Meno acqua e meno lavorazioni se la Paulownia diventa cippato
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Meno acqua e meno lavorazioni se la Paulownia diventa cippato
[ AZIENDE E PRODOTTI ] n. 2930/2013 Terra e Vita 59 [ BIOMASSE ] Un clone della Future Green srl che detiene in Italia l’esclusiva del marchio registrato Meno acqua e meno lavorazioni se la Paulownia diventa cippato [ DI GIUSEPPE FRANCESCO SPORTELLI ] Piuttosto che legname da industria. Un’alternativa L a Paulownia clone 112®, pianta arbo rea per l’industria del legno, è un’ot tima risorsa anche per la produzione di cippato, impiegabile per ottenere ener gia elettrica e termica tramite gassificazio ne e vantaggioso rispetto ad altre biomasse perché a minor contenuto di ceneri, azoto e zolfo. È quanto sostiene Felice Di Pumpo, titolare con Simona Rosito della Future Green srl di Torremaggiore (Fg), che detie ne in Italia l’esclusiva del marchio registra to e della vendita di tale clone e ne propone la coltivazione ad agricoltori interessati. «La Paulownia, pianta arborea cono sciuta anche con il nome di “albero della Principessa”, è comparsa in Europa agli ini zi del 1800, importata dalla Compagnia delle Indie orientali. Numerosi studi hanno dimostrato che la Paulownia costituisce si curamente un’alternativa valida alle coltu re agricole su terreni semiaridi per il rim boschimento, l’utilizzo del legno e la pro duzione di energia. Il valore industriale e commerciale che possiede questa pianta consiste principalmente nella rapida cresci ta, notevolmente maggiore rispetto ad altre [ CONTRATTI Costi e ricavi N valida alle colture agricole su terreni semiaridi per il rimboschimento e la produzione di energia specie. Tra gli altri benefici ricordo la consi derevole produzione di biomassa, l’eccel lente qualità e bellezza del legno, la capaci tà sia di recupero dei terreni abbandonati e/o degradati attraverso il rimboschimento sia di controllo e stabilizzazione dell’ero sione grazie al profondo apparato radicale, la capacità di fissare CO2 e il valore orna mentale». Studi genetici sulla selezione varietale della specie Paulownia elongata, iniziati nel ‘72, hanno prodotto il clone 112®, capace di rese particolarmente elevate di biomassa e di materia prima ideale per l’industria del legno. «La Paulownia clone 112® – spiega Di Pumpo – può essere messa a dimora in qualsiasi terreno, anche incolto, tranne che ella coltivazione di Paulownia clone 112® finalizzata alla produzione di legno da industria la Future Green, informa Di Pumpo, cura il taglio e il ritiro del pro dotto pronto, come pure del materiale di risulta (polloni alti 2,53,5 m e con diame tro di circa 6 cm) e delle radici alla fine del ciclo. «Il contratto di fornitura delle piantine prevede la loro sostituzione, in caso di moria non dovuta a negligenza dell’acquirente. Il costo d’impianto è costituito dal costo di fornitura delle piantine, pari a 12,00 € ciascuna: con il sesto di 4 x 4 m, in un ettaro occorrono circa 600 piantine, per un costo a ettaro di circa 7.200 €, incluse Iva e in terreni paludosi o con molta acqua (può crescere anche con altre colture, soprattutto piantagioni basse, meglio se leguminose). Le piantine, ottenute per micropropagazio ne e provviste di certificato di garanzia di origine e passaporto europeo, vanno pian tumate in primavera in terreni lavorati e concimati. [ LA COLTIVAZIONE Il sesto della piantagione varia a seconda dell’obiettivo finale desiderato: per la pro duzione esclusivamente di biomassa è con sigliabile 2 x 3 m (1.666 alberi/ha) o più stretto; per la produzione di legno, e secon dariamente di biomassa, si adotta il sesto 4 x 4 m, con 600 piante/ha, e persino più ampio (4 x 5 m ecc.). Anche la coltivazione si diversifica a seconda dell’utilizzo finale: se l’obiettivo è ottenere legno per l’indu stria del semilavorato l’irrigazione deve es sere compiuta 12 volte a settimana, soprat tutto durante il primo e secondo anno di crescita, con almeno 900 m³/ha, per rag giungere buone rese finali a ettaro; per bio massa si riducono le quantità di acqua e si aumenta il numero dei turni irrigui, cioè si irriga di meno e più spesso». La produzione di legno per l’industria prevede, dopo 68 mesi dall’impianto, il garanzia fideiussoria per il ritiro del prodotto pronto. Per ogni albero pronto per il taglio di Paulownia clone 112® l’agricoltore ottiene 25 €, pari a un ricavo totale a ettaro di 15.000 € a taglio. Il prezzo è riferito a tutta la pianta, compresi rami e ramaglie, in grado di dare un tronco con lunghezza minima di 6 m e diametro minimo di 28 cm. Il ritiro del materiale e il prezzo sono a totale carico della Future Green. Il legno ricavato dalla Paulownia clone 112®, noto come “alluminio di legno”, presenta eccellenti caratte ristiche: resistenza alla torsione, alla contrazione e in genere alla deformazione; durezza; leggerezza (30% in media di più rispetto a qualsiasi altro legno paragonabile); mancanza di nodi per oltre il 70% del tronco; colore chiaro». nG.F.S. 60 Terra e Vita [ AZIENDE E PRODOTTI ] n. 2930/2013 [ Coltivazione di Paulownia clone 112® in vitro. [ Paulownia clone 112® in serra. taglio tecnico del primo pollone, di 45 cm di diametro. «Dopo il taglio la piantina produrrà nuovi germogli: se ne selezionerà uno da cui si otterrà la nuova pianta, il cui tronco crescerà poco ramificato, perfettamente dritto per almeno 5 m, favorendo la produ zione di legname di tipo A. Nel primo anno di vita della pianta definitiva (68 mesi +1 anno dall’impianto), essa cresce già a un’al tezza ideale per la produzione di legno per industria, formando un tronco di 45 m di altezza, diametro di 810 cm, privo di nodi. In questo periodo occorre evitare che il ter reno si riempia di erbe infestanti. In zone aride nel periodo caldo si somministra ac qua (69 m³/ha/settimana). Nel secondo anno di vita (dopo il taglio tecnico) la pian ta definitiva arriva a un’altezza di 68 m e a un diametro di 1620 cm. Nelle zone aride si somministra acqua (69 m³/ ha/settimana) nel periodo caldo, si tagliano eventuali ra mi cresciuti sotto i 6 m, si evita che il terreno si riempia di infestanti. Nel terzo anno di vita (sempre dopo il taglio tecnico), la pian ta definitiva arriva a un’altezza di 1012 m e a un diametro 2630 cm. Ora la pianta ha un tronco ideale di 67 m per l’industria, con ridotta conicità, quindi con pochissimo sfri do per realizzare tavolame, travi, manufatti ecc., mentre tutto lo scarto (chioma, pollo ni) è impiegabile come biomassa. Al terzo anno, dopo il taglio, la radice produce un nuovo pollone che si taglia dopo ulteriori tre anni e ciò si ripete al nono anno. Dopo il primo taglio l’albero crescerà ancora più veloce per ulteriori due cicli triennali. Quindi il ciclo produttivo è ripetibile per almeno tre volte; poi le radici possono esse re estratte e impiegate come biomassa». spetto a quella per l’industria del legno, osserva Di Pumpo. «Ad esempio non sono necessari il taglio a 68 mesi di vegetazione per fortificare le radici e quello dei rami sotto i 6 m. Il sesto di impianto è più stretto (non più di 2 x 3 m), la raccolta è meno onerosa. Il primo ciclo dopo l’impianto dura tre anni, poi la raccolta si fa ogni due anni. La quantità raccolta al taglio è di 4070 t/ha, con umidità al taglio del 30% e dopo 30 giorni inferiore al 15%. Un’analisi comparativa effettuata tra la Paulownia a dieci anni dalla piantumazio ne, con sesto di impianto di 4 x 4 m (600 piante/ha), e il pioppo di 14 anni, con sesto di 6 x 6 m (242 piante/ha), ha mostrato che la Paulownia presenta un diametro del tronco maggiore rispetto al pioppo (la circonferen za media finale a 1,4 m di altezza dal suolo è pari a 135 cm contro 120 cm), oltre a una maggiore quantità di massa legnosa prodot ta (60 m³/ha contro 20,7 m³/ha)». [ Clone 112® a un mese dall’impianto. [ Clone 112® a due anni dalla piantumazione. [ LA RACCOLTA La piantagione di Paulownia per biomassa necessita invece di meno lavorazioni ri [ AZIENDE E PRODOTTI ] n. 2930/2013 [ EMISSIONI Una pianta per il futuro Terra e Vita 61 L a Well Foresty Worldwide Carbon Emission ha ricono sciuto la Paulownia specie vege tale ottima per assorbire anidride carbonica e restituire ossigeno nell’atmosfera, dichiarandola pianta per il futuro dell’umanità grazie alle sue capacità di sviluppo e rigenerazione. «La quantità di CO2 fissata dal l’apparato fogliare di Paulownia a 17 mesi di età è stata stimata intorno a 11 t/ha, considerando che il contenuto di carbonio della specie è del 49,5% – evidenzia Di Pumpo –. Questi valori sono estremamente considerevoli se vengo no comparati con altre specie di rapida crescita che si sviluppano nelle stesse condizioni». nG.F.S. [ IMPIANTI DI MICROGENERAZIONE La Future Green propone infine agli agri coltori, singoli o associati, la valorizzazione della biomassa di Paulownia clone 112® tra mite gassificatori con potenza elettrica in stallata da 20 o 200 kW, a seconda della disponibilità degli agricoltori a investire, e comunque rientrante nell’ambito della mi crogenerazione. [ Tronco di Paulownia clone 112® di una coltivazione di 3 anni. L’impianto è offerto dalla Future Green, che si avvale di un proprio knowhow pro dotto da tecnici operanti nel settore. «Impianti di questa taglia, e che partono da sottoprodotti agricoli o da biomassa de dicata, sono vantaggiosi – sottolinea Di Pumpo – perché vanno in procedura auto rizzativa semplificata (Pas). Le caratteristiche peculiari della Pau lownia clone 112® in termini di basso con tenuto di ceneri, azoto e zolfo rappresen tano una garanzia di alimentazione omo genea e di funzionamento stabile ed efficiente del gassificatore (meno catrame nel syngas). Elementi, questi, essenziali per garantire continuità di funzionamen to e quindi di producibilità di energia elet trica». n