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Chimica Fisica Industriale Modulo B Cinetica Chimica Saverio Santi Esperienza n° 2 Cinetica di idrolisi di un alogenuro alchilico terziario Effetto del Solvente Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi 23 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi L'effetto del mezzo di reazione sulla velocità delle reazioni chimiche è una problematica molto complessa e può essere affrontata da differenti prospettive e livelli di comprensione. Vi sono infatti diversi aspetti dell'influenza dell'ambiente di reazione sulla velocità che permettono di verificare se è possibile: 1. correlare la velocità in soluzione con la velocità in fase gas; 2. considerare le velocità in solventi diversi; 3. esaminare una reazione in un solvente particolare variando la costante dielettrica o la forza ionica del mezzo. La teoria dello stato di transizione ha fornito un'espressione che correla la costante di velocità con la costante di equilibrio tra complesso attivato e reagenti per la reazione: A + B → P secondo l'equazione di Eyring. A + B <=> X≠ k= k BT K≠ h (2.1) in cui K≠ non è la vera costante di equilibrio termodinamica, bensì la corrispondente quantità che coinvolge le concentrazioni: K≠ = [X ≠ ] [ A][ B] (2.2) La vera costante di equilibrio termodinamica K ≠0 è espressa in funzione delle concentrazioni termodinamiche, ovvero le attività: K ≠0 = a≠ a AaB K ≠0 = K ≠ 24 γ (2.3) ≠ γ Aγ B (2.4) Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi in cui γ≠ è il coefficiente di attività del complesso attivato. γ≠ dipende dalle caratteristiche di una specifica reazione e non può essere determinato con i metodi fisici più comuni. Può essere altresì stimato noti i coefficienti di attività dei reagenti γA e γB e la costante di velocità. Infatti, ricavando l'espressione di K≠ dall'equazione 2.4 e sostituendola nell'equazione di Eyring (eq. 2.1) si ricava: γ Aγ B γ≠ (2.5) k BT 0 K≠ h (2.6) k = k0 con k0 = k0 è perciò il valore della costante di velocità nello stato di riferimento in cui i coefficienti di attività sono unitari. In soluzione è pratico prendere il liquido puro come stato standard e il corrispondente coefficiente di attività γ è così definito: γ = conc. del soluto in soluzione se fosse ideale conc. del soluto nella soluzione reale (2.7) Se si vuole confrontare la velocità in un solvente o in una serie di solventi con quella in fase gas il coefficiente di attività è definito rispetto al gas ideale a 1 atm: α= conc. del soluto nel vapore sopra la soluzione conc. del soluto nella soluzione (2.8) la tensione di vapore del soluto è così bassa che il vapore del solvente si comporta come un gas ideale. Il problema dell'effetto del mezzo di reazione sulla costante di velocità si riduce alla determinazione dei coefficienti di attività dell'equazione 2.5 in differenti condizioni; per quanto riguarda i reagenti, i coefficienti possono essere determinati sperimentalmente, ma quello del complesso attivato non può essere ottenuto con una misura diretta. L'attività di una specie può cambiare variando la forza ionica o la costante dielettrica del mezzo. Ad 25 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi esempio, in soluzioni acquose diluite di elettroliti il coefficiente di attività degli ioni che partecipano come reagenti ad una reazione può essere derivato dall'equazione di DebyeHückel e dipende dalla forza ionica I e dalla carica degli ioni zi: − log γ i = z i2 A I 1 + Ba i I (2.9) in cui ai è la distanza di contatto ionico. Per una reazione tra due ioni A e B è comune considerare aA = aB = a≠. Sostituendo nell'equazione ottenuta dalla 2.5: log k = log k 0 + log γAγB γ ≠ (2.10) AB si ottiene l'espressione: log k = log k 0 − [z 2A + z 2B - (z A + z B ) 2 ]A I 1 + Ba I (2.11) La carica dello stato attivato deve essere la somma algebrica delle cariche degli ioni reagenti: z 2AB ≠ = (z A + z B ) 2 L'equazione 2.11 diventa: log k = log k 0 + 2z A z B A I 1 + Ba I (2.12) Per soluzioni a forza ionica molto bassa l'equazione 2.12 si riduce a: log k = log k 0 + 2z A z B A I (2.12) Poiché in acqua a 25 °C A vale 0.509, l'equazione 2.12 predice che la pendenza limite della plot di log k contro √I è circa uguale al prodotto delle cariche dei reagenti zAzB. 26 Laboratorio di Chimica Fisica ln Cinetica Chimica Saverio Santi k k0 I (a) [Co(NH3)5 Br]2+ + Hg2+ → [Co(NH3)5 H2O]3+ + HgBr2 (b) S2O82- + 2I- → 2SO42- + I2 (l’ordine di reazione rispetto a I- è 1) (zAzB = 2) (c) CH3COOC2H5 + OH- → CH3COO- + C2H5OH (zAzB = 0) (d) H+ + Br- + 1/2H2O2 → 1/2Br2 + H2O (zAzB = -1) (e) [Co(NH3)5Br]2+ + OH- → [Co(NH3)5 OH]2+ + Br- (zAzB = -2) (zAzB = 4) Il coefficiente di attività del complesso attivato può essere calcolato e l'effetto del mezzo sulla costante di velocità così calcolato può essere confrontato con quello sperimentale. Il coefficiente di attività cambia anche quando varia la costante dielettrica del mezzo, ad esempio aggiungendo etanolo alla soluzione acquosa. Reazioni tra molecole neutre. Per quanto riguarda le reazioni che coinvolgono solo molecole neutre, o molecole neutre e ioni, è possibile un trattamento quantitativo se le molecole sono polari. In reazioni che non coinvolgono reagenti e complesso attivato polari e i reagenti hanno struttura simile a quella del complesso attivato, la velocità della reazione in fase gas è molto prossima alla velocità in soluzione, come nel caso della decomposizione del pentossido di azoto: 27 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi NO + N2O5 → 3NO2 Stadio 1 Stadio 2 N2O5 → NO2 + NO3 k2 >> k1 → 2NO2 NO + NO3 Solvente k × 105, dm-3 mol-1 s-1 Ea, kcal Fase gas 1.65 24.7 Nitrometano 1.53 24.5 Bromo 2.15 24.0 Pentacloroetano 2.2 25.0 Tetracloruro di carbonio 2.35 24.1 Dicloro etilene 2.38 24.4 cloroformio 2.74 24.6 Questo andamento è dovuto al fatto che il rapporto tra i coefficienti di attività nell'equazione 2.5 applicata allo stadio 1 è circa unitario. k = k0 γ N 2O5 γ≠ Nel caso di reazioni in soluzione in cui vi si una variazione netta del momento di dipolo nel passaggio dai reagenti al complesso attivato, il solvente gioca un ruolo primario. E' il caso delle reazioni di idrolisi di alogenuri alchilici che seguono meccanismi SN1 e SN2: R-X R-X + H2O δ+ R δX δ+ H2O C 28 R+ + X- δ− X ROH + HX Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi In questi due casi, l'aumento della polarità del solvente provoca una diminuzione del coefficiente di attività del complesso attivato γ≠ e la velocità di reazione aumenta in accordo con le equazioni k = k0 γ RX γ≠ k = k0 γ RX γ H 2O γ≠ Dall'equazione 2.1 si ricava log k = log k BT ΔG ≠ − h 2.3RT (2.9) e l'equazione 2.5 diventa log (ΔG ≠ − ΔG0≠ ) k =− k0 2.3RT (2.10) Definendo la variazione di energia libera di attivazione δΔG ≠ = (ΔG ≠ − ΔG0≠ ) otteniamo δΔG ≠ = −2.3RT log k k0 (2.11) La grandezza δΔG ≠ è definita come effetto solvente. Supponiamo che le uniche forze interagenti tra soluto e solvente siano di carattere elettrostatico e che sia possibile descrivere l'effetto del solvente in funzione della sola costante dielettrica ε. Trascurando le forze di van der Waals a corto raggio e attribuendo le deviazioni dalla idealità soltanto alle forze elettrostatiche J. G. Kirkwood (1934) calcolò la variazione di energia libera ΔG di un forte dipolo μ da un mezzo a costante dielettrica unitaria ad un altro a costante dielettrica ε. Questa quantità ΔG è correlata con il coefficiente di attività α definito nell’equazione 2.8. Se la carica è distribuita simmetricamente nella molecola di raggio r, si ottiene per una singola molecola: ΔG = k BT ln α = − μ2 ⎛ ε − 1 ⎞ ⎜ ⎟ r 3 ⎝ 2ε + 1 ⎠ 29 (2.12) Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi Consideriamo il ciclo termodinamico che metta in relazione gli equilibri tra reagenti con momento di dipolo (μ) e complesso attivato (μ≠) in fase gas e in soluzione per una reazione unimolecolare A → P: μg ΔG°≠ ΔGl≠ ΔGl μl μg≠ ΔG ≠ μl≠ Si ricava la variazione di energia libera corrispondente alla variazione del momento di dipolo tra complesso attivato e reagenti: ΔG ≠ = - ΔGl + ΔG°≠ + ΔGl≠ (2.13) ΔG ≠ = ΔG°≠ + [ΔGl≠ - ΔGl] (2.14) ovvero dove 2 ΔGl≠ = − μ≠ ⎛ ε −1 ⎞ ⎟ 3 ⎜ r ≠ ⎝ 2ε + 1 ⎠ ΔG l = − (2.15) μ2 ⎛ ε −1 ⎞ ⎜ ⎟ r 3 ⎝ 2ε + 1 ⎠ (2.16) Sostituendo le equazioni 2.15 e 2.16 nella 2.14 si ottiene: ⎛ μ 2≠ μ 2 ⎞⎛ ε − 1 ⎞ ΔG ≠ = ΔG°≠ − ⎜⎜ 3≠ − 3 ⎟⎟⎜ ⎟ r ⎠⎝ 2ε + 1 ⎠ ⎝r Tenendo conto delle espressioni − RT ln K ≠ = ΔG ≠ k= 30 k BT K≠ h (2.17) Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi si ricava la dipendenza della costante di velocità dalla costante dielettrica del solvente: ln k = ln k ° + 1 RT ⎛ μ 2≠ μ 2 ⎞⎛ ε − 1 ⎞ ⎜⎜ 3≠ − 3 ⎟⎟⎜ ⎟ r ⎠⎝ 2ε + 1 ⎠ ⎝r (2.18) Per una reazione bimolecolare A + B → P Si ricavano le analoga espressione: ⎛ μ 2≠ μ 2 μ 2 ⎞⎛ ε − 1 ⎞ ΔG ≠ = ΔG°≠ − ⎜⎜ 3≠ − A3 − B3 ⎟⎟⎜ ⎟ rA rB ⎠⎝ 2ε + 1 ⎠ ⎝r ln k = ln k 0 + 1 ⎛⎜ μ 2≠ μ 2A μ 2B ⎞⎟⎛ ε − 1 ⎞ − − 3 ⎟⎜ ⎟ RT ⎜⎝ r 3≠ rA3 rB ⎠⎝ 2ε + 1 ⎠ (2.19) (2.20) Lo stesso risultato si può ottenere sostituendo l’espressione dei coefficienti di attività ricavati nell’equazione di Kirkwood (2.12) nell’equazione di Brönsted: k = k0 γ Aγ B γ≠ (2.5) Misurando la costante di velocità, in solventi a diversa costante dielettrica e diagrammando lnk contro la funzione solvente ⎛ μ 2≠ μ 2 ⎞ ⎟ ⎜ − ⎜ r 3≠ r 3 ⎟ ⎠ ⎝ ( reazione unimolecolare) ⎛ μ 2 ≠ μ 2A μ 2B ⎞ ⎜ − − 3 ⎟ ⎜ r 3≠ r 3 rB ⎟⎠ C ⎝ ( reazione bimolecolare) 1 RT 1 RT ε −1 si ottiene una retta di pendenza: 2ε + 1 31 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi La pendenza può essere positiva, negativa o prossima a zero in funzione della variazione di polarità tra reagenti e complesso attivato. Le equazioni 2.19 e 2.20 valgono anche per reazioni tra molecole neutre e cariche e tra ioni: meccanismo reagenti SN2 pendenza (a) δ+ R---Xδ- ++ RX+ (b) δ+ R---Xδ+ - Y---R---Xδ- - RX SN1 complesso attivato Y- + RX (c) δ- Y + RX (d) δ+ Y---R---Xδ- ++ Y---R---X -- Y---R---Xδ+ - Y- + RX+ (e) δ+ Y + RX+ (f) a,d ln k b,c,f e ε −1 2ε + 1 Spesso è conveniente variare la costante dielettrica del mezzo utilizzando miscele binarie di solvente, ad esempio acqua/etanolo, a diverse frazioni molari. La costante dielettrica di una miscela di N solventi è ricavabile con buona approssimazione per composizioni intermedie (80/20% e 20/80%) dall’espressione: ε mix = %(V) A × ε A + %(V) B × ε B + %(V) C × ε C ………+ %(V) N × ε N 100 Per un solvente binario: 32 (2.21) Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi ε mix = %(V) A × ε A + %(V) B × ε B 100 (2.21) In questo caso il diagramma risultante per reazioni di tipo (a,d) sarà : diossano-acqua acqua ln k etanolo-acqua acetone-acqua ε −1 2ε + 1 Per estrapolazione è possibile ricavare le costanti di velocità in acqua pura. Per la reazione di idrolisi del cloruro di t-butile in miscele di acqua-etanolo (tra il 20 al 40% in volume di acqua) si ottiene sperimentalmente il seguente andamento a due differenti temperature: 30° C 25° C y = -92.587 + 174.94x R = 0.98576 -8 y = -96.523 + 181.82x R = 0.8473 -9 ln k -10 -11 -12 0.472 0.473 0.474 0.475 0.476 0.477 0.478 0.479 ε −1 2ε + 1 % H2O 33 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi Ioni in soluzione. Un semplice modello per il trattamento delle reazioni tra ioni in cui vi sia formazione o rottura di legami covalenti (energia di attivazione elevata) e non semplice ricombinazione (energia di attivazione quasi nulla), e dell’influenza del solvente sulla velocità è basato sulla teoria elettrostatica che considera il solvente come un dielettrico continuo con costante ε. Il modello schematizzato in figura è detto “ a due sfere” e prevede l’avvicinamento di due ioni di carica zAe e zBe con e carica elementare (1.602 × 10-19 C). In accordo alla legge di Coulomb il lavoro fatto dal sistema per avvicinare i due ioni a distanza dx è: z Az Be2 dw = − dx 4πε 0 εx 2 (2.22) Il lavoro necessario per avvicinare A e B a distanza di contatto dAB si ottiene integrando da d = ∞ a d = r A + r B: w = −∫ d AB ∞ w= z Az Be2 dx 4πε 0 ε x 2 (2.23) z Az Be2 4 πε 0 εd AB (2.24) Questo lavoro rappresenta il contributo elettrostatico all’energia libera di attivazione, quando cioè i due ioni formano il complesso attivato, e si somma al termine non elettrostatico. L’energia libera di attivazione molare (L = R/kB, numero di Avogadro) è: Lz A z B e 2 ΔG = ΔG + 4πε 0 εd AB ≠ ≠ 0 (2.25) zAe zAe d=∞ d = rA + rB zBe zBe 34 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi Introducendo l’espressione 2.25 nell’equazione ≠ G k BT − ΔRT k= e h (2.26) si ottiene: z Az B e2 ΔG ≠ k T − 0 − k = B e RT e 4 πε0εd ABk BT h (2.27) che passando al logaritmo naturale diventa: ln k = ln k 0 − z Az Be2 4 πε 0 εd AB k B T (2.28) con k0 contributo non elettrostatico alla costante di velocità, ovvero la costante di velocità in un ipotetico solvente a costante dielettrica infinita, in cui le forze elettrostatica sareabbero nulle. ΔG ≠ k BT − RT0 k0 = e h (2.29) Diagrammando ln k contro 1/ε si ottiene un plot lineare di pendenza: z Az B e2 4πε 0 εd AB k BT (2.30) da cui si può ricavare dAB, la distanza di contatto tra gli ioni nello stato di transizione. Il valore tipico di dAB, è pari ad alcuni Å (1 Å = 10-10 m). Un modello alternativo, detto “a singola sfera” prevede la formazione di uno stato di transizione in cui i due ioni reagenti si fondono in un unico ione la cui carica è ovviamente pari alla somma delle due cariche iniziali: 35 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi zA e (zA+ zB)e zBe che porta ad una espressione della costante di velocità più complessa: ln k = ln k0 − e2 8πε 0 εd AB k BT ⎛ (z A + z B ) 2 z 2A z 2B ⎞ ⎜⎜ − − ⎟ r≠ rA rB ⎟⎠ ⎝ (2.31) ma che si semplifica per dare la stessa equazione ottenuta col modello a due sfere (2.28) se si introduce la condizione: r≠ = rA = rB (2.33) che si verifica quando vi è una importante riorganizzazione strutturale nel complesso attivato. 36 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi Esperienza 2 – Cinetica di idrolisi di un alogenuro alchilico. Effetto del solvente Obiettivi: seguire per via conduttimetrica l’idrolisi di un alogenuro alchilico terziario a 30° C in miscele di acqua-etanolo (indicativamente 20, 25, 30, 35, 40, 45% in volume di acqua). Determinare le costanti cinetiche e l'effetto della variazione della costante dielettrica del solvente. Apparecchiatura: conduttimetro interfacciato a PC, cella conduttimetrica, 7 matracci da 50 cc, termostato, termometro, agitatore magnetico con ancoretta, beuta con camicia per la termostatazione, canna in gomma per raccordo con termostato. Reagenti: acqua bidistillata, etanolo assoluto, alogenuro alchilico. Nei matracci da 50 ml si preparano soluzioni di acqua-etanolo alle differenti percentuali di etanolo mediante la seguente procedura: si pesa il matraccio vuoto (pulito ed asciutto), lo si pesa nuovamente dopo l’aggiunta del volume prefissato di acqua e si porta a volume con l’etanolo (riportare nella relazione il valore della percentuale in volume di acqua). Si termostata la soluzione nella beuta di misura per circa 20 minuti, sotto agitazione, vi si immerge la cella conduttimetrica e si regola l’agitazione in modo da evitare la formazione di vortici e bolle all’interno della soluzione stessa. Si aggiungono quindi, con la pipetta, 0.4 ml di alogenuro alchilico e si fa partire il campionamento. Si eseguono misure di conducibilità ad intervalli di tempo rigorosamente costanti, ad esempio 10'' (soluzioni al 45% e 40%), 20'' (35 e 30 %), 30'' (30%) o 1' (20 e 25%), a seconda della velocità della reazione. Si consiglia di seguire la cinetica, se possibile, per almeno due volte il tempo di dimezzamento dell’alogenuro. Analizzare i dati secondo il metodo di Guggenheim-Swinbourne, calcolando la costante cinetica di primo ordine alle temperature di lavoro; trattare prima i dati sulla base dell’equazione (8), utilizzando come χ∞ l’ultima conducibilità misurata; ripetere alla fine tale trattamento utilizzando il valore di χ∞ determinato con il metodo di GuggenheimSwinbourne. Si ricorda che è importante “tarare” il conduttimetro prima di ogni determinazione, portando il valore della costante di cella ad 1. Si raccomanda di versare alla fine la soluzione nella bottiglia di recupero, facendo attenzione a non perdere l’ancoretta. 37 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi Trattamento dei dati Considerato che la reazione di idrolisi dell’alogenuro terziario RX segue un meccanismo per il quale la cinetica di decadimento risulta di primo ordine rispetto alla sua concentrazione, cioè dCRX/dt = −k CRX (1) dove k rappresenta la costante specifica di velocità della reazione, integrando si ottiene: CRX = C°RX exp[−k(t − to)] (2) Data la stechiometria della reazione, ad ogni istante t si avrà inoltre che: CRX + CHX = C°RX (3) per cui, sostituendo: CHX = C°RX {1 − exp[−k(t − to)]} (4) La cinetica di tale reazione viene seguita per via conduttimetrica, misurando la conducibilità della soluzione nel tempo. Se si suppone, infatti, che la conducibilità specifica della soluzione, ad ogni istante t della reazione, sia la somma di un contributo dovuto alle specie presenti al tempo zero, χ0, e da un contributo dovuto all’acido HX (che risulta completamente dissociato) che si genera per effetto della reazione, si ha che: χt = χ0 + χHX (5) Il contributo χHX viene supposto proporzionale alla concentrazione dell’acido CHX, tramite la relazione: χHX = ΛHX CHX (6) 38 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi dove ΛHX rappresenta la conducibilità molare dell’acido nel sistema in esame, che si suppone costante al variare della concentrazione dell’acido stesso (dato che la soluzione risulta sufficientemente diluita nell’acido), e quindi pari alla conducibilità molare a diluizione infinita, Λ°HX. Mediante opportune sostituzioni si ottiene quindi che: χt − χ0 = Λ°HX C°RX {1 − exp[−k(t − to)]} (7) Indicando con χ∞ la conducibilità specifica della soluzione a reazione ultimata, cioè per t → ∞, con opportuni passaggi e sostituzioni, essendo, dalle relazioni precedenti, χ∞ − χ0 = Λ°HX C°RX, si ottiene che: ln[(χ∞ − χt)/ (χ∞ − χ0)] = −k(t − to) (8) da cui si potrebbe ricavare facilmente il valore di k note χ∞ e χ0. Poiché la prima quantità non è facilmente determinabile, è necessario effettuare un diverso trattamento dei dati sperimentali, noto come metodo di Guggenheim-Swinbourne. Se si considera la conducibilità al tempo t ed al tempo Δt, dalle relazioni viste sopra si può ottenere che: χt = Λ°HX C°RX + χ0 − Λ°HX C°RX {exp[−k(t − to)]} = χ∞ − (χ∞ − χ0) {exp[−k(t − to)]} (9) da cui: χt+Δt = χ∞ −(χ∞ − χ0){exp[−k(t + Δt − to)]} = χ∞ −(χ∞ − χ0)[exp(−k Δt)]{exp[−k(t − to)]} (10) che collegata alla relazione precedente fornisce la: χt+Δt = χ∞ − (χ∞ − χt) [exp(−k Δt)] (11) che può essere anche espressa come: 39 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi χt+Δt = χ∞ − χ∞ [exp(−k Δt)] + χt [exp(−k Δt)] (12) la quale, considerando di esprimere χt+Δt in funzione di χt per un dato valore di Δt, rappresenta l’equazione di una retta di pendenza exp(−k Δt) e di intercetta χ∞ − χ∞ [exp(−k Δt)]. Sulla base di tale equazione, fissato un valore di Δt si può quindi ottenere un valore della costante cinetica k mediante regressione lineare dei dati. Tale operazione può essere inoltre ripetuta, utilizzando sempre lo stesso set di dati sperimentali, variando il valore di Δt; il valore di k migliore tra quelli ottenuti sarà quello fornito dalla migliore regressione lineare. Una volta ricavato il valore di k per un certo Δt, dal valore dell’intercetta si può ricavare quello di χ∞ ed analizzare l’andamento rappresentato dall’equazione (8). Osservando le equazioni (12) e (8) si può infine notare che non è necessario trattare i dati utilizzando la conducibilità specifica χ, ma che può essere analogamente utilizzata la conducibilità C direttamente misurata e ad essa proporzionale, senza dover determinare quindi il valore della costante di cella. Elaborare i valori di k ottenuti nelle diverse miscele di solvente utilizzando l'equazione: 1 ⎛ μ 2≠ μ 2 ⎞⎛ ε − 1 ⎞ ⎜ ⎟⎜ − ln k = ln k ° + ⎟ RT ⎜⎝ r 3≠ r 3 ⎟⎠⎝ 2ε + 1 ⎠ (13) Per il calcolo della costante dielettrica ε delle miscele binarie si utilizza l'equazione: ε = %(V) acqua × ε acqua + %(V) EtOH × ε EtOH 100 (14) Discutere il meccanismo della reazione sulla base del valore della pendenza: 1 RT ⎛ μ 2≠ μ 2 ⎞ ⎟ ⎜ − ⎜ r 3≠ r 3 ⎟ ⎠ ⎝ (15) e dei valori dei parametri di attivazione ΔH≠ e ΔS≠ ottenuti nell'esperienza 2. 40
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