Kenya2: tutto il mondo NON è paese!

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Kenya2: tutto il mondo NON è paese!
Kenya2: tutto il mondo NON è paese!
venerdì 12 settembre 2008
Ultimo aggiornamento domenica 07 giugno 2015
Quando il software libero costa più di quelIlo commerciale
<< I visitatori ci scrivono: testimonianze oculari, in diretta dal Majorana di Gela >>
Nel mio precedente articolo (che per comodità riporto in questa pagina), narravo di come in Kenya, a detta di un testimone
oculare, Windows "piarata" è molto utilizzato e la cosa mi dispiaceva. Ora ho ricevuto una seconda e-mail, sempre da
Nicola Biscardi che risiede a Malindi (Kenya), che spiega in maniera puntuale la situazione. Che dire... non posso che
prenderne atto. Riporto per intero quanto scrive Nicola.
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E-mail 12/09/08 12:11 "Nicola Biscardi" <…………@gmail.com>
Caro Antonio,
Linux ha delle ottime potenzialità anche in Africa, ma e' necessario cercare di capire la situazione.
L'Africa e' un paese per molti punti vista, e in particolare in campo informatico, completamente vergine.
Se tu vai in un villaggio dell'entroterra con un computer,
immaginiamo un laptop, e lo vuoi regalare ad una donna del villaggio,
non avrà alcuna importanza e non fara' alcuna differenza se su esso ci
sarà installato windows, linux mac o un qualsiasi altro sistema
operativo tipo quello dei computer One Laptop Per Child del progetto di
Nicholas Negroponte. L'unica cosa che otterrai, dopo naturalmente le
danze di benvenuto da parte di tutto il villaggio, e l'offerta di
mangiare un poco di polenta con loro, sara' quella di stimolare una
riunione tra le donne del villaggio (le donne nei villaggi africane
sono quelle che hanno un minimo di iniziativa imprenditoriale) che si
chiederanno quale sara' il prezzo a cui potranno piazzarlo a qualcuno
che magari lo possa utilizzare in citta' dove c'e' la corrente (non
sempre a tutte le ore del giorno comunque) e forse la linea telefonica,
o il campo per i cellulari per poterlo collegare ad internet. Coi soldi
ricavati (massimo 30 dollari perche' non hanno la minima idea di quanto
un affare del genere possa costare... che comunque per loro sono una
fortuna) ci compreranno dei vestiti di seconda mano provenienti dalla
germania per i bambini.
Se invece lo dai ad un uomo del villaggio, e' molto probabile che
lo vedrai sparire con il laptop che vendera' massimo per dieci dollari,
che spendera' tutti in birre calde (in africa la birra si beve
rigorosamente calda) e poi la sera, essendo ubriaco, molto
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probabilmente picchiera' la moglie che e' tornata tardi dal consiglio
delle donne del paese e non gli ha fatto da mangiare.
Se lo regalerai ad una scuola, probabilmente se ne impossessera' il
preside, anche perche' la scuola non ha la corrente elettrica, (anzi a
dire il vero il 90% delle scuole del paese non ha neanche le aule o i
banchi, e non e' raro vedere delle classi di bambini fare lezione sotto
un albero). e lo mettera' in bella vista sulla sua scrivania dove
prendera' polvere per i prossimi tre anni senza mai essere acceso,
quindi che abbia windows o linux non fara' comunque nessuna differenza.
CABLE-MAP MONDO - Clik sull'immagine per ingrandirla
Nelle citta', dove vive comunque la minoranza della popolazione, la situazione e' certamente migliore... c'e' la corrente
elettrica (non
sempre come dicevo prima), e magari anche il collegamento internet, ma
quanto costa il collegamento internet in Kenya, dove lo stipendio medio
e' di 50 euro al mese (a voler esser di manica larga)?. Un collegamento
24h tramite modem analogico l'anno scorso arrivava a costare fino a 300
euro al mese, velocita' nominale 33.600bps, ma in realta' la velocita'
media sulle linee keniote telefoniche e' di 0,3Kb/s quando va bene,
sempre che si riesca a trovare libera la linea. A questo va aggiunto il
costo della telefonata, salatissimo, quindi per scaricare aggiornamenti
da internet (aggiornamenti necessari nel caso di installazione di
ubuntu da cd che installa solo il minimo) bisogna essere ricchi e
dotarsi della mitica pazienza di Giobbe, ma anche molto fortunati, dato
si che la connessione cadra' certamente nel giro di mezz'ora o al
massimo un'ora.
Da quest'anno le cose stanno un po' migliorando, io per esempio
adesso utilizzo una connessione gprs tramite la mia linea cellulare,
che mi permette una connessione "veloce" di 4-5Kb/s di giorno e di
notte puo' arrivare anche ai 15Kb/s, ma in questo caso il traffico
viene tariffato per quantita' di dati.. costo 10 scellini per Mb, cioe'
10 centesimi di Euro. Ottimo per controllare la posta su un computer
dove sia stato installato un windows piratato, con office piratato, e
qualsiasi altra cosa piratata. Se si installa ubuntu, che
necessiterebbe diciamo di 100Mb di aggiornamenti (a voler essere
buoni), una inezia in Italia, qui costerebbe 10 euro... una buona
settimana di lavoro, con la quale ad esempio uno dei miei dipendenti
manda avanti la famiglia (moglie e 4 figlie a scuola) per una settimana
almeno.
Questa spesa naturalmente e' insostenibile per una famiglia, ma
anche per la maggior parte degli uffici pubblici o privati, che quindi
installano innocentemente windows, che credano che arrivi gratis
insieme con il computer (un computer nuovo costa mediamente 250 euro...
un assemblato dei peggiori scarti della produzione cinese di un paio
d'anni fa tipicamente composto da intel celeron 1,6 (non meglio
specificato), vga on board (non meglio specificato), sound blaster on
board (non meglio specificato), HD 30 Gb, Monitor crt 14" (ebbene si..
si vendono ancora) risoluzione interlacciata 1024x768 che fa male agli
occhi solo a vederlo spento e che si fulminera' tipicamente dopo i
primi 6 mesi di utilizzo... giusto in tempo per far scadere la garanzia
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di 6 mesi appunto.
Con windows pero' sanno che potranno installare tutti i programmi
che loro vogliono ad una spesa certamente inferiore a quella di
download dei vari programmi ubuntu. Certo.. programmi piaratati che si
possono trovare a 2-3 euro.. ma questa e' la normalita'... lo fanno
tutti i negozi.
Le cose forse miglioreranno nel 2009, quando verra' finalmente
completato "il collegamento mancante" come lo chiamo io, una dorsale
sottomarina che colleghera' finalmente Mombasa (e di conseguenza tutta
l'Africa orientale) con il resto del mondo (emirati arabi per la
precisione). Ti allego una immagine della situazione attuale delle
dorsali mondiali... come vedi l'africa orientale non e' collegata e
deve affidarsi a costosissimi collegamenti via satellite che a detta
dei provider monopolisti, (che in combutta con i corrottissimi politici
fanno affari d'oro in questa situazione), sono la causa principale di
questi costi altissimi delle connessioni.
Io in ufficio utilizzo opensuse, perche' con esso e' molto piu'
facile installare una miriade di programmi dal dvd che si puo'
scaricare da internet (che mi faccio scaricare da un mio amico in
Italia con l'ADSL e che poi mi manda via posta).
Sul mio laptop personale ho provato ad installare Kubuntu, fattomi
spedire gratuitamente da Canonical (ottima iniziativa) ma poi mi e'
costato quasi l'equivalente di tre licenze di windows vista in costi di
connessione per poterlo aggiornare a livello della opensuse
dell'ufficio. Allora scrissi alla Canonical stessa, facendogli presente
che in Africa piu' che cd gratuiti dovrebbero spedire preferibilmente
dei DVD gratuiti, specialmente se vogliono tenere fede al nome
"umanita' per gli altri".
Mai ottenuta nessuna risposta.
Allora mi sono deciso a
comprare un dvd (kubuntu 8.04) dal loro negozio on line (9 euro mi
sembra), ma onestamente non riesco ad installare programmi dal dvd,
ogni volta tenta di scaricarli comunque da internet, anche se nel
programma di gestione dei pacchetti ho disabilitato tutte le sorgenti
di installazioni esterne, lasciando selezionato solo il dvd canonical...
Insomma la conclusione e': a mio parere nella situazione attuale e'
piu' difficile che Linux prenda piede in Africa che in Europa, dove la
gente puo' leggere i giornali informatici che spieghino le differenze e
i vantaggi del software libero. Vantaggi (almeno quelli economici) che
in Africa, dove tutte le amministrazioni utilizzano sofware piratato,
sono annulati.
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Comunque io so che il mio dvd Opensuse 11 posso copiarlo e
distribuirlo a chiunque me lo chieda.. e funziona egregiamente con la
mia connessione internet e ci faccio di tutto.. davvero di tutto tranne
autocad, che faccio girare su una virtualbox con windows xp piratato
(sic) e con il quale riesco anche a far andare il mio vecchio scanner
usb che non ha driver funzionanti per linux..
Cerco di fare la massima pubblicita' a Linux a chiunque venga
atrovarmi in ufficio, o quando sono in giro con il mio laptop con
Kubuntu e faccio vedere gli effetti di compiz, o come sia compatibile
con tutto... ma non posso dire "e' gratis"... qui solo windows lo e'.
Almeno fino a quando lo zio Bill lo permettera'... al momento
probabilmente gli fa comodo che in un "terreno vergine" si creda che ci
sia un unico modo di far funzionare il computer... lo accendi e ti
compare il logo "windows" xp, o vista che sia... piratato e gratis non
gli importa, per la microsoft questo e' un piccolo investimento per un
futuro da monopolista, come ha fatto in europa per recuperare nella
guerra dei bowser contro Netscape..
Ti mando un paio di articoli sul missing link
Addressing Africa's 'Missing Link'
MaldiMalindi
Mal di Malindi e' il mio blog.
Un caro saluto da una assolata Malindi,
Nicola Biscardi
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Risposta 12/09/08 13:02
Ciao Nicola,
sei stato molto chiaro. Che dire... certo la situazione non è bella.
..... (omissis privato) .....
Cordiali saluti, Antonio.
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Nel mio primo articolo avevo citato l’amica e brava, Elisa Arduini di “SecondoProtocollo.org”.
Elisa, che si trova in Africa, leggendo questo articolo, ha voluto replicare alla e-mail di Nicola. Spesso, come si evince
dallo scritto di Elisa, siamo noi stessi a volere il nostro male. Ecco la replica:
E-mail 13/09/08 11:38 [email protected]
Caro Antonio
ho letto con estrema attenzione e interesse la mail di Nicola. Purtroppo
quello che lui dice è vero, ma solo per quanto riguarda il Kenya. Tempo
fa scrissi qualcosa in merito al fatto che alcuni politici Kenioti
avevano concluso con Microsoft un contratto di fornitura software
rinunciando così ai benefici di un progetto che prima dei computer
avrebbe portato le infrastrutture. Gli altri Paesi non lo hanno fatto e
la situazione è veramente migliore. Basti guardare l'Uganda , solo per
fare un esempio, ma anche il Sudan e lo Zambia. E' logico che il
problema delle infrastrutture è quello più importante, ma se si va a
leggere il progetto, si noterà che il primo passo è stato proprio
quello di concludere contratti con gli ISP e, solo poi, di iniziare il
progetto vero e proprio. Mi spiace per Nicola, ma è il Kenya che ha
fatto questa scelta. In ogni caso gli aggiornamenti per Kubuntu te li
posso scaricare io e metterteli in un cd da inviarti a Malindi o ovunque
tu sia.
Un saluto africano e linuxsiano convinto, Elisa
Articolo precedente
Il software illegale non ha nazionalità
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Leggevo, con piacere, le notizie circolanti ne web e riguardanti il software libero in Africa. In particolare fui attratto da un
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articolo scritto dall’amica e brava, Elisa Arduini su “SecondoProtocollo.org”, dal titolo “Linux Ubuntu e lo sviluppo africano”.
Bella, pure, l’iniziativa "PC & Internet for Africa". Ero contento. Fa sempre piacere sapere di gente che, come te,
s’impegna per la diffusione del software libero ed i ragazzi di Secondo Protocollo, lottando in Africa, hanno vita meno
facile di quanti, come me, lottano esclusivamente in patria. Ti senti soddisfatto, il mondo ti sembra un pochino più roseo,
poi, d’improvviso…... una e-mail dal Kenya: Nicola che mi riporta alla cruda realtà. Tutto il mondo è paese! Il software illegale
e craccato è una realtà ovunque e non certamente solo in Italia. Non mi dilungo oltre in riflassioni e trascrivo,
integralmente, la e-mail di Nicola (ovviamente senza riferimenti a dati parsonali).
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E-mail 11/09/08 12:33 "Nicola……" <…………@gmail.com>
Gentile professore,
mi chiamo Nicola ……….. e vivo in Kenya a Malindi, dove utilizzo abitualmente linux.
Mi piacerebbe tanto riuscire a inculcare la cultura del sofware libero anche qui, dove invece si vedono solo ed
esclusivamente copie pirata di windows (nei paesi del terzo mondo non ci sono controlli di nessun genere da parte delle
forze dell'ordine).
Comunque, scrivevo solo per complimentarmi con lei per l'ottimo lavoro di divulgazione che sta portando avanti con il
sito della scuola Majorana. Se mai dovessi venire in Italia per fare qualche giorno di ferie mi piacerebbe visitare il vostro
istituto, se possibile.
Con Stima, Nicola ……..
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Risposta 11/09/08 15:16
Ciao Nicola, diamoci del tu.
Con piacere leggo il tuo scritto. Ero convinto che in Africa (notizie web) il software libero stesse prendendo piede alla
grande, invece tu mi comunichi notizie diverse. Tutto il mondo è paese!! Il gusto del proibito e dell'illegalità: magari hai
tutto gratis e vai alla ricerca del software craccato. Succede ovunque. Ormai, penso, è solo questione di tempo e le cose
volgeranno al meglio (software libero).
Ti ringrazio per i complimenti. Per una tua visita: quando vuoi. Sarai il benvenuto e la nostra scuola ti accoglierà con
piacere. Ti farò visitare l'Istituto, accompagnandoti personalmente.
Cordiali saluti, Antonio Cantaro
---------------------------Seppure con una vena di delusione, non posso che continuare a lottare e con ottimismo. Ormai siamo in tanti e le cose
stanno cominciando a cambiare. Come disse la goccia d’acqua alla dura pietra: “dammi tempo e ti perforo”, così io dico
dateci tempo….
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