Scarica il pdf
Transcript
Scarica il pdf
TAB+corsa di billy/++ 8-02-2007 11:46 Pagina 1 tabloid di Christian Poccia Se promettessi una felicità mozzafiato, una felicità come l’avete cercata per una vita intera e che oramai credevate perduta; se promettessi una felicità come neppure nei vostri sogni a occhi aperti, ma vi promettessi, insieme con essa, una disperazione dopo, che lascia ugualmente senza fiato, un vuoto irrimediabile che prosciuga persino le lacrime tanto fa male. Accettereste l’offerta? Prima di rispondere fatevi un favore: leggete La corsa di Billy (Fazi Editore, 15 euro). Arrivate al fondo della strepitosa storia d’amore tra i due protagonisti, Billy Sive e Harlan Brown; imparate come due uomini possano concedersi con tenacia, tenerezza e passione. Scoprite cosa vuol dire muovere guerra contro un mondo che odia un amore invalicabile, e vincere. Vincere sopra tutti, stando sempre in testa, come in una corsa, e senza voltarsi indietro mai. Leggete questo romanzo che parla innanzitutto di libertà, e solo dopo provate a rispondere. Patricia Nell Warren, scrittrice americana e autrice, nel 1974, de La corsa di Billy (titolo originale The Frontrunner) dice che la storia d’amore tra il giovane Billy che sogna di vincere le olimpiadi e il suo allenatore “è come ogni altra”. Non credetele. Il sentimento tra Harlan e Billy ha davvero qualcosa di spaventoso e indescrivibilmente bello che lo rende raro. Memorabile. Patricia Warren risponde alle nostre domande dall’altro capo dell’oceano, California, dove per più di trent’anni ha raccolto i complimenti di migliaia di ragazzi e uomini gay che hanno perso la testa per i due protagonisti o che hanno trovato nel suo libro la forza per affrontare le discriminazioni che la società aveva riservato loro. CORRI BILLY, E NON VOLTARTI UN SENTIMENTO CHE SFIDA L’ODIO DELLE PERSONE E VINCE SU TUTTO. UN ROMANZO MEMORABILE CHE HA CRESCIUTO TRE GENERAZIONI GAY E ARRIVA IN ITALIA A OLTRE TRENT’ANNI DALLA PRIMA EDIZIONE. scritto una storia sugli omosessuali nel mondo sportivo, e ho pensato che era venuto il momento di farlo. Negli Stati Uniti, così come in tanti altri Paesi, lo sport è sempre stato dominato dagli uomini. Gli atleti erano considerati super macho che avevano tutte le qualità personali richieste dall’establishment conservatore e religioso. La sola idea che gli omosessuali potessero amare lo sport ed eccellere in esso era inconcepibile. La maggior parte delle persone credeva che i gay fossero checche interessate solo a moda e spettacolo. Raccontando la storia di un corridore, volevo dimostrare la realtà delle cose, e cioè che molti gay eccellono nello sport. Quando il romanzo fu pubblicato nella sua prima edizione, la lotta per i diritti Glbt era all’inizio. Come fu accolto nella società americana e nel movimento? Non tutti nella comunità Glbt abbracciarono il mio romanzo. Ad alcuni non andava giù l’idea che una donna potesse scrivere una storia di uomini. Per essere “politically correct”, le scrittrici lesbiche dovevano scrivere di donne. Ma a me non è mai interessato essere “corretta”, io sento che il lavoro di scrittore è quello di scrivere di qualsiasi cosa e persona sulla terra. La Corsa di Billy è l’esempio di come un amore così luminoso tra due uomini possa scatenare l’odio feroce di molta gente. Da dove nasce Nonostante siano passati trent’anquest’orribile sentimento? ni, il suo romanzo continua a riDal condizionamento culturale e rescuotere un grandissimo successo. ligioso che le persone subiscono nelHo ricevuto centinaia di lettere di rala loro vita. Molti degli atteggiamengazzi che hanno dovuto affrontare le ti negativi e discriminatori “tradizioloro personali paure di discriminanali” nella cultura occidentale resizione e omofobia, specialmente nelle stono nei secoli. Tanto scuole americane. Per loche bambini che odiaro, La corsa di Billy è tutno alcuni gruppi sociali, t’altro che datato, poiché i neri o gli ebrei per affronta temi che essi stesesempio, pensano che si hanno vissuto in prima sia giusto farlo perché persona. sono cresciuti in amPerché ha scritto La corbienti in cui tale odio è sa di Billy? incoraggiato. A cavallo tra gli anni ’60 e Il fatto che i due pro’70 ero coinvolta nell’attagonisti siano così letica leggera e in partico“maschili” c’entra lare nella corsa. Erano gli qualcosa con tutto anni del mio coming out questo? e mi resi conto che nel Patricia Nell Warren, Quando scrissi il romondo dello sport c’eraLa corsa di Billy, manzo, la maggior parno altri gay e lesbiche. EpFazi Editore te della letteratura e non pure nessuno aveva mai solo, rappresentava il gay come effeminato. Io volevo attaccare questo stereotipo. D’altra parte, l’idea sbagliata che l’omosessuale sia un debole è antica. Anch’essa è stata portata avanti nei secoli dalla cultura occidentale, proprio come l’idea che le donne siano inferiori agli uomini, i neri inferiori ai bianchi o gli ebrei avidi di denaro. A chi pensava quando delineò i tratti caratteriali di Billy? Al ritratto di giovane che fosse in sintonia con la sua epoca - gli anni ’70 e tutto il suo potere di cambiamento e liberalizzazione; in contrasto con Harlan Brown che era invece un prodotto degli anni ’50, un’era più buia e conservatrice della storia americana. Qual è l’aggettivo più appropriato per Billy? “Fiammeggiante”, direi. Intenso e luminoso come una fiamma. Ne La Corsa di Billy si affronta anche il tema della omogenitorialità. Cosa ne pensa? Quando scrissi il romanzo, la tematica della genitorialità gay era molto controversa anche tra gli stessi omo- 85 • babilonia sessuali. Al giorno d’oggi, le persone più liberali e aperte mentalmente riconoscono che la omogenitorialità è un naturale sviluppo dei diritti civili gay. Essere genitori - l’interesse nel costruire una famiglia, l’abilità a nutrire e proteggere i figli, inclusi quelli adottati - è un potente e basilare istinto nella maggior parte degli esseri umani, compresi i gay. Qual è il complimento più bello che ha ricevuto riguardo al romanzo? Uno studente che scrisse: “Non ho mai pianto su nessun libro come ho pianto su questo, neppure quando la rondine cade morta ai piedi del “Principe Felice””. E sa perché? Io stessa piansi molto quand’ero bambina leggendo quella storia di Oscar Wilde. Crede davvero che esista l’amore eterno? Sì, per alcune persone l’amore è davvero per sempre. Penso che ognuno di noi viva più di una vita su questo pianeta, e che ci siano paia di spiriti amanti che si cercano l’un l’altro, ancora e ancora, lungo diverse vite.