guarda come e` fatto il libro
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guarda come e` fatto il libro
Collana narrativa contemporanea I proventi di questo libro saranno devoluti all’ANT e all’Istituto Ramazzini, entrambi essenziali sia per l’Assistenza ai malati di tumori che per la Ricerca e Prevenzione, che sono percorsi fondamentali anche per le generazioni future. Noella Bardolesi Silenzio, non si deve sapere BACCHILEGA EDITORE Nota Il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda USL di Bologna ha aperto l’Ambulatorio dell’Aminato per le persone che hanno subito un'esposizione lavorativa ad aminato nel passato, gestito da medici delle Unità Operative di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro che ricevono i lavoratori ed ex esposti ad amianto solo su richiesta. Possono accedere all’Ambulatorio Amianto tutte le persone residenti nel territorio dell’Azienda USL di Bologna che ritengono di avere subito nel passato un'esposizione professionale ad amianto e le persone non residenti che hanno subito nel passato un'esposizione professionale ad amianto in un’azienda con sede nel territorio della USl di Bologna. L’attività ambulatoriale viene svolta un pomeriggio alla settimana presso il Dipartimento di Sanità Pubblica di via Gramsci 12, Bologna, l’accesso è gratuito senza impegnativa del medico curante e si prenota per telefono ai numeri 051/6079929 e 051/6079699, dalle ore 9 alle 12 dal lunedì al venerdì mattina, il giovedì anche dalle ore 15 alle 16.30. ISBN 978 - 88 - 96328 - 22 - 4 © 2011 Bacchilega Editore via Emilia, 25 - Imola tel. 0542 31208 - fax 0542 31240 www.bacchilegaeditore.it e-mail: [email protected] [email protected] stampato in Italia da Galeati Industrie Grafiche Srl (Imola - BO, aprile 2011) redazione Fabrizio Tampieri, Angela Marcheselli in copertina Loriano e Noella I diritti di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati. a Loriano Ma perché non racconti? Racconta tu, che hai vissuto questa tragedia... Così comincia la mia storia, ma soprattutto quella di mio marito che ha cercato di combattere fino alla fine “il killer invisibile”... l’Amianto. Prefazione del dottor Leopoldo Magelli Il medico legale o del lavoro che si occupa di casi di mesotelioma da amianto sviluppa in generale un approccio “freddo” al problema, perché si occupa sempre (o quasi) di casi relativi a lavoratori già deceduti. Per me è stata un’esperienza unica, molto forte dal punto di vista umano e professionale, quella che mi è capitata recentemente, quando sono stato consulente tecnico di parte (in una causa per riconoscimento di malattia professionale) di un lavoratore affetto da mesotelioma ancora in vita seguendo il suo caso mentre la malattia evolveva, fatalmente, verso il decesso, che è avvenuto pochi giorni prima che l’iter processuale si avviasse a conclusione. Questa esperienza mi ha fatto toccare con mano, con molta concretezza, una cosa che anche prima sapevo bene, ma non avevo mai vissuto direttamente di persona: dietro ai dati, alle fibre di amianto per litro d’aria, agli anni di esposizione, ai referti dell’ospedale, alle cartelle cliniche, c’era una persona vera, con le sue sofferenze e il suo dolore, le sue speranze e le sue paure, e con questa persona tutta la sua famiglia, con gli stessi sentimenti. Da allora il mio approccio ai casi di mesotelioma da amianto è diventato “caldo” e questo cambiamento mi ha dato ancora più grinta ed energia per le mie attività di consulente tecnico di parte dei lavoratori. Perché ho iniziato questa breve prefazione con il richiamo ad una mia esperienza personale? Perché visto che in generale ai medici legali o del lavoro che si occupano di mesoteliomi 7 non capita l’esperienza che è capitata a me, questo piccolo libro (piccolo come dimensioni, ma con un grande carico di emozioni, rabbia, dolore) permette a tutti di capire cosa c’è davvero dietro le cifre, le casistiche, le statistiche, permette di sentire come dietro ogni caso che si esamina c’è una persona in carne ed ossa, che è diventato involontario protagonista di una storia drammatica senza lieto fine: queste le parole di Noella che ce lo fanno capire molto bene, senza infingimenti o retorica, come molto bene, con sincerità quasi spietata, ci fanno capire l’impatto devastante su una famiglia e sul suo sistema di relazioni a causa della malattia e della lenta agonia di un malato di mesotelioma. Una persona ancora giovane, Loriano Genovesi, pieno di vita e di interessi, impegnato nel sociale (molti ricordano il suo impegno nei comitati ambientalisti della sua zona) e con lui una famiglia, che sono stati sgretolati in pochi mesi da un killer silenzioso e subdolo, ma non certo sconosciuto (nemmeno negli anni in cui Loriano lavorava all’OGR!); e questo aumenta, oltre al dolore, anche la rabbia che traspare, giustamente con forza, dalle pagine di Noella: si sapeva e non si è fatto nulla, o non si è fatto abbastanza, che in fondo è la stessa cosa. Una prefazione deve essere breve, a maggior ragione se il libro è breve. Ma prima di chiudere, mi permetto di consigliare la lettura di questo piccolo libro, ad una serie di personaggi (e se qualcuno nota un tono polemico nelle mie parole, ha perfettamente ragione, perché essere polemici su certe cose è un dovere!). Consiglio di leggerlo: a coloro che, di fronte a casi di mesotelioma, si arrampicano sugli specchi (periti o avvocati o consulenti che siano) per ne8 gare o sottostimare l’esposizione all'amianto, che si incaponiscono, con ostinazione degna di miglior causa, sul numero di fibre per centimetro cubo, o sulla durata precisa al dettaglio del tempo di esposizione; a coloro che, di fronte a casi di mesotelioma, sostengono che è solo da poco tempo che si sa che l’amianto “fa male”, che prima non lo si sapeva, e che quindi era normale che non si applicassero rigorose misure di sicurezza e che comunque in passato non esistevano misure di sicurezza assolutamente efficaci (dimenticando che tra il nulla e la misura preventiva o protettiva perfetta c’è una vasta gamma di soluzioni parzialmente efficaci); a coloro che, di fronte a casi di mesotelioma (ma anche ad un tumore polmonare, anzi...), quando non si può negare l’esposizione, tirano in ballo il fumo di sigaretta come causa determinante e fondamentale (quasi che il concetto di sinergia moltiplicativa tra fumo di sigaretta e amianto non fosse ormai arcinoto) o si aggrappano ad altri improbabili (per la loro irrilevanza dal punto epidemiologico) fattori causali; a coloro che di fronte a casi di mesotelioma dicono che in fondo basta anche una sola fibra di amianto a provocare il tumore, e quindi non si può imputare niente a nessuno, in fondo è sempre colpa del destino cinico e baro; a coloro che, al momento di riconoscere i benefici previdenziali ai lavoratori ex-esposti ad amianto, si aggrappano ai più piccoli dettagli per negare il diritto a tali benefici, quasi che il deficit pubblico dipendesse dalle esose pretese di essere “risar9 citi” di questi lavoratori: hanno mai riflettuto su cosa vuol dire sapere di essere stati esposti ad amianto, all’OGR, negli zuccherifici, alla Casaralta come nelle aziende di coibentazione, aver visto ammalarsi e morire compagni di lavoro e amici, avere la consapevolezza di vivere con una spada di Damocle sospesa sul capo e dover ogni giorno convivere con tale preoccupazione? Non ritengono che questa condizione psicologica sia più che sufficiente per giustificare un approccio meno fiscalmente ossessivo al problema? A parte le figure che ho appena elencato, il piccolo libro di Noella lo consiglio, stavolta in positivo, a tutti coloro che si battono, ognuno nel suo contesto, con i propri limiti e con le proprie risorse, per un lavoro che non uccida. Bologna 5 ottobre 2010 Leopoldo Magelli Medico del Lavoro 10 Prefazione dell’avvocato Donatella Ianelli Non ho avuto la possibilità di conoscere Loriano Genovesi, ma mentre leggevo l’intenso libro di Noella mi sono tornati in mente tanti altri suoi colleghi, Bruno, Walter, Mario, Antonio..., e la vita di quei familiari che hanno attraversato una vicenda così dolorosa fatta di difficoltà nel dover fare i conti con un’esperienza tanto devastante per tutti e che non si consuma nello scorrere di un attimo. Quando nel 1985 iniziai la cosiddetta “pratica” per imparare a fare l’avvocato penalista, ricordo che mi veniva spesso raccomandato dai miei “maestri” di mantenere quel giusto “equilibrio” tra il compito di avvocato difensore, a volte dell’imputato altre della persona offesa, e la situazione personale dei singoli soggetti che mi chiedevano di rappresentarli per ottenere “Giustizia”. Non sarebbe stato bene – mi veniva detto – proprio per potere rendere al meglio il mio compito, farmi coinvolgere sul piano “emotivo” delle vicende personali, giungere a conclusioni quasi ovvie e quindi facili da trarre, con la sicurezza che, proprio perché tali, sarebbero emerse quali verità nella loro forza intrinseca. E’ vero, l’emozione e l’intimità di un’esperienza personale, come quella che viene raccontata nel libro, devono rimanere patrimonio di chi l’ha vissuta quale grave ingiustizia, ma l’esperienza di questi anni mi ha indubbiamente convinta che 11 la domanda personale di chi, colpito e offeso, chiede di vedere riconosciuta l’ingiustizia subita, è il primo, a volte l’unico, sicuramente l’indispensabile grande risarcimento, la vera “riparazione” alla grande offesa subita. E questa, con passione, è stata la richiesta che decine di persone, familiari, amici colleghi delle vittime, mi hanno sempre “messo sul tavolo” quando mi chiedevano di rappresentarli, dicendomi proprio con estrema semplicità e chiarezza, che il “silenzio” che aveva ucciso il loro caro non doveva più esistere, di far emergere in tutte le possibili sedi, anche in quella giudiziaria penale, l’importanza di poter giungere allo svelamento delle responsabilità. Lo stesso racconto di Noella è la piena prova di quanto mi veniva raccomandato: basta fare emergere i fatti per quelli che sono, per quello che nella vita quotidiana hanno significato, per vedere già concretizzato un termine generale ed astratto come “Giustizia”. Sono passati tanti anni da quando, nei primi anni Novanta, ho cominciato a seguire i procedimenti penali quale avvocato di parte civile nei processi per morti da amianto, e ancora non è finita. Ma posso dire con una certa sicurezza che il “fare emergere” alla luce, parlando con precisione anche dei perché e dei per come si possa essere giunti a cifre così spaventose di morti e di malati, abbia posto un primo stop all’inesorabilità del silenzio colpevole. E devo dire sì, che per poter vedere raggiunta quella Giustizia che i familiari o le stesse vittime si aspettavano di vedere emergere, bisogna proprio rimanere “in equilibrio”, e fare come ha fatto Noella, non fermarsi mai. 12 E questo è stato il compito più difficile, che ho imparato nel tempo dedicato a questa realtà professionale, ben più arduo dello studio di centinaia di pagine di indagini, della lettura dei contributi medici e scientifici lontani dalla formazione legale, della preparazione di arringhe esaustive e convincenti. Quell’equilibrio che per Noella si è tradotto in una quotidiana forza profonda, mantenuta nel tempo, non meccanica ma colorata dall’amore che l’ha legata “fino all’ultimo” al suo Loriano, nella mia esperienza di semplice legale di chi è vittima, ha significato imparare da una parte a non “mettere in croce” nessuno e dall’altro a non risparmiare nulla di quanto è dovuto per legge, attraverso un processo equo anche per chi ha subito un danno irreparabile nelle conseguenze, ma che poteva assolutamente essere evitato. Mi sento di concludere queste poche righe ribadendo a coloro che, dentro e fuori i Tribunali, non riescono a comprendere l’ostinazione dei parenti dei lavoratori-vittime da amianto di voler vedere lo svolgersi comunque dei processi, anche dopo anni e magari nonostante gli stessi abbiano già conseguito quella piena “soddisfazione risarcitoria” da parte degli imputati o delle Compagnie di Assicurazione, che l’istanza di civiltà che i parenti portano avanti va ben oltre il singolo dolore o la singola soddisfazione economica personale. Al di là del valore economico che viene dato dall’assenza, come prova lo stesso libro di Noella, vi è quasi un dovere, che ogni singolo parente sente come eredità lasciata dal proprio congiunto, una domanda che viene riferita con grande 13 equilibrio e che richiede una risposta, perché, e lo dico con grande sicurezza usando gli stessi termini dell’autrice, l’unico “killer invisibile” è il “Silenzio”. Bologna 14 novembre 2010 Donatella Ianelli Avvocato di Parte Civile 14 Introduzione “Ma perché non ne fai un libro? Perché non racconti?” Chi parla è Salvatore Fais un lavoratore dell’OGR (Officine Grandi Riparazione) di Bologna. “Racconta, tu che hai vissuto la tragedia, tira fuori quello che hai dentro, racconta...” E così comincia questa mia nuova esperienza delle “emozioni scritte”, di un viaggio percorso insieme a tante persone che il lettore conoscerà man mano che le righe scorreranno sotto i suoi occhi, righe irte di momenti di speranza, di dolori, di lutto ma anche di tanta solidarietà, di lotte per migliorare, anche se di poco, la dignità di un essere umano. Non entrerò nel merito tecnico, a parte alcuni dati, della questione, per questo ci sono molti libri che lo spiegano, ma piuttosto nel percorso di “sostegno e accompagnamento” nella malattia, nelle conseguenze psico-fisiche che questa tragedia ci ha imposto e spero che questo mio piccolo contributo possa essere, comunque, sia uno strumento di umanità che coinvolga il più possibile il lettore, sia di conoscenza di un problema così grande come quello dell’amianto, che cercherò malgrado tutto di esporre il più semplicemente possibile senza troppo dilungarmi, prendendo come spunto l’OGR di Bologna. 15 E non menzionerò nemmeno i nomi delle vittime per rispetto alle famiglie che purtroppo si riconosceranno in questa strada tutta in salita: a loro va il mio pensiero. 16 Questo libro è dedicato: A Loriano, mio marito, che ha combattuto fino alla fine. A nostro figlio Sebastian perché capisca che vale la pena battersi per quello in cui si crede; a lui che amo e rispetto come persona del “domani”. A tutte le vittime dell’amianto. A tutti i familiari delle vittime. Ai lavoratori che sono stati esposti all’amianto e stanno tuttora combattendo la battaglia per la loro “sopravvivenza”. Ai lavoratori dell’OGR di Bologna che mi sono stati vicino e mi hanno aiutato con la loro gentilezza e comprensione; in particolar modo a Salvatore Fais, il quale mi ha spinto a scrivere questa mia testimonianza e a Silvano De Matteo, anche lui sempre in prima linea a difendere i diritti dei lavoratori. All’ANT, in particolare alla dottoressa Marianna Noia e a alla psicologa Beatrice Bonarelli, senza le quali i momenti di “crollo” sarebbero stati tanti... A tutti gli infermieri e infermiere ANT che hanno saputo trattarlo con umanità, in particolar modo 17 a Laura, che diventò poi la nostra infermiera referente. Alla dottoressa Sperandi (del Policlinico Sant’Orsola) che successivamente subentrò a seguirci e che da miei sguardi capiva il mio stato d’animo. Al professor Cesare Maltoni, deceduto nel 2001, e all’Istituto Ramazzini, che dalla fine degli anni Settanta ha messo a disposizione dei lavoratori le proprie conoscenze scientifiche, allora pionieristiche, sui rischi cancerogeni correlati all’esposizione all’amianto, sollecitando misure di prevenzione e il bando dell’amianto, favorendo la salvaguardia della salute dei lavoratori delle Officine Grandi Riparazioni di Bologna (OGR) nella nostra regione e di altre officine. A Ettore, che purtroppo ci ha lasciati il 10 dicembre del 2008, e, malgrado la sua aria “imbronciata” che talvolta poteva mettere soggezione, era invece una persona molto sensibile che a suo tempo mi aiutò con parole di conforto. Un particolare ringraziamento per il loro contributo a questo libro: Al dottor Leopoldo Magelli, medico del lavoro, che segue i casi di lavoratori deceduti da mesotelioma 18 pleurico dovuto all’amianto, che mi ha gentilmente proposto di fare la prefazione di questo libro la quale, per il suo contenuto, mi ha dimostrato una volta ancora che ci sono persone che con il loro interesse e contributo “arricchiscono” in modo positivo anche questi percorsi dolorosi. All’avvocato Donatella Ianelli che da anni segue i processi penali dei morti da amianto contribuendo con la sua esperienza a portare un arricchimento a questo libro e che dalle sue battaglie nel richiedere giustizia a nome e per conto dei parenti delle vittime dimostra quanto sia arduo, malgrado l’evidenza non negabile, ottenere proprio questa “Giustizia Dovuta”. Alla dottoressa Fiorella Belpoggi, del Centro Ricerche Tumori dell’Istituto Ramazzini di Bologna (che anch’essa gentilmente ha partecipato alla nascita di questo libro con il suo contributo), la quale con le sue preziose informazioni ci ha fatto conoscere il problema “amianto” in maniera più vasta e che con il suo lavoro di ricerca contribuisce giornalmente a non farci perdere la speranza che un giorno si possa trovare una terapia anche per questo “amianto killer”. Alla dottoressa Beatrice Bonarelli, che con la sua testimonianza scritta ha apportato a questo libro un “messaggio” di sensibilità e di comprensione umana verso il malato. 19 Alla psicoterapeuta dottoressa Bruno che contribuisce a non rompere il sottile dialogo che esiste tra me e Sebastian riuscendo ad interpretare e capire il mio stato d’animo, quando il rapporto con mio figlio talvolta si fa molto difficile, “iniettandomi” una dose di fiducia e speranza per non abbandonare questa battaglia con lui. Un altrettanto caloroso ringraziamento: A Serafino D’Onofrio che non ha mai perso l’occasione con i suoi articoli di ricordare Loriano. Alla Signora Angela del Patronato INCA che mi ha fornito tutta l’assistenza e mi ha aiutato per le pratiche per il riconoscimento della malattia professionale; assistenza preziosa in quanto spesso non si sa come affrontare tutta questa burocrazia. E non voglio dimenticare di menzionare il mio Maestro di Musica Pier Paolo, che mi ha invogliato a riprendere la musica, terapia dell’anima che mi fa evadere non pensando a niente quando il suono delle note vibra nell’aria. A lui un grazie di cuore per sempre. 20 Silenzio, non si deve sapere... “Che rabbia!!! Non è possibile! Un’ altra vittima” esclama mio marito Loriano una sera rientrando dal lavoro e mi racconta: “Sai, il killer invisibile ha colpito ancora”, il killer invisibile, ebbene sì l’AMIANTO, invisibile perché non si può vedere, sentire, toccare; da una vernice, benché purtroppo sia tossica anche questa, si può cercare di starne il più lontano possibile sentendone l’odore chimico, ma l’amianto no, c’era, c’è sempre stato, ma non lo sapevi, c’era chi invece l’aveva sempre saputo, ma SILENZIO, NON SI DOVEVA SAPERE... così non si informavano i lavoratori della pericolosità di questo minerale, presente in tanti stabilimenti, fabbriche, ma purtroppo a tutt'oggi ancora presente anche in abitazioni e altri siti abbandonati. Loriano lavorava all’OGR (Officina Grandi Riparazioni) di Bologna; L’OGR è un impianto delle FS addetto alla revisione generale e intermedia dei rotabili ferroviari. Nel corso degli anni l’attività ha subito modifiche e riconversioni. Oggi si riparano tutti i mezzi leggeri elettrici circolanti nelle rete, compresi quelli di più recente costruzione tipo l’ETR 450/460/470/480. L’attività prevalente consiste in interventi di manutenzione e revisione radicale del rotabile. E’ dagli inizi degli anni ’40 che all’OGR di Bologna comin21 Sommario Prefazione del dottor Leopoldo Magelli Prefazione dell’avvocato Donatella Ianelli 7 11 Introduzione15 Silenzio, non si deve sapere... 21 L'Officina Grandi Riparazioni 41 La "discesa agli inferi" 45 Epilogo53 L’onore del viaggio con un piccolo grande Uomo (Testimonianza della psicologa Beatrice Bonarelli che ha assistito Loriano durante tutta la sua malattia)57 Una partita ancora da vincere (Contributo della dottoressa Fiorella Belpoggi, Direttore del Centro di Ricerca Cancro Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini di Bologna)62 Vite spezzate 71 79 Nella stessa collana: Matteo Sabbatani DIALOGHI APPARENTEMENTE FUTILI - € 10 (2009) Fabio Negrini MAIALI - IL RETAGGIO DELLA STIRPE - € 12 (2009) Giuseppe Gardenghi STORIE DI ANIMALI E DI UOMINI BESTIALI - € 12 (2009) Gina Negrini IL NOME SULLA PELLE - € 12 (2010) Andrea Pagani IL LIMITE DELL'OMBRA - € 10 (2010) Ermes Carassiti DI PARKINSON NON SI MUORE (2ª ed.) - € 12 (2010) Gina Negrini IL SOLE NERO (3ª ed.) - € 11 (2010) Nella collana "i romanzi": Wu Ming n+1 TI CHIAMERO' RUSSELL - € 6 (2002) Lido Valdrè LA BANDA DI RINGO - € 8 (2005) Mauro Coatti CINQUE GIORNI - € 8 (2005) Kai-Zen e AA.VV. SPAURACCHI - € 10 (2005) Kai-Zen e AA.VV. LA POTENZA DI EYMERICH - € 12 (2005) AA.VV. SANGUE CORSARO NELLE VENE - € 9 (2006) Roberta Giacometti PENNELLATE DI VITA - € 8 (2006) Isotta R. ULTIMO MINUTO - € 10 (2006) Roberta Giacometti UN PUGNO DI SOGNI - € 8 (2007) Giovanna Passigato IL PAESE INFINITO - € 12 (2007) Adriano Guerrini C'E' STATO PER TUTTI... - € 10 (2007) Massimo Padua L'ECO DELLE CONCHIGLIE DI VETRO - € 10 (2008) Colonne d'Ercole SPUTI - STORIE DI DISPREZZO - € 13 (2008) Vincenzo Malavolti & Vincent W. Mallory - NOTTI PRECARIE - € 11,50 (2008) Adriano Guerrini ALTRI RACCONTI BREVI - € 8 (2008) Giuliano Bugani LA PIANURE - € 10 (2009) Rosemary Randi LA SEDUZIONE DELLA NORMALITÀ - € 10 (2009) www.bacchilegaeditore.it [email protected] Per acquistare on-line: www.bacchilegaeditore.it www.viadeilibri.it www.ibs.it 80