccia)
PISTETERO: Mannaggia a te! E l'acqua chi la portava?
MESSAGGERO1: Gli aironi e le oche. Le oche riempivano i secchi con le loro zampe a paletta e
gli aironi prima bevevano e poi.....
PISTETERO: Grazie! Ho capito tutto! Che meraviglia ! E i falegnami?
MESSAGGERO1: Pellicani abilissimi, a colpi di becco, costruivano porte e finestre. Ora è tutto
pronto: ci sono le torri e i posti di guardia. Nessuno può passare, una fortezza inespugnabile.
Adesso tii saluto. Devo consegnare un messaggio per Zeus!
PISTETERO: A Zeus? E Che gli devi dire a Zeus?
MESSAGGERO1: Che state costruendo la città Nubibaggiania!!!
PISTETERO: Buona idea …. NO!! No, aspetta, dove vai? E' meglio che non diciamo niente a
Zeus, quello subito si infulmina!! Niente, è andato! Tanto, con i tempi delle poste, prima che arrivi
il messaggio a Zeus faccio in tempo a farmi una pennichella (fa per distendersi. La città è costruita. Ora si
cala il fondale dell’arcobaleno oppure Si odono Tuoni. Entra correndo messaggero2).
5^ Scena: IRIDE: messaggero2, Pistetero – Iride
MESSAGGERO2:: Messaggio per il comandante Pistetero....Messaggio per il comandante
Pistetero....Messaggio per il comandante Pistetero....
PISTETERO (viene svegliato di soprassalto e cade a terra) .Aiutooo!!!
MESSAGGERO2: Allarmi... pericolo.... pericolo.... allarmi!!!
PISTETERO: Che c’è ora?
MESSAGGERO2: Una cosa terribilissima: un Dio di quelli di Giove è entrato nella nostra area
sfuggendo alla sorveglianza dei falchi.
PISTETERO: Ma è una cosa terribilissima!!! un Dio di quelli di Giove è entrato nella nostra area
sfuggendo alla sorveglianza dei falchi. Urca!!! Hai sentito Corifeo?
CORIFEO: Si! Una cosa terribilissima: un Dio di quelli di Giove è entrato nella nostra area
sfuggendo alla sorveglianza dei falchi. E' così, messaggero?
MESSAGGERO2: Si!! Una cosa terribilissima: un Dio di quelli di Giove è entrato nella nostra
area sfuggendo alla sorveglianza dei falchi!
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PISTETERO: Quindi ho capito bene: Una cosa terribilissima: un Dio di quelli di Giove è entrato
nella nostra area sfuggendo alla sorveglianza dei falchi!
MESSAGGERO2: Esatto: Una cosa terribilissima: un Dio di quelli di Giove è entrato nella nostra
area sfuggendo alla sorveglianza dei falchi!
PISTETERO: E a Zeus chi gliel'ha detto qua ci stavo io?
MESSAGGERO2: Messaggero1!
PISTETERO: Di già!! Caspiterina, come funzionano bene le cose in una città appena nata! E a te
chi ti ha avvisato?
MESSAGGERO2: Un falco
PISTETERO: Voce super attendibile! Questo è un bel problema! Che ti ha detto il falco,
messaggero?
MESSAGGERO2: Una cosa terribilissima: un Dio di quelli di Giove è entrato nella nostra area
sfuggendo alla sorveglianza dei falchi.
PISTETERO: Abbiamo Capito!! Non ti ha detto nient altro? (il messaggero nega con la testa) Che
azione indegna e terribile!!! Chi è questo Dio?
MESSAGGERO2: un Dio di quelli di Giove....
PISTETERO: E che ha fatto?
MESSAGGERO2: è entrato nella nostra area sfuggendo alla sorveglianza dei falchi
PISTETERO: Questo è partito!!! Presto, prendete archi e fionde.. Siamo in guerra. (tutti insieme)
Siamo in guerra, guerra, guerra. (Entra Iride volando) Fermati subito. Chi sei ? Da dove vieni?
IRIDE: vengo dall’Olimpo da parte degli Dei, creatura alata.
PISTETERO: Come ti chiami?
IRIDE: Mi chiamo Iride veloce.
PISTETERO: Da dove sei entrata? Da quale porta?
IRIDE: Non lo so.
PISTETERO: Sentitela. Fa finta di niente. Ce l’hai il lasciapassare delle cicogne?
IRIDE: Che accidente è?
PISTETERO: Non ce l’hai?
IRIDE: E tu il cervello ce l’hai?
PISTETERO: Non puoi volare come se niente fosse sul cielo della nostra città.
IRIDE: Io sono una Dea e gli Dei volano dove vogliono.
PISTETERO: No, per Giove. Da queste parti devono chiedere il permesso. Se ti beccavano ora
saresti morta.
IRIDE (ride) Io sono immortale.
PISTETERO E morivi lo stesso. Ma guarda che tipina (al Pubblico ) Dove pensa di andare con
queste ali da cornacchia?
IRIDE: La cornacchia è una Dea!! Io vengo da parte di Giove, il mio capo e anche il vostro. Egli vi
manda a dirvi di sacrificare agli Dei agnelli e buoi arrostiti.
PISTETERO: A Chi? A quali Dei?
IRIDE: A quali? A noi! Gli Dei del cielo.
PISTETERO: Adesso i nuovi Dei sono gli uccelli. Gli uomini sacrificheranno a loro, non a Giove,
per Giove.
IRIDE: Oh, pazzo, pazzo, pazzo... Giove con i suoi fulmini vi brucerà a tutti come arrosticini e io
riferirò tutto alle mie sorelle.
PISTETERO: Quelle arpie!! Sta a sentire faraona. Se non te ne vai alla svelta ti mettiamo in forno,
noi, sentirai che bruciore…
IRIDE: Crepa! Gli Dei distruggeranno la vostra città.
PISTETERO: Uh, guarda come tremo. (Iride esce arrabbiatissima) L’araldo mandato tra gli uomini
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ancora non è tornato. Speriamo bene. (Entra l’Araldo)
ARALDO: Oh Pistetero, oh beato, oh sapientissimo, oh gloriosissimo, oh fichissimo, oh
illustrissimo, oh fammi star zitto.
PISTETERO: Che dici?
ARALDO: Tutti i popoli della terra ti onorano e ti venerano e ti incoronano loro RE.
PISTETERO: A me? Grazie. Ma perché mi incoronano?
ARALDO: Perché hai fondato la grande città celeste. Tutti sono innamorati di questa grande città !
Prima che tu la fondassi erano tristi, sporchi, violenti, e pensierosi, ora di colpo sono cambiati.
Imitano gli uccelli e sorridono. Si fanno chiamare Signora pernice, Avvocato Avvoltoio,
Madamigella Anitra, e cantano!!! Siii! Cantano canzoni alle rondini, alle colombe, alle aquile, e
tutti vogliono venire ad abitare qui, stanno per arrivare a migliaia e tutti a chiedere asilo e ali.
PISTETERO: Ecco è finita la pace (agli uccelli) Presto, fate rifornimento d’ali e chiamate Evelpide.
Quando arrivano non voglio riceverli io. (gag degli uccelli che entrano con le ali).
6^ Scena: PARRICIDA, SICOFONTE E PROMETEO
CORO
La fortuna ci assista. L’amore per questa
città li riempirà di uomini.
CORO
Niente più ci manca: saggezza, desiderio,
felicità, pace.
Fallo muovere, fallo muovere
questo asino.
Così, così, ben fatto
PISTETERO
Sbrigati a portare, ti dico.
PISTETERO
Che fiacca. Ti vuoi sbrigare,
lumaca.
(Lo batte)
SERVO
Grazie amici! (Servo scappa)
Osservate bene gli uomini e attaccate loro le ali che si meritano. (Coro esce Entra Parricida)
EVELPIDE: Che scioccoquell'Araldo. Mi ha voluta far credere che c'è in atto un fenomeno di
immigrazione. Seh! Seh! Arrivano i barconi!!
PARRICIDA: Oh se fossi aquila.
EVELPIDE: L’Araldo non mentiva. Ecco il primo.
PARRICIDA: Non c’é cosa più dolce che volare. Voglio vivere con voi, secondo le vostre leggi.
EVELPIDE: Non parlare di leggi se no qui si apre un Supermarket. E poi quali? Le leggi degli
uccelli sono tante.
PARRICIDA: Tutte quante. Ma più di tutte quella che considera giusto mordere il padre e tirargli
il collo. Poi prendere tutta l’eredità.
EVELPIDE: hai sbagliato posto allora: noi osserviamo la legge delle cicogne: quando il padre ha
allevato tutti i cicognini e gli ha insegnato a volare tocca ai figli a loro volta mantenere il padre.
PARRICIDA: Bell’affare che ho fatto a venire qui se devo mantenere anche mio padre.
EVELPIDE E’ una cosa da niente. Non te la prendere. Prendi questo paio di ali da uccello orfano e
resta con noi. Ma chi sei?
PARRICIDA: Sono Parricida. Ti dice niente il mio nome? voglio il mi’ babbino. (Piagnucolando esce.
Entra Sicofante)
SICOFANTE: Chi è che dà le ali ai nuovi arrivati?
EVELPIDE: Sono io. Di che cosa hai bisogno?
SICOFANTE: Le ali, dammi subito le ali ! Non farmelo dire due volte. Devo fare il giro delle isole
e controllare se ci sono stranieri da spedire a casa. (batte il manganello sul palmo)
EVELPIDE: Sicché il tuo lavoro è di denunciare gli stranieri? Che coraggio!
SICOFANTE: Che dovrei fare ? Zappare la terra. Dammi le ali.
EVELPIDE: Ma ci sono tanti mestieri più leali con cui guadagnarsi da vivere.
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SICOFANTE: Ti ho chiesto ali, non consigli.
EVELPIDE: E io ti sto dando le ali mentre parlo.
SICOFANTE: A parole?
EVELPIDE: Tutti gli uomini prendono il volo grazie alla parola.
SICOFANTE: Allora con le parole si mettono le ali?
EVELPIDE: Si, è grazie alla parola che la mente si innalza l’uomo si solleva. Così anch’io vorrei
darti le ali con buone parole e indirizzarti ad un lavoro più tranquillo e onesto.
SICOFANTE: Non voglio!
EVELPIDE: E che vuoi fare allora?
SICOFANTE: Non posso tradire la mia famiglia; il mio mestiere mi vien dagli avi. Dammi dunque
ali leggere e veloci, di sparviero, in modo da poter denunciare gli stranieri e poi tornare indietro di
volata.
EVELPIDE: Capisco ... Lo straniero si trova condannato già prima di aver messo piede sul posto.
SICOFANTE: Hai capito benissimo.
EVELPIDE: E mentre lui naviga da questa parte e rischia la vita, tu già stai tornando indietro per
impadronirti dei suoi beni.
SICOFANTE: Esatto! Devo essere una specie di trottola.
EVELPIDE: Capisco ... per fortuna ho qui queste bellissime ali che vengono da Corfù.
SICOFANTE: Povero me Hai preso la frusta.
PISTETEROEVELPIDE: Queste sono le ali con cui ti farò girare come una trottola! (Lo frusta)
SICOFANTE: Aiuto (esce)
EVELPIDE: Via, accidenti ! Malvivente, Vedrai che ti costerà caro non rispettare la giustizia!
(Entra Prometeo sotto l’ombrello)
PROMETEO: Povero me, speriamo che non mi veda Giove. Dov’é Pistetero?
EVELPIDE: E questo, ora, chi sarebbe?
PROMETEO: Per caso hai visto qualche Dio alle mie spalle?
EVELPIDE: No, ma tu chi sei?
PROMETEO: Che ora è?
EVELPIDE: E’ passato da poco mezzogiorno. Ma tu chi sei?
PROMETEO: E’ l’ora di sciogliere i buoi, o ancora più tardi?
EVELPIDE: Aaahh (scrolla le mani)
PROMETEO: E Giove che fa? raduna le nubi o le disperde?
EVELPIDE: Ma va a quel paese!
PROMETEO: Allora mi posso scoprire? Piacere sono Prometeo!
EVELPIDE: Caro Prometeo!
PROMETEO: Ssst ... non gridare.
EVELPIDE: Che c’è?
PROMETEO: Non chiamarmi per nome. Sono rovinato se Giove mi vedesse qui! Ma se vuoi che
ti racconti tutte le cose di lassù, prendi quest’ombrello e reggilo alto, che gli Dei non possano
vedermi.
EVELPIDE: Una bella trovata: fa onore al tuo nome : vieni qui sotto e parla, coraggio!
PROMETEO: Stammi a sentire.
EVELPIDE: Ti ascolto.
PROMETEO: Giove è spacciato
EVELPIDE: Spacciato? e da quando?
PROMETEO: Da quando avete fondato la vostra città nel cielo, nessun uomo fa più sacrifici agli
dei, e da allora il fumo delle cosce arrostite non sale più fino a noi. Senza sacrifici noi digiuniamo.
Tu sai che gli dei quando sono affamati diventano barbari, E gli Dei barbari strillano, battono le
mani sulle nuvole e minacciano la guerra a Giove.
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EVELPIDE: Ci sono altri Dei barbari lassù?
PROMETEO: Si. Si chiamano Triballi.
EVELPIDE: Ah capisco... gli dei che fanno tribolare anzi triballare?
PROMETEO: Appunto. Ti voglio dire una cosa: arriveranno ambasciatori da parte di Giove e dei
Triballi per trattare la pace ; ma voi non accettate se non a condizione che ‘restituisca la corona agli
Uccelli e ti dia in moglie Sovranità.
EVELPIDE: Chi è Sovranità?
PROMETEO: Una donna stupenda che amministra il fulmine di Giove e tutte le altre cose: il buon
governo, la saggezza, i soldi.
EVELPIDE Tutta questa roba?
PROMETEO: Certo. Se Pistetero la ricevesse dalle sue mani, avrà tutto. Perciò sono venuto ad
avvertirlo. Il mio affetto va sempre agli uomini. Ma dov'è Pistetero?
EVELPIDE Ma sono io Pistetero! Sono Je, Yes I am!!! Vai da Giove e digli che Pistetero è stato
trovato, ringrazia di cuore è acetta Sovranità più optionals... (Solenne) Tu, nostro grande eroe che ci
hai portato il fuoco rubandolo agli Dei.
PROMETEO: Grazie! Ma ora ridammi l’ombrello per tornare indietro, così Giove dall’alto non
potrà riconoscermi.
EVELPIDE T'attacchi. Qua potrebbe piovere fulmini da un momento all'altro. Vai... Vai... E'
andato. Bene!!!! (canticchiando) “Sovranità e averti vicino con Zeusino, la Sovranità...”
7^ Scena: TRIBALLO, NETTUNO ED ERCOLE
(Esce prometeo ed entrano Triballo. Nettuno ed Ercole)
NETTUNO: Ecco la città dove andiamo a compiere la nostra ambasciata. (A Triballo) Ma che fai,
porti la tunica avvolta a sinistra? Dove andremo a finire se gli Dei eleggessero un tipo come te.
TRIBALLO: (Triballo mugugna e si agita, non parla Italiano ma con i suoi suoni e la sua mimica il pubblico capisce tutto. In
questo caso fa capire che va a fare un giro di perlustrazione)
NETTUNO:Vuoi stare fermo? Al diavolo! sei il dio più barbaro che abbia mai visto. (A Ercole) :
Ercole, che vogliamo fare?
ERCOLE: Te l’ho detto: voglio strozzare l’uomo che ha costruito il muro lasciando fuori gli Dei.
NETTUNO: Ma lo sai che siamo stati eletti dagli Dei per trattare la pace?
ERCOLE: In tal caso lo voglio strozzare due volte.
EVELPIDE: (ai Servi) Datemi la grattugia, portatemi del formaggio. E tu attizza il fuoco.
NETTUNO: Salute a te, uomo. Ti salutiamo noi tre che siamo Dei!
EVELPIDE (ignorandoli e seguitando a preparare il cibo) Intanto io grattugio il formaggio.
ERCOLE (Leccandosi i baffi ) Queste carni che sono?
EVELPIDEUccelli riconosciuti colpevoli di rivolta contro la nostra città.
ERCOLE: Ah ... e tu ci grattugi il formaggio sopra?
EVELPIDE: (riconoscendolo) Oh, sei tu Ercole. Come va? Come mai da queste parti?
NETTUNO: Siamo stati mandati dagli Dei per trattare la pace
EVELPIDE Non c’é olio nell’ampolla.
ERCOLE (affamato) Mi raccomando gli uccelletti devono essere ben conditi.
NETTUNO: ... noi dalla guerra non ricaviamo nessun vantaggio.
EVELPIDE: Ma non siamo mica stati noi a cominciare la guerra! e se ora finalmente volete
comportarvi secondo giustizia, siamo disposti a fare la pace e le condizioni sono queste Giove deve
restituire subito la corona a noi uccelli. Se siete d’accordo invito subito a pranzo gli ambasciatori.
ERCOLE: ( sempre più affamato ) Mi sta bene. Voto a favore!
NETTUNO: Ma che voti a favore, tu!! Disgraziato! sei il solito morto di fame. Vuoi togliere il
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potere a Giove, tuo padre?
EVELPIDE: Se gli uccelli comandano giù, voi Dei avrete un potere più grande lassù. Gli uccelli
volano ovunque perciò possono controllare meglio chi non ubbidisce.
NETTUNO: E’ vero!
ERCOLE: Pare anche a me.
EVELPIDE: (a Triballo ) E tu che ne pensi?
TRIBALLO: (Triballo cerca di comunicare a gesti mugugna e salta, ripetendo il concetto di pace e di potere.
Ercole lo minaccia, lui alza le braccia e s'arrende)
ERCOLE: Vedi ... E’ d’accordo anche lui.
EVELPIDE: Sto pensando di lasciare Giunone a Giove, ma la giovane Sovranità me la deve dare
in sposa a me, PISTETERO!!! se no mi arrabbio.
NETTUNO: Sovranità? Ho capito, non vuoi fare la pace. Torniamo a casa.
EVELPIDE: Poco importa. Cuoco, fai attenzione che la salsa sia dolce.
ERCOLE: (guardando il cibo che stanno preparando) Nettuno dove stai andando? Ma vale proprio la pena
fare la guerra per una donna?
NETTUNO: E allora che facciamo?
ERCOLE: Pranzo... cioè La pace
NETTUNO: ( a Ercole ) Povero fesso, lo vedi che ti fai imbrogliare, anzi ti rovini con le tue stese
mani? Se Giove morisse dopo aver ceduto l’impero agli uccelli tu resteresti senza niente, mentre
dopo la morte di Giove invece tutti i suoi beni passerebbero a te.
EVELPIDE: ( a Ercole sottovoce con in pezzo di carne in mano) Lo zio ti prende in giro. Non dargli retta Lui
sarebbe il primo a portarti via tutto quello che ti spetta. Non farti ingannare. Purtroppo è la verità
ma non prendertela se vieni con noi ti faccio Re e ti do questo pezzo di cosciotto di aquila.
ERCOLE: ( pensando al cosciotto) A proposito di Sovranità ci ho pensato su e mi sono convinto che hai
ragione. Ho deciso di dartela in sposa.
EVELPIDE: (a Nettuno) Io ti ringrazio ma io ho un fratello che si chiama Piste.... cioà Evelpide.
Bisogna sistemare pure lui. Che mi dici?
ERCOLE: A lui faremo sposare la serva di Sovranità!
EVELPIDE: mi sembra perfetto!!! L'accendiamo? Accesa! E tu,tonno Rio Mare, che dici?
NETTUNO: Do voto contrario.
EVELPIDE: Aaah! tutto dipende da Triballo? A Tribà ... Che dici? (Triballo fa capire che se ne frega e
minacciato da Ercole inventa un discorso che finisce con “Pace”)
NETTUNO: E va bene, se siete d’accordo fate la pace. Io me ne starò zitto.
ERCOLE: Abbiamo deciso di accettare tutte le tue decisioni ; vieni con noi in cielo , là riceverai
Sovranità e tutte le altre cose.
EVELPIDE: (indicando gli uccelli sul tavolo ) Certo questi uccelletti li hanno uccisi al momento giusto:
serviranno per il pranzo di nozze.
ERCOLE: Lo resterei qui ad arrostire le carni. Voi andate pure.
NETTUNO: Arrostire le carni ? cammina, torna a casa, ingordo
ERCOLE (senza staccare mai gli occhi dal cibo) Eppure sarei rimasto volentieri.
EVELPIDE: (ai Servi) Portatemi la veste da sposo e pure per Pistetero. (rientra Pistetero)
PISTETERO: Che Profumino. Ci vuole un bel pranzetto prima di fare la guerra agli Dei!
EVELPIDE: Amico nessuna guerra!!! Ho risolto tutto. Io mi sposerò con Sovranità e tu con una
amica sua niente male
PISTETERO: Ma ionon mi voglio sposare con nessuno. Io voglio giustizia per gli uccelli, libertà
per Nubibaggiania … (Evelpide si avvicina all'orecchio di Pistetero) Andiamo subito!! (escono cantando la
marcia nuziale)
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8^ Scena: IL MATRIMONIO (Escono Pistetero e gli Dei entra il messaggero3 e tutti – musica)
MESSAGGERO3: Voi, stirpe beatissima degli uccelli, ricolmi di ogni fortuna, più grande di
quanto si possa dire, accogliete il vostro re nel ricco palazzo. Eccolo, ora s’intoni il sacro canto
delle Muse. (Tutti gli uccelli festeggiano il matrimonio tra Pistetero e Sovranità)
CORO: Indietro, fate posto. Volate intorno all’uomo beato. O splendore, o bellezza! Felici sono per
la città le tue nozze. Grandi fortune toccano per merito suo alla razza degli uccelli. Accogliete
Pistetero e Evelpide e intonate il canto di nozze! Entrano Pistetero Evelpide
EVELPIDE: Che gioia quest’ inni, che gioia per me questi canti, ammiro le vostre parole. Voi
tutti, amici alati, accompagnate gli sposi alla dimora di Giove.
PISTETERO: A chi lo dici, non mi hai ancora detto come si chiama questa bellissima amica di
Sovranità
EVELPIDE: Dopo … Dopo …. eccole stanno per entrare Zeus ….. quello ti fulmina se non stai
attento (entra Zeus con le divinità)
ZEUS: Salute a voi o nobili umani. Alfine di celebrare la pace tra il popolo degli Dei e il popolo
degli uccelli, sono qui per consacrare il matrimonio tra Sovranità e a te, caro (consulta un foglio)
Pistetero!
PISTETERO: Aspetta un momento, ma Pistetero sono io. Chi devo sposare io?
EVELPIDE: Dopo … Dopo …. Ascolta Zeus!!! Quello ti fumina se non stai attento
CORO: Evviva, evviva, evviva il vincitore, il più grande fra gli Dei ! Il fondatore di tutte le
felicità! Tiò, tiò, torotix, totix, chiccobau, chiccobau!W Pistetero!! (vanno tutti intorno a salutare
Evelpide!!)
EVELPIDE: Preparate il banchetto nuziale, si servano i vini, i formaggi e agnelli speziati, e carni e
spiedi ricolmi d’uccelli... (silenzio, blocco ...) mai più arrostiti, ma appollaiati a cantare
PISTETERO: Aspetta un momento!!! Pistetero sono ….
EVELPIDE: Dopo … Dopo …. Ascolta Zeus!!! Quello ti fulmina!!
ZEUS: (a Pistetero) Qualcosa non va, umano? Sono pronto a far saltare tutto se ci sono problemi!
PISTETERO: Per carità, Zeus, va tutto bene!!!
ZEUS: come ti chiami?
PISTETERO: Pistet...... (Evelpide fa cenno di stare zitto e sussurre “ti fulmina”) Evelpide, Zeus!
ZEUS: Che brutto nome, Meno male che la mia diletta Sovranità non sposi uno con questo nome
ma con te che hai un nome bellissimo, caro Pistolero … ehm Pistetero! Sei pronto ad accogliere la
tua nuova sposa?
EVELPIDE: sono pronto!!
PISTETERO: Ma che stai facendo, imborglione questa me la paghi
EVELPIDE: Dopo … Dopo …. Ascolta Zeus!!! Quello ti fulmina!!
ZEUS: Oh mia diletta Sovranità! Dammi la mano, beata, accogli Pistetero tuo Sposo, dividi con
egli tutti i privilegi che gli Dei ti hanno donato: bellezza, ricchezza, potere! E danza con lui leggera
e soave per tutta l'eternità: entra, Sovranità!!! (entra un uomo travestito da donna molto brutta e sgraziata che
corre ad abbracciare Evelpide)
SOVRANITA': grazie Padre, Amoooooooooooooooooore!!! Vieni qui tra le mie braccia!!!! (lo
rincorre per tutto il palco sino ad acchiapparlo e a stringerlo a se). Padre, ci sarebbe il matrimonio
della mia serva on quell'altro.
ZEUS: Oh sicuro, che entri la brutta serva di Sovranità che non so nemmeno come si chiami!
VENERE: Venere o mio signore. (ad Pistetero) Sei tu Evlpide, il mio dolce sposo? Sono tua, per
sempre. canzone finale Saluti
F
I
N
E
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