avvenire 20.07.2014 pag.12

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avvenire 20.07.2014 pag.12
12 A T T U A L I T À
Domenica
20 Luglio 2014
La novità.
La scommessa dell’export alimentare si chiama fonio
S
i chiama fonio e per gli agricoltori dell’Africa occidentale
potrebbe rivelarsi la prossima scommessa vinta sul fronte
dell’export alimentare. In Senegal, Nigeria, Sudan, il fonio è uno
dei cereali primari, apprezzato fin dai tempi dell’antico Egitto,
tanto che gli egiziani seppellivano i morti con una ciotola di fonio
perché avessero del buon cibo nella loro vita nell’aldilà. Secondo
la mitologia del popolo Dogon del Mali è addirittura la pianta più
antica dell’universo, il «seme della vita» da cui tutto ebbe inizio.
Ebbene, confinato finora in gran parte al mercato interno africano, il fonio sbarcherà entro la fine dell’anno nei supermercati e
nei ristoranti americani, grazie all’ostinazione di uno chef di origine senegalese, Pierre Thiam, ormai una celebrità a New York
È uno dei cereali primari
in Senegal, Nigeria e
Sudan. Ora è pronto a
sbarcare negli Usa
La sfida ai più conosciuti
couscous e quinoa
grazie alla sue ricette made in Africa e proprietario di una compagnia di catering.
Thiam è convinto che il fonio, una granella simile al couscous a
basso contenuto calorico ma ad alto valore proteico, possa sfondare in un mercato americano in cui la non troppo dissimile quinoa si è già rivelata un’alternativa salutare di successo alla pasta
e al riso. Dal 2004 a oggi le importazioni di quinoa negli Usa sono
passate dalle 2.267 tonnellate del 2004 alle 30.844 tonnellate attuali e con prezzi triplicati, un boom che ha avuto effetti positivi
per gli agricoltori di Perù e Bolivia, i maggiori Paesi produttori. Secondo Thiam, il fonio potrebbe portare lo stesso giovamento all’Africa occidentale: è un cereale che i salutisti americani potreb-
bero facilmente adottare, grazie ai suoi alti livelli di amminoacidi
essenziali ed altri importanti minerali, oltre al vantaggio di non
contenere glutine, che può portare ad allergie alimentari. Per gli
agricoltori il fonio è una coltivazione relativamente "facile": i suoi
costi sono bassi, è resistente alla siccità e matura velocemente, tra
le sei e le otto settimane. Insomma, i vantaggi sarebbero sia dal
lato del produttore che da quello del consumatore. L’idea di chef
Thiam è appoggiata dalla Talier Trading Group, una società specializzata nell’introduzione sul mercato Usa di alimenti "etnici"
(ad oggi ne ha fatti arrivare oltre quattrocento solo dall’Africa).
Paolo M. Alfieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Energia e cooperazione,
l’Italia vola in Africa
CREDITO
Dalle banche 4,4 miliardi
per le piccole imprese
Missione in Mozambico, Congo e Angola
Renzi: «Più investimenti». Da Eni 50 miliardi
Numeri
+5,3%
È LA STIMA
DI CRESCITA
DEL PIL IN
AFRICA NEL 2014
NEL 2013
ERA CRESCIUTO
DEL 4,8%
132 miliardi
NICOLA PINI
mando Guebuza. Con il Mozambico c’è un
rapporto di cooperazione che risale al ruolo
che la comunità di S. Egidio svolse negli anni 90, quando la sua mediazione fu detereri in Mozambico, oggi nella Repubblica del Congo,
minante per la fine della guerra civile (prodomani in Angola. Missione politica orientata al buprio a Roma fu firmato nel ’92 l’accordo di pasiness per Matteo Renzi nell’Africa centrale. Accomce). Con il Congo e l’Angola i rapporti sono
pagnato dal vice ministro dello Sviluppo Economico
meno strutturati ma ugualmente forte è l’inCarlo Calenda e da una delegazione imprenditoriale ad
teresse del governo a rafforzare i legami poalto livello, con i rappresentanti di una ventina di imprese
litici e l’interscambio commerciale, che nel
tra le quali Finmeccanica, Ferrovie ed Eni, quest’ultima
2014 si aggirerà intorno ai 400 milioni con il
già presente da anni nell’area con attività di esplorazioMozambico, altrettanti per il Congo e sui 900
ne ed estrazione e che ieri ha annunciato un mega-inmilioni con l’Angola, che dei
vestimento da 50 miliardi di dollari in sei
tre è il Paese con l’economia
anni. I tre Paesi africani hanno grandi
più solida.
problemi sociali e lottano contro fame e
siglare l’intesa sui nuovi inpovertà. Ma grazie in particolare alle loScoperto un mega- Avestimenti
l’amministratore Il premier Renzi a Maputo con il presidente Guebuza (Ansa)
ro risorse energetiche, gas e petrolio, ofgiacimento di gas delegato di Eni Claudio Defrono spazio alla presenza industriale
600 milioni di euro, in aumento del 77% rispetto a un
straniera. La compagnia petrolifera ita- Premier visita centro scalzi e quello della controllata Saipem
anno fa, Sece è al fianco di imprese italiane nel settore
Umberto Vergine. In Angola il gruppo iliana dopo la scoperta in Mozambico del
della logistica, delle costruzioni e dell’energia, ma anpiù grande giacimento di gas della sua anti-Aids di S.Egidio taliano è già presente dagli anni ’60 in
che di imprese più piccole interessate a operare in siprogetti di esplorazione e produzione e
storia (2.400 miliardi di metri cubi) incurezza in Paesi ancora relativamente inesplorati ma a
ora l’obiettivo è di portare in due anni l’evestirà in due progetti, portati avanti da
elevato potenziale.
strazione petrolifera da 130mila barili a
due consorzi, in uno dei quali è capofiIl governo non vuole però dimenticare anche il ruolo i200mila. In Mozambico e Congo la nuova sfida sul gas.
la. «Un’operazione straordinaria – ha commentato Rentaliano nella cooperazione internazionale: ieri a MapuAlla missione partecipano anche Confindustria, Assozi – grazie alla quale dal 2028-2019 potremmo avere gas
to Renzi ha visitato il centro Dream, uno dei dieci cenminerali, Saipem, Iveco, il gruppo Cremonini, Federalsufficiente per i prossimi 30 anni».
berghi e la Sace, società che assiste e assicura gli inveÈ la prima volta che un presidente del Consiglio italiatri di cura dell’Aids gestiti in Mozambico dalla Comustimenti italiani all’estero. Con un portafoglio di operano visita i tre Paesi dell’Africa sub-sahariana e centrale.
nità di S.Egidio.
zioni assicurate che nell’Africa sub-sahariana supera i
Ieri mattina a Maputo ha incontrato il presidente Ar© RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA
I
È IL PIL
NOMINALE
DELL’ANGOLA
C’è spazio per le nostre eccellenze
ANDREA DI TURI
600 milioni
IL VALORE DEGLI
INVESTIMENTI
ITALIANI IN
ANGOLA,
MOZAMBICO E
CONGO (+77%)
Egitto.
MILANO
a una popolazione di 300 milioni di persone e una classe media
in espansione; è l’area del pianeta destinata a crescere di più in questo decennio; e ha grande necessità di
dotarsi di infrastrutture, dai trasporti all’energia, all’edilizia: è l’Africa Orientale,
già oggi capace di attirare l’attenzione di
colossi come Google, Ibm, Toyota e di
Paesi come la Cina. E che può offrire
grandi opportunità anche all’export italiano, com’è emerso al forum «Global
perspectives for growth & trade», organizzato nei giorni scorsi a Milano dalla società di consulenza finanziaria Advantage Financial.
H
zione delle disuguaglianze. Ma è indice
«Ci sono motivi per essere molto ottimidi come negli ultimi anni «siamo stati gosti sul futuro dell’Africa», ha detto Mohavernati meglio che mai», ha affermato
madou Niang, della Banca Africana per
Peter Mwangi, ceo della
lo sviluppo. Per esempio i
Borsa di Nairobi (Kenya),
dati macroeconomici: il Pil
alludendo a un generale
dell’Africa Orientale è creOpportunità
dei processciuto del 5,2% nel 2013
anche nell’Africa miglioramento
si di democratizzazione e
(5,6% le previsioni per il
orientale, fra
della qualità delle politiche
2014), anche più di quanto avvenuto per l’intero Kenya, Uganda e pubbliche in molti Stati africani e sottolineando cocontinente (4,8% nel 2013,
Tanzania
me oggi a trainare sviluppo
5,3% atteso quest’anno),
e innovazione vi siano anche ha visto il commercio
che società blue chip afriinternazionale passare da
cane. Come Equity Bank, una banca da
538 miliardi di dollari del 2005 a 1.210
8,7 milioni di clienti presente in Kenya,
miliardi nel 2012 (il 37% con l’Europa).
Uganda, Sud Sudan, Ruanda e Tanzania,
Evidentemente ciò non basta per dire che
che tra 2006 e 2011 ha visto crescere di
l’Africa sia incamminata su un rapido
dieci volte la propria attività, con i presentiero di uscita dalla povertà o di ridu-
stiti passati da 11 a 114 miliardi di dollari. Ma dove, in questo scenario che evolve così rapidamente, potrebbero esserci
le maggiori opportunità per l’Italia? «I
settori a maggior crescita in Africa – ha dichiarato Francesco Confuorti, presidente di Advantage Financial – sono gli stessi in cui eccelle il made in Italy: manifatturiero, agribusiness, energie rinnovabili, tessile-abbigliamento». In questo senso il ministero Affari esteri ha avviato l’iniziativa Italia-Africa, una serie di progetti ed eventi atti a riaccendere i riflettori sull’Africa, anche creando un quadro di riferimento e collaborazione tra aziende italiane e imprenditoria africana
in settori quali energia e ambiente, agricoltura, salute, cultura e infrastrutture.
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Via lo «sconsiglio» su Sharm, riparte l’industria del turismo
GIUSEPPE MATARAZZO
MILANO
industria del turismo, su quella rotta speciale che unisce l’Italia all’Egitto, può ripartire. Il paese sul fronte opposto del Mediterraneo, che negli ultimi tre anni ha vissuto momenti tormentati fra crisi, instabilità politiche e attentati terroristici, torna a essere una «destinazione». Anche se con cautela e nei luoghi prettamente
turistici. La Farnesina, con un avviso pubblicato sul
sito Viaggiare sicuri, ha rimensionato lo «sconsiglio»
dello scorso febbraio, dando il via libera anche per i
viaggi nei resort situati a Sharm el-Sheik, oltre a quelli già "aperti" sulla costa continentale del Mar Rosso, nelle aree turistiche dell’Alto Egitto e di quelle del
Mar Mediterraneo. Rinnovando però, per le altre località dell’Egitto, «la raccomandazione di evitare i
viaggi non indispensabili». Come dire, restano problemi nel Paese, ma le località turistiche sono sicure. Evidenziando che «da alcuni mesi le autorità egiziane stanno comunque compiendo un impor-
L’
La Farnesina ha dato il via libera
ai viaggi nel Mar Rosso
La soddisfazione del ministero
egiziano. E dei tour operator italiani
tante sforzo per garantire maggiore sicurezza nelle
installazioni turistiche, con particolare riferimento
a Sharm el-Sheik».
Parole che suonano come una liberazione per il turismo egiziano che negli ultimi tre anni ha visto perdere nel complesso 5 milioni di turisti (da 14,7 del
2010 a 9,5 del 2013) e quasi 7 miliardi di dollari di introiti (da 12,5 a 5,8). Gli italiani sono calati dal milione e mezzo del 2010 ad appena 500mila dello scorso anno. Una crisi double face perché ha colpito anche la nostra economia, i tour operator italiani per i
quali in alcuni momenti dell’anno l’Egitto rappresenta il 40% dei pacchetti venduti. A giugno era scattata anche un’operazione di sistema per rilanciare
la destinazione – «United for Egypt», a Marsa Alam,
nella costa continentale del Mar Rosso – promossa
da Astoi Confindustria Viaggi e Ainet, insieme al ministero del Turismo egiziano, con il convolgimento
di AlpitourWorld, Eden Viaggi, Going, Settemari,
Swan Tour, Turisanda e Veratour, oltre alle compagnie Blue Panorama, Neos, Meridiana ed Egyptair.
«La rimozione dello sconsiglio – ha detto il presi-
dente di Astoi, Luca Battifora – è arrivata pochi giorni dopo un incontro avvenuto tra una delegazione
Astoi e il vertice operativo dell’Unità di crisi del ministero degli Esteri. Un lungo e costruttivo colloquio
che ha prodotto considerazioni condivise da entrambe le parti in merito alla necessità di ridisegnare modi e interpretazioni delle informazioni che vengono fornite dalla Farnesina».
Soddisfazione è arrivata dall’Ente del turismo e dal
ministro del Turismo egiziani, che hanno ringraziato la Farnesina e tutto il comparto turistico italiano:
da Astoi e Ainet, con cui ha promosso proprio «United for Egypt», alle associazioni Federviaggi, Federturismo, Fiavet, i vettori aerei, i tour operator, gli
agenti. Con l’invito a tutti i turisti italiani di «riprendere subito la collaudata buona abitudine di recarsi sul Mar Rosso per le loro vacanze balneari, con i
vantaggi del sole tutto l’anno, un’imbattibile rapporto qualità/prezzo, a poco più di tre ore di volo».
Il Paese dove «cominciano tutte le storie» è di nuovo aperto... per ferie.
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Accolte 13.603 domande, prestati 4,4 miliardi. È positivo il
bilancio di "Progetti Investimenti Italia", il piano di credito – con fondi di 10 miliardi –
nato dalla collaborazione tra
l’Associazione bancaria e
quelle delle imprese e operativo da gennaio 2013. «L’utilizzo delle risorse messe a disposizione è un segnale importante nella prospettiva di ripresa degli investimenti e rilancio economico dell’Italia»
ha commentato l’associazione bancaria.
COMMERCIO
Un luglio troppo freddo
rallenta l’avvio dei saldi
Le temperature basse registrate all’inizio dell’estate hanno pesato sulla partenza della
stagione dei saldi. È il risultato di un’indagine condotta da
Confesercenti con Swg su
consumatori e commercianti:
«I saldi fino ad ora hanno mostrato un andamento più lento
rispetto alle edizioni precedenti: il 67% degli italiani ha
detto di voler partecipare alle
vendite di fine stagione di quest’anno, ma solo il 29% lo ha
già fatto nelle prime due settimane».
CARBURANTI
Aumentano i prezzi
e calano i consumi
Secondo i calcoli del centro
studi Promotor, il prezzo medio
ponderato della benzina dopo
un calo del 2% nei primi cinque
mesi dell’anno a giugno ha segnato un aumento dello 0,75%,
mentre per il gasolio un analogo calo è stato seguito da un
incremento dello 0,43% il mese scorso in giugno. I prezzi in
crescita hanno fatto sì che il
calo della spesa alla pompa (2,5%) sia stato leggermente inferiore della contrazione dei
consumi (-3%).
IMMOBILIARE
Valori scesi del 15%
Tasse salite del 104%
Crolla il valore del mattone, ma
salgono le tasse e le imposte
sulla casa. Lo calcola la Cgia
di Mestre. I dati medi nazionali, sottolinea l’ufficio studi della Cgia, evidenziano che il valore di mercato di una casa di
tipo civile (categoria catastale
A2) è sceso del 15% tra il 2010
e il 2014, da quasi 200.000 a
poco meno di 170.000 euro. Intanto però le imposte ordinarie sull’immobile sono salite del
104% (da 300 a 611 euro).
LAVORO
La crisi non molla:
540mila in Cig a giugno
A giugno, secondo i dati Inps
rielaborati dalla Cgil, si è verificata la «richiesta più bassa
degli ultimi 12 mesi» di ore di
cassa integrazione, tuttavia nei
primi sei mesi dell’anno si è registrata «un’assenza completa di attività produttiva per più
di 540.000 lavoratori», con una
perdita per ognuno di «oltre
3.900 euro».