Lorenzin: "Allarme vaccini, la copertura è troppo bassa"

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Lorenzin: "Allarme vaccini, la copertura è troppo bassa"
Lorenzin: "Allarme vaccini, la copertura è troppo bassa"
Roma, 17 marzo - "Il tasso di diminuzione delle vaccinazioni nei nostri Paesi è
allarmante". A mettere in guardia contro quello che potrebbe presto diventare un
grave problema di salute publica, da Parigi, è stata ieri il ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin (nella foto), intervenendo all'Institut Pasteur di Parigi, ospite delle
Deuxièmes Assises Nationales du Vaccin, le secondo assise nazionali del vaccino.
"La resistenza alle vaccinazioni mette a rischio la vita dei cittadini, a partire dai più
deboli, giovani e anziani" ha avvertito Lorenzin, aggiungendo che "fare strategia sulle
vaccinazioni deve diventare una priorità del sistema mondiale ed europeo".
A titolo di esempio, Lorenzin ha citato la copertura vaccinale dell'Italia, scesa a poco più dell'88%
contro il 96% necessario per garantire il controllo della malattia e la sua successiva eliminazione.
"Quello del vaccino deve diventare un tema mediatico, perché dall'altra parte abbiamo campagne
mediatiche contro i vaccini, quindi bisogna rispondere sullo stesso piano" ha detto ancora la
titolare della Salute, puntando il dito contro la "disinformazione organizzata e articolata" veicolata
anche da internet e dai social media.
"Allora dico svegliamoci: la comunicazione è importante almeno quanto il resto" ha insistito il
ministro a Parigi, ricordando che "ogni giorno ci sono in Europa e anche in Italia casi di bambini
che muoiono per non aver fatto le vaccinazioni, come accaduto recentemente per il morbillo o la
pertosse. Addirittura, c'è chi costituisce delle correlazioni totalmente inesistenti tra le vaccinazioni
e l'autismo, correlazioni smentite da tutto il mondo scientifico
internazionale." Smentite che però - ha insistito Lorenzin - devono arrivare con più efficacia e
potenza all'opinione pubblica.
Il ministro ha anche fatto un cenno alle strategie vaccinali italiane per i prossimi cinque anni
affermando che il primo obiettivo "è l'adozione entro l'anno del nuovo Piano e del nuovo
Calendario, che includa tutte le vaccinazioni per le quali disponiamo di vaccini efficaci e sicuri" .
Ai due documenti sta attualmente lavorando il Comitato permanente sulle strategie vaccinali, nella
prospettiva di garantire ai cittadini - ha detto ancora Lorenzin - una protezione ampia, che tenga
conto del nostro contesto epidemiologico, determinato dalla posizione geografica dell'Italia,
approdo, via di transito ma anche spesso meta finale di flussi migratori dai Paesi del sud del
Mediterraneo.
"L'offerta vaccinale - ha precisato al riguardo il ministro - è naturalmente estesa ai migranti di
tutte le età, sulla base delle informazioni accertabili sul loro stato vaccinale. "
Per agire efficacemente anche in questo campo è però necessario lavorare "in un'ottica di anagrafe
vaccinale europea, che ritengo indispensabile anche alla luce delle politiche di circolazione
transfrontaliera" .
Ma il tasto sul quale Lorenzin ha più battuto è certamente quello dell'informazione, della
sensibilizzazione e dell'educazione, a partire da quella sanitaria, in grado di "alfabetizzare i nostri
figli sulle malattie infettive, sui rischi sanitari, sui vaccini e sul loro valore: deve far parte della vita
quotidiana, inserendo i dati sulle vaccinazioni nei curricula scolastici, già dalla scuola primaria."
Ma bisogna anche "lanciare un segnale di discontinuità in materia di prevenzione, che esige stili di
vita e comportamenti diversi, iniziando dall'età scolare. " E bisogna necessariamente investire
"nella ricerca avanzata, in collaborazione con università, enti di ricerca e settore privato,
superando ogni contrapposizione tra sistema pubblico e imprese, a favore di una concertazione
etica e strategica per promuovere lo sviluppo di vaccini e la predisposizione di calendari vaccinali
efficienti e attuali.".
Altri fronti su cui lavorare la formazione tecnica e scientifica degli operatori sanitari, che dovrà
preoccuparsi anche di implementare "la capacità di comunicazione e interazione con l'utenza" e
misure innovative per monitorare siti web e social network (dove passa in prevalenza la
"disinformatija" sui vaccini, che ha efffetti devastanti) e per utilizzare invece i nuovi media e i
social, anche a livello istituzionale, come strumenti utili a diffondere la cultura vaccinale.