Mai il nome di Dio può giustificare la violenza

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Mai il nome di Dio può giustificare la violenza
Sale e mitezza al primo
incontro di Traiettorie di
sguardi
Il percorso di Traiettorie di Sguardi è stato inaugurato
domenica 16 ottobre presso l’oratorio del Maristella dal prof.
Piero Stefani, docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia
settentrionale, esperto e studioso di cultura ebraica e della
Bibbia come testo culturale.
L’incontro è stato introdotto da don Paolo Arienti,
responsabile dell’Ufficio diocesano per la pastorale
giovanile.
Introduzione di don Arienti
Piero Stefani è nato a Ferrara nel 1949. È docente a contratto
di Filosofia della religione presso l’Università di Ferrara,
insegna Ebraismo alla Facoltà Teologica dell’Italia
Settentrionale di Milano e Dialogo ebraico-cristiano presso
l’Istituto di Studi Ecumenici di Venezia. È redattore della
rivista “Il Regno” di Bologna e vicepresidente di Biblia,
Associazione laica di cultura biblica.
Al prof. Stefani è stato chiesto di indagare e cercare di
sciogliere il senso dell’espressione evangelica “Voi siete il
sale della terra”, che accompagnerà i giovani e non solo
durante quest’anno pastorale.
“Voi siete…” e non “Noi siamo…”: non si può definirsi,
autodefinirsi sale, ma è sempre un altro che dice a te, a voi
che sei/siete sale, quella del sale è un’immagine
antidentitaria. Ed è un’immagine descrittiva, non è un
imperativo; è ciò che si è anche se non si può saperlo senza
che qualcun altro lo dica. Questo è il primo punto su cui ha
fatto leva il prof. Stefani.
In secondo luogo c’è la proprietà del sale, che è quella di
insaporire dissolvendosi nell’alimento a cui dà sapore: e,
infatti, ci si ricorda del sale o quando è troppo o quando
manca. La proprietà del sale si dà solo nella relazione, nel
darsi scomparendo, dissolvendosi.
E allora l’espressione evangelica “voi siete il sale della
terra”, ma se il sale diventa insipido deve essere buttato,
espressione che sembra paradossale, perché se il sale è sale
non può essere insipido. E ha proseguito: il sale insipido, il
cristiano insipido, è quello che rifiuta di mettersi al
servizio dell’altro, che rifiuta di darsi nella relazione.
L’esortazione di Gesù, secondo il prof. Stefani, è legata alla
beatitudine “Beati i miti, perché erediteranno la terra”,
quella stessa terra di cui si è sale.
E allora bisogna chiedersi: chi sono i miti? Sono coloro che
nell’incontro con l’altro permettono di mettere in moto la sua
parte migliore, che lo rendono consapevole che la sua
possibilità di bene è molto al di sopra di quello che pensa.
Il mite non dice “devi essere più buono”, ma rende capace di
vedere come possibile una realtà in cui la violenza è minore.
Il potere del mite è la parola franca, la parresia, il dire in
modo diretto, semplice, vero ciò che è. Il mite è colui che si
dà nella relazione ed è disposto ad essere mutato dalla
relazione stessa, come il sale, ma è anche colui che è
disposto a pagare il prezzo del rifiuto della sua mitezza e
della relazione stessa. Essere miti non significa essere
fragili, perché il vero potere del mite è l’autorità.
Relazione del prof. Stefani
Tematiche approfondite anche nel dibattito seguito alla
relazione del prof. Stefani, che ha risposto alle domande di
alcuni giovani.
Risposte al dibattito
La serata, conclusa dall’intervento di don Arienti, è quindi
proseguita con un momento di fraternità cui hanno preso parte
tutti i presenti.
Conclusione di don Arienti
Photogallery dell’incontro
I prossimi incontri in agenda
20 novembre 2016 – Ma chi ve l’ha fatto fare!?
(Francesco Iacchetti ed Elisa Cristaldi)
18 dicembre 2016 – Faccia a faccia (Pierpaolo Triani con
Mattia Cabrini e Marco Rossetti)
15 gennaio 2017 – I fiori di Bach (Lubna Ammoun e
Samuele Lanzi)
19 febbraio 2017 – Il “senso” del lavoro (Patrizia
Cappelletti)
19 marzo –
Costruire
comunità,
liberare
energie
(Gregorio Arena)
Il percorso si concluderà come consueto con la veglia
diocesana delle Palme al palasport di Cremona nel pomeriggio
di sabato 8 aprile.
Brochure di Tds 2016/2017
Un centinaio di giovani a
Rivolta per il “Se non così…
come?”
Sabato 15 ottobre un centinaio di giovani ha scelto di passare
la serata in compagnia del Signore,
in ascolto della sua
Parola, in adorazione del suo Corpo. L’incontro ha visto la
Casa Madre delle Suore Adoratrici riempirsi di volti e di voci
giovani, provenienti da diverse parrocchie della diocesi di
Cremona, Modena, Como e Milano. L’accoglienza, nella
suggestiva cornice del chiostro, ha dato la possibilità ai
ragazzi di rivedersi e di assaporare la gioia dell’amicizia
che ha tra i suoi ingredienti anche la fede in Dio.
«In Lui, vita nuova»: questo lo slogan che ha accompagnato
l’undicesima edizione del “Se non così… come?”, l’evento per i
giovani organizzato dalle Suore Adoratrici di Rivolta d’Adda.
Due gli stand che i giovani hanno visitato nel momento
iniziale: quello relativo all’esperienza missionaria in
Camerun, che alcuni ragazzi hanno vissuto quest’estate, in un
villaggio disperso nella foresta, dove hanno potuto proporre
l’esperienza del Grest; lo stand di Casa Famiglia Spinelli,
dove un altro gruppo di ragazzi sta vivendo l’esperienza di
dono, servizio e condivisione fianco a fianco con anziani e
disabili.
Momento forte è stato quando, interrotta la musica che creava
clima di festosa accoglienza, suor Stefania Peri, responsabile
della Pastorale giovanile vocazionale delle Suore Adoratrici,
ha richiamato l’attenzione per un saluto di benvenuto e per
dare la parola al vescovo Antonio. Un video, breve ma
pregnante di affetto e di presenza, ha permesso al Vescovo di
richiamare ai giovani l’importanza di una fede vissuta e
declinata tra ferialità e straordinarietà, tra la festa e il
quotidiano, tra la gioia e la fatica. Quindi ha ricordato ai
giovani la proposta del Sinodo diocesano come momento forte,
per tutta la Chiesa di Cremona, di rinnovamento di una
comunità che vuole andare a cercare e incontrare i propri
giovani.
E proprio il tema della ricerca ha fatto da filo conduttore
alla proposta di meditazione sulla Parola di Dio tenuta da don
Marco Cairoli, biblista della diocesi di Como. Il brano di
Zaccheo è stata la cornice della riflessione, per portare i
giovani a “gustare lo sguardo di Dio sulla propria vita,
quello sguardo da cui lasciarsi incontrare per costruire poi,
insieme a Lui, una vita nuova”. Il tempo della meditazione ha
quindi lasciato spazio al momento di convivialità attorno a
una tisana. Durante questo momento di fraternità, ogni giovane
ha potuto scrivere un messaggio di “vita nuova”, come augurio,
testimonianza o incoraggiamento, che saranno poi consegnati
alle ragazze della comunità di Marzalengo e agli ospiti della
comunità Approdo di Rivolta d’Adda, tutti in cerca di una
novità di vita in una esistenza ferita.
Il momento centrale della serata è stato infine quello
dell’adorazione eucaristica. Nel silenzio della notte, ricchi
della Parola ascoltata e della comunione sperimentata, i
giovani hanno sostato davanti a quel Pane eucaristico che,
ancora una volta, li ha accolti in personale conversazione
d’amore. Nel chiostro, le tende delle confessioni hanno visto
un’ininterrotta catena di giovani accostarsi al sacramento
della misericordia, punto forte della possibilità di vivere
una vita nuova.
Lo stile della semplicità, senza grandi colpi di scena, una
proposta fondata su quell’essenzialità che porta il cuore al
centro del Mistero, si sono rivelati ancora una volta punti
vincenti per tanti giovani che, in mezzo al frastuono del
quotidiano, hanno avuto il coraggio di fermarsi ad ascoltare
una Parola, ad accogliere un Mistero, a lasciarsi toccare la
vita.
Le proposte delle Suore Adoratrici continuano ora con i
cammini proposti, tra cui ogni giovane può scegliere quello
che più gli si addice: il “Dietro a me”, itinerario di
approfondimento spirituale; il “Mani in pasta” percorso di
servizio pressi disabili, l’esperienza di servizio in Africa,
a Marzalengo, a Casa Famiglia Spinelli; il “Due in Uno”,
cammino di accompagnamento per fidanzati e giovani coppie; il
“Pane e Vangelo”, l’incontro con la Parola di Dio. Non
mancheranno altri momenti forti, come la proposta “Con lo
Spirito giusto”, gli esercizi ignaziani guidati a Lenno in
dicembre e in agosto.
Insomma, possibilità di vita nuova non mancano, da vivere nel
quotidiano e magari da cercare con coraggio in esperienze
forti, perché il Signore, come a Zaccheo, possa dire ad ogni
giovane: “Voglio fermarmi a casa tua”. E la risposta, nata da
un cuore traboccante di gioia, non può che essere una porta
spalancata.
Photogallery del “Se non così… come?” 2016
Riflessioni e proposte sulla
mistagogia: il frutto degli
incontri
formativi
nelle
interzone
Una cifra riassuntiva degli incontri dei catechisti dedicati
al tempo della mistagogia (o degli anni delle medie, per usare
un’espressione più immediata) potrebbe essere quella
dell’attenzione alle attitudini e agli atteggiamenti dei
formatori nei confronti dei ragazzi.
Al fondo delle preoccupazioni per i nuovi ritmi di crescita,
per le aspettative e i desideri dei preadolescenti, per la
difficoltà a trovare proposte adeguate e coinvolgenti sta,
infatti, una vera e propria spiritualità del catechista che in
maniera salutare si lascia provocare e accetta di giocarsi di
fronte alle tante esigenze che questo tempo presenta. Alla
luce di questo lavoro interiore e comunitario per una maggiore
disponibilità e flessibilità, capacità di ascolto e di
accompagnamento, impegno per la coerenza e per una presenza
educativa non ridotta al solo incontro della catechesi trovano
plausibilità il confronto e il lavoro svolto dai catechisti
negli incontri delle scorse settimane.
Il primo incontro si prefiggeva l’obiettivo di richiamare
alcuni snodi fondamentali della preadolescenza (lo ha fatto
con grande competenza la dott.ssa Paola Pighi, del consultorio
UCIPEM di Cremona) e come catechesi e oratorio siano implicati
in questa fase della vita dei ragazzi. Il vivace dibattito tra
i catechisti ha permesso di far emergere un quadro molto
spassionato delle luci e delle ombre della pastorale per
questa età, senza mai scadere nel pessimismo o nella
frustrazione. Sono emersedalla stessa voce dei catechisti,
invece, alcune intuizioni preziose: l’importanza delle
esperienze non fini a se stesse ma inserite in un progetto, la
cura delle relazioni, il coinvolgimento delle famiglie (tanto
necessario quanto difficoltoso), l’aggancio con il territorio,
la presenza di altre figure educative, soprattutto di giovani.
Queste intuizioni, che oscillano tra ciò che già si fa e ciò
che si vorrebbe fare o fare meglio, sono state riprese e
rilanciate nel secondo incontro. Ai catechisti è stato
chiesto, infatti, di provare a progettare, uscendo dalla
contingenza della piccola programmazione, per provare a
individuare con chiarezza obiettivi, metodi, strumenti,
aggancio alla vita oratoriana e a quella del territorio.
Senza voler semplificare troppo, si potrebbe dire che la
progettazione nel tempo della mistagogia ha due sguardi
privilegiati. In primis quello ai ragazzi, per cogliere dal
loro vissuto le occasioni educative su cui innestare una
proposta che dal catechistico si allarga a tutte le dimensioni
della loro vita. Il secondo sguardo è quello alle alleanze:
con i sacerdoti, gli educatori e altre persone competenti che
possono aiutare l’impegno catechistico. In questa ottica
l’oratorio smette di essere un semplice luogo o un contenitore
di proposte, ma fa sintesi di tutti questi elementi e offre le
opportunità per una proposta sempre più completa.
Tra le molte proposte concrete uscite dagli incontri formativi
ha particolare rilevanza la richiesta di produrre del
materiale (sulla falsariga di quello già in uso per
adolescenti e giovani) capace di mediare le componenti
fondamentali della mistagogia con il tema annuale della vita
oratoriana.
Sembra proprio che, nonostante le fatiche e qualche
insuccesso, i catechisti della diocesi continuino a
scommettere sulla mistagogia e sull’oratorio: un segno
positivo che richiederà la passione e l’impegno di tutti.
Ancora posti disponibili per
il viaggio a Berlino dal 24
al 27 novembre
Ancora alcuni posti disponibili per il viaggio a Berlino
organizzato a fine novembre dall’agenzia viaggi e turismo
ProfiloTours. La partenza è fissata nella mattina di giovedì
24 novembre, quando un pullman accompagnerà gli iscritti da
Cremona all’aeroporto di Milano Linate per l’imbarco alla
volta di Berlino.
All’arrivo in Germania, dopo il pranzo in ristorante e
l’assegnazione della camere in hotel, è in programma un giro
orientativo della città. Cena e pernottamento in albergo.
La mattinata di venerdì 25 novembre sarà dedicata alla
scoperta di Berlino: la Colonna della Vittoria, il Palazzo di
Bellevue, sede del Presidente della Repubblica, il Parco di
Tiergarten, il Parlamento, la Porta di Brandeburgo. E non
mancherà neppure una passeggiata attraverso il “luogo della
memoria per le vittime dell’Olocausto”, situato nella zona dei
bunker. Lungo il viale Unter den Linden si potranno invece
ammire l’Ambasciata Sovietica, il Forum Fridericianum,
l’Università von Humboldt, la Cattedrale Cattolica di S.
Edwige, il Palazzo dell’Opera, il Duomo ed il Municipio Rosso.
Dopo il pranzo in ristorante, il pomeriggio continerà
attraverso l’Alexanderplatz, il Quartiere di San Nicola, la
Piazza am Gendammenmarkt, la più bella della Berlino storica,
e il passaggio per il Check Point Charlie. Sino a giungere
nella Potsdamer Platz, con gli edifici progettati da Renzo
Piano.
Sabato 26 novembre si inizierà con l’escursione a Potsdam,
capoluogo del Brandeburgo, sede reale sotto Federico il
Grande, che qui fece costruire il Castello di Sanssouci,
circondato da uno splendido parco e da palazzi tra cui la
Pinacoteca, la Neue Kammern e l’imponente Neues Palais. Pranzo
libero. Nel pomeriggio, ancora a Berlino, sono in programma la
visita del Museo di Pergamo, con collezioni archeologiche di
fama mondiale come l’Altare di Pergamo (in restauro), la Porta
del Mercato di Mileto, la via processionale di Babilonia con
la favolosa Porta di Ishtar del 575 a.C.
Domenica 27 novembre la mattinata potrà essere dedicata a
visite personali, a una passeggiata nei Mercatini Natalizi di
Weihnnachtzauber (Magia del Natale) oppure di Spandauer
Altstadt, alla ricerca di prodotti artistici di artigianato
locale o internazionale. Dopo il pranzo in ristorante, il
trasferimento in aeroporto per il volo di rientro diretto in
Italia. Da Milano Linate garantio quindi il rientro un
autopullman per Cremona.
La quota di partecipazione è di 860 euro, con supplemento di
120 euro per camera singola. Comprese nel prezzo visite ed
escursioni con guida locale parlante italiano, con l’utilizzo
dell’autopullman locale.
Informazioni e iscrizioni presso l’agenzia viaggi e turismo
ProfiloTours di piazza S. Antonio Maria Zaccaria 2, a Cremona
(tel. 0372-460592; e-mail [email protected]).
Scuola della Parola della
zona III. Lectio divina di
Paola Bignardi su alcuni
testi del discorso della
montagna
Avrà inizio martedì 18 ottobre al monastero della Visitazione
di Soresina la Scuola della Parola promossa dalla zona
pastorale terza e dall’Azione Cattolica cremonese. “Il segreto
di una vita buona e bella” il titolo del percorso di lectio
divina che approfondirà il discorso della montagna nel Vangelo
di Matteo, l’icona biblica scelta dal vescovo Antonio per
questo anno pastorale. A tenere gli incontri la prof. Paola
Bignardi, già presidente dell’Azione Cattolica italiana e
attualmente impegnata ad approfondire temi di carattere
educativo. Tutti gli incontri avranno inizio alle ore 20.45.
Martedì 18 il tema sarà “Beati voi. Felicità è avere il cuore
di Dio” (Mt 5, 1-12). Martedì 8 novembre, presso la
cooperativa “Lo Scricciolo”, in via Nolli 9 a Fiesco si
approfondirà il tema “Sale della terra. Luce del mondo.
Trasformare il mondo con la forza di Dio” (Mt 13-16). Martedì
6 dicembre l’appuntamento sarà presso il Circolo del Movimento
Cristiano Lavoratori di via Guaiarini 16 a Romanengo, la
serata verterà su “Ma io vi dico. La fedeltà viene dal cuore”.
Quarto incontro in calendario sarà martedì 10 gennaio alla
scuola San Martino in via Antica Rocca 2 a Soncino sul tema:
“Padre nostro… Con cuore di figli”. Infine martedì 7 febbraio
presso la sala della comunità di Trigolo la prof. Bignardi
tratterà “Non affannatevi. Come bimbi in braccio alla mamma”.
Il 20, 21 e 22 marzo si terranno gli esercizi spirituali
zonali.
Scarica la locandina del percorso
Iniziato ufficialmente il
nuovo
anno
associativo
dell’Azione Cattolica: dopo
l'incontro in Seminario il
pellegrinaggio giubilare in
Cattedrale
Entusiasmo e gioia vera hanno caratterizzato l’incontro di
inizio anno dell’Azione Cattolica che si è svolto in Seminario
domenica 16 ottobre. Presenti oltre 200 persone di ogni arco
di età, dai bambini, alcuni anche piccolissimi, ai ragazzi,
giovani e adulti, con intere famiglie che hanno partecipato a
questo momento di incontro e di riflessione.
La gioia, infatti, non ha rappresentato solamente il tema
della giornata, ripreso anche nel titolo “Infestaci di gioia
giovane”, ma ha è stata una caratteristica dei diversi
momenti.
L’avvio alle 9.30, dopo la preghiera iniziale, ha visto una
carrellata di immagini e testimonianze di partecipanti ai
campiscuola, che hanno risposto alla domanda: “Perché il
camposcuola ti dà gioia?”. Obiettivo dell’appuntamento,
infatti, è stato anche quello di un incontro a seguito delle
proposte estive, finalizzato a condividere un ulteriore
momento di amicizia.
In seguito i diversi settori di cui è costituita
l’Associazione si sono incontrati e hanno lavorato sul tema
della gioia, del come tenerla viva nell’esperienza di ciascuno
e sul come “uscire” (così ha raccomandato Papa Francesco a
tutta l’AC) per portarla agli altri.
I ragazzi con il loro circo che li accompagnerà tutto l’anno,
i giovani alla ricerca della felicità, quella piena, che vale
davvero la pena di cercare e che si meritano, gli adulti
impegnati a scoprire la necessità e la gioia dell’uscire per
fare comunione, per pensare un mondo migliore, per ritrovare
se stessi e il proprio progetto di vita, per incontrare gli
altri.
Durante le attività si è aggiunto anche il vescovo Antonio
che, discretamente, ha partecipato e ascoltato momenti
specifici dei singoli gruppi.
La mattinata si è quindi conclusa con la celebrazione
eucaristica, in cui il Vescovo ha potuto incontrare
l’Associazione e condividere attese e impegni. Una particolare
attenzione è stata rivolta al Sinodo Giovani, per cui l’AC ha
mostrato molto interesse e attenzione.
Dopo il pranzo e alcuni saluti e ringraziamenti, in
particolare agli assistenti dei giovani e dell‘ACR don
Maurizio Lucini e don Stefano Montagna, i presenti si sono
recati in Cattedrale per la preghiera comunitaria in occasione
dell’Anno Giubilare. Anche questo momento è stato ricco di
presenze e partecipato.
Si è concluso così un momento entrato ormai nella tradizione e
di cui gli associati sentono il bisogno.
Photogallery
Corsi
pre-matrimoniali,
confronto con il vescovo
Antonio
Nel pomeriggio di sabato 22 ottobre, dalle 16 alle 18, presso
il Centro pastorale diocesano di Cremona, i sacerdoti e le
coppie di sposi che accompagnano gli itinerari di preparazione
al matrimonio si incontreranno con il vescovo Antonio.
Sarà un momento in cui confrontarsi con la Parola di Dio,
perché nell’incontro con il Signore si rinnovi la gioia
dell’annuncio alle giovani coppie, e anche una occasione per
ravvivare la consapevolezza della importanza della vita
matrimoniale.
Le coppie e i sacerdoti condivideranno le diverse esperienze
vissute nell’accompagnamento ai futuri sposi per arricchirsi
reciprocamente e individuare modalità nuove, sia per sostenere
il cammino di chi si prepara al matrimonio sia per costruire
relazioni che accompagnino le nuove famiglie nella loro vita.
In diocesi di Cremona si coglie una ricchezza di impegno nella
preparazione delle coppie al matrimonio, ma le sfide che la
famiglia oggi è chiamata ad affrontare, e soprattutto la
necessità di far intuire la ricchezza del matrimonio
cristiano, richiedono una attenzione e una creatività sempre
maggiori. Tutta la comunità cristiana si deve sentire chiamata
all’accoglienza e all’accompagnamento sia dei nubendi che
delle famiglie.
Nella consapevolezza dell’importanza dei percorsi di
preparazione al matrimonio, richiamata anche in Amoris
Laetitia, l’incontro con il Vescovo servirà anche per
approfondire la reciproca conoscenza e condividere alcune
indicazioni a partire dall’esortazione apostolica.
In continuità con questa attenzione alla preparazione al
matrimonio, sarà proposto a tutte le coppie che durante questo
anno partecipano ai percorsi un momento di incontro con il
Vescovo nel pomeriggio di domenica 26 marzo: occasione di
gioia, incontro e preghiera.
Papa Francesco "presenta" don
Mazzolari
È in uscita presso le Dehoniane di Bologna un volume di don
Primo Mazzolari intitolato “La parola ai poveri”. Si tratta di
una raccolta di testi del parroco di Bozzolo, pubblicati negli
anni ’50 sul quindicinale Adesso in una rubrica apposita. Il
testo è curato da padre Leonardo Sapienza, reggente della
Prefettura della Casa pontificia, stretto collaboratore dei
papi Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco e
spiritualmente molto legato alla figura di don Mazzolari.
Il libro presenterà una pagina autografa di Papa Francesco,
che non solo consiglia la lettura delle meditazioni di don
Primo, ma ne vede la profezia evangelica. Le parole del Papa
incoraggiano con forza a dare voce ai poveri, a fare della
Chiesa la voce di chi non ha voce, ad aprire il cuore verso le
necessità degli ultimi.
L’invito ad accostare Mazzolari da parte di Papa Francesco fa
intuire un suo avvicinamento e una profonda sintonia con il
messaggio del parroco di Bozzolo, già indicato come modello di
sacerdote nel discorso di apertura del Convegno Ecclesiale
della Diocesi di Roma nella Basilica di San Giovanni in
Laterano lo scorso 16 giugno. In quell’occasione era stato il
riferimento all’omelia del 3 aprile 1958 su “Nostro fratello
Giuda” a motivare la citazione di don Mazzolari.
Ora è uno scritto di suo pugno, custodito in Fondazione come
preziosa testimonianza.
Il volume sarà presentato in anteprima a Bozzolo mercoledì 19
ottobre alle ore 21 in Sala Civica di piazza Europa 19.
Interverrà don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione
“Casa della Carità” di Milano: il suo impegno nel dare voce ai
poveri aiuterà a entrare nelle pagine di don Primo e a
stimolare una generosa carità.
L’iniziativa
è
promossa
dalla
Fondazione
“Don
Primo
Mazzolari”, dalla Parrocchia e dal Comune di Bozzolo.
La serata sarà introdotta da don Bruno Bignami, presidente
della Fondazione.
Locandina
Don Gaiardi: «Chiedetemi di
essere prete»
«Non chiedetemi di fare, ma di essere prete». Con queste
parole don Gianluca Gaiardi si è rivolto ai suoi nuovi
parrocchiani di S. Felice e S. Savino, a Cremona. Lo ha fatto
al termine della Messa di insediamento presieduta dal vescovo
Antonio, nel pomeriggio di sabato 15 ottobre, a S. Felice.
L’ultimo degli ingressi dei nuovi parroci nominati dal Vescovo
nei mesi scorsi, di cui diversi nella città di Cremona.
Lo ha ricordato anche il primo cittadino di Cremona, nel suo
saluto sull’esiguo sagrato della parrocchiale, affiancato dal
consigliere comunale Alessio Antonioli che ha poi
rappresentato l’Amministrazione durante la celebrazione. Il
sindaco Galimberti ha sottolineato come la città, fatta di
quartieri, centro e periferie, sia un’unica comunità. Non è
mancato il riferimento all’incarico di don Gaiardi, nuovo
responsabile dell’Ufficio per i Beni culturali ecclesiastici.
Lo ha fatto guardando all’opera d’arte che è la coscienza di
ciascuno e che insieme formano una comunità, opera d’arte
d’umanità.
Poi l’ingresso in una chiesa stracolma di persone, con la
navata centrale che già prima della celebrazione era gremita
di gente. Folta la rappresentanza di Cassano d’Adda, con il
parroco mons. Giansante Fusar Imperatore e una rappresentanza
dei ragazzi scout così come degli adulti del Masci. E ancora
la sua Soncino, con il parroco don Mario Marinoni, e
naturalmente i famigliari del nuovo parroco.
Oltre una ventina i sacerdoti concelebranti. Tra loro molti
compagni di Messa, il predecessore don Claudio Rossi e il
vicario zonale don Pierluigi Codazzi che, dopo il saluto
liturgico da parte di mons. Napolioni, ha letto il decreto di
nomina di don Gaiardi che, subito dopo, ha asperso l’assemblea
con l’acqua benedetta.
Quindi Alessandra Brunelli Ruggeri ha rivolto al vescovo e al
nuovo parroco il saluto a nome delle due comunità
parrocchiali, segnato dai sentimenti di affetto ed entusiasmo.
Quindi la fotografia di una parrocchia «con potenzialità che
stentano a emergere», senza tralasciare la storia di questo
piccole paese risalente al XII secolo oggi inglobato dalla
città, di cui è «quartiere periferico privo di tutti i
servizi», «una sorta di cantiere».
Da qui l’auspicio che chiesa e oratorio possano sempre essere
luoghi di incontro, di aggregazione e confronto: «Non
facciamoci fermare da quel che manca, ma riappropriamoci di
quel poco che c’è».
Iniziando l’omelia, facendo riferimento alla domanda di Gesù
“Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla
terra?”, il Vescovo ha scherzato citando il commento di un suo
professore: «Forse non troverà la fede, ma certamente tutti i
beni culturali ecclesiastici archiviati e catalogati». Così,
facendo riferimento all’incarico di responsabile per i Beni
culturali ecclesiastici di don Gaiardi, ha proseguito:
«Gianluca ha proprio bisogno di questa parrocchia, perché si è
fatto prete, non impiegato. Ben venga il servizio che farà
alla Diocesi nei Beni culturali e ben venga, soprattutto,
questa appartenenza alla comunità».
Le letture sono quindi state lo spunto per tre rapide
riflessioni, richiamando come «La fede nasce dall’ascolto, si
nutre della preghiera e si rafforza con la missione».
Al termine dell’omelia il nuovo parroco ha recitato da solo la
professione di fede (il Credo), segno che sarà lui il primo
responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti
della fede nella comunità.
La
celebrazione,
supportata
con
il
canto
dal
coro
parrocchiale, si è conclusa con il saluto del nuovo parroco.
Nelle parole di don Gaiardi tanti grazie, in particolare
rivolti alla propria famiglia e agli amici sacerdoti, con un
riferimento particolare al proprio predecessore. E poi il
ricordo della comunità che ha servito: Pomponesco da diacono e
come vicario Covo, Brignano, Vailate e Cassano d’Adda.
Accanto a una citazione di Renzo Piano, circa il cosiddetto
«rammendo urbano» con la periferia «dove nessuno ha speso
tempo e denaro per fare manutenzione», anche se proprio lì si
concentra l’energia urbana con le «periferie che sono la città
del futuro», un’altra della Laudato si’: “È necessario curare
gli spazi pubblici, i quadri prospettici e i punti di
riferimento urbani che accrescono il nostro senso di
appartenenza, la nostra sensazione di radicamento, il nostro
“sentirci a casa” all’interno della città che ci contiene e ci
unisce. È importante che le diverse parti di una città siano
ben integrate e che gli abitanti possano avere una visione
d’insieme invece di rinchiudersi in un quartiere, rinunciando
a vivere la città intera come uno spazio proprio condiviso con
gli altri. Ogni intervento nel paesaggio urbano o rurale
dovrebbe considerare come i diversi elementi del luogo formino
un tutto che è percepito dagli abitanti come un quadro
coerente con la sua ricchezza di significati. In tal modo gli
altri cessano di essere estranei e li si può percepire come
parte di un “noi” che costruiamo insieme».
Per il nuovo parroco nessun programma e nessun progetto, se
non il desiderio di mettersi al fianco delle nuove comunità,
«a servizio della vostra gioia». «Non chiedetemi di fare il
prete – ha detto … – ma essere prete, con voi e per voi. Uomo
di Dio appassionato di Cristo, tanto da farlo amare a tutti».
La «tavolozza dei colori è pronta», ha quindi concluso prima
di condividere una preghiera suggerita dagli amici di Soncino
attraverso un immagine del pittore Chagall.
Dopo la Messa la firma degli atti ufficiali da parte del
Vescovo, del nuovo parroco e di due testimoni: Giancarlo Pini
(S. Felice) e Francesco Fappanni (S. Savino). Quindi in
oratorio il tempo per i saluti e un momento di festa.
Per le parrocchia di S. Felice e S. Savino il prossimo
appuntamento sarà martedì sera in oratorio per l’assemblea
parrocchiale, aperta a tutti.
Photogallery
Biografia del nuovo parroco
Don Gianluca Gaiardi è nato ad Orzinuovi (Brescia) il 21
dicembre 1971 ed è stato ordinato sacerdote il 22 giugno 1996
mentre risiedeva nella comunità di Soncino. È stato vicario a
Covo dal 1996 al 2000, quindi a Brignano Gera d’Adda dal 2000
al 2005 e a Vailate dal 2005 al 2009.
Dal 2009 era vicario nella comunità di S. Maria Immacolata e
S. Zeno in Cassano d’Adda.
Il 16 giugno 2016 mons. Napolioni lo ha nominato incaricato
diocesano per i Beni e le attività culturali; quindi a metà
luglio gli ha anche affidato la guida delle comunità di S.
Felice martire e S. Savino Vescovo in Cremona.
Giubileo Scout: non parole,
ma fatti di misericordia
«Le opere di misericordia sono i fatti per cui siamo fatti».
Questo l’augurio di «buona strada» che il vescovo Antonio
Napolioni ha rivolto ai suoi scout al termine del
pellegrinaggio in Cattedrale nella serata di venerdì 14
ottobre.
Un incontro dal carattere straordinario, come il Giubileo
voluto da Papa Francesco e per il fatto che è difficile vedere
uniti insieme gli scout della diocesi a motivo delle diverse
zone AGESCI di appartenenza che durante l’anno dividono il
cammino dei gruppi di Cremona-Lodi, da quelli del Mantovano o
del Milanese e della Bergamasca.
Per una sera, insieme all’assistente diocesano don Giuseppe
Manzoni, tutti i gruppi erano rappresentati: Cassano d’Adda,
Caravaggio, Fornovo S. Giovanni, Soncino, Cremona 2 (Cristo
Re), Cremona 3 (S. Bernardo), Bozzolo e Viadana. Le branche
R/S (Rover e Scolte, cioè i giovani e le giovani tra i 17 e i
20 anni) con le Comunità Capi (Co.Ca.) e gli adulti del MASCI
(Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani). Non solo scout
AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani), ma
anche una rappresentanza del laico CNGEI (Corpo Nazionale
Giovani Esploratori Italiani).
Tutto ha avuto inizio all’oratorio S. Giovanni Bosco di via
del Giordano, a Cremona, intorno alle 19, con una pastasciutta
insieme. Poi un momento di riflessione guidato dal VescovoScout. Al collo di mons. Napolioni il fazzolettone Gilwell
(quello dei capi che hanno completato la formazione), lui che
dopo essere stato in gioventù per sei anni Akela (capo della
branca dei Lupetti) ha vestito i panni di Baloo (assistente
ecclesiastico), ricoprendo nelle Marche la carica di
assistente ecclesiastico regionale AGESCI dal 1986 al 1992 e
quella di assistente nazionale dal 1992 al 1998.
Un momento di approfondimento iniziato con il canto “L’Acqua,
la Terra, il Cielo” guidato dallo stesso Vescovo.
Parola d’ordine nella riflessione del Vescovo il termine
«esperienza», che bene accomuna il Giubileo allo Scoutismo.
Quindi l’attenzione si è focalizzata sulla preghiera del
“Padre nostro” a partire dal brano evangelico di Matteo (Mt
6,7-13) e l’invito «non sprecate parole». «Non parole, ma
fatti», ha quindi sintetizzato mons. Napolioni sottolineando
il «dna divino» di tutti, «fatti di Dio» e dunque con la una
vocazione a «stare da Dio», abitando il mondo alla sua
maniera. Da qui tre domande sulle quali gli scout sono stati
chiamati a dare risposta dopo una condivisione a gruppi negli
spazi dell’oratorio messi a disposizione dal vicario, don
Roberto Musa.
La prima condivisione ha avuto luogo proprio nel cortile
interno dell’oratorio. Come non ridurre questa realtà divina a
riti fini a se stessi? E come lo Scoutismo aiuta in questo?
Perché lo Scoutismo – anche attraverso la sua «praticità» –
aiuta a vivere meglio la fede, è stato sottolineato
evidenziando l’importanza dell’assistente ecclesiale. Lo
Scoutismo è una preghiera – è stato detto ancora –
nell’incontro con i fratelli e nel riconoscersi figli di Dio.
Altri termini chiave quelli di «esperienzialità» e «servizio»,
oltre all’appartenenza a una comunità che aiuta a instaurare
legami, condividere e valorizzare.
È quindi iniziato il pellegrinaggio verso la Cattedrale, prima
con il canto e poi nel silenzio. Mentre la pioggia ha lasciato
una piccola parentesi di tranquillità.
Percorsa via del Giordano e corso Vittorio Emanuele II, grazie
al servizio d’ordine garantito dalla Polizia locale, il
gruppo, attraversata piazza Stradivari, ha fatto tappa in
cortile Federico II. Qui la condivisione si è concentrata sul
binomio Vangelo-Scoutismo. «Lo Scoutismo è Vangelo» è stato
ribadito richiamando anche il legame tra la Legge Scout e i
Comandamenti, messi in pratica con le “Parole maestre”. Anche
se c’è chi ha ricordato come base fondante non sia tanto la
religione, quanto piuttosto la scelta personale. Anche per
questo lo Scoutismo non è qualcosa che si può dare per
scontato, ma deve diventare scelta concreta ogni volta, per
costruire il proprio progetto di vita.
Passando davanti alla Cattedrale, gli scout si sono quindi
diretti nel cortile di Palazzo Vescovile dove la riflessione è
proseguita su come la comunità scout possa far diventare
“costruttori di ponti”. E qui non solo è stata sottolineata
l’importanza delle relazioni e dei legami, ma soprattutto
l’impegno nel servizio.
Il pellegrinaggio ha quindi vissuto il suo momento culmine con
il passaggio dalla Porta Santa, seguito dall’atto penitenziale
davanti alla croce.
La liturgia è continuata con il Vescovo che, dopo le letture,
ha preso la parola per un’ultima riflessione di questo
pellegrinaggio giubilare, ma anche inizio di quello che mons.
Napolioni ha definito il «Sinodo degli Scout». Con un impegno
chiaro: «Ora lo dovrete fare con gli oratori, con le
parrocchie, con gli amici e con quelli che ci vedono per
strada. Dobbiamo osare, tendere la mano, sorridere e
ascoltare!». E ancora: «Come faremmo senza scout, che sanno
osservare, riconoscere le tracce, ascoltare i massaggi?
Aiutateci! Permettete che un vescovo che viene dagli Scout lo
pretenda da voi! Perché so quanto lo scoutismo mi ha dato e
quanto può dare a tutti voi se ci fa scoprire la Chiesa e
l’amore di Dio. Il cammino è appena iniziato!». Quindi
l’appello al servizio: «Le opere di misericordia ci attendono,
i fatti per cui siamo fatti».
L’aspersione di tutti i presenti e la benedizione da parte del
Vescovo hanno quindi concluso questa sera di Giubileo e di
festa, che prima del congedo ha rivolto lo sguardo a Maria, la
madre del cammino, onorata nel canto “Madonna
Scout”:
“È il ritmo dei passi ci accompagnerà
là verso gli orizzonti lontani si va”.
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