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verso Emmaus settimanale Parrocchia di Santo Stefano - piazza della Chiesa 8 - Segrate Segreteria parrocchiale tel. 022134337 - da lunedì a venerdì, dalle ore 9.30 alle ore 11 mercoledì, venerdì e sabato, dalle ore 15 alle ore 18 Segreteria dell'oratorio tel. 3913725530 - da lunedì a venerdì, dalle ore 16.30 alle ore 18.30 20 NOVEMBRE 2016 - SECONDA DOMENICA DI AVVENTO Lettura del Vangelo secondo Luca 3, 1-18 Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: «Voce di uno che grida nel deserto: / Preparate la via del Signore, / raddrizzate i suoi sentieri! / Ogni burrone sarà riempito, / ogni monte e ogni colle sarà abbassato; / le vie tortuose diverranno diritte / e quelle impervie, spianate. / Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!». Alle folle che andavano a farsi battezzare da lui, Giovanni diceva: «Razza di vipere, chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque frutti degni della conversione e non cominciate a dire fra voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Anzi, già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco». Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo. L uca, indicando con precisione l’anno di regno di Tiberio e i nomi di persona e di luogo, ci ricorda che la storia di Gesù non è un romanzo, ma una verità. Il cristianesimo non si basa su miti e personaggi di nebulosi racconti di misteriosi antenati, ma su una persona precisa: Gesù, veramente vissuto in un tempo e in un luogo precisi e dimostrabili. Anche per questo Luca cita Isaia: al tempo dei Vangeli più una persona era antica, più le sue parole erano vere. In fondo anche noi diciamo che «il tempo è galantuomo»: la verità dura, mentre la menzogna, come il fango, si deposita sul fondo del lago della storia. Proprio perché le parole di Isaia erano vere, Giovanni andò nel deserto a «preparare la via del Signore» (Is 40, 3-5), che sarebbe venuto per tutti gli uomini: «ogni uomo» avrebbe visto la salvezza di Dio. Per questo Luca presenta tutte le categorie sociali: le folle, i pubblicani, i soldati, tutti! Ad essere precisi, solo “alcuni” dei pubblicani e dei soldati accorrono. Luca da una parte ci dice che tutti sono alla ricerca di Gesù e dall’altra parte ci ricorda che non tutti sono disposti ad accogliere la parola di Dio. Non tutti lo cercano, ma Giovanni risponde a tutti, agli onesti (le folle) e agli sfruttatori e traditori del loro popolo (com’erano i pubblicani) e ai violenti, spesso assassini, com’erano i soldati, perché in ogni caso tutte le categorie umane sono in ricerca; c’è nel cuore dell’essere umano un insopprimibile desiderio di Dio. Non a caso papa Francesco, a Eugenio Scalfari, che gli ha detto di non credere nell’anima, ha risposto: «Non ci crede ma ce l’ha. Si domanderà certo, come tutti, chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo. Se le pone anche un bambino queste domande. E lei?». «Che cosa dobbiamo fare?». La domanda ripetuta tre volte e identica per tutte le categorie di persone (folla, pubblicani, soldati) allora acquista un senso ancora più profondo. La risposta di Giovanni ha una premessa: occorre non essere ipocriti. Si riconoscono perché per loro la fede è solo una pratica esteriore: si fanno battezzate, ma nel loro S cuore non sono convinti di averne bisogno; si sentono già a posto, si ritengono gli eletti di Dio perché hanno «Abramo per padre». Giovanni quasi li aggredisce. Forse questo è il vero peccato: comportarsi bene, senza convinzione interiore. Detto questo, la risposta di Giovanni è una sola, valida per tutti: fai bene il tuo dovere; vivi bene la tua vita; sii attento agli altri. Chi ha due tuniche ne dia una a chi non l’ha; i pubblicani siano onesti e non derubino i loro fratelli; i soldati non siano violenti e non saccheggino le case dei poveri, ma si accontentino del loro salario. A questi uomini in ricerca, Giovanni ricorda che la fede e la vita si sostengono a vicenda: la fede cresce se la metti in pratica, e una vita secondo Dio rende più facile il credere in Lui. Papa Francesco il 25 luglio ai giovani a Rio de Janeiro ha detto: «Metti fede e la vita avrà un sapore nuovo, una bussola che indica la direzione; metti speranza e ogni tuo giorno sarà illuminato; metti amore e il tuo cammino sarà gioioso» PER LA PREGHIERA IN FAMIGLIA e io, Signore, tendo l'orecchio e imparo a discernere i segni dei tempi, distintamente odo i segnali della tua rassicurante presenza alla mia porta. E quando ti apro e ti accolgo come ospite gradito nella mia casa, il tempo che passiamo insieme mi rinfranca. Alla tua Mensa divido con te il pane della tenerezza e della forza, il vino della letizia e del sacrificio, la parola della sapienza e della promessa, la preghiera del ringraziamento e dell'abbandono nelle mani del Padre. e ritorno alla fatica del vivere con indistruttibile pace. Il tempo che è passato con te, sia che mangiamo sia che beviamo, è sottratto alla morte. Adesso, anche se è lei a bussare, io so che sarai Tu ad entrare: il tempo della morte è finito. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per esplorare, danzando, le iridescenti tracce della Sapienza dei mondi, e infiniti sguardi d'intesa per assaporarne la Bellezza. (Card. Carlo Maria Martini) AVVISI E APPUNTAMENTI SETTIMANALI Domenica 20, dalle ore 15 in oratorio: castagnata - sul sagrato trovate un banco vendita, il ricavato a favore dell’Associazione Oftals Venerdì 25, alle ore 21: terzo incontro per i genitori dei piccoli di seconda elementare che quest’anno iniziano il catechismo Domenica 27, dalle ore 10 alle ore 16: ritiro per i ragazzi di quarta elementare - il nostro parrocchiano don Erasmo Rebecchi farà l’ingresso come Parroco a Galbiate (vicino a Lecco); siamo vicini con la preghiera e chi volesse partecipare alla Cerimonia... sarà nel pomeriggio a partire dalle ore 15 BENEDIZIONI NATALIZIE ALLE FAMIGLIE (dalle ore 17.30 alle ore 21.30) Lunedì 21 Don Stefano: via Cassanese 200 (E, F, G, H e I [fuori]) Don Gabriele: via Cassanese 200 (A, B e L [fuori]) Martedì 22 Don Stefano: via Cassanese 200 (C, D e P) Don Gabriele: via Cassanese 200 (M, N e O) Mercoledì 23 Don Stefano: via Cristei 26 (A, B e C) Don Gabriele: via Cristei 30 (A e B) Giovedì 24 Don Stefano: via Cristei dal 61 all'indietro Don Gabriele: via Cristei dal 1 in avanti Venerdì 25 Don Stefano: via Circonvallazione Don Gabriele: via Cristei 55 e villette Sabato 26 Don Stefano: via Roma 76 e 78 (dalle ore 10 alle ore 12) Lunedì 28 Don Stefano: vie Adda, Tagliamento e Volturno Don Gabriele: vie Arno, Ticino e Tevere Martedì 29 Don Stefano: vie Adige, Piave e Olona Don Gabriele: via Roma (da via Modigliani alla farmacia)